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U2: Boy. Boy è il primo album degli U2, pubblicato il 20 ottobre 1980 e prodotto da Steve Lillywhite. L'album tratta del diventare adulto, argomento che funge da filo conduttore nei testi. Dublino, Irlanda. Fine anni Settanta, il momento del punk. E' un periodo di grandi opportunità di emergere dall'ombra per tutte le nuove band che sognano e vivono di musica. La catena dell'involuzione progressive è ormai stata spezzata. Uno studente lascia un annuncio sulla bacheca a muro della scuola. E' un batterista molto giovane che vuole formare un gruppo sotto l'influenza della fresca ed eccitante musica proveniente dall'Inghilterra: il punk rock. Si chiama Larry Mullen. Quattro ragazzi rispondono: i fratelli David e Dick Evans, Adam Clayton e Paul Hewson. Siamo nell'ottobre del 1976. I giovani, in realtà degli apprendisti musicisti, iniziano a provare insieme per migliorare la propria tecnica e ricercare un proprio suono. Scelgono di chiamarsi Feedback. Dick lascia presto gli altri quattro per fondare con altri compagni di vita la prima band del villaggio-comune di Lypton, i Virgin Prunes. I quattro invece cominciano a suonare nei piccoli club irlandesi sotto il nome U2, proprio come l'aereo-spia, accettando il suggerimento dell'amico Steve Averill, cantante dei Radiators. E' un nome che suona bene ed è universale. Una scelta che negli anni si dimostrerà clamorosamente calzante con le ambizioni e gli orizzonti della band.
Nel 1978 gli U2 vincono un concorso per giovani talenti sponsorizzato dalla più famosa birra scura irlandese, che garantisce loro la possibilità di registrare un demo negli studi della CBS, dove i responsabili restano colpiti dalla buona perfomance dei precocissimi ragazzi (l'età media è di 17 anni) e decide di pubblicare 1000 copie numerate a mano del loro primo EP, chiamato U2 Three, dove compaiono tre pezzi: "Out of Control", "Stories for Boys" e "Boy-Girl". Le mille copie vanno esaurite in una settimana. E' in quei giorni che conoscono Paul McGuinness, tuttora manager del gruppo, che riesce a trovare loro un contratto con la Island, il resto è storia.
Boy è il primo album degli U2, registrato, così come i due successivi, con Steve Lillywhite, tutt'oggi richiestissimo produttore. Le canzoni sono in buona parte già pronte in forma embrionale, durante l'estate del 1980 nei Windmill Lane Studios di Dublino vengono perfezionate per l'uscita autunnale.
Per quanto ingenua e fomentata dalla furia punk possa essere la band, l'album si rivela un autentico concept intorno all'adolescenza, ripescando in questo senso più dall'approccio degli Who che non da quello dei contemporanei Clash e Joy Division. Al tormentato leader di questi ultimi è dedicata "A Day Without Me", scritta dal cantante Bono (nickname affibbiatogli dagli amici mutuato dal nome di un negozio di cornetti acustici) subito dopo l'essere venuto a conoscenza dell'avvenuta disgrazia. E' uno dei primi brani ad essere pronto, e mostra, oltre ad un innegabile gusto pop, una delle peculiarità del chitarrista David The Edge Evans, ovvero il ripescaggio di un concreto utilizzo dell'effetto delay. E' proprio lo stile inequivocabile di The Edge a indirizzare il suono della band: il giovane chitarrista trova un nuovo modo di concepire lo strumento, una tecnica che risulta tra le più imitate ancora oggi. Un primo embrionale esempio risiede nel singolo "I Will Follow", che anticipa senza compierla la realizzazione dello stile infinite-guitar, destinato poi a divenire uno dei marchi di fabbrica della band. "I Will Follow" rappresenta per gli U2 ciò che "Les Demoiselles d'Avignon" ha significato per Picasso e il cubismo tutto. E' un brano che a oltre 25 anni dalla sua pubblicazione suona fresco e ballabile, certo meno epocale di una "London Calling", ma ugualmente resistente alla prova del tempo. Lo stesso si può affermare di "Out of Control" - che proprio all'energia della band di Joe Strummer sembra fare riferimento - clamorosa nell'aver mantenuto negli anni la spontaneità del suo appeal rock. Anche il basso di Adam Clayton, a torto spesso ritenuto privo di linee interessanti entro il contesto post-punk dei primi tre dischi degli U2, si mette in mostra in diverse occasioni, scandendo il ritmo e la cadenza degli umori della voce di Hewson. "Twilight" ne è una riprova: la sezione ritmica assiste puntualmente le incisioni chitarristiche di The Edge, che si lascia anche andare ad un entusiasmante assolo al pedale in grado di farti girare la testa, prima che gli echi della voce di Bono tornino, con tono ammonitore, a riprendersi la scena: "nell'ombra, il ragazzo incontra l'uomo". Capolavoro nel capolavoro. C'è spazio anche per dell'ermetismo all'interno del disco: ""I felt the world could go far, if they listened to what I said" recita Bono nel breve mistero di "The Ocean". Ma di toni dark è pervaso tutto l'album. Si pensi alla doppietta "An Cat Dubh"/"Into The Heart" che avvicina come mai più successivamente gli U2 ai cugini Virgin Prunes. "An Cat Dubh" [che sta per una gatta nera in gaelico] propone uno scenario inquietante ed oscuro che trova una soluzione solo nella successiva "Into The Heart". Questa offre ancora una volta a The Edge la possibilità di mettersi in luce, una sola luce ad illuminarlo nel buio, fino alla progressione di sentimenti suscitati dalle note tirate fuori dal manico, a cui si affiancano al momento topico prima la voce, poi il basso e la batteria di Larry Mullen. Proprio la batteria è anche'essa elemento fondamentale nella realizzazione degli intenti del disco: suona metallica e industriale non solo in "Out of Control", ma anche nella furia dell'altro singolo "Stories for Boys", una canzone del tutto riuscita e forse sottovalutata dagli stessi U2 nel corso degli anni. Cosa non accaduta a "The Electric Co.", dominata dal delay della chitarra, divenuta un classico cavallo di battaglia durante gli spettacoli della band irlandese.
Boy è senza dubbio il disco più spontaneo ed espressivo di uno dei fenomeni più grandi che il rock abbia conosciuto e conoscerà. Se la maturità porterà un impatto sociale ed una perizia nei rispettivi strumenti certamente maggiori, nonché una duttilità negli anni pressochè seconda a nessun'altra band, il perfetto esito di questo album d'esordio è destinato a rimanere uno dei vertici assoluti di Bono e soci, nonché - e qui sta la verità ingombrante - uno dei migliori album dell'era post punk e dark wave. Un disco costruito, più che da veri e propri giovani prodigi, da quattro predestinati.
Copertina Il bambino sulla copertina è Peter Rowan, fratello di Guggi, amico di Bono. Peter è anche presente sulle copertine di Three (1979), War (1983), The Best of 1980-1990 (1998) e Early Demos. La copertina è stata progettata da Steve Averill, che ha curato quasi tutte le successive copertine degli U2. La copertina consiste nella foto (dalle spalle in su) di un bambino sui 6 anni, a torso nudo e con le mani alzate dietro alla testa, gli occhi aperti ed un'espressione neutra (la copertina di War - "guerra" - lo mostrerà nella stessa posizione ma con espressione accigliata e bocca ferita); la foto è in bianco e nero, trattata in modo da avvicinarsi a un disegno, discostandosi da una foto particolareggiata. Tale immagine è stata cambiata per gli Stati Uniti, per ovviare alle assurde accuse di pedo-pornografia e i conseguenti danni d'immagine. Negli USA e in Canada sulla copertina ci sono i volti dei quattro membri della band. (Wikipedia - panopticonmag.com)
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