FRANCO ZEFFIRELLI

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  1. gheagabry
     
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    FRANCO ZEFFIRELLI



    Si è autodefinito il sultano di un harem con tre donne: l’opera, il teatro e il cinema. Ed è veramente così per Franco Zeffirelli, al secolo Gianfranco Corsi, nato a Firenze il 12 febbraio del 1923. Non riconosciuto dal padre, ricco commerciante di stoffe e Don Giovanni, viene segnato all’anagrafe dalla madre con il nome Zeffiretti (preso da un’aria d’opera di Mozart), che diventa per un errore di trascrizione Zeffirelli. Morta la madre a soli sei anni, il futuro regista viene cresciuto dalla balia Ersilia, dalla zia Lide e da una vecchia signora britannica, che diventerà un personaggio del film “Un the con Mussolini” e che gli instillerà l’amore per Shakespeare. Il suo istitutore è Giorgio La Pira, padre della Costituente e sindaco di Firenze negli anni ’50.
    Zeffirelli scopre la sua omosessualità da piccolo all’oratorio, con “l’aiuto” di un frate. Lui per tutta la vita vivrà questa cosa con discrezione, facendola coesistere con il suo credo cattolico e un impegno in politica nel centro/destra. Farà outing solo nel 2009 e si definirà “omosessuale ma non gay”.
    Il suo debutto come attore sul grande schermo avviene nel 1947 con “L’onorevole Angelina” di Luigi Zampa. In seguito, diventa aiuto regista di Luchino Visconti in “La terra trema” (1948) e “Senso” (1954). Il loro primo incontro avviene al Teatro La Pergola di Firenze, Visconti cerca un’attrice che faccia la pazza in modo realistico. Il giovane Zeffirelli gli trova una vera malata di mente. È l’inizio di un connubio artistico e personale e porterà a diversi anni di convivenza. Tra alti e bassi, comunque Visconti gli aprirà le porte del mondo dei grandi e grazie e a lui Zeffirelli a Parigi diventerà amico di Cocteau, Marais e Coco Chanel.
    Dopo una serie di regie teatrali, nel 1957 Zeffirelli debutta sul grande schermo con la commedia “Camping” che vede protagonisti Nino Manfredi, Marisa Allasio e Paolo Ferrari, con esiti piuttosto discutibili.
    Nel 1964, Zeffirelli diriga al Covent Garden di New York, Maria Callas in una memorabile messa in scena della “Tosca”. Lo spettacolo diventerà molti anni dopo un documentario con la regia dello stesso Zeffirelli, che sembra s’innamorò della Divina. Tra l’altro, il regista,allora giovanissimo assistente di Visconti, proprio con lui ebbe modo di assistere allo storico debutto in Italia di Maria nella Gioconda di Amilcare Ponchielli.
    Nel 1965 dirige una splendida Anna Magnani nella versione teatrale de “La Lupa” di Giovanni Verga. L’attrice romana resterà sua amica per sempre, come Elisabeth Taylor, la diva dagli occhi viola e suo marito. Con Richard Burton voce narrante non doppiata, suo marito nel 1966 gira il documentario “Per Firenze” sull’alluvione del 4 novembre. Il film, distribuito anche in lingua inglese è molto importante per far conoscere al mondo la tragedia di Firenze in quei giorni e ottenere aiuti a livello internazionale. Più o meno negli stessi giorni, il regista dirige la coppia più famosa di Hollywood nella versione cinematografica di “La bisbetica domata” di Shakespeare. Coprodottoper due milioni di dollari dagli stessi interpreti, il film sarà un campione d’incassi soprattutto negli Usa. Ancora da Shakespeare, viene “Romeo e Giulietta” del 1968. Ne è protagonista una giovane Olivia Hussey. Il film ha problemi di censura per la giovane età degli interpreti ma gli vale una nomination agli Oscar e un David di Donatello.
    Nel 1972, porta in scena la vita del Poveretto d’Assisi in “Fratello Sole, Sorella Luna” con una sceneggiatura firmata da Suso Cecchi d’Amico. Zeffirelli torna sugli stessi temi nel 1977 ma sul piccolo schermo con “Gesù di Nazareth”, in onda su RaiUno, un vero colossal, con ancora una volta la collaborazione della Cecchi D’Amico alla sceneggiatura e Olivia Hussey nei panni di Maria, accompagnata da un cast stellare, che vede tra l’altro Robert Powell nei panni di Gesù, Anthony Quinn, Laurence Olivier e Peter Ustinov.
    In ogni caso, in tutti i lavori di Zeffirelli è chiarissima l’influenza di Luchino Visconti nella perfezione quasi ossessiva dei costumi e delle scenografie ma c’è anche una forte inclinazione al melodramma e al film in costume.
    Cambia registro però nel 1979 e nel 1981. Prima gira “Il Campione”, remake dell’omonimo film di King Vidor del 1931, con il soggetto identifico a quello originale, poi “Amore senza fine” e si guadagna ben sei nominations ai Razzie Awards, tra cui quella come peggior regista dell’anno. Tra gli interpreti un giovanissimo Tom Cruise e Brooke Shields nel ruolo dell’eroina romantica.
    Negli anni a seguire dal 1982 al 1986, ritorna a quello che è il suo linguaggio, la messa in scena dei grandi classici in una commistione tra cinema e teatro. Si va da “I Pagliacci” alla “Cavalleria Rusticana”, oltre all’Otello” e “La Traviata”.
    Nel 1988, Zeffirelli ritorna a dirigere la sua grande amica Elisabeth Taylor, assente da ben 10 anni dal grande schermo in “Il giovane Toscanini”. Il regista, che ha avuto modo di conoscere il grande musicista, gira nel prestigioso Teatro Petruzzelli di Bari, che sarà distrutto da un incendio anni dopo. “Otello” nella versione cinematografica di Zeffirelli del 1990 è interpretato da Mel Gibson, in un ruolo che molti ritengono a lui non adatto. Il risultato è la trasformazione dell’uomo pieno di dubbi di Shakespeare in una persona forte e risoluta. Il film è accolto in modo controverso da pubblico e critica.
    Nel 1994, Zeffirelli si butta in politica e viene eletto nelle liste di Forza Italia, dopo essere stato eletto Senatore nel 1996. Di classico in classico, gira nel 1996, un adattamento del romanzo di Charlotte Bronte “Jane Eyer”. L’eroina romantica per definizione ha il volto angelico di Charlotte Gainsbourg, mentre il diabolico Rochester è William Hurt. Zeffirelli calca oltremodo i toni tragici ma dirige magistralmente i suoi interpreti. L’infanzia del regista e la vecchia signora inglese che l’ha cresciuto ritornano nel film semiautobiografico “Un tè con Mussolini” del 1999, con Cher. Tratto dall’autobiografia di Zeffirelli (inedita in Italia), e adattata dallo stesso e da John Mortimer, il film racconta una Firenze dimenticata e bellissima. Ed è un tuffo nel passato anche il cammeo del regista toscano in “Luchino Visconti, la vita come un romanzo” di Lizzani nel 2008.
    Tra le ultime opere del Maestro figurano "Callas Forever" del 2002, dedicato a Maria Callas, di cui veste i panni Fanny Ardant. Accanto a lei, anche Jeremy Irons e un giovanissimo Gabriel Garko.
    L’ultima prova di Zeffirelli è “Omaggio a Roma”, film documentario realizzato nel 2009 con la collaborazione del Comune di Roma e del Ministero per il Turismo. La capitale viene raccontata dal tenore Andrea Bocelli e dall'attrice Monica Bellucci mentre le arie della “Tosca” di Puccini fanno da colonna sonora. Nel 2011, Franco Zeffirelli ha dato vita ad una fondazione che porta il suo nome. Vive con i suoi adorati cani e negli ultimi anni ha adottato due ragazzi adulti.
    (Ivana Faranda, ecodelcinema)





    Filmografia

    Regista

    Camping (1957)
    Maria Callas at Covent Garden (1964) Film TV
    Un Giorno insieme
    La Lupa di Giovanni Verga con Anna Magnani (1965) Versione Teatrale
    Per Firenze (1966)
    La bisbetica domata (1967)
    Romeo e Giulietta (1968)
    Fratello sole, sorella luna (1972)
    Gesù di Nazareth (1977) Miniserie TV
    Il campione (1979)
    Amore senza fine (1981)
    Pagliacci (1982)
    Cavalleria rusticana (1982)
    La traviata (1983)
    Otello (1986)
    Il giovane Toscanini (1988)
    12 registi per 12 città (1989) - episodio Firenze
    Amleto (1990)
    Don Carlo (1992) Film TV
    Storia di una capinera (1993)
    Jane Eyre (1996)
    Un tè con Mussolini (1999)
    Callas Forever (2002)
    Omaggio a Roma (2009)

    Sceneggiatore

    Camping (1957)
    Per Firenze (1966) - documentario
    La bisbetica domata (1967)
    Romeo e Giulietta (1968)
    Fratello sole, sorella luna (1972)
    La traviata (1983)
    Otello (1986)
    Il giovane Toscanini (1988)
    Amleto (1990)
    Storia di una capinera (1993)
    Un tè con Mussolini (1999)
    Callas Forever (2002)
    Omaggio a Roma (2009)

    Attore

    L'onorevole Angelina (1947), regia di Luigi Zampa





    Riconoscimenti

    David di Donatello
    1969: miglior regista - Romeo e Giulietta
    1972: miglior regista - Fratello sole, sorella luna
    1979: David europeo
    2002: David speciale
    Nastri d'argento 1969: miglior regista - Romeo e Giulietta
    National Board of Review Awards 1968: miglior regista - Romeo e Giulietta
    Primetime Emmy Award 1982: miglior regista per Cavalleria rusticana
    Primetime Emmy Award 1982: miglior regista per Pagliacci
    Nomination all'oscar come miglior regista 1968 per Romeo e Giulietta
    Nomination all'oscar come miglior scenografia 1982 per La Traviata
    I film di Franco Zeffirelli sono stati nominati complessivamente a 14 premi oscar.
    Premio Colosseo 2009 per il suo cortometraggio su Roma, Omaggio a Roma.
    Premio delle Arti Fiorentini nel Mondo, edizione 2010, per la catergoria Arti Visive.
    Grifo d'oro assegnatogli dal Comune di Genova

     
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    Franco Zeffirelli: compio 90 anni ma ho progetti fno a 100

    Franco_Zeffirelli_con_il_cast_del_film_Un_te_con_Mussolini____Lily_Tomlin_Judi_Dench__Maggie_Smith_e_Cher_-_Londra_18_marzo_1999
    Franco Zeffirelli con il cast del film Un tè con Mussolini Lily Tomlin Judi Dench Maggie Smith e Cher - Londra 18 marzo 1999

    «Sono un pò presuntuoso, ma giovanilmente impaziente». La voce si è fatta un po' roca con l'età, ma gli occhi, quando parla dei suoi progetti, delle sue grandiose Aida, dei bozzetti da pittore («avevo una bellissima mano»), delle regie che hanno segnato la storia del cinema e del teatro o della Fondazione dove a Firenze raccoglierà «il tanto di una carriera così piena», si fanno d'un colpo azzurri e brillanti, come fosse ancora il giorno del suo primo debutto con la "Cenerentola" alla Scala. Franco Zeffirelli il 12 febbraio festeggerà 90 primavere, nella bellissima villa sull'Appia, circondato dalla scenografia di una vita, tra marmi, tromp l'oeil e una galleria di foto di amici di sempre, che, almeno sul suo pianoforte, continuano a essere qui, da Maria Callas a Nureyev, Madre Teresa, Pavarotti, Liz Taylor.


    «Novant'anni li aspettiamo tutti con speranza», dice sotto lo sguardo vigile dei due figli adottivi, Pippo e Luciano, e coccolando per tutto il tempo una dei sei cagnolini accolti in casa. «Se m'avessero detto, non dico cinquanta, ma vent'anni fa che sarei arrivato a 90 avrei risposto "speriamo". Ci sono arrivato con il fluire del tempo che mi porta ancora cose molto belle. Perciò mi spiacerà festeggiare i 90 e andarmene. Ho progetti che mi terrebbero occupato fino al secolo».


    L'ultimo, il Don Giovanni messo in scena all'Arena di Verona, «fantastico, come nessuno prima di me ha fatto», sottolinea. Poi, con una strizzatina d'occhi, si prende in giro. «Modesto, eh?». Ma ne ha ben ragione, perchè in tutta la sua carriera, Zeffirelli, diplomato all'Accademia di Belle Arti e cresciuto alla scuola di Visconti, Antonioni e Rossellini, ha saputo spaziare con la stessa trionfante disinvoltura da Shakespeare ai Vangeli, per tornare a Verga e Charlotte Bronte, lanciare verso l'Oscar i suoi film per ben 14 nominations e mettere in scena sei volte l'Aida.


    Regista di teatro, cinema, sceneggiatore, scenografo, quale sia il suo vero talento ancora non lo ha deciso. «Diciamo che difendo quest'arma che Dio ha avuto la bontà di offrirmi, di essere esperto in tante situazioni». Poi, ripercorre i suoi titoli più importanti. «Gesù (di Nazareth ndr), come si fa a dire di no? - ammette -. Ricordo i dubbi quando dovevo affrontare momenti come il discorso della montagna. San Francesco, mi sembra di averlo frequentato, di aver sentito le sue spericolate affermazioni. A volte mi chiedo: come consiglierebbe che risolvessi questo problema? Per quel film ("Fratello Sole, Sorella Luna" ndr) volevo affidare ai Beatles la parte di quattro fraticelli, ma non ci ritrovammo con i loro impegni. "La capinera" la considero invece uno dei miei film più cari e sfortunati, come la protagonista: ti riempie il cuore di voglia di piangere. In "Romeo e Giulietta" ero molto giovane e mi sentivo in ogni ruolo, da Mercuzio al frate. Non sembra, ma il mio cinema è molto autobiografico, c'è sempre stata una spinta personale».


    Se il teatro, dice, «ha sempre nutrito le mie speranze di cinema e fornito soluzioni», la grande fortuna è stata poter avere sempre gli attori «migliori del mondo, quasi in uno stato di grazia». Come le dive bellissime di cui ha avuto la fortuna di diventare anche amico. «Uno che ha conosciuto Maria Callas, gli basta quella - dice con una vena di nostalgia - La Taylor? Era una donna bellissima, esemplare nei suoi difetti. Una così la prenderesti a schiaffi e invece lei ti neutralizzava. Anna Magnani, poverina, era molto buona ma aveva la morte nel cuore sin da quando faceva la sciantosa. E poi la Mangano, Fanny Ardant, da tutte ho assorbito qualcosa».


    E c'è anche la Regina Elisabetta, che lo ha nominato Cavaliere dell'Ordine dell'Impero Britannico. «Una donna molto pratica e intelligente - racconta -. Non fa sfoggio di cultura, anzi, a volte ha vuoti grossi, specialmente nelle lettere e nel teatro». Ma basta un nome, Mel Gibson-Amleto, per vederlo accendersi. «È un vero stronzo - sentenzia senza incertezze -. Faceva tutto contropelo. Un poveretto che soffriva di complessi. È stata un'esperienza utile, ma non la auguro a nessuno». Ma tra gli attori di oggi, Zeffirelli chi vorrebbe dirigere? «Purtroppo non ho più la voglia di andare a letto con nessuno - risponde con una battuta -. Sì, è pieno di professionisti carini, ma arrivano prigionieri di un'ipotesi di talento e successo. E non c'è più la nave che li porta o l'aereo che li fa volare. Devono andare in bicicletta. Peccato».



    Edited by gheagabry1 - 19/6/2019, 13:27
     
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  3. spikegreen
     
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    Gesù di Nazareth.
    Premesso che non ho mai visto le versione integrale di questo film di 8 ore, ne ho visto una versione tagliata, probabilmente di 4 ore.
    Sono legato alla figura di gesù in questo film perchè l'ho visto da piccolo, perchè è la figura classica, i vari Corcifissi sembrano rispecchiare questa figura.
    Ma sono rimasto deluso e perplesso da alcune cose!
    Ho letto varie volte che questo film lo si potrebbe vedere con il Vangelo alla mano poichè molto fedele al Testo Sacro, ma il non vedere alcune scene mi ha fatto cadere nel dubbio di non sapere se certe scene sono state tagliate o effettivamente non sono proprio presenti perchè il regista Zeffirelli non le ha girate!
    In 8 ore mi sarei aspettato di vedere almeno le cose più storiche del Vangelo visto che so che qualcosa è presa addirittura dai Vangeli Apocrafi.
    Cosa mi ha deluso:

    1)Non vedere la parte delle tentazioni di quando Gesù va nel deserto dopo il Battesimo. Qualcuno sa dirmi se la scena esiste ma è stata tagliata o se non mai stata girata per questo film ?


    2) Stessa cosa per il miracolo dell'acqua che diventa vino, esiste la scena tagliata o non è mai stata girata ?


    3 ) Il Finale, fà vedere il sepolcro poi dopo fà vedere lo sguardo perso di Pietro e fà vedere direttamente Gesù già che parla insieme agli apostoli, senza un apparizione che soprenda gli apostoli, manca la scena di Tommaso a cui Gesù dice
    '' Beati coloro che pur non vedendo crederanno ''
    Queste cose mancano perchè il film è tagliato o il regista non le ha mai girate ?
     
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  4. gheagabry
     
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    CITAZIONE (spikegreen @ 8/8/2013, 15:37) 
    Gesù di Nazareth.
    Premesso che non ho mai visto le versione integrale di questo film di 8 ore, ne ho visto una versione tagliata, probabilmente di 4 ore.
    Sono legato alla figura di gesù in questo film perchè l'ho visto da piccolo, perchè è la figura classica, i vari Corcifissi sembrano rispecchiare questa figura.
    Ma sono rimasto deluso e perplesso da alcune cose!
    Ho letto varie volte che questo film lo si potrebbe vedere con il Vangelo alla mano poichè molto fedele al Testo Sacro, ma il non vedere alcune scene mi ha fatto cadere nel dubbio di non sapere se certe scene sono state tagliate o effettivamente non sono proprio presenti perchè il regista Zeffirelli non le ha girate!
    In 8 ore mi sarei aspettato di vedere almeno le cose più storiche del Vangelo visto che so che qualcosa è presa addirittura dai Vangeli Apocrafi.
    Cosa mi ha deluso:

    1)Non vedere la parte delle tentazioni di quando Gesù va nel deserto dopo il Battesimo. Qualcuno sa dirmi se la scena esiste ma è stata tagliata o se non mai stata girata per questo film ?


    2) Stessa cosa per il miracolo dell'acqua che diventa vino, esiste la scena tagliata o non è mai stata girata ?


    3 ) Il Finale, fà vedere il sepolcro poi dopo fà vedere lo sguardo perso di Pietro e fà vedere direttamente Gesù già che parla insieme agli apostoli, senza un apparizione che soprenda gli apostoli, manca la scena di Tommaso a cui Gesù dice
    '' Beati coloro che pur non vedendo crederanno ''
    Queste cose mancano perchè il film è tagliato o il regista non le ha mai girate ?

    premesso che il tuo intervento è abbastanza contraddittorio....dici di non aver visto mai il film ma citi scene tagliate...........mah???????

    comunque ti ricordo che un film è solo una rappresentazione soggettiva del regista....come qualsiasi opera d'arte solo chi l'ha eseguita sa cosa voleva rappresentare veramente, noi possiamo solo interpretare e visionarla secondo il nostro punto di vista....un opera cinematografica non ha mai la pretesa di rappresentare per filo e per segno l'opera originale.

    Potevo capire le tue perplessità se fosse stato un documentario..allora poteva essere contestato, ma un film assolutamente no....un film è una racconto quasi visionario se rappresentasse la realtà dell'opera al 100% perderebbe la sua magia.

    ciao
     
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    Franco-Zeffirelli_16

    (ANSA / DE AGOSTINI)

    È morto il regista italiano Franco Zeffirelli. Zeffirelli aveva 96 anni, era malato da tempo, ed era uno dei più famosi registi italiani del Novecento, di teatro e di cinema, e aveva lavorato anche come sceneggiatore e scenografo. «I critici – scrive il New York Times – hanno a volte rimproverato all’opera di Zeffirelli di mettere in scena un’atmosfera sfavillante più tipica dell’era d’oro di Hollywood, mentre Hollywood ha etichettato i suoi film come troppo intellettuali. Ma il suo successo di pubblico è stato innegabile».

    sef

    Franco Zeffirelli si congeda dal mondo in una bara liscia sotto la cupola immensa di Santa Maria del Fiore, in un tripudio di gigli: gigli rossi sulle casacche dei trombettieri del Comune, gigli viola sulla bandiera della Fiorentina (intesa come squadra di calcio), gigli d’argento al collo dei Cavalieri di parte guelfa. Il mondo dello spettacolo ha dimenticato Franco Zeffirelli nel giorno del suo funerale. La città di nascita del grande regista si è stretta intorno attorno a lui e ai suoi due figli adottivi, tanto che lunedì la camera ardente è stata visitata da oltre settemila persone, un fiume ininterrotto che per tutto il giorno è sfilato davanti al feretro nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio. Ma ieri al maestro è mancato proprio l’omaggio dei colleghi di cinema, teatro e musica.
     
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