LUCCA

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. gheagabry
     
    .

    User deleted


    Condividi

    « Tu vedi lunge gli uliveti grigi
    che vaporano il viso ai poggi, o Serchio,
    e la città dall'arborato cerchio,
    ove dorme la donna del Guinigi [...] »
    (Gabriele D'Annunzio, Elettra)


    LUCCA


    Lucca sorprende, affascina, incuriosisce. Come un felice testimone del proprio passato racconta della propria ricca storia, di regni e domini, di principi, principesse e musicisti. Lucca vanta una delle scuole di canto più antiche del mondo, nata nel VIII secolo d.C.
    Lucca, città bella e colta, di storia antichissima, è uno dei luoghi più conosciuti della Toscana dove aleggia la musica di Puccini. La città è racchiusa dentro un perimetro di 4 km di mura cinquecentesche che sono un vero e proprio simbolo. All'interno delle mura, il centro storico ha ben conservato il carattere di "città stato" di un tempo, le sue stradine strette e le caratteristiche piazze, su cui si affacciano case medievali e palazzi rinascimentali.
    Il Duomo di Lucca è un esempio eccellente e accattivante d'architettura pisano-lucchese e architettura romanica. L'attuale chiesa venne probabilmente costruita sopra le fondamenta di una chiesa romanica e venne completata ricostruita durante il XI secolo. Solo la facciata, disegnata nel 1204 da Guidetto da Como, in marmi dai colori alternati bianchi e verdi, è rimasta tecnicamente incompiuta. La struttura, nata con cinque navate e poi ridotta a tre navate, costituisce in effetti il primo esempio d'architettura pisano-romanica a Lucca. All'interno sono da ammirare in particolare le opere di Jacopo della Quercia, Nicola Pisano, Matteo Civitali. L'interno è in stile gotico, un elegante triforio di agili colonne nella navata centrale, tra archi a tutto sesto sostenuti da robusti pilastri. Il transetto settentrionale porta al Santuario, che si caratterizza per il grande affresco dell'altare Madonna con Bambino e Santi Stefano e Giovanni Battista (Fra Bartolomeo, 1509). La Sacrestia contiene un importante opera pittorica, la Madonna con Bambino circondata da Santi di Domenico Ghirlandaio. Sono diverse le opere d'arte conservate nel Duomo di Lucca, che è conosciuto soprattutto per ospitare un capolavoro d'eccezione: la tomba di Ilaria del Carretto, opera di Jacopo della Quercia, uno dei più alti esempi di scultura funeraria in Italia. La salma della giovane donna, moglie di Paolo Giunigi (che fu signore di Lucca dal 1400 al 1430) morta di parto nel 1405 a soli 26 anni, non è tuttavia mai stata custodita nel famoso sarcofago e riposa infatti nella cappella di Santa Lucia a San Francesco. Non si manchi di ammirare il pilastro adiacente la torre della chiesa, scolpito in un labirinto circolare del XII secolo, simbolo della lunga e tortuosa strada verso la salvezza cristiana.
    Chiesa di San Michele in Foro.. E' una delle chiese più belle e suggestive di tutta la Toscana, costruita nel punto in cui un tempo sorgeva un antico Foro Romano. La struttura della chiesa è in stile romanesco e venne edificata nel XII secolo, si compone di una facciata d'ispirazione pisana composta da archetti ciechi e portici colonnati sovrapposti, e sovrastata da una grande statua di San Michele affiancata da due angeli musicisti. Tre generazioni dei Puccini suonarono l'organo in questa chiesa, compreso un giovane Giacomo, che da ragazzo scelse di cantare nel coro.
    Il palazzo ducale di Lucca è uno dei principali edifici storici della città. Conosciuto anche come Palazzo della Signoria o Palazzo della Provincia, venne costruito sulle fondamenta dell'antico palazzo di Castruccio Castracani del XIV secolo. L'attuale palazzo venne costruito nel XVI secolo, al posto dell'edificio di Castracani, noto come Fortezza Augustea, e della successiva Cittadella di Lucca, che fu parzialmente smantellata dopo la caduta di Paolo Guinigi, signore della città nella prima metà del Quattrocento. Il palazzo attuale è di grandi dimensioni e fu completamente ricostruito secondo le direzioni architettoniche e stilistiche del fiorentino Bartolomeo Ammannati nel 1578, successivamente rivisitate nel Settecento da Francesco Pini, allievo di Filippo Juvarra, in stile barocco.
    Nel Medioevo vennero costruiti una serie di edifici sopra i resti di un anfiteatro romano del I e II secolo d.C., distrutto durante le invasioni barbariche ed usato come cava di materie prime necessarie alla costruzione delle chiese e dei palazzi della città. Lo schema dell'antico complesso era ancora visibile nel XIX secolo, quando il duca Ludovico commissionò all'architetto Lorenzo Nottolini la riorganizzazione di questo spazio urbano. Oggi la Piazza Anfiteatro è uno dei simboli di Lucca, prende la forma dalla sua antica struttura, ellittica, e si caratterizza per essere completamente circondata da una serie di caratteristici edifici medievali di diversi piani. L'unica via di accesso alla piazza è tramite un'arcata dalla via Fillungo. Il pavimento dell'originario anfiteatro è situato a circa 3 metri di profondità e lungo il perimetro del bordo esterno della piazza è possibile notare l'impronta del porticato antico. Alcuni degli edifici contengono campate di archi in tufo e altri resti originari dall'anfiteatro.
    Un tempo, Lucca era caratterizzata da diverse torri con dei piccoli giardini in cima. Oggi, una di queste rimane ancora a farsi ammirare dalla popolazione e dai visitatori: è la Torre Guinigi, parte del Palazzo Quattrocentesco della potente famiglia lucchese da cui prende ancora il nome. La torre alberata di Lucca è anche uno dei suoi simboli più rappresentativi, una struttura in mattoni rossi alta 44 metri e adornata nella sua cima da circa sette alberi di leccio.
    Palazzo Pfanner. Questo è uno dei palazzi più antichi della città, un tempo appartenuto alla famiglia Moriconi, una potente famiglia di mercanti locali, attiva nel settore della seta. Il palazzo risale alla seconda metà del Seicento e alla fine dello stesso secolo passò di mano alla famiglia Controni, per poi essere acquistato, nel XIX secolo, da Felice Pfanner, un imprenditore austriaco, che vi costruì all'interno una fabbrica di birra. Il birrificio rimase in funzione fino al 1929. Dagli anni '90 la famiglia Pfanner, che ne conserva tutt'oggi la proprietà, decise di aprire il palazzo e i giardini al pubblico. ll giardino venne creato probabilmente durante il XVIII secolo da un collaboratore di Filippo Juvarra, uno dei più grandi architetti barocchi del Settecento. Il palazzo è conosciuto anche per essere stato utilizzato in numerosi film italiani, tra cui il Marchese del Grillo con Alberto Sordi.

    ...la storia...



    Lucca era conosciuta come Luca dai Romani. L'origine del nome secondo Silvio Pieri è incerta. È stata fatta l'ipotesi di una radice celto-ligure luk, "luogo paludoso". Il deflusso irregolare del fiume Auser, infatti, causava molti problemi alla città, soggetta a continue alluvioni. Il nome della città di Lucca lo troviamo citato per la prima volta in una lettera che Cicerone scrive nel 46 a.C. a Bruto, all'epoca governatore della Gallia: Lucius Castronius Paetus longe princeps municipii Lucensis (Cicerone, Epistulae Ad Familiares, 13-13). Il testo di Cicerone, indicante probabilmente uno dei primi cittadini lucchesi nella storia, riporta l'etnico Lucensis ("lucchese"). Il nome di Lucca si trova attestato anche in Tito Livio e, per quanto riguarda le fonti greche, in Strabone (Λοῦκα, Lôuka).
    Le prime tracce di stanziamenti umani rinvenuti sul territorio di Lucca riconducono ai Liguri. Sembra, infatti, che Lucca sia stata fondata su di un'isola del fiume Auser (il Serchio come veniva chiamato anticamente). Furono comunque gli Etruschi, tra il VII e VI secolo a.C., a dare il primo decisivo contributo all'espansione demografica, economica e civile del territorio.
    La notizia più antica relativa a Lucca compare nelle Storie di Tito Livio e risale al 218 a.C. quando in città trova riparo il console romano Sempronio Longo dopo la sconfitta subita sul Trebbia da parte di Annibale. A conclusione della lunga campagna militare condotta da Roma contro i liguri Apuani, Lucca nel 180 a.C. divenne colonia latina e, insieme alla città ed al contado di Pisa, aggregata alla provincia di Liguria. Nel 89 a.C. divenne municipio e nel 59 a.C. divenne sede dell'incontro del primo triumvirato tra Pompeo, Cesare e Crasso. Durante la vita dell'Impero, la città si sviluppò in un importante nodo stradale (e forse anche una stazione militare) tra le vie Cassia, Clodia e Aurelia e conobbe il suo periodo di maggior floridezza, soprattutto tra il I e II secolo d.C. Gli importanti reperti archeologici, quali i resti delle prime mura, dell'Anfiteatro, delle Terme di Massaciuccoli e del Teatro, attestano ancora oggi il passato romano di Lucca.
    Con la caduta dell'Impero Romano di Occidente nel 476 d.C. la città venne occupata prima dai Goti, poi dai Bizantini (552) ed infine dai Longobardi (570), sotto i quali divenne capitale della Tuscia e sede di un importante ducato. Ai longobardi, convertiti al cattolicesimo, si deve anche la costruzione delle più antiche chiese lucchesi e l'insediamento di un potente vescovado. Con l'avvento dell'Impero Carolingio la città perse il suo primato sulle altre città toscane (Firenze era diventata la nuova capitale della Tuscia). Tra il X e XI secolo Lucca conobbe un periodo di maggior decadenza. Già con il XII secolo la vita della città riprese slancio: le attività mercantili incrementarono e venne istituita una nuova zecca: Per l'importanza dei suoi traffici si ritrovò in aperta rivalità con Genova e Pisa. Nelle campagne si consolidarono i Signori feudali mentre in città nuove classi si affermarono con l'appoggio dell'Imperatore del Sacro Romano Impero che nel 1081 concesse a Lucca l'esenzione dagli obblighi di vassallaggio dando nuova linfa ai commerci cittadini. Nonostante le numerose lotte contro Firenze, Arezzo, Siena, Prato, Orvieto e San Miniato, il periodo che va dal XII al XIII secolo fu sicuramente tra i più prosperi della storia lucchese. Il commercio della seta e l'attività dei suoi mercanti e banchieri (nel corso del ‘200 le compagnie di mercanti - banchieri lucchesi si costituiscono anche nei più importanti centri d'Europa) dettero prestigio e ricchezza alla città che nel 1119 si costituì in libero comune. Con la dieta di San Genesio nel 1162 i lucchesi ottennero la piena autonomia da parte dell'Imperatore Federico Barbarossa delle istituzioni comunali, dietro riconoscimento da parte loro dell'autorità imperiale. Nel corso del Trecento, la città conobbe un importante ampliamento delle proprie dimensioni, con la costruzione dei quartieri periferici di San Frediano e di Santa Maria Forisportam.
    Le complesse rivalità fra Guelfi e Ghibellini, prima, e tra Bianchi e Neri, poi, unitamente alle ambizioni delle famiglie più potenti, portarono ad un ridimensionamento progressivo delle forze del libero Comune di Lucca: nel 1314, infatti, il tiranno Uguccione della Faggiola, Signore di Pisa e capo dei Ghibellini toscani, si impadronì della città. Furono necessari due anni ai lucchesi per ripristinare l'autorità sulla loro città, grazie anche al capitano generale Castruccio Castracani. Il governo di quest'ultimo coincise con il periodo di maggior espansione del comune che conquistò in pochi anni Pistoia, Volterra e Luni, sconfiggendo anche i fiorentini nella Battaglia di Altopascio nel 1325 e nel 1327. L'espansione lucchese venne tragicamente arrestata dalla morte del Castracani stesso, colpito da un attacco di malaria nel 1328 durante la marcia trionfale verso Firenze. Un nuovo periodo di decadenza iniziò con la scomparsa del valoroso condottiero. La città passò da una Signoria all'altra; dal re Giovanni di Boemia, ai Rossi, già signori di Parma, agli Scaligeri, fino alla definitiva vittoria di Pisa nel 1342. Il potere pisano si protrasse sino al 7 aprile del 1369, quando i lucchesi ottennero dall'Imperatore Carlo IV un decreto di piena autonomia. Il comune entrò ancora una volta in una fase di piena espansione economica anche se continuarono le dure lotte tra le famiglie lucchesi per il predominio politico. Dal 1400 al 1430 Lucca fu dominata da Paolo Guinigi, la cui famiglia prevalse sui rivali Forteguerra: in quegli anni le arti ed i commerci ricevettero nuovo impulso, arricchendo ed abbellendo la città. I Guinigi vennero rovesciati nel 1430 da una congiura di nobili appoggiati da Francesco Sforza, condottiero al soldo di Filippo Maria Visconti, Signore di Milano. Con la discesa in Italia di Carlo VIII nel 1494, lo stato lucchese, grazie alla propria consolidata diplomazia e alle ricchezze economiche, operò una politica di equilibrio tra Francia e Spagna. Gli Imperatori Massimiliano I e Carlo V confermarono alla città gli antichi privilegi, nonostante quest'ultima subì alcune perdite territoriali in Garfagnana ed in Versilia. Con la metà del XVI si intensificarono i tentativi dei Medici di espandere a tutta la Toscana il loro predominio: è in questo periodo che vennero iniziati i lavori per la costruzione della terza, poderosa, cinta muraria, capace di resistere alle artiglierie di qualsiasi aggressore.
    Per tutelare al meglio la propria indipendenza, Lucca si costituì nel 1556 in Repubblica aristocratica (assetto istituzionale che durò sino al 1799) con la Riforma Martiniana (dal nome del Gonfaloniere Martino Bernardini) che riservò ai soli lucchesi l'accesso alle cariche pubbliche. A partire dal Cinquecento, la città conobbe uno straordinario sviluppo della cultura musicale grazie all'opera dei maestri Guami, Malvezzi, Gregori, Gasperini, Gemignani e Boccherini. La grande tradizione lucchese culminerà qualche secolo più tardi con Giacomo Puccini (1858-1924), ultimo rappresentante di una famiglia di insigni musicisti. L'assetto istituzionale aristocratico della città si consolidò nel 1628 con la Riforma del Libro d'oro contenente i nomi delle famiglie nobili tra cui scegliere i governanti.
    Durante il XVII secolo vennero continuati e conclusi (1645) i lavori di costruzione della imponente cinta muraria. Il settecento vide un ulteriore crescita culturale della città: l'Accademia degli Oscuri, la Congregazione dei Chierici ed i Fisici dettero un grande contributo alla vita intellettuale di Lucca che promosse, nel 1759, la prima edizione italiana dell'Encyclopédie di D. Diderot e J. D'Alembert. Tuttavia un lento e inarrestabile declino trascinò la repubblica. Il processo culminò con l'arrivo delle truppe rivoluzionarie francesi, il 22 gennaio del 1799, che imposero alla città un governo democratico. Tre anni dopo Napoleone dette a Lucca un nuovo Statuto, trasformandola nel 1805 in un Principato, al cui governo fu posta la sorella Elisa Baciocchi, moglie di Felice Baciocchi. Furono anni di grandi riforme a favore del popolo, della borghesia colta e dei professionisti; le arti e le scienze ricevettero nuova dinamicità e vennero portate a compimento molte opere di pubblica utilità. Caduto l'Impero napoleonico, dopo la breve reggenza austriaca (1815-1817), nel 1817 Lucca divenne un Ducato passando sotto il dominio di Maria Luisa Borbone di Spagna (1817-1824) prima, e di suo figlio Carlo Ludovico (1824-1847) poi. Durante il governo borbonico si attuò un importante ed intensa opera di razionalizzazione architettonica della città, grazie soprattutto al genio dell'architetto Lorenzo Nottolini, al quale si deve anche la creazione della stupenda passeggiata sulle mura urbane. Nacque negli stessi anni la Cassa di Risparmio, ed iniziò lo sviluppo del centro balneare di Viareggio e di quello termale di Bagni di Lucca. Nel 1847, con la morte di Maria Luigia d'Asburgo Lorena il Ducato di Parma e Piacenza tornò (secondo gli accordi del Congresso di Vienna) ai Borbone che lasciarono così Lucca, la quale venne annessa al Granducato di Toscana di Leopoldo II. Con il plebiscito dell'11 marzo 1860 il Granducato venne annesso al Piemonte che completerà il processo dell'Unità Nazionale l'anno successivo.(informagiovani-italia.com)

    ...le mura...


    Quella attualmente esistente è la quarta cinta muraria, l'ultima tra quelle di cui Lucca nel corso dei secoli si è munita. La prima fu quella romana del II secolo A.C., la seconda quella medievale terminata nel 1270. Alla terza si lavorò intervenendo sul precedente tracciato tra la fine del quattrocento e l'inizio del secolo seguente. Intorno al 1500 però la tecnologia militare fece passi da gigante. Gli eserciti cominciarono a utilizzare armi a tiro dritto, artiglierie che avrebbero potuto non essere fermate dalle Mura che cingevano la città e che erano, in sostanza, alte, esili barriere progettate più per impedire lo scavalcamento di colpi a traiettoria calante che la forza dirompente dei colpi diretti. A complicare ulteriormente le cose ai lucchesi - che rimarranno indipendenti fino al 1847 - era anche Firenze i cui domini estesi a tutta la Toscana arrivavano ad Altopascio, un paese a quindici chilometri da Lucca. Così, pur se a malincuore, a causa delle ingenti spese necessarie, nel 1544, dopo estenuanti dibattiti, fu avviato un cantiere che ebbe vita lunga e tormentata. I lavori furono diretti da esperti provenienti da diverse città italiane (in particolare da Urbino) e da tecnici fiamminghi. Elevatissimo il numero di sterratori, carrettieri, carpentieri, fornaciai, fabbri e muratori giornalmente impegnati (fino a 2.000) tanto che, per le mansioni più semplici, tra gli abitanti del contado, si ricorse ad una sorta di arruolamento obbligatorio, le cosiddette "comandate", partite di lavoranti prese a giornata o a settimana. I lavori terminarono definitivamente più di un secolo dopo, nel 1650. La cerchia è composta da dodici cortine, a terrapieno, che congiungono tra loro undici baluardi: nove a sprone, assai sporgenti e muniti di orecchioni (secondo una tipologia costruttiva affermatasi alla metà del '500); uno, quello di S.Maria, dai fianchi quadrati; e uno, quello di S.Frediano, più propriamente una piattaforma. Quattro chilometri e duecento metri di fortificazione con muro a scarpa, larga alla base trenta metri, sulla quale erano piazzati 124 pezzi d'artiglieria. Verso la città scendevano gradoni di terra dove, per consolidare i terrapieni e per procurarsi legna in caso di lungo assedio, furono piantati degli alberi. Verso l'esterno il sistema difensivo fu rafforzato dallo scavo di un fossato di trentacinque metri di larghezza, da dodici mezze lune di terra con basamenti in muratura (due delle quali, le uniche rimaste, sono presenti nel tratto compreso tra la piattaforma di S. Frediano e il Baluardo di S. Donato), da un lungo terrapieno continuo e infine dal taglio di tutte le piante entro un raggio di mezzo miglio, l'area di rispetto (chiamata la linea delle tagliate) realizzata per non lasciare al nemico, nelle immediate vicinanze della città, legname per le artiglierie. Le costruzioni che sono presenti lungo le cortine, le "casermette", erano gli alloggi della guardia. L'unico allarme che queste Mura hanno fronteggiato è stato quello dell'acqua del fiume, il Serchio, che nel 1812 stava per inondare la città. Furono in quell'occasione chiuse e tamponate tutte le porte e la città rimase illesa. Al 1812 del resto le Mura avevano attenuato il loro carattere marziale perché gli austriaci durante uno dei due avvicendamenti con l'esercito francese avvenuti dopo il 1799, si erano portati via i cannoni. Dopo il Congresso di Vienna il nuovo Ducato di Lucca (la città era stata prima governata per alcuni anni come Principato dalla sorella di Napoleone, Elisa, poi da alcuni governi provvisori) fu affidato ai Borbone di Parma, nella persona della duchessa Maria Luisa che incaricò, nel 1818, l'architetto Lorenzo Nottolini della nuova sistemazione a verde di una parte di Mura. Nel 1820 fu istituito l'Orto Botanico ben presto centro di ferventi studi scientifici, strumento di gestione del nascente parco delle Mura, e fondamentale centro di diffusione di apprezzate specie esotiche nei giardini della città e nei parchi del territorio. La riconversione dell'antico sistema difensivo ad uso civile, per il tempo libero e lo svago, fu poi ulteriormente accentuata nel 1840 quando fu costruito, sul Baluardo S. Maria, il Caffè delle Mura, poi demolito e ricostruito arretrato nel 1885, per creare uno piazzale con la statua di Vittorio Emanuele II, in diretto collegamento con il centro urbano. E' il concretizzarsi di quell'idea di parco pubblico che proprio in quegli anni cominciava a diffondersi e a prendere corpo. Le porte originariamente erano solo tre: S. Pietro, S. Donato e S. Maria. Porta Elisa, di stile neoclassico, fu inaugurata nel 1811. Porta S. Anna nel 1910. Porta S. Iacopo (o IV Novembre) nel 1930. Nel 1866 di fronte al rischio di una vendita delle Mura ai privati il Comune decise di acquistarle dal Regio Governo (al cui demanio come struttura difensiva appartenevano): una scelta felice che ne ha garantito la sopravvivenza.(.lemuradilucca.it)

    ...miti e leggende...


    Lucida Mansi vissuta nella Lucca del 1600, è descritta giovane, ricca, incredibilmente bella, elegantissima e assetata d'amore. Perdutamente innammorata di sè, aveva fatto installare in casa sua una miriade di specchi, per ammirarsi vestita solo delle sue grazie. Addirittura aveva perfino nascosto un piccolo specchio nel libro delle Sacre Letture, per potersi guardare durante la messa. Quando, a furia di guardarsi, si rese conto che comparivano le prime rughe ed i primi capelli bianchi, non esitò a stringere un patto con il diavolo: la sua anima per trent'anni di giovinezza. Giunta al termine dei trent'anni venne il momento di onorare il patto ed in una notte dei tempesta, si dice, che ella scomparve, e nella sua casa fu trovata una buca così profonda che non fu possibile chiudere. Adesso la leggenda vuole che nelle notti di luna piena, Lucida apparirebbe nel laghetto del Giardino Botanico, a bordo di un cocchio infuocato, apparizione preceduta da grida e lamenti di dolore, e che ogni tanto sia possibile vedere il suo volto rispecchiato nel laghetto del giardino.
    I Mansi appartennero ad una famiglia molto conosciuta ed apprezzata in Europa per il commercio delle sete già prima del sec. XVI, quando operavano a stretto contatto con altre famiglie nobili lucchesi come i Buonvisi, gli Arnolfini ed i Cenami. Proprio dai Cenami, i Mansi acquistarono nel 1600, quella che poi sarebbe diventata la loro residenza estiva nella campagna lucchese: VILLA MANSI.

    La pietra del diavolo...Nel 1500 quando i Bernardini decisero di costruire l'omonimo palazzo, dovettero procedere all'abbattimento di qualche fabbricato e tra l'altro anche di uno sul quale era raffigurata una sacra immagine. Secondo quanto la leggenda ci racconta, quando gli operai andarono a murare la pietra dello stipite, la pietra si incurvo' piu' e piu' volte fino a quando, ormai terrorizzati, gli operai si rifiutarono di lavorarci nuovamente. Se sia un miracolo o un fatto naturale non è dato di saperlo, resta comunque il fatto che da quell'epoca la pietra è rimasta così come la vediamo adesso ai giorni nostri.

    La balena...Posta sulla facciata della Chiesa dei Servi, accanto alla porta maggiore, si trova una lapide in marmo bianco, consunta dal tempo, che dice: "Balene, pistrci, delfini e orche e gli altri mostri del l'Oceano e del nostro mare, qualunque (mostro) tu hai o Nilo, qualunque ne annovera il mirabile Gange, questa sola bestia vi dà testimonianza. L'apertura della bocca e la costola dimostrano la vastità del rimanente corpo. Il mare toscano la gettò sul lido di Lucca nell'anno di salute 1495. Nicolao Tegrimi pose." Quindi appena tre anni dopo la scoperta dell'America, la gente accorreva a vedere questa bestia, in mezzo ad un concerto di stupore ed acclamazioni, la carcassa di questa povera balena appesa proprio dove adesso si trova la lapide. (luccavirtuale.it)
     
    Top
    .
0 replies since 29/4/2013, 11:15   373 views
  Share  
.