THE NICE - Copertine dischi in vinile

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    THE NICE: Elegy.
    I Nice lanciarono in Gran Bretagna la moda effimera del "classic rock" (musica classica interpretata con strumenti e ritmo rock, nonche' esecuita con sceneggiate rock) e il loro organista, Keith Emerson, ne fece una carriera. All'inizio Emerson tento` semplicemente di diventare l'Hendrix delle tastiere, ma in seguito si specializzo` negli album concept.
    Keith Emerson proveniva dal circuito del rhythm and blues e i Nice erano nati come gruppo di accompagnamento di una cantante di musica leggera. Emerson era indubbiamente un virtuoso delle tastiere (anche se forse in questo caso "virtuoso" non significa "genio"), ma gli altri membri dei Nice erano nettamente inferiori alla media. La mediocrita` compositiva del leader e quella esecutiva dei gregari fece si` che i Nice si dedicassero quasi esclusivamente a cover, anche se rifatte in maniera drasticamente diversa dall'originale.

    I Nice esordirono alla fine del 1967 e sarebbero sempre stati celebri per i pezzi classici (il Rondo di Dave Brubeck, l'America da West Side Story di Bernstein, l'Intermezzo dalla Karelia Suite di Sibelius, il terzo concerto Branderburger di Bach e la Pathetique di Tcajchovsky), che dal vivo erano animati da torrenziali parti improvvisate, secondo i canoni del jazz piu` che della classica, ed erano congeniati per esaltare i passaggi piu` trascinanti, secondo i canoni del rock. La loro funzione era in pratica quella di mettere in luce l'istrionica personalita` del leader. Nice (Immediate, 1969), meta` in studio e meta` dal vivo, contiene una versione jazzata di Hang On To A Dream di Tim Hardin, una versione sterminata e ancor piu` "free-form" di She Belongs To Me di Bob Dylan, e l'elegante Azrael Revisited. I difetti dei Nice sono invece evidenti nella pomposa suite For Example. (scaruffi.com)

    Note sulla copertina

    I Nice, gruppo musicale britannico di fine anni settanta, incaricarono lo studio Hipgnosis per lavorare sulla copertina del loro album “Elegy” del 1971. Il fondatore dello studio grafico, Storm Thorgerson, ascoltando l’album gli venne subito in mente l’immagine di un vasto deserto. Scelse quindi di scattare una foto nel Sahara occidentale, presso Fort Mamid in Marocco. Una volta arrivato sul posto, la scena che aveva in mente gli sembrò troppo vuota e allora decise di allestire il set con una linea di 50 palloni gonfiabili di plastica rossi come se potessero attraversare il deserto intero. I palloni furono trasportati con un furgone insieme ad una una spazzola per rimuovere le impronte dalla sabbia. Una volta sistemati aspettò il momento in cui il sole stava per tramontare del tutto per fare lo scatto finale. L’album “Elegy” venne messo in vendita l’indomani dello scioglimento della band.
    (dal web)
     
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