CAMBOGIA

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  1. gheagabry
     
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    អក្សររលត់ ជាតិរលាយ អក្សរពណ្ណរាយ ជាតិថ្កើងថ្កាន
    Aksar roluat jeat roleay Aksar ponnareay jeat thkeung thkan.


    “Se scompaiono le lettere, scompare la nazione
    Se le lettere sono brillanti, la nazione eccelle.”
    (proverbio cambogiano)


    LA CAMBOGIA


    La Cambogia é un paese che si estende per piú di 180mila km/quadrati, dei quali una gran parte é ricoperta da un'abbondante vegetazione. E' un piccolo regno, tagliato in due dal fiume Mekong che divide il paese tra nord e sud. Le sue dimensioni sono simili a quelle dell’Inghilterra e la sua popolazione, chiamata “khmer”, e’ una fusione di razze mongole, melanesiane, cinesi, vietnamite e cham. Il buddhismo theravada è la religione più diffusa della Cambogia. Il khmer, la lingua ufficiale.
    Il Tonle Sap è un fiume di 240 km di lunghezza emissario del Mekong che sfocia nell'omonimo lago. Nel periodo di siccità è un corso d'acqua di modesta portata, ma durante il periodo delle piogge aumenta del quadruplo il volume delle sue acque che finiscono per straripare ed inondare un terzo della superficie dell'intera Cambogia, dando vita ad un ecosistema unico al mondo che l'UNESCO ha dichiarato nel 1997 'riserva della biosfera' . L acqua è un elemento importantissimo per queste popolazioni, non solo abitano in case su palafitte o case su barche o semplicemente sulle barche, ma l'acqua e un elemento essenziale del loro modo di vivere. Con l'acqua del Mekong si lavano la mattina, lavano i piatti, lavano i panni, lavano gli alimenti, pescano, fanno il bagno nel pomeriggio.

    Fortunatamente, gran parte della cultura cambogiana è sopravvissuta alla politica della 'tabula rasa' attuata da Pol Pot nei confronti della storia. Oltre ad aver ucciso più di due milioni di persone, i khmer rossi hanno distrutto milioni di opere d'arte, statue e libri. Alcuni famosi esemplari architettonici dell'era di Angkor, come l'Angkor Wat e l'Angkor Thom, sono usciti relativamente illesi dalla furia distruttrice. Il Museo Nazionale di Phnom Penh conserva alcuni pregevoli esempi di scultura khmer, in particolare le divinità hindu decorate con splendidi dipinti. Il legame che il paese ha con il suo glorioso passato è rappresentato in maniera esemplare dal balletto reale, caratterizzato da movimenti altamente stilizzati, che affonda le sue radici tradizionali nelle danze thailandesi, giavanesi e indiane. Pol Pot ha tentato di distruggere anche la danza tradizionale: è sopravvissuta una sola sarta in grado di insegnare le antiche tecniche della fabbricazione dei costumi.

    In generale, la cucina khmer è simile a quella thailandese, ma fa uso di meno spezie. Un pasto cambogiano prevede quasi sempre la zuppa, mentre il pesce è senza dubbio il piatto principale: una specialità particolare è il pesce d'acqua dolce alla griglia, avvolto in foglie di lattuga o spinaci e poi immerso in una salsa a base di pesce e noci. Le 'insalate' sono spesso condite con coriandolo, menta e citronella: tre sapori che caratterizzano molti piatti della cucina cambogiana. La cottura quotidiana del pane risente molto dell'influenza francese.

    ...la storia...



    Una presenza umana antichissima sul territorio cambogiano pare testimoniata da ciottoli lavorati in quarzo e quarzite rinvenuti in terrazzamenti lungo il Mekong, nelle province di Kratié e Stung Treng, e nella provincia di Kampot. In virtù dell'associazione con fauna del Pleistocene e della somiglianza con reperti rinvenuti in Vietnam, gli scopritori hanno suggerito una datazione anteriore al 500.000 a.C., per quanto inaffidabile e messa in discussione da altri studiosi. L'unico dato certo che gli archeologi sono riusciti a stabilire sulla preistoria della Cambogia è che, prima del 1000 a.C., gli abitanti di queste terre si nutrivano di pesce e riso e vivevano in abitazioni su palafitte, proprio come fanno oggi.
    I Khmer furono tra i primi nel sudest asiatico a presentare forme di religione, istituzioni politiche e a stabilire regni centralizzati che comprendevano vasti territori. Il più antico regno di cui si ha traccia nella zona è quello di Funan che fiorì tra il primo e il VII secolo ed era abitato da popolazioni di lingua mon-khmer. Ad esso seguì il regno di Chenla che comprendeva ampie zone corrispondenti agli attuali stati della Cambogia, del Vietnam, del Laos, e della Thailandia (conosciuta come Siam fino al 1939). L'età dell'oro della civiltà Khmer, tuttavia, corrisponde al periodo che va dal nono al XIII secolo, quando il regno di Kambuja, da cui il nome di Kampuchea o Cambogia, governò su ampi territori (la capitale era ad Angkor, nella parte occidentale del paese).
    Sotto Jayavarman VII (1181 - 1218), il regno di Kambuja arrivò al suo zenit politico e culturale raggiungendo il massimo della creatività. Dopo la morte di Jayavarman VII iniziò il suo graduale declino. Importanti fattori che contribuirono alla decadenza del regno erano l'aggressività dei popoli vicini (specialmente i Siamesi), le croniche lotte per la successione al trono e il graduale deterioramento dei sistemi di irrigazione che avevano assicurato per anni il necessario surplus di riso.
    La monarchia di Angkor sopravvisse sino al 1431. Gli eserciti del regno thailandese di Ayudhya saccheggiarono Angkor, scatenando furiose lotte dinastiche tra la popolazione khmer e continui disordini con i thailandesi, che si protrassero per oltre un secolo e mezzo. Gli spagnoli e i portoghesi, che avevano cominciato a essere presenti nella regione, svolsero un ruolo attivo nel corso delle guerre fino a scatenare un generale malcontento che sfociò nel massacro della guarnigione spagnola di Phnom Penh, nel 1599. Una serie di re deboli si alternarono al trono dal 1600 al 1863, anno in cui giunsero i francesi.

    Dopo alcune battaglie navali a cui seguì, nel 1863, la firma di un trattato che sanciva la creazione del protettorato, nel 1884 i francesi obbligarono il re Norodom a siglare un altro accordo che trasformava il paese in una colonia. Seguì poi un periodo di relativa calma (persino la rivolta dei contadini del 1916 fu considerata pacifica). La Cambogia fu colonia francese per novant’anni, dal 1863 al 1953. Una delle figure più influenti e ambigue della sua storia è Norodom Sihanouk che divenne re nel 1941. Durante la seconda guerra mondiale i giapponesi occupano il Paese e solo nel ’46 i francesi ristabiliscono il loro protettorato. E’ in questo periodo, a fine anni ’40, e per combattere i colonizzatori, che compaiono per la prima volta i guerriglieri comunisti.

    Nei primi anni ’70 la guerra del Vietnam si allarga dunque alla Cambogia dove l’esercito di Lon Nol si trova a fronteggiare due nemici, i vietcong e i khmer rossi che guadagnano sempre più terreno. Fino al 17 aprile 1975, quando i khmer rossi guidati da Salot Sar, detto Pol Pot, occupano Phnom Penh rovesciando il regime filoamericano. Inizia così il periodo più buio della storia del Paese asiatico: il genocidio di almeno un milione e 700mila persone. Il popolo già sfinito dalla violenza, dalla fame, dai combattimenti, si ritrova in un vero e proprio incubo. I khmer rossi, un esercito di fanatici con una base culturale e ideologica fragile se non inesistente, cominciano subito a deportare uomini, donne e bambini dalle città alle campagne dove impiantano campi di ‘rieducazione’ sul modello maoista. Chiunque sia stato laureato, o abbia un’istruzione di medio livello, e parli le lingue straniere veniva ucciso. L’uso del denaro fu abolito e vietata la proprietà privata. Ogni libertà fondamentale fu cancellata e il Paese rinominato Kampuchea Democratica. Moltissime persone, risparmiate dalle esecuzioni sommarie, morirono di fame e stenti. Il regime dei khmer rossi ha fine solo nel gennaio 1979, grazie all’intervento dell’esercito vietnamita, provocato da diverse incursioni dei guerriglieri cambogiani nel suo territorio. Lo scandalo, tuttavia, non ha fine: la comunità internazionale non riconobbe il nuovo governo imposto dai vietnamiti e i khmer rossi, che trovarono rifugio nelle regioni al confine con la Thailandia, mantennero il loro seggio alle Nazioni Unite. Per tutti gli anni Ottanta e Novanta continuano le azioni della guerriglia e centinaia di migliaia di persone furono costrette a lasciare il Paese. Nel ’98 Pol Pot, nascosto da vent’anni nella giungla al confine con la Thailandia, muore: la guerriglia perse il suo capo e ogni ragione di esistere. Solo nel 2001, tuttavia, il Senato approva una legge per processare di genocidio i leader khmer rossi.


    "Angkor tocca profondamente non soltanto i sensi, ma anche il cuore e lo spirito di chi vi si reca; se è vero che i templi, le sculture e le terrazze sono autentici capolavori, tutto l’ambiente che li circonda emana un fascino e procura emozioni tali da sfuggire ad ogni descrizione. Le immagini scolpite nella roccia costituiscono soltanto la superficie di un racconto, di un viaggio nel profondo dell’animo; messaggio universale, come ogni grande opera d’arte, espressione che oltrepassa ogni barriera di lingua, tempo e spazio. Dono ed eredità di valore inestimabile, Angkor appartiene al patrimonio culturale di tutto il genere umano, ed il bellissimo Paese che lo circonda ne è il degno contorno."

    ANGKOR


    Angkor in sanscrito significa "la Città", "la Capitale", ed è indubbio che fu eretta da esperti ingegneri idraulici che sapientemente tracciarono un sistema idraulico efficiente, per mezzo del quale accumulavano acqua durante il periodo delle piogge monsoniche, quattro mesi all’anno, per utilizzarla nel periodo di siccità. Angkor è un capolavoro avvolto dal mistero come lo è la sua estinzione. Inspiegabilmente la vita si è fermata come tutto si fosse tramutato in pietra, avvolta e nascosta poi da una lussureggiante vegetazione, evidenziandone il contrasto austero. Il primo a fornire un resoconto di questo luogo fu a suo tempo Marco Polo alla fine del 1200 Ne parlò come di un centro religioso nel mezzo a una regione di risaie. Contò circa venti templi compreso il Bayon, descrivendolo con torri e tetti ricoperti di lamine d’oro, attualmente non più esistenti. Sui lati delle torri quattro facce gigantesche dagli occhi chiusi e un sorriso enigmatico e bonario. I bassorilievi rappresentano le storie di corte insieme ai motivi epici dell’India antica. Sono resoconti di una vita sfarzosa di un popolo libero di fare della satira, teso verso il progresso, ma in piena decadenza dovuta al prolungato momento di prosperità.
    Mentre in Europa si commentava l’operato di Carlo Magno, nel 802 iniziava in Indocina con Giayavarman II il momento d’oro degli Kmer. Recenti ricerche hanno stabilito che il Bayon fu costruito nel 1181 e finito nel 1218. La storia di Angkor inizia nell’anno 802 con Jayavarman II, che la edifica sull’altopiano del Kulen, unificando il popolo in una comunità religiosa e politica, che assimila le influenze della civiltà indiana. Il Phom Kulen è tra le poche alture che dominano la regione del Siem Reap, che offre immense e fertili estensioni alluvionali con corsi di acqua perenni. Vi è un lago tra i più pescosi del mondo, il Tonle Sape, oltre a ricche foreste cave di arenaria e miniere di ferro. Qui, sulla riva settentrionale del lago, viene fondata la capitale fornendola di una meravigliosa rete irrigua.
    Di Jayavarman II è scritto che proveniva da una terra lontana, situata al di là del mare, ove aveva trascorso alcuni anni alla corte di un potente re conosciuto come il " Re della Montagna". Jayavarman II, quando arrivò in Cambogia, stabilì la capitale nell’antichissima città di Indrapura, frequentato luogo di studi religiosi; in seguito si trasferì verso nord nella pianura, ove adesso si trova Angkor, e fondò Hariharalaya, indicata sulle carte come Roluos.
    Poi fu il tempo di Souryavarman II, che contribuì allo sviluppo di Angkor e fece erigere al centro del suo immenso impero la città santuario di Angkor Wat, considerata la più grande creazione architettonica di tutta l’Asia. L’arte Kmer raggiunse l’apice. Furono eretti il Bandeai Kdei, il Ta Prohm, il Preah Khan, con i loro labirinti che si addentravano nel cuore della foresta. Esplorazioni in loco hanno confermato l’esistenza di una vasta rete di passaggi sotterranei, di alcune decine di chilometri quadrati, la cui messa in opera non si può certo attribuire ai contadini Cambogiani.
    Venne edificata anche la nuova capitale Angkor Thom; sull’antica traccia della città furono costruiti altri sedici chilometri di mura e cinque porte monumentali, il cui accesso era garantito da ponti con parapetti formati da 54 statue colossali, rappresentanti i demoni e le divinità intente a una specie di tiro alla fune con il sacro serpente Naga. Al centro della cinta muraria il Bayon con i 200 volti del Budda sorridente. Gli sforzi per raggiungere tutto questo sfarzo dissanguarono il paese e i successori di Jayavarman VII non riuscirono a lasciare traccia del loro passaggio. La caduta definitiva dell’impero avvenne nel 1431 con l’invasione siamese. (edicolaweb.net)


    Benché ai giorni nostri sia ritenuta uno dei massimi monumenti della civiltà antica, la città perduta di Angkor era sconosciuta al mondo occidentale finché i viaggiatori francesi cominciarono ad esplorare la Cambogia a metà del diciannovesimo secolo. Contrariamente alle credenze popolari, le imponenti rovine Khmer non furono scoperte e documentate per la prima volta dall’esploratore Henri Mouhot ma da Charles Èmile Bouillevaux, un prete francese che visitò il sito nel 1850. Rigidamente educato alla pietà cristiana, Bouillevaux provò un certo orrore alla vista dell’antica città di pietra, con le sue sculture voluttuose e i suoi motivi «pagani». Un anno dopo che Bouillevaux ebbe pubblicato a Parigi le sue fiacche osservazioni, Mouhot s’imbatté in Angkor e non la guardò con gli occhi della sua disciplina – era un naturalista – ma con sguardo ingenuo, colmo di meraviglia e di curiosità. Quando infine il resoconto di viaggio di Mouhot venne pubblicato, il pubblico condivise il suo entusiasmo e da allora Angkor è un luogo di studi archeologici e di pellegrinaggio.


    Un cambogiano grande grande

    Prima c'era il cielo,
    poi é diventato tutto marrone,
    tra le pieghe delle mani, nelle unghie nere, sporche,
    sotto le barche il fiume so che attende le piene.
    Uno, dieci, mille sguardi, ognuno grande come il mondo,
    quello che non ha orizzonte, quello privo di pensieri e di voci,
    un tonfo sordo nello stomaco, incredulo, attonito, muto, violento.
    Giovani frammenti di futuro,
    incerto quanto la direzione del vento, sottile quanto la polvere sul viso,
    sofferenze percettibili di esistenze in bilico,
    miste a gioia irrazionale a passi nudi sulla terra.
    Qui i vecchi sembrano scomparsi,
    é luogo privo del concetto di essenziale,
    terra senza gambe, senza braccia,
    popolo con le mine dentro il petto,
    con le torture nel cervello e terribili ricordi che vogliono svanire
    ad ogni logoro tormento.
    Qui é dove il movimento sovrasta la paura,
    dove la necessità di rialzarsi
    é alimentata da una forma rara di dignità estrema,
    da spirito di umiltà e gentilezza che sfumano nei percorsi dei tuk tuk
    o nelle compravendite dei mercati cittadini di Siem Reap.
    Il bambino nella tinozza remava verso la sua casa galleggiante
    l'ultima volta che l'ho visto,
    mi sono sentito in debito davanti ad un sorriso immenso,
    che non avrei potuto ricambiare in nessun modo.
    Io un ricco occidentale piccolo piccolo,
    lui un povero cambogiano
    grande grande.
    (David P.)

     
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  2. tomiva57
     
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    Phnom Penh


    Phnom Penh (ក្រុងភ្នំពេញ) è la capitale politica ed economica della Cambogia e capoluogo del municipio di Phnom Penh. Importante porto fluviale la città è adagiata sulle sponde del fiume Mekong, nel sito dove vi confluisce il Tonle Sap e dove si dirama il fiume Tonle Bassac.
    Con i suoi due milioni di abitanti Phnom Penh è inoltre la città più vasta e popolosa del Paese e maggiore centro commerciale e culturale.
    Una volta conosciuta come la Perla dell'Asia, la città è oggi una meta turistica di discreta importanza ed è rinomata per la sua architettura, che risente sia dello stile tradizionale khmer sia di quello ereditato durante la dominazione coloniale francese.


    Storia

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    Attorno al 1440, quando Angkor venne abbandonata, Phnom Penh diventò la nuova capitale poiché era in posizione più difendibile dalle incursioni del regno siamese e facilitata nei commerci per la vicinanza del fiume Mekong. Nel 1772 venne rasa al suolo dai thailandesi e nel 1863 venne conquistata dai francesi.
    Nel 1975 i khmer rossi, con a capo Pol Pot, attuarono una politica di “socialismo agrario”, evacuando tutti i cittadini dalle città alle campagne in fattorie comuni e sterminando senza pietà ogni oppositore del regime. Phnom Penh venne trasformata in una città fantasma. Nel Natale del 1978 duecentomila vietnamiti invasero la Cambogia, conquistarono Phnom Penh e cacciarono Pol Pot con i suoi fedelissimi nelle foreste al confine con la Thailandia.


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    Phnom Penh si trova nella parte sud-orientale della Cambogia, alla confluenza dei fiumi Tonle Sap e Mekong. La città si trova a 11.55° di latitudine nord e 104.91667° di longitudine est.
    Il clima è caldo in tutto l'arco dell'anno, con scarsa escursione termica. Ci sono tre stagioni principali: la stagione fredda da novembre a gennaio, quella calda da febbraio a maggio e la stagione delle piogge da giugno ad ottobre.


    Principali monumenti



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    palazzo Reale


    Le maggiori attrazioni turistiche di Phnom Penh sono il Palazzo Reale, la Pagoda d'Argento, il Museo Nazionale, il Monumento dell'Indipendenza (in Khmer: វិមានឯករាជ្យ), il Monumento dell'amicizia fra Cambogia e Vietnam, il museo del genocidio Tuol Sleng e il Wat Phnom. Fuori dalla città c'è il Centro del Genocidio Choeung Ek.


    da Wikipedia
    foto web



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    Mekong

    Prima di giungere nella capitale cambogiana Phnom Penh, il Mekong si divide in tre corsi: i due principali procedono come Mekong in Vietnam fino al delta, l’altro diventa il Tonle Sap che si apre nella pianura della Cambogia come un Grande Lago ricevendo le acque in piena del Mekong durante le pioggie estive, mentre in inverno inverte il suo corso e si riversa nel grande fiume indocinese.
    Durante le piene del Tonle Sap la laguna si stende immensa lambendo le grandiose rovine di Angkor e le colline con i villaggi aggruppati emergono come isolette tra le quali si muovono le piroghe per tutta la stagione, convertendo i contadini in pescatori che riempiono le reti delle migliaia di tonnellate di pesci e crostacei che arrivano con le acque del Mekong come una benedizione, mentre le risaie sono sommerse dalla piena.
    Quando le acque si ritirano lasciano centinaia di stagni dove pulsa la vita, migliaia di uccelli acquatici, marangoni, cormorani, aninga tuffatori, garzette, martin pescatori, aironi e decine di altre specie sciamano e pescano nelle minuscole lagune dove sguazzano i bufali, nuotano le lontre e si abbeverano mammiferi piccoli e grandi, un tempo prede della tigre, i cui ultimi magnifici esemplari si sono rifugiati nelle profondità della jungla. La natura completa la sua opera lasciando un limo che fertilizza la terra facendo splendere le risaie per la stagione agricola che si alterna a quella della pesca, come un altro dono alla popolazione Khmer che qui fondò la sua grande civiltà.
    Un’antica leggenda hindu racconta che sul Mekong andò a vivere come eremita il saggio sadhu Kambu a cui Shiva volle concedere la ninfa celeste apsara Mera per generare una nuova stirpe reale destinata a regnare su quei territori e dalla loro unione nacque il primo antenato della dinastia di Kampuchea.
    Le origini del regno Khmer risalgono all’antico regno di Chen-La che dal Laos si estese all’Indocina meridionale,mentre in Vietnam fioriva quello di Funan e con il quale ha in comune lo stesso mito dell’intervento di Shiva per donare al mondo una nuova stirpe di re.Il successore dell’antenato generato dal saggio Kumbu e la ninfa Mera, fu Sreshthavarman che fondò la prima capitale Sresthapura sul Mekong che scorre in Laos e stabilì relazioni con la stirpe reale vietnamita di Funan dalle comuni origini divine,poi una principessa di origine solare del Chen-La sposò un principe del Funan dalle origini lunari,compiendo il disegno di Shiva per l’unione di due stirpi reali astrali.


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    Phnom Penh

    Secondo la leggenda la nobile e ricca dama Penh videuno splendido albero che galleggiava sul Mekong e se lo fece portare a riva trovandovi all’interno quattro statue di Budda,per onorare il prodigio fece erigere un colle phnom per edificarvi un monastero e conservare le statue sacre,attorno al Colle di Penh Phnom Penh sorse poi la città Khmer destinata a diventare capitale del regno cambogiano. Sull’antica cittadella di Banteay Kév nel 1866 venne edificato il primo Palazzo Reale in legno e l’unico padiglione in muratura fu offerto da Napoleone III al re Norodom che si era posto sotto il protettorato francese.

    Cinquantasette anni dopo il re Sisowath ricostruì l’intero complesso in muratura e fece giungere architetti francesi a dirigere i suoi artisti ed artigiani per edificare le splendide costruzioni in stile khmer recinte da due grandi mura nelle quali si ergono la splendida Pagoda d’Argento circondata da una galleria affrescata e la Sala del Trono tra gli altri edifici,due templi sono consacrati alle Sacre Impronte del Budda,uno il Padiglione delle Feste e un’altro il Padiglione delle Danze,oltre un recinto interno si stende la favolosa Residenza Reale interdetta ai visitatori.
    Gli splendidi affreschi della galleria attorno alla Pagoda d’Argento rappresentano l’epopea del Ramayana e si svolgono come un libro policromo da oriente ad occidente,davanti l’ingresso della pagoda si staglia la statua equestre del re Norodom fusa in Francia nel 1875 e uno stupa ne contiene le ceneri,accanto ad un altro che contiene quelle del padre.
    La Pagoda d’Argento contiene la sacra statua del Budda di Smeraldo e fu ricostruita in tutta la sua magnificenza dal re Sihanuk nel 1962 con una scalinata di marmo di Carrara,l’interno è pavimentato d’argento massiccio e attorno sono in mostra i preziosi doni dei sovrani stranieri,maschere e oggetti Khmer in oro ed argento,centinaia di Budda offerti dai fedeli di tutti i paesi.Al centro si erge un altare dorato che regge il superbo Budda di Smeraldo del XVII secolo e davanti un’altra statua dell’Illuminato in oro è decorata da novemila cinquecento ottantaquattro diamanti,vicino un loto d’oro contiene una reliquia del Budda proveniente dall’India e dietro una statua di marmo birmana con una pesante decorazione d’oro adoperata per le incoronazioni.
    La Sala del Trono fu edificata nel 1917,contiene un gong sacro che ritma i cerimoniali reali e numerose portantine,dietro la sala si trovano le stanze del re e della regina adoperate durante le incoronazioni nella tradizione che vuole separati i regnanti per sette notti.In un’altra sala si trasferiscono provvisoriamente le ceneri dei sovrani defunti prima di collocarle nello stupa reale e davanti vi sono i Budda delle preghiere quotidiane dei sovrani,oggeto di culto dei visitatori asiatici.
    Il primo monastero della città sul Mekong è il Vat Ounalom costruito nel 1443 davanti al Tonlé Sap su uno più antico dove era conservato un capello del Budda.Esso venne arricchito di quarantaquattro edifici tra stupa,santuari,pagode e abitazioni dei monaci attorno all’antico stupa che contiene una statua del Budda seduto e una disteso,al primo piano la sala di culto racchiude altri tre raffigurazioni e un’antica testa,da essa si accede al piano superiore affrescato con scene della vita dell’Illuminato e una sua statua seduto meditante circondato da altre quattro nell’insegnamento.
    La pagoda più recente è la coloratissima Vat Tuol Tum Pong vicino al grande mercato,si erge imponente a due piani circondata da un portico le cui porte sono sormontate da animali mitologici come il bue e la tartaruga ssoicati all’immagine del Budda.Sui quattro lati vi è un vestibolo monumentale e una galleria è sostenuta da colonne decorte dagli uccelli mitici Garuda,sul lato destro un edificio serve da scuola e un piccolo vihara colorato di verde e giallo serve da alloggio ai bonzi,a sinistra si trova un grande stupa a quatttro piani con una scalinata,,vicino al Monumento alla Vittoria in stile khmer nella piazza omonima,la grande pagoda Vat Lang Ka possiede un gran numero di statue dipinte. A trentacinque chilometri da Phnom Penh,Oudong fu capitale khmer tra il 1618 e il 1866,dominata dalla collina del Vegliardo San Phnom Ta San sulla sommità della quale si accede con una lunga scalinata guardata da due serpenti mitici Naga che porta alle rovine di due grandi templi edificati dal re Sisovath nel 1911,la cittadella con le sue pagode e l’antico Palazzo Reale,divenne rifugio dei Khmer rossi e fu distrutta da un bombardamento americano nel 1973 del quale restano le rovine. Miglior sorte ebbe Tonlè Bati edificata sulle rive del lago,le cui costruzioni più antiche dei templi Ta Phrom e Yay Pou risalgono al XII secolo.


    www.travelgeo.it

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    Angkor Wat, il tempio della capitale diventato il simbolo della Cambogia


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    Courtesy of ©Cambodia Ministry of Tourism


    Un luogo rimasto al medioevo, tra strade polverose, panorami mozzafiato e Buddha alti 30 metri, Tempio della città (Angkor Wat, in lingua khmer), un sito archeologico di inestimabile valore e unicità.
    Nel XII secolo d.c. il re Suryavarman II fece costruire l'immenso complesso sacro in soli 30 anni. Ma fu conosciuto dal resto del mondo soltanto nel 1860 grazie all'esploratore francese Henri Mouhot che così lo descrisse nel suo diario di viaggio: "... eretto da qualche antico Michelangelo... E' più grandioso di qualsiasi cosa ci abbiano lasciato i greci o i romani, e contrasta tristemente con la situazione selvaggia in cui versa ora la nazione". Il francese sbagliò la collocazione storica, ritenendo che appartenesse all'antichità, non a torto, dato che l'armonia del Tempio di Angkor è paragonabile all'architettura del classicismo, caratterizzata da una perfezione delle proporzioni e da una coralità che abbraccia i numerosi edifici. Con i suoi elementi decorativi tipici: come le incantevoli apsaras (o devata), divinità femminili e ninfe seducenti che potevano condurre alla follia o come i bassorilievi con le rappresentazioni di scene tratte dal Mahabharata o dal Ramayana (poemi epici indù).

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    Pare che le teorie più accreditate sulla funzione di questo immenso complesso religioso, il più grande al mondo, siano due: la prima è che dovesse essere il mausoleo del re Suryavarman II, la seconda che fosse stato costruito in onore del dio Vishnu uno dei tre principali aspetti divini, Trimurti, convertito in un secondo tempo al buddhismo theravada.

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    Per visitare il mastodontico Tempio della città, ci vogliono circa 5 giorni.

     
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  3. gheagabry
     
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    da giuliascardone

    ... VIAGGIANDO ...


    Viaggio sulle rotaie



    ... In Cambogia ...



    Bamboo Train
    ... i “norries” ...



    ... La storia ...


    Il Bamboo Train, detto anche norry in lingua Khmer, è uno speciale mezzo di locomozione utilizzato dai contadini nella tratta ferroviaria tra Phnom Penh e Battambang in Cambogia.



    Un telaio di legno, ferro, bambù viene appoggiato su due assi ferroviari che scorrono lungo i binari. Un motore, usato per piccoli mezzi agricoli, è collegato ad una cinghia che trasmette il moto ad un solo asse.

    Lungo la tratta ferroviaria ognuno in possesso di questo semplice mezzo, può installare il suo treno e muoversi in direzione est o viceversa. Il servizio è ufficialmente illegale, ma per molti abitanti della vasta campagna cambogiana, è il mezzo di trasporto più comodo e veloce, considerate le condizioni delle strade e dei mezzi pubblici in genere.

    Il primo utilizzo di questo particolare trenino fai da te, è dovuto alle operazioni militari legate alla guerra civile vissuta nel paese negli anni ottanta. Le dimensioni del bamboo train sono generalmente quelle di un rettangolo che misura 4 metri per due. La facilità con cui si può disimpegnare dalla sede ferroviaria permette un traffico scorrevole in entrambi le direzioni nonostante la ferrovia sia a binario unico.

    Una consuetudine della civiltà cambogiana impone a tutti coloro che si incrociano l'obbligo di smontare il mezzo più scarico per fare passare l'altro. La velocità raggiunta nei normali spostamenti può arrivare a circa 50 km/h, il sistema frenante è manuale e agisce sulla cinghia di trasmissione. Nel 2006 l'unico treno passeggeri della compagnia ferroviaria cambogiana effettua un servizio alla settimana di andata e ritorno fra le due città più importanti del paese, la capitale Phnom Penh e Battambang. La distanza da coprire è di trecentocinquanta chilometri, e il tempo impiegato oggi è di circa 17 ore, salvo imprevisti.


    ... I treni di bambù della Cambogia ...


    Uno dei mezzi di trasporto più diffusi in Cambogia è costituito da “treni” fatti in casa, prevalentemente in bambù e legno. Una volta non avevano motore, e la gente metteva il carrello sui binari e lo spingeva poi con delle aste di bambù. Per un periodo questi carrelli erano in pratica il principale mezzo di trasporto nel paese, ma ora il loro uso è limitato alle zone rurali, anche perché il comfort non è elevato, come spiega chi li ha utilizzati.

    La nascita di questo insolito mezzo di trasporto si deve al fatto che in Cambogia, durante il periodo coloniale francese, è stata realizzata una rete ferroviaria molto capillare ed evoluta per il suo tempo, ma che è stata praticamente abbandonata durante il regime dei Khmer Rossi.

    Mancando anche una rete stradale di qualità adeguata, molte persone si sono dunque arrangiate cercando di riutilizzare al meglio quella che era la migliore infrastruttura del paese, e cioè appunto la rete ferroviaria, con dei treni “fatti in casa”.


    ... Altri mezzi di trasporto... sempre un pò precari!


    VietnameCambogia




    ... Note ...
    Una rete ferroviaria alternativa


    In Italia ci lamentiamo delle ferrovie, ma c'è sicuramente chi sta peggio di noi. La magra consolazione arriva dalla Cambogia dove, per viaggiare, i treni bisogna addirittura costruirseli. Nella regione di Battambang, importante città nel nord ovest del Paese, la frequenza dei treni passeggeri è di uno alla settimana. E quando passano, i convogli percorrono distanze irrisorie facilmente percorribili anche a piedi.

    Per far fronte al problema i cambogiani optano per la soluzione fai-da-te: hanno costruito dei piccoli vagoni, utilizzando canne di bambù e altro materiale di recupero, e messo in piedi la loro rete ferroviaria personale. I "norris", come gli abitanti chiamano questi ingegnosi treni, altro non sono che una tavola di bambù che poggia su quattro ruote, alimentate da un piccolo generatore. L'unico accenno di comfort è un materasso di erba secca, già considerato un lusso. Si viaggia seduti a pochi centimetri dalle binari a una velocità che può raggiungere i 40 km orari. Questa rete di trasporto sopravvive da decenni accanto alle ferrovie ufficiali, e nonostante le rotaie siano spesso rotte o deformate i conducenti sostengono che il loro artigianale mezzo di trasporto sia assolutamente sicuro. L'unico inconveniente, vista la presenza di un solo binario, è che, quando due treni s'incontrano, quello meno carico deve lasciar passare l'altro scendendo dalle rotaie.

    Il direttore delle Ferrovie Cambogiane, Sokhom Pheakavanmony, promette concreti investimenti *"per completare il ripristino della rete ferroviaria entro il 2010". Aspettando risultati concreti, i cambogiani continuano a viaggiare sui loro artigianali ma efficentissimi treni di bambù.
    (5/7/2006 *'sono tuttora in uso')




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    Può trasportare sino a
    10 persone, fino a 3 tonnellate di sacchi
    di riso o di bestiame. I norris non sono il massimo
    della comodità ma vengono usati perchè sono
    molto economici, infatti una corsa
    costa circa 50 centesimi.




    (di © Alf188188)



    (di © Lerozno Miseslari)



    Fonte:
    © http://it.wikipedia.org/wiki/Bamboo_Train,
    © http://notizie.delmondo.info/2014/04/12/tr...della-cambogia/,
    © www.tgcom24.mediaset.it/mondo/articoli/articolo317382.shtml,
    web,creditifoto:www.viaggicurrao.com,www.blitzquotidiano.it,www.
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