Grammatica-Analisi logica e grammaticale..verbi

appunti per studenti!!

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    COS'E L'ANALISI LOGICA?


    L'analisi logica o sintassi, è il procedimento che permette di riconoscere i singoli componenti di una frase.
    Cenni preliminari
    Le frasi in analisi logica


    In analisi logica, si distinguono tre tipi di frasi, con caratteristiche differenti, la frase minima, la frase semplice e la frase complessa.

    1. La frase minima è composta da soli due elementi: il soggetto ed il predicato sia nominale che verbale.
    2. La frase semplice, è dotata di senso compiuto, possiede un solo verbo ed un solo soggetto con dei complementi o delle espansioni.
    3. La frase complessa, possiede le stesse caratteristiche della frase semplice, con la differenza che possiede più di un predicato, e una "parte di frase" chiamate proposizioni per ognuno di questi.

    I sintagmi

    Un sintagma è un "pezzo di frase", e individua le parti da analizzare. Ad esempio La Divina Commedia è stata scritta nel 1300 da Dante Alighieri, sommo poeta fiorentino andrà divisa in questo modo: La Divina Commedia / è stata scritta / nel 1300 / da Dante Alighieri / sommo poeta fiorentino, così che al momento dell'analisi, le parti da analizzare saranno già divise.
    Gli elementi che formano una frase
    Gli elementi fissi
    Predicato

    Il predicato è il motore della frase, ovvero ciò che indica l'azione che il soggetto compie in una frase può essere nominale se è formato da un verbo + aggettivo. In questo caso, esprime una qualità come ad esempio è stata una giornata calda oppure Giovanna è bionda. Verbale se il verbo è solo come ad esempio Francesco questa sera andrà alla festa di compleanno di Luca
    Soggetto

    Il soggetto è colui che compie o subisce l'azione espressa dal predicato o meglio è l'ente a cui si riferisce il predicato. (Es. io sono amato; sono amato = predicato, io = soggetto, chi compie l'azione, chi ama non è espresso in questa frase).
    Elementi variabili
    I complementi


    I complementi sono parti del discorso che ampliano la frase con informazioni di qualunque genere. Durante l'analisi logica, è possibile aiutarsi nel riconoscimento dei complementi indiretti con una tavola che potete trovare qui: Tavola complementi indiretti Ecco un elenco dei complementi



    Che cos’è l’analisi grammaticale?

    Che-cos-e-l-analisi-grammaticale

    Analizzare grammaticalmente una frase vuol dire scomporla nelle sue varie componenti e specificare, per ognuna di esse, le caratteristiche che le definiscono. Per ogni aggettivo, avverbio, nome, pronome, verbo ecc. bisogna, dunque, elencare le proprietà morfologiche proprie o derivanti dalla relazione con altre parole.

    Le parti del discorso oggetto dell’analisi grammaticale sono:

    - Articolo, del quale bisogna specificare funzione, genere e numero.

    - Nome: tipologia, genere e numero.

    - Aggettivo: tipologia, genere, numero e, eventualmente, struttura e grado.

    - Pronome: tipologia, genere, funzione e numero.

    - Verbo: coniugazione, forma, funzione, genere, modo, tempo, persona e numero.

    - Avverbio: categoria, tipologia, struttura e grado.

    - Preposizione: categoria e struttura.

    - Congiunzione: tipologia, forma e funzione.

    - Interiezione: forma e tipo.

    Questo breve ed essenziale elenco ci fornisce i primi cenni dell’analisi grammaticale,

     
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    Cos'e' una FRASE SEGMENTATA

    La frase segmentata è frase costituita da due parti (di solito separate da leggera pausa), una che richiama l'argomento già noto (o tema) del discorso, l'altra, collegata mediante un pronome di ripresa o di anticipazione, che sviluppa l'informazione nuova (o rema):
    es. il caffè, lo prendo amaro;
    es. lo rivedrei volentieri, questo film.

    Fonte .http://dizionari3.corriere.it/dizionario_italiano/S/segmentato.shtml

     
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    Virgola - Quando si usa?
    Sembra un appunto inutile, ma ancora in molti sbagliano quando vanno a fare un tema e non sanno esattamente dove posizionare la virgola.

    Quando si mette la virgola?

    Nelle elencazioni e nelle descrizioni:
    Es.Al supermercato devi comprare il pane, la nutella, i formaggi e la bresaola.

    Nelle frasi coordinate prive della congiunzione:
    Es. Il nonno è originario di Trento, la nonna invece è nata a Roma.

    Quando ci si rivolge a qualcuno direttamente:
    Es.Mauro, ricordati di studiare per il tema di matematica.

    Prima e dopo un inciso:
    Es. Luca, che fa parte della classe 1^b, studia alla scuola di musica di Milano.
    Es.Il proffessore, preoccupato per la situazione della classe emersa durante gli scrutini, propose di inserire il cinque in condotta.

    Per separare una frase principale da una coordinata introdotta dalle congiunzioni: ma, però, tuttavia, anzi.

    Es. Non sto bene,ma devo partire lo stesso.
    Es. Non ho notizie di Luca, anzi non lo sento da due mesi.

    Per separare una frase principale da una subordinata introdotta da: benchè, sebbene, per quanto, poichè, giacchè, quando, mentre e se (con valore ipotetico).
    Es. Ti ho preparato una cioccolata calda, anche se non te la meriti.
    Es.Ti ho messo una nota, poichè non hai studiato.



    Verbi (10733)
    Schema abbastanza riassuntino, utilissimo per la costruzione di bigliettini


    Intransitivi: (solo attivi) se l’azione non può transitare su un complemento oggetto.

    Transitivi: (attivi, passivi, riflessivi) se l’azione può transitare su un oggetto.

    Attivo: se l’azione è compiuta dal soggetto.

    Passivo: se l’azione è subita dal soggetto.

    Riflessivo: se l’azione si riflette sul soggetto.

    Proprio: la particella pronominale funge da complemento oggetto ( per esempio: Egli si guarda).

    Apparente: la particella pronominale funge da complemento di termine (per esempio: Egli si guarda le mani).

    Reciproco: i soggetti si scambiano l’azione a vicenda (per esempio: Noi ci scriviamo).

    Impersonale: se non c’è un soggetto determinato.

    Pronominale: la particella pronominale è parte integrante del verbo intransitivo.

     
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    Verbi transitivi e intransitivi
    Il verbo si dice transitivo quando l’azione si espande su un oggetto diretto; si dice intransitivo quando esprime un’azione o uno stato in assoluto e non esige un oggetto diretto



    Il verbo si dice transitivo quando l’azione si espande su un oggetto diretto (complemento oggetto) es. ‘leggo un libro’.
    Si dice intransitivo quando esprime un’azione o uno stato in assoluto e non esige un oggetto diretto: es. ‘nasco’, ‘corro’.
    Molti verbi non sono transitivi o intransitivi ‘per natura’, ma ammettono sia un uso transitivo sia un uso intransitivo: ad esempio nella frase ‘io mangio una mela’ il verbo ‘mangiare’ è usato in funzione transitiva, mentre nella frase ‘io mangio al ristorante’ lo stesso verbo è usato in funzione intransitiva.

    Le forme dei verbi

    - FORMA ATTIVA: quando chi compie l’azione espressa dal verbo è l’elemento che nella frase ha funzione di soggetto; essa è propria di tutti i verbi transitivi e intransitivi;

    - FORMA PASSIVA: quando chi compie l’azione espressa dal verbo è l’elemento che nella frase ha la funzione non di soggetto, ma di complemento d’agente.

    La forma passiva è caratterizzata dalla presenza degli ausiliari ‘essere’ o ‘venire’ ed è ammessa solo da verbi transitivi. La forma passiva può essere espressa anche con il ‘si passivante’;

    - FORMA RIFLESSIVA: quando l’azione o lo stato espressi al soggetto ‘si riflettono’ in tutto o in parte sul soggetto stesso, di norma richiamato con un pronome personale. Quando il pronome ha funzione di oggetto diretto si ha il riflessivo diretto o il riflessivo reciproco ; quando, invece, il pronome pur riferito al soggetto, ha una diversa funzione sintattica si ha il riflessivo indiretto;

    - FORMA IMPERSONALE: quando il verbo viene usato alla 3° persona singolare senza alcun soggetto espresso, o è preceduto dalla particella ‘si’ in espressioni del tipo ‘si dice’, ‘si chiacchiera’, ecc;
    Si parla comunemente di ‘forma impersonale’ anche quando il soggetto, è costituito non da un nome o da un pronome ma da un intera proposizione.



    Verbi servili e fraseologici
    Alcuni verbi si uniscono ad altri per completarne il significato e si dicono servili; altri si uniscono per formare un unico predicato e si dicono fraseologici

    Alcuni verbi, pur avendo un significato autonomo, si uniscono ad altri per completarne il significato, per accentuare una sfumatura, precisandone la persona, il tempo, il modo così da formare un unico predicato. Per questo motivo sono chiamati veri servili e sono tre:
    1. dovere
    2. potere
    3. volere
    Seguiti poi da verbi marginali come:
    * osare
    * preferire
    * desiderare
    esempi:devo partire, Paolo non vuole arrivare in ritardo, Matilde non ha potuto telefonare
    Questi verbi se sono usati in modo autonomo si coniugano con l'ausiliare avere; quando sono in funzione di verbi servili si coniugano con l'ausiliare del verbo che reggono (es. Luisa è dovuta partire, Sonia ha voluto correre).

    Tuttavia li coniughiamo sempre con l'ausiliare avere se:
    1. sono servili del verbo essere( avresti potuto essere il migliore),
    2. sono servili di verbi alla forma riflessiva o intransitiva pronominale con la particella dopo il verbo, in posizione enclitica (Ha potuto lavarsi, ha preferito fermarsi)

    Verbi Fraseologici
    Alcuni verbi, pur avendo un loro significato automo, si uniscono ad altri, formando un unico predicato, in forma di perifrasi.Questi verbi si uniscono all'infinito del verbo che reggono tramite una preposizione, costituendo una specie di frasi, detti appunto fraseologici. Esempi: La tempesta sta per arrivare, La nonna ha iniziato a curarsi,Tra poco comincierà a ridere

    Sono verbi fraseologici:
    1. cominciare a
    2. stare per
    3. provare a
    4. sforzarsi di
    5. tentare di
    Altri verbi, come:
    * fare
    * lasciare
    Si uniscono direttamente al verbo che reggono : ed esprimono l'azione causata dal soggetto, sono perciò detti verbi causativi: es.Ada lasciò uscire il cane. Quando esprimono il rpolungarsi di un'azione causata dal soggetto sono seguiti dal gerundio esempio: "sto parlando", "cosa vai dicendo?".

     
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    Verbi impersonali
    Si dicono impersonali quei verbi che non rimandano a una persona o una cosa determinata e che si adoperano solo alla 3° persona singolare o nei modi indefiniti

    Verbi impersonali

    Si dicono impersonali quei verbi che non rimandano a una persona o una cosa determinata e che si adoperano solo alla 3° persona singolare o nei modi indefiniti.
    Sono impersonali i verbi che riguardano fenomeni atmosferici (nevica, piove, ecc…), e le locuzioni composte dai verbi fare o essere seguiti da un aggettivo o da un sostantivo. Questi verbi possono avere una costruzione personale solo se vengono usati in senso figurato.
    Esempio: piove da 2 giorni. (costruzione impersonale)
    Sull’oratore piovvero fischi e urla. (costruzione personale)

    Dei verbi, come sembrare, accadere, capitare ecc…, possono essere usati sia come verbi personali che impersonali.
    Nei tempi composti i verbi impersonali richiedono l’ausiliare essere.

    Esempio: Mi è sembrato giusto.

    I verbi indicanti fenomeni atmosferici ammettono sia l’ausiliare essere sia l’ausiliare avere.
    Esempio: ieri sera è piovuto.
    Aveva piovuto per tutta la notte.

    Per rendere impersonale la frase si può usare:
    - la particella pronominale si con verbi transitivi attivi privi di complementi oggetti o con verbi transitivi; (qui si dorme bene)
    - la 3° persona singolare di un verbo in forma passiva; (non è permesso entrare)
    - un pronome indefinito che funge da soggetto generico; (se qualcuno vuole, può telefonare)
    - la 3° persona plurale di un verbo; (dicono che sia una persona umile).

     
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    Trama
    Descrizione del concetto di trama, fabula e intreccio


    La Trama
    Narrare vuol dire raccontare storie, ma una storia non basta per creare un racconto. Infatti la storia è un semplice susseguirsi di avvenimenti, una vicenda che per qualche motivo appare significativa allo scrittore; il racconto è invece la forma che lo scrittore ha dato a quella serie di fatti. È la bravura di chi scrive che permette al lettore di vivere ciò che sta leggendo.
    Esistono precise tecniche narrative per dare ordine e ritmo alle trame. Un lettore ingenuo non se ne accorge neanche, si immerge nella lettura e lascia prendere dalla vicenda. Un buon lettore, invece, le riconosce ed è in grado di capire come è costruito un racconto.

    Gli elementi della trama
    Fabula e intreccio

    La trama è la sintesi dell’intreccio di una storia. L’intreccio è l’ordine stabilito dallo scrittore per raccontare i fatti. Esso può essere lineare, cioè che segue l’ordine cronologico, oppure manipolato, ossia che segue un ordine diverso: attraverso il flashback si può tornare indietro nel tempo, mentre con il flash forward si può anticipare ciò che accadrà dopo. La fabula è l’ordine cronologico dei fatti narrati.

    Sequenza e schema narrativo
    Per ricostruire la trama bisogna riconoscere i blocchi che costituiscono il testo, cioè scomporlo in sequenze. Queste possono essere narrative, se si narrano fatti, descrittive, se si presentano personaggi e ambienti, oppure riflessive, se si espongono pensieri e riflessioni.

    Per ricavare la fabula bisogna riordinare i fatti in ordine cronologico e un utile strumento può essere lo schema narrativo:
    Situazione iniziale: situazione di equilibrio e normalità;
    Azione complicante: evento che mette in moto la vicenda;
    Sviluppo: insieme dei fatti causati dall’azione complicante;
    Scioglimento: evento che conclude la storia;
    Situazione finale: situazione dei personaggi alla fine della storia.

    Ritmo della narrazione
    Se un racconto contiene soprattutto azioni è un racconto a ritmo veloce, se invece dedica ampio spazio alle descrizioni e alle riflessioni possiede un ritmo più lento. Il ritmo risulta infatti dal rapporto che si stabilisce tra il tempo della storia, ossia la durata degli avvenimenti, e il tempo del racconto, ossia la durata della lettura.

    Pausa (descrittiva o riflessiva): il narratore interrompe la storia per un commento, per descrivere luoghi o personaggi (tempo del racconto > tempo della storia)
    Analisi: il narratore descrive in dettaglio le azioni, l’ambiente, il personaggio (tempo del racconto > tempo della storia)
    Scena (d’azione o dialogata): il narratore fa coincidere il tempo del racconto con quello della storia.
    Sommario: il narratore riassume molti eventi in poche righe (tempo del racconto < tempo della storia)
    Ellissi: il narratore omette di raccontare avvenimenti accaduti in un certo periodo di tempo (tempo del racconto < tempo della storia)
    Pausa e analisi rallentano il ritmo del racconto, la scena dà equilibrio, sommario ed elissi accelerano il ritmo della narrazione.

     
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    Testo Teatrale
    Appunto su come si scrive un testo teatrale, diviso per i suoi vari generi: la commedia, il dramma borghese e, infine, la tragedia

    Testo Teatrale

    Il testo teatrale viene scritto per essere rappresentato sulle scene; ha dei mezzi di comunicazione che sono: il tono della voce, l'eventuale musica, scenografia, gesti, costumi, le luci, postura. Le opere teatrali non possono escludere lo spettatore, perché se non ci fosse lo spettatore,non ci sarebbe lo spettacolo,
    Il testo teatrale nasce con i culti di Dioniso e nasce sopratutto per fine religioso, veniva eseguito con danze, canti e con qualche battuta. Persiste per secoli la religiosità del teatro nel mondo greco, rappresentano tragedie e commedie. Il teatro fu accessibile a tutti, persino alle classi sociali più povere: o si pagava poco oppure non si pagava niente, ci fu il famoso DO UT ES(il teatro veniva pagato dai nobili come una specie di scambio, io ti do lo spettacolo e tu mi dai l'appoggio per le elezioni )

    La parola "Dramma" allora significava non un "qualcosa di triste" ma un "azione recitata"
    La tragedia è un mimesi, gli attori sul palco imitano situazioni reali.
    Aristotele disse che le tragedie rispettano tre unità e questi sono diventati le tre
    regole aristoteliche anche se lui non ha mai pretesto che queste tre unità fossero considerate rigide.
    Alessandro Manzoni fu il primo a livello Franco-Italiano a non considerare queste tre unità, che sono:

    Unità di tempo: facessero sì che le tragedie si svolgesse in una giornata e tutto quello che accade prima sta nel prologo.

    Unità di luogo: luogo fisso, se fosse successo qualcosa all'infuori del luogo prestabilito veniva raccontata attraverso un personaggio.

    Unità d'azione:l'azione rimane unitaria. Esempi di teatro sono:tragedia, commedia, dramma borghese

    Tragedia
    La tragedia si sviluppa in due fasi:
    1. peripezia (rottura dell'equilibrio iniziale, serie di azioni),
    2. riconoscimento (avviene un qualcosa che muta e capisce i rapporti tra i personaggi)

    Catastrofe: l'azione precipita verso l'epilogo e la morte diventa necessaria per la purificarsi(quasi sempre nelle tragedie il "buono" viene ucciso dal "cattivo" e quindi lo spettatore si immedesimava nel buono o viceversa e quindi avevano un alta moralità)

    Commedia: conosce tre momenti: il momento iniziale in cui si ostacola un sogno, un desiderio o una cospirazione(di solito amorosa)
    Le vicende si concludono e quindi, il lieto fine, il sogno si realizza e si ristabilizza l'equilibrio.

    Dramma borghese: nasce nella seconda metà dell'ottocento ed è un via di mezzo tra la tragedia e la commedia. I protagonisti sono quasi sempre della classe borghese.



    Analisi testo poetico - Schema
    Rapprsentta uno schema di analisi, che serve ad approfondire le poesie attraverso degli aiuti

    Scheda di analisi di un testo poetico-
    Un testo poetico è costituito da una pluralità di livelli strettamente connessi tra loro, per tanto per intenderlo nella sua complessità dobbiamo scomporlo e ricomporlo. Possiamo così sintetizzare l’itinerario da seguire nell’analisi del testo poetico.
    1. Epoca
    2. Testo è tratto da
    3. Autore
    4. Parafrasi: E’ il punto di partenza dell’analisi del testo poetico; questa permette di prendere contatto con il testo, infatti fare la parafrasi vuol dire passare dalla poesia alla prosa e spiegare concetti e parole seguendosi di un linguaggio quotidiano, che aiuti a spiegare il testo rendendolo più accessibile alla comprensione.
    5. Individualizzazione dei temi e della loro articolazione nel testo: Si passa ad individuare i temi centrali nel testo ( livello tematico).
    6. Livello metrico- ritmico (versi, strofe, rime o forma metrica)
    7. Livello sintattico: Struttura dei periodi, le figure d’ordine. Rapporti tra figure sintattiche e figure di significato.
    8. Livello lessicale: Parole chiavi, figure del significato.
    9. Livello fonico: Suoni predominanti (figure di suono), rapporto fra suono e senso.
    10. Rapporti extratestuali e intertestuali: conclusa l’analisi del testo si passa alla contestualizzazione cioè si coglieranno i rapporti che legano il raccoglimento alla realtà storico culturale nella quale è stato prodotto ( vanno considerate anche le opere alle quali l’autore si è ispirato).

     
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    Testo narrativo
    Come produrre una saggio-commento di un testo narrativo

    Analisi di un testo narrativo
    • Qual è il titolo del testo narrativo e dell’opera da cui è tratto?
    • Chi è l’autore? In che periodo è vissuto e a quale corrente letteraria appartiene?
    • Qual è il genere a cui appartiene il testo? Da quali elementi lo deduci?


    LE STRUTTURE DEL TESTO
    • Qual è la trama de testo? Si tratta di fatti reali, verosimili o fantastici
    • Quali sono le caratteristiche essenziali dei personaggi? Qual è il loro ruolo nella vicenda?
    • Quali sono gli ambienti e il tempo in cui le vicende si svolgono? Quali caratteristiche hanno?

    LE INTENZIONI DELL’AUTORE
    • Quali sono le tematiche che l’autore affronta nel testo?
    • Qual è il suo punto di vista rispetto a tali argomenti?

    • Nel corso della narrazione ci sono commenti dell’autore? Quali?
    • Qual è l’atteggiamento dell’autore rispetto ai personaggi (di identificazione, di condanna, etc.)?
    • Quali sono i valori dell’autore (ideologia politica, religiosa, poetica)?

    LINGUA E STILE
    • Le vicende sono narrate in prima o in terza persona?
    • L’autore utilizza un linguaggio realistico e crudo o allusivo, fantastico, simbolico?
    • Il lessico è aulico, arcaico, dialettale, tecnico, gergale?
    • La sintassi è semplice o complessa? Perché?
    • Lo stile è essenziale, incisivo, contratto o elaborato, ampio, discorsivo?

    RIFLESSIONI PERSONALI
    • Qual è il tuo giudizio su tematiche, personaggi, situazioni, messaggio di questo testo?

    Testo narrativo - Tempi
    Appunti sui due tempi del testo narrativo, ovvero vengono specificati il tempo della storia e il tempo del racconto.

    Tempi del testo narrativo
    Il tempo della storia
    Ogni storia è ambientata in un determinato momento storico e questo è un elemento spesso fondamentale per capirne il significato.
    Per esempio i promessi sposi sono collocati nel seicento e non avrebbero senso in un altro periodo storico.
    Il momento storico può essere dichiarato esplicitamente o può essere descritto dal lettore in base a riferimenti impliciti. Inoltre, ogni storia copre n certo arco di tempo: gli avvenimenti narrati possono svolgersi in poche ore, in alcuni giorni e in molti lunghi anni.

    Il tempo del racconto
    L’autore può fare numerose scelte diverse per raccontare i fatti; può riassumerli, può tralasciarne qualcuno, può tacere alcuni avvenimenti, può dedicare molto spazio a un avvenimento ecc…

    Per analizzare il tempo del racconto distinguiamo tre elementi:
    - La distanza tra l momento in cui gli eventi si sono verificati;
    - Il momento in cui vengono narrati;
    - L’ordine in cui l’autore dispone gli eventi nel testo;
    - La durata narrativa ovvero lo spazio dedicato ad essi nel racconto.


    Che cos'è un testo
    Nella realtà concreta dell'uso, la lingua, parlata e scritta, si presenta sotto forma di testi. Brevi o lunghi, semplici o complessi, i testi sono alla base di ogni comunicazione linguistica.

    Un testo è un insieme organizzato di parole, corretto nella forma e coerente nel contenuto, usato per comunicare un messaggio di senso compiuto.

    Il tipo di testo di cui parliamo è fatto "di parol", cioè di segni verbali del codice linguistico ed è, quindi, un testo linguistico o testo verbale. Ma qualunque sistema di segni organizzato secondo un certo codice e utilizzato per comunicare un messaggio costituisce un testo. Così, a seconda del codice, cioè del sistema di segni che utilizzano, si possono distinguere vari tipi di testi:

    i testi ionici, che utilizzano il codice visuale delle immagini e comprendono testi come i segnali stradali, i disegni, le fotografie, i quadri, le sculture ecc.

    i testi musicali, che utilizzano il codice acustico delle note musicali e comprendono testi come le sinfonie, le sonate, i concerti ecc.

    I testi misti, che utilizzano contemporaneamente più codici: ad esempio il codice linguistico e il codice ionico (i fumetti), il codice linguistico e il codice musicale (le canzoni), il codice iconico, linguistico e musicale (i film).

    Il tipo di testo più diffuso oltre che più pratico ai fini della comunicazione, è però, come sappiamo, proprio il testo verbale.

    Il testo può essere parlato, come un saluto, l'annuncio ai passeggeri attraverso un altoparlante in una stazion, una conversazione o una conferenza, o scritto, come l'insegna di un negozio, una lettera, un articolo di giornale, l'avviso al pubblico affisso in una bacheca, o un volume.

    Può essere breve e semplice, come un ordine, un proverbio o un annuncio commerciale oppure esteso e complesso, come un discorso ufficiale del Presidente della Repubblica, un manuale scolastico o il romanzo. Può avere un contenuto futile (come una barzelletta) o serio (come la "Dichiarazione del diritti dell'uomo). Può proporsi lo scopo di informare (come un avviso o una cronaca), di suggerire un comportamento (come un manuale di istruzioni) o di produrre emozioni (come una poesia). Un testo però costituisce sempre un messaggio volto a comunicare qualcosa.

     
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    Tipi di testo
    Spiegazione del testo argomentativo, espositivo, descrittivo e interpretativo-valutativo

    ARGOMENTATIVO: un testo argomentativo sereve per esporre i lati positivi e negativi di un certo argomento. è necessario seguire questa scaletta:
    TEMA(argomento) TESI ( la propria opinione)ARGOMENTI A FAVORE DELLA TESI - ANTITESI(ciò che va contro la propria tesi) ARGOMENTI A FAVORE DELL'ANTITESI - CONFUTAZIONE DELL'ANTITESI - CONCLUSIONE

    ESPOSITIVO: in un testo di questo tipo spiega e illustra dati su un certo argomento ma non implica un intervento soggettivo dell'autore.

    DESCRITTIVO: un testo descrittivo può essere oggettivo o soggettivo. è oggettivo quando non vi è alcuna opinione da parte dell'autore. quando questo contiene delle opinioni personali allora è soggettivo.

    INTERPRETATIVO-VALUTATIVO: è un testo che spiega e interpreta qualcosa com può essere un film, un quadro o uno spettacolo. prima la si descrive, poi se ne fa un'analisi interpretativa e infine esprimere un giudizio.

     
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    Tempi dell'indicativo
    Tempi del verbo italiano al modo indicativo: i tempi semplici e i composti, quali sono e come sono composti.

    In italiano, il modo indicativo dei verbi comprende tempi semplici e tempi composti, e ad ogni tempo semplice corrisponde uno composto:

    Presente: io amo, tu ami, egli ama, noi amiamo, voi amate, essi amano.
    Passato prossimo: ho amato, hai amato, ha amato, noi abbiamo amato, voi avete amato, essi hanno amato.

    Imperfetto: io amavo, tu amavi, egli amava, noi amavamo, voi amavate, essi amavano
    Trapassato prossimo: io avevo amato, tu avevi amato, egli aveva amato, noi avevamo amato, voi avevate amato, essi avevano amato.

    Passato remoto: io amai, tu amasti, egli amò, noi amammo, voi amaste, essi amarono
    Trapassato remoto: io ebbi amato, tu avesti amato, egli ebbe amato, noi avemmo amato, voi aveste amato, essi ebbero amato

    Futuro semplice: io amerò, tu amerai, egli amerà, noi ameremo, voi amerete, essi ameranno.
    Futuro anteriore: io avrò amato, tu avrai amato, egli avrà amato, noi avremo amato, voi avrete amato, essi avranno amato.


    Ogni tempo composto è formato coniugando un verbo ausiliare (che può essere il verbo essere o avere) nel corrispondente tempo semplice, e aggiungendo il participio passato del verbo.

    Es:
    Passato prossimo: Io ho ( = ausiliare, nello stesso tempo semplice corrispondente) amato ( = participio passato)

    Trapassato prossimo: Io avevo ( = imperfetto) amato ( = participio)

     
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    Tema svolto con almeno 3 metafore, 1 climax e 1 iperbole
    Tema svolto con queste caratteristiche, pronto per l'uso per compiti a casa o per le vacanze. Per studenti di scuole medie.

    Mi sembrava di essere un palloncino giallo che volava
    Quella volta che mi sono innamorato di Pinca Pallina mi sentivo grasso come un maiale perchè a vedere Pinca così leggiadra nei suoi movimenti mi sentivo goffo anche se non sono così grasso.
    Lei è buona come il pane, dolce come il pane, bella come il pane, grandiosa come il pane, lei è il pane.
    Lei non è solo il pane anche tutti i condimenti:mortadella,salame, prosciutto cotto e crudo.
    Lei è tutti quei google di condimenti e per me è bellissima.
    Io sono sempre sopra di lei causa la sua piccola statura ma è una bomba.
    La definisco una ragazza d'oro che illumina i miei giorni e risplende le mie notti.

    Sono pazzo d'amore per lei e così spero che Pinca lo sia per me.
    Adoro tutto di lei:occhi, naso, bocca, orecchie, carattere, gambe, rotula, braccia, petto, piedi, unghie, dita, rughe, diciamocelo è un pozzo senza fondo.
    Ecco perchè mi sento un palloncino: e perchè amo Pinca Pallina e lei è praticamente e teoricamente tutto.

    fonte;:http://www.skuola.net/i



    Come scrivere un tema?
    Queste sono delle utilissime note per scrivere bene un tema: capire la traccia,saper argomentare,usare un linguaggio adeguato

    capire la traccia
    Per prima cosa è importante leggere bene il titolo e capire ciò che viene chiesto nei minimi particolari.
    E' molto importante farsi una scaletta delle idee da trattare (a molti può sembrare una scocciatura,ma è molto utile).
    Infatti,avere chiaro nella mente cosa ciò di cui si vuole parlare è una condizione necessaria per scrivere in modo chiaro,ordinato e coerente.

    utilizzare le fonti
    Cercate di pensare a delle fonti attendibili su cui basare il vostro tema

    amplificare il concetto iniziale
    Si deve stendere uno sviluppo articolato e ricco,intervenendo sul testo in modo opportuno, con amplificazioni dei concetti e correzioni descrittive e illustrative

    saper argomentare
    elaborando il lavoro,bisogna discutere criticamente la taccia.
    Il tema infatti non si deve ridurre a un'esposizione di dati imparati a memoria e ri-trascritti.
    Bisogna mostrare id saper scrivere cose si cui si è convinti,sia che questo sia d'accordo con la taccia,che non
    La traccia quindi,va convalidata e discussa,e sempre adeguatamente motivata

    il contesto
    Un elemento di pregio è quello di allargare i confini di quanto si dice con opportuni riferimenti ad altri argomenti

    l'originalità
    La scrittura deve essere modellata sulla correttezza espressiva e lo sviluppo deve assumere un taglio originale,evitando il più possibile i luoghi comuni.
    Il lessico deve essere chiaro,appropiato e corretto.

    il destinatario
    Il tema va scritto in base al destinatario che lo deve leggere:se il destinatario è un famoso poeta,si userà un linguaggio ricercato,se il destinatario è un bambino,si userà un linguaggio semplice.

    la brutta copia
    E' importante scrivere in brutta copia e ricontrollare ciò che è stato scritto per poi correggerlo nella stesura "in bella"

     
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    Subordinazione
    La subordinazione è un modo di collegare mediante le congiunzioni subordinative più proposizioni mettendole l’una in dipendenza dell’altra

    La proposizione subordinata

    La subordinazione è un modo di collegare mediante le congiunzioni subordinative più proposizioni mettendole l’una in dipendenza dell’altra. In questo modo, una proposizione detta principale o indipendente, funziona da reggente, e l’altra, detta subordinata o dipendente o secondaria. Tutte le subordinate hanno una caratteristica in comune: il loro predicato è costituito da un verbo di modo finito : indicativo, congiuntivo e condizionale .Le proposizioni che hanno il predicato costituito da un verbo di modo finito sono dette esplicite . Quando hanno il predicato costituito da verbi di modo non finito : infinito, gerundio e participio. Le proposizioni subordinate che hanno il predicato costituito da un verbo di modo non finito sono dette implicite.

    Vi sono anche qui diversi tipi di subordinate :
    • Le subordinate sostantive o completive cioè quelle che completano il predicato della reggente( soggettive,oggettive) ;
    • Le subordinate relative o attributivo – oppositive cioè quelle che espandono un nome della reggente ( relativa);
    • Le subordinate complementari indirette circostanziali cioè quelle che aggiungono alla reggente una precisa azione circostanziale ( finale,causale,consecutiva,temporale).



    Schema proposizioni subordinate
    Appunto schematico sulle principali proposizioni subordinate della lingua italiana: forma esplicita, implicita e modi verbali.

    Schema delle proposizioni subordinate italiane


    Prop. soggettiva
    Forma esplicita: che + indicativo/congiuntivo
    Forma implicita: (di) + infinito;

    Prop. oggettiva
    Forma esplicita: che + indicativo/congiuntivo/condizionale
    Forma implicita: (di) + infinito;

    Prop. dichiarativa
    Forma esplicita: che + indicativo/congiuntivo/condizionale
    Forma implicita: (di) + infinito;

    Prop. interrogativa indiretta
    Forma esplicita: pronome/aggettivo/avverbio interrogativo + indicativo/congiuntivo/condizionale
    Forma implicita: infinito presente;

    Prop. relativa
    Forma esplicita: pronome relativo + indicativo/congiuntivo/condizionale
    Forma implicita: participio (presente o passato); da/a + infinito;

    Prop. finale
    Forma esplicita: affinché + congiuntivo
    Forma implicita: per/a/di/al fine di + infinito;

    Prop. causale
    Forma esplicita: perché/poiché + indicativo/condizionale
    Forma implicita: gerundio/participio passato; per/di/a + infinito;

    Prop. consecutiva
    Forma esplicita: che/cosicché + indicativo/condizionale
    Forma implicita: da + infinito;

    Prop. temporale
    Forma esplicita: quando + indicativo; prima che + congiuntivo
    Forma implicita: prima di + infinito; gerundio; participio passato.

     
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    Proposizioni - Finale
    Appunto sull'uso e sulla struttura della proposizione subordinata finale in grammatica italiana

    Faremmo di tutto perche tu sia felice

    La proposizione "perche tu sia felice" spiega lo scopo dell'azione espressa dalla reggente: e una proposizione finale. La proposizione subordinata finale infatti indica il fine o lo scopo per il quale si compie l'azione espressa nella proposizione reggente. Essa ha nel periodo una funzione analoga a quella che nella frase semplice svolge il ruolo di fine:

    per la tua felicita
    faremo di tutto:
    perche tu sia felice

    La finale esplicita ormai poco usata e introdotta da congiunzioni o lucuzioni come perchè, affinchè, acciochè, in modo che e ha il verbo sempre al congiuntivo
    La donna ritiro gli oggetti piu pregiati affinchè i bambini non li rompessero

    La finale implicita è introdotta dalle preposizioni per,a,di a dalle locuzioni con lo scopo di, al fine di, nell'interno di e simili e ha sempre il verbo all'infinito:

    Sono venuto qui per vederti


    Proposizioni - Dichiarativa
    La proposizione dichiarativa ha la funzione di chiarire un elemento della reggente.

    La proposizione dichiarativa ha la funzione di chiarire un elemento della reggente. L’elemento della reggente dalla dichiarativa può essere:
    • Un pronome dimostrativo;
    • Un nome derivante da un verbo indicante opinione, convenzione, speranza come la speranza, la certezza, il pensiero, il sospetto, l’impressione, il fatto etc.

    Nella forma esplicita la dichiarativa è introdotta dalla congiunzione subordinativa "che" ed ha il verbo all’indicativo, al congiuntivo od al condizionale.
    Nella forma implicita la dichiarativa è introdotta dalla preposizione "di" ed ha il verbo all’infinito.

    Proposizioni - Condizionale
    La proposizione subordinata condizionale indica l’ipotesi da cui dipende l’avverarsi di ciò che si afferma nella proposizione principale

    PROPOSIZIONE CONDIZIONALE

    La proposizione subordinata condizionale indica l’ipotesi da cui dipende l’ avverarsi di ciò che si afferma nella proposizione principale ( reggente).

    La proposizione condizionale può essere:

    emplicita: quando il verbo è all’ indicativo e al congiuntivo.
    Es. L’acqua bolle se raggiunge i cento gradi.

    implicita:quando il verbo è al gerundio presente, participio passato o l’ infinito preceduto da a.
    Es. A lavorare male, non c’è soddisfazione.

    Esempi
    Se avessi letto l’avviso/ avresti evitato/ di venire.//
    Se avessi letto l’avviso: prop. sub. di II° condizionale esp.
    avresti evitato: prop. princ.
    di venire: prop. ogg. imp.

    A frequentarlo/ti piacerebbe//
    A frequentarlo: sub. di I° cond. imp.
    Ti piacerebbe: prop. princ.

    Proposizioni - Concessiva
    La proposizione subordinata concessiva indica la circostanza nonostante la quale aviene il fatto espresso nella reggente

    Benchè sia ancora aprile, fa molto freddo

    La proposizione "benche sia aprile" precisa che nonostante sia gia aprile fa ancora freddo: e una proposizione concessiva. La proposizione subordinata concessiva, infatti, indica la circostanza nonostante la quale aviene il fatto espresso nella reggente. E chiamata cosi perche ammette,condece l'esistenza di qualcosa che protrebbe costruire un ostacolo a che avvenga quanto e detto nella reggente, ma che di fatto non impedisce che non avvenga.

    Nonostante il freddo terribile di questo inverno, i miei fiori non hanno sofferto

    Nella forma esplicita la concessiva è introdotta dalle congiunzioni e dalle locuzioni: benchè, sebbene, quantunque, nonostante, malgrado che, per quanto... e ha il verbo al congiuntivo.

    Quando è introdotta dalla locuzione anche se la concessiva ha l' indicativo.
    La concessiva esplicita puo anche essere introdotta da aggettivi e pronomi indefiniti come: chiunque, qualunque, qualsiasi, checche....
    In questi casi ha sempre il verbo al congiuntivo. Nella forma implicita la concessiva ha il verbo al gerundio, preceduto da pure.

    Proposizioni - Comparativa
    La proposizione subordinata comparativa contiene un confronto con ciò che si dice nella reggente oppure stabilisce con essa un rapporto di analogia o di diversità

    La condanna fu più mite di quanto l'accusato si aspettasse

    La proposizione di quanto l'accusato si aspettasse esprime un confronto con ciò che è detto nella reggente: è una proposizione comparativa. La proposizione subordinata comparativa,infatti, contiene un confronto con ciò che si dice nella reggente oppure stabilisce con essa un rapporto di analogia o di diversità.
    Essa nel periodo ha una funzione analoga a quella che nella proposizione ha il complemento di paragone.
    Nella forma esplicita, la comparativa puo essere di maggioranza, di uguaglianza o di minoranza ed è introdotta dai seguenti nessi correlativi:

    - piu...che, piu...di quanto, piu...di quello che

    Proposizione comparativa di maggioranza

    - meno...che, meno...di quello che, peggio...di come

    Proposizione comparativa di minoranza

    - così...come, tanto...come, tanto...quanto

    Proposizione comparativa di uguaglianza

    Il verbo, come si vede, puo essere all'indicativo od al congiuntivo. Se la comparativa esprime un paragone solo ipotetico,il verbo e al condizionale.
    Nella forma implicita,la comparativa puo essere solo di maggioranza ed e introdotta da piuttosto che, piu che con il verbo all'infinito.



    Proposizioni - Causale
    Indica la causa o il motivo di quanto è affermato nella proposizione reggente

    Subordinata causuale

    Indica la causa o il motivo di quanto è affermato nella proposizione reggente.
    - Può essere esplicita (dove il verbo compare in modo finito);
    - Può essere introdotta da poichè, giacchè, dal momento che, a causa del fatto che...;
    Es: Poichè sono buono, studio
    - Può anche essere implicita (verbo indefinito);
    - Può essere introdotta da di, per + infinito;
    Es: Per aver avuto freddo, mi copro
    - Può essere introdotta dal gerundio;
    Es: Avendo avuto freddo mi copro
    - Può essere introdotta dal participio passato
    Es: Avuto freddo, mi sono coperto
    Modi verbali
    Se è esplicita: indicativo, congiuntivo, condizionale.
    Es: - Prese l'ombrello non perchè facesse freddo, ma... - Se le ho scritto è perchè vorrei un consiglio
    - Se è implicita si usa il gerundio presente che indica la contemporaneità con la reggente (avendo freddo mi copro), con la contemporaneità (mentre ho freddo mi copro).

    Il gerundio passato indica invece anteriorità (avendo freddo, mi copro), mentre per l'anterirità (la causa è avvenuta prima rispetto alla principale).
    - Si può usare poi l'infinito.
    Es: Mi scuso di aver dimenticato il tuo compleanno (di aver dimenticato infinito)
    - Si può usare il participio passato.
    Es: Stancatosi dei rimproveri, se ne andò.



    Proposizione Temporale
    Spiegazione con esempi

    La proposizione temporale

    Quando non ci sei,Laura e sempre triste.

    La proposizione Quando non ci sei precisa quando Laura si sente triste: e una proposizione temporale. La proposizione subordinata temporale, infatti, indica quando si verifica,si e verificato o si verificherà quanto e detto nella reggente.
    Essa ha nel periodo una funzione analoga a quella che ha nella proposizione il complemento di tempo.


    al suo arrivo
    tutti balzarono in piedi

    quando egli arrivò

    Nella forma esplicita la temporale è introdotta da varie congiunzioni o locuzioni:
    quando,mentre,allorchè,allorquando,come,al tempo in cui,
    nel momento in cui,prima che,fino a che,ogni volta che.
    Quanto al verbo, la temporale richiede la forma all'indicativo, se invece e introdotta da prima che richiede il congiuntivo.

    Invece nella forma implicita la temporale può avere il verbo all'infinito ed è introdotta dalle congiunzioni o dalle locuzioni:
    nel,prima di,dopo (di), la frase puo essere al gerundio senza alcuna preposizione, lo stesso con il participio passato .

     
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    Pronome
    Appunto riassuntivo di tutti i pronomi della lingua italiana

    Il pronome

    Che cos'è?

    Il pronome è per sua natura un sostituente, cioè un termine che sta al posto di un altro. Nel significato letterale "pronome" vuol dire "al posto del nome".


    Lista completa dei pronomi
    :

    Personali soggetto: Io, tu, egli, ella, esso, essa, noi, voi, essi

    Oggetto tonici: me, te, lui, lei, noi, voi, loro, essi, sé

    Atoni: mi, ti, ci, si, vi, gli, la, le, ne (particelle pronominali)

    Coppie di pronomi atoni: Me lo ,te lo, glielo, se lo, ce lo, ve lo...

    Riflessivi: mi, ti, ci, si, vi

    Possessivi: mio, tuo, suo, nostro, vostro, loro...

    Identificativi e dimostrativi: ciò, costui, costei, costoro, colui...

    Indefiniti: alcuno, altro, certo, ciascuno...

    Indefiniti variabili: uno, qualcuno, ognuno

    Indefiniti invariabili:
    chiunque, qualcosa, alcunché

    Relativi variabili: il quale

    Relativi inavariabili: che, cui

    Pronomi doppi o misti: chi, colui che, qualunque persona che..

    Interrogativi e esclamativi: chi...?, che...?, quale...?

     
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    Preposizione
    Il ruolo delle preposizioni è quello di collegare due parole o due gruppi di parole mettendoli in relazione tra loro. Le preposizioni, per la loro funzione di collegamento sono anche dette funzionali subordinanti.

    La preposizione

    Le preposizioni sono parole che hanno la funzione di collegare altre parole della frase.
    Esse permettono di formare i complementi indiretti, cioè gli elementi che completano il significato di un nome (es. il gattino di Laura dorme sulla poltrona).

    La forma delle preposizioni
    In base alla forma le preposizioni si possono distinguere in preposizioni proprie e improprie.
    Le preposizioni proprie sono parole che svolgono solo la funzione di preposizione, e sono: di, a, da, in, con, su, per, tra, fra. Sono dette anche preposizioni semplici.
    Spesso, però, esse si fondono con gli articoli, dando luogo alle preposizioni articolate. Gli articoli che si fondono con le preposizioni semplici sono il, lo, la, i, gli, le.

    Le preposizioni improprie sono invece parole che possono avere la funzione di preposizione anche se derivano da altre parti del discorso, come aggettivi o avverbi (dietro, lungo...).
    Inoltre le preposizioni possono unirsi ad altre preposizioni, o ad altre parole, formando le locuzioni prepositive.

     
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