HANGING ROCK, AUSTRALIA

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  1. gheagabry
     
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    Hanging Rock..... Mistero nel Mistero ......





    Hanging Rock è un imponente complesso megalitico naturale situato a Victoria, in Australia, tra due piccoli centri abitati: Newham e Hesket, e a circa 70km da Melbourne.
    Si tratta di un monte vulcanico, creatosi circa 6.25 milioni di anni fa dalla fuoriuscita di magma dalla crosta terrestre. Il suo nome ufficiale è Mount Diogenes e fu dato da Robert Hoddle nel 1844.
    Non molto distante dall'Hanging Rock si possono trovare altri due monti di questo tipo, creatisi nello stesso periodo: Camels Hump e le Crozier's Rocks. Tutti e tre questi monti sono fatti di 'solvsbergite', una forma particolare di Trachite, una sostanza trovata in solo pochi altri posti in tutto il mondo. Ma la loro particolarità è data sopratutto dalla forma: le colate di magma infatti hanno creato numerose colonne di roccia distinte, che sembrano sul punto di cadere, ma che in realtà resistono da milioni di anni.


    Il nome Hanging Rock significa appunto roccia sospesa, ed è la roccia centrale (alta 105 metri) di un complesso di enormi menhir dai nomi evocativi come il Vampiro, Re Artù, l'Acqula, l'Ufo, i tre Monoliti e così via.
    Hanging Rock è divenuto famoso nel resto del mondo dopo il film di Peter Weir (Picnic a Hanging Rock - 1975) tratto dall'omonimo romanzo scritto da Joan Lindsay e pubblicato nel 1967, che narra della misterosa scomparsa di alcune studentesse il giorno di San Valentino nel 1900. Nonostante non sia possibile sapere se si tratti di una storia vera, il luogo è comunque pieno di fascino e mistero. Innanzi tutto è facile immaginare come qualcuno possa perdersi in mezzo a queste roccie tra grotte sentieri e labirinti. Poi c'è la presenza tangibile di energie sconosciute: diversi visitatori hanno riferito disturbi agli apparecchi elettronici, batterie di macchine fotografiche scaricate allunisono, orologi fermi, bussole impazzite.
    Lo stesso regista Peter Weir e la sua troup hanno avuto non poche difficoltà a causa di malfunzionamenti improvvvisi di tutti gli orologi. C'è chi riferisce addirittura della sensazione di svuotamento della propria energie fisica o la presenza di una forza respingente.
    L'Hanging Rock faceva parte dei territori della tribù Wurundjeri, ed era per loro un luogo sacro. Secondo le leggende dei Nativi questa montagna ospitava uno spirito che li proteggeva e li guidava.
    Attualmente è il pezzo centrale della Riserva dell'Hanging Rock, una riserva pubblica, con ingresso a pagamento, gestita dalle autorità statali.


    «C'è un tempo e un luogo perché qualsiasi cosa abbia principio e fine...» dice Miranda.
    Rilettura di Picnic ad Hanging Rock, il capolavoro di Peter Weir, in un'ottica diversa.

    di Pino Morelli




    Genesi di un fatto vero?

    Alcuni sostengono che la storia di Picnic at Hanging Rock sia solo una novella australiana, altri che si tratti di una vicenda reale trascritta in romanzo fiabesco. Cerchiamo di capire meglio. Picnic at Hanging Rock, scritto da Joan Lindsay nel 1967, diventò subito un best-seller (con un “sequel” della stessa autrice, Il segreto di Hanging Rock). Il primo testo, delicatamente dipinto in un’atmosfera quasi “New Age”, raggruppa nell’epilogo anche estratti di quotidiani australiani d’epoca e dichiarazioni testimoniali autentiche. Nel 1975 il libro fu trasposto in versione cinematografica e diretto da Peter Weir, fedele agli umori letterari originali. Una datata edizione in videocassetta distribuita dalla Panarecod faceva cenno alla trama, riportando che il film è tratto soltanto dal romanzo omonimo. Il critico cinematografico Tullio Kezic nel suo Il nuovissimo 1000 FILM, cinque anni al cinema 1977-1982, specifica invece che: «… È un fatto vero, narrato in un romanzo». La cosa assume così connotati del tutto differenti. Va da sé che certe evidenze non possono essere sminuite. Come accade nell’ambito degli avvistamenti UFO, non si può cadere nel tranello del “reale” scambiato per favoletta per bambini. Un avvenimento, o fa parte della storia, oppure no. In che fascia deve collocarsi quindi, il tragico episodio avvenuto ad Hanging Rock, visto che la critica sostiene che si tratta di una storia vera? Peter Weir, intervistato per l’edizione italiana in dvd del film, ammette di non conoscere la verità e lascia al tempo il giudizio (la stessa autrice non gli volle rivelare particolari sull’autenticità della storia).

    Tutto, dopo più di un secolo, resta clamorosamente magico, vivido ed enigmatico, come un mito, un evento originario vivente e da vivere al di là del tempo, presente come modello e ammonizione. Un fatto straordinario, forse realmente accaduto e denso di significati per i quali è possibile sviluppare una fantastica (ma plausibile) spiegazione: abduction. Con prove e testimoni!

    La gita del mistero

    Difficile, non affiancare oggi le spensierate e sognanti collegiali australiane, scomparse in un caldo giorno di San Valentino ad Hanging Rock, alle protagoniste di un “multiplo rapimento alieno” come testimoniano le ricerche di Budd Hopkins, o del compianto John Mack. L’ipotesi UFO circola su Internet e le analogie sono notevoli. (Le “note aliene”, da qui in poi, appaiono fra parentesi e in neretto, N.d.R.).

    Australia: 14 Febbraio 1900, festa di San Valentino. Una ventina di allieve e due insegnanti del vittoriano Appleyard College, convitto femminile situato nei pressi del monte Macedon, partono per una piacevole scampagnata sulla strada di Bendigo, verso Hanging Rock. È una spettacolare struttura rocciosa d’origine vulcanica, che riveste un particolare interesse geologico per le sue formazioni uniche, comprendenti monoliti, insenature, con inquietanti caverne presumibilmente senza fondo. (Scenario riscontrato in alcuni casi d’avvistamento UFO).

    Dopo il viaggio in carrozza, la comitiva decide di fermarsi per la colazione in una radura ai piedi della montagna: niente di meglio per una splendida giornata di sole. Ad un tratto, quattro delle ragazze decidono d’allontanarsi per un’escursione, apparentemente inconsapevoli delle mille insidie nascoste: le adolescenti sono vestite fino ai capelli, in modo del tutto inadatto ad avventurarsi tra rovi e sassi. Al contrario di quanto promesso alle educatrici, Miranda e Marion, insieme a Edith e Irma, s’inerpicano verso la vetta. Impresa difficile anche per scalatori esperti, come poi rileveranno gli inquirenti

    (L’ardore adolescenziale delle collegiali non riuscirà a giustificare come abbiano potuto raggiungere così abilmente la meta. Quasi sapessero orientarsi a dovere! È ipotizzabile che Miranda fosse già stata sul posto, quindi sapesse dove andare: per incontrare chi o cosa, purtroppo non è dato sapere).

    Miranda (interpretata da Anne Lambert), la più bella e soave delle ragazze, sembra ispirata dal cielo e dalla natura circostante, in un’atmosfera sospesa e incantata, uno dei rari momenti realmente felici del film. Miranda, il personaggio chiave, prima della partenza aveva confidato a Sara (Margaret Nelson), sua compagna di stanza confinata in collegio perché ingiustamente punita, quanto segue: «Devi abituarti a stare anche senza di me perché io non rimarrò qui a lungo»

    La fragilissima Sara subirà altre umiliazioni nel college, dopo la scomparsa delle ragazze e della signorina McGraw, e verrà ritrovata morta nei pressi del prato antistante la sua finestra. Se Miranda afferma di non voler restare nell’Appleyard ancora a lungo e si dimostra così pratica del percorso impervio, è difficile credere ad ipotesi quali il rapimento, l’incidente mortale fortuito, l’omicidio preceduto da stupro collettivo, come si è supposto per tanto tempo, o la fuga d’amore. Il film e il libro, su questi elementi, rivestono una particolare importanza al fine di comprendere la psicologia della protagonista, che sembra essere forse “telepaticamente” spinta a raggiungere l’obiettivo. Anche la signorina Greta McGraw, insegnante di matematica, si allontanerà (separatamente dalle ragazze) scomparendo nel nulla. Durante la siesta del gruppo, improvvisamente scende un misterioso silenzio, mentre gli orologi da tasca degli adulti si fermano, con le lancette bloccate a pochi minuti a mezzogiorno. (Particolare rivelatore. Il contemporaneo arresto dei due orologi può essere stato causato da un fenomeno magnetico, legato a frangenti di Missing Time collettivo, dove i personaggi subiscono un periodo “sospeso”, credendo che il tempo si sia “fermato”. Quanto accade nei pressi della roccia può ricollegarsi allo strano avvistamento e alle luci di cui si discute sotto).

    Intanto, le ragazze proseguono il cammino e, a un certo punto, Miranda indica alle compagne qualcosa, in alto nel cielo (Di cosa si è trattato? Nessuno può dirlo. Comincia qui un Incontro Ravvicinato?).

    Le ragazze salgono ancora. Raggiungono una prima piattaforma quasi circolare, poi un’altra simile: una sorta d’anfiteatro naturale di massi e pietre sparsi a mo’ di dolmen. Miranda, ormai in trasfigurazione, scorge per prima un monolito dalle strane sembianze… (figure, suoni e visioni celesti si susseguono, accavallandosi repentinamente. Verità o fantasie: un gioco di specchi che il libro e le immagini del film non suggellano).

    Irma percepisce per breve tempo un suono curioso che sale dalla pianura...(un rumore metallico, il fragore di un tuono, un sibilo o cos’altro? Un dettaglio, o se vogliamo un elemento di “alibi ufologico”, nel quadro generale).

    Edith è la sola impacciata, insofferente, il pesce fuor d’acqua dell’escursione. Goffa e brontolona.

    Durante l’ascesa una di loro dice: «A volte penso che pochi esseri abbiano uno scopo, ma probabilmente uno scopo esiste per tutti, in disegni misteriosi» e Miranda replica, segnando il momento più “alto” del disegno metafisico o alieno di Weir: «C’è un tempo e un luogo perché qualsiasi cosa abbia principio e fine...». Il dramma si consuma quando le ragazze (Edith esclusa) si liberano degli scomodi vestiti, delle scarpe e delle calze.



    Lo scrittore Brinsley Le Poer Trench nel suo rivoluzionario testo di “paleoastronautica”, The Sky People (“Gli abitatori del cielo”, edizioni Mediterranee, 1960) studiando alcuni passi delle Sacre Scritture, si riferisce a contatti fra la divinità e i profeti. A parlare agli uomini furono visitatori extraterrestri (dall’ebraico elhoim=dèi) divinizzati, visti scendere da “nuvole” di fumo, fuoco o colorate, di dubbia interpretazione. C’è un’analogia fra i contatti avuti da Mosé prima, e da Giosuè dopo, con “Dio” (Giosuè V.13-15 ed Esodo, III, 5) e la salita delle ragazze australiane sulla roccia. Nei due episodi biblici, il Signore impartì questo ammonimento: «... togliti i calzari, poiché questo luogo è “sacro”...». Dice Le Poer Trench: «Può darsi che qui le traduzioni sbaglino nella scelta della parola “sacro”. Spesso le parole “sacro”, “tabù” e “proibito” vengono usate nello stesso contesto ed è possibile che ciò sia uno di tali casi. Mosé e Giosuè potrebbero essere stati avvertiti non soltanto di tenersi a distanza, ma anche che il suolo intorno era radioattivo...». O caricato elettromagneticamente? Miranda, Irma e la McGraw usarono le stesse precauzioni togliendosi le calzature? Il particolare degli indumenti turbò l’opinione pubblica, creando un certo scandalo, considerati i tempi, anche per via delle illazioni omosessuali sulle collegiali. Si pensi che le ragazze nella carrozza avevano avuto come privilegio il permesso di togliersi i guanti, ma soltanto... in aperta campagna! Figuriamoci quando Edith vide le compagne svestirsi! Infine, nei casi di abduction, diverse persone si sono ritrovate a piedi nudi o svestite, in mezzo alla strada, o fuori della propria abitazione, come nel caso di Travis Walton].

    Sono gli ultimi momenti prima del “silenzio”. Citiamo testualmente la versione del romanzo, sulla base del racconto originale dell’amica, che non parteciperà all’ultima fase della scalata: «… Ora le altre erano in piedi, completamente sveglie. Miranda! - disse di nuovo Edith - Mi sento terribilmente male! Quand’è che torniamo indietro?». Miranda la guardava in modo ambiguo, quasi non la vedesse. ( Miranda, forse in trance, non percepisce altro che il richiamo verso la meta definitiva. Le tre ragazze non odono l’amica che le implora di non salire più. Non sembrano in grado d’intendere, volere e vedere. Uno stato di estraniamento che coincide con il senso di “annullamento” vissuto spesso dagli addotti). Edith ripeté urlando la domanda poi volse risoluta la schiena e cominciò a salire ancor più su, seguita a pochi passi dalle altre due. Ebbene, «non camminavano. Scivolavano a piedi nudi sulle pietre, come se si trovassero sul tappeto di un salotto - pensò Edith - e non tra quegli orribili macigni millenari…» (Una descrizione infantile, frutto delle parole di un’adolescente, ma denota un elemento paranormale: uno stato di levitazione. In seguito si avrà un’ulteriore prova, di natura fisica, che confermerebbe quest’ipotesi). Edith ora è in preda al panico: forse ha visto qualcosa di inspiegabilmente terrorizzante, tanto da farla urlare da lì al suo affannato ritorno, sino alla radura del picnic. Per tutta la vita Edith dimenticherà quelle ore, subendo un vuoto di memoria pressoché totale. Con l’aiuto dell’investigatore Lugg, riusciremo a captare due importanti dettagli: nel primo, la ragazza sostiene di aver visto sulle rocce anche la signorina Mc Graw (“l’insegnante non portava les pantalons!”). Nel secondo, ricorderà: «Una nuvola… strana, di un brutto colore rosso… me la ricordo perché ho guardato in su e l’ho vista attraverso i rami…» (Un presunto UFO: gli oggetti, a volte, appaiono in mimesi con “nuvole” - ponendo l’accento sulla stranezza del fenomeno, innaturale, magico). Addotti brasiliani affermano - sotto ipnosi regressiva - di aver avuto, prima del contatto, l’avvistamento di una nuvola rossa (vedi il libro di John Mack Rapiti!, Mondadori 1994).



    Senza Epilogo

    Una settimana dopo viene rinvenuta stremata Irma Leopold, diciassettenne, unica superstite. Miranda, Marion e la signorina Greta Mc Graw non faranno più ritorno, ufficialmente, nella società. Svuotata anche lei dei ricordi, Irma (Karen Robson) non fu in grado di collaborare con la giustizia o di rivelare particolari (le due uniche testimoni non desiderano, o non possono, ricordare il momento più importante di quella giornata. Ancora il “Missing Time”). Irma, rinvenuta con tagli, graffi e lividi sul collo e segni di grande affaticamento, non riporterà alcuna lesione, neppure insignificante, ai piedi, con grande stupore dei medici. (Sono “Punture o segni d’incisione, tagli, bruciature e abrasioni”, riscontrati fra rapiti, analizzati e citati dagli studiosi del campo contemporanei. È possibile che Irma riesca a camminare fra sassi e rovi, e le piante dei piedi siano intatte? Spunto per una soluzione: la ragazza non cammina, si sposta, come teletrasportata. I medici non rilevarono su di lei neanche segni di violenza sessuale, come per Edith).

    Il “puzzle” di Hanging Rock ha altri tasselli fondamentali ed enigmatici. Sara, la compagna di stanza di Miranda, rivelerà poco prima del suo omicidio (o suicidio), che l’amica prediletta «conosce cose che pochi altri conoscono… Segreti… Lei non è andata lì per caso…».
     
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