JEANNE MOREAU

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  1. gheagabry
     
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    « Ogni volta che me la immagino a distanza la vedo che legge non un giornale,
    ma un libro, perché Jeanne Moreau non fa pensare al flirt ma all'amore. »
    (François Truffaut)


    JEANNE MOREAU



    Ha ricevuto il Cesar d'Onore alla carriera ed è stata la ciliegina sulla torta di una professione lunga 60 anni. Jeanne Moreau, anche se non bellissima, ha incarnato la donna ribelle che sceglie la sua vita pagando il prezzo che c’è da pagare. Basta ricordare la Catherine del menage a trois più famoso della storia del cinema in “Jules e Jim” di François Truffaut. L’attrice francese nasce a Parigi il 23 gennaio del 1928 da una madre ballerina delle Follies Bergerès. Dopo il liceo è ammessa nella Compagnia della Comédie Francaise, che abbandona per il Théatre National Populaire di Jean Vilar. Gli inizi nel teatro e nel cinema sono difficili. L’unico film degno di nota è “Grisbi”, noir di Jacques Becker del 1954. La grande occasione arriva con Louis Malle, che diventerà un suo grande amico e con cui avrà una relazione. E’ lui a dare nel 1958 a Jeanne il ruolo di Florence in “Ascensore per il patibolo”. Una moglie induce l’amante ad uccidere il ricco marito, ma le cose non vanno per il verso giusto. Memorabile la colonna sonora di Miles Davis. Per lo stesso regista è la scandalosa protagonista di “Les amants” (1958) tratto da un racconto di Dominique Vivant Denon. Successivamente Peter Brook la dirige in “Moderato cantabile – Storia di uno strano amore” nel 1960. Sceneggiato da Marguerite Dumas, il risultato non è felicissimo, ma la Moreau mostra tutto il suo talento, al punto che a Cannes vince il premio come Miglior Attrice. Poi è la volta di Michelangelo Antonioni con “La notte” (1961) insieme a Marcello Mastroianni e a Monica Vitti. In una notte milanese una ricca coppia borghese vede sfaldare la sua unione. Non recita solo, ma canta e con successo “Le tourbillon” in “Jules e Jim” di Truffaut del 1962. Una giovane donna si divide tra due amici, uno francese e l’altro austriaco.




    È sempre e solo lei a condurre il gioco e a chiuderlo in modo drammatico. Moreau è l’eroina del film manifesto della Nouvelle Vague e il tema del triangolo amoroso è affrontato con una classe mai più rivista sul grande schermo. Orson Welles la vuole nel cast de “Il processo” (1962) liberamente ispirato al capolavoro kafkiano. Nel 1964, ormai star conclamata, Jeanne è Céléstine nel film minore di Bunũel “Il diario di una cameriera”. L’odio antiborghese del regista è tutto presente nella storia di una domestica parigina, che va a lavorare in campagna presso una famiglia ossessionata dal senso del peccato. In “Viva Maria!” (1965) di Malle, Jeanne fa coppia con una giovanissima Brigitte Bardot, in un ironico western al femminile ambientato nell’Honduras d'inizio 900. E’ molto più cupo il personaggio de “La sposa in nero” di Truffaut del 1968, dove si assiste alla vendetta di Julie, che perde il neosposo il giorno delle nozze. Con chiare influenze hitchcockiane, ispirerà molti anni dopo Tarantino per il suo “Kill Bill”. Nel 1970, accanto a Federico Fellini, l’attrice francese interpreta se stessa ne “Il mondo di Alex” dell’eccentrico Paul Mazursky. È una sorta di “Tropico del Cancro” con scene piuttosto audaci “I santissimi” di Bertrand Blier del 1974, che lancia Gérard Depardieu. Oramai Jeanne Moreau è pronta a fare il suo esordio dietro la macchina da presa con “Scene di un’amicizia tra donne” del 1976, dove racconta il difficile mondo del cinema visto con i suoi occhi, attraverso i rapporti di quattro donne, tra cui lei stessa e Lucia Bosè. Tornerà alla regia per “L’adolescente” tre anni dopo e “Lilian Gish” nel 1893.



    Con il bello del cinema d’oltralpe Alain Delon, l’attrice lavora in “Mr. Klein” di Joseph Losey, storia di un cinico mercante d’arte che da carnefice diventa vittima. Gli anni ’80 la vedono unica donna nel film testamento del regista maledetto Rainer Werner Fassbinder “Querelle de Brest” (1982). Tratto dal romanzo di Genet, è incentrato sulle avventure del giovane marinaio Querelle, interpretato da Brad Davis, che cede alle lusinghe del suo tenente di vascello. Jeanne è Lysiane, moglie del proprietario del bordello locale. La messa in scena è molto teatrale e l’attrice francese è indimenticabile, mentre canta con la sua voce rauca “Ogni uomo uccide ciò che ama!”. Presentato a Venezia, il film ha grossi problemi di censura per il tema dell’omosessualità trattato in modo piuttosto esplicito. Sono solo due scene, eppure la Moreau lascia il suo segno in “Nikita” di Luc Besson del 1990. Un anno dopo, è sul set del visionario “Fino alla fine del mondo” di Wim Wenders. Nel 1992 riceve il Leone d’Oro alla carriera a Venezia. Dopo 35 anni e almeno 120 film è richiamata da Antonioni per quello che sarà la sua ultima opera “Al di là delle nuvole”, diretto a quatto mani con Wenders. Nel 2000, anche la Berlinale le tributa l’Orso d’Oro alla carriera. È poi il tempo della prima regia teatrale tratta dal testo del premio Pulitzer Margaret Edson “Un tratto nello spirito” e della direzione all’Opera National di Parigi dell’opera di Verdi “Attila”. Nel 2001, Jeanne Moreau è stata un’incredibile Marguerite Duras al tramonto in “Cet Amour-Là” di Josée Dayan.



    Le due donne si conoscevano realmente e avevano lavorato insieme. La Moreau era perfetta per raccontare gli ultimi giorni d’amore della grande scrittrice con un giovane che l’adora. Il suo cameo nei panni dell’anziana nonna del protagonista in fin di vita, nel film dell’enfant prodige francese François Ozon “Il tempo che resta” (2005) è assolutamente sublime. Ultimamente la musa della Nouvelle Vague ha lavorato con il regista israeliano Amos Gitai in “Disengagement” (2007) e “Plus tard, tu comprendas…”. Ovviamente da buona femme fatal, Madame è stata sposata tre volte e dal secondo matrimonio con il regista Jean Louis Richard è nato l’unico figlio Jerome.
    (Ivana Faranda, ecodelcinema)







    Filmografia

    Dernier amour, regia di Jean Stelli (1949)
    Solo dio può giudicare (Meurtres), regia di Richard Pottier (1950)
    Pigalle-Saint-Germain-des-Prés, regia di André Berthomieu (1950)
    L'uomo della mia vita, (L'Homme de ma vie), regia di Guy Lefranc (1952)
    È mezzanotte, dottor Schweitzer, (Il est minuit, docteur Schweitzer), regia di André Haguet (1952)
    Il dormitorio delle adolescenti (Dortoir des grandes), regia di Henri Decoin (1953)
    Il peccato di Giulietta (Julietta), regia di Marc Allégret (1953)
    Grisbì (Touchez pas au grisbi), regia di Jacques Becker (1954)
    Les Intrigantes, regia di Henri Decoin (1954)
    Il buon alloggio (Le billet de logement), episodio de Il letto (Secrets d'alcove), regia di Henri Decoin (1954)
    La regina Margot (La Reine Margot), regia di Jean Dréville (1954)
    M'sieur la Caille, regia di André Pergament (1955)
    Uomini in bianco (Les Hommes en blanc), regia di Ralph Habib (1955)
    I giganti (Gas-Oil), regia di Gilles Grangier (1955)
    Le Salaire du péché, regia di Denys de La Patellière (1956)
    Fino all'ultimo (Jusqu'au dernier), regia di Pierre Billon (1957)
    I demoniaci (Les louves), regia di Luis Saslavsky (1957)
    I truffatori (L'étrange Monsieur Steve), regia di Raymond Bailly (1957)
    Partita a tre (Trois jours à vivre), regia di Gilles Grangier (1957)
    Scacco alla morte (Échec au porteur), regia di Gilles Grangier (1958)
    Ascensore per il patibolo (Ascenseur pour l'échafaud), regia di Louis Malle (1958)




    Spalle al muro (Le Dos au mur), regia di Edouard Molinaro (1958)
    Gli amanti (Les Amants), regia di Louis Malle (1958)
    I quattrocento colpi (Les Quatre-cents coups), non accreditata, regia di François Truffaut (1959)
    Le relazioni pericolose (Les Liaisons dangereuses), regia di Roger Vadim (1959)
    I dialoghi delle Carmelitane (Dialogue des Carmélites), regia di Philippe Agostini e Raymond Leopold Bruckberger (1959)
    Matisse ou Le Talent de bonheur, cortometraggio, voce narrante, regia di Marcel Ophüls (1960)
    Jovanka e le altre (5 Branded Women), regia di Martin Ritt (1960)
    Moderato cantabile - Storia di uno strano amore (Moderato cantabile), regia di Peter Brook (1960)
    La notte (La notte), regia di Michelangelo Antonioni (1961)
    La donna è donna (Une femme est une femme), non accreditata, regia di Jean-Luc Godard (1961)
    Jules e Jim (Jules et Jim), regia di François Truffaut (1962)
    Eva, regia di Joseph Losey (1962)
    Il processo (Le Procès), regia di Orson Welles (1962)
    La grande peccatrice (La Baie des anges), regia di Jacques Demy (1963)
    Buccia di banana (Peau de banane), regia di Marcel Ophüls (1963)
    Fuoco fatuo (Le Feu follet), regia di Louis Malle (1963)
    I vincitori (The Victors), regia di Carl Foreman (1963)
    Il diario di una cameriera (Le journal d'une femme de chambre), regia di Luis Buñuel (1964)
    Il treno (The Train), regia di John Frankenheimer e, non accreditato, Arthur Penn (1964)
    Una Rolls-Royce gialla (The Yellow Rolls-Royce), regia di Anthony Asquith (1964)
    Mata-Hari, agente segreto H21 (Mata-Hari, agent H-21), regia di Jean-Louis Richard (1964)
    Viva Maria! (Viva Maria!), regia di Louis Malle (1965)
    Falstaff (Campanadas a medianoche), regia di Orson Welles (1965)
    E il diavolo ha riso (Mademoiselle), regia di Tony Richardson (1966)
    La ghigliottina (Mademoiselle Mimi) episodio del film L'amore attraverso i secoli (Le plus vieux métier du monde), regia di Philippe de Broca (1967)
    Il marinaio del Gibilterra (The Sailor from Gibraltar), regia di Tony Richardson (1967)
    La sposa in nero (La Mariée était en noir), regia di François Truffaut (1968)
    Storia immortale (Une historie immortelle), mediometraggio, regia di Orson Welles (1968)
    Caterina sei grande (Great Catherine), regia di Gordon Flemyng (1968)
    Il corpo di Diana (Le Corps de Diane), regia di Jean-Louis Richard (1969)
    The Deep, regia di Orson Welles (1970)
    Monty Walsh un uomo duro a morire (Monte Walsh), regia di William A. Fraker (1970)
    Quand l'amour meurt, episodio di Il teatrino di Jean Renoir (Le Petit théâtre de Jean Renoir), regia di Jean Renoir (1970)
    Côté cour, côté champs, cortometraggio, non accreditata, regia di Guy Gilles (1971)




    Conto alla rovescia (Comptes à rebours), regia di Roger Pigaut (1971)
    L'Humeur vagabonde, regia di Édouard Luntz (1972)
    La lunga notte di Louise (Chère Louise), regia di Philippe de Broca (1972)
    Nathalie Granger, regia di Marguerite Duras (1972)
    Joanna la francese (Joanna Francesa), regia di Carlos Diegues (1973)
    Le Jardin qui bascule, regia di Guy Gilles (1974)
    Je t'aime, regia di Pierre Duceppe (1974)
    I santissimi (Les Valseuses), regia di Bertrand Blier (1974)
    L'arrivista (La Race des "seigneurs"), regia di Pierre Granier-Deferre (1974)
    Hu-Man, regia di Jérôme Laperrousaz (1975)
    Saint, martyr et poète, mediometraggio per la TV, regia di Guy Gilles (1975)
    Souvenirs d'en France, regia di André Téchiné (1975)
    Scene di un'amicizia tra donne (Lumière), regia di Jeanne Moreau (1976)
    Chi è Mr. Klein? (Monsieur Klein), regia di Joseph Losey (1976)
    Gli ultimi fuochi (The Last Tycoon), regia di Elia Kazan (1976)
    Chansons souvenirs, regia di Robert Salis (1980)
    Plein sud, regia di Luc Béraud (1981)
    Ricordati Venezia (Your Ticket Is No Longer Valid), regia di George Kaczender (1981)
    L'Arbre, mediometraggio TV, regia di Jacques Doillon (1982)
    Mille miliardi di dollari (Mille milliards de dollars), regia di Henri Verneuil (1982)
    Querelle de Brest (Querelle), regia di Rainer Werner Fassbinder (1982)
    La Truite, regia di Joseph Losey (1982)
    L'Intoxe, film TV, regia di Guy Séligmann (1983)
    Vicious Circle, film TV, regia di Kenneth Ives (1985)
    Le Paltoquet, regia di Michel Deville (1986)
    Sauve-toi, Lola, regia di Michel Drach (1986)
    The Last Seance, film TV, regia di June Wyndham-Davies (1986)
    Le Tiroir secret, serie TV in sei episodi da 52 minuti, regia di Michel Boisrond, Roger Gillioz, Edouard Molinaro e Nadine Trintignant (1986)
    Il miracolo (Le Miraculé), regia di Jean-Pierre Mocky (1987)
    Hôtel Terminus, regia di Marcel Ophüls (1988)
    Nikita, regia di Luc Besson (1990)
    La Vieille qui marchait dans la mer (1991)
    Fino alla fine del mondo (Bis ans Ende der Welt in tedesco e Until the end of the world in inglese), regia di Wim Wenders (1991)
    Il passo sospeso della cicogna (To meteoro vima tou pelargou), regia di Theodoros Angelopoulos (1991)
    Avik e Albertine, regia di Vincent Ward (1992)
    Ritratto nella memoria (The Proprietor), regia di Ismail Merchant (1996)
    Un amore di strega (Un amour de sorcière), regia di René Manzor (1997)
    I Love You, I Love You Not, regia di Billy Hopkins (1997)
    La leggenda di un amore - Cinderella (Ever After), regia di Andy Tennant (1998)
    Il manoscritto del Principe, regia di Roberto Andò (2000)
    Il tempo che resta (Le Temps qui reste), regia di François Ozon (2006)
    Carmel , regia di Amos Gitai (2009)
    Visage , regia di Tsai Ming-liang (2009)
    Gebo et l'ombre, regia di Manoel de Oliveira (2012)




    Premi

    BAFTA quale attrice internazionale dell'anno, nel 1966, per la sua interpretazione in Vagone letto per assassini, (Compartiment tueurs).

    Premio César quale migliore attrice 1992 per La Vieille qui marchait dans la mer.

    Premio Molière per il migliore attrice 1988 per Le Récit de la servante Zerline

     
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  2. gheagabry
     
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    (AP Photo/Chris Pizzello)

    Oggi compie 85 anni Jeanne Moreau, attrice, cantante e regista francese, nata a Parigi il 23 gennaio del 1928. Già intorno ai vent’anni Jeanne Moreau era una delle più famose attrici francesi e nella sua lunghissima carriera ha interpretato moltissimi film diretti da registi importanti come Louis Malle, François Truffaut, Michelangelo Antonioni, Luis Buñuel, Orson Welles e Wim Wenders, tra gli altri.



    Jeanne Moreau e Sharon Stone ad una festa ad Hollywood negli anni Novanta
    (VINCE BUCCI/AFP/GettyImages)



    Jeanne Moreau e Brigitte Bardot sul set del film “Viva Maria”
    (Photo credit should read /AFP/Getty Images)



    Orson Welles, Jeanne Moreau e Anthony Perkins ad una festa a Parigi nel 1962 (AP Photo)




    ilpost.it

    Edited by gheagabry - 31/7/2017, 13:50
     
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  3. gheagabry
     
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    Addio, Jeanne Moreau



    E' morta questa mattina l'attrice Jeanne Moreau. Icona del cinema francese e simbolo della Nouvelle Vague, Moreau - che aveva 89 anni - ha permesso al cinema di fare della sua immagine l'espressione di un intero immaginario. Quello di una cultura mimetizzata nella realtà e negli angoli delle strade, addentrata inesorabilmente nei vissuti delle persone, prima che dei divi. Musa di Louis Malle e di Francois Truffaut, è stata l'incarnazione di una forte spinta innovatrice nel cinema, grazie a personaggi ambigui e tutt'altro che funzionali alla rassicurazione. Interprete di più di 100 pellicole, tra gli altri 'Jules e Jim'. Nel celebre poster del film, con i colori uniti al bianco e nero, il personaggio di Catherine è la perfetta sintesi di un'attrice dalle tante sfumature, in cui anche il sorriso più spontaneo viene contrastato dalla timidezza di due mani impacciate.

     
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2 replies since 23/1/2013, 14:48   461 views
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