ECUADOR

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  1. gheagabry
     
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    Pailon del Diablo Waterfall, Ecuador
    photo via michele



    by http://bluepueblo.tumblr.com/
     
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  2. tomiva57
     
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    ecuador

    Ecuador




    L'Ecuador (pronuncia italiana /ekwaˈdɔr/, spagnola [ekwaˈðoɾ]; nome completo: Repubblica dell'Ecuador, in italiano desueto Equatore, e talvolta anche Equador, anche se errato) è una repubblica presidenziale del Sudamerica con un'estensione territoriale di 283.560 km² ed una popolazione di 15.444.637 abitanti.


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    Situato nella parte nord-occidentale del Sudamerica confina a nord con la Colombia, ad est e a sud con il Perù e ad ovest si affaccia sull'Oceano Pacifico; inoltre il paese possiede la caratteristica di essere attraversato dall'equatore, da cui prende il nome. La capitale è Quito, che è stata dichiarata Patrimonio dell'umanità nel 1970 per avere il centro storico meglio conservato e meno alterato dell'America Latina. La città più popolosa è Guayaquil, mentre Cuenca, la terza città più popolosa, è anch'essa Patrimonio dell'umanità, per essere un ottimo esempio di città pianificata in stile coloniale spagnolo. Fa parte dell'Ecuador anche l'arcipelago delle Isole Galápagos, situato a circa 1.000 km dalla costa e particolarmente ricco di specie endemiche, che nel XIX secolo furono profondo oggetto di studio del naturalista britannico Charles Darwin, che stava elaborando la teoria dell'evoluzione, descritta poi nel celebre libro L'origine delle specie.

    L'Ecuador, indipendente dal 1830, è una repubblica dal 1832, dopo essere stata colonia spagnola per lungo tempo e dopo aver fatto parte, per alcuni anni, della Grande Colombia, uno stato che comprendeva anche Colombia Venezuela e Panama e fondato da Simón Bolívar, il liberatore delle americhe (Libertador) dal dominio spagnolo.

    La lingua ufficiale e interculturale del Paese è lo spagnolo, anche se la costituzione del 2010 riconosce ufficialmente anche lingue amerinde come il quechua, lo shuar, lo tsafiki e altre, che vengono usate all'interno dei gruppi indigeni. Tra questi il più parlato è il quechua, più propriamente kichwa in Ecuador, diffuso soprattutto nell'area andina.


    Il nome Ecuador è una semplificazione del suo nome ufficiale: Repubblica dell'Ecuador. Questo nome fu scelto qualche mese dopo della separazione dalla Grande Colombia, il 14 agosto 1830 a Riobamba, dove si riunì la prima assemblea costituente convocata dal venezuelano generale Juan José Flores, allora capo del territorio, e che divenne di fatto il primo presidente della Repubblica dell'Ecuador. Il nome si riferisce alla linea equatoriale che passa molto vicino alla città di Quito e attraversa il paese da est a ovest. Il primo riferimento del paese in relazione all'equatore terrestre è registrato in Noticias Secretas de América, un resoconto del viaggio in quelle terre di Antonio de Ulloa e Jorge Juan, dove vengono menzionate le terre dell'Ecuador di competenza della Real Audiencia de Quito. Nel XIX secolo il naturalista tedesco Alexander von Humboldt iniziò a citare anch'egli la parola Ecuador riferendosi a quei territori. Più tardi, dopo la famosa Battaglia di Pichincha, le pressioni regionaliste dei rappresentanti di Guayaquil e Cuenca alla Prima Costituente fecero sì che il nome República de Quito fosse scartato, nonostante durante tutto il periodo della colonizzazione spagnola la regione fosse conosciuta come Quito

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    Le prime tracce di presenza umana sul territorio risalgono a circa 11.000 anni fa e si riferiscono a piccoli gruppi di cacciatori e raccoglitori, comuni a gran parte del Sudamerica, dei quali sono stati ritrovati manufatti in basalto, selce e ossidiana ricavati dai depositi lavici di Yanaurco-Quiscatola e Mullumica nell'attuale provincia di Pichincha. In epoche poco più recenti (tardo pleistocene e olocene) sono stati individuati insediamenti di gruppi di cacciatori e raccoglitori nelle piane costiere del Pacifico, la cosiddetta cultura di Las Vegas, di cui si sono ritrovati resti sulla costa e sulla penisola di Santa Elena e dalla quale più tardi (tra il 3500 a.C. e il 1800 a.C.) originò la cultura di Valdivia. In epoca ancora più tarda (tra il 1900 ed il 1500 a.C.) comparve la cultura Machalilla, forse derivata dalla cultura di Valdivia, ma che rispetto ad essa mostrava segni di avanzata lavorazione della ceramica.


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    Il sito archeologico Inca di Ingapirca, localizzato nel cantone di Cañar.

    La cultura Manteña (da Manta) occupava invece le zone costiere tra l'800 e il 1500 ed era dedita in particolar modo alla pesca. Essi furono i primi indigeni a incontrare gli europei che furono stupiti dalla loro abilità di navigare con barche a vela adatte al trasporto di pesanti carichi. Scomparvero in silenzio, vittime del collasso del loro sistema organizzativo e delle epidemie portate dagli spagnoli.

    I Cañari invece vissero nella sierra dell'Ecuador centro-meridionale a partire dal 500. Quando l'Impero inca arrivò in Ecuador, attorno al 1460, rifiutarono la sottomissione, e dopo una cruenta battaglia furono massacrati dall'esercito di Túpac Yupanqui. Emigrati verso il nord dell'impero, tornarono all'arrivo degli spagnoli per allearsi con loro contro gli Incas, che sconfissero nella Battaglia di Sacsayhuamán, nel 1536.



    Era Inca

    L'espansione Inca verso nord di Túpac Yupanqui fu principalmente diretta verso la zona andina, mentre con i popoli delle zone costiere essi si limitarono per lo più a transazioni commerciali con i gruppi residenti. L'Amazzonia ecuadoriana non fu conquistata invece perché ritenuta sacra da tutti i popoli andini, che entravano in quella zona solo per medicinali naturali introvabili al di fuori di essa, oppure, come sostengono alcuni studiosi, perché essi pensavano che all'interno dell'Amazzonia esistesse la Terra promessa, per cui l'accesso ingiustificato non era consentito. Le conquiste furono ottenute non solo con la guerra, come quella lunga e cruenta con i Cañari, ma spesso erano ottenute con alleanze commerciali e matrimoniali. In terra ecuadoriana, gli Inca rifondarono la città di Tumibamba (l'attuale Cuenca), che elessero a centro amministrativo del nord del loro impero e dove nacque Huayna Cápac, figlio di Túpac Yupanqui e successore al trono del padre.

    Nonostante il regime Inca fosse piuttosto autoritario e repressivo, essi portarono diversi benefici, costruendo reti viarie, sviluppando agricoltura, allevamento e commercio. Alla morte di Huayna Capac l'impero fu diviso tra i suoi due figli: mentre Atahualpa, il primogenito, ricevette la parte settentrionale, con capitale Quito, il fratello Huáscar ricevette quella meridionale mantenendo l'originale capitale Cuzco. Nel 1530 Atahualpa sconfisse Huascar riunificando l'impero, tuttavia, i conquistadores spagnoli erano ormai alle porte.

    Colonizzazione spagnola


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    Basílica del voto nacional Quito

    Nel 1526 arrivarono i conquistadores spagnoli, guidati da Francisco Pizarro, diretti inizialmente a Cuzco. Al loro arrivo gli spagnoli trovarono una società dilaniata dalla guerra civile. L'anno seguente, mentre Atahualpa cercava di ripristinare l'unità dello stato, gli spagnoli animati da intenti di conquista, si stabilirono in un forte a Cajamarca. Qui il 16 novembre 1532 avvenne l'incontro con l'imperatore Inca, nella Battaglia di Cajamarca, dove gli spagnoli presero di sorpresa gli Inca disarmati: Atahualpa venne catturato e minacciato di morte, ma si salvò momentaneamente promettendo di riempire d'oro gli spagnoli in cambio della vita. Successivamente gli spagnoli uccisero ugualmente Atahualpa, fuggirono dal forte cannoneggiando gli assedianti che li avevano circondati.

    Dalle parti di Quito intanto giungeva il capitano Sebastián de Belalcázar, guidato e aiutato dai cañari, nemici di Atahualpa, intraprese la conquista del nord dell'impero Inca, nelle terre ecuadoriane. A Quito il condottiero Rumiñahui aveva preso potere, saputa della morte di Atahualpa, e nascosto l'oro che i parenti dell'ex imperatore dovevano mandargli per salvargli la vita. Prima di lasciare Quito in mano agli spagnoli e dopo cruente battaglie, Rumiñahui incendiò la città, ma fu catturato e imprigionato. Gli spagnoli erano giunti a Quito con l'intenzione di cercare il tesoro di Atahualpa, e non trovandolo, torturano Rumiñahui e, nel 1535, lo uccisero assieme ai suoi compagni di battaglia.

    Più complessa la fondazione di Guayaquil; sono citate almeno quattro fondazioni di quella città, anche se quella ritenuta ufficiale è del 1538 avvenuta da parte di Francisco de Orellana. Ambato fu occupata dagli spagnoli tra il 1534 e il 1536, mentre Loja e Cuenca furono fondate qualche anno più tardi, rispettivamente nel 1548 e 1557. L'ultima città importante fondata dagli spagnoli fu Ibarra, nel 1606.

    La popolazione ai quei tempi nel territorio dell'Ecuador era di circa 300-350.000 abitanti; negli anni seguenti i colonizzatori divennero la nuova élite dominante, mentre la popolazione indigena era già stata decimata nei primi decenni di dominio spagnolo, anche a causa delle malattie virulente portate dagli stessi spagnoli. Nel 1563 Quito divenne sede di un distretto amministrativo spagnolo incluso dapprima nel Vicereame del Perù ed in seguito in quello di Nuova Granada.

    Durante il dominio spagnolo, Guayaquil fu più volte attaccata dai pirati; prima Thomas Cavendish, nel 1586, poi il francese Jacques L'Hermite nel 1624, quindi ancora gli inglesi con William Dampier nel 1684 e George d'Hout nel 1687, quando anche i francesi Picard y Groniet assaltarono la città. Quest'ultimo assalto lasciò la città semidistrutta e saccheggiata, i pirati presero delle donne come concubine, e Quito dovette negoziare coi pirati perché questi non la incendiassero. Un altro assalto di pirati alla città avvenne nel 1709 da parte di Woodes Rogers, che chiese un riscatto ma se ne andò anticipatamente nel momento che in città si diffuse la peste.

    Indipendenza


    I primi tentativi di ottenere l'indipendenza dalla Spagna iniziano nel 1809; prima in marzo una cospirazione fu scoperta dalle autorità spagnole che imprigionarono i ribelli, poi rilasciati perché giurarono fedeltà a Ferdinando VII. Il 10 agosto, data conosciuta con il nome di "el primer grito de la independencia", scoppia la ribellione a Quito, dove i rivoluzionari guidati da Juan de Salinas instaurano una Giunta suprema provvisoria. Tuttavia, qualche mese più tardi, in novembre, le truppe comandandate dal colonnello Arredondo sedarono la rivolta e l'anno successo i ribelli furono condannati e giustiziati.

    Nel 1820 Esmeraldas dichiara l'indipendenza e a Guayaquil un gruppo di civili aiutati da truppe peruviane hanno facilmente la meglio sulle autorità spagnole, e José Joaquín de Olmedo viene proclamato Capo della città. Anche Cuenca, un mese più tardi, si dichiara indipendente, così come altre città, tuttavia Quito resta ancora in mani spagnole.

    L'Ecuador dichiara la sua indipendenza il 24 maggio 1822, grazie alla vittoria ottenuta contro la Spagna nella battaglia di Pichincha al comando del Maresciallo Sucre, uno dei luogotenenti di Simón Bolívar. Successivamente Guayaquil e Cuenca si uniscono agli attuali Colombia, Panamá e Venezuela per formare la confederazione della Grande Colombia con il nome di Distretto del sud.

    Nel 1830 il paese si separa dalla confederazione proclamandosi autonomo, con il nome di Ecuador.

    Il generale conservatore Juan José Flores, primo presidente dello stato, si trovò ad affrontare l'opposizione frontale dei liberali, e nel 1883 la tensione culminò in una guerra civile, che vide contrapposti i conservatori di Quito ai liberali di Guayaquil.

    Questo fu il primo di una serie di conflitti che portarono all'alternarsi di vari presidenti liberali e conservatori: Gabriel García Moreno (conservatore) che firmò un concordato con la Santa Sede fu assassinato il 6 agosto 1875, durante il suo secondo mandato per mano dei sicari della Massoneria, ed Eloy Alfaro che, al contrario, durante il suo secondo periodo di governo (1907-1911) fece promulgare una nuova e più liberale Costituzione che stabiliva, tra l'altro, una decisa separazione fra Stato e Chiesa, improntando il Paese a una laicità che, mantenuta nelle successive costituzioni del 1945, 1967 e 1978, è tuttora vigente.

    Storia contemporanea

    Nel 1941, durante la seconda guerra mondiale, il Perù invade la provincia di El Oro e si innesca la Guerra ecuadoriano-peruviana che durerà più di un anno. Causa del conflitto fu la scoperta di giacimenti petroliferi nella zona di confine; i peruviani, militarmente più numerosi conquistarono parte del territorio ecuadoriano e la pace apparente venne fatta solo col Protocollo di Rio de Janerio del 1942. Tuttavia, nessun politico ecuadoriano firmò mai il trattato ritenendolo illegittimo e l'Ecuador continuerà a riportare due confini nelle proprie mappe: uno precedente e uno posteriore al Trattato di Rio.

    Negli anni sessanta inizia un periodo di caos e iniziarono i Colpi di Stato militari; nel 1963 il presidente Monroy fu deposto da una giunta militare; tornato Velasco Ibarra (più volte presidente dell'Ecuador in precedenza) al potere nel 1968 tramite regolari elezioni, nel 1972 fu egli stesso deposto da un colpo di stato del generale Guillermo Rodríguez Lara, che instaurò un regime di dittatura, poi continuato fino al 1979, quando venne eletto presidente Jaime Roldós Aguilera, che riportò nel paese un sistema democratico.


    Nel 1981 Ecuador e Perù riaprirono una disputa ormai secolare per alcune zone di confine che entrambi i paesi rivendicavano, ci fu il rischio di una guerra aperta poi scongiurata dall'intervento della OEA. Il presidente ecuatoriano all'epoca era appunto Jaime Roldós che, poco tempo dopo della crisi con il Perù, morì per una misteriosa esplosione dell'aereo sul quale viaggiava. Gli succedette, dopo un periodo di potere del vice presidente del governo Roldós, León Febres Cordero, che attuò una politica repressiva e austera creando il malcontento nella popolazione, così che, nel 1988, le elezioni furono vinte dal socialdemocratico Rodrigo Borja Cevallos. Durante la sua presidenza il movimento indigeno ottenne la distribuzione di 1 milione e 700.000 ha di terreno alle popolazioni autoctone, Borja incentivò anche l'alfabetizzazione e l'educazione bilingue.

    Nel 1992, sotto la presidenza del conservatore Sixto Durán Ballén l'Ecuador si distacca dall'OPEC, l'organizzazione che regola la produzione di petrolio tra i paesi membri, per decidere in modo autonomo la produzione, che è stata notevolmente aumentata.

    Nel 1995 ci fu l'ennesimo conflitto con il Perù, conosciuto come Guerra del Cenepa conclusosi con l'Atto di Brasilia, firmato dal presidente peruviano Alberto Fujimori e dal suo collega ecuadoriano Jamil Mahuad il 24 ottobre 1998, e nel quale l'Ecuador rinunciava alle zone di Tumbes, Jaén e Maynas, in cambio dell'accesso all'Amazzonia, al diritto di navigazione, a due zone franche e a due parchi naturali nella zona del conflitto.

    All'inizio del 2000, la grave crisi che stava attanagliando il paese dovuta al fallimento del sistema finanziario ecuatoriano sotto la presidenza di Jamil Mahuad, complici la caduta del prezzo del petrolio e il vincolo che il governo stesso aveva con banche corrotte, portarono alla dollarizzazione, e alla scomparsa del Sucre ecuadoriano.

    Nel 2007, l'Ecuador è stato il primo Paese della regione a formare un proprio programma spaziale senza l'aiuto delle potenze straniere (Agenzia Spaziale Civile Ecuadoriana).


    La rivolta dei poliziotti del 30 settembre 2010


    Il 30 settembre 2010 migliaia di poliziotti occuparono caserme e luoghi pubblici, dando luogo ad una violenta protesta contro i tagli agli stipendi e ai benefit stabiliti dal presidente Rafael Correa nell'ambito di una riforma economica e fiscale. Il governo dichiarò lo stato d'emergenza per una settimana, l'aeroporto di Quito venne chiuso, e i trasporti pubblici bloccati

    Correa riferì di essere rimasto intossicato dai gas lacrimogeni lanciati da poliziotti in rivolta durante una riunione in cui arringava i propri sostenitori, e fu costretto al ricovero in ospedale.

    L'ospedale fu assediato dai poliziotti ribelli, ma il 1º ottobre 2010, Correa fu posto in salvo grazie ad una incursione delle truppe speciali fedeli al presidente, che nel frattempo aveva ricevuto il sostegno del capo di stato maggiore dell'esercito, Ernesto González. Un conteggio delle vittime fu di 8 morti e 274 feriti. Correa accusò i suoi avversari politici di aver fomentato la rivolta, e di aver tentato di innescare un vero e proprio golpe: Per diversi commentatori invece fu solo una rivolta grossolanamente organizzata, senza una vera e propria direzione politica. La rivolta fu unanimemente condannata, anche all'estero, come fatto destabilizzante; alla fine il capo della polizia si dimise, e la protesta rientrò.


    La costa

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    Una delle spiagge nella provincia di Esmeraldas (costa)

    La costa comprende l'area costiera costituita dalla zona litoranea situata nella parte occidentale del paese e caratterizzata da una fascia di pianure costiere di origine alluvionale seguita, inoltrandosi nell'interno, dalla catena montuosa della Cordillera Costanera (max. 800 m s.l.m.). Un tempo la Cordillera era ricoperta di foreste, mentre ora è sfruttata con vaste piantagioni di banane, palme, cacao e caffè, che si estendono fino ai piedi delle Ande, che, più a sud prende il nome di Cordillera Chongón-Colonche. La folta vegetazione di mangrovie che un tempo caratterizzava la costa è stata in parte eliminata per far spazio ad allevamenti di crostacei in acquacoltura.
    Nella parte settentrionale della costa si trovano i porti di Esmeraldas, terminale di un oleodotto utilizzato per l'esportazione di petrolio, mentre il porto di Manta era usato dalla United States Air Force come base di appoggio nella lotta al traffico di narcotici.
    La parte meridionale della costa e la penisola di Santa Elena a occidente di Guayaquil, città più popolosa e principale porto dello stato, appartengono geograficamente alla zona desertica che si estende verso il Perù, mentre il clima in questa zona è notevolmente più arido rispetto alla regione costiera settentrionale.


    La Sierra

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    Vicugna vicugna, nel vulcano più alto del mondo (dal centro del pianeta) Chimborazo (la sierra)


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    Il vulcano Cotopaxi (la sierra)

    La parte centrale del paese è attraversata da nord a sud dalla Cordigliera delle Ande; questo territorio montagnoso, costituito da numerosi altopiani, è chiamato la Sierra. È costituita da due catene parallele: la Cordigliera Centrale (chiamata anche Cordillera Real) e la Cordigliera Occidentale, separate da un'ampia vallata la cui altezza media supera i 2000 m s.l.m. e nella quale si trovano le principali città dell'area, tra cui Quito, capitale del paese, situata a circa 2.800 m s.l.m. su di un vasto altopiano collocato ai piedi del vulcano Guagua Pichincha.
    Le vette situate nella parte settentrionale della Sierra sono costituite per lo più da vulcani ancora attivi. In quest'area si trova uno dei più alti vulcani attivo del mondo, il Cotopaxi (5.897 m s.l.m. ). La cima più elevata è il monte Chimborazo (6.130 m s.l.m.), un vulcano estinto. Nella stessa area si trova anche il vulcano Cayambe, punto più elevato sul parallelo dell'Equatore. Numerosi sono anche i laghi vulcanici come ad esempio il lago Quilotoa.


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    lago Quilotoa


    L'Oriente


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    Parco nazionale di Cuyabeno (Oriente)

    È chiamata Oriente la zona costituita dalle pianure del bacino del Rio delle Amazzoni situate ed est delle Ande, in quest'estesa area (poco meno del 50% della superficie complessiva dello stato) vive poco meno del 5% della popolazione totale. L'area è ricoperta da un'impenetrabile foresta pluviale. I numerosi fiumi che attraversano questa zona sono tutti affluenti del Rio delle Amazzoni : il Rio Napo (850 km), il Rio Coca, il Rio Pastaza, il fiume Putumayo e l'Aguarico. La maggior parte di questi nascono in una regione andina molto umida, situata ai piedi del Cotopaxi.


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    Isole Galápagos, Isla Bartolomé

    Questa regione ospita anche gran parte dei campi petroliferi, soprattutto nell'area del Lago Agrio.


    Regione insulare

    La regione insulare è la zona che comprende le isole Galápagos situate nell'Oceano Pacifico a circa 1000 km dalla terraferma. Il nome ufficiale dell'arcipelago è Archipélago de Colón, la cui superficie totale è di circa 8000 km², oltre metà dei quali occupati dall'isola principale, Isabela. Le isole hanno origine vulcanica, e, dato il loro isolamento naturale, sono interessate da importanti endemismi botanici e faunistici, già segnalati da Charles Darwin, nella famosa spedizione dell'HMS Beagle. La constatazione delle diversità morfologiche enfatizzate delle isole (soprattutto di tartarughe ed uccelli terrestri) portarono alla elaborazione da parte di Darwin della rivoluzionaria teoria della evoluzione delle Specie.


    Quasi tutti i fiumi dell'Ecuador sorgono nella Cordigliera Andina e scendono o verso l'oceano Pacifico, a ovest, o verso il Rio delle Amazzoni, verso est. Nella regione più esterna della costa i fiumi più piccoli sono alimentati dalle piogge che vanno da novembre a maggio, e possono restare in secca nella stagione secca. Fanno eccezione i più lunghi, che nascendo in alta montagna sono alimentati sia dal disgelo delle nevi sulle cime più alte della cordigliera che dalle piogge che cadono nella sierra. La costa più interna invece è attraversata da fiumi perenni, e le abbondanti piogge della stagione invernale portano spesso inondazioni che talvolta possono portare alla formazione di paludi. Il sistema fluviale principale del versante pacifico è quello corrispondente al bacino del fiume Guayas che comprende un'area pari a 40.000 km².

    Nel versante orientale, verso il Rio delle Amazzoni, i fiumi più importanti sono il Rio Napo, il Putumayo e il Pastaza.


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    Guayaquil


    Le due principali aree metropolitane dell'Ecuador sono Guayaquil e la capitale Quito.


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    Quito

    Altre città: Cuenca, Santo Domingo, Machala, Duràn, Portoviejo,Manta, Loja, Ambato, Esmeraldas, Quevedo, Riobamba, Milagro, Ibarra, La Libertad, Babahoyo, Sangolqui, Daule, Latacunga.



    Flora e fauna


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    Fenicottero rosso nelle Galapagos Phoenicopterus ruber

    L'Ecuador è sede di una notevole biodiversità, e fa parte dei 17 paesi cosiddetti megadiversi ed ha la più alta concentrazione di biodiversità per km2. Infatti il bioma della foresta pluviale e della foresta tropicale si estende su gran parte del suo territorio, mentre a ovest, vicino alla costa, è presente la foresta di mangrovie, e, della provincia di Esmeraldas, in una zona chiamata Majagual, si trovano le mangrovie più alte del mondo. Le isole Galápagos hanno una grande varietà di specie endemiche, un tempo oggetto di studio del celebre naturalista inglese Charles Darwin, studio che gli ha permesso di sviluppare la nota teoria dell'evoluzione. Le isole sono diventate famose in tutto il mondo grazie alle originali caratteristiche della sua fauna, in particolare le tartarughe. Nel 1978 l'UNESCO dichiarò le isole e la riserva marina come patrimonio dell'umanità, e nel 1986, il mare che circonda le isole è stato dichiarato riserva marina. Tuttavia, una ventina d'anni dopo, nel 2007, la stessa Unesco inserì l'ecosistema in pericolo a causa di fattori come la proliferazione di specie invasive e per l'aumento indiscriminato del turismo e dell'immigrazione. Nel 2010 comunque, la stessa Unesco ha tolto dalla lista dei siti in pericolo le isole dopo che l'Ecuador ha mostrato un maggior impegno nel far fronte ai problemi che compromettevano l'integrità delle Galapagos



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    Riserve naturali


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    Il Parco Nazionale Yasuni, che in lingua Yasuni, significa "terra santa", si estende su un'area di 9.820 km ed è compreso tra le province di Pastaza, Napo e Orellana, tra il fiume Napo e il fiume Curaray. Il parco è prevalentemente boschivo ed è anch'esso considerato dall'UNESCO nel 1989 Riserva della Biosfera, e fa parte del territorio dove si trova il popolo Waorani e i gruppi Tagaeri e Taromenane ancora isolati dalla nostra civiltà. Secondo uno studio recente, il Parco Nazionale Yasuni e la zona circostante sono considerate le zone che possiedono la più vasta biodiversità del mondo, grazie alla sua ricchezza di anfibi, uccelli, mammiferi e piante. Questo parco ha più specie di animali per ettaro che di tutta Europa e, sempre in un solo ettaro, contiene 644 specie di alberi, cioè più di quelli presenti negli Stati Uniti e nel Canada messi assieme. Il sito è stato preso di mira dalle compagnie petrolifere per la gran quantità di petrolio che è stato stimato essere presente nel sottosuolo; questo e l'aumento del turismo nella zona del Parco hanno portato a tensioni con gli indigeni nativi del luogo, in particolar modo con i Waorani, sfociati in violenze nel 2013 e che hanno portato gli stessi Waorani a chiedere a gran voce l'intervento delle autorità per la loro protezione e per quella dei loro "fratelli" Taromenane, tuttora mai contattati dalla civiltà.


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    Altre aree protette di particolare interesse sono il Parco nazionale di Sangay, Patrimonio dell'Umanità dal 1983, il Parco Nazionale El Cajas, il Parco Nazionale Podocarpus e il Parco Llanganates, situato nei pressi di Baños.


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    Chelonoidis nigra, Tartaruga sull'isola di Santa Cruz.


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    Ara ararauna

    L'ara gialloblu (Ara ararauna) è un uccello della famiglia degli Psittacidi.
    Si tratta di un animale molto bello per forma e colori, longevo e molto robusto e soprattutto è l'ara che meglio di tutte si è prestata alla riproduzione in cattività: questa la ragione del suo grande successo presso allevatori e appassionati.

    È uno dei pappagalli di maggiore taglia, con i suoi 86–88 cm, grazie anche alla lunga coda. È anche noto per la sua longevità, può raggiungere infatti un'età di 80 anni.

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    Cotopaxi

    Cotopaxi è un vulcano delle Ande che si trova nell'Ecuador.

    Raggiunge un'altitudine di 5.872 m s.l.m. e si trova a 50 km sud-est della capitale Quito. È il secondo più alto vulcano dell'Ecuador dopo il Chimborazo (6.310 m) e il terzo più alto vulcano del mondo tuttora in attività, dopo il Sabancaya (5.985 m, Perù) e l'Ojos del Salado (6.893 m, Cile)

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    Si tratta di uno stratovulcano ed ha la forma di un cono perfetto di più di 3000 m di altezza misurati dalla sua base. Il cratere alla sommità misura circa 700 m di diametro e la base del cono è larga circa 23 km.

    Il suo nome significa "Collo della Luna" nella locale lingua quechua e la luna sembra in effetti posarsi sopra il cono del vulcano, dando l'impressione che il Cotopaxi sia il suo collo.

    Si contano più di 50 eruzioni del vulcano a partire dal 1738 ed è circondato da numerose vallate costituite dalle possenti lahar ("colate di fango"). Le eruzioni costituiscono tuttora un rischio per la popolazione locale, i loro insediamenti e i loro campi; la città di Latacunga è stata distrutta almeno due volte nel corso della sua storia. Le maggiori eruzioni in tempi storici sono avvenute nel 1744, nel 1768 e in particolare nel 1877, quando flussi piroclastici scesero da tutti i lati del vulcano e con lahars che giunsero ad oltre 100 km di distanza, fino all'oceano Pacifico e alla parte occidentale del bacino del Rio delle Amazzoni. Un'altra notevole eruzione ebbe luogo tra il 1903 e il 1904 e forse attività minori nel 1942. L'attività più recente riguarda un aumento delle emissioni di vapore, che ha comportato il fondersi del manto nevoso in alcuni punti, e piccoli terremoti nel 1975 e nel 1976.

    Il vulcano è stato rappresentato nel 1855 e nel 1862 in dipinti di Frederic Edwin Church.

    La prima ascensione del vulcano si deve all'esploratore e vulcanologo tedesco Wilhelm Reiß il 28 novembre del 1872. Nel 2006 un'equipe di 8 ragazzi (ridotti a 4 lungo la scalata) tra i 12 e 15 anni, nell'ambito della trasmissione Serious Andes della BBC, è diventata la più giovane al mondo ad aver completato una simile scalata. All'interno della stessa spedizione una ragazza scozzese di 13 anni, Caitlin, è diventata la più giovane europea a raggiungere una tale altezza (nonché la seconda al mondo).

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    Dal nome del vulcano deriva anche quello di una delle province dell'Ecuador, con capoluogo Latacunga, situata immediatamente a sud della provincia di Pichincha, dove si trova la capitale Quito.



    fonte&foto wikipedia.org
    foto: travelandtourworld.com
    - ecuadorliving.com
    - daytoursworld.com
    - orientamenti.it/
    - .nationalgeographic.com
    - meteoweb.eu
    - .in-sieme.it
    - ecuador-wonders.com
    - mashipura.com

     
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