LO STILE LIBERTY

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  1. gheagabry
     
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    « L'opera di tutti e quattro fu messa assieme, giudicata e studiata attraverso la sola qualità ovviamente comune a tutti: la novità; così ebbe origine il nome Art Nouveau »
    (Henry van de Velde)


    LO STILE "LIBERTY"


    L'Art Nouveau si configurò come stile ad ampio raggio, che abbracciava i più disparati campi – architettura, progettazione d'interni, gioielleria, design di mobili e tessuti, utensili e oggettistica, illuminazione, arte funeraria, eccetera. Il movimento trae le sue origini dall'ideologia estetica anglosassone delle Arts and Crafts, che aveva posto l'accento sulla libera creazione dell'artigiano, come unica alternativa alla meccanizzazione e alla produzione in serie di oggetti di dubbio valore estetico. L'Art Nouveau, rielaborando questi assunti, aprì la strada al moderno design e all'architettura moderna. Un punto importante per la diffusione di quest'arte fu l'Esposizione Universale svoltasi a Parigi nel 1900, nella quale il nuovo stile trionfò in ogni campo.
    Con il nome di Liberty si intende un vasto movimento artistico che, tra fine Ottocento ed inizi Novecento, interessò soprattutto l’architettura e le arti applicate. Il fenomeno prese nomi diversi a seconda delle nazioni in cui sorse.
    In Francia prese il nome di «Art Noveau», in Germania il nome di «Jugendstil», in Austria fu denominato «Secessione», in Spagna «Modernismo», in Gran Bretagna <<modern style>>. In Italia ebbe inizialmente il nome di «Floreale», per assumere poi il più noto nome di «Liberty»dal negozio di un commerciante in oggetti orientali a Londra, Arthur Lasenby Liberty.
    Il Liberty nacque dal rifiuto degli stili storici del passato che nell’architettura di quegli anni fornivano gli elementi di morfologia progettuale. Il Liberty cercò invece ispirazione nella natura e nelle forme vegetali, creando uno stile nuovo, totalmente originale rispetto a quelli allora in voga. Caratteri distintivi del Liberty divennero l’accentuato linearismo e l’eleganza decorativa. Nato inizialmente in Belgio, grazie all’architetto Victor Horta, il Liberty si diffuse presto in tutta Europa divenendo in breve lo stile della nuova borghesia in ascesa. Esso si fondò sul concetto di coerenza stilistica e progettuale tra forma e funzione. Adottando le nuove tecniche di produzione industriale, ed i nuovi materiali quali il ferro, il vetro e il cemento, di fatto il Liberty giunse per la prima volta alla definizione di una nuova progettualità: quella progettualità che definiamo industrial design.

    Una delle caratteristiche più importanti dello stile è l'ispirazione alla natura, di cui studia gli elementi strutturali, traducendoli in una linea dinamica e ondulata, con tratto «a frusta». Semplici figure sembravano prendere vita e evolversi naturalmente in forme simili a piante o fiori. L'Art Nouveau in architettura e design d'interni evitò lo storicismo eclettico che permeava l'Epoca vittoriana. Gli artisti dell'Art Nouveau selezionarono e modernizzarono alcuni tra gli elementi del Rococò, come le decorazioni a fiamma e a conchiglia, al posto dei classici ornamenti naturalistici Vittoriani. Prediligevano invece la Natura per fonte di ispirazione ma ne stilizzarono evidentemente gli elementi e ampliarono tale repertorio con l'aggiunta di alghe, fili d'erba, insetti.
    Caratteristiche le forme organiche, le linee curve, con ornamenti a predilezione vegetale o floreale. Le immagini orientali, soprattutto le stampe giapponesi, con forme altrettanto curvilinee, superfici illustrate, vuoti contrastanti, e l'assoluta piattezza di alcune stampe, furono un'importante fonte di ispirazione. Alcuni tipi di linee e curve divennero dei cliché, poi adoperati dagli artisti di tutto il mondo. Altro fattore di grande importanza è che l'Art Nouveau non rinnegò l'uso dei macchinari come accadde in altri movimenti contemporanei, come quello di Arts & Crafts, ma vennero usati e integrati nella creazione dell'opera. In termini di materiali adoperati la fonte primaria furono certamente il vetro e il ferro battuto, portando ad una vera e propria forma di scultura e architettura.
    L'Art Nouveau si configurò come stile ad ampio raggio, che abbracciava i più disparati campi – architettura, design d'interni, gioielleria, design di mobili e tessuti, utensili e oggettistica, illuminazione, ecc. Oggi l'Art Nouveau è considerata precursore dei movimenti più innovativi del XX secolo, come l'espressionismo, il cubismo, il surrealismo, l'Art Deco ed il successivo Movimento Moderno in architettura (in Italia definito anche Razionalismo).

    La lavorazione del vetro fu un campo in cui questo stile trovò una libera e grandiosa forma espressiva— per esempio, i lavori di Louis Comfort Tiffany a New York o di Émile Gallé e i fratelli Daum a Nancy in Francia.
    In gioielleria l'Art Nouveau ne rivitalizzò l'arte, con la natura come principale fonte di ispirazione, arricchita dai nuovi livelli di virtuosismo nella smaltatura e nell'introduzione di nuovi materiali, come opali o pietre semipreziose. I gioiellieri si dimostrarono molto acuti nel richiamarsi con il nuovo stile ad una nobile tradizione guardando indietro, al Rinascimento, con i suoi monili in oro lavorato e smaltato, e la visione del gioielliere come artista prima che artigiano. Nella maggior parte delle opere di quel periodo le pietre preziose retrocessero in un secondo piano. I diamanti furono per lo più utilizzati con un ruolo secondario, accostati a materiali meno noti come il vetro, l'avorio e il corno.

    Nel campo letterario, i caratteri più importanti sono: il preziosismo, l'esotismo, l'allusione ai mondi del passato, ormai scomparsi (il Medioevo cavalleresco, le corti dei re Luigi in Francia, le monarchie cinesi e giapponesi), l'opposizione al positivismo, e l'interesse verso la teosofia. Nella narrativa, rigetta il realismo, optando per la novella storica e il racconto di esperienze di allucinazioni e pazzia, per la descrizione di raffinati ambienti di Bohemia, introducendo il personaggio della donna fatale, che conduce gli uomini al piacere e alla morte.
    (metaforum.it)

    ....in ITALIA....


    I centri più importanti dello "Stile del '900" furono Torino, Palermo, Firenze, Lucca, Viareggio, Milano, Roma, Emilia Romagna.
    Nella nostra penisola il Liberty si sviluppa in un paese sostanzialmente pigro e che sembra aver dimenticato le recenti spinte ideologiche e popolari del risorgimento, in una nazione convinta di aver superato tutti i suoi problemi per il solo fatto di essere stata finalmente unita. In questo clima di stasi, tuttavia, va generandosi nel campo artistico, una "minoranza modernista" desiderosa di affacciarsi sul resto d'Europa e che vuole opporsi concretamente alla trita e ritrita mescolanza di stili storici dell'arte "ufficiale". Questa corrente modernista si muove verso una direzione stilistica, che sfocierà nell'Art Nouveau secondo i criteri già affermatisi nelle altre nazioni europee, e verso una direzione tecnica originata dalle nuove scoperte industriali e da nuove tecniche strutturali, soprattutto nel campo architettonico. Il movimento si affermò definitivamente nel nostro paese dopo l'Esposizione di Torino nel 1902. I promotori del nuovo stile, tutti appartenenti al circolo degli artisti di Torino, furono lo scultore Leonardo Bistolfi, Raimondo D'Aronco architetto e lo scrittore Enrico Thovez.
    Per la prima volta, dopo lo stile impero, una corrente artistica mostrava delle qualità creative ed innovative spurie del precedente linguaggio impregnato di provincialismo.
    Il percorso del movimento artistico nel periodo liberty, si pone lo scopo di sfatare un luogo comune, nato anche dal clima di diffusa lamentela degli intellettuali italiani, secondo il quale il Liberty avesse tardato molto nella sua diffusione in Italia. Seppure in parte vera, questa tesi non rende ragione dell'apporto innovativo e profondo di alcune personalità artistiche italiane, che pure parteciparono al dibattito estetico europeo. Il fenomeno estetico culturale della così detta Arte Nuova, è chiamato anche "floreale" per il gusto di forme biologiche, naturali e fitomorfe.
    Queste sfere della natura vengono concepite come un unico ed armonioso universo dal quale trarre ispirazione artistica. Germinano nella pittura, nella scultura, nelle arti applicate e in ogni oggetto della vita quotidiana: motivi floreali, delicate nervature boschive, ambienti vegetali, viticci, modanature. Contemporaneamente, in un clima di primaverile fioritura, l'arte si popola delle creature animali più piccole e indifese, di insetti e piccoli molluschi acquatici, insoliti e schivi. Le forme con cui vengono raffigurati questi soggetti sono sempre linee curve, forme flessuose provenienti dal movimento preraffaellita ottocentesco.
    Al rinnovo del gusto e della forma partecipa in modo decisivo il movimento filosofico positivista, che con la sua fiducia nella ragione, da avvio a nuovi studi scientifici e naturalistici con i quali l'uomo domina, o crede di dominare, la natura. In questa compagine culturale, che sembra avere una matrice del tutto europea, si inseriscono autori italiani appartenenti al movimento del Divisionismo.
    Il Divisionismo,di derivazione del Simbolismo è una tendenza artistica sviluppatasi in Italia tra il 1885 e il 1915. I pittori divisionisti adottarono un procedimento molto simile a quello del neo-impressionismo francese. Scomponevano il colore con una separazione metodica delle tinte complementari.
    Ciò che li differenziava dai neo-impressionisti è che, invece di adottare il punto come elemento di base, utilizzavano un tratto molto più lungo e filamentoso. Ne derivavano delle immagini dalla illuminazione molto diffusa e antinaturalistica, dove le forme perdono peso e consistenza per fondersi in un’unica indistinta ondulazione luminosa.
    (arteliberty.it)
     
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