Hellas Verona Football Club Calcio

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    Hellas Verona Football Club Calcio


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    Mastini, Scaligeri, Butei

    Segni distintivi Uniformi di gara


    Casa Trasferta Terza divisa



    Colori sociali 20px-600px_Giallo_e_Blu_%28Strisce%29 giallo-blu

    Simboli Mastino della Scala

    Inno Stanno arrivando i gialloblu
    Sumbu Brothers
    Dati societari
    Città Verona

    Paese 20px-Flag_of_Italy.svg Italia

    Confederazione UEFA

    Federazione 20px-Flag_of_Italy.svg FIGC

    Campionato Serie A

    Fondazione 1903

    Rifondazione 1991

    Presidente 20px-Flag_of_Italy.svg Maurizio Setti

    Allenatore 20px-Flag_of_Italy.svg Andrea Mandorlini

    Stadio Marcantonio Bentegodi
    (39 211 posti)
    Sito web www.hellasverona.it

    Palmarès

    20px-Scudetto.svgScudetti 1
    Titoli nazionali
    3 Campionati di Serie B
    1 Campionati di Serie C

    L'Hellas Verona Football Club, noto comunemente come Hellas Verona o più semplicemente come Verona, è una società calcistica di Verona. È uno dei club italiani più antichi, essendo stato fondato nel 1903 come Hellas, ed è la prima squadra di calcio della città per seguito di tifosi. Attualmente milita in Serie A.
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    Da quando esiste il girone unico (1929), l'Hellas è stata l'unica squadra di città non capoluogo di regione ed una delle poche fuori dal calcio di vertice (insieme al Cagliari) a vincere un campionato di Serie A, nella stagione 1984-1985. Gli anni ottanta furono il periodo di maggiori soddisfazioni sportive per il club che, a parte il citato scudetto, arrivò tre volte alla finale di Coppa Italia (1975-1976, 1982-1983 e 1983-1984). Dal 1983 al 1988 il Verona disputò diverse partite nelle coppe europee, con una partecipazione alla Coppa dei Campioni e due alla Coppa UEFA.
    I gialloblù hanno partecipato a 24 campionati di Serie A (25 con il prossimo), a 51 di Serie B e a 6 di Lega Pro. Il club scaligero è inoltre la seconda squadra (alle spalle del Brescia) con più presenze nel campionato cadetto, torneo che si è aggiudicato per tre volte (1957, 1982 e 1999).
    Questi risultati, per una compagine di provincia, hanno dato vita ad un legame fortissimo fra la tifoseria veronese e la squadra scaligera.
    I colori della squadra, giallo e blu, riprendono quelli dello stemma di Verona (croce oro su sfondo blu). Soprannomi della squadra sono i Mastini e gli Scaligeri con riferimento a Mastino I della Signoria della Scala, che governò la città durante il tredicesimo e il quattordicesimo secolo e i Butei che significa "ragazzi" in dialetto veronese.
    Lo stemma araldico degli Scaligeri è rappresentato sulla tenuta di gioco e sul marchio societario come un'immagine stilizzata di due possenti mastini rivolti in direzioni opposte.

    Storia
    Gli albori


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    Gli studenti del Maffei che fondarono l'Hellas


    Nel 1903 un gruppo di studenti del liceo classico Scipione Maffei fondò un club e lo battezzò Associazione Calcio Hellas (Hellas è il nome con cui i Greci chiamano la loro nazione) su proposta del professor Decio Corubolo, per l'appunto insegnante di greco.
    In questo periodo il calcio si giocava a livello professionale solo in Piemonte, Lombardia e Liguria (non a caso le prime società a vincere il titolo di campione d'Italia furono Genoa, Milan e Juventus), dove era più nutrita la presenza di cittadini britannici. Tuttavia, quando nel 1906 due squadre di Verona scelsero come stadio l'anfiteatro romano della città, l'entusiasmo e l'interesse del pubblico cominciarono ad aumentare.

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    Targa celebrativa della fondazione dell'Hellas Verona davanti al Liceo Scipione Maffei


    In quegli anni "pionieristici" l'Hellas era una delle 3 o 4 squadre che giocavano prevalentemente a livello cittadino, contendendo soprattutto ai rivali della Bentegodi la supremazia sotto il campanile. Nella stagione sportiva 1908 l'Hellas iniziò tuttavia a confrontarsi con squadre della regione, dando origine a una rivalità col Vicenza tuttora molto sentita.
    Nel 1911 la squadra iniziò a partecipare al campionato regionale, che fino al 1921 era la fase di qualificazione per le finali nazionali. Ottenne diversi secondi posti nel girone Veneto-Emiliano, ma non giunse mai alla finalissima contro i vincitori del girone nazionale.
    Nel 1919, dopo la Prima guerra mondiale, l'Hellas assunse la denominazione Football Club Hellas Verona accogliendo, per fusione, la società minore del F.C. Verona (nato nel 1911).
    Dal 1921 al 1929 il Campionato di Prima Divisione si componeva delle migliori squadre dei vari gruppi regionali, fra cui anche la formazione veronese che riuscì più volte ad arrivare al girone finale, senza però ottenere grandi risultati.


    Dalla prima stagione in B alla prima in massima serie


    Gli anni trenta e quaranta

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    L'Hellas Verona in una fotografia d'epoca


    All'avvio della Serie A a girone unico, nel 1929, l'Hellas incorporò, per fusione, due rivali veronesi, Bentegodi e Scaligera, assumendo la denominazione A.C. Verona e partendo dal campionato di Serie B, in seguito al piazzamento ottenuto quell'anno, nella Divisione Nazionale.
    Al suo debutto nel campionato cadetto (1929-1930) chiuse con un incoraggiante sesto posto, con 7 punti di distacco dal Legnano promosso nella massima serie. Sarebbero occorsi quasi tre decenni (28 anni) per conquistare la promozione, con una serie di alti e bassi annuali che portarono il Verona ad alternare annate molto positive ad altre scoraggianti.
    Mentre il mondo era impegnato nel secondo conflitto mondiale il Verona affrontò uno dei suoi peggiori momenti storici, retrocedendo in Serie C nel 1941 dopo aver subito una dura sconfitta a Modena (6-1). Fu un evento inaspettato, dato che solo due anni prima (1939) la squadra scaligera aveva sfiorato la promozione arrivando quinta a soli 3 punti di distacco dal Venezia promosso in A. Tuttavia alcuni segnali negativi si erano intravisti nell'annata di transizione fra la sfiorata promozione e la retrocessione, con i gialloblu che si erano salvati a fatica.
    In ogni caso il Verona riuscì a risalire abbastanza in fretta, nel giro di sole due stagioni (1943). L'impresa non fu facile: in quell'epoca la Serie C si componeva di un'unica categoria e non esisteva la C-2, al di sotto vi era già la serie D. Ci si trovava ad avere a che fare quindi con un enorme agglomerato di squadre, divise in ben 12 gironi di diverse dimensioni, molte delle quali fallivano o si ritiravano dal campionato prima della sua conclusione. Le 12 squadre vincitrici dei rispettivi gironi (tra cui anche il Verona, quell'anno) si affrontavano in due gironi finali di 6 squadre ciascuno. Le prime due classificate di ciascun girone finale venivano infine promosse in serie B. L'Hellas quell'anno arrivò secondo dietro la Pro Gorizia, a pari punti con il Parma: sarebbe dunque stato necessario uno spareggio, ma la condanna per illecito sportivo degli emiliani (puniti con la condanna al sesto ed ultimo posto del girone finale) rese vana tale ipotesi ed i gialloblu poterono quindi festeggiare il ritorno in cadetteria.

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    La prima promozione in Serie A: 1957
    Dopo essere tornato nelle divisioni superiori, il Verona iniziò una lunghissima cavalcata che lo portò 14 anni dopo a vincere il suo primo campionato di Serie B. In mezzo ci furono una serie di prestazioni annuali rassicuranti che tennero gli scaligeri quasi sempre nella metà superiore della classifica. La promozione venne sfiorata già nel 1948, quando la squadra arrivò al secondo posto del girone B alle spalle di uno scatenato Padova: in quella specifica occasione però, solo la prima classificata dei due gironi venne promossa in massima serie e così il Verona fu costretto a pazientare ancora, fino al 1957.
    Quell'anno i gialloblu guidati da Angelo Piccioli furono i protagonisti del torneo e pareggiando in casa con il Como per 1-1 nell'ultima giornata di campionato ottennero il punto che mancava loro per poter festeggiare la tanto agognata promozione. L'entusiasmo fu tale che i tifosi corsero in campo per incoronare d'alloro il capo dei giocatori scaligeri.
    L'A.C. Verona restò in Serie A una sola stagione (1957-1958), dopodiché tornò nella serie cadetta: il girone d'andatafu migliore di quello di ritorno, alla fine del quale i gialloblu disputarono un doppio spareggio contro il Bari, secondo classificato tra i cadetti, che ottenne il posto in massima serie ai danni degli scaligeri (0-1, 0-2).
    L'anno successivo la società veneta assorbì un club minore veronese, l'A.S. Hellas, per poter prendere la denominazione di Hellas Verona, in omaggio alle sue origini.

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    Gli anni settanta e ottanta
    Il decennio in serie A

    Allenata da Nils Liedholm, la squadra ritornò in Serie A esattamente un decennio più tardi, nel 1968.
    In mezzo ci furono una serie di annate anonime, con l'Hellas Verona che ottenne la salvezza, ma senza mai entrare in lotta per la promozione.
    In quella stessa stagione la promozione fu raggiunta all'ultima giornata, grazie ad una vittoria sul Padova per 1-0. Contemporaneamente, infatti, il Bari pareggiò a Perugia e consegnò la propria seconda posizione agli scaligeri, che poterono gioire assieme al Palermo primo classificato e al Pisa.



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    Gianfranco Zigoni in pelliccia durante una gara del Verona passata in panchina
    Stavolta i gialloblu non retrocessero subito ed avviarono un lungo ciclo di salvezze, che permisero loro di restare per un lungho periodo nella massima serie. Di quegli anni si ricorda la storica vittoria per 5-3 ottenuta contro il Milan nell'ultima giornata della stagione 1972-1973 che costò al Milan lo scudetto; segnarono l'attaccante Livio Luppi che fece una storica tripletta, e l'ala Gianfranco Zigoni. Il Milan perse il campionato a Verona anche nel 1989-1990, quando, alla penultima giornata, fu sconfitto 2-1 e finì la partita in otto contro una squadra che poi retrocesse in Serie B. Da qui la celebre espressione della "fatal Verona".
    Nel 1973-1974 l'Hellas Verona finì la stagione al quart'ultimo posto evitando la retrocessione, ma fu condannato alla Serie B durante i mesi estivi a causa dello "Scandalo della telefonata" in cui furono coinvolti il presidente della squadra Saverio Garonzi e un ex, Sergio Clerici. Il Verona ritornò comunque subito in Serie A in virtù dello spareggio disputato e vinto a Terni contro il Catanzaro (1-0).

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    Le tre finali di Coppa Italia
    Nella stagione 1975-1976 la squadra arrivò in finale di Coppa Italia per la prima volta nella sua storia, eliminando Torino, Cagliari, e Inter dal torneo. Tuttavia, in finale l'Hellas Verona fu sconfitto 4-0 dal Napoli, con il risultato sbloccato solo al 74° minuto dall'autorete del portiere Alberto Ginulfi.
    Il 15 aprile 1978 la squadra fu coinvolta nell'incidente ferroviario di Murazze di Vado (Bologna): si trovava a bordo del treno che deragliò e che fu investito dalla "Freccia della Laguna". Al momento dell'incidente la squadra si trovava a pranzo sulla carrozza ristorante e non tra quelle scagliate dall'urto nel dirupo sottostante, ma la paura fu molta.
    Dopo aver disputato dieci campionati su undici in Serie A dal 1968 in poi (che sarebbero stati undici senza lo "scandalo della telefonata"), il Verona tornò in Serie B nel 1979 e vi rimase per tre anni. Nel 1981 l'Hellas attraversò un periodo molto difficile e rischiò addirittura di non salvarsi, ma alla fine riuscì a centrare l'obiettivo minimo.
    Solo l'anno dopo iniziò quello che sarebbe stato il ciclo di vittorie più importante della storia del club scaligero.
    Nella stagione 1981-1982 il Verona, che l'anno prima aveva lottato per non retrocedere, sotto la guida del nuovo allenatore Osvaldo Bagnoli vinse il campionato di serie B con un bilancio finale di 17 vittorie, 14 pareggi e 7 sconfitte e tornò nella massima serie. L'anno successivo nel girone di andata della Serie A, divise a lungo il primo posto della classifica con la Roma che poi vinse il titolo. Nel girone di ritorno ci fu un inevitabile calo fisico, ma la squadra riuscì comunque a terminare il campionato al quarto posto. Nello stesso anno giunse nuovamente in finale nella coppa Italia. Dopo una vittoria casalinga per 2-0 il Verona arrivò a Torino per giocare contro la Juventus che però vinse la coppa ai supplementari (il Verona fu sconfitto 3-0).
    Nella stagione 1983-1984 la squadra, dopo un momentaneo primo posto in classifica nella seconda metà del girone d'andata, giunse sesta alla fine del campionato. Disputò di nuovo la finale di Coppa Italia: dopo un pareggio nella partita di andata (1-1) l'Hellas perse nel ritorno all'Olimpico per 1-0 contro la Roma di Falcao.


    Lo scudetto del 1984-1985

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    Il Verona campione d'Italia nel 1984-1985

    « Perché quando hai modo di conoscere ed apprezzare chi soffre con te alla domenica e partecipa alle tue gioie e ai tuoi dolori pur non essendo in campo, ti ci affezioni. Almeno io sono fatto così. E per questo motivo, per rispetto nei confronti chi mi ha amato e osannato fino ad invocarmi come sindaco di Verona, non ho accettato di vestire altre maglie di società italiane. Il loro rispetto meritava il mio rispetto... »
    (Preben Elkjær Larsen)




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    Dopo aver disputato due campionati di Serie A conclusi con l'Hellas Verona nella parte alta della classifica (ed entrambi corredati da una finale di Coppa Italia), nell'estate del 1984 ci fu l'arrivo di due giocatori stranieri: il nazionale tedesco Hans Peter Briegel e il nazionale danese Preben Larsen-Elkjær (che scelse di farsi chiamare semplicemente Elkjær).
    La formazione-tipo che vinse il campionato fu: Garella; Ferroni I, Marangon I; Briegel, Tricella, Fontolan I; Fanna, Volpati, Galderisi, Di Gennaro, Elkjær; allenatore era Osvaldo Bagnoli. Tra le riserve, furono Luciano Bruni, Luigi Sacchetti e Franco Turchetta a dare il contributo più importante.
    I momenti chiave di quel campionato furono:
    • la vittoria interna per 3-1 ottenuta contro il Napoli di Maradona alla prima giornata;
    • il successo contro i campioni d'Italia in carica e futuri campioni d'Europa della Juventus, battuta 2-0 alla quinta giornata, con Elkjær che segnò a Tacconi l'epico goal senza scarpa, persa nel corso dell'azione;
    • il trionfo allo stadio Friuli di Udine alla diciottesima giornata, dove i veronesi sconfissero in una rocambolesca gara l'Udinese per 5-3, risultato che fece cessare le speculazioni secondo le quali i giocatori stavano ormai perdendo energie;
    • tre vittorie consecutive contro Roma (1-0), Fiorentina (1-3) e Cremonese (3-0) che lanciarono i veneti in una definitiva corsa solitaria;
    • il pareggio per 1-1 ottenuto a Bergamo contro l'Atalanta alla penultima giornata che garantì all'Hellas Verona la conquista dello scudetto con un turno di anticipo.

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    Hellas Verona campione d'Italia



    Bergamo, 12 maggio 1985, Stadio Atleti Azzurri d'Italia
    Atalanta - Verona 1 - 1
    • Atalanta: Piotti, Osti, Gentile, Perico, Rossi, Magnocavallo, Donadoni, Vella, Magrin, Agostinelli, Pacione, Soldà, Codogno; (Malizia, Fattori e Larsson).
    • Allenatore: Nedo Sonetti.
    • Verona: Garella, Volpati, Marangon, Tricella, Fontolan, Briegel, Fanna, Sacchetti, Galderisi, Di Gennaro, Elkjaer, Spuri, Ferroni; (Donà, Bruni, Turchetta).
    • Allenatore: Osvaldo Bagnoli
    • Arbitro: Testa di Prato.
    • Marcatori: 41’ Perico, 51’ Elkjaer.
    • Spettatori: 21 308
    L'Hellas Verona di Osvaldo Bagnoli vinse il campionato ed entrò nella storia. Ottenne 15 vittorie, 13 pareggi, 2 sconfitte e in totale 43 punti (si assegnavano ancora 2 punti per vittoria), staccando di 4 lunghezze il Torino secondo classificato, con Inter e Sampdoria a completare le prime quattro posizioni.
    Lo scudetto assunse valore non solo perché conseguito in un'epoca in cui le squadre italiane stavano iniziando a riaffermarsi a livello internazionale (l'Italia stessa era campione del mondo), ma anche perché nel campionato italiano giocavano molti tra i migliori calciatori del mondo come Platini, Zico, Maradona, Sócrates, Rummenigge, Falcão e molti altri.

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    « Il fatto che in quella stagione tutto abbia funzionato a meraviglia, mai un ingranaggio fuori posto, è stato merito anche di chi aveva il più semplice degli incarichi e che tassello dopo tassello ha contribuito a rendere reale ciò che tutti consideravano un grande sogno »
    (Osvaldo Bagnoli)



    La città scaligera restò molto legata alle radiocronache del cronista e attore teatrale Roberto Puliero.


    In Europa
    L'Hellas Verona ha debuttato nelle competizioni internazionali partecipando alla Coppa Mitropa del 1969-1970 (la competizione europea più antica che trovava le sue origini nel lontano 1927), ma venne subito eliminato dai cechi dello Slavia Praga (4-1 e 0-3).
    Poco più tardi partecipò al torneo Anglo-Italiano del 1971, dove chiuse al quarto posto tra le sei squadre italiane che vi presero parte.
    Nel 1982-1983, in virtù della vittoria nel campionato cadetto dell'anno precedente, l'Hellas Verona partecipò nuovamente alla Coppa Mitropa, nella quale però ancora una volta non giunse a risultati di rilievo, chiudendo il girone all'ultimo posto con soli due punti.
    La stagione successiva avvenne il debutto in Coppa UEFA. La squadra superò la Stella Rossa di Belgrado (1-0 a Verona, 2-3 a Belgrado), e fu poi eliminata al secondo turno dagli austriaci dello Sturm Graz (2-2 a Verona, 0-0 a Graz).


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    Preben Elkjær Larsen in azione negli anni ottanta
    La stagione 1985-1986 vide la squadra in Coppa Campioni grazie allo scudetto conquistato nella stagione precedente. Nei sedicesimi l'Hellas incontrò ed eliminò il PAOK Salonicco (3-1 a Verona, 1-2 a Salonicco, con doppietta di Elkjear). Ma negli ottavi venne eliminata dalla Juventus campione uscente e ammessa di diritto alla manifestazione. La partita di andata si giocò al Bentegodi e finì 0-0. Quella di ritorno si giocò a Torino a porte chiuse (per via della sanzione irrogata dall'UEFA alla Juventus dopo la tristemente nota finale di Bruxelles contro il Liverpool) e finì 2-0 per i bianconeri con il tanto contestato arbitraggio del francese Wurtz, al punto che spinse Bagnoli a dire, rivolto a dei poliziotti e indicando lo spogliatoio juventino, la celebre battuta: "Se cercate i ladri, sono di là".
    Nella stagione 1987-1988 la squadra ottenne il suo miglior risultato internazionale, raggiungendo i quarti di finale della Coppa UEFA, grazie a quattro vittorie e due pareggi. Dopo aver eliminato i polacchi del Pogon Stettino, i rumeni dello Sportul Bucarest e gli olandesi dell'Utrecht, il Verona venne infatti eliminato nei quarti dai tedeschi del Werder Brema al termine di un doppio confronto molto combattuto (0-1 a Verona, 1-1 a Brema).
    Capocannoniere dell'Hellas Verona nelle Coppe Europee è il danese Preben Elkjær Larsen con 9 gol realizzati in 11 partite giocate tra Coppa Uefa e Coppa Campioni.

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    Tra vecchio e nuovo millennio
    I difficili anni novanta

    I risultati ottenuti negli anni ottanta furono storici per una città di media dimensione come Verona con pochi tifosi fuori dalla provincia.
    Con l'inizio del nuovo decennio, l'Hellas voltò pagina. Dopo otto stagioni consecutive passate nella massima serie, contornate da uno scudetto e da due finali di coppa Italia, l'Hellas tornò in cadetteria nel 1989-1990 dopo essere uscito sconfitto nel decisivo scontro salvezza di Cesena (1-0), inaugurando un decennio che non avrebbe riservato grandi soddisfazioni alla società scaligera.
    Gli anni novanta furono infatti molto difficili per il club che in seguito ad una pessima gestione societaria fallì nel 1991, terminando la stagione con una promozione in Serie A. Gli allenatori ed i giocatori dovettero però combattere anno dopo anno tra sali e scendi continui, dando vita ad un'altalena fra A e B che durò fino al 1999.
    Nel 1995 il club acquistò il nome Hellas Verona FC che mantiene ancora oggi (dopo aver usato per quattro anni il nome Verona Football Club in seguito al fallimento e alla rapida rinascita del 1991) e nel 1997 entrò in carica come presidente Giambattista Pastorello.

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    Cesare Prandelli vinse con il Verona il campionato di Serie B 1998-1999
    Dopo due promozioni (1990-1991 con Eugenio Fascetti e 1995-1996 con Attilio Perotti) seguite da immediate retrocessioni, la vittoria nel campionato di Serie B nel 1998-1999 sotto la guida del futuro commissario tecnico della nazionale maggiore Cesare Prandelli e con una striscia di 8 vittorie consecutive tra la 6ª e la 13ª giornata, aprì una nuova fase nella storia del club.

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    Dal 2000 al 2007: salvezze e retrocessioni
    Il nuovo millennio iniziò con gli scaligeri ancora allenati da Prandelli che dopo un inizio difficile avviarono una serie di risultati utili consecutivi nel girone di ritorno, chiudendo il campionato di serie A al nono posto. L'anno successivo (2001), invece, la squadra allenata da Attilio Perotti faticò molto ed affrontò una stagione difficile che si chiuse con un doppio spareggio salvezza vinto contro la Reggina (1-0 all'andata in casa, 1-2 al ritorno con il decisivo goal di Cossato a pochi minuti dal termine).
    Il campionato 2001-2002 si concluse invece nel peggiore dei modi: una squadra composta anche dai futuri campioni del mondo Gilardino, Oddo e Camoranesi, oltre al giovane Adrian Mutu e al più esperto Mario Frick, non mantenne lo slancio iniziale che aveva portato gli scaligeri nella zona alta della classifica. Nel girone di ritorno la squadra mostrò segni di stanchezza ed iniziò a perdere colpi su colpi. Dopo aver superato l'Udinese per 1-0 alla quartultima giornata, il Verona uscì sconfitto in tutte e tre le ultime partite di campionato: una partita giocata all'Olimpico contro la Lazio terminata sul punteggio di 5-4 per i padroni di casa; un confronto disputatosi al Bentegodi vinto dal Milan in lotta per la zona Champions, risolto nei minuti finali da Pirlo (1-2); ed una brutta sconfitta esterna subita nello scontro diretto contro il Piacenza (3-0), con gli scaligeri che finirono con lo scivolare in zona retrocessione all'ultima giornata.
    Seguirono alcune annate anonime disputate in serie B, con il Verona che non andò oltre a sudate salvezze. La squadrà sfiorò poi il ritorno in massima serie nel 2005, quando concluse la stagione al 7º posto, con un solo punto in meno dell'Ascoli (promosso in Serie A dopo la squalifica del Genoa ed i problemi economici di Perugia e Torino.
    Nei due anni successivi la società, complice anche l'ex presidente Pastorello,[30] avviò un lento ma inesorabile declino che raggiunse il suo apice nel 2007. Quell'anno la squadra iniziò molto male il campionato ed ottenne solo quattro vittorie in tutto il girone di andata. Incerottata dal nuovo presidente Piero Arvedi, nella seconda parte del campionato la squadra risalì la classifica inanellando 11 risultati utili consecutivi, ma alcune sconfitte di troppo, tra cui quelle in casa contro Juventus e Napoli, impedirono la salvezza diretta degli scaligeri. Il Verona concluse infatti al sest'ultimo posto alla pari con la Triestina e, per la regola degli scontri diretti, dovette disputare i play-out contro lo Spezia, quartultimo, nei quale ebbe la peggio (2-1 a La Spezia e 0-0 a Verona). Il Verona finì la stagione con il peggior attacco della Serie B (34 reti segnate). I gialloblù vennero quindi retrocessi in serie C dopo 64 anni.

    Anni recenti
    Le quattro stagioni in Lega Pro

    Era dagli anni quaranta che la società scaligera non si trovava in così grave difficoltà. Nella stagione 2007-2008, partito con l'obiettivo di vincere il campionato e di essere "la Juventus della Serie C", il Verona chiuse ultimo in classifica a pari punti con il Manfredonia, evitando la retrocessione diretta solo grazie agli scontri diretti a favore. Mai prima di allora l'Hellas Verona si era trovato a dover lottare per la permanenza in serie C, neppure nei tormentati anni 40. Nella stagione peggiore di tutta la storia scaligera, una squadra allo sbando totale venne salvata dall'ex tecnico della primavera Davide Pellegrini, con gli scaligeri che superarono la Pro Patria nel doppio spareggio salvezza (1-0 a Verona, 1-1 a Busto Arsizio).
    Nel campionato 2008-2009 una squadra partita senza grandi ambizioni chiuse al settimo posto, dopo essere a lungo stata ai margini della zona play-off. Nel gennaio 2009, l'imprenditore Giovanni Martinelli divenne proprietario e presidente della società subentrando al conte Pietro Arvedi d’Emilei, che il 21 dicembre 2008, di ritorno dalla partita Cesena-Hellas Verona, subì un incidente stradale le cui conseguenze lo portarono a morire qualche mese dopo.
    Martinelli salvò in quel modo il club dal fallimento.
    Nella stagione 2009-2010 la squadra regalò un'ennesima delusione ai tifosi: il Verona, costruito per un campionato di vertice dal direttore sportivo Nereo Bonato e affidato in panchina al confermato Remondina, dopo aver accumulato un vantaggio di otto punti sulle inseguitrici, crollò nel finale e chiuse il campionato al terzo posto. Ingaggiato Giovanni Vavassori come allenatore, superò il Rimini nelle semifinali dei play-off (0-1 a Rimini, 0-0 a Verona), ma finì con l'essere eliminato nella doppia finale dal Pescara (2-2 a Verona, 1-0 a Pescara).
    Nonostante le delusioni, la media spettatori in quattro anni di Lega Pro non fu mai al di sotto delle 10 000 unità, con picchi di quasi 15 000 spettatori nella stagione 2009/2010. Il record assoluto di pubblico lo si è avuto il 9 maggio 2010, quando si giocò la partita Verona-Portogruaro (0-1) dinanzi ad oltre 25 000 tifosi dell'Hellas.

    Il ritorno in B
    Anche la stagione della promozione (2010-2011) era iniziata negativamente, tanto che il tecnico scelto durante l'estate dalla dirigenza (Giuseppe Giannini) era stato esonerato a novembre dopo aver raccolto solo 13 punti in 12 partite. Al suo posto venne ingaggiato un tecnico che in Romania aveva vinto tutto: Andrea Mandorlini. L'Hellas Verona aveva concluso il girone d'andata in piena lotta per non retrocedere, e sotto la guida del nuovo tecnico iniziò una lunga rincorsa che portò i gialloblu ad agganciare il 5º posto (l'ultimo utile per disputare i play off) nelle ultime giornate di campionato.
    Gli scaligeri ottennero la loro seconda finale play-off consecutiva, stavolta contro la Salernitana, dopo aver eliminato il Sorrento. Le due squadre disputarono la sfida decisiva a Salerno dopo aver richiamato quasi 50 000 tifosi fra l'andata e il ritorno, un record per la categoria. Gli scaligeri risultarono infine meritatamente vincitori del play-off nonostante la sconfitta patita in trasferta (1-0), in virtù della vittoria per 2-0 ottenuta nella gara di andata. L'Hellas Verona tornò quindi in Serie B, chiudendo il ciclo più negativo di tutta la sua storia.
    Presente
    2011-2012: promozione sfiorata
    La stagione 2011-2012 partì con molti volti noti: Mandorlini e quasi tutti i giocatori dell'anno prima vennero riconfermati. Ad essi vennero affiancati alcuni giovani come il greco Tachtsidis, di proprietà del Genoa e l'argentino Juanito Gomez, rientrato a Verona dopo un anno e mezzo passato nelle fila del Gubbio.
    Nel girone di andata dopo un periodo negativo di cinque partite in cui la squadra raccolse solo tre punti, i gialloblu misero insieme nove vittorie consecutive tra campionato e Coppa Italia, issandosi al secondo posto della classifica ad un punto dal Torino. Si tratta della striscia di vittorie consecutive più lunga di tutta la storia del club scaligero: il precedente record era di otto vittorie, ottenuto dal Verona allenato da Prandelli nel 1998-1999. Altro record personale abbattuto fu quello delle vittorie consucutive in trasferta, ben 5: Cittadella, Bari, Empoli, Parma e Livorno. Un altro record eguagliato dalla squadra scaligera riguarda la striscia di vittorie consecutive interne (12) che ha portato l'Hellas ad affiancare nell'albo d'oro la striscia del Genoa ottenuta nella stagione 2006-2007.
    Il Verona chiuse la stagione regolare al quarto posto, sfiorando la promozione diretta al primo anno dopo il ritorno in Serie B e qualificandosi per i play-off. In semifinale il Varese si impose però nel doppio confronto, vincendo per 2-0 nella gara di andata e pareggiando al Bentegodi (1-1)..
    In Coppa Italia la squadra scaligera eliminò Vicenza (1-2), Sassuolo (5-7 d.c.r.) e Parma (0-2) dal torneo, raggiungendo gli ottavi di finale dopo 15 anni (1996-1997). La corsa del Verona si fermò proprio all'Olimpico di Roma, dove i padroni di casa della Lazio si imposero per 3-2.

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    2012-2013: il ritorno in A

    La nuova stagione vede diversi nomi nuovi presso la società di Via Torricelli: Martinelli lasciò la quota di maggioranza del club (80%) all'ex vicepresidente del Bologna, Maurizio Setti, che divenne il nuovo presidente del club scaligero. Il presidente uscente mantenne una piccola parte delle azioni della società. Il neopresidente rivoluzionò dapprima l'organigramma societario (con gli arrivi di Sogliano come direttore sportivo e Gardini come direttore generale) e poi diede carta bianca per la rivoluzione della rosa, partendo da pochi punti fermi come l'allenatore Mandorlini. Arrivarono giocatori di grande esperienza e tecnica come Carrozza, Laner, Moras, Cacia, Sgrigna ed Agostini.
    Dopo aver chiuso il girone di andata al terzo posto, dietro ad un Sassuolo lanciato in fuga solitaria e al Livorno poco lontano, i gialloblù mantennero senza difficoltà la posizione per tutto il ritorno, accelerando bruscamente sul finale di stagione: dopo la sconfitta in casa nel derby contro il Padova all'ottava di ritorno, gli uomini di Mandorlini misero insieme 12 risultati utili consecutivi (8 vittorie e 4 pareggi). Inoltre, complice un brusco calo del Sassuolo capolista, giunsero all'ultima giornata con ancora la matematica possibilità di vincere il campionato e con due risultati su tre a favore per conquistare la promozione. Infine il 18 maggio 2013, grazie al pareggio per 0-0 in casa contro l'Empoli, l'Hellas Verona tornò in massima serie dopo 11 anni.

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    Stadio

    Fino al 1963 il Verona ha disputato le partite interne nel "Vecchio Bentegodi", un impianto di 5000 posti nel cuore del centro storico di Verona, successivamente demolito. Attualmente l'Hellas Verona gioca nello Stadio Marcantonio Bentegodi. Lo stadio venne inaugurato nel 1963 con una capienza di 40 000 spettatori, non aveva copertura in nessun settore e possedeva l'allora usuale pista di atletica. Venne soprannominato dai veronesi "Lo stadio dei quarantamila", alludendo alla capacità considerata esagerata dell'impianto che si rivelerà invece troppo piccolo per contenere le decine di migliaia di tifosi che lo riempirono per tutti gli anni ottanta. Le dimensioni dello stadio aumentarono ancora quando,essendo stato scelto il Bentegodi come uno degli stadi della Coppa del Mondo 1990, venne aggiunto un ulteriore anello. Tutte le sezioni vennero dotate di copertura e la viabilità circostante fu rinnovata per facilitarvi l'accesso. Tuttavia, nonostante l'ampliamento, la capienza complessiva dell'impianto rimase quasi invariata per la creazione di vie di fuga, di spazi di sicurezza e per la posa di seggiolini numerati in tutti i settori. L'11 dicembre 2009 è stata inaugurata la nuova copertura dello stadio Bentegodi, interamente realizzata con pannelli solari fotovoltaici. Si tratta del più grande impianto fotovoltaico in Italia e tra i primi in Europa realizzato su una struttura sportiva.

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    Società
    Denominazioni
    • 1903-1915: Hellas
    • 1919-1928: Hellas Verona
    • 1928-1959: Associazione Calcio Verona
    • 1959-1991: Associazione Calcio Hellas Verona
    • 1991-1995: Verona Football Club
    • 1995-oggi: Hellas Verona Football Club
    Organigramma societario

    Staff dell'area amministrativa
    • Maurizio Setti - Presidente
    • Giovanni Martinelli - Vice Presidente
    • Giovanni Gardini - Direttore generale
    • Sean Sogliano - Direttore sportivo
    • Massimiliano Dibrogni - Segretario generale
    • Pierluigi Marzola - Responsabile amministrativo
    • Eugenio Spiazzi di Corte Regia - Segretario amministrativo
    • Fabrizio Cometti - Resp. comunicazione e ufficio stampa
    • Simone Salizzoni - Responsabile marketing
    • Moris Rigodanze - Resp. informatico e biglietteria
    • Elena Fraccaroli - Segreteria

    Sponsor

    Cronologia degli sponsor tecnici
    • 1980-1987: Adidas
    • 1987-1989: Hummel
    • 1989-1991: Adidas
    • 1991-1995: Uhlsport
    • 1995-2000: Erreà
    • 2000-2003: Lotto
    • 2003-2006: Legea
    • 2006-oggi: Asics

    Cronologia degli sponsor ufficiali
    • 1982-1986: Canon
    • 1986-1989: Ricoh
    • 1989-1996: Rana
    • 1996-1997: Ferroli
    • 1997-1998: ZG Camini Inox
    • 1998-1999: Atreyu
    • 1999-2000: Salumi Marsilli
    • 2000-2001: NET Business
    • 2001-2002: Amica Chips
    • 2002-2006: Clerman
    • 2006-2007: UNIKA
    • 2007-2008: nessun sponsor
    • 2008-2010: Giallo
    • 2010-2011: Banca di Verona (Credito Cooperativo Cadidavid) e Protec (in casa) - Sicurint Group e Consorzio Asimov (in trasferta)
    • 2011-2012: AGSM e Protec (in casa) - Sicurint Group e Leaderform (in trasferta)
    • 2012-2013: AGSM e Leaderform


    verona.2.BAGNOLI
    Allenatori e presidenti

    Allenatori
    • 1910-1911: Guido Vivi
    • 1912-1915: Alberto Masprone
    • 1915-1918: campionato sospeso
    • 1920-1921: Alessandro Bascheni
    • 1922-1924: A. Friedmann
    • 1924-1925: Ferenc Molnár
    • 1925-1926: Imre Schoffer
    • 1927-1928: Aldo Fagiuoli e Janos Bekey
    • 1928-1929: Alessandro Bascheni
    • 1929-1932: Andras Kuttik
    • 1932-1933: Ferruccio Pallotta e Karl Stanzel
    • 1933-1934: Janos Bekey
    • 1934-1935: Egidio Chiecchi
    • 1935-1936: Carlo Capra
    • 1936-1938: Janos Vaniczek
    • 1938-1939: Janos Vaniczek e Giovanni Chiecchi
    • 1939-1940: Aleksandar Peics e Giovanni Chiecchi
    • 1940-1941: Giovanni Chiecchi
    • 1941-1942: Karl Sturmer
    • 1942-1944: Guido Bosio
    • 1944-1946: campionato sospeso
    • 1946-1947: Janos Vaniczek
    • 1947-1948: Janos Vaniczek e Bruno Biagini
    • 1948-1949: Bruno Biagini
    • 1949-1950: Laszlo Szekelj, Bruno Biagini e Angelo Piccioli
    • 1950-1952: Angelo Piccioli
    • 1952-1953: Angelo Piccioli e Giulio Lelovich
    • 1953-1954: Luigi Ferrero
    • 1954-1955: Luigi Ferrero, Angelo Piccioli e Federico Allasio
    • 1955-1956: Federico Allasio e Angelo Piccioli
    • 1956-1957: Angelo Piccioli
    • 1957-1958: Angelo Piccioli, Luigi Bonizzoni e Guido Tavellin
    • 1958-1959: Vinicio Viani e Guido Tavellin
    • 1959-1960: Guido Tavellin e Aldo Olivieri
    • 1960-1961: Aldo Olivieri e Romolo Bizzotto
    • 1961-1962: Bruno Biagini
    • 1962-1963: Guido Tavellin e Carlo Facchini
    • 1963-1964: Carlo Facchini, Bruno Biagini e Guido Tavellin
    • 1964-1965: Giancarlo Cadè
    • 1965-1966: Omero Tognon
    • 1966-1967: Omero Tognon e Nils Liedholm
    • 1967-1968: Nils Liedholm
    • 1968-1969: Giancarlo Cadè
    • 1969-1970: Renato Lucchi
    • 1970-1971: Renato Lucchi e Ugo Pozzan
    • 1971-1972: Ugo Pozzan
    • 1972-1974: Giancarlo Cadè
    • 1974-1975: Luigi Mascalaito
    • 1975-1978: Ferruccio Valcareggi
    • 1978-1979: Luigi Mascalaito e Giuseppe Chiappella
    • 1979-1980: Fernando Veneranda
    • 1980-1981: Giancarlo Cadè
    • 1981-1990: Osvaldo Bagnoli
    • 1990-1991: Eugenio Fascetti
    • 1991-1992: Eugenio Fascetti e Nils Liedholm
    • 1992-1993: Edoardo Reja
    • 1993-1995: Bortolo Mutti
    • 1995-1996: Attilio Perotti
    • 1996-1997: Luigi Cagni
    • 1997-1998: Luigi Cagni e Sergio Maddè
    • 1998-2000: Cesare Prandelli
    • 2000-2001: Attilio Perotti
    • 2001-2003: Alberto Malesani
    • 2003-2004: Sandro Salvioni e Sergio Maddè
    • 2004-2006: Massimo Ficcadenti
    • 2006-2007: Massimo Ficcadenti e Giampiero Ventura
    • 2007-2008: Franco Colomba, Maurizio Sarri e Davide Pellegrini
    • 2008-2009: Gian Marco Remondina
    • 2009-2010: Gian Marco Remondina e Giovanni Vavassori
    • 2010-2011: Giuseppe Giannini e Andrea Mandorlini
    • 2011-oggi: Andrea Mandorlini


    Presidenti
    • 1903-1908: Carlo Fratta Pasini
    • 1908-1910: Alberto Masprone
    • 1910-1912: Valerio Valeri
    • 1912-1915: Bellini Carnesali
    • 1915-1918: campionato sospeso
    • 1918-1923: Carlo Fratta Pasini
    • 1923-1924: Lonardi Cesare
    • 1924-1926: Bonomi Da Monte
    • 1926-1928: Narciso Vanzo
    • 1928-1930: Emilio Tiberghien
    • 1930-1934: Giulio Dall'Ora
    • 1934-1935: Tiziano Fraccaroli
    • 1935-1938: Giovanni Turco
    • 1938-1942: Luciano Carteri
    • 1942-1944: Luigi Polettini
    • 1944-1946: campionato sospeso
    • 1946-1953: Giovanni Chiampan
    • 1953-1958: Giorgio Mondadori
    • 1958-1959: Francesco Fagiuoli
    • 1959-1961: Gerardo Girardi
    • 1961-1962: Giuseppe Arcaroli
    • 1962-1964: Bruno Albarelli
    • 1964-1965: Saverio Garonzi
    • 1965-1967: Carlo Bonazzi
    • 1967-1980: Saverio Garonzi
    • 1980-1986: Celestino Guidotti
    • 1986-1990: Ferdinando Chiampan
    • 1990-1991: Ferdinando Chiampan e Angelo Di Palermo
    • 1991-1992: Stefano Mazzi
    • 1992-1995: Mario Ferretto
    • 1995-1998: Alberto Mazzi
    • 1998-2003: Giambattista Pastorello
    • 2003-2004: Giambattista Pastorello e Pietro Arvedi
    • 2004-2006: Giambattista Pastorello
    • 2006-2007: Sergio Puglisi Maraja e Pietro Arvedi
    • 2007-2008: Pietro Arvedi
    • 2008-2009: Nardino Previdi e Giovanni Martinelli
    • 2009-2012: Giovanni Martinelli
    • 2012-oggi: Maurizio Setti

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    Giocatori
    Palmarès

    Competizioni nazionali
    • Campionato italiano: 1
    1984-1985
    • Campionato italiano di Serie B: 3
    1956-1957; 1981-1982; 1998-1999
    • Campionato italiano di Serie C: 1
    1942-1943 (girone B)
    Altri piazzamenti
    • Coppa Italia
    Finale: 1975-1976; 1982-1983; 1983-1984
    • Serie B
    Secondo posto: 1947-1948 (girone B); 1967-1968; 1990-1991; 1995-1996; 2012-2013
    Terzo posto: 1931-1932; 1974-1975
    • Serie C
    Secondo posto: 1942-1943 (girone finale B)

    Statistiche e record
    Partecipazioni ai campionati


    Statistiche e record
    Partecipazioni ai campionati
    Categoria Partecipazioni Debutto Ultima stagione Totale

    1º Prima Categoria 3 1912-1913 1914-1915 36
    Prima Divisione 5 1921-1922 1925-1926
    Divisione Nazionale 3 1926-1927 1928-1929
    Serie A
    25 1957-1958 2013-2014
    2º B-C Alta Italia 1 1945-1946 1945-1946 52
    Serie B 51 1929-1930 2012-2013
    3º Serie C 2 1941-1942 1942-1943 6
    Serie C1 1 2007-2008 2007-2008
    Lega Pro Prima Divisione 3 2008-2009 2010-2011

    Il Verona ha partecipato a 93 campionati nazionali, tutti nelle categorie professionistiche o loro progenitrici. Ai suoi albori ha inoltre disputato altri 5 campionati regionali di Prima Categoria, senza riuscire a qualificarsi al campionato nazionale.
    Partecipazione alle coppe europee
    Categoria Partecipazioni Debutto Ultima stagione
    Coppa UEFA 2 1983-1984 1987-1988

    Coppa dei Campioni 1 1985-1986 1985-1986

    Statistiche individuali
    Statistiche aggiornate al 21 agosto 2012,.
    • Luigi Bernardi - 337 (12)
    • Emiliano Mascetti - 330 (46)
    • Roberto Tricella - 324 (5)
    • Pio Goretta - 262 (1)
    • Vincenzo Italiano - 260 (25)
    • Antonio Di Gennaro - 258 (34)
    • Sergio Maddè - 256 (19)
    • Paolo Sirena - 253 (18)
    • Giancarlo Savoia - 243 (10)
    • Domenico Volpati - 242 (12)
    • Pietro Fanna - 233 (24)
    • Sergio Sega - 224 (71)
    • Rafael - 221 (-197)
    • Alessandro Mazzola - 216 (4)
    • Alessandro Manetti - 216 (4)
    • Sante Begali - 212 (1)
    • Erasmo Zamperlini - 204 (11)
    • Walter Franzot - 204 (3)
    • Alberto Comazzi - 201 (3)
    • Silvano Fontolan - 200 (9)
    • Gianluca Pegolo - 198 (-217)
    • Leonardo Colucci - 182 (10)
    • Adaílton Martins Bolzan - 175 (50)
    • Pierluigi Busatta - 160 (14)
    • Livio Luppi - 158 (34)
    • Giorgio Maioli - 155 (37)
    • Davide Pellegrini - 143 (24)
    • Gianfranco Zigoni - 139 (29) / 1 (0)
    • Franco Bergamaschi - 136 (5)
    • Preben Elkjær Larsen - 130 (48)
    • Luca Ceccarelli - 129 (7)
    • Diego Caverzan - 128 (1)
    • Fabrizio Cammarata - 126 (42)
    • Franco Superchi - 126 (-123)
    • Claudio Garella - 119 (-108))
    • Roberto Mazzanti - 116 (7)
    • Antonio De Vitis - 107 (38)
    • Marco Mancinelli - 106 (0)
    • Francesco Guidolin - 102 (14)
    • Emiliano Salvetti - 102 (16)
    • Dario Biasi - 100 (4)
    • Andrea Dossena - 99 (3)
    • Marco Pacione - 87 (15)
    • Giuliano Giuliani - 86 (-85)
    • Marino Magrin - 85 (4)
    • Pierpaolo Piscitelli - 84 (88)
    • Gianni Bui - 82 (32)
    • Angelo Orazi - 82 (7)
    Tifoseria
    La nascita delle Brigate e lo sviluppo

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    I tifosi dell'Hellas durante la festa per lo scudetto.


    La nascita delle Brigate Gialloblù avvenne il 30 novembre 1971, presso il Bar Olimpia di Borgo Venezia. I primi brigatisti provenivano per lo più dalla grande città, mentre i primi paesi della provincia veronese in cui si sviluppò il fenomeno furono Cerea, Vigasio, Valeggio, Bovolone, Nogara e la Valpolicella.
    Le Brigate, come la maggioranza degli altri gruppi di tifosi organizzati, nacquero come apolitiche ed i primi scontri di rilievo si ebbero nel 1973 proprio con tifoserie apertamente schierate come quella bolognese. La svolta nello stile del tifo si ebbe nel 1976, quando i brigatisti strinsero la storica amicizia con i tifosi del Chelsea iniziando ad esporre allo stadio l'ancora oggi consueta Union Jack. I tifosi veronesi del ventennio d'oro divennero ben presto famosi per i cori, per la compattezza della loro curva e per l'originalità nel proporre testi sempre nuovi, oltre che per la tendenza a denigrare e a sminuire l'avversario di turno. Gruppi con connotazione di destra (Gioventù Scaligera,Verona Front, Hellas Army) o di sinistra (Rude Boys) coesistevano nelle Brigate Gialloblu rispettandosi reciprocamente.
    Nella seconda metà degli anni settanta, con l'aumentare della matrice politica in molti gruppi ultras tra cui le stesse Brigate e con la stipulazione della maggior parte dei gemellaggi e delle rivalità presenti ancor oggi tra tutte le tifoserie, i tafferugli e gli scontri tra tifosi si moltiplicarono. I tifosi del Verona, in seguito ad episodi come il "saccheggio" di Brescia del dicembre 1986 (in cui andarono danneggiate più di 500 auto) finirono nell'occhio del ciclone per non uscirne mai più. Il fatto non passò inosservato e la Procura iniziò le indagini e le molteplici perquisizioni che portarono il 1º febbraio 1987 all'arresto di 12 veronesi con l'accusa di associazione a delinquere: per la prima volta un tifoso venne accostato alla figura di un vero e proprio criminale.
    In seguito al ripetersi di incidenti e di tafferugli con l'intromissione sempre più insistente delle forze dell'ordine, il gruppo delle Brigate Gialloblù decise di sciogliersi il 14 novembre 1991 e passò il testimone alla Curva Sud che ne raccolse l'eredità, segnando l'inizio di una nuova era non solo del tifo veronese ma dell'intero mondo ultras.
    La Curva Sud dopo lo scioglimento delle Brigate

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    Tifosi del Verona


    Lo scioglimento delle Brigate non intaccò minimamente la passione e l'entusiasmo dei tifosi gialloblù che rimasero ad applaudire la squadra anche dopo la retrocessione in Serie C del 2007. In quell'occasione per tutta la durata dei festeggiamenti dei tifosi e dei giocatori dello Spezia (risultati vincitori nel doppio confronto) la curva dell'Hellas rimase piena, ad intonare cori di sostegno e di appartenenza.
    Dopo questo risultato sportivo, nella campagna abbonamenti 2007-2008 le tessere sottoscritte dalla tifoseria aumentarono dalle 6073 dell'anno prima a 9635. Negli anni della militanza in Serie C1 (poi Lega Pro Prima Divisione) le statistiche hanno poi continuato a riportare settimanalmente presenze da record allo stadio che si aggiravano tra le 10 000 e le 17 000 unità, fino ad arrivare ai 25 328 spettatori che assistettero alla partita tra Hellas Verona - Portogruaro.
    Il dato venne quasi eguagliato l'anno dopo, quando il Verona ormai ad un passo dalla promozione affrontò e sconfisse la Salernitana nella finale play-off: quel giorno erano presenti allo stadio 22 548 spettatori.
    Impegno nel sociale
    Azionariato popolare (Verona col Cuore)

    Il 4 aprile 2012, la società gialloblù ha lanciato il progetto Verona col Cuore che è una società cooperativa no profit nata per favorire la crescita economica del club e di partecipare direttamente al capitale sociale dello stesso finanziandolo con tutte le quote degli iscritti all'associazione.
    L'idea è nata dal successo del progetto inglese Myfootballclub che ha acquistato un vero club calcistico in 20 000 tifosi.
    L’obiettivo dell’associazione è quello di sostenere l'Hellas Verona, nelle scelte societarie, nella programmazione sportiva e strategica con la detenzione di quote societarie comprese fra il 5% e il 25%, partecipando attivamente alla vita della squadra e alle decisioni del Consiglio di Amministrazione. Attualmente, il numero degli iscritti all'associazione sono circa duemila.

    Gemellaggi e rivalità

    Gemellaggi
    • Fiorentina
    • Sampdoria
    • Triestina


    Amicizie
    • Lazio


    Rivalità maggiori
    • Atalanta
    • Bologna
    • Brescia
    • Cagliari
    • Catanzaro
    • Genoa
    • Inter (ex gemellaggio)
    • Juventus
    • Livorno
    • Milan
    • Modena
    • Napoli
    • Pescara
    • Reggiana
    • Roma
    • Salernitana
    • Torino (ex gemellaggio)
    • Udinese
    • Vicenza
    • Chievo
    • Padova
    • Mantova


    I tifosi dell'Hellas Verona sono gemellati con i sostenitori della Fiorentina. Un gemellaggio molto sentito, uno tra i primi nella storia del calcio italiano. Altro gemellaggio della Curva Sud veronese è quello con i tifosi della Sampdoria che dura da più di vent'anni. Poi vi è un gemellaggio con la Triestina, questo risale agli anni settanta circa ed è molto sentito da entrambe le tifoserie, a causa delle forti convergenze delle due curve. Ci sono poi ottimi rapporti ma non un vero e proprio gemellaggio con la tifoseria della Lazio, anch'essa gemellata con quella della Triestina.
    A livello internazionale l'amicizia più importante è quella con gli "Headhunters" del Chelsea risalente alla seconda metà degli anni 70', quando ad alcuni membri delle Brigate fu concesso di esporre il loro striscione nella temutissima "Shed" dei tifosi inglesi. Un gran numero dei cori veronesi sono tratti dal repertorio dei tifosi del Chelsea, con testi tradotti e adattati, spesso in dialetto. Quando il Chelsea nel 1997 giocò la semifinale di Coppa delle Coppe contro il Vicenza (arcirivali del Verona), un gran numero di sostenitori dell'Hellas Verona era presente allo Stadio Romeo Menti di Vicenza insieme ai tifosi del Chelsea. Altre amicizie inglesi sono quelle con i sostenitori dell'Aberdeen e del Middlesbrough. Ci sono poi amicizie internazionali con gli "Ultras Sur" del Real Madrid, con quelli del Kaiserslautern, con le Brigadas Blanquiazules dell'Espanyol, con la Torcida Verde dei sostenitori dello Sporting Lisbona e si aveva infine un'amicizia con i tifosi del Lecce e con gli ora sciolti "Boulogne Boys" del PSG.
    La più accesa tra le rivalità dei tifosi del Verona è senza dubbio quella con i supporters del Vicenza, la squadra contro cui gli scaligeri hanno giocato il maggior numero di volte (93). Seguono a ruota quelle con il Brescia, il Napoli e il Genoa, a causa dei numerosi scontri avvenuti tra le opposte fazioni nel corso degli anni d'oro del tifo organizzato in Italia.
    Ci sono poi gravi inimicizie con gli ultras del Livorno, del Modena e del Bologna a causa di rivalità sportive che risalgono all'alba del calcio in Italia ed anche per via delle visioni politiche totalmente opposte di buona parte delle tifoserie; dell'Atalanta e del Cagliari, con molteplici scontri tra le due tifoserie dentro e fuori gli stadi (nel caso dei sardi, soprattutto dopo la nascita dello storico gruppo sconvolts); dell'Udinese, per via dell'amicizia che lega triestini e veronesi; della Roma, con le opposte fazioni che si rispettano ma non si amano di certo, anche per via dell'amicizia politica che lega veronesi e laziali; del Pescara per via del gemellaggio che lega i delfini abruzzesi ai vicentini; le rivalità con il Catanzaro, la Reggina e la Salernitana toccarono tutte e tre il loro apice in altrettanti spareggi vinti dal Verona: uno per la promozione in serie A disputato a Terni nel 1975 contro il Catanzaro (1-0); un doppio spareggio salvezza per la permanenza in massima serie contro la Reggina nel 2001 (1-0, 2-1) ed un doppio spareggio per la promozione in Serie B contro la Salernitana nel 2011 (2-0, 1-0).
    Sono pessimi anche i rapporti con i sostenitori delle tre big del calcio italiano: Milan (a cui il Verona costò due scudetti nel 1973 e nel 1990), Juventus (ripetutamente sconfitta e superata in campionato da Verona, Napoli e Roma nel corso degli anni 80) e Inter (ex gemellaggio interrotto bruscamente nel 2001 a causa di dissidi tra le due fazioni). Altro gemellaggio dissolto è quello con il Torino, in seguito al cambio generazionale delle due tifoserie che non si sono più trovate d'accordo, nonostante le due fazioni abbiano ancora in comune la fratellanza con i viola e l'odio per i bianconeri.
    Altre rivalità degne di nota si hanno infine con Venezia, Mantova, Palermo, Varese, Ascoli, Pisa, Cesena, Ternana, Perugia, Como, Padova, Spezia e Reggiana e con la maggior parte delle più importanti tifoserie del sud (come ad esempio Bari, Taranto, Cosenza, Foggia, Crotone e Avellino).

    La "rivalità" con il ChievoVerona

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    Lo Stadio Bentegodi, sede degli incontri di entrambi i club.


    Fino al 2001 fra il ChievoVerona e l'Hellas Verona non era mai esistito un vero e proprio rapporto competitivo: l'Hellas era il baluardo attorno al quale era ruotato per quasi cento anni tutto il calcio veronese, mentre il Chievo era una squadra locale che aveva trascorso diversi decenni a giocare nelle categorie inferiori. La prima promozione in Serie B dei clivensi avvenne infatti solo nel campionato 1993-1994, ed i rapporti tra le due tifoserie era ancora talmente neutri che nell'occasione anche dei gruppi di tifosi del Verona si recarono a Carrara per sostenere il Chievo nell'ultima partita.
    La promozione in Serie A del ChievoVerona nel 2000-2001 cambiò però le cose: permise innanzitutto a Verona di diventare la quinta città italiana (dopo Milano, Roma, Torino e Genova) a poter vantare un derby in massima serie (chiamato il derby della Scala o, più raramente, il derby dell'Arena), ed inoltre mise per la prima volta sullo stesso piano le due società. Negli otto precedenti in seconda serie, Chievo ed Hellas si erano divisi tre vittorie a testa e due pareggi (la più larga vittoria fu realizzata dall'Hellas nella stagione 1997-1998, quando i mussi volanti persero 4-0 nel girone di ritorno), senza quindi che nessuna delle due società stabilisse un'autentica superiorità sull'altra.
    Il primo derby in massima serie si disputò all'undicesima giornata del campionato 2001-2002, con le due squadre veronesi tra le prime quattro in classifica. Fu vinto dall'Hellas Verona, che rimontò il doppio vantaggio del ChievoVerona e vinse 3-2; i marcatori dei gol furono Luciano e Corini per il Chievo e Oddo, Lanna (autorete) e Camoranesi per l'Hellas. Il Chievo vinse invece il derby di ritorno; una doppietta di Cossato andò infatti a rimontare l'iniziale vantaggio dell'Hellas ad opera di Mutu.
    La stagione di Serie A 2013-2014 rivedrà, dopo 11 anni, il derby scaligero.
    Organico
    Rosa

    N. Ruolo Giocatore
    1 P Rafael
    2 D Tony Huston
    3 D Michelangelo Albertazzi
    4 C Simon Laner
    5 D Luca Ceccarelli (capitano)
    6 C Raphael Martinho
    7 C Emanuel Rivas
    8 A Daniele Cacia
    9 A Nicola Ferrari
    10 C Emil Hallfreðsson
    12 P Nícolas
    13 A Alessandro Sgrigna
    14 D Matteo Bianchetti
    15 A César Verdun
    16 C Matti Lund Nielsen
    17 C Alessandro Carrozza
    18 D Vangelis Moras
    19 C Jorginho
    20 D Domenico Maietta (vice capitano)
    21 A Juanito
    22 P Simon Sluga
    23 A Andrea Cocco
    24 C Armin Bačinovič
    25 D José Ángel Crespo
    27 D Giuseppe Pugliese
    29 D Fabrizio Cacciatore
    30 D Alessandro Agostini
    33 P Alessandro Berardi
    34 C Lugo Martinez

    Staff tecnico

    Staff dell'area tecnica
    • Sean Sogliano - Direttore sportivo
    • Massimiliano Dibrogni - Segretario generale
    • Alessandro Mazzola - Team manager
    • Mattia Rossetti - Dirigente accompagnatore
    • Franco Fioroni - Addetto all'arbitro
    • Andrea Mandorlini - Allenatore
    • Roberto Bordin - Allenatore in seconda
    • Mauro Marini - Preparatore atletico
    • Ermes Morini - Preparatore dei portieri
    • Simone Baggio - Collaboratore tecnico
    • Carlo Pasini - Responsabile sanitario
    • Alberto Fontana - Medico sociale
    • Luca Sebastiano - Medico sociale
    • Alberto Previdi - Fisioterapista
    • Gianluca Antolini - Massaggiatore




    Da wikipedia…foto dal web!!
     
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