COMO

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  1. gheagabry
     
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    "Como, nascosta a ridosso del suo lago, rimane invisibile nella cavità chiusa tra il monte di Brunate e il colle del Baradello, segnalata soltanto da quella torre che s'innalza con suo severo annuncio di una fiera difesa. Città di nobile sorte nativa, di ripetuta e rinnovata fondazione romana, la più settentrionale tra le più importanti città romane al di là del Po, estremo avamposto della civiltà mediterranea alla soglia montuosa di un'altra Europa."


    C O M O


    Como è situata sull'estremità meridionale del ramo occidentale del Lago di Como, in una piccola conca circondata da boscose colline moreniche. Confina direttamente con la Svizzera e dista circa 40 k.m. da Milano. Como è famosa per essere destinazione turistica tra le più amate del nord Italia, grazie al contesto geografico idilliaco della sponda sud-occidentale del Lago di Como ed i pendii dei colli Baradello e San Fermo che in lontananza si fondono con i rilievi prealpini del monte Brunate. La città si posiziona ad un'altitudine di 201 metri sopra il livello del mare, con un'estensione di 73 kmq, ed è circondata da ville e giardini e folte aree boschive.

    Le emozioni diventano forti davanti ad un panorama che non lascia indifferenti, un luogo che ha inspirato compositori come Verdi, poeti come Lord Byron, scrittori come Stendhal. Città vescovile, con radicale e ferma intenzione di libertà repubblicana, pronta all'estrema resistenza e anche ad audaci sortite di lotta.
    Traccia di tale "epopea vescovile" sono i resti del Palazzo del Vescovado, uno dei più insigni esempi di architettura civica in stile romanico. Città comunale con sagace articolazione statutaria, ma anche con forte consapevolezza associativa della sua popolazione, raccolta in quartieri, e in contrade, con aperta proiezione verso le terre dei dintorni, di là delle quattro porte delle mura (distinte dai segni del bue, dell'orso, dell'aquila e del leone). Como fu anche città di mercanti: città non solo di traffici (per terra lungo la famosa Via Regina e per via d'acqua), ma anche di fortune accortamente investite in attività, prima fra tutte quella della seta e fino a non molti anni fa fu la capitale, tanto da essere insignita quale "città della seta". Nel cuore di Como la fortuna storica della città mercantile fa corpo in quell'inscindibile binomio architettonico del Duomo (la cui realizzazione iniziò nel 1396) e del Broletto (1215), accomunati da una stessa storia costruttiva.Conserva al suo interno un monumentale altare ligneo del XVI° secolo dedicato a S. Abbondio. Nella sua nobile e ben ritmata magnificenza monumentale, il Duomo sta lì, tra sobrie e belle case, con i muri orditi in travi lignee e mattoni oblunghi che gli facevano corte attorno, a costituire un tesoro civico murato nel marmo, come fosse inciso nel diamente. Di grande rilievo è la decorazione scultorea della facciata, opera prevalentemente della bottega di Giovanni Rodari e dei suoi figli, probabili autori delle statue dei due Plinii, il Vecchio e il Giovane, entrambi emblemi di una delle più illustri dinastie familiari di cultori di scienza di tutta l'antichità. Della città medievale resta la torre principale del Castello Baradello, che domina tutto il territorio dell'altura di Camerlata. Dalla Porta Torre del 1192, antica porta di ingresso della città, si intravedevano Torre Gattoni e Torre Vitali, da quest'ultima origina una strada che porta al Museo Archeologico Giovio, dove si conservano i reperti dell'età del bronzo e del ferro. (dal web)


    Piazza Duomo e la sua maestosa Cattedrale di Santa Maria Assunta, comunemente indicata come l'ultima cattedrale gotica costruita in Italia: venne iniziata nel 1396 e terminata nel 1770 con l'aggiunta della cupola in stile roccoco disegnata dall'architetto Filippo Juvarra. Gli stili sono pertanto vari, dal gotico (la facciata) al tipico stile del Rinascimento (absidi esterne), seguito da quelli in voga negli ultimi anni della sua costruzione. L'adiacente Palazzo del Broletto serviva da antica sede comunale durante il Medioevo (1215). Inizialmente realizzato in stile gotico, è arrivato all'era presente con un aggraziato mix di elementi romanici e rinascimentali. Di particolare attrattiva è la facciata dell'edificio costruita in marmo lombardo, così come anche la torre civica, edificata secondo la tecnica del bugnato (tipico rivestimento murale del periodo rinascimentale). Duomo e Comune sono affiancati l'un l'altro a simboleggiare il saldo legame tra potere ecclesiastico e potere civile in città. Non lontano si trova la Piazza Verdi, con i monumenti che ricordano varie epoche storiche come le mura medievali, il Teatro neoclassico e la ex Casa del Fascio, progettata da Giuseppe Terragni negli anni trenta del secolo scorso e d'interesse nell'ambito dell'architettura contemporanea. La Basilica di San Fedele sorge sulla piazza San Fedele, vero cuore e punto di riferimento della città sin dal Medioevo. Era qui che infatti aveva luogo un tempo il mercato del Grano. La chiesa, in stile romanico ed edificata su un un antico edificio paleocristiano, sorse come meta di pellegrinaggio da quando nel X secolo vi furono traslate le spoglia di San Fedele, un ufficiale romano convertitosi al cristianesimo e conosciuto come uno dei protomartiri comensi durante la persecuzione di Diocleziano nel IV secolo. Poco distante si noti anche la Porta Torre, antica entrata alla città medievale del 1192. Per vedere la chiesa più affascinante di Como è necessario avventurarsi nel quartiere a sud-ovest del centro dove, appena fuori dal Viale Roosevelt, si raggiunge l'affrescata Basilica di Sant'Abbondio, un capolavoro romanico del XI secolo, sorta sulle fondamento di un precedente edificio benedettino, nel cui interno sono infatti presenti dei grandi affreschi del Trecento di pittori anonimi.
    (informagiovani-italia.com)

    ...la storia...


    “Excurrit Larius a Meridie in Septentrionem , pronior tamen in Orientem”.
    Con questa nota di Paolo Giovio venne pubblicata nel 1559 a Venezia la prima planimetria del Lago di Como. Da sempre il Lario ha costituito un’importante snodo di comunicazione verso il Nord Europa , già in età imperiale i romani , cui si deve la fondazione di Como nel I secolo a.C., tenevano stanziata sulle rive del lago la loro quarta flotta. La storia di Como è tuttavia ben più antica. Radicali cambiamenti nella struttura delle società e nello stanziamento delle popolazioni autoctone , inizieranno con l’età del ferro. La popolazione comasca preromana venne investita solo in parte dall’invasione celtica , la quale raggiunse al massimo l’attuale Appiano Gentile. Tuttavia gli effetti di tale invasione si fecero sentire su tutta la zona , cambiando in particolare la distribuzione demografica del territorio. Per il contraccolpo generato dagli spostamenti di massa , nuclei di popolazioni si trasferirono dai laghi brianzoli alle più difendibili colline situate tra San fermo , Prestino e sopra Borgo Vico.
    Nasce in questo periodo la civiltà di Golasecca che avrà nella Como preromana uno dei centri di maggior importanza. I Romani arrestarono i Celti, occuparono i centri strategici lungo le vie di traffico e collocarono Como all'imbocco di grandi piste transmontane di straordinaria importanza politica, economica e militare. Il tutto entro un progetto di sistemazione territoriale che collegava i centri pedemontani alle valli prealpine. L'iscrizione: "de Comensibus et Insubribus triumphavit", se da un lato allude alla vittoria del console romano, testimonia anche che i Galli insubri pur unendosi alla popolazione residente, non l' avevano soppiantata. Insieme a Como caddero 28 castelli e l'intera zona fu posta da Roma sotto presidio militare permanente, ma solo con Cesare, Como fu definitivamente acquisita dai Romani e fino al definitivo assetto municipale realizzato da Roma, la città mutò la sua economia nomade in un'economia di tipo sedentario, dotata di stabili organizzazioni politico-amministrative e artigianali, basandosi sulla tipica struttura urbanistica romana a pianta quadrata.
    Alla ricostruzione della Novum Comum, voluta da Cesare al centro della convalle debitamente bonificata, seguì nel 77 a.C. l'insediamento di 5000 coloni, un decimo dei quali apparteneva alla nobiltà greca cui è presumibilmente riconducibile l'origine etimologica di località quali Lecco [Leucos], Corenno [Corinto], Lenno [Lemna], Nesso [Nasso], Dervio [Delfo].
    Como fu colonia dell'Impero dal 59 a.C.. A partire dalla dominazione cesarea e fino al II secolo d.C., la città registrò il suo primo sviluppo: nel 49 a.C. la Legge Rubria le concesse il diritto di cittadinanza ascrivendola alla tribù Ovfentina. Nel 42 a.C. decaduta la condizione giuridica di provincia, acquisì i privilegi del regime municipale, come la facoltà di eleggere una rappresentanza popolare. Il consolidarsi di un'economica fondata su attività artigianali e commerciali, indusse la città a definire un assetto urbanistico a struttura ortogonale, secondo la tipica configurazione pretoria, e a dotarsi di un foro, di un teatro, di un porto, di una cinta muraria e anche di terme, ville e templi. Oltre ai resti delle mura e a quelli della Porta Pretoria con le due torri ottagonali, Como conserva anche le fondamenta di un vasto e articolato complesso architettonico identificabile probabilmente con la biblioteca e le terme donate alla città da Plinio il Giovane.
    Nell’Alto Medioevo Como vive l'affermazione del Cristianesimo e le invasioni barbariche. Ad Attila seguirono i Goti, poi i Longobardi. La regina longobarda Teodolinda, di fede cristiana, favorì l’evangelizzazione del territorio e aprì la "via Regina" tra Como e Chiavenna. Nel 774 Como si arrese pacificamente ai Franchi, sotto il cui dominio proseguì la sua ripresa economica e divenne sede di fiere e mercati. Era cominciata l’età feudale.
    Dalla dominazione dei Franchi trasse profitto la Chiesa locale: l'Imperatore concesse a Vescovi ed Abati possedimenti e immunità e la stessa autorità del Vescovo andò estendendosi dalla città all'esterno. Con la morte dell'ultimo discendente di Carlo Magno (888) si apre un'epoca di scontri, finita solo con l'avvento degli Ottoni, i cui interessi vengono appoggiati a Como dall'energico Vescovo Waldone. La successiva età comunale si caratterizza per le continue lotte con Milano che, gelosa della prosperità di Como, iniziò una guerra decennale (1117-1127) che finì con la sconfitta dei Lariani e con la distruzione delle mura e di alcuni borghi cittadini. Poco dopo, Como si allea col Barbarossa, e combatte con lui i Comuni (primo fra tutti, Milano) che pretendevano l'autonomia dall'Impero. Nel 1158 il Barbarossa è a Como e Milano venne distrutta. Poi ci furono la battaglia di Legnano (1176), e la pace di Costanza (1183), con cui l'Imperatore riconosceva la libertà dei Comuni. Finalmente Como sigla la pace con Milano (1186).Come nelle altre città italiane, il Comune di Como fu messo in crisi dalle feroci lotte interne tra Guelfi e Ghibellini, che spesso trascendevano il significato politico, riflettendo invece i rancori, le passioni e gli interessi delle famiglie più potenti della città. A Como si fronteggiarono a lungo le fazioni dei Vitani e dei Rusca, finché la città – prostrata dalle lunghe contese – chiese a gran voce l’intervento dei Signori di Milano. Nel 1320 Azzone Visconti costituisce la Signoria a Como e qui si distingue per l'ostentato mecenatismo. Sotto il suo governo fu costruita la "Cittadella", poderoso baluardo inserito nel mezzo del tessuto urbano. Con Gian Galeazzo, fu iniziata la costruzione del Duomo.
    Nel Quattrocento Como, avverte la trasformazione culturale che precede il Rinascimento. Frutto concreto di tale nuova concezione è l'opera di Benedetto Giovio, nato a Como nel 1471. Scrisse l’Historia Patriae, cronaca delle vicende comasche dalle origini al Rinascimento. Il fratello Paolo, vescovo, raccolse in un museo più di 400 ritratti di uomini illustri: è una delle prime raccolte antiquarie della cultura italiana. Dopo una breve dominazione francese, Como per quasi due secoli (1535-1713) dovette sopportare la dominazione spagnola, contraddistinta da un'incessante e insostenibile pressione tributaria che portò la città al decadimento delle attività commerciali, artigianali e generalmente economiche. Morto senza eredi Carlo II, si aprì una lunga contesa per il possesso della Lombardia: alla fine, coi trattati di Utrecht (1713) e di Rastadt (1714), essa fu riconosciuta agli Austriaci. La dominazione austriaca – caratterizzata, in generale, da un governo conservatore ma illuminato – risollevò in pochi decenni la regione dallo stato di torpore e di regresso. I primi passi furono compiuti, a Como, da Carlo VI, che promosse l'industria tessile e l'artigianato del mobile, nonché un fisco più equo. Nel 1740 gli successe Maria Teresa che, per rendere unitari i criteri di tassazione, promosse la creazione del catasto. Con Giuseppe II, rifiorirono le scienze e le arti: le ricche famiglie di Como facevano a gara a costruire ville sfarzose in riva al lago, affidando i progetti ad architetti di grido. Leopoldo II proseguì la promozione della vita economica cittadina, regolando l'attività delle manifatture e dei mercati e alleggerendo i dazi.
    Durante la parentesi napoleonica fu realizzata la "Napoleona", strada di collegamento verso la direttrice Varese-Milano-Cantù, ed eretto il Teatro Sociale, piccolo gioiello neoclassico. Dopo la Restaurazione, ossia nella prima metà dell'Ottocento, Como non fu sorda ai fermenti rivoluzionari europei e italiani. La svolta del 1848 è indicativa: il 20 marzo, a due giorni dall'inizio delle eroiche "Cinque giornate di Milano", la popolazione comasca insorse e costrinse alla resa la guarnigione austriaca di stanza alla caserma di San Francesco. Con la sconfitta di Carlo Alberto, la situazione si normalizzò, nonostante i tentativi di destabilizzazione di Giuseppe Mazzini, presente in Svizzera. La II guerra d'Indipendenza (1859) vide Garibaldi vincere la battaglia di San Fermo ed entrare trionfalmente in Como liberata. Dopo secoli di dominazione straniera, Como faceva finalmente parte del nuovo Regno d'Italia.


    ...personaggi...



    Plinio il Vecchio (23-79 d.C.) Ufficiale di cavalleria, avvocato, consigliere dell’imperatore Vespasiano, ammiraglio. Autore della Naturalis Historia, un’opera monumentale in 37 libri, che rappresenta la raccolta più completa della conoscenza scientifica antica. Al tempo della celebre eruzione del Vesuvio del 79 d.C. (quella che distrusse Pompei) si trovava al comando della flotta del Miseno (Campania) e accorse con le sue navi in aiuto delle popolazioni in fuga. La curiosità scientifica e il senso del dovere gli furono fatali: si spinse troppo vicino al vulcano e morì soffocato dai fumi. Sulla facciata del Duomo di Como , in due splendide edicole, si possono ammirare le statue dei due Plinii, quale segno di riconoscenza della cittadinanza comasca.
    - Alessandro Volta (1747-1827). E’ sicuramente tra i comaschi più illustri, inventore della pila, scopritore del gas metano. In suo onore si chiama ‘volt’ l’unità di misura della tensione elettrica. A lui Como ha dedicato una via, una piazza con la sua statua, il liceo classico della città, un Centro di studi scientifici ed un museo, il Tempio Voltiano, in stile neoclassico, che conserva testimonianze delle sue invenzioni. Alessandro Volta è sepolto nel cimitero di Camnago. Albert Einstein un giorno disse: “la pila è la base fondamentale di tutte le invenzioni moderne”. La città di Como, i suoi dintorni e tutta la zona del lago conservano molte testimonianze e tracce della vita del grande scienziato, dalla chiesa dove fu battezzato (San Donnino) ai prototipi della pila e delle sue altre invenzioni (TempioVoltiano). Il Tempio Voltiano si trova a Como, nell’area dei giardini a lago. Brunate, dove Volta ha passato gli anni della sua infanzia, domina il lago da una collina alle spalle della città. Da qui una breve passeggiata permette inoltre di raggiungere la località di San Maurizio dove, nel 1927, centenario della morte del famoso scienziato, è stato costruito il Faro Voltiano.
    - Plinio il Giovane (61-113 d.C.) Nipote e figlio adottivo di Plinio il Vecchio, fu anch’egli avvocato e magistrato, oltre che scrittore. La sua opera principale è un corposo Epistolario in 10 libri, costituito per lo più da lettere private ad amici e letterati, che traccia un quadro molto ricco della vita del tempo e contiene anche pagine dedicate al lago e alle sue bellezze. Si dice che Plinio il Giovane possedesse ben due ville sul Lago di Como, una a Bellagio, alta sul promontorio, riservata allo studio e alla riflessione (probabilmente dove oggi troviamo Villa Serbelloni - Fondazione Rockefeller), l’altra a Lenno, in riva al lago, dedicata alle attività della caccia e della pesca (probabilmente l’attuale Villa del Balbianello). Fu governatore in Bitinia (l’attuale Turchia), dove probabilmente morì.
    - Paolo Giovio (1483-1552), vescovo, autore delle Historiae sui temporis in 45 libri, in cui trattò degli avvenimenti mondiali tra la discesa di Carlo VIII (1494) e la pace di Crepy (1554).
    - Benedetto Giovio (1471-1545), una vita dedicata agli studi di archeologia, linguistica e storia. Autore di una storia di Como dalle origini al 1532 (Historia Patria). Maestro di Tolomeo Gallio.
    - Cesare Cantù (1804-1895), fu amico di Alessandro Manzoni e di Cesare Balbo. Insegnante e deputato, fondò l’Archivio Storico Lombardo e fu il primo presidente della Società Storica Lombarda (1874), nonché autore di una Storia della città e della diocesi di Como (1829- 1831).
     
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