Lazio

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  1. arca1959
     
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    S.S. Lazio
    Calcio 25px-Football_pictogram.svg


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    Biancocelesti, Biancazzurri, Aquile, Aquilotti
    Segni distintivi

    Uniformi di gara



    maglielaziobasemanchest
    Casa Trasferta Terza divisa


    Colori sociali 20px-600px_Bianco_e_Celeste_con_aquila.svg Bianco e celeste

    Simboli Aquila

    Inno Vola Lazio vola
    Toni Malco

    Dati societari
    Città 20px-Roma-StemmaRoma

    Paese Italia 19px-Flag_of_Italy.svg

    Confederazione UEFA

    Federazione 20px-Flag_of_Italy.svgFIGC

    Campionato Serie A

    Fondazione 1900

    Presidente 20px-Flag_of_Italy.svgClaudio Lotito

    Allenatore 20px-Flag_of_Switzerland.svgVladimir Petković
    Stadio Olimpico di Roma
    (73 261 posti)
    Sito web www.sslazio.it

    Palmarès



    Scudetti 20px-Scudetto.svg2

    Titoli nazionali 1 Campionato di Serie B

    Trofei nazionali

    20px-Coccarda_Coppa_Italia.svg5 Coppe Italia
    20px-Supercoppaitaliana3 Supercoppe italiane

    Trofei internazionali
    20px-Coppacoppe1 Coppe delle Coppe
    20px-Supercoppaeuropea1 Supercoppe UEFA
    1 Coppa delle Alpi

    Stagione in corso30px-Soccerball_current_event.svg

    « La Lazio è un ente morale, molto di più rispetto ad una semplice società di calcio. »
    (Giorgio Vaccaro)


    La Società Sportiva Lazio, abbreviata in S.S. Lazio e nota come Lazio, è una società polisportiva italiana. Fondata a Roma il 9 gennaio del 1900 come Società Podistica Lazio da nove atleti, guidati dal sottufficiale dei Bersaglieri, nonché podista, Luigi Bigiarelli, è nota soprattutto per la sua sezione calcistica, che vide l'inizio delle proprie attività nel 1901, per poi essere ufficializzata nel 1910. È una delle tre società di calcio italiane (con Juventus e Roma) ad essere quotata in Borsa come S.p.A.
    La formazione romana gioca attualmente nella massima serie del campionato italiano di calcio, divisione nella quale ha militato per la maggior parte della sua storia; ha concluso il campionato a girone unico per tre volte al secondo posto e sei volte al terzo, arrivando sul podio nei 70 campionati di Serie A disputati degli 81 totali nel 16% delle occasioni, arrivando anche a giocare per quattro volte la finalissima nazionale, prima che venisse costituito il torneo a girone unico. La Lazio si è laureata 2 volte campione d'Italia, ha conquistato 5 volte la Coppa Italia, 3 volte la Supercoppa Italiana e, in ambito europeo, ha vinto per 1 volta la Coppa delle Coppe e la Supercoppa UEFA, oltre ad 1 Coppa delle Alpi.
    La Lazio vinse il suo primo trofeo ufficiale nel 1958, quando conquistò per la prima volta la Coppa Italia. Il primo titolo italiano arrivò nel 1974, il secondo ed ultimo nell'anno 2000, inoltre le Aquile disputarono la finalissima nazionale, valevole appunto per l'assegnazione dello Scudetto, in quattro occasioni, nel 1913, 1914, 1915 (non disputata a causa dello scoppio della Prima guerra mondiale), e 1923, senza però centrare mai la vittoria. Gli anni novanta hanno rappresentato il periodo più vittorioso nella storia della società capitolina, avendo visto il conseguimento di numerosi titoli nazionali ed internazionali, tra cui la Coppa delle Coppe e la Supercoppa UEFA nel 1999 ed il raggiungimento della finale di Coppa UEFA nel 1998.
    I tradizionali colori della Lazio sono il bianco e il celeste, scelti all'epoca della sua fondazione, in onore della Grecia, patria delle Olimpiadi, mentre il simbolo della società è l'Aquila. Lo Stadio Olimpico di Roma, con 73.261 posti a sedere, è l'impianto dove la squadra disputa le gare casalinghe, così come la Roma, storica rivale dei biancocelesti. Le due formazioni romane si affrontano annualmente giocando il Derby della Capitale.
    Attualmente, le Aquile sono la sesta squadra d'Italia per numero di tifosi, dietro Juventus, Inter, Milan, Napoli e Roma.
    Nella classifica mondiale per club di tutti i tempi ("All-Time Club World Ranking"), stilata nel dicembre 2009 dall'Istituto Internazionale di Storia e Statistica del Calcio (IFFHS), la Lazio occupa il 20º posto preceduta, in Italia, solamente da Juventus, Milan, Inter, Roma e Parma.
    Mentre nella attuale classifica mondiale per club (IFFHS) relativa al periodo dicembre 2011/novembre 2012 ("Club World Ranking") pone la Lazio al 33º posto, quinta tra le squadre italiane presenti in questa particolare graduatoria.
    La S.S. Lazio, inclusa la sezione calcio, partecipa ad un totale di 44 discipline, più di ogni altra polisportiva nel mondo.


    Storia

    Dalle origini al secondo dopoguerra


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    Luigi Bigiarelli, principale fondatore della Società Podistica Lazio.


    La Società Podistica Lazio (solo nel 1925 rinominata Società Sportiva Lazio), fu fondata il 9 gennaio 1900 in Piazza della Libertà, nel quartiere Prati di Roma, da un gruppo di 9 ragazzi romani, con a capo il giovane sottoufficiale dei Bersaglieri, oltre che atleta podista, Luigi Bigiarelli. La Lazio, che nelle primissime annate calcistiche della sua storia praticò l'attività sportiva solamente a carattere locale, rivelandosi come la più forte squadra di calcio della Capitale, partecipò alle prime competizioni ufficiali dal 1907, anno in cui si svolse la prima edizione del Campionato romano, e, a partire dal 1912, cominciò a disputare il Campionato italiano di calcio. Il club romano, il quale visse stagioni importanti nella prima parte degli anni dieci conquistando consecutivamente tre Campionati dell'Italia Meridionale, raggiunse la finalissima del torneo nazionale in quattro occasioni, senza però mai vincerlo, perdendo prima con la Pro Vercelli nel 1913, poi con il Casale nel 1914, e con il Genoa nel 1923; la finalissima del 1915 invece non venne fatta disputare a causa dello scoppio del Primo conflitto mondiale.
    Nel 1927 la Lazio, grazie al decisivo intervento del Generale Giorgio Vaccaro, fu l'unica società capitolina a resistere alla volontà del regime fascista di riunire tutte le squadre di Roma in un unico club, quello che sarebbe poi diventato l'A.S. Roma. I biancocelesti parteciparono al primo campionato di Serie A nel 1929 e guidati da Silvio Piola, storico centrattacco della Nazionale, nonché il più prolifico attaccante italiano di tutti i tempi, raggiunse il secondo posto nella stagione 1936-1937, andando a sfiorare quello che sarebbe stato il suo primo Scudetto, e centrando il proprio miglior piazzamento in campionato antecedente alla Seconda guerra mondiale; sempre nel 1937 la formazione capitolina, trascinata ancora una volta dalle reti di Piola, conquista l'accesso alla finale di Coppa dell'Europa Centrale (successivamente ridenominata Coppa Mitropa) in cui fu sconfitta nel doppio confronto dalla compagine ungherese del Ferencvaros.
    Gli anni quaranta rappresentano per i colori biancocelesti un decennio vissuto tra alti e bassi, con stagioni di livello, durante le quali la Lazio si attesta subito dopo le grandi squadre del Nord, ma anche con annate che vedono le Aquile attestarsi a metà classifica, soprattutto nel periodo postumo al secondo conflitto mondiale, quando la squadra rimase orfana del bomber Silvio Piola, trasferitosi tra le fila del Grande Torino, dopo aver trascorso nove stagioni in maglia laziale.
    Dagli anni cinquanta agli anni settanta
    Gli anni cinquanta videro la Lazio ottenere risultati altalenanti. Alla fine del decennio arrivò però la vittoria del primo trofeo ufficiale, la Coppa Italia del 1958; nell'occasione, i biancocelesti furono anche la prima squadra italiana a potersi fregiare della coccarda tricolore per il successo nella coppa nazionale. Successivamente, i biancazzurri retrocessero per la prima volta in Serie B nel 1961, ma ritornarono in massima serie due anni dopo.
    Dopo alcuni anni con piazzamenti a metà classifica, il club capitolino retrocesse nuovamente nel torneo 1970-1971. Tornata in Serie A la stagione 1972-1973, la Lazio sorprendentemente si dimostrò all'altezza degli altri contendenti al titolo, ovvero Juventus e Milan, e sfiorò la vittoria del Tricolore perdendo all'ultima giornata sul campo del Napoli.
    La "spina dorsale" di questa squadra era formata dal difensore, nonché capitano, Pino Wilson, dai centrocampisti Luciano Re Cecconi e Mario Frustalupi, dal bomber Giorgio Chinaglia e dall'indimenticato tecnico Tommaso Maestrelli. Questa Lazio conquistò l'anno successivo il suo primo titolo in Serie A, nel campionato 1973-1974.

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    La Lazio con lo Scudetto sul petto.


    Subito dopo l'impresa compiuta dalla "banda Maestrelli" con la vittoria dello Scudetto, la Lazio dovette affrontare alcuni avvenimenti che segneranno in maniera profonda le stagioni a venire: le tragiche scomparse di Re Cecconi e Maestrelli e l'improvviso trasferimento di Chinaglia negli Stati Uniti, fecero sì che il valore della compagine romana scendesse precipitosamente di livello. L'unico conforto fu dato dalle reti segnate dall'attaccante Bruno Giordano che, dopo aver raccolto la pesante eredità di Long John Chinaglia, nel 1979 divenne capocannoniere della massima categoria consentendo alla Lazio di ottenere l'ottavo posto finale.
    Dagli anni ottanta agli anni duemila
    L'anno dopo, la Lazio fu, per sentenza del Giudice Sportivo, retrocessa nel campionato cadetto a causa di uno scandalo per scommesse illecite, noto come Totonero, che coinvolse alcuni suoi giocatori, insieme a quelli di altre squadre. La formazione biancoceleste rimase tre stagioni in Serie B, e questo periodo è stato il più buio nella storia del club capitolino. Tornò nella massima categoria nel 1983 e riuscì a rimanerci anche l'anno successivo grazie ad una salvezza raggiunta solamente all'ultima giornata. La tormentata stagione 1984-1985 portò ad una nuova retrocessione dato che la squadra si classificò all'ultimo posto, raccogliendo solamente 15 punti, pur avendo in rosa calciatori del calibro di D'Amico, Giordano, Manfredonia e Michael Laudrup.
    Nel 1986, la Lazio fu colpita da una nuova penalizzazione di 9 punti (un colpo veramente duro, in un periodo in cui la vittoria comportava solamente due punti) per uno scandalo sempre su illecite scommesse, noto anche come Totonero-bis, che coinvolgeva il capitano Claudio Vinazzani. Ci fu in questa annata una dura ed estenuante lotta contro la retrocessione per non sprofondare in C, con la squadra guidata dal tecnico toscano Eugenio Fascetti e trascinata dalle reti di Giuliano Fiorini che la evitò solamente agli spareggi finali contro il Taranto e il Campobasso. Questa fu una vera e propria svolta nella storia della squadra romana, che tornò in Serie A nel 1988 e, sotto un'attenta gestione del patrimonio finanziario da parte del presidente Gianmarco Calleri, si consolidò dal punto di vista economico e tecnico e cominciò così a competere per i primissimi posti della classifica.
    L'insediamento del finanziere romano Sergio Cragnotti, avvenuto nel 1992, cambiò radicalmente la storia del club laziale grazie ai suoi importanti investimenti che portarono i biancocelesti a primeggiare in Italia e in Europa. Cragnotti batté ripetutamente tutti i record riguardo alle valutazioni del calciomercato, acquistando calciatori del calibro di Juan Sebastián Verón e Christian Vieri, con i quali superò di molto le cifre degli allora trasferimenti più costosi del mondo, e successivamente del centravanti argentino Hernán Crespo, acquisito quasi al prezzo doppio del centrocampista Verón.

    Alessandro_Nesta
    Alessandro Nesta, capitano biancocelete negli "anni d'oro".


    La Lazio si classificò seconda in Serie A nel 1995, terza nel 1996 e quarta nel 1997; si attestò nuovamente al secondo posto ad un solo punto dal Milan all'ultima giornata di campionato nel 1999 - furono poi forti le polemiche per un presunto aggiustamento del torneo a favore del club milanese - per poi finalmente vincere il suo secondo Tricolore nel 2000, anno in cui vinse anche la Coppa Italia, collezionando così (secondo gli standard italiani) un impressionante "Double" con lo svedese Sven-Göran Eriksson (1997-2001) come allenatore. Questi anni videro la squadra capitolina vincere altre due Coppa Italia, nel 1998 e nel 2004, oltre all'ultima Coppa delle Coppe disputata nel 1999, che conferì alla Lazio il primo titolo europeo a livello calcistico. Già nel 1998 la Lazio era arrivata in una finale europea, quella di Coppa UEFA contro l'Inter, ma aveva perso con un netto 3-0. In quell'anno, comunque, i biancocelesti vinsero la loro prima Supercoppa Italiana (successo che sotto Cragnotti si sarebbe anche ripetuto nel 2000) e il loro secondo titolo europeo nel 1999, la Supercoppa UEFA contro gli allora Invincibili del Manchester United. Inoltre, nel 1998 divenne il primo club di calcio italiano ad essere quotato in Borsa.
    A partire dal 2002, anche a seguito di alcuni problemi finanziari del presidente Cragnotti e della sua società, la Cirio, i risultati della Lazio iniziarono a peggiorare, anche perché il club fu costretto a privarsi delle proprie maggiori stelle, compreso il capitano e simbolo Alessandro Nesta.. Nell'estate 2004, dopo una gestione di due anni guidata dal gruppo bancario Capitalia, con alla guida della società il presidente Ugo Longo, la Lazio si ritrovò sull'orlo della bancarotta, nonostante due aumenti di capitale in gran parte sottoscritti dai tifosi delle Aquile.
    Nel luglio 2004 l'imprenditore romano Claudio Lotito acquistò infine il club biancoceleste grazie ad un accordo con i vertici di Capitalia, e lo stesso patron laziale riuscì a salvare la società dal fallimento grazie ad una transazione con l'Agenzia delle Entrate per la rateizzazione in 23 anni dei debiti accumulati dalla S.S. Lazio col Fisco nel marzo 2005. Dopo un anno di transizione, che vide il ritorno alla Lazio dell'attaccante Paolo Di Canio, una sconfitta nella finale di Supercoppa Italiana contro il Milan, ed una qualificazione in Intertoto, nell'anno successivo le Aquile, sotto la guida tecnica del mister Delio Rossi, arrivarono fino alla qualificazione per la Coppa UEFA 2006-2007, ma a causa dello scandalo di Calciopoli fu estromessa dalle competizioni europee e penalizzata di 11 punti, ridotti poi a 3, in campionato per la stagione successiva. In quest'ultima, comunque, la Lazio riuscì a piazzarsi terza guadagnando l'accesso alla Champions League dell'annata seguente.

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    La Lazio festeggia la quinta Coppa Italia della sua storia.


    Il primo trofeo dell'era Lotito risale al 2009, quando la Lazio vinse la sua quinta Coppa Italia. A fine stagione Rossi fu sostituito dal ravennate Davide Ballardini, che mise in bacheca la terza Supercoppa Italiana biancazzurra, battendo nella finale di Pechino i campioni d'Italia in carica dell'Inter.

    Gli anni duemiladieci

    Il 9 febbraio 2010 Edoardo Reja viene chiamato dal presidente Lotito alla guida della Lazio al posto dell'esonerato Ballardini, con la missione di centrare il prima possibile l'obiettivo salvezza; questo traguardo è stato raggiunto, dopo una lunga rincorsa, alla penultima giornata di campionato. Le due annate successive però sono quelle del riscatto, con la Lazio che ottiene un quinto ed un quarto posto in classifica, mancando per poco la qualificazione ai preliminari di Champions League in entrambi i casi, riuscendo comunque a conquistare l'ingresso in Europa League, rilanciandosi definitivamente in ambito nazionale ed internazionale.
    Il 2 giugno 2012, dopo aver interrotto il rapporto con Reja, la società romana annuncia come nuovo allenatore lo svizzero di origine bosniaca Vladimir Petković.

    Cronistoria
    Cronistoria della Società Sportiva Lazio
    • 1900 • 9 gennaio, fondazione della Società Podistica Lazio. L'uniforme è una maglia a scacchi bianchi e celesti con calzoncini neri.
    • 1901 • Attività a carattere locale.
    • 1902 • Attività a carattere locale.
    • 1903 • Non prende parte al Campionato Federale.
    • 1904 • Non prende parte al Campionato Federale.
    • 1905 • Non prende parte alla Prima Categoria.
    • 1906 • Attività a carattere locale.
    • 1907 • Attività a carattere locale.
    Vincitrice del Campionato Romano.
    • 1908 • Semifinalista al Torneo Centro-sud-nord.
    Vincitrice del Campionato Interregionale Centro-sud.
    • 1909 • 4ª al Torneo Centro-sud-nord.
    Vincitrice della Coppa Tosti.
    Vincitrice della Coppa Baccelli.
    Vincitrice del Torneo di Napoli.
    • 1910 • Ufficializzazione del settore calcistico
    2ª al Torneo di Sicilia.
    Vincitrice del Campionato Romano.
    Vincitrice del Coppa Baccelli.
    • 1911 • Vincitrice del Campionato Romano.
    Vincitrice della Coppa Italia Sportiva.
    Vincitrice della Coppa Gaia Perugini.
    • 1912 • Vincitrice del Campionato Romano.
    • 1912-13 • Vincitrice del Campionato dell'Italia Meridionale di Prima Categoria. Finalista della Finalissima nazionale.
    Vincitrice della Targa Audace.
    Vincitrice della Coppa Branca.
    • 1913-14 • Vincitrice del Campionato dell'Italia Meridionale di Prima Categoria. Finalista della Finalissima nazionale.
    Vince la Coppa di Pasqua.
    • 1914-15 • Vincitrice del Campionato dell'Italia Meridionale di Prima Categoria insieme all'Internazionale Napoli, capoliste rispettivamente dei gironi del Centro e del Sud al momento della sospensione del torneo per lo scoppio della Prima guerra mondiale.
    • 1915 • Sospensione attività sportive per cause belliche.
    Vincitrice del Campionato Romano.
    • 1916 • Sospensione attività sportive per cause belliche.
    • 1917 • Sospensione attività sportive per cause belliche.
    • 1918 • Sospensione attività sportive per cause belliche.
    2ª in Coppa di Natale.
    • 1919 • Sospensione attività sportive per cause belliche.
    Vincitrice della Coppa di Pasqua.
    • 1919-20 • 3ª nel Campionato Laziale di Prima Categoria.
    Vincitrice del Torneo Canalini.
    2ª al Memorial ai Caduti.
    • 1920-21 • 2ª nel Campionato Laziale. 5ª nelle Semifinali Interregionali di Prima Categoria.
    • 1921-22 • 4ª nel Campionato Laziale di Prima Divisione.
    • 1921 • 2 giugno, la Società Podistica Lazio viene eretta in Ente Morale.
    • 1922-23 • Vincitrice del Campionato dell'Italia Meridionale di Prima Divisione. Finalista della Finalissima nazionale.
    • 1923-24 • 2ª nel Campionato Laziale. 2ª nel girone A di Lega Sud di Prima Divisione.
    • 1924-25 • 2ª nel Campionato Laziale. 2ª nel girone A di Lega Sud di Prima Divisione.
    • 1925 • Cambia denominazione in Società Sportiva Lazio.
    • 1925-26 • 3ª nel Campionato Laziale di Prima Divisione. Non ammessa alla nuova Divisione Nazionale.
    • 1926-27 • 4ª assoluta in Prima Divisione. Promossa in Divisione Nazionale.
    • 1927-28 • 10ª nel girone A di Divisione Nazionale; Ripescata per allargamento del torneo.
    3ª nel girone eliminatorio di Coppa CONI.
    • 1928-29 • 8ª nel girone B di Divisione Nazionale; Esentata d'ufficio dallo spareggio per la salvezza.
    • 1929 • Istituzione del campionato a girone unico.
    • 1929-30 • 15ª in Serie A.
    • 1930-31 • 8ª in Serie A.
    • 1931-32 • 13ª in Serie A.
    • 1932-33 • 10ª in Serie A.
    • 1933-34 • 10ª in Serie A.
    • 1934-35 • 5ª in Serie A.
    • 1935-36 • 7ª in Serie A.
    Quarti di finale di Coppa Italia.
    • 1936-37 • 2ª in Serie A.
    Sedicesimi di finale di Coppa Italia.
    Finalista di Coppa dell'Europa Centrale.
    • 1937-38 • 8ª in Serie A.
    Sedicesimi di finale di Coppa Italia.
    • 1938-39 • 9ª in Serie A.
    Ottavi di finale di Coppa Italia.
    • 1939-40 • 4ª in Serie A.
    Quarti di finale di Coppa Italia.
    • 1940-41 • 14ª in Serie A.
    Semifinalista di Coppa Italia.
    • 1941-42 • 4ª in Serie A.
    Ottavi di finale di Coppa Italia.
    • 1942-43 • 9ª in Serie A.
    Quarti di finale di Coppa Italia.
    • 1943 • Sospensione attività sportive per cause belliche.
    • 1944 • Sospensione attività sportive per cause belliche.
    Vincitrice del Campionato romano di guerra.
    3ª nel Torneo a Quattro.
    • 1945 • Sospensione attività sportive per cause belliche.
    2ª nel Campionato romano di guerra.
    2ª nel Torneo Interregionale.
    3ª nella Coppa Città di Roma. • 1945-46 • 7ª nel Campionato misto del Centrosud di Divisione Nazionale.
    1º posto nel girone eliminatorio del Campionato Romano; Ritirata per il girone di semifinale.
    • 1946-47 • 10ª in Serie A.
    • 1947-48 • 10ª in Serie A.
    • 1948-49 • 13ª in Serie A.
    • 1949-50 • 4ª in Serie A.
    4ª in Coppa Latina.
    • 1950-51 • 4ª in Serie A.
    4ª in Coppa Mitropa.
    • 1951-52 • 4ª in Serie A.
    • 1952-53 • 10ª in Serie A.
    • 1953-54 • 11ª in Serie A.
    • 1954-55 • 12ª in Serie A.
    • 1955-56 • 3ª in Serie A.
    • 1956-57 • 3ª in Serie A.
    • 1957-58 • 12ª in Serie A.
    Vincitrice della Coppa Italia (1º titolo).
    • 1958-59 • 12ª in Serie A.
    Quarti di finale di Coppa Italia.
    • 1959-60 • 12ª in Serie A.
    Semifinalista di Coppa Italia.
    Contribuisce alla vittoria della Coppa dell'Amicizia con la rappresentativa italiana.
    • 1960-61 • 18ª in Serie A. Retrocessa in Serie B.
    Finalista di Coppa Italia.
    Contribuisce alla vittoria della Coppa delle Alpi con la rappresentativa italiana.
    • 1961-62 • 4ª in Serie B.
    Ottavi di finale di Coppa Italia.
    • 1962-63 • 2ª in Serie B. Promossa in Serie A.
    1º turno di Coppa Italia.
    • 1963-64 • 8ª in Serie A.
    1º turno di Coppa Italia.
    • 1964 • 4 luglio, la Società Sportiva Lazio Calcio diventa società per azioni.
    • 1964-65 • 14ª in Serie A.
    1º turno di Coppa Italia.
    • 1965-66 • 12ª in Serie A.
    3º turno di Coppa Italia.
    • 1966-67 • 15ª in Serie A. Retrocessa in Serie B.
    2º turno di Coppa Italia.
    Quarti di finale di Coppa Mitropa.
    • 1967 • La Società Sportiva Lazio riceve la Stella d'Oro al Merito Sportivo.
    • 1967-68 • 11ª in Serie B.
    1º turno, seconda fase di Coppa Italia.
    • 1968-69 • 1ª in Serie B. Promossa in Serie A.
    3ª nel girone eliminatorio di Coppa Italia.
    • 1969-70 • 8ª in Serie A.
    4ª nel girone eliminatorio di Coppa Italia.
    Ottavi di finale di Coppa Mitropa.
    2ª nel girone eliminatorio di Coppa delle Alpi.
    3ª nel girone eliminatorio di Coppa Anglo-Italiana.
    • 1970-71 • 15ª in Serie A. Retrocede in Serie B.
    2ª nel girone eliminatorio di Coppa Italia.
    Trentaduesimi di finale di Coppa delle Fiere.
    Vincitrice della Coppa delle Alpi (1º titolo).
    • 1971-72 • 2ª in Serie B. Promossa in Serie A.
    4ª nel girone semifinale di Coppa Italia.
    • 1972-73 • 3ª in Serie A.
    4ª nel girone eliminatorio di Coppa Italia.
    6ª nel girone eliminatorio di Coppa Anglo-Italiana.
    • 1973-74 • Campione d'Italia (1º titolo).
    4ª nel girone semifinale di Coppa Italia.
    Sedicesimi di finale di Coppa UEFA.
    • 1974-75 • 4ª in Serie A.
    4ª nel girone eliminatorio di Coppa Italia.
    Non ammessa alla Coppa dei Campioni.
    • 1975-76 • 13ª in Serie A.
    3ª nel girone semifinale di Coppa Italia.
    Sedicesimi di finale di Coppa UEFA.
    • 1976-77 • 5ª in Serie A.
    3ª nel girone eliminatorio di Coppa Italia.
    • 1977-78 • 11ª in Serie A.
    2ª nel girone eliminatorio di Coppa Italia.
    Sedicesimi di finale di Coppa UEFA.
    2ª nel quarto girone di Coppa Piano "Karl Rappan".
    • 1978-79 • 8ª in Serie A.
    Quarti di finale di Coppa Italia.
    • 1979-80 • 16ª in Serie A. Retrocede in Serie B.
    Quarti di finale di Coppa Italia.
    • 1980-81 • 4ª in Serie B.
    Quarti di finale di Coppa Italia.
    • 1981-82 • 11ª in Serie B.
    5ª nel girone eliminatorio di Coppa Italia.
    • 1982-83 • 2ª in Serie B. Promossa in Serie A.
    3ª nel girone eliminatorio di Coppa Italia.
    • 1983-84 • 13ª in Serie A.
    3ª nel girone eliminatorio di Coppa Italia.
    • 1984-85 • 15ª in Serie A. Retrocede in Serie B.
    3ª nel girone eliminatorio di Coppa Italia.
    • 1985-86 • 12ª in Serie B.
    3ª nel girone eliminatorio di Coppa Italia.
    • 1986-87 • 16ª in Serie B.
    Ottavi di finale di Coppa Italia.
    • 1987-88 • 3ª in Serie B. Promossa in Serie A.
    3ª nel girone eliminatorio di Coppa Italia.
    • 1988-89 • 10ª in Serie A.
    Quarti di finale di Coppa Italia.
    • 1989-90 • 9ª in Serie A.
    2º turno di Coppa Italia.
    • 1990-91 • 11ª in Serie A.
    2º turno di Coppa Italia.
    • 1991-92 • 10ª in Serie A.
    Ottavi di finale di Coppa Italia.
    • 1992-93 • 5ª in Serie A.
    Quarti di finale di Coppa Italia.
    • 1993-94 • 4ª in Serie A.
    2º turno di Coppa Italia.
    Sedicesimi di finale di Coppa UEFA.
    • 1994-95 • 2ª in Serie A.
    Semifinalista di Coppa Italia.
    Quarti di finale di Coppa UEFA.
    • 1995-96 • 3ª in Serie A.
    Quarti di finale di Coppa Italia.
    Sedicesimi di finale di Coppa UEFA.
    • 1996-97 • 4ª in Serie A.
    Quarti di finale di Coppa Italia.
    Sedicesimi di finale di Coppa UEFA.
    • 1997-98 • 7ª in Serie A.
    Vincitrice della Coppa Italia (2º titolo).
    Finalista di Coppa UEFA.
    • 1998 • 27 aprile, la Società Sportiva Lazio S.p.A. avvia la quotazione in Borsa.
    • 1998-99 • 2ª in Serie A.
    Vincitrice della Coppa delle Coppe (1º titolo).
    Vincitrice della Supercoppa italiana (1º titolo).
    Quarti di finale di Coppa Italia.
    • 1999-2000 • Campione d'Italia (2º titolo).
    Vincitrice della Coppa Italia (3º titolo).
    Vincitrice della Supercoppa UEFA (1º titolo).
    Quarti di finale di Champions League.
    • 2000 • 9 gennaio, centenario della fondazione della società polisportiva (Società Podistica Lazio).
    • 2000-01 • 3ª in Serie A.
    Vincitrice della Supercoppa italiana (2º titolo).
    Quarti di finale di Coppa Italia.
    Seconda fase di Champions League.
    • 2001-02 • 6ª in Serie A.
    Quarti di finale di Coppa Italia.
    Prima fase di Champions League.
    • 2002 • La Società Sportiva Lazio riceve il Collare d'Oro al Merito Sportivo.
    • 2002-03 • 4ª in Serie A.
    Semifinalista di Coppa Italia.
    Semifinalista di Coppa UEFA.
    • 2003-04 • 6ª in Serie A.
    Vincitrice della Coppa Italia (4º titolo).
    Prima fase di Champions League.
    • 2004-05 • 10ª in Serie A.
    Ottavi di finale di Coppa Italia.
    2º turno di Coppa UEFA.
    Sconfitta in Supercoppa italiana.
    • 2005-06 • 16ª in Serie A.
    Quarti di finale di Coppa Italia.
    Semifinalista di Coppa Intertoto.
    • 2006-07 • 3ª in Serie A.
    3º turno di Coppa Italia.
    • 2007-08 • 12ª in Serie A.
    Semifinalista di Coppa Italia.
    Prima fase di Champions League.
    • 2008-09 • 10ª in Serie A.
    Vincitrice della Coppa Italia (5º titolo).
    • 2009-10 • 12ª in Serie A.
    Vincitrice della Supercoppa italiana (3º titolo).
    Quarti di finale di Coppa Italia.
    Prima fase di Europa League.
    • 2010-11 • 5ª in Serie A.
    Ottavi di finale di Coppa Italia.
    • 2011-12 • 4ª in Serie A.
    Quarti di finale di Coppa Italia.
    Sedicesimi di finale di Europa League.
    • 2012-13 • in Serie A.
    di Coppa Italia.
    di Europa League.


    Colori e simboli
    Colori

    Lazio_1902
    La squadra nel 1902, con i calciatori che indossano le maglie bianche con pantaloncini e calzettoni neri.


    I colori storici della S.S. Lazio sono il bianco e il celeste, scelti in onore della Grecia, patria delle Olimpiadi, in quanto la società romana fu fondata in un periodo di rinascita dell'antico spirito olimpico, risorto in quanto nel 1896, su impulso del barone francese Pierre de Coubertin, si svolsero i primi Giochi olimpici dell'era moderna.
    Per la scelta dei colori determinante fu il giudizio del principale fondatore, Luigi Bigiarelli, segnato dalla rinascita dell'ideale olimpico di cui fu un appassionato cultore e al quale consacrò le sue gesta di emerito sportivo dell'epoca (fu podista e nuotatore), mentre uno dei suoi amici nonché socio fondatore, Olindo Bitetti, fu colui che ispirò la scelta del nome Lazio, escludendo volutamente quello di Roma, in quanto già esistente una società polisportiva dal nome Ginnastica Roma, ma soprattutto per ampliare gli scenari della società anche oltre i confini dell'Urbe.
    Per i colori della loro maglia (la prima completamente bianca e poco dopo a scacchi bianchi e celesti), i giocatori della Lazio sono soprannominati Biancocelesti od anche Biancazzurri.

    Simboli ufficiali
    Stemma


    Stemma_Lazio_1909-1912
    Il primo stemma della Lazio, utilizzato dal 1909 al 1912.


    Il simbolo della S.S. Lazio è l’Aquila, scelta in quanto emblema di potenza, vittoria e prosperità.
    Nel corso degli anni lo stemma della Lazio ha subito varie modifiche: il primo vero logo ufficiale, ideato nel 1909, raffigurava uno scudo a strisce verticali bianche e celesti dove era posata un'aquila che reggeva un nastro sul quale campeggiava il nome della società.
    Qualche stagione più tardi comparirà sul simbolo laziale la dicitura "Roma", per poi essere modificato durante il Ventennio per volontà del regime mussoliniano. Alla fine della dittatura lo stemma del club biancoceleste fu ridisegnato secondo lo stile originario. Particolare è il simbolo adottato negli anni ottanta, caratterizzato esclusivamente dalla figura stilizzata dell'aquila, molto apprezzata dai tifosi laziali.
    Lo stemma attuale della società capitolina, il quale ha subito l'ultimo restyling nel 1993, riprende lo stile di quelli passati, con un'aquila d'oro che si posa sullo scudo a strisce verticali bianche e celesti sul quale è inciso il nome del club. Tale emblema è stato rivisitato in una versione speciale in occasione del centenario laziale ed è rimasto per un anno esatto sulle maglie della Lazio a partire dal 9 gennaio 2000: all'interno dello scudo a bande bianche e celesti sovrastato dall'aquila era presente in forma stilizzata e a grossi caratteri il numero 100, che andava a ricordare gli anni trascorsi dalla fondazione della più antica società calcistica della Capitale.

    Stemma_Lazio_Centenario
    Lo stemma CentoLazio, utilizzato dal 2000 al 2001.



    Inno
    L'inno ufficiale della S.S. Lazio è "Vola Lazio vola", composto ed interpretato nel 1983 dal cantautore ed attore romano Toni Malco, da sempre sostenitore dei colori biancocelesti. Per la presentazione di questo inno fu organizzata una serata di gala durante la quale lo cantarono anche tre "bandiere" della Lazio come Vincenzo D'Amico, Bruno Giordano e Lionello Manfredonia, i quali hanno ripetuto la loro performance proprio in occasione dei 25 anni di Vola Lazio vola, recentemente festeggiati. Altro idolo della tifoseria laziale ad aver intonato insieme a Malco l'inno biancoceleste è stato Giuseppe Signori, all'epoca bomber della formazione capitolina. Vola Lazio vola è trasmesso dagli altoparlanti dello Stadio Olimpico alla fine di ogni partita vinta dalla Lazio, mentre poco prima dell'inizio delle gare in casa della formazione capitolina viene diffuso l'inno "Non mollare mai", scritto ed interpretato dal cantautore romano Francesco Scarcelli.
    Durante le partite casalinghe viene diffuso anche "Inno alla Lazio - Sò già du ore", un brano di Aldo Donati pubblicato nel 1977, molto caro alla tifoseria poiché è l'inno più antico. Le ultime strofe, pur senza nominarlo, sono un tributo all'indimenticato Tommaso Maestrelli e vengono salutate con l'applauso dai tifosi.

    Mascotte
    Alla fine degli anni novanta la Lazio creò la sua mascotte ufficiale: Skeggia, un aquilotto con la divisa biancoceleste e un pallone da calcio, divenuto poi anche il simbolo delle scuole calcio del club romano.
    Nel 2010 la società capitolina ha adottato un'aquila che, dopo un sondaggio tra i tifosi, ha battezzato col nome di Olympia,[41] e che richiama il ricordo della sua fondazione ispirata dagli ideali olimpici. Prima di ogni gara casalinga, la mascotte viene fatta volare per qualche minuto all'interno dello stadio sotto il controllo dei propri falconieri, il cui capo è lo spagnolo Juan Bernabè. Il rapace, che vive all'interno del Centro sportivo di Formello, accompagna la squadra biancoceleste anche nel periodo del ritiro estivo e in occasioni delle amichevoli, così come avviene per le gare ufficiali, viene fatto volare sul campo di gioco.

    Strutture

    Stadi


    Stadio_Pnf
    Lo Stadio Nazionale, impianto interno dal 1931 al 1953.



    800px-Stadio_Olimpico_in_Rome
    Lo Stadio Olimpico di Roma, campo di gioco della Lazio dal 1953 ad oggi.


    Lo Stadio Olimpico, situato nel Foro Italico, è il più grande stadio di Roma. Oltre alle partite della Lazio, ospita quelle dei rivali della Roma, occasionalmente quelle della Nazionale di calcio italiana ed è la sede delle finali della Coppa Italia. Fu aperto per la prima volta nel 1937 e dopo la sua ultima ristrutturazione nel 2008, lo stadio ha una capacità di 73.261 posti a sedere. Ha ospitato le Olimpiadi del 1960, i campionati del mondo di atletica leggera 1987, l'Europeo di calcio del 1980, il Mondiale di calcio 1990 e due finali di Champions League, nel 1996 e nel 2009. In vista dei Mondiali di calcio del 1990 che avrebbe visto l'Olimpico come uno degli stadi ospitanti, l'impianto subì opere di ristrutturazione, e per tale motivo nella stagione 1989-1990 entrambe le compagini capitoline giocarono le rispettive gare casalinghe allo Stadio Flaminio.
    Il primo stadio utilizzato dalla società capitolina fu il campo a Piazza d'Armi, prima di trasferirsi nel 1905 al Parco dei Daini. Lì giocò fino al 1913, quando un tiro dell'attacante Fernando Saraceni centrò in pieno volto una nobildonna della Capitale in carrozza: come punizione suo marito "sfrattò" i biancocelesti.
    In cerca di un nuovo stadio, i laziali si trasferirono prima al campo della Farnesina e successivamente allo Stadio della Rondinella (che sorgeva nell'area fra gli attuali Stadio Flaminio e Palazzetto dello Sport), dove giocarono fino al 1931. A quel punto entrambe le squadre capitoline si divisero lo Stadio Nazionale, che a quei tempi aveva una capienza di circa 30 000 spettatori.
    Nel 1953 la Lazio, così come la Roma, si trasferì allo Stadio Olimpico, dove tutt'ora disputa i suoi match casalinghi.

    Sede sociale
    La sede attuale della Lazio si trova presso gli uffici del Centro sportivo di Formello situato nell'omonimo comune in provincia di Roma. La società la occupa dal 1998, anche se in un breve periodo (dal 2001 al 2004), la sede fu spostata a Roma prima in via Augusto Valenziani 10 e poi in via Borgognona 47, per essere di nuovo trasferita in maniera definitiva in quel di Formello.
    La precedente sede era situata in via Umberto Novaro 32, occupata a partire dal 1995.

    Centro di allenamento
    Il Centro sportivo di Formello è situato nell'omonima cittadina in provincia di Roma. Fu costruito nella seconda metà degli anni novanta per volontà dell'allora presidente Sergio Cragnotti e fu inaugurato ufficialmente il 7 aprile del 1997. La squadra ne usufruisce dalla stagione sportiva 1997-1998, utilizzandolo come centro di allenamento quotidiano per i calciatori biancocelesti.

    Società
    La Società Sportiva Lazio è una società per azioni sotto la denominazione di "S.S. Lazio - S.p.A.". Il Gruppo S.S. Lazio S.p.A. è il gruppo controllato dalla società Capogruppo S.S. Lazio S.p.A.. Il Gruppo opera nel settore del calcio professionistico e gestisce le attività tecnico-sportive e di gestione dei diritti di broadcasting relative all’omonima squadra militante nel campionato italiano di Serie A, nonché le attività pubblicitarie, di merchandising ed in generale di sfruttamento commerciale del marchio S.S. Lazio (tramite, a far data dal 29 settembre 2006, la società controllata Lazio Marketing & Communication S.p.A.).
    Il Gruppo ha rapporti con Roma Union Security S.r.l., Gasoltermica Laurentina S.p.A., facenti capo al Dott. Claudio Lotito, e Cirio Lazio Immobiliare S.r.l..
    S.S. Lazio Marketing & Communication S.p.A. detiene il 100% del capitale posseduto.
    Dal 19 luglio 2004 la società che controlla la maggioranza del capitale azionario della Lazio è la "Lazio Events S.r.l.", presieduta da Claudio Lotito, che attualmente detiene il 100% della citata "Lazio Events" e, tramite quest'ultima, il 66,44% del capitale azionario della Lazio.
    Il capitale sociale è di Euro 40.643.346,60 i.v. diviso in n. 67.738.911 azioni del valore nominale di euro 1,219 (uno e duecentodiciannove centesimi) ciascuna.
    Secondo l'attuale organigramma societario, la Lazio è articolata su un sistema dualistico; la società è guidata da un consiglio di gestione, presidenziato da Claudio Lotito, ed uno di sorveglianza, composto da cinque membri, compreso l'attuale presidente, il Prof. Corrado Caruso.
    Dal 27 aprile 1998 la Lazio è quotata presso il mercato di Borsa Italiana S.p.A. a partire nel segmento Standard (Classe 1) (codice ISIN: IT0003621783 - codice alfanumerico: SSL), e su tale mercato vengono negoziate le azioni ordinarie circolanti.
    Il Centro sportivo di Formello, campo di allenamento della Lazio, risulta essere gravato da ipoteca legale iscritta il 31 marzo 2004 dal Concessionario del servizio della riscossione della Provincia di Roma. Tale garanzia rimarrà operativa sino alla definitiva esecuzione della transazione con l’Agenzia delle Entrate.
    In base a quanto emerge dal rapporto annuale effettuatato da "Deloitte Football Money League" e pubblicato da Deloitte & Touche nel 2009, la Lazio risultava essere la ventesima società più ricca al mondo per quantità di ricavi (83,1 milioni di Euro).


    Organigramma societario
    Dal sito internet ufficiale della società.


    Lotito_claudio
    Claudio Lotito, presidente della Lazio dal 2004.



    Staff dell'area amministrativa
    CONSIGLIO DI GESTIONE
    • Presidente: Dott. Claudio Lotito
    • Consigliere: Dott. Marco Moschini
    CONSIGLIO DI SORVEGLIANZA
    • Presidente: Prof. Corrado Caruso
    • Vicepresidente: Prof. Alberto Incollingo
    • Consigliere: Prof. Fabio Bassan
    • Consigliere: Prof. Vincenzo Sanguigni
    • Consigliere: Dott. Massimo Silvano
    STRUTTURA ORGANIZZATIVA
    • Presidente: Dott. Claudio Lotito
    • Segretario Generale: Sig. Armando Antonio Calveri
    • Direzione Amm.va e Controllo di Gestione / Investor Relator: Dott. Marco Cavaliere
    • Direzione Legale e Contenziosi: Dott.ssa Francesca Miele
    • Direzione Organizzativa Centro Sportivo di Formello, Uffici, Country Club, Stadio: Sig. Giovanni Russo
    • Delegato Sicurezza Stadio / R.S.P.P.: Sig. Sergio Pinata
    • Responsabile Biglietteria: Sig. Angelo Cragnotti
    • Direzione Settore Giovanile: Gen. Giulio Coletta
    STRUTTURA FORMATIVA QUALIFICATA STEWARD
    • Direttore Struttura: Sig. Giovanni Russo
    • Direttore Corsi: Sig. Sergio Pinata
    • Segreteria Corsi: Sig. Stefano Bucci
    • Tutor: Sig. Marco Bordini
    S.S.LAZIO MARKETING & COMMUNICATION S.p.A.
    • Coordinatore Marketing, Sponsorizzazioni ed Eventi: Dott. Marco Canigiani
    • Area Marketing: Dott. Massimiliano Burali d'Arezzo, Dott.ssa Laura Silvia Zaccheo
    • Area Licensing e Retail: Sig. Valerio D'Attilia
    • Responsabile Comunicazione/Stampa: Dr. Stefano De Martino


    Sponsor
    Di seguito l'elenco degli sponsor tecnici e ufficiali della S.S. Lazio.

    800px-Maglialaziocentenario
    La maglia targata Puma, con la coccarda ed il tricolore sul petto, che la Lazio ha indossato tra il 9 gennaio 2000 e quello del 2001, celebrando il centenario.



    Cronologia degli sponsor tecnici
    • 1963-64: Lacoste
    • Dal 1971-72 al 1975-76: TuttoSport
    • Dal 1976-77 al 1978-79: NR (Ennerre)
    • 1979-80: Pouchain
    • Dal 1980-81 al 1981-82: Adidas
    • Dal 1982-83 al 1985-86: NR (Ennerre)
    • 1986-87: TuttoSport
    • Dal 1987-88 al 1988-89: Kappa
    • Dal 1989-90 al 1997-98: Umbro
    • Dal 1998-99 al 2011-12: Puma
    • Dal 2012-13: Macron


    Cronologia degli sponsor ufficiali
    • 1981-82: Tonini
    • Dal 1982-83 al 1983-84: Sèleco
    • Dal 1984-85 al 1985-86: Castor
    • Dal 1986-87 al 1990-91: Cassa di Risparmio di Roma
    • 1991-92: Banco di Santo Spirito
    • Dal 1992-93 al 1995-96: Banca di Roma
    • Dal 1996-97 al 1999-2000: Cirio
    • Stagione 1998-99 (solo Coppa delle Coppe): Del Monte
    • Stagione 1999-2000 (solo Coppa Italia): Stream TV
    • Dal 2000-01 al 2002-03: Siemens
    • Dal 2003-04 al 2004-05: Parmacotto
    • Stagione 2003-04 (solo coppe): Indesit
    • Dal 2005-06 al 2006-07: INA Assitalia
    • Stagione 2007-08: So.Spe./Edileuropa
    Nella stagione 2008-09 non era previsto alcun main-sponsor, ma nelle seguenti partite campeggiavano sulle maglie:
    PES 2009 nella partita Lazio-Inter (0-3)
    Groupama Assicurazioni nella partita Lazio-Roma (4-2)
    Cucciolone Algida nelle partite Lazio-Udinese (1-3) e Lazio-Reggina (1-0)
    • Stagione: 2009-10: Edileuropa
    Nella stagione 2009-10 nelle seguenti partite campeggiavano sulle maglie:
    Regione Lazio nella finale di Supercoppa Italiana Inter-Lazio (1-2)
    Paideia nelle partite Catania-Lazio (1-1) e Lazio-Milan (1-2)
    Nella stagione 2010-11 non era previsto alcun main-sponsor, ma nelle seguenti partite campeggiavano sulle maglie:
    Paideia nelle partite Lazio-Napoli (2-0) e Lazio-Genoa (4-2)
    Nella stagione 2011-12 non era previsto alcun main-sponsor, ma nelle seguenti partite campeggiavano sulle maglie:
    Paideia nella partita Lazio-Roma (2-1)
    Fondazione "Gabriele Sandri" nella partita Lazio-Parma (1-0)
    Nella stagione 2012-13 non era previsto alcun main-sponsor, ma nelle seguenti partite campeggiavano sulle maglie:
    No Racism nella partita Lazio-Udinese (3-0)
    Paideia nella partita Lazio-Inter (1-0)


    Sedi sociali e campi di gioco
    Di seguito l'elenco delle sedi sociali e dei campi di gioco utilizzati dalla S.S. Lazio nel corso della sua storia.

    Cronologia delle sedi sociali
    • 1900: Lungotevere dei Mellini
    • 1900: Vicolo degli Osti, 15
    • Dal 1900 al 1904: Via Valadier, 6
    • Dal 1904 al 1906: Via Pompeo Magno, 94
    • Dal 1906 al 1910: Casina di Via dell'Uccelliera
    • 1910: Via Sistina, 123
    • Dal 1910 al 1913: Casina di Via dell'Uccelliera
    • Dal 1913 al 1914: Via delle Coppelle, 16
    • Dal 1914 al 1924: Via Vittorio Veneto, 7
    • Dal 1924 al 1925: Via Santo Stefano del Cacco, 16
    • Dal 1925 al 1926: Vicolo dei Due Macelli
    • Dal 1926 al 1929: Via Tacito
    • Dal 1929 al 1934: Vicolo D'Ascanio, 11
    • Dal 1934 al 1958: Via Frattina, 89
    • Dal 1958 al 1963: Viale Rossini, 21
    • Dal 1963 al 1966: Via Nizza, 45
    • Dal 1966 al 1987: Via Col di Lana, 8
    • Dal 1987 al 1992: Via Margutta, 54
    • Dal 1992 al 1995: Corso d'Italia, 19
    • Dal 1995 al 1998: Via Umberto Novaro, 32
    • Dal 1998 al 2001: Via di Santa Cornelia, 1000
    (Centro sportivo di Formello)
    • Dal 2001 al 2003: Via Augusto Valenziani, 10
    • Dal 2003 al 2004: Via Borgognona, 47
    • Dal 2004: Via di Santa Cornelia, 1000
    (Centro sportivo di Formello)


    Cronologia dei campi di gioco
    • Dal 1901 al 1905: Campo di Piazza d'Armi
    • Dal 1905 al 1913: Parco dei Daini
    • Dal 1913 al 1914: Campo della Farnesina
    • Dal 1/9/1914 al 1931: Stadio della Rondinella
    • Dal 1931 al 1953: Stadio Nazionale
    • Dal 1953 al 1989: Stadio Olimpico di Roma
    • Dal 1989 al 1990: Stadio Flaminio
    • Dal 1990 ad oggi: Stadio Olimpico di Roma


    Impegno nel sociale

    La S.S. Lazio è una società attiva nel campo sociale e degli aiuti umanitari.
    Le numerose sezioni della Polisportiva ogni anno, attraverso la vendita di gadget firmati dagli atleti (maglie, palloni, motociclette, etc) e l'organizzazione di eventi speciali, si impegnano ad aiutare attivamente, insieme all'associazione benefica di Suor Paola D'Auria (So.Spe.) e a quella intitolata alla memoria del giovane tifoso laziale Gabriele Sandri, persone in difficoltà, in particolare donne, bambini e ragazzi vittime di condizioni di disagio.
    La Sezione Calcio della Polisportiva biancoceleste ha anche sponsorizzato la So.Spe. nel corso del campionato 2007-08, esibendo sulle maglie il logo dell'associazione. Anche nella stagione seguente la Lazio, sempre attraverso una campagna di sponsorizzazione, ha promosso insieme all'industria alimentare Algida una raccolta fondi per le popolazioni vittime del terremoto che nel 2009 ha sconvolto l'Abruzzo.
    La S.S. Lazio Calcio, dopo aver adottato nel 2010 l'aquila Olympia, ha deciso di intraprendere al fianco dell'A.R.F., un'associazione per la tutela e soccorso degli animali operante nel Lazio, una campagna di sensibilizzazione anti-bracconaggio e la raccolta di donazioni in favore del progetto di protezione e cura dei rapaci.
    Il 6 novembre 2011, in occasione della partita di campionato Lazio-Parma, sulle maglie della squadra capitolina ha campeggiato il logo della Fondazione "Gabriele Sandri", onlus dedicata alla memoria del giovane tifoso laziale e promotrice di iniziative per lo studio e il contrasto di ogni forma di violenza attraverso la diffusione, soprattutto fra i bambini ed i giovani, di una cultura della civile convivenza e della legalità.
    Il 27 novembre 2012, per la gara di campionato Lazio-Udinese, la compagine biancoceleste scende in campo con la scritta "No Racism", veicolando cosi' il suo messaggio dopo l'aggressione ultras a sfondo razziale nei confronti di alcuni tifosi del Tottenham nel centro di Roma, prima del match di Europa League tra le Aquile e gli Spurs.
    Settore giovanile

    568px-Skeggia
    Il logo delle scuole calcio biancocelesti con al centro Skeggia, la mascotte laziale.



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    Vincenzo D'Amico, campione d'Italia nel 1974 con la Lazio, capitano negli anni '80, è cresciuto nel vivaio delle Aquile.


    Il settore giovanile della S.S. Lazio è formato da formazioni che militano nei seguenti campionati: Primavera, Allievi Nazionali ed Allievi Regionali d'Eccellenza Fascia B, Giovanissimi Nazionali, Giovanissimi Regionali d'Eccellenza Fascia B e Giovanissimi Provinciali Fascia B "a", Fascia B "b" e Fascia B "c", Esordienti e Pulcini. Esistono anche diverse società gemellate in tutta la regione, con le quali vi sono rapporti di collaborazione tecnica per la formazione dei giovani.
    Le attività delle giovanili biancazzurre si svolgono in due punti principali della città di Roma: il campo sportivo Gentili sulla via Cassia, dove è localizzato il polo nord della scuola calcio, ed il campo Dabliu nel quartiere capitolino dell'Eur, dove è invece localizzato il polo sud della scuola calcio laziale. La società ha poi intrapreso numerose iniziative, tra cui l'organizzazione dei Lazio Summer Camp, ovvero campi estivi presenti in molte zone dell'hinterland romano. I ragazzi facenti parti delle varie squadre delle giovanili biancocelesti sono in numero di circa 450 unità.
    Attualmente il settore giovanile laziale vede a capo dell'organigramma direttivo il Generale Giulio Coletta, approdato alla corte biancoceleste nell'estate del 2004 con l'avvento del presidente Lotito. Questa massima carica dirigenziale del settore giovanile è coadiuvata dal lavoro svolto da altri professionisti, tra cui il coordinatore dell'area tecnica della Lazio, l'ex attaccante albanese Igli Tare, che si occupa esclusivamente della formazione Primavera e di quella degli Allievi Nazionali.
    Nel corso dei decenni il vivaio laziale ha da sempre cresciuto numerosi giocatori che hanno contribuito notevolmente all'accrescimento tecnico della prima squadra, dai primissimi anni di attività del club fino ad oggi, basti pensare che nella seconda metà degli anni settanta la formazione biancoceleste era composta per gran parte da elementi usciti dalle squadre giovanili (da D'Amico a Giordano, fino a Manfredonia ed Agostinelli), e che negli anni ottanta la cantera laziale ha formato giocatori del calibro di Mauro Tassotti, Paolo Di Canio e Luigi Di Biagio, fino ad arrivare alla metà degli anni novanta, quando dalla formazione Primavera sono arrivati in prima squadra Marco Di Vaio e soprattutto Alessandro Nesta, divenuto uno dei simboli della società romana. Nelle ultime stagioni è stato il difensore Lorenzo De Silvestri il calciatore più talentuoso che, dopo l'esordio in prima squadra, ha saputo ritagliarsi uno spazio importante durante la sua permanenza in maglia biancazzurra.
    La Lazio ha al suo attivo ben quattro vittorie nel Campionato Primavera (1975-76, 1986-87, 1994-95, 2000-01) ed una in Coppa Italia Primavera (1978-79). Tuttavia gli Aquilotti non sono mai riusciti nell'impresa di aggiudicarsi il prestigioso Torneo di Viareggio, pur arrivando a disputare la finale in quattro occasioni.

    La Lazio nella cultura popolare

    425px-Francobollo_Lazio_Scudetto_1999-00
    Francobollo delle Poste italiane celebrativo della Lazio laureatasi campione d'Italia nella stagione 1999-00.


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    Mario Riva, tifoso biancoceleste e consigliere onorario della Lazio.


    La Lazio si è spesso distinta non solo in ambito calcistico, ma anche nella cultura romana ed italiana. La partita di campionato Lazio-Foggia del 28 agosto 1993, prima giornata del campionato italiano di calcio di Serie A 1993-94, fu il primo posticipo della storia del calcio nazionale ad essere trasmesso in televisione, più precisamente alle ore 20:30 dalla piattaforma televisiva commerciale TELE+, con il commento del giornalista sportivo Massimo Marianella. La partita, per la cronaca, terminò con il risultato di 0-0.
    La Lazio è entrata a far parte anche del mondo della musica. Sono state dedicate alla squadra capitolina numerose canzoni come Notti biancazzurre ed E vola l'aquila di Toni Malco, La più bella di tutte quante e Quant'è bello esse laziali di Aldo Donati, Caput mundi di Enrico Lenni e Cent'anni insieme, brano composto da vari autori in occasione del centenario della gloriosa società romana ed interpretato tra gli altri da Pino Insegno, Edoardo Guarnera e Mino Reitano, simpatizzante laziale, oltre ai noti "cantori" biancazzurri Malco, Donati e Lenni. Emozionante è il singolo E' già domenica della band italiana degli Statuto, la quale ha voluto dedicare questa canzone alla memoria di Gabriele Sandri, tifoso laziale scomparso tragicamente l'11 novembre 2007.
    Nello spettacolo sono stati molti gli artisti che si sono avvicinati ai colori biancocelesti, ed uno dei più accesi sostenitori è stato l'indimenticabile Mario Riva, storico presentatore de Il Musichiere, durante il quale lo stesso Riva vantava in più occasioni il suo essere laziale, creando simpatici siparietti con il pubblico e gli ospiti. Alla fine degli anni cinquanta il popolare show-man fu elevato alla dignità di consigliere onorario della Lazio dall'allora presidente Siliato.
    Riferimenti alla Lazio si trovano in varie pellicole cinematografiche, come ad esempio in Il tifoso, l'arbitro e il calciatore (film comico del 1982), in cui nel secondo episodio, Gigi Reder recita la parte di un ricco imprenditore, lazialissimo, che si ritrova come genero il romanista Pippo Franco, il quale per entrare nelle grazie del suocero, nonché suo datore di lavoro, si finge di fede biancazzurra. Un altro film che ha preso spunto dai sostenitori delle Aquile è Tifosi, dove Christian De Sica recita nel ruolo di un medico chirurgo nonché accanito supporter laziale, mentre altri riferimenti cinematografici si trovano in entrambi i film comici della serie dedicata alle disavventure dell'allenatore Oronzo Canà, interpretato da Lino Banfi nelle due pellicole L'allenatore nel pallone e L'allenatore nel pallone 2. La Lazio viene citata anche in molti altri film, come Caterina va in città, nella cui soundtrack è presente anche l'inno biancoceleste Vola Lazio vola, e nelle commedie quali Vacanze in America ed Anni 90 - Parte II, dove in entrambi i casi compare il personaggio di un simpatico sacerdote, tifoso laziale, interpretato da Christian De Sica.
    La Lazio compare in varie fiction televisive, come nella sesta stagione della serie di Un medico in famiglia e nella terza de I Cesaroni; nell'undicesimo episodio di quest'ultima fiction, girato in gran parte all'interno del Centro sportivo di Formello, compare nel ruolo di se stesso il presidente Claudio Lotito.

    Presidenti e allenatori

    Presidenti

    In più di 112 anni di storia societaria, alla guida della Lazio si sono avvicendati 32 presidenti, di cui 3 hanno svolto anche il ruolo di commissario straordinario. Il primo presidente del club più antico della Capitale fu il Cavalier Giuseppe Pedercini.
    Il periodo più lungo in carica è appannaggio di Fortunato Ballerini, alla guida della Lazio per 21 anni dal 1904 al 1925; Sergio Cragnotti, presidente dal 1992 al 1994 e poi dal 1998 al 2003, vanta il palmarès più ampio della storia della società.
    Da ricordare è Umberto Lenzini, soprannominato dai tifosi Papà Lenzini, presidente del primo Scudetto biancoceleste (1973-74), e Leonardo Siliato, in carica quando la Lazio conquistò il suo primo trofeo ufficiale: la Coppa Italia del 1958.

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    Tre personalità che hanno scritto la storia del club laziale: Umberto Lenzini (a sinistra), Tommaso Maestrelli (al centro) e Fulvio Bernardini (a destra).


    Attualmente in carica è l'imprenditore romano Claudio Lotito, divenuto presidente il 19 luglio 2004, quando acquista il 32% del capitale sociale, salvando la storica società capitolina da una situazione che l'avrebbe condotta al fallimento.

    Allenatori
    Sono 60 gli allenatori ad avere avuto a tutt'oggi la conduzione tecnica della Lazio, tra cui due hanno ricoperto il ruolo di direttore tecnico e tre hanno assunto tale incarico dopo esser stati in stagioni precedenti anche sulla panchina biancoceleste.
    Fino a tutto il secondo decennio del XX secolo non esisteva un sistema dettagliato di allenamento in preparazione degli incontri di campionato. In pratica i giocatori – atleti, studenti e lavoratori – avevano l'abitudine di ritrovarsi al campo di Piazza d'Armi prima e allo Stadio della Rondinella poi per gli allenamenti, consistenti in partitelle e corse di velocità e/o resistenza, spesso sotto il coordinamento del capitano della squadra.
    Il primo vero allenatore della storia biancoceleste fu l'italiano Guido Baccani, scelto dal presidente Ballerini nel 1906, al fine di introdurre innovazioni dal punto di vista tattico e strategico nel gioco della squadra. Baccani allenò la squadra quasi per un ventennio fino al 1924, quando entrò a far parte della commissione tecnica della Nazionale azzurra.
    A vantare il mandato tecnico più lungo è tuttora proprio Guido Baccani, rimasto alla guida della squadra per 18 stagioni, compresi gli anni in cui le attività erano sospese a causa della Prima Guerra Mondiale, dal 1906-07 al 1923-24. Sia il numero di stagioni consecutive che quello totale sono record per i tecnici del club romano.
    Dino Zoff vanta il primato complessivo di panchine ufficiali (202), mentre quello di trofei vinti con il club (7 con le Aquile) appartiene al tecnico svedese Sven-Göran Eriksson.
    Da menzionare anche Tommaso Maestrelli, il principale artefice del primo Scudetto biancazzurro, scomparso nel 1976 poco dopo aver condotto la Lazio ad un'insperata salvezza, e Fulvio Bernardini, tecnico negli anni cinquanta e sessanta che nel 1958 regalò ai laziali la prima vittoria di un trofeo ufficiale, ossia la Coppa Italia.
    L'attuale allenatore della prima squadra è lo svizzero di origine bosniaca Vladimir Petković, nato nel 1963, che ricopre l'incarico dal 2 giugno 2012.

    Giocatori

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    Silvio Piola, miglior cannoniere italiano di tutti i tempi.



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    Giorgio Chinaglia, capocannoniere nella stagione del primo Scudetto.


    In più di 112 anni di storia hanno vestito la maglia della Lazio oltre 800 calciatori, in gran parte italiani; alcuni di questi hanno militato nella Nazionale italiana.
    Tra i calciatori italiani di rilievo sono annoverati Sante Ancherani, uno dei pionieri della sezione calcio della polisportiva laziale e primo capitano e allenatore biancoceleste, Fulvio Bernardini, primo calciatore della Lazio, romano di nascita e proveniente dal Centro-Sud, ad essere convocato in Nazionale, Ezio Sclavi, estremo difensore laziale tra gli anni anni venti e trenta, Anfilogino Guarisi, detto Filò, oriundo italo-brasiliano campione del mondo nel (1934), Silvio Piola, vero e proprio giocatore simbolo degli anni trenta e quaranta con la maglia della Lazio e della Nazionale azzurra, con la quale ha vinto un mondiale (1938)
    Altro celebre calciatore ad aver scritto la storia del club capitolino è stato Bob Lovati, divenuto capitano della squadra negli anni cinquanta e sessanta e successivamente allenatore e dirigente, sia a livello giovanile che di prima squadra. Accanto a lui in quel periodo figurano, tra gli altri, il difensore Diego Zanetti, i centrocampisti Paolo Carosi e Nello Governato, oltre al centravanti Orlando Rozzoni.
    Negli anni settanta, con la chiusura della frontiere, nella Lazio militarono giocatori del calibro di Giorgio Chinaglia, il bomber del primo Scudetto biancoceleste e che un decennio più tardi sarebbe divenuto anche presidente della società capitolina, il portiere Felice Pulici, il difensore Pino Wilson, record-man di partite giocate indossando la fascia di capitano, i compagni di reparto Luigi Martini e Giancarlo Oddi, i centrocampisti Mario Frustalupi e Luciano Re Cecconi, e gli attaccanti Vincenzo D'Amico e Renzo Garlaschelli, tutti protagonisti della vittoria del campionato 1973-74.
    Negli anni ottanta, anche se non rappresentano un periodo particolarmente felice per i colori biancocelesti, si distinsero, oltre a due storiche "bandiere" come Bruno Giordano e Lionello Manfredonia, anche Mauro Tassotti, prodotto del vivaio laziale, Domenico Caso, capitano degli Eroi del -9 ed allenatore della Lazio nel 2004, Gabriele Pin, fulcro del centrocampo delle Aquile in quelle stagioni, l'indimenticato Giuliano Fiorini che, in quel Lazio-L.R. Vicenza del 21 giugno 1987, segnò il goal decisivo grazie al quale il club capitolino evitò la retrocessione e andò agli spareggi per la permanenza in Serie B, e Paolo Di Canio, cresciuto nel settore giovanile e divenuto autentico beniamino dei supporters biancazzurri.

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    Bruno Giordano, uno dei più grandi bomber ad aver indossato la maglia biancoceleste.




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    Pavel Nedvěd vincitore del Pallone d'oro 2003.




    Durante gli anni novanta hanno militato nella squadra romana molti giocatori i quali hanno poi formato un blocco importante per la Nazionale italiana, basti pensare al portiere Luca Marchegiani e agli attaccanti Beppe Signori (secondo goleador biancoceleste di tutti i tempi con 127 reti) e Pierluigi Casiraghi, tutti e tre finalisti al mondiale del 1994, oltre a Giuseppe Favalli, record-man di presenze con la maglia delle Aquile (401 in 11 stagioni), Diego Fuser, Roberto Mancini, ex "numero 10" nonché allenatore laziale dal 2002 al 2004, per poi arrivare ad Alessandro Nesta, protagonista del trionfo azzurro nel mondiale del 2006, cresciuto fin da bambino nella società biancoceleste, per la quale è diventato un simbolo, e tuttora capitano più vittorioso nella storia della Lazio.
    Agli anni recenti sono legati i nomi di Angelo Peruzzi, uno dei più grandi portieri italiani di sempre ed anch'egli campione mondiale nel 2006, e Tommaso Rocchi, attuale capitano e quinto miglior cannoniere della storia del club romano.
    Tra i giocatori non italiani ad aver vestito la maglia della Lazio si segnalano: negli anni cinquanta il paraguaiano Dionisio Arce, il norvegese Per Bredesen, il turco Şükrü Gülesin, lo svedese Arne Selmosson ed il brasiliano Humberto Tozzi, negli anni sessanta il centrocampista turco Can Bartu e l'attaccante argentino Juan Carlos Morrone, soprannominato El Gaucho.
    Fino al 1980 non fu più possibile ingaggiare calciatori non italiani, mentre negli anni ottanta indossarono il biancoceleste giocatori quali João Batista, mediano della Nazionale brasiliana che prese parte al mondiale del 1982, il fantasista danese Michael Laudrup, vincitore con la sua selezione nazionale della Confederations Cup del 1995, e l'attaccante uruguaiano Rubén Sosa, che con la casacca della Celeste ha conquistato due edizioni della Copa América (1987 e 1995).
    Negli anni novanta furono molti i calciatori stranieri a vestire la casacca della Lazio: fra i tanti da citare sono i tedeschi Karl-Heinz Riedle, vincitore del mondiale del 1990 giocato in Italia, e Thomas Doll, l'inglese Paul Gascoigne, talentuoso centrocampista noto anche per le sue vicende extra-calcistiche, l'olandese Aron Winter, campione continentale all'europeo del 1988, il croato Alen Bokšić, il ceco Pavel Nedvěd, insignito del Pallone d'oro, il cileno Marcelo Salas, bomber negli "anni d'oro" della Lazio vincente del presidente Cragnotti, i serbi Siniša Mihajlović e Dejan Stanković, oltre agli argentini Matías Almeyda, Diego Simeone e Juan Sebastián Verón.
    Agli anni recenti sono legati i nomi di Tommaso Rocchi, attuale capitano della squadra, di Mauro Zárate, funambolico attaccante argentino, e quelli del centrocampista brasiliano Hernanes, nazionale verdeoro e vincitore nel 2007 del premio come miglior giocatore del Brasileirão, e di Miro Klose, punta di diamante nonché bomber della Nazionale tedesca.
    Capitani
    Di seguito un elenco dei 40 capitani della S.S. Lazio con il periodo in cui hanno portato la fascia:

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    Sante Ancherani, record-man di stagioni con la fascia di capitano al braccio.


    • Sante Ancherani (1901-1911)
    • Fernando Saraceni I (1911-1912)
    • Giuseppe Fioranti I (1912-1919)
    • Fernando Saraceni I (1919-1924)
    • Fulvio Bernardini (1924-1926)
    • Ezio Sclavi (1926-1933)
    • Anfilogino Guarisi (1933-1934)
    • Attilio Ferraris IV (1934-1936)
    • Silvio Piola (1936-1943)
    • Salvador Gualtieri (1943-1949)
    • Enrique Flamini (1949-1952)
    • Lucidio Sentimenti IV (1952-1954)
    • Aldo Puccinelli (1954-1955)
    • Pasquale Vivolo (1955-1957)
    • Roberto Lovati (1957-1960)
    • Francesco Janich (1960-1961)
    • Gianni Seghedoni (1961-1962)
    • Claudio Bizzarri (1962-1963)
    • Graziano Landoni (1963-1964)
    • Pierluigi Pagni (1964-1968)
    • Diego Zanetti (1968-1969)
    • Ferruccio Mazzola (1969-1971)
    • Giuseppe Wilson (1971-1980)
    • Renzo Garlaschelli (1980-1981)
    • Vincenzo D'Amico (1981-1984)
    • Bruno Giordano (1984-1985)
    • Claudio Vinazzani (1985-1986)
    • Gabriele Podavini (1986-1987)
    • Domenico Caso (1987-1988)
    • Gabriele Pin (1988-1992)
    • Angelo Gregucci (1992-1993)
    • Roberto Cravero (1993-1995)
    • Giuseppe Signori (1995-1997)
    • Diego Fuser (1997-1998)
    • Giuseppe Favalli (1998-1999)
    • Alessandro Nesta (1999-2002)
    • Giuseppe Favalli (2002-2004)
    • Fernando Couto (2004-2005)
    • Fabio Liverani (2005-2006)
    • Massimo Oddo (2006-2007)
    • Luciano Zauri (2007-2008)
    • Tommaso Rocchi (dal 2008)


    Calciatori campioni del mondo
    Di seguito l'elenco dei giocatori vincitori del campionato mondiale di calcio durante il periodo di militanza nella S.S. Lazio:
    • ( ) Anfilogino Guarisi (Italia 1934)
    • Silvio Piola (Francia 1938)
    • Massimo Oddo (Germania 2006)
    • Angelo Peruzzi (Germania 2006)

    Calciatori campioni continentali
    Sud America
    Di seguito l'elenco dei giocatori vincitori della Coppa America durante il periodo di militanza nella S.S. Lazio:
    • Álvaro González (Argentina 2011)
    • Fernando Muslera (Argentina 2011)
    Africa
    Di seguito l'elenco dei giocatori vincitori della Coppa d'Africa durante il periodo di militanza nella S.S. Lazio:
    • Mark Fish (Sudafrica 1996)
    Calciatori vincitori delle Olimpiadi
    Di seguito l'elenco dei giocatori vincitori dei Giochi olimpici durante il periodo di militanza nella S.S. Lazio:
    • Giuseppe Baldo (Berlino 1936)
    • Francesco Gabriotti (Berlino 1936)
    Maglie ritirate
    • 12 - Curva Nord
    La Lazio e le Nazionali di calcio
    La Lazio e la Nazionale italiana

    Bernardini
    Fulvio Bernardini, primo biancoceleste, nonché primo calciatore

    centromeridionale, a debuttare con la maglia della Nazionale italiana.
    Il primo giocatore della Lazio ad essere convocato in Nazionale è stato Fulvio Bernardini in occasione dell'incontro amichevole del 22 marzo 1925 contro la Francia, vinto nettamente dagli azzurri per 7-0. Bernardini, nella sua carriera in Nazionale, ha fatto parte anche della spedizione olimpica del 1928, la quale conquistò la medaglia di bronzo.
    Successivamente, in occasione della Coppa Internazionale 1931-1932, venne chiamato a vestire la maglia della Nazionale lo storico capitano Ezio Sclavi, uno dei più grandi portieri dell'epoca. Nel 1934, in occasione dei Mondiali, fu convocata l'ala italo-brasiliana Anfilogino Guarisi, mentre la competizione mondiale del 1938, vinta dalla Nazionale italiana, vide come assoluto protagonista il centravanti laziale Silvio Piola. Due anni prima, in occasione dei Giochi olimpici di Berlino, nella vincente spedizione azzurra erano presenti due calciatori biancocelesti: Baldo e Gabriotti.
    Gli anni quaranta rappresentarono un periodo difficile nella storia della Lazio, difatti Antonazzi è stato l'unico calciatore laziale ad essere chiamato in Nazionale durante quel decennio in occasione dei Giochi olimpici di Londra. Tuttavia negli anni cinquanta fecero parte della spedizione per i Mondiali brasiliani del 1950 alcuni calciatori biancocelesti, quali Furiassi, Remondini e Sentimenti IV,
    Per ben 24 anni nessun biancoceleste ha preso parte alle spedizioni della Nazionale maggiore in occasione di competizioni ufficiali. Spezzarono il digiuno delle convocazioni tre simboli della Lazio fresca vincitrice del primo Scudetto della sua storia nel 1974, quali il bomber Chinaglia, il centrocampista Re Cecconi e il difensore Wilson, chiamati dall'allora commissario tecnico Ferruccio Valcareggi per la spedizione mondiale. Nel 1978, in vista dei Mondiali, Manfredonia è stato l'unico rappresentante laziale nella compagine azzurra.
    Dopo circa 16 dall'ultima presenza di giocatori biancocelesti con la maglia azzurra in competizioni ufficiali, complice un periodo particolarmente difficile per le sorti del club romano come quello vissuto negli anni ottanta, la Lazio diede alla Nazionale italiana tre elementi, come Casiraghi, Marchegiani e Signori, chiamati a far parte della spedizione azzurra ai Mondiali statunitensi del 1994, persi ai calci di rigore contro il Brasile. Due anni dopo le convocazioni (e questa volta per gli Europei del 1996) furono per Di Matteo, Fuser e Nesta, oltre al "solito" Casiraghi.
    Tra il 1996 ed il 2002, a parte il campionato eurepeo del 2000, quando fu "accompagnato" dal compagno di squadra e di reparto Negro, Alessandro Nesta, uno dei più grandi capitani della storia biancoceleste, è stato l'unico calciatore della Lazio ad essere annesso alle spedizioni della Nazionale maggiore.
    L'Europeo 2004 rappresenta la competizione durante la quale la spedizione azzurra presenta il maggior numero di giocatori laziali, ben cinque: Corradi, Favalli, Fiore, Oddo e Peruzzi. Quest'ultimi due hanno fatto parte anche della compagine azzurra che nella notte berlinese conquista la Coppa del Mondo 2006.
    Gli ultimi calciatori della formazione biancoceleste ad essere convocati in una spedizione azzurra sono stati Lorenzo De Silvestri ed il capitano Tommaso Rocchi, in occasione delle Olimpiadi di Pechino nel 2008.
    Recentemente hanno vestito la maglia azzurra della nazionale italiana i giocatori della Lazio: Cristian Ledesma e Stefano Mauri.
    Calciatori della Lazio nelle varie spedizioni azzurre
    Di seguito l'elenco dei giocatori che hanno fatto parte delle spedizioni della Nazionale italiana durante il periodo di militanza nella S.S. Lazio:

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    I giocatori della Nazionale italiana, tra i quali l'attaccante delle Aquile Anfilogino Guarisi, festeggiano insieme al CT Vittorio Pozzo la conquista del Mondiale 1934.


    Competizione Calciatori
    Coppa Internazionale 1931-1932
    Sclavi

    Mondiale 1934
    Guarisi

    Olimpiade 1936
    Baldo, Gabriotti

    Mondiale 1938
    Piola

    Olimpiade 1948
    Antonazzi

    Mondiale 1950
    Furiassi, Remondini, Sentimenti IV

    Mondiale 1974
    Chinaglia, Re Cecconi, Wilson

    Mondiale 1978
    Manfredonia

    Mondiale 1994
    Casiraghi, Marchegiani, Signori

    Europeo 1996
    Casiraghi, Di Matteo, Fuser, Nesta

    Olimpiade 1996
    Nesta

    Mondiale 1998
    Nesta

    Europeo 2000
    Negro, Nesta

    Olimpiade 2000
    Baronio

    Mondiale 2002
    Nesta

    Europeo 2004
    Corradi, Favalli, Fiore, Oddo, Peruzzi

    Mondiale 2006
    Oddo, Peruzzi

    Olimpiade 2008
    De Silvestri, Rocchi

    Palmarès

    Il palmarès della S.S. Lazio è uno dei più prestigiosi a livello nazionale. Vincitrice del suo primo trofeo ufficiale nel 1958, la Lazio si è aggiudicata in 2 occasioni il campionato nazionale e ha vinto 5 edizioni della Coppa Italia, principale competizione di coppa nazionale del Paese. Il club biancoceleste vanta, inoltre, 3 Supercoppe Italiane, per un totale di 10 vittorie in competizioni nazionali, cui vanno sommate 2 vittorie in competizioni internazionali che danno come somma complessiva 12 trofei ufficiali vinti. Dalla sua fondazione, la Lazio ha conquistato, soprattutto agli inizi del Novecento, numerosi tornei e competizioni a livello cittadino, regionale ed interregionale, arrivando persino a giocarsi lo Scudetto nella finalissima nazionale nel 1913 e 1914, perdendo rispettivamente con Pro Vercelli e Casale, ed anche nel 1923, quando venne superata nella doppia finale dal Genoa. Anche nel 1915 la formazione romana avrebbe dovuto disputare la finalissima, ma le fu impedito a causa dell’entrata in guerra dell’Italia nel Primo conflitto mondiale e dal conseguente stop alle attività sportive.
    La formazione laziale può vantare di aver centrato in una occasione il Double, ovvero la vittoria del campionato di massima serie e della coppa nazionale nella stessa stagione (accadute nella stagione 1999-00).
    Vincitrice del suo primo trofeo internazionale ufficiale nel 1999 (Coppa delle Coppe, nella circostanza vinta per la prima ed unica volta da un club romano), i suoi 2 trofei vinti in competizioni a livello confederale e FIFA, tra cui una Supercoppa UEFA, vinta nel 1999 battendo gli allora Invincibili del Manchester United, la vedono nel novero delle undici squadre italiane che hanno trionfato fino adesso nelle rassegne continentali riconosciute dalla UEFA, ed attualmente unica formazione capitolina ad essersi aggiudicata titoli internazionali ufficiali. La formazione romana, oltre ai successi in Coppa delle Coppe e Supercoppa UEFA, ha vinto nel 1971 l'undicesima edizione della Coppa delle Alpi, trofeo internazionale che però non è riconosciuto a livello confederale.
    La Lazio ha avuto l'onore di essere insignita nel 1967 della Stella d'Oro al Merito Sportivo e nel 2002 del Collare d'Oro al Merito Sportivo.
    Il club capitolino, scelto squadra italiana dell'anno dall'Associazione Italiana Calciatori nel 1999, occupa il sesto posto tra i club italiani e il ventesimo a livello mondiale nel ranking stilato dall'IFFHS relativamente al periodo che va dal 1991 al 2009.

    Competizioni ufficiali
    Competizioni nazionali


    Lazio_Coppa_Italia_1958_ter
    La Lazio vincitrice della Coppa Italia nel 1958, primo trofeo ufficiale della storia biancoceleste.



    16px-Scudetto.svg Campionato italiano: 2
    • 1973-74, 1999-00
    20px-Coccarda_Coppa_Italia.svg Coppa Italia: 5
    • 1958, 1997-98, 1999-00, 2003-04, 2008-09
    20px-Supercoppaitaliana Supercoppa italiana: 3
    • 1998, 2000, 2009
    Competizioni internazionali
    18px-Coppacoppe Coppa delle Coppe: 1
    • 1998-99
    14px-Supercoppaeuropea2 Supercoppa UEFA: 1
    • 1999
    Competizioni minori
    Nazionali
    • Campionato italiano di Serie B: 1
    1968-69
    Internazionali
    • Coppa delle Alpi 1
    1971
    Competizioni giovanili
    A livello giovanile, la squadra Primavera della Lazio è una delle formazioni più importanti e titolate, avendo conquistato 4 Campionati Primavera, essendo così la quarta squadra con più Scudetti giovanili al pari della Juventus, ed una Coppa Italia Primavera. Anche le squadre di altre categorie hanno ottenuto nel corso degli anni vari successi sia a livello nazionale, soprattutto con le formazioni Berretti (1), Giovanissimi Nazionali (3), Pulcini (1) e in passato Ragazzi (1) e Juniores (1), sia in campo internazionale, con la formazione Primavera trionfante nel Trofeo Internazionale Karol Wojtyla in cinque occasioni, detenendo così il record di vittorie del torneo, oltre a quella degli Allievi, vincitrice del Torneo Internazionale Carlin's Boys di Sanremo.

    Statistiche e record
    Partecipazione ai campionati

    Livello Categoria Partecipazioni Debutto Ultima stagione
    1º Prima Categoria 5 1912-1913
    1920-1921

    Prima Divisione 5 1921-1922
    1925-1926

    Divisione Nazionale 3 1927-1928
    1945-1946

    Serie A 70 1929-1930
    2012-2013

    2º Prima Divisione 1 1926-1927
    1926-1927

    Serie B 11 1961-1962
    1987-1988

    In 95 stagioni sportive a partire dall'esordio a livello nazionale il 3 novembre 1912, inclusi 10 campionati di Prima Categoria Nazionale e 3 di Divisione Nazionale, oltre ad 1 di Prima Divisione.
    Statistiche di squadra

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    Pino Wilson, secondo solo a Giuseppe Favalli per numero di presenze in maglia biancazzurra con 394 partite ufficiali disputate.


    In 95 stagioni sportive a partire dall'esordio a livello nazionale, risalente al 3 novembre 1912, la Lazio ha disputato 81 campionati di massima serie (70 campionati di Serie A, 10 di Prima Categoria Nazionale e 3 di Divisione Nazionale), mentre per 1 volta ha partecipato al campionato di Prima Divisione Sud (1926-27) e per 11 volte a quello di Serie B (1961-62, 1962-63, 1967-68, 1968-69, 1971-72, 1980-81, 1981-82, 1982-83, 1985-86, 1986-87, 1988-89). I biancocelesti hanno terminato il campionato a girone unico 2 volte primi, 3 volte secondi e 6 volte terzi. In 70 stagioni sportive disputate dalla Lazio nel massimo campionato a girone unico ha, dunque, terminato il torneo sul podio nel 16% dei casi. Dall'avvento del girone unico la Lazio è stata 3 volte Campione d'inverno (1936-37, 1973-74, 1999-00).
    Quella delle Aquile è la formazione italiana ad aver disputato il maggior numero di finalissime nazionali (4 volte, più specificatamente nelle stagioni 1912-13, 1913-14, 1914-15 e 1922-23) ovvero gli incontri che, prima dell'istituzione del campionato a girone unico, mettevano di fronte le compagini campioni del girone Nord e quello Sud per decidere la squadra campione d'Italia.
    È stata la quarta squadra italiana, dopo Torino, Juventus e Napoli (e successivamente alle Aquile anche l'Inter), ad aver conquistato, nella stagione 1999-00, il Double, ovvero la conquista nello stesso anno di campionato e coppa nazionale.
    In base alle partite ufficiali finora disputate, la vittoria della Lazio con il più ampio scarto è il 9-1 inflitto al Modena il 12 giugno 1932.[80] La sconfitta con il più ampio scarto, invece, è l' 8-1 rimediato nella stagione 1933-1934 in trasferta contro l'Ambrosiana-Inter.
    La Lazio è la quinta società italiana per numero di partecipazioni (70) nel Campionato di Serie A sin dal 1929, anno dell'istituzione del torneo a girone unico, ed è al sesto posto nella classifica perpetua della Serie A, dietro a Juventus, Inter, Milan, Roma e Fiorentina. Al giugno 2012, dei 2320 incontri nella massima serie, 845 sono state le vittorie delle Aquile, 707 i pareggi e 768 le sconfitte, con 3121 gol segnati e 2888 subiti.
    La squadra biancoceleste detiene il record assoluto di vittorie fatte registrare in una sola giornata, con 3 successi ottenuti in occasione del Campionato Interregionale Centro-sud vinto nel 1908, quando sconfisse in mattinata il Lucca FC, nel primo pomeriggio la SPES Livorno e successivamente la Virtus Juventusque in finale.
    Ha terminato il campionato a girone unico 2 volte prima, 3 volte seconda e 6 volte terza. Nelle 70 stagioni sportive disputate nel campionato a girone unico è dunque terminata sul podio nel 14,5% dei casi. Nelle 11 stagioni sportive disputate nel campionato cadetto a girone unico ha terminato il campionato 1 volta prima, 2 volte seconda e 2 volte terza, terminando sul podio nel 45% delle occasioni.

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    Miroslav Klose,


    L'avversario affrontato più volte dalla Lazio in gare ufficiali è il Milan (146 volte), seguita da Juventus e Roma (144 volte), dall'Inter (143 volte) e dal Bologna (128 volte).
    A livello di coppe nazionali la Lazio ha disputato 6 finali di Coppa Italia (con 5 vittorie) e 4 finali di Supercoppa italiana (3 successi) per un totale di 10 finali, settima squadra italiana in questa particolare classifica.
    In ambito internazionale gli avversari classici in gare ufficiali sono Chelsea e Real Madrid (4 incontri), con i madrileni che non si sono mai imposti all'Olimpico, e Partizan e Villarreal (3 incontri).
    Ufficialmente, il più alto numero di spettatori per una partita della Lazio in casa è di circa 80 000 persone per una partita di Serie A contro il Foggia il 12 maggio 1974, la partita che consegnò alla squadra capitolina il suo primo Scudetto. Un simile numero di spettatori era presente sugli spalti anche il 21 giugno 1987, data dello storico match vinto dai biancazzurri sul L.R. Vicenza per 1-0, risultato che consentì alla Lazio di andare agli spareggi per evitare la Serie C. Questi sono due record di presenze per tutta la storia dello Stadio Olimpico, includendo le partite della Roma e della Nazionale di calcio.

    Statistiche individuali
    A livello individuale, Giuseppe Favalli è il giocatore che detiene il record di presenze in maglia biancoceleste, durante i suoi dodici anni alla Lazio dal 1992 al 2004, ne ha collezionate 401. Seguono Pino Wilson con 394 partite disputate in 11 stagioni e Paolo Negro con 376 gare in 12 annate. Il record di presenze per un portiere è di Luca Marchegiani, con i 339 incontri disputati in 10 stagioni, seguito da Idilio Cei con 290 gare in 10 annate ed Angelo Peruzzi con 226 partite disputate in 7 stagioni. Il record di maggiori partite giocate esclusivamente in campionato è invece di Aldo Puccinelli, con 339 gettoni di presenza tra il 1940 e il 1955. Seguono Pino Wilson e Beppe Favalli rispettivamente con 324 e 298 presenze.
    Il miglior marcatore di tutti tempi della Lazio è Silvio Piola, con 148 gol segnati (esclusi quelli realizzati nelle coppe continentali non riconosciute dalla UEFA). Piola, che giocò ai suoi tempi anche con la Pro Vercelli, col Torino, con la Juventus ed il Novara, è anche il miglior marcatore nella storia della Serie A, con 274 gol totali, 49 al di sopra di chiunque altro. Alle sue spalle Beppe Signori (127 gol in 6 stagioni) e Giorgio Chinaglia (122 gol in 7 stagioni).
    Simone Inzaghi è il miglior marcatore nelle competizioni europee, con 20 gol realizzati. È anche uno dei sei giocatori nella storia della Champions League ad aver segnato 4 reti in una singola partita della massima competizione europea. Seguono Pavel Nedvěd con 12 reti messe a segno in 5 stagioni e Tommaso Rocchi, anch'egli a quota 12 gol ma ancora tra le fila biancocelesti.
    Tra i calciatori della rosa odierna, il miglior marcatore è il capitano Tommaso Rocchi.

    Tifoseria

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    Il cuore del tifo laziale: la Curva Nord.


    Al momento la S.S. Lazio è la sesta squadra d'Italia per numero di tifosi (4,8%) dietro a Juventus, Inter, Milan, Napoli e Roma come risulta da un sondaggio effettuato dallo Studio Grizzaffi, azienda specializzata in ricerche di mercato, e pubblicato dalla stessa il 17 giugno 2010.
    I sostenitori del club capitolino sono quantificabili in circa 1,2 milioni in Italia, secondo il più recente sondaggio di settore condotto e pubblicato dallo Studio Grizzaffi nel giugno 2010: con il 4,8% di preferenze da parte del campione esaminato, le Aquile risultano essere la sesta squadra più sostenuta del Paese.
    Il tifo per la Lazio, tradizionalmente radicato dal punto di vista geografico a Roma e nelle province laziali, è presente anche in altre regioni d'Italia, il che garantisce un seguito alla squadra anche durante gli incontri esterni.
    Storia

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    La Curva Nord dello Stadio Olimpico gremita dai supporters biancocelesti.


    La storia del tifo organizzato laziale comincia nel secondo dopoguerra. Nel 1951 vengono fondati i Circoli Biancocelesti, per cui la tifoseria laziale è stata, dopo quella romanista, la seconda ad aver formato club di sostenitori in Italia.
    Verso la fine degli anni sessanta, periodo di sollevazioni giovanili, piccoli gruppi di tifosi, più che altro nati come aggregazioni di quartiere, riempiono le gradinate dello Stadio Olimpico di Roma (Tuparamos, Aquile, Ultras, Vigilantes, NAB, CAST, Marines, CML), facendo sentire il loro incitamento alla Lazio in modo spontaneistico.
    Il gruppo degli Eagles' Supporters, che li riunisce nel 1977 sotto un unico striscione di 54 metri (il più lungo d'Italia), concentra il tifo ultras biancazzurro con un sostegno di massa colorato, rumoroso e incessante, nonostante le difficili stagioni che la squadra romana affronta sia a livello sportivo che finanziario.
    Il 28 ottobre 1979, poco prima dell'inizio del derby, viene tolta la vita a Vincenzo Paparelli, supporter laziale raggiunto in Curva Nord da un razzo sparato dalla Sud per mano di un tifoso romanista. Da allora i gruppi organizzati di tifosi biancocelesti, prima riuniti nelle gare casalinghe in Curva Sud, decisero di spostarsi definitivamente nella Nord dell'Olimpico.
    Durante la partita casalinga contro il Padova del 1987, in Curva Nord appare uno striscione lungo 10 metri di un nuovo gruppo: gli Irriducibili creati da Antonio "Grinta". Questi ultimi rivoluzioneranno il modo di tifare: niente più tamburi ma cori all'inglese. Su questo, ma più che altro per motivi politici e di gestione della curva, nascono contrasti con gli Eagles' Supporters, che si scioglieranno all'inizio del 1993 a causa dello scarso ricambio generazionale e delle continue aggressioni subìte dagli ultras emergenti. Con l'arrivo del presidente Sergio Cragnotti la Lazio torna sul palcoscenico europeo. Gli Irriducibili in questo periodo oltre che con interisti e veronesi stringono rapporti con i tifosi organizzati di Real Madrid, Chelsea ed Espanyol, e successivamente con quelli di Levski Sofia e West Ham. I laziali conquistano anche gli stadi continentali: 4 000 a Dortmund, Vienna e Madrid, 20 000 a Parigi, 15 000 a Birmingham, 10 000 a Monaco. Sotto la gestione del presidente Ugo Longo la società decide di ritirare la maglia numero 12, in onore dei tifosi della squadra biancoceleste. L'11 novembre 2007 viene ucciso da un agente di Polizia il tifoso laziale Gabriele Sandri, a cui è stata intitolata poi la curva. Da allora la sua immagine è posta nella parte bassa della Nord.[85] La storia del povero "Gabbo" è stata raccolta nel libro verità 11 Novembre 2007. L'uccisione di Gabriele Sandri una giornata buia della Repubblica dello scrittore Maurizio Martucci, autore anche del libro sulla storia di Vincenzo Paparelli.
    Dal marzo 2010, gli Irriducibili lasciano il comando dopo 23 anni per lasciare la gestione della Curva Nord in mano ai membri della ex Banda Noantri e In Basso a Destra, gruppi sciolti formalmente per le numerose diffide ma comunque presenti sotto il nome di altri striscioni: essi creeranno una collaborazione tra tutti i gruppi storici della Nord per quanto riguarda le decisioni e la gestione di essa, e tutti si riuniranno sotto il nome di Ultras Lazio Curva Nord, coadiuvato da un altro importante gruppo del tifo laziale, ovvero l'Associazione Sodalizio, riunito nel settore della Tribuna Tevere.
    Dal settembre 2012 i ragazzi della Curva Nord, con il patrocinio del Comune di Roma e della stessa società Lazio, decidono di inaugurare l'iniziativa "Terzo Tempo Lazio", ovvero la possibilità per tutti i tifosi di incontrarsi nel pre e post gara delle partite casalinghe dei biancocelesti in un’area nei pressi dello Stadio Olimpico totalmente dedicata ai colori biancocelesti.

    Gemellaggi

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    Gemellaggio fra tifosi laziali ed interisti il 2 maggio 2009 con l'omaggio dei supporters nerazzurri a Gabriele Sandri, tifoso biancoceleste scomparso nel 2007.


    • Inter
    • Triestina
    • Verona
    • Ascoli
    • Chieti
    • Real Madrid
    • Chelsea
    • Espanyol
    • Levski Sofia
    • West Ham

    Il rapporto tra gli ultras dell'Inter e della Lazio è sicuramente il più saldo: esso è nato attorno alla metà degli anni ottanta e si è rinsaldato negli ultimi anni con la finale della Coppa UEFA 1997-98 a Parigi e il 5 maggio 2002, quando allo Stadio Olimpico molti tifosi laziali auguravano agli "amici" interisti la conquista dello Scudetto. Un altro episodio significativo è riferibile al match Lazio-Inter del 2 maggio 2010, alla terz'ultima giornata del campionato 2009-10, quando la tifoseria della squadra capitolina ha incitato per tutti i novanta minuti la compagine milanese, in lotta per vincere il campionato con i cugini romanisti, spingendola così verso il mantenimento della vetta della classifica. Tra gli ultras della Nord ed i tifosi della Triestina c'è un vero e proprio gemellaggio che risale agli anni ottanta, quando entrambe le due squadre militavano in B. Successivamente la squadra giuliana, in una partita all'Olimpico contro la Roma, ha esposto i vessilli biancocelesti, saldando ancor di più il rapporto. Con i supporters dell'Hellas Verona non c'è in realtà un vero e proprio gemellaggio, ma soltanto sintonia; stessa cosa vale riguardo al legame con i tifosi di Ascoli e Chieti.
    A livello internazionale, i gemellaggi più importanti sono quelli con il Real Madrid e l'Espanyol.
    Il primo nasce nel 2001 tra gli Irriducibili e gli Ultras Sur durante il doppio confronto in Champions League 2000-01 tra le due squadre, rinsaldato dagli incontri nella fase a gironi della Champions League 2007-08. Tra i due gruppi ultras sembra esserci anche una convergenza di ideali politici, tendenti all'estrema destra. Gli ultras spagnoli hanno sostenuto i tifosi biancocelesti nella trasferta iberica contro i rivali storici dell'Atlético Madrid in occasione della gara di ritorno dei sedicesimi di finale dell'Europa League 2011-12.
    Il secondo nasce per convergenze "pseudopolitiche". Anche se le due formazioni non si sono mai incontrate in match ufficiali, gli Irriducibili e le Brigadas Blanquiazulas hanno stretto questo gemellaggio per il condiviso odio sportivo nei confronti del Barcellona. Lo striscione dei supporters spagnoli è spesso presente in Curva Nord. Durante il match di andata dei sedicesimi di finale della Coppa UEFA 2006-07 tra Espanyol e Livorno, i tifosi laziali sono stati presenti tra le Brigadas Blanquiazulas per sostenere gli spagnoli contro i rivali amaranto.
    Anche il gemellaggio stretto con i tifosi del Levski Sofia nei primi anni duemila è di natura pseudopolitica, oltre che per amicizie personali tra i capi ultrà. Questo rapporto si è saldato ancor di più in occasione del doppio confronto tra i due club nella fase a gironi dell'Europa League 2009-10.
    Il gemellaggio con i Blues del Chelsea è nato all'inizio degli anni novanta, quando un gruppo di ultras biancocelesti residenti a Londra hanno stretto ottimi rapporti con i supportres britannici. Tale legame si è rinsaldato in occasione degli incontri di Champions League nelle edizioni 1999-2000 e 2003-04.
    Sempre in Inghilterra è conosciuto negli ultimi anni il gemellaggio tra la tifoseria organizzata laziale e quella del West Ham, la Inter City Firm. In più di un'occasione gli ultras di entrambe le squadre sono andati a sostenerle sia allo Stadio Olimpico che ad Upton Park. Per commemorare questo gemellaggio i tifosi laziali sono andati a dare manforte agli Hammers in occasione della finale play-off di Championship 2011-12 a Wembley. Inoltre gli Irriducibili e la I.C.F. espongono nelle proprie curve una pezza commemorativa del gemellaggio, raffiguarante lo stemma della società romana e i due martelli tipici del team londinese.
    Rivalità
    • Roma
    • Napoli
    • Milan
    • Juventus
    • Atalanta
    • Pescara
    • Perugia
    • Ternana
    • Sambenedettese
    • Bologna
    • Brescia
    • Genoa
    • Sampdoria
    • Pisa
    • Modena
    • Livorno
    • Fiorentina
    • Torino
    • Lecce
    • Foggia
    • Salernitana
    • O. Marsiglia
    • Arsenal
    • Atlético Madrid
    • Panathinaikos

    La più accesa e storica rivalità non può che essere con i tifosi dell'altra squadra della Capitale: la Roma. L'ostilità degli ultras biancocelesti con i tifosi del Napoli nasce dal gemellaggio che legava negli anni ottanta napoletani e romanisti. Nei confronti della tifoseria milanista è sempre esistita un'accesa rivalità, soprattutto dopo il discusso campionato 1998-99, vinto in rimonta nelle ultime giornate proprio dal Milan a discapito della Lazio. La rivalità nei confronti della Juventus invece deriva principalmente dall'antipatia dei tifosi laziali nei confronti della dirigenza bianconera, oltre che per la rivalità fra gli stessi juventini e i sostenitori gemellati dell'Inter. I contrasti con la tifoseria dell'Atalanta nascono alcuni anni fa a causa di forti divergenze politiche; con le tifoserie di Pescara, Perugia e Ternana la rivalità nasce già dagli anni settanta, mentre quella con il tifo organizzato di Sambenedettese, Genoa, Sampdoria e Pisa si manifesta dagli anni ottanta. Nel decennio successivo invece, le rivalità si accesero con Bologna, Fiorentina, Torino, Lecce e Foggia. L'origine della rivalità con la tifoseria della Salernitana è dovuta ai duri scontri fra supporters biancocelesti e granata prima di un'amichevole disputata a Salerno agli inizi degli anni duemiladieci. La causa della rivalità con i tifosi del Brescia si basa soprattutto per il gemellaggio tra i tifosi delle Rondinelle e quelli dei rivali milanisti. Con i supporters di Modena e Livorno la rivalita' nasce per le idee politiche dei tifosi emiliani e toscani, notoriamente di estrema sinistra, contrastanti con quelle di estrema destra degli ultras laziali.
    A livello internazionale, vi sono molte rivalità sportive, quasi tutte nate negli anni novanta. Tra le più accese c'è quella con i francesi dell'Olympique Marsiglia, nata quando nei primi anni novanta i laziali rubarono ai marsigliesi uno striscione con la scritta "ULTRAS". Nel 2000, quando i romani tornarono a Marsiglia in occasione di un match della 1999-2000, durante la gara i supporters dell'OM li accolsero con lanci di bottigliette e pietre.
    Altra rivalità è quella con gli inglesi dell'Arsenal, generata soprattutto per motivi di carattere sportivo, da quando il difensore laziale Siniša Mihajlović ed il centrocampista dei Gunners Patrick Vieira si scambiarono insulti razzisti durante un match di 2000-01, oltre al fatto che esiste un gemellaggio tra i tifosi biancocelesti e quelli del Chelsea, storici rivali cittadini dell'Arsenal.
    L'acredine nei confronti degli spagnoli dell'Atlético Madrid nasce alla fine degli anni novanta, durante la gara di Coppa UEFA 1997-98 valida per la semifinale. La Lazio, grazie alla vittoria ottenuta al Vicente Calderón nel match d'andata ed al pareggio nel ritorno, riuscì a qualificarsi per la finale, facendo nascere una rivalità sportiva che nel 2001 si acuì con il gemellaggio della tifoseria laziale e quella degli storici rivali del Real Madrid. In occasione della gara di ritorno dei sedicesimi di finale dell'Europa League 2011-12 fra Atletico Madrid e Lazio, i supportres biancocelesti organizzano un corteo in direzione del Vicente Calderón insieme agli Ultras Sur, gruppo di tifosi del Real Madrid.
    Un'altra rivalità nata negli anni duemiladieci è quella con i greci del Panathinaikos, a seguito del gemellaggio con i tifosi romanisti, dirimpettai cittadini dei biancocelesti. L'astio tra le due tifoserie non si era mai palesato fino all'edizione 2012-13 dell'Europa League, durante la quale le due compagini vengono sorteggiate nello stesso girone. In occasione della gara disputata all'Olimpico, gli ultras greci arrivano allo stadio accompagnati da alcuni tifosi giallorossi, esponendo striscioni e bandiere tipiche del tifo romanista.

    Organico
    Rosa
    Rosa e numerazione, tratte dal sito ufficiale della Lazio, sono aggiornate al 12 ottobre 2012.
    N. Ruolo Giocatore
    1 P Albano Bizzarri
    2 D Michaël Ciani
    3 D André Dias
    5 D Lionel Scaloni
    6 C Stefano Mauri (vice-capitano)
    7 C Ederson
    8 C Hernanes
    9 A Tommaso Rocchi (capitano)
    10 A Mauro Zárate
    11 A Miroslav Klose
    15 C Álvaro González
    18 A Libor Kozák
    19 C Senad Lulić
    20 D Giuseppe Biava
    21 D Modibo Diakité
    22 P Federico Marchetti
    23 C Ogenyi Onazi
    24 C Cristian Ledesma
    25 A Antonio Rozzi
    26 D Ştefan Radu
    27 C Lorik Cana
    29 D Abdoulay Konko
    32 C Cristian Brocchi
    33 D Marius Stankevičius
    39 D Luís Pedro Cavanda
    78 D Luciano Zauri
    84 P Juan Pablo Carrizo
    87 C Antonio Candreva
    99 A Sergio Floccari
    - C Antonio Cinelli
    - C Pasquale Foggia
    - C Matuzalém
    - A Gonzalo Barreto
    - A Ettore Mendicino
    - A Giuseppe Sculli

    Staff tecnico

    Staff dell'area tecnica
    • Direttore Sportivo: Igli Tare.
    • Coordinatore area tecnica: Igli Tare.
    • Allenatore: Vladimir Petković
    • Allenatore in 2ª: Antonio Manicone.
    • Collaboratore prima squadra: Jesse Fioranelli.
    • Preparatore dei portieri: Adalberto Grigioni.
    • Preparatori atletici: Paolo Rongoni, Adriano Bianchini, Alessandro Fonte.
    • Direttore sanitario: dr. Ivo Pulcini.
    • Coordinatore staff sanitario: dr. Roberto Bianchini.
    • Medico sociale: dr. Stefano Salvatori.
    • Fisioterapisti: Carlo Zazza, Valerio Caroli, Massimo Romano Papola, Stefano Sistilli.
    • Consulente ortopedico: dr. Stefano Lovati.
    • Consulente nutrizionista: prof. Roberto Verna.
    • Allenatore squadra Primavera: Alberto Bollini.
    • Team Manager: Maurizio Manzini.
    • Responsabile settore giovanile: gen. Giulio Coletta.

    La polisportiva Lazio

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    Fausto Coppi, uno degli atleti illustri che hanno fatto parte della Società Sportiva Lazio.


    La Società Sportiva Lazio è la società polisportiva più grande del mondo e più antica d'Europa, composta da numerose sezioni sportive, in numero di 44, ed attività associate, attualmente in numero di 12, con la Lazio Master Calcio a 5 facente parte del sodalizio come socio onorario.
    La presidenza generale della Polisportiva S.S. Lazio è attualmente rappresentata dal Dott. Antonio Buccioni, con il Prof. Emmanuele Emanuele che riveste la figura di Presidente Generale onorario. Il ruolo di Vice Presidente Generale Vicario è riservato al Dott. Roberto Pessi, coadiuvato dagli altri vicepresidenti Massimo Moroli, Eutimio Ranieri e Pierluigi Bernabò, ex consigliere del comitato di presidenza. Oltre al segretario generale Andrea Penza, nel dicembre del 2010 sono stati nominati dalla Consulta dei Soci Benemeriti e quella delle Famiglie Storiche come presidenti onorari Giovanni Gilardoni e Giuliano Pollini, quest'ultimo, scomparso nel novembre 2012, discendente diretto di Luigi Bigiarelli, il fondatore maximo dell'allora Società Podistica Lazio.
    La sede ufficiale della Società Sportiva Lazio è ubicata all'interno dello Stadio Flaminio in Roma, struttura che in passato fu amministrata e gestita per circa trent'anni dalla stessa polisportiva laziale.
    In numero totale, la Società Sportiva Lazio conta circa 10 000 atleti iscritti, i quali, nel corso della storia ultracentenaria della società, hanno regalato ai colori biancocelesti numerosi titoli e medaglie. Suddetti atleti possono contare sull'apporto di 400 tecnici ed altrettanti dirigenti.
    Numerosi sono stati gli atleti di spicco che hanno indossato i colori biancocelesti nelle varie discipline sportive, come il Campionissimo Fausto Coppi nel ciclismo, Carlo Pedersoli (in arte Bud Spencer) nel nuoto, e Renzo Nostini, campione nella scherma, nel nuoto e nel rugby.
    I titoli italiani vinti attualmente sono più di 80, quelli individuali sono oltre 600, mentre quelli in categorie minori e nei settori giovanili sono circa 1000. Le medaglie conquistate dagli atleti della Polisportiva in competizioni ufficiali, quali Campionati del Mondo, d'Europa e Giochi olimpici, sono numerose, e 49 sono le medaglie d'oro vinte nel corso di queste manifestazioni sportive internazionali.
    La Società Sportiva Lazio, oltre ad esser stata eretta in Ente Morale nel 1921, è stata insignita nel corso della sua storia ultracentenaria d'importanti onorificenze a livello nazionale, quali la Stella d'Oro al Merito Sportivo, ricevuta nel 1967, ed il Collare d'Oro al Merito Sportivo del 2002. Poche altre realtà sportive posso vantare i riconoscimenti assoluti che ha ricevuto il sodalizio biancoceleste.

    Da wikipedia
     
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    Storia della Società Sportiva Lazio


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    Le origini e i primi anni
    La Società Sportiva Lazio nasce a Roma il 9 gennaio 1900 come Società Podistica Lazio; la fondazione avviene all'interno di un ufficio in Piazza della Libertà, nel rione Prati, ad opera di nove giovani atleti: Luigi Bigiarelli, Giacomo Bigiarelli, Odoacre Aloisi, Arturo Balestrieri, Alceste Grifoni, Giulio Lefevre, Galileo Massa, Alberto Mesones, Enrico Venier.

    Targalazio
    La targa affissa in Piazza della Libertà con i nomi dei fondatori dell'allora Società Podistica Lazio.



    A loro ricordo nel 2000, in occasione del centenario del sodalizio biancoceleste, è stata affissa in Piazza della Libertà una targa con i loro nomi, voluta dall'allora presidente della Lazio Sergio Cragnotti.
    Successivamente alla sua fondazione, la società capitolina vede pian piano aumentare le discipline praticate dai suoi atleti (nuoto, atletica leggera e calcio furono le prime sezioni istituite), divenendo così a tutti gli effetti una polisportiva.
    Vengono scelti come colori sociali il bianco e il celeste, in omaggio alla Grecia, patria dello sport e dei Giochi olimpici, al cui spirito i fondatori della Lazio si ispirano; la fondazione avviene infatti tra la I Olimpiade disputata ad Atene nel 1896, e la II, che si sarebbe tenuta di lì a poco a Parigi nell'estate del 1900. Di conseguenza come simbolo viene scelta l'Aquila che, secondo la simbologia antica, rappresenta la figura di Zeus, principale divinità del pantheon ellenico.
    Il nome “Lazio” fu scelto per comprendere, nell'intenzione dei fondatori, un ambito più grande della stessa Capitale, sì da coinvolgere nelle attività della nuova società anche gli abitanti dell'intera regione Lazio.

    15 maggio 1902 – Campo di Piazza d'Armi, Roma
    SP Lazio - Virtus CS 3 – 0

    Balestrieri
    Grifoni
    Masini
    Grassi
    D'Amico
    Mariotti
    Pollina
    Ricci
    Pellegrini
    Ancherani
    Golini
    Arbitro: (sconosciuto)
    Marcatori: , , Ancherani


    L'inizio dell'attività calcistica della Lazio avvenne in un pomeriggio del gennaio 1901, anche se la sezione dedicata nacque ufficialmente nel 1910, quando Bruto Seghettini, socio del Racing Club di Parigi nonché fondatore dell'Audace Club Podistico, si presentò nella sede societaria in Via Valadier, 6. Avendo appreso dai soci laziali che il football non era ancora praticato, decise di raccontare loro gli aneddoti delle origini, di insegnare le regole basilari di questo recente sport nato in Inghilterra, ma soprattutto mostrò lo strumento con cui si praticava: una palla di corda annodata che rimbalzava ogni qual volta toccava terra.
    Gli sportivi biancocelesti furono subito entusiasti e cominciarono a far pratica sul campo di Piazza d'Armi, spesso causando anche problemi di ordine pubblico. La Lazio comunque proseguì negli allenamenti e Seghettini si vide ben presto superato in abilità, poiché gli aspiranti calciatori erano anche mezzofondisti, velocisti e marciatori. Intanto il socio Oscar Frey, uno svizzero, fece arrivare direttamente dalla Gran Bretagna i regolamenti ed i manuali ufficiali, indispensabili per una corretta pratica.
    Quell'undici era una squadra dal profilo internazionale, difatti facevano parte della formazione capitolina tre argentini di origine italiana: i fratelli Cerruti (Pietro, Ernesto e Felice); completavano la rosa: Balestrieri, Grassi, Grifoni, Masini, Bitetti, D'Amico, Golini, Ancherani, Pellegrini, Pollina, Ricci.

    Lazio_15_maggio_1902
    La formazione della Lazio che il 15 maggio 1902 vinse uno dei primi Derby di Roma battendo la Virtus per 3-0.



    Il primo torneo calcistico disputato in assoluto dalla Lazio si svolse il 27 gennaio 1901, in occasione dei Ludi Sportivi al Secolo Nascente, e vide le "Aquile" contrapposte alle società Veloce Club Podistico e Forza e Coraggio. Altri incontri avvennero contro i seminaristi scozzesi, che giocavano da tempo a Roma, dai quali i calciatori della Lazio impararono ad occupare e controllare le zone del campo e passarsi la palla piuttosto che eccedere in individualismi, pur tenendo conto del fatto che i più bravi potessero risolvere la partita (era il caso del centrattacco Sante Ancherani, vera punta di diamante di quella squadra). Intanto il calcio attirava sempre più nuove leve e praticanti e, a partire dal novembre 1901, il club biancoceleste organizzò un'Accademia del Football in collaborazione con la Forza e Coraggio, la Ginnastica Roma e lo Sporting Club.
    La prima importante partita nella storia del calcio capitolino, seppur non ufficiale, fu, però, quella giocata tra Lazio e C.S. Virtus il 15 maggio 1902 in Piazza d'Armi, nelle vicinanze di Piazza Mazzini. Questo incontro, che alcune fonti affermano essere stato giocato il 15 maggio 1904, è da molti considerato impropriamente come il primo Derby della Capitale. La Virtus era nata proprio nel 1902, a seguito di una scissione interna alla Lazio, ed i suoi fondatori erano gli "ammutinati" Mesones, Monarchi, Venarucci e Zanchi. La partita finì 3-0 per i biancazzurri con una tripletta di Ancherani. Il giorno seguente la cronaca del match venne riportata sui giornali locali, su tutti Il Messaggero.
    Nel 1907 venne organizzato un campionato romano che la Lazio vinse battendo in finale ancora una volta la Virtus. Nel giugno dell'anno successivo la compagine biancoceleste sconfisse in un solo giorno Lucca FC, SPES Livorno e Virtus Juventusque, vincendo così il Campionato Interregionale Centro-sud. Nel 1910 venne organizzato un campionato romano di III Categoria e la Lazio lo vinse agevolmente con questi risultati: Lazio-Fortitudo 11-0 e 4-1; Lazio-Roman 6-1 e 6-0; Lazio-Juventus Roma entrambe le gare si sono concluse col punteggio di 2-0 per le Aquile. La formazione biancoceleste vinse anche le edizioni del 1911 e 1912 dimostrando di essere chiaramente la squadra più forte e rappresentativa dell'Urbe.

    Classifiche Campionato romano di III Categoria 1910, 1911 e 1912:
    Edizione 1910


    1° LAZIO 12
    2° Roman 7
    3° Juventus RM 3
    4° Fortitudo RM 2

    Edizione 1911


    1° LAZIO 8
    2° Juventus RM 4
    3° Roman 0

    Edizione 1912

    1° LAZIO 18
    2° Audace RM 16
    3° Juventus RM 12
    4° Roman 5
    4° Fortitudo RM 5
    6° Alba RM 4

    1912-13: il primo campionato di Massima Serie

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    La finalissima nazionale del 1913 descritta su La Stampa Sportiva.



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    Pino Fioranti (a sinistra) nel giorno della finale nazionale nel 1913.



    Nella stagione 1912-13, dopo vari campionati di Terza Categoria, la Lazio partecipò per la prima volta al campionato di Prima Categoria. La FIGC, difatti, organizzò il primo vero campionato nazionale consentendo, per la prima volta, alle squadre del Centro-Sud di giocarsi il titolo di Campione d'Italia con le grandi squadre del Nord. La Lazio, naturalmente, venne inserita nel Girone laziale del Torneo del Sud Italia. Vinse senza difficoltà il girone eliminatorio e si qualificò alle finali del Torneo del Sud a cui partecipavano anche le vincenti del Girone toscano e del Girone campano. In semifinale affrontò la vincente del Girone toscano, la Virtus Juventusque di Livorno. Se ne sbarazzò battendola in entrambe le gare per 3-1 e 3-0 e si qualificò alla finale dove affrontò la vincente del Girone campano, il Naples.
    La Lazio ipotecò la vittoria del Torneo del Sud e la qualificazione alla finalissima per lo Scudetto, vincendo per 2-1 in casa del Naples (reti di Coraggio e Consiglio). Bastò poi un pareggio a Roma per vincere il Torneo del Sud e a qualificarsi alla finalissima nazionale contro la fortissima Pro Vercelli; i Leoni Bianchi piemontesi erano però troppo forti per la Lazio che solo un anno prima militava in Terza Categoria, così nel match disputatosi a Genova il 1 giugno 1913 la compagine biancoceleste subì una pesante sconfitta per 6-0 dallo squadrone vercellese.

    1913-14: secondo primato consecutivo e record di vittorie
    Nella stagione 1913-1914 la Lazio primeggiò nel Girone laziale vincendo tutte le partite e vinse anche le finali del Torneo del Sud battendo lo SPES Livorno in semifinale (1-0 e 3-0) e l'Internazionale NA in finale (1-0 e 8-0). In tal modo, oltre a conquistare il Torneo del Sud per la seconda volta consecutiva e a qualificarsi per la finalissima, vinse ben 14 partite consecutive, record battuto dall'Inter solo nel campionato 2006-07.

    Di seguito lo straordinario cammino della Lazio 1913-14:
    Girone Laziale
    Giornata Data Partita Risultato
    1 9 novembre 1913
    Pro Roma - Lazio
    1 - 6
    2 16 novembre 1913
    Fortitudo RM - Lazio
    0 - 7
    3 23 novembre 1913
    Roman - Lazio
    2 - 3
    4 7 dicembre 1913
    Audace RM - Lazio
    0 - 4
    5 4 gennaio 1914
    Lazio - Pro Roma
    9 - 0
    6 11 gennaio 1914
    Lazio - Fortitudo RM
    9 - 0
    7 18 gennaio 1914
    Lazio - Roman
    3 - 1
    8 25 gennaio 1914
    Juventus RM - Lazio
    1 - 6
    9 1 febbraio 1914
    Lazio - Audace RM
    3 - 0
    10 8 febbraio 1914
    Lazio - Juventus RM
    2 - 0
    Girone Laziale - Semifinale
    Giornata Data Partita Risultato
    11 16 aprile 1914
    Lazio - SPES Livorno
    1 - 0
    12 19 aprile 1914
    SPES Livorno - Lazio
    0 - 3
    Girone Laziale - Finale
    Giornata Data Partita Risultato
    13 3 maggio 1914
    Lazio - Internazionale NA
    1 - 0
    14 10 maggio 1914
    Internazionale NA - Lazio
    0 - 8
    Finale nazionale
    Finale Data Partita Risultato
    Andata 5 luglio 1914
    Casale - Lazio
    7 - 1
    Ritorno 12 luglio 1914
    Lazio - Casale
    0 - 2

    1914-15: il torneo sospeso per cause belliche
    Nella stagione 1914-15 la Lazio giunse seconda nel Girone laziale dietro il Roman e si qualificò alle finali del Torneo dell'Italia Centrale a cui partecipavano anche le prime due del Girone toscano: (Pisa e Lucca). Ancora una volta la Lazio si dimostrò superiore alle altre formazioni ed a una giornata dal termine era prima nel Girone finale dell'Italia Centrale. Il campionato fu tuttavia sospeso a causa dell'entrata in guerra dell'Italia e lo Scudetto venne assegnato così al Genoa, in testa ad una sola giornata dal termine nel Girone finale dell'Italia Settentrionale. La FIGC assegnò il Tricolore al Grifone non tenendo minimamente in considerazione il Torneo del Sud, poiché consapevoli della debolezza delle squadre meridionali che non erano certo in grado di battere le grandi compagini del Nord.
    Furono molti i calciatori biancocelesti che partirono per il fronte, tra questi i fratelli Di Napoli (Mario e Leonardo), il centrocampista Faccani e gli attaccanti Coraggio, Consiglio e Corelli I. Alcuni di questi giocatori, al loro ritorno, decisero di abbandonare l'attività agonistica.
    1919-20: la ripresa delle attività sportive
    Alla fine della "Grande guerra" il campionato riprese, ma la Lazio fu indebolita dal conflitto mondiale, durante il quale persero la vita alcuni suoi campioni e quelli che invece riuscirono a tornare dal fronte si ritirarono dalla carriera agonistica; di conseguenza la squadra capitolina perse la supremazia nel Girone laziale e in quello meridionale. Nell'annata 1919-20, pur avendo calciatori di talento, tra cui un giovane Fulvio Bernardini (che allora giocava in porta), non riuscì neanche a qualificarsi alle semifinali del Torneo del Centro-Sud.

    Gli anni venti

    1920-1925


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    Una formazione della Lazio del 1922.
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    Ezio Sclavi, una delle storiche "bandiere" del club biancoceleste.



    Nell'annata 1920-21 le sorti laziali furono migliori, difatti la formazione romana stavolta riuscì ad arrivare tra le prime due nel Girone laziale e a qualificarsi alle semifinali interregionali. Si trovò di fronte però il fortissimo Livorno, che l'anno prima aveva perso la finalissima nazionale contro l'Inter solo per 3-2, e il Naples. Arrivò terza ed ultima in questo girone, venendo così eliminata.
    Una curiosità: in seguito alla partita Naples-Lazio 4-2 il portiere laziale Bernardini, umiliato per le quattro reti subite, decise di cambiare ruolo e giocare in attacco. Saggia fu la sua decisione poiché negli anni successivi mise a segno molti gol diventando uno dei bomber più prolifici del campionato meridionale.
    Nella stagione 1921-22 la Lazio prese parte al torneo CCI non riuscendo a qualificarsi però alle finali di Lega Sud. Nell'annata 1922-23 la formazione biancoceleste, nella quale militavano elementi di buon valore come i fratelli Fernando e Luigi Saraceni, Maranghi e Bernardini, riuscì a vincere il campionato di Lega Sud battendo in finale il Savoia di Torre Annunziata per 3-3 e 4-1 e a qualificarsi ancora una volta per la finalissima contro il Genoa; gli squadroni del Nord erano però ancora troppo forti per le compagini centro-meridionali e così i genoani si imposero nettamente in gara doppia per 4-1 e 2-0.
    Nella stagione 1923-24 la Lazio si rinforzò ingaggiando altri calciatori di talento come il portiere Ezio Sclavi e l'attaccante Antonio Vojak. L'apporto di questi due elementi non bastò però alle Aquile per qualificarsi alla finale di Lega Sud. Nell'annata 1924-25 la società capitolina si rinforzò ulteriormente con gli arrivi dell'emergente allenatore magiaro Dezső Kőszegi, che prese il posto del tecnico Guido Baccani, passato alla guida della Nazionale, e dei giocatori Pardini e Cattaneo. Ancora una volta però fu eliminata nelle semifinali di Lega Sud. Intanto Bernardini, con le sue numerose reti, si mise ben in mostra e il 22 marzo 1925 debuttò addirittura con la Nazionale italiana nell'amichevole contro la Francia, diventando il primo calciatore laziale e centro-meridionale a riuscire nell'impresa d'indossare la maglia azzurra.

    1925-1930

    Al termine della stagione 1925-26, a causa di una riforma dei campionati voluta dalla FIGC (la cosiddetta Carta di Viareggio) ed alle partenze di Sclavi, Vojak e Cattaneo, arrivò così la retrocessione nella nuova Prima Divisione. La Lazio però, malgrado indebolita ulteriolmente dall'addio di "Fuffo" Bernardini (ceduto all'Inter), riuscì dopo una sola stagione a tornare nella massima serie grazie al primo posto ottenuto nel Girone D di Prima Divisione. Nell'annata 1927-28 i capitolini vennero retrocessi, ma furono poi ripescati per il contemporaneo allargamento del numero di squadre in campionato. Da registrare durante quella stagione la mancata fusione con altre società romane, che si unirono andando a creare quella che sarà la storica rivale cittadina: l'A.S. Roma. Il Generale Giorgio Vaccaro, socio del club laziale, fu l'artefice del rifiuto alla fusione e, con queste parole, volle sottolineare la differenza tra lo storico sodalizio biancoceleste e la neonata compagine giallorossa:

    Vaccaro
    Giorgio Vaccaro, colui che impedì la fusione con l'A.S. Roma.



    Il rifiuto alla fusione con l'A.S. Roma


    Sulle ragioni della mancata fusione tra Lazio e la Fortitudo, e con essa l'Alba, varie spiegazioni furono date dagli interessati.
    Se da un lato Italo Foschi, all'epoca presidente della Fortitudo, constatava che «da parte dei dirigenti della Lazio si voleva più che una fusione dei due enti, un vero e proprio assorbimento della Fortitudo della quale non sarebbe rimasto che il nome aggiunto a quello della Lazio per la sola sezione Calcio»,[5] il Generale Giorgio Vaccaro asserì che tale questione «non fu neppure sollevata perché le trattative caddero sulla questione finanziaria per la quale i rappresentanti della Fortitudo avevano chiesto la precedenza». La questione finanziaria verteva sulla richiesta, da parte dei dirigenti della Fortitudo che la Lazio si facesse carico dei debiti della stessa e dell'Alba, di cui tutelavano gli interessi nel corso della trattativa, debiti che ammontavano a lire 100.000 più «altre somme imprecisate aggiratesi sulle lire 300.000».
    Giorgio Vaccaro spiegò, sulle pagine de Il Tevere del 15 giugno, come le sue intenzioni fossero di «non creare un nuovo organismo che iniziasse con la sua attività con un passivo ingentissimo» facendo l'offerta di coprire solo 100.000 lire dei debiti. Un'offerta che la Fortitudo non prese in considerazione, lasciando la riunione in corso ritenendo inutile ogni ulteriore trattativa.
    Il Generale inoltre pose come condizioni all'interlocutore Foschi che se si fosse voluto creare una nuova società, il suo nome sarebbe dovuto essere Lazio, i colori sociali il bianco e il celeste, e che il campo della squadra doveva essere lo "Stadio della Rondinella".
    In seguito Italo Foschi, una volta appurata l'impossibilità di una trattativa con Vaccaro, contattò il banchiere Renato Sacerdoti, dirigente del Roman, la terza squadra che farà parte della fusione che porterà alla nascita dell'A.S. Roma, con la Lazio che manterrà la propria indipendenza.
    Nacque così, anche se involontariamente, quello che può essere considerato il campionato parallelo romano. La corsa cioè contro la Roma, l'altra squadra della Capitale, con la quale si sarebbero misurati fino ad oggi i trionfi e le sconfitte.
    « La Lazio è altro. La Lazio non proviene da: la Lazio è.
    Prima è nata la Lazio: i tifosi sono venuti dopo. Per gli altri c'erano i tifosi e gli è stata data una squadra da tifare. »
    Dopo la nascita della Roma (1927), le differenze esistenti tra i sostenitori delle varie formazioni romane si acuirono: la denominazione cittadina fu inevitabilmente un traino importante per la nuova compagine, la quale trovò sede quasi naturale – campo di gioco compreso – nel popolare quartiere di Testaccio, mentre la Lazio, nata e cresciuta nella zona settentrionale della città e che giocava allo Stadio della Rondinella (nei pressi dell'attuale Stadio Flaminio) conservava i suoi sostenitori soprattutto nei quartieri Prati e Trionfale. Tuttavia durante il ventennio fascista queste differenze erano decisamente sgradite al regime che, almeno all'apparenza, trattava ogni club allo stesso modo, purché contribuisse a portare lustro alla nazione, considerandolo rappresentativo della propria città. In realtà i campanilismi esistevano eccome, e portatori ne erano proprio quei gerarchi che, in teoria, avrebbero dovuto combatterli. Fortunatamente queste "guerre" più o meno sotterranee restituirono al gioco quella sua componente aleatoria e competitiva che, a dispetto di una rigida pianificazione centrale, contribuirono alla sua fortuna.
    Nell'annata 1928-29, dopo non poca fatica, la Lazio evitò per un soffio la retrocessione in Prima Divisione e venne ammessa nel nuovo massimo torneo calcistico a girone unico, istituito a partire dalla stagione 1929-30. L'esordio nel campionato di Serie A delle Aquile avviene in casa il 6 ottobre 1929, allo Stadio della Rondinella, contro il Bologna, campione italiano in carica. Gli inizi sono dei più beneauguranti, il risultato è infatti di 3-0 in favore della Lazio; il resto della stagione culminerà in un quindicesimo posto raggiunto all'ultima giornata di campionato.

    Gli anni trenta

    1930-1935


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    Silvio Piola, il centravanti più prolifico della storia laziale.


    I primi del decennio sono gli anni della Brasilazio, una squadra imbottita di calciatori brasiliani che però non riesce ad ottenere il successo sperato. Le sue infatti sono prestazioni altalenanti, ed i risultati a fine anno sono: un ottavo posto nel campionato 1930-31 ed un tredicesimo nell'annata successiva. Nell'estate del 1932 l'austriaco Karl Stürmer sostituisce come allenatore il carioca Amílcar Barbuy e nello stesso anno la Lazio batte la Roma per 2-1 nel Derby casalingo, ottenendo il primo successo contro i cugini giallorossi. A dimostrazione di come la stracittadina fosse già molto sentita, nonostante si giocasse solo da pochi anni, Il Littoriale descriveva così l'ingresso in campo:
    « Sventolio di bandiere biancocelesti e giallorosse, un gigantesco telone con scritto «Forza Lazio» a caratteri cubitali. Si calcola che siano presenti venticinquemila spettatori per un incasso record di 218 mila lire, alle quali bisogna aggiungere le ventimila lire dei soci e degli abbonati. »
    Nell'estate dello stesso anno è da ricordare una storica partita disputata dalla Lazio allo Stadio Prater di Vienna contro la formidabile formazione giovanile del Wacker. Il tecnico Stürmer schierò sul terreno di gioco giovanissimi calciatori, di età compresa tra i 12 ed i 14 anni, da lui soprannominati "Pulcini", i quali costrinsero al pareggio (1-1) i ben più esperti giocatori austriaci: per la Lazio segnò il centrocampista Capponi. I dirigenti del Wacker rimasero impressionati dalla prestazione dei giovani Aquilotti, e da quella sera il gruppo di quei piccoli eroi laziali prese il nome di "Pulcini di Vienna".
    Con l'insediamento di Eugenio Gualdi alla presidenza aumentano notevolmente le ambizioni di classifica, con la Lazio che, reduce da due annate vissute a metà classifica, torna ai vertici del calcio italiano. Nell'estate del 1934, la società dà il via ad una poderosa campagna di rafforzamento: addirittura si propone di acquistare dall'Ambrosiana-Inter l'attaccante Giuseppe Meazza, autentica "bandiera" nazionale, orgoglio del regime e fresco trionfatore al Mondiale. L'acquisto sfuma per "ragioni delicatissime", comunque la Lazio riesce a soffiare proprio alla società milanese l'ambitissimo centravanti Silvio Piola, proveniente dalla Pro Vercelli; questo avvenne indubitabilmente per l'intervento diretto del segretario amministrativo del Partito Nazionale Fascista, Giovanni Marinelli, il quale in una lotta senza esclusione di colpi prevalse sulla volontà stessa del calciatore di accasarsi a Milano e sulle pressioni del federale di Torino, che a sua volta si mosse per avere Piola in maglia granata. Dalla Roma viene anche acquistato l'esperto centrocampista della Nazionale, il romano Attilio Ferraris IV.

    1935-1940


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    La formazione della Lazio 1936-37, finalista di Coppa dell'Europa Centrale.


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    Alfredo Monza, una delle colonne difensive laziali negli anni trenta - quaranta.


    Dopo il settimo posto ottenuto nella stagione 1935-36, nell'annata 1936-37 la Lazio raggiunge la seconda piazza alle spalle del Bologna, all'epoca una delle squadre più forti d'Europa, dopo aver terminato il girone d'andata in testa ed aver visto sfumare lo Scudetto a causa degli infortuni capitati a giocatori titolari e al conseguente inserimento di riserve non all'altezza.
    In quel periodo la formazione romana fu trascinata da uno dei migliori attaccanti della storia del calcio: Silvio Piola. Il bomber lombardo a Roma gioca per nove lunghe stagioni e vanta tutt'ora il record di marcature in Serie A con la Lazio (143 su 274 sue reti in totale in A tra Pro Vercelli, Lazio, Juventus e Novara a cui dovrebbero aggiungersi i 27 gol segnati dal centrattacco azzurro con la maglia del Torino nell'annata 1943-44 ed i 16 con la casacca juventina del campionato 1945-46 a due gironi geografici, i cui risultati non furono mai conteggiati a fini statistici).
    In quello stesso anno la squadra fa anche le prime esperienze europee ad alti livelli, partecipando alla Coppa dell'Europa Centrale (competizione antesignana della Coppa Mitropa), e cede solamente nella doppia finale alla fortissima compagine ungherese del Ferencváros.
    Gli anni seguenti sono privi di particolari soddisfazioni, con i capitolini che si attestano a metà classifica, ed uno dei momenti di maggior gloria risulta essere il Derby del 15 gennaio 1939, in cui i biancocelesti si impongono al Campo Testaccio con un secco 2-0. La stagione seguente, invece, viene raggiunto un buon quarto posto dietro le tre grandi formazioni dell'epoca: l'Ambrosiana-Inter, il Bologna e la Juventus.

    Gli anni quaranta

    I presidenti della S.S. Lazio
    • 1901 - Giuseppe Pedercini
    • 1904 - Fortunato Ballerini
    • 1925 - Giorgio Guglielmi
    • 1925 - Gerardo Branca
    • 1926 - Riccardo Barisonzo
    • 1927 - Remo Zenobi
    • 1932 - Alfredo Palmieri
    • 1933 - Eugenio Gualdi
    • 1938 - Remo Zenobi
    • 1939 - Andrea Ercoli
    • 1941 - Giovanni Minotto
    • 1944 - Andrea Ercoli
    • 1948 - Roberto Bornigia
    • 1948 - Giovanni Mazzitelli
    • 1949 - Remo Zenobi
    • 1953 - Costantino Tessarolo
    • 1956 - Leonardo Siliato
    • 1961 - Massimo Giovannini
    • 1962 - Ernesto Brivio
    • 1963 - Angelo Miceli
    • 1964 - Giorgio Vaccaro
    • 1965 - Umberto Lenzini
    • 1980 - Aldo Lenzini
    • 1981 - Gian Chiarion Casoni
    • 1983 - Giorgio Chinaglia
    • 1986 - Franco Chimenti
    • 1986 - Gianmarco Calleri
    • 1992 - Sergio Cragnotti
    • 1994 - Dino Zoff
    • 1998 - Sergio Cragnotti
    • 2003 - Ugo Longo
    • 2004 - Claudio Lotito

    1940-1945
    È l'epoca del Grande Torino, e la Lazio si attesta in posizioni di metà classifica, alternando annate esaltanti, come quelle 1941-42 e 1949-50, in cui la formazione biancazzurra raggiunge due quarti posti, ed altre in cui riveste in campionato un ruolo di secondo piano. Nel 1943 il campionato viene sospeso per cause belliche. A livello locale viene organizzato il Campionato romano di guerra, che la Lazio vince nella stagione 1943-44, tornando così all'epoca pioneristica. La notizia che però sconvolse il mondo biancoceleste è che Silvio Piola, goleador di tutti i tempi della Lazio in Serie A e del calcio italiano in generale, dopo nove stagioni ininterrotte in maglia laziale, decide di trasferirsi in Piemonte immediatamente dopo l'8 settembre 1943.

    1945-1950


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    Il trofeo Teresa Herrera vinto dalla Lazio nel 1950.


    Conclusasi la Seconda guerra mondiale, nel campionato 1945-46, diviso in due gironi, la Lazio non riesce a raggiungere la fase finale. Anche quella del 1948-49 è una stagione difficile, con stipendi al minimo e giocatori che scioperano, cosìcche a metà stagione la Lazio si ritrova ultima nonostante l'illusione degli otto gol rifilati al Bologna.
    Tocca al presidente Zenobi ricostruire e ricompattare un ambiente logoro, ed i risultati non tardano ad arrivare. La compagine capitolina chiude il campionato al tredicesimo posto, ma è da ricordare una partita casalinga in cui costringe al pareggio lo straordinario undici granata del Grande Torino.
    Nella stagione seguente (1949-1950) la Lazio si classifica al quarto posto, mostrando una solida difesa, con le "colonne" Antonazzi e Remondini, protetta dai centrocampisti Alzani e Flamini. Inoltre furono grandi le prestazioni del portiere Sentimenti IV, che era stato scartato dalla Juventus perché giudicato ormai troppo avanti con gli anni. L'annata dell'undici guidato dal tecnico Sperone è arricchita anche dalla vittoria del prestigioso trofeo Teresa Herrera, conquistato battendo nella finale unica i campioni di Spagna in carica dell'Atletico Madrid per 3-1.

    Gli anni cinquanta

    1950-1955


    Nel frattempo, complice una defezione internazionale della Juventus, la Lazio si riaffaccia nel panorama internazionale giocando la Coppa Latina del 1950 (antesignana della Coppa dei Campioni). I risultati non sono quelli sperati, ma il misurarsi con altre importanti realtà calcistiche contribuisce alla crescita sportiva del club romano, confermata dal quarto posto in campionato raggiunto ancora una volta nella stagione 1950-51), alle spalle delle grandi del Nord, ovvero Milan, Inter e Juventus.
    Nel 1953 termina l'era del presidente Zenobi, durante la quale la Lazio era riuscita a ridurre la differenza con le grandi del calcio italiano e vincere ben sette Derby su otto. Gli succede Costantino Tessarolo, che decide di acquistare giocatori importanti ma a fine carriera; questa politica non conduce ad importanti risultati sportivi, come dimostrato dal deludente dodicesimo posto ottenuto nella stagione 1954-55, bensì provoca solamente gravi problemi di bilancio.

    1955-1960

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    La Lazio vincitrice della Coppa Italia 1958.



    Nella stagione 1955-56 viene effettuata un'onerosa campagna acquisti, che vede spiccare i nomi di Selmosson e Muccinelli. Il campionato, malgrado si svolgerà tra alti e bassi, si concluderà con un sorprendente terzo posto. L'estate successiva, con altre importanti acquisizioni, si cerca di consegnare al tecnico inglese Jesse Carver una squadra che possa vincere finalmente lo Scudetto ma, complice una partenza a rilento, sarà ancora terzo posto nonostante le vittorie entrambe per 3-0 su Milan e Fiorentina, le prime due classificate al termine del campionato. Il patron Tessarolo lascia la società con un ingente deficit di bilancio.
    La gestione successiva si occupa soprattutto di ripianare i debiti, ma arriva comunque la conquista del primo trofeo ufficiale, la Coppa Italia del 1958, con l'ex attaccante biancoceleste "Fuffo" Bernardini in panchina; con questa vittoria, i biancocelesti furono anche la prima squadra italiana a poter sfoggiare sulle maglie la coccarda tricolore per il successo nel torneo. La gioia dura poco, in estate viene ceduto lo svedese Selmosson alla Roma, generando una vera e propria rivolta dei tifosi. Insieme a lui partono anche altri giocatori di esperienza, e la Lazio si affida così a calciatori promettenti e di prospettiva che raggiungeranno alla fine un undicesimo posto.

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    Il trionfo biancoceleste in Coppa Italia riportato dalla prima pagina del Corriere dello Sport.


    Nell'annata 1959-60 la società romana, a causa delle perduranti difficoltà economiche, cede anche il cannoniere brasiliano Humberto Tozzi, uno dei pochi calciatori di livello rimasto alla corte laziale ed utile per far cassa. Fece ritorno in patria tra le file del Palmeiras, squadra in cui aveva già militato per due stagioni e dalla quale fu prelevato proprio dalla Lazio. Il campionato si conclude per le Aquile con un deludente dodicesimo posto; una delle poche soddisfazioni per i colori biancocelesti arriva dalla Coppa dell'Amicizia, competizione internazionale fra squadre italiane e francesi. Il torneo fu conquistato dalla Federazione italiana, e la Lazio contribuì alla vittoria battendo il Sedan sia nella gara d'andata (3-1 allo Stadio Olimpico) che in quella di ritorno (4-2 in terra di Francia).

    Gli anni sessanta

    1960-1965

    Rozzoni
    Orlando Rozzoni, centravanti biancoceleste degli anni sessanta.



    È sicuramente un decennio tra i più negativi della storia della Lazio: nella disastrosa annata 1960-61 arriva la prima retrocessione in Serie B, che condanna così la squadra al primo dei suoi 11 campionati nella serie cadetta (l'ultimo nel 1987-88). Proprio nel 1961 però, la compagine capitolina contribuisce alla vittoria della Coppa delle Alpi da parte della Federazione italiana, a scapito di quella svizzera, battendo in gara doppia la compagine transalpina del Grasshopper, superata nella gara d'andata con un rotondo 5-0 ed "amministrata" al ritorno, quando è stata costretta al pareggio (3-3) dalle Aquile. Nello stesso anno la Lazio arrivò anche in finale di Coppa Italia, nella quale però fu sconfitta ad opera della Fiorentina col punteggio di 2-0.
    Il cammino della Lazio, seppur condotto con discreti risultati, presenta un continuo alternarsi di allenatori: dall'ex milanista Todeschini a Ricciardi per poi arrivare a Facchini. È proprio quest'ultimo a sfiorare l'immediato ritorno nella massima serie, se non fosse per l'arbitro Rigato, che nella partita decisiva contro il Napoli non vide il pallone calciato dal capitano Seghedoni infilarsi in porta per poi uscire a causa di un buco nella rete.
    Nella stagione 1962-63 la squadra, dopo il prematuro esonero di Facchini, viene affidata all'argentino Juan Carlos Lorenzo, reduce dall'esperienza come CT dell'Albiceleste, il quale conduce la Lazio, anche grazie alle reti del suo bomber Orlando Rozzoni, al raggiungimento del secondo posto, terminando così il purgatorio della B. L'aritmetica promozione è stata conquistata nel match casalingo contro la Pro Patria davanti ad un Olimpico riempieto da oltre 60.000 spettatori.
    Nel campionato di Serie A 1963-64 gli uomini di Lorenzo ottengono un buon ottavo posto con una squadra formata da molti giovani. L'anno seguente il tecnico l'argentino si trasferisce clamorosamente sulla sponda giallorossa del Tevere, e la Lazio ne sentirà la mancanza, visto che in quella stagione ottenne solo un quattordicesimo posto.

    1965-1970

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    Juan Carlos Morrone, soprannominato El Gaucho.

    Governato
    Nello Governato, detto Il Professore.



    Con Umberto Mannocci in panchina e in campo con i vari Carosi, Governato, Pagni e Zanetti, gli Aquilotti raggiungono per due anni consecutivi la salvezza ma a fine stagione si riaffaccia la crisi finanziaria, così la società viene rilevata nel 1966 da un imprenditore italo-americano, Umberto Lenzini, un personaggio che da lì a poco cambierà la storia biancoceleste. La sua presidenza inizia però nel peggiore dei modi: dopo un'annata anonima arriva una nuova retrocessione in Serie B, figlia di una deludente campagna acquisti.
    Nella stagione 1967-68 la Lazio, partita per vincere il campionato, si ritrova a lottare nelle parti basse della classifica, subentra quindi Bob Lovati il quale, alla sua prima esperienza da allenatore, riesce a condurre la compagine capitolina verso la salvezza, anche se questo importante risultato non gli garantì la ricoferma, difatti la dirigenza laziale decise di chiamare in panchina il grande ex "Toto" Lorenzo, proveniente dalla Roma dove aveva decisamente fallito.
    L'annata 1968-69 rappresenta per la squadra romana l'anno del riscatto infatti, anche grazie ad acquisti finalmente adeguati alla causa biancoceleste, la Lazio torna in Serie A con due giornate d'anticipo, terminando al primo posto il campionato cadetto, vinto anche grazie alle giocate e ai goal di "Peppiniello" Massa e dell'argentino Juan Carlos Morrone, soprannominato dai tifosi El Gaucho. Morrone si legherà fortemente al club biancoceleste, infatti assumerà il ruolo di allenatore delle giovanili e per breve tempo anche quello di allenatore della prima squadra.

    Gli anni settanta

    1970-1975


    Nel campionato 1969-1970 la Lazio, contando sui gol del centravanti Giorgio Chinaglia e sulle chiusure del difensore Pino Wilson, arrivati in estate un po' in sordina dall'Internapoli, raggiunge la salvezza.
    Nel 1970-1971, dopo un girone di ritorno disastroso, la formazione capitolina retrocede nuovamente in Serie B; malgrado la cocente delusione la Lazio comunque riesce a conquistare la Coppa delle Alpi del 1971 sotto la guida provvisoria di Roberto Lovati, il quale aveva preso il posto dell'esonerato Lorenzo.

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    Lo scudetto 1973-1974 vinto dalle Aquile celebrato dalla prima pagina del Corriere dello Sport


    L'ambiente ha però bisogno di una svolta, ed è così che il presidente Umberto Lenzini pensa a Tommaso Maestrelli, uno degli allenatori in ascesa in quel periodo. Una scelta azzeccatissima visto che la Lazio torna subito in Serie A. In estate, tra non poche polemiche, viene ceduto Giuseppe Massa all'Inter, mentre a Roma arrivano il portiere Felice Pulici, il difensore Luigi Martini, i centrocampisti Mario Frustalupi e Luciano Re Cecconi, e l'attaccante Renzo Garlaschelli.

    Pulici

    Wilson

    Oddi

    Martini

    Nanni

    Frustalupi

    Re Cecconi

    Petrelli

    Garlaschelli

    D'Amico

    Chinaglia


    La formazione della Lazio che nella stagione 1973-74 si laurea per la prima volta Campione d'Italia.


    Si viene a formare un gruppo di giocatori tra di loro eterogenei ma dotati di estro e personalità, guidati e tenuti insieme da Maestrelli, allenatore-psicologo e tuttofare, che dà alla squadra un gioco brillante molto simile al calcio totale reso famoso dagli olandesi di quella generazione ai mondiali di Germania del 1974.
    Nel 1972-73, appena rientrata in Serie A, si ritrova a lottare fino all'ultima giornata per lo Scudetto. Prima dell'ultima partita del torneo "comanda" il Milan con 44 punti, seguono Lazio e Juventus appaiate ad un solo punto. La fine del primo tempo vede i rossoneri ed i bianconeri perdere rispettivamente a Verona e a Roma contro i giallorossi, mentre la Lazio pareggia a reti bianche a Napoli. Nel secondo tempo i torinesi ribaltano il risultato, il gol del Napoli "consegna" di fatto un contestatissimo Tricolore alla Juventus, con la Lazio che termina al terzo posto.
    Il campionato riparte tra lo scetticismo dell'opinione pubblica che non crede ad una riproposizione ad alti livelli della Lazio. La tifoseria è ancora amareggiata per il finale dell'anno prima ma è consapevole della forza della squadra che esprime un gioco spettacolare. L'unica aggiunta ad un meccanismo già collaudato è il giovane fantasista Vincenzo D'Amico, proveniente dalle giovanili. La stagione è una vera e propria cavalcata, interrotta solo da qualche incertezza evidenziate in alcune gare. La vittoria per 3-1 nello scontro diretto contro la Juventus e la prova di forza nel Derby di ritorno, in cui la Lazio è capace di ribaltare il risultato contro una Roma che vuole arrestare a tutti i costi la marcia dei biancocelesti, portano saldamente la squadra in testa alla classifica. La Lazio perde alla terz'ultima partita con il Torino ma riesce comunque a laurearsi Campione d'Italia,[13] con una giornata d'anticipo, nell'incontro casalingo contro il Foggia (1-0 con gol di "Giorgione" Chinaglia) in uno Stadio Olimpico pieno in ogni ordine di posto.
    Nonostante lo Scudetto ed i relativi incassi, la società non gode di grande floridezza economica, difatti in estate è pressoché immobile sul mercato. Il campionato 1974-75 non è trionfale come quello precedente, inoltre si viene a sapere che Maestrelli è afflitto da una grave malattia e ciò non può che influire negativamente sull'andamento della squadra. La stagione si conclude con un quarto posto ed il vice-allenatore Lovati in panchina, ma la mente di tutti i laziali è rivolta sicuramente altrove.

    1975-1980

    Luciano_Re_Cecconi
    Luciano Re Cecconi, uno dei pilastri della "banda Maestrelli".



    Nell'estate del 1975 viene ceduto Frustalupi, punto di riferimento del centrocampo, mentre la panchina è affidata al giovane tecnico Corsini, con la "bandiera" Chinaglia che emigra negli States tra le file dei Cosmos di New York. La Lazio rimane invischiata nella lotta per non retrocedere, ed è necessario il ritorno di Maestrelli perché venga raggiunta la salvezza, ed il "Maestro" vi riesce quando all'ultima giornata di campionato i suoi ragazzi pareggiano in casa del Como per 2-2, rimontando il doppio svantaggio grazie alle reti di un giovane Bruno Giordano, che aveva ormai raccolto in tutto e per tutto la pesante eredità di Long John, e di Roberto Badiani.
    Nel campionato 1976-77 Lenzini chiama il brasiliano Luís Vinício in panchina e strappa clamorosamente Ciccio Cordova alla Roma; è una Lazio che fa forza sul proprio vivaio, cosìcchè oltre al bomber Giordano e il n° 10 D'Amico si mettono in luce anche i promettenti Manfredonia ed Agostinelli. A fine stagione le Aquile arrivano quinte, ma due lutti sconvolgono l'ambiente: quelli di Maestrelli e Re Cecconi, il secondo ucciso da un colpo di pistola mentre faceva uno scherzo simulando una rapina.

    Derby_Roma-Lazio_28-10-1979
    Pino Wilson, capitano della Lazio, sotto la Curva Nord dello Stadio Olimpico dopo la sospensione del derby del 28 ottobre 1979.



    Quella squadra che solo pochi anni prima aveva conquistato uno storico traguardo si viene a sgretolare, difatti Pulici viene ceduto al Monza e sostituito da Claudio Garella, fortemente voluto dal tecnico Vinicio. L'allenatore sudamericano con i suoi metodi rigidi non ha più il controllo dello spogliatoio, e così viene sostituito da Bob Lovati, che ancora una volta viene in soccorso della squadra capitolina, riuscendo a conquistare la salvezza. Viene confermato anche nella stagione seguente, quando la Lazio si classifica con un buon ottavo posto, ed il suo bomber Giordano diventa capocannoniere del campionato con 19 gol.
    La stagione 1979-80 è forse la più drammatica di tutta la storia laziale: il 28 ottobre 1979, poco prima dell'inizio di un attesissimo Derby si consumò un episodio tragico che coinvolse un sostenitore biancoceleste: Vincenzo Paparelli. Mentre i tifosi erano in attesa dell'ingresso delle due squadre in campo, dalla Curva Sud dello Stadio Olimpico un tifoso romanista, dopo uno scambio di insulti tra le due tifoserie a suon di striscioni e croci piantate sul campo, spara un razzo che attraversa l'intero impianto e va a colpire fatalmente ad un occhio il supporter della Lazio nella curva opposta, uccidendolo all'istante. Autoriparatore, 33 anni, condotto inutilmente all'ospedale romano di Santo Spirito, Vincenzo Paparelli lascia la moglie e due figli. Nonostante la notizia fosse giunta anche negli spogliatoi, l'arbitro D'Elia decise di far giocare comunque la gara che, immersa in un'atmosfera surreale, terminò col punteggio di 1-1. Paparelli fu la seconda vittima italiana della violenza negli stadi. Il responsabile materiale dell'uccisione, un giovane diciassettenne di nome Giovanni Fiorillo, aveva acquistato con alcuni amici una partita di razzi nautici da segnalazione contrabbandati da un rivenditore di materiali agricoli. Il commerciante se la caverà con una lieve condanna, mentre Fiorillo verrà condannato a sette anni di reclusione per omicidio preterintenzionale e non colposo.

    Gli anni ottanta

    1980-1985


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    Bruno Giordano, centravanti trasteverino della Lazio dal 1975 al 1985.



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    Michael Laudrup, talentuoso attaccante danese nella prima metà degli anni ottanta.


    Dopo il drammatico avvenimento della morte di Paparelli, un'altra disgrazia, seppur di carattere sportivo, si abbatte sulla Lazio. Sul finire dell'anno esplode lo "Scandalo calcioscommesse", e la squadra biancoceleste viene retrocessa in Serie B insieme al Milan, inoltre alcuni suoi giocatori vengono squalificati per delibera della CAF. Il girone di andata della stagione 1980-81, iniziata con un cambio di proprietà dopo un periodo di grave incertezza manageriale, tra i fratelli Lenzini e il vice-presidente Loreto Rutolo, con l'insediamento del patron Gian Chiarion Casoni, sembra promettere un rapido ritorno nella massima serie: la compagine capitolina, guidata dal tecnico Ilario Castagner, ed attrezzata adeguatamente in sede di mercato dal direttore sportivo Luciano Moggi, prende largamente il comando della classifica. Al girone di ritorno però i meccanismi sembrano rompersi (come anche il tendine di Achille del portiere Moscatelli) e comincia così un lento ed inesorabile declino fino al fatale rigore, fallito alla penultima giornata da Stefano Chiodi contro il L.R. Vicenza, che condanna la Lazio alla permanenza in serie cadetta. Il glorioso club romano faticherà non poco a riaversi: alla fine gli anni di serie cadetta saranno tre.
    La Lazio torna in Serie A nel 1983 e Giorgio Chinaglia, tra gli artefici in campo dello storico Scudetto del 1973-74, ne assume la presidenza. La presidenza di Long John non sarà all'altezza delle aspettative suscitate nei tifosi. La Lazio di D'Amico, Giordano, Manfredonia e di un giovanissimo Michael Laudrup, in prestito dalla Juventus, ottiene una stentata salvezza nel campionato 1983-84. Segue un'estate di polemiche con Giordano e Manfredonia in bilico tra Juventus e Roma, e con i conti del bilancio in rosso fisso: prodromi di un campionato rovinoso.
    Nell'annata 1984-85 la formazione laziale retrocede di nuovo in B; Giordano prende la strada di Napoli tra mille polemiche e lasciano la squadra anche Manfredonia e "Michelino" Laudrup, entrambe accasatisi alla Juventus. Oltre a questi tre pezzi pregiati, lascia la Lazio anche il talento brasiliano João Batista.

    1985-1990
    Una volta retrocessa nel campionato cadetto, la squadra biancazzurra tenta subito la scalata verso la promozione, ma l'annata 1985-86, con il tecnico emiliano Gigi Simoni in panchina, risulta essere alquanto deludente, visto il dodicesimo posto finale.

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    L'esultanza di Giuliano Fiorini dopo la rete dell'1-0 contro il L.R. Vicenza nell'ultima, decisiva gara del campionato 1986-87.



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    Paolo Di Canio esulta sotto la Curva Sud dopo aver segnato ai "cugini" della Roma la rete del definitivo 1-0 nel derby del 1989.


    Nel 1986, alla vigilia della nuova stagione, la Lazio viene coinvolta nel cosiddetto “Secondo scandalo calcioscommesse”: la società viene penalizzata di 9 punti per il campionato 1986-87 e rischia seriamente di finire in Serie C per la prima volta nella sua gloriosa storia. Di nuovo il crocevia della stagione è la partita con il L.R. Vicenza allo Stadio Olimpico, dove più di 80.000 cuori biancocelesti sosterranno la squadra (record di presenze sugli spalti per una gara di Serie B). La Lazio attacca per tutta la partita ed il portiere avversario risponde colpo su colpo, ma nei minuti finali, quando l'ombra della retrocessione si fa sempre più pungente, ad otto minuti dal termine della gara, Bomber Fiorini diventa il protagonista della giornata e forse di un'intera storia, raccogliendo un tiro sporco di Podavini e girando abilmente il pallone in fondo al sacco. Tredici anni più tardi, nel giorno del centenario laziale, sarà ricordato come colui "che segnò il gol grazie al quale siamo ancora in vita". Questa importantissima rete consente alla formazione romana di raggiungere il terz'ultimo posto insieme a Taranto e Campobasso, contro i quali è costretta a spareggiare a Napoli nel giugno del 1987 per non retrocedere in C. Il primo incontro è giocato contro il Taranto, che riesce a battere la formazione di Fascetti per 1-0. Nella partita decisiva, quella da vincere e basta, la Lazio, grazie ad un gol segnato di testa da Fabio Poli, batte il Campobasso, riuscendo con una vera e propria impresa sportiva a mantenere la Serie B; i giocatori che fecero parte di quella squadra si guadagnarono il soprannome di Eroi del -9.
    Dopo aver conquistato la sofferta salvezza la società viene rilevata, insieme al finanziere Renato Bocchi, dall'imprenditore ligure Gianmarco Calleri il quale, dopo la promozione in Serie A conquistata alla fine dell'annata 1987-88 con il raggiungimento del terzo posto, provvede ad effettuare un'efficace opera di risanamento economico nonché di rilancio tecnico, affiancando ai veterani laziali Gregucci, Orsi, Pin e Piscedda, oltre che ai giovani talenti Di Canio e Rizzolo, giocatori di caratura internazionale come Dezotti, Nelson Gutiérrez, Rubén Sosa e Troglio, mettendoli a disposizione di un valido tecnico emergente come Beppe Materazzi, anche se i risultati non sono propriamente quelli sperati, tant'è che la Lazio si attesta in posizioni di media classifica.
    Gli anni novanta

    L'inizio dell'era Cragnotti (1990-1994)

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    Dino Zoff, è stato allenatore e presidente durante la gestione Cragnotti.


    Dopo alcune stagioni trascorse a centro classifica, con il nono posto miglior piazzamento della gestione Calleri ottenuto alla fine dell'annata 1989-90, arriva quella che sarà la svolta più importante della storia laziale: il 20 febbraio del 1992, il finanziere romano Sergio Cragnotti, uscito dalla Enimont, una società del gruppo alimentare Ferruzzi-Gardini, con 100 miliardi di lire e all'epoca proprietario delle alimentari Cirio e Del Monte Food, al termine di un'estenuante trattativa con il patron Calleri, rileva il club biancoceleste. L'intera operazione costò al facoltoso imprenditore capitolino circa 25 miliardi di lire.
    Cragnotti arriva alla Lazio nel 1992, gli fu suggerito di investire nel mondo del calcio, dato che all'epoca si occupava di risanare e vendere società produttive ma in difficoltà; decise di acquistare una Lazio reduce dalla Serie B, con lo scopo di riportarla in alto e rivenderla al miglior offerente. Presto però il patron romano, come racconta nel suo ultimo ed unico libro autobiografico, si ritrovò costretto a tenere la Lazio per lungo tempo e ad abbandonare l'idea di una sua pronta cessione, così con stile e spregiudicatezza costruirà una delle realtà calcistiche più forti a livello mondiale.
    La sua prima stagione alla Lazio, malgrado un quinto posto, non è certo scintillante sul piano del gioco, anche se arrivano sulla sponda biancoceleste del Tevere alcuni importanti giocatori del calibro di Fuser, Gascoigne, Signori e Winter, i quali costituiranno la base della Lazio per gli anni successivi, e che si vanno ad integrare con altri calciatori di caratura internazionale, come i tedeschi Doll e "Kalle" Riedle, una delle punte di diamante della squadra. In panchina siede ormai già da due stagioni uno dei simboli del calcio italiano e mondiale: Dino Zoff. Alla fine dell'annata 1992-93 la formazione romana si classifica quinta, guadagnandosi l'agognato ingresso nelle coppe europee che le Aquile non raggiungevano ormai da quasi quindici anni.
    L'anno successivo la rosa si arricchisce con altri innesti "pesanti", quali il portiere Marchegiani, il difensore Negro, il centrocampista Di Matteo e gli attaccanti Bokšić e Casiraghi, ma è dalle giovanili che proviene un calciatore di fondamentale importanza: Alessandro Nesta, il vero uomo guida, immagine e "bandiera" della società capitolina fino alla sua triste e malinconica cessione avvenuta il 31 agosto 2002, nell'ultima giornata di calciomercato, quando il club era avviato verso il crack economico-finanziario.

    L'arrivo di Zemanlandia (1994-1997)

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    Zdeněk Zeman, tecnico boemo.



    A partire dalla stagione 1994-95 la Lazio decide di puntare su un tecnico emergente, che proviene da stagioni esaltanti nel Foggia: è il turno del ceco Zdeněk Zeman il quale, più tardi, affermerà che la Lazio è stata la squadra più forte che abbia mai allenato. Il suo arrivo scuote il gioco, si passa dalla tattica difensivista di Zoff (che intanto passa dietro la scrivania nel ruolo di presidente) al 4-3-3 sbilanciato del boemo. L'emergente ex tecnico dei rossoneri pugliesi alterna alcuni risultati nettamente posiviti, tra i quali un clamoroso 8-2 inflitto alla Fiorentina, un 7-1 al "suo" Foggia, un 5-1 al Napoli, 4-1 all'Inter ed un rotondo 3-0 in casa della Juventus, a prestazioni decisamente meno convincenti. Troppo spesso la Lazio butta via delle partite nelle quali forse un po' più di elasticità tattica le sarebbe stata sufficiente per conquistare il bottino pieno.
    Il primo anno di Zeman si concluderà con il secondo posto a 10 punti dalla Vecchia Signora, tale risultato sarà oggetto di discussione negli anni successivi: i più accaniti fan di Zeman sostengono che tale Tricolore andrebbe assegnato alla formazione biancoceleste, dato che molti calciatori juventini, durante quell'annata, avrebbero fatto uso di sostanze stupefacenti. Quello fu il miglior piazzamento di tutta la carriera del tecnico boemo. In Coppa UEFA la Lazio arriverà fino ai quarti di finale, mai raggiunti prima di allora, eliminata dai tedeschi del Borussia Dortmund per un gol subito negli ultimi minuti. La partita fu giocata di martedì ed alla Lazio, che la domenica sera precedente aveva giocato la partita di campionato a Napoli, non fu concesso di spostare l'incontro.
    Nella stagione a seguire (1995-96), gli uomini di Zeman continuano ad offrire uno spettacolo simile a quello della precedente annata, con altrettanti bizzarri risultati; in Europa si ferma ai sedicesimi di finale ed in campionato conclude con un eccellente terzo posto, che gli permette di accedere ancora una volta in UEFA.
    L'anno successivo segna la fine dell'avventura dell'allenatore boemo sulla panchina biancoceleste, costatagli dopo una sconfitta per 2-1 con il Bologna. Nei tre anni della gestione Zeman la Lazio aveva brillato ed incantato col suo gioco spumeggiante ma non aveva ottenuto comunque alcun trofeo; l'unica magra consolazione è la vittoria di Beppe Signori nella classifica dei capocannonieri del campionato 1995-96. Il traghettatore di quella squadra, dodicesima in classifica fino a quel momento, è una vecchia conoscenza dell'ambiente laziale, ossia l'esperto Dino Zoff, il quale conclude la stagione al quarto posto in classifica, grazie ad un gran girone di ritorno, ma con la cocente eliminazione ai sedicesimi di finale di Coppa UEFA per mano del Tenerife.

    Si apre il ciclo di Eriksson (1997-1999)

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    Sven-Göran Eriksson, vincitore di sette trofei con la Lazio, compreso il secondo Scudetto biancoceleste.



    Nel 1997-98 la Lazio decide che è giunta l'ora di puntare su un tecnico esperto sia a livello nazionale che internazionale, e la scelta ricade sullo "stratega" svedese Sven-Göran Eriksson, un allenatore, fino a quel momento, che viene descritto come un eterno perdente; per lui il ritorno a Roma, stavolta sponda biancoceleste, è però una vera benedizione. È infatti proprio nella Lazio che Eriksson conosce il suo periodo più felice, dal 1997 al 2001 non trascorre stagione senza vincere un trofeo, unico allenatore laziale a riuscirci.
    Il suo arrivo spinge ancor di più il presidente Cragnotti ad investire nel proprio sogno, ossia condurre la Lazio verso il secondo Scudetto. Arrivano quattro acquisti di una caratura notevole: Matías Almeyda, Vladimir Jugović, Roberto Mancini ed Alen Bokšić, con quest'ultimo di ritorno dalla Juventus, i quali vanno ad aggiungersi ad una rosa già formata da importanti giocatori come Pavel Nedvěd, Pierluigi Casiraghi, Luca Marchegiani ed il giovane Alessandro Nesta. La Lazio, per bocca del suo patron, punta già quell'anno al titolo, ed infatti lotta per questo traguardo fino a sette giornate dal termine, quando viene sconfitta in casa dalla Juve anche grazie ad un clamoroso errore dell'arbitro Collina che non vede un evidentissimo fallo di mano in area del bianconero Mark Iuliano. Nelle giornate successive gli uomini di Eriksson, demoralizzati dopo la gara contro i rivali bianconeri, raccolgono un solo punto contro il Brescia, abbandonando definitivamente il sogno Scudetto. La Lazio però, oltra a raggiungere il record di quattro Derby vinti in una sola stagione, conquista la Coppa Italia e giunge ad un passo dal sollevare la Coppa UEFA, persa solamente in finale contro l'Inter di Ronaldo. Curiosamente, nello stesso giorno della finale di Parigi, la Lazio fa il suo ingresso sul mercato economico di Piazza Affari.
    La Coppa Italia viene conquistata dalla prima squadra della Capitale ai danni del Milan dopo un'incredibile rimonta nella gara di ritorno, vinta per 3-1, in seguito ad una beffarda sconfitta con gol di Weah nel match d'andata, mentre nella finale UEFA contro i nerazzurri milanesi la Lazio esce sconfitta con un rotondo 3-0, abbandonando il sogno del presidente Cragnotti di portare il primo titolo europeo a Roma, anche se il sogno è rinviato solamente di un anno.
    La stagione successiva (1998-99), inaugurata subito con un trofeo, la Supercoppa Italiana conquistata in casa dei Campioni d'Italia in carica della Juventus sconfitti per 2-1, avrà però un sapore a metà tra il dolce e l'amaro. Arrivano in sede di campagna acquisti calciatori importanti come Iván de la Peña, all'epoca considerato un potenziale fenomeno, Siniša Mihajlović, fedelissimo del tecnico Eriksson, i portoghesi Fernando Couto e Sérgio Conceição, il centrocampista Dejan Stanković, strappato in extremis ai "cugini" romanisti, e l'attaccante cileno Marcelo Salas, notato durante il campionato mondiale, appena terminato, di Francia '98. Non pago, il presidente Cragnotti decide di comprare il giocatore italiano che meglio aveva fatto nei mondiali francesi: Christian Vieri. Al termine di una trattativa lampo e tenuta in gran segreto, il presidente laziale ufficializza l'acquisto del forte centravanti.
    Coppa delle Coppe 1998/1999 - Finale
    Birmingham, Villa Park, 19 maggio 1999
    Maiorca - Lazio 1-2
    Marcatori: 7' Vieri 11' Dani 80' Nedvěd
    MAIORCA: Roa, Olaizola, Marcelino, Siviero, M. Soler, Lauren, Engonga, J. Stanković, Ibagaza, Dani, Biagini (72' Paunović). Allenatore: Cuper.
    LAZIO: Marchegiani, Pancaro, Nesta, Mihajlović, Favalli, D. Stanković (56' S. Conceição), Almeyda, R. Mancini (90' F. Couto), Nedvěd (83' Lombardo), Salas, Vieri. Allenatore: Eriksson.
    Arbitro: Günter Benkö (Austria)
    Ammoniti: Mihajlović (L), Siviero (M), Vieri (L), Marchegiani (L)
    Spettatori: 33.021
    Tutto sembra presupporre che la squadra romana sia finalmente attrezzata per la conquista del Tricolore, e la stagione va confermandolo, dato che la Lazio, dopo un primo periodo caratterizzato da numerosi infortuni e qualche passo falso, domina il campionato senza rivali, e in Europa convince passando man mano tutti i turni della Coppa delle Coppe 1998-99, ultima edizione della prestigiosa rassegna continentale. Non tutto però va come sperato: le Aquile vivono un finale di stagione infelice, con due sconfitte consecutive contro Roma e Juventus (entrambe per 3-1), con il Milan che si avvicina giornata dopo giornata. Alla penultima di campionato il vantaggio è ormai ridotto all'osso e, mentre i milanisti sconfiggono in casa l'Empoli per 4-0, la Lazio viene bloccata in trasferta dalla Fiorentina per 1-1, dopo aver rimontato lo svantaggio grazie al "solito" Vieri, facendosi superare così dal Diavolo. Nella giornata successiva la Lazio batte il Parma per 2-1 in un Olimpico pieno di speranza, risultato che però non basterà per la vittoria finale, visto il successo, seppur sofferto, del Milan a Perugia. Il secondo posto conquistato garantisce comunque ai romani l'accesso alla più importante ribalta calcistica europea: la Champions League.
    Nonostante lo Scudetto sfuggito all'ultima giornata, la formazione di Eriksson raggiunge la finale di Coppa delle Coppe, disputata allo Stadio Villa Park di Birmingham, dove affronta il Real Mallorca dell'allenatore argentino Hector Cuper, un giovane tecnico che ha portato in finale una squadra da molti considerata una vera e propria sorpresa. Questa volta la Lazio non fallisce l'obiettivo: le prodezze di Bobo Vieri e della Furia ceca Pavel Nedvěd consentono alla compagine biancazzurra di portare a Roma l'ultima edizione del trofeo, primo titolo riconosciuto dall'UEFA conquistato da una squadra romana dopo quasi cento anni dall'arrivo della pratica calcistica nella Capitale.
    L'anno del Centenario e del secondo Scudetto (1999-2000)
    Tra le tante annate della lunga storia laziale non vi è dubbio che quella che i tifosi biancocelesti ricorderanno come la più importante è proprio quella 1999-00: anno del Centenario, celebrato in grande stile il 9 gennaio 2000 allo Stadio Olimpico con una serata di gala, del secondo Scudetto, vinto all'ultimo respiro dopo un testa a testa con la Juventus a distanza di 24 anni dal primo storico Tricolore, e della terza Coppa Italia, conquistata nella doppia finale disputata contro l'Inter, nonché quello della vittoria del secondo titolo internazionale, la Supercoppa UEFA, alzata dal capitano Alessandro Nesta davanti agli "Invincibili" inglesi del Manchester United nell'affascinante scenario del Principato di Monaco, invaso da circa 10.000 supporters laziali in festa.

    Marchegiani

    Mihajlović

    Nesta

    Favalli

    Simeone

    Nedvěd

    Verón

    Pancaro

    S. Conceição

    S. Inzaghi

    Salas


    La formazione della Lazio Campione d'Italia 1999-00 e vincitrice della Coppa Italia nello stesso anno.
    Durante il calciomercato estivo, il patron Sergio Cragnotti fa andare su tutte le furie la propria tifoseria, un'ira che non si vedeva dai tempi della cessione (poi scongiurata) di Signori: il cannoniere Christian Vieri, eroe della finale di Birmingham di Coppa delle Coppe, lascia Roma con destinazione Milano, sponda nerazzurra. I 90 miliardi di lire comprensivi del cartellino del centrocampista Diego Simeone non bastano a placare la cocente delusione del popolo biancoceleste, ferito dall'addio di quell'attaccante che tanto ricordava ai supporters biancocelesti l'indimenticato Giorgio Chinaglia. Al di là di questa pesante rinuncia, la campagna acquisti laziale non si può definire proprio beffarda, difatti arrivano a far compagnia a Nesta e compagni il difensore Néstor Sensini, il già citato Simeone, il regista Juan Sebastián Verón, l'esperto centravanti Kennet Andersson ed il giovane attaccante piacentino Simone Inzaghi, fratello del più noto Filippo, all'epoca bomber juventino.
    Saranno proprio Veròn ed il Cholo Simeone due degli indiscussi protagonisti della brillante stagione delle Aquile: in campionato, dopo un inizio convulso ma alla pari con la Juventus, quest'ultima prende il largo, ed i tanti punti di distacco accumulati dalla formazione torinese fanno pensare che per un altro anno il sogno Tricolore rimarrà tale. È il neoacquisto Simeone a scuotere l'ambiente, prima con le parole, pronunciando la sua famosa frase "chi non se la sente alzi la mano", eppoi con la testa, con la quale indirizza in rete il pallone che regala alla Lazio un insperato quanto importante successo a Torino proprio contro i diretti rivali juventini. La squadra di Eriksson crede nella rimonta, ed i risultati sembrano girare decisamente a suo favore: le Zebre inciampano in una serie di battute d'arresto contro formazioni nettamente inferiori (memorabile una sconfitta contro il Verona con protagonista l'attaccante Cammarata), depauperando in breve tempo il largo divario. Si giunge così alla penultima giornata, il distacco è minimo ed è il Parma, in piena lotta per un posto in Champions League, l'avversario della Juventus. La Lazio è a 2 punti, un pareggio della Juve ed una sua contemporanea vittoria le permetterebbero di raggiungere la Vecchia Signora e di credere alla possibilità in uno storico spareggio. I bianconeri passano in vantaggio con Del Piero, ma il Parma non si arrende e sugli sviluppi di un calcio d'angolo Fabio Cannavaro insacca; tra la Lazio e lo spareggio si frappone però l'arbitro Massimo De Santis (in seguito radiato per le note vicende dello scandalo di "Calciopoli") il quale annulla la marcatura di Cannavaro, "anticipando" così il titolo della Juventus la quale, pur soffrendo, batte gli emiliani, lasciando così invariato il margine di due punti che la separa dalla compagine capitolina.

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    La formazione della Lazio contrapposta a quella degli "Invincibili" del Manchester Utd., sconfitti dalle Aquile nella finale di Supercoppa UEFA 1999.



    La furia del popolo laziale si abbatte sulla Federcalcio che però non interviene in alcun modo. Il 14 maggio 2000 i tifosi delle Aquile, in occasione della partita casalinga contro la Reggina, organizzano un funerale del calcio, morto, secondo loro, in seguito alla contestatissima vittoria della Juve sui ducali, trovando la solidarietà della gran parte delle tifoserie italiane, scosse dalla decisione a dir poco discutibile adottata dal'arbitro De Santis in occasione del gol annullato al difensore partenopeo del Parma Cannavaro.
    Dallo Stadio Renato Curi di Perugia i biancocelesti ricevono però un'inaspettata sorpresa. Qui la Juventus, impegnata contro la formazione umbra del focoso presidente Luciano Gaucci, si ritrova nel bel mezzo di un violento temporale che, a metà partita, costringe l'arbitro Collina a sospendere l'incontro. Il direttore di gara, dopo aver effettuato numerosi sopralluoghi, con l'intento di verificare l'esistenza delle condizioni necessarie per riprendere la partita e nella speranza di evitare un rinvio del match a data da destinarsi che causerebbe la lesione del principio di contemporaneità dell'ultima giornata, decide di far riprendere la gara: la pioggia si è fermata e le squadre possono riscendere nuovamente in campo. La Vecchia Signora trova alcune difficoltà e fatica a costruire gioco; da una rimessa laterale, inizialmente accordata ai bianconeri ma poi concessa al Perugia in seguito ad un'ammissione del difensore Pessotto, scaturisce l'inaspettato gol del difensore perugino Alessandro Calori. L'1-0 degli uomini di Mazzone segnerà la fine delle speranze di vittoria della Juventus e porterà la Lazio ad un'incredibile, inattesa ed incessante festa: dopo 26 anni lo Scudetto è ritornato nelle mani della compagine biancoceleste. L'ultimo impegno della stagione vedrà una Lazio decisamente festante, con gran parte dei calciatori con i capelli tinti di biondo, pareggiare 0-0 a Milano con l'Inter del patron Massimo Moratti e dell'ex Bobo Vieri, conquistando la terza Coppa Italia della sua storia e centrando così il Double, ovvero l'accoppiata Scudetto e coppa nazionale nella stessa annata.
    In Europa però la storia è un'altra: la stagione inizia nel migliore dei modi, con un gol del Matador Salas allo Stadio Louis II di Monaco che regala alla Lazio la Supercoppa UEFA ai danni dei Campioni d'Europa del Manchester United. La Champions League vede i laziali trionfare nel proprio girone con 14 punti e nella fase successiva saranno ancora primi con 11. Il sorteggio dei quarti di finale sarà però beffardo per la Lazio: ancora Cúper, questa volta a guidare il Valencia, che vendica la sconfitta in Coppa delle Coppe battendo le Aquile nella gara d'andata con un roboante 5-2. La vittoria per 1-0 nel ritorno a Roma sarà solo una magra consolazione per i capitolini, che salutano così il sogno di alzare la coppa dalle grandi orecchie, il vero grande obiettivo che il presidente Cragnotti non ha visto raggiunto malgrado l'allestimento di una rosa altamente competitiva,
    Uno dei giorni di tutta la stagione che i biancocelesti ricorderanno con maggior emozione sarà sicuramente il 9 gennaio del 2000, quando la Lazio, dopo aver battuto non senza faticare i rossoblù del Bologna, festeggerà il suo centesimo compleanno. La festa, organizzata dal presidente Cragnotti in perfetto stile hollywoodiano, vedrà partecipare numerose autorità e scendere in campo in veste di calciatore il presidente stesso, autore anche di un gol.

    Il ventunesimo secolo
    Gli allenatori e i DT della S.S. Lazio
    • 1901-06 Sante Ancherani
    • 1906-24 Guido Baccani
    • 1924-26 Dezső Kőszegi
    • 1926-27 Jenő Löwy
    • 1927-28 Franz Sedlacek
    • 1928-29 Franz Sedlacek
    subentra Commissione tecnica
    subentra Pietro Piselli
    • 1929-30 Pietro Piselli
    • 1930-31 Ferenc Molnár
    • 1931-32 Amílcar Barbuy
    • 1932-34 Karl Stürmer
    • 1934-36 Walter Alt
    • 1936-38 József Viola
    • 1938-39 József Viola
    subentra Luigi Allemandi
    con D.T. Di Franco
    • 1939-40 Géza Kertész
    • 1940-41 Géza Kertész
    subentra Ferenc Molnár
    subentra Dino Canestri
    • 1941-43 Alexander Popovic
    • 1943-44 Dino Canestri
    • 1944-47 Anton Cargnelli
    • 1947-48 Anton Cargnelli
    subentra Orlando Tognotti
    • 1948-49 Orlando Tognotti
    subentra Mario Sperone
    • 1949-51 Mario Sperone
    • 1951-52 Giuseppe Bigogno
    • 1952-53 Giuseppe Bigogno
    subentra Alfredo Notti
    • 1953-54 Mario Sperone
    subentra Federico Allasio
    • 1954-55 Federico Allasio
    subentra George Raynor
    con D.T. Roberto Copernico
    • 1955-56 Luigi Ferrero
    con D.T. Roberto Copernico
    subentra Luigi Ferrero
    con D.T. Jesse Carver
    subentra Jesse Carver
    • 1956-57 Jesse Carver
    • 1957-58 Milovan Ćirić
    subentra Alfredo Monza
    con D.T. Dino Canestri
    subentra Fulvio Bernardini
    • 1958-60 Fulvio Bernardini
    • 1960-61 Fulvio Bernardini
    subentra Enrique Flamini
    subentra Jesse Carver
    • 1961-62 Paolo Todeschini
    subentra Alfonso Ricciardi
    subentra Carlo Facchini
    • 1962-63 Carlo Facchini
    subentra Juan Carlos Lorenzo
    • 1963-64 Juan Carlos Lorenzo
    • 1964-66 Umberto Mannocci
    • 1966-67 Umberto Mannocci
    subentra Maino Neri
    • 1967-68 Renato Gei
    subentra Roberto Lovati
    • 1968-70 Juan Carlos Lorenzo
    • 1970-71 Juan Carlos Lorenzo
    subentra Roberto Lovati
    • 1971-75 Tommaso Maestrelli
    • 1975-76 Giulio Corsini
    subentra Tommaso Maestrelli
    • 1976-77 Luís Vinício
    • 1977-78 Luís Vinício
    subentra Roberto Lovati
    • 1978-80 Roberto Lovati
    • 1980-81 Ilario Castagner
    • 1981-82 Ilario Castagner
    subentra Roberto Clagluna
    • 1982-83 Roberto Clagluna
    subentra Juan Carlos Morrone
    • 1983-84 Juan Carlos Morrone
    subentra Paolo Carosi
    • 1984-85 Paolo Carosi
    subentra Juan Carlos Lorenzo
    subentra Giancarlo Oddi
    con D.T. Roberto Lovati
    • 1985-86 Luigi Simoni
    • 1986-88 Eugenio Fascetti
    • 1988-90 Giuseppe Materazzi
    • 1990-94 Dino Zoff
    • 1994-97 Zdeněk Zeman
    subentra Dino Zoff
    • 1997-01 Sven-Göran Eriksson
    subentra Dino Zoff
    • 2001-02 Dino Zoff
    subentra Alberto Zaccheroni
    • 2002-04 Roberto Mancini
    • 2004-05 Domenico Caso
    subentra Giuseppe Papadopulo
    • 2005-09 Delio Rossi
    • 2009-10 Davide Ballardini
    subentra Edoardo Reja
    • 2010-12 Edoardo Reja
    • 2012-13 Vladimir Petković

    L'ultimo anno di Eriksson (2000-2001)


    Il calciomercato estivo per la stagione 2000-01 si apre con gli arrivi del portiere Angelo Peruzzi, acquistato dall'Inter, del centrocampista Roberto Baronio, reduce da un'annata con la maglia della Reggina, e degli attaccanti Hernán Crespo, acquistato per una cifra record dal Parma, e Claudio López. Quest'ultimo proveniente dal Valencia, formazione che ha eliminato la compagine biancazzurra nei quarti di finale della Champions League 1999-00.

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    Hernán Crespo, il giocatore più costoso della storia laziale.



    Con l'intento da un lato di far cassa e dall'altro di alimentare quel perverso meccanismo di aggiustamenti di bilancio che attraverso le plusvalenze permetteva al bilancio stesso di chiudersi in positivo ma, che al contempo, porterà negli anni seguenti la società verso la crisi economica, da Roma partono due importanti calciatori, tra i protagonisti della vittoria del secondo Scudetto, ovvero Matias Almeyda e Sérgio Conceição, entrambi destinati a vestire la casacca gialloblù del Parma. La trattativa viene conclusa in seguito al rifiuto di Marcelo Salas di trasferirsi in Emilia. Intanto all'Olimpico la Lazio inizia nel migliore dei modi la nuova stagione mettendo in bacheca un nuovo trofeo. Grazie al trionfo sull'Inter per 4-3, firmato dalle reti di Mihajlović, Stanković e alla doppietta del Pjoco López, le Aquile riportano a Roma, dopo due anni, la Supercoppa Italiana.
    Nonostante il campionato sia iniziato, le trattative di mercato non si fermano, infatti a stagione in corso si registrano le acquisizioni di Dino Baggio, Lucas Castromán e Karel Poborský, mentre, sempre in corso d'opera, vengono ceduti altri componenti della rosa come Sensini, Lombardo, De la Peña e Ravanelli.
    La Lazio concluse il suo campionato al terzo posto, ottenuto grazie ad uno strepitoso girone di ritorno disputato con una media da Scudetto, tant'è che fino all'ultima giornata le Aquile erano ancora matematicamente in corsa per il titolo, vinto alla fine dai cugini giallorossi con soli sei punti di vantaggio.
    L'avventura della Lazio in Coppa Italia inizia dagli ottavi di finale contro la Sampdoria. Allo Stadio Ferraris, dopo essere passati in vantaggio nei primi minuti con Salas, i biancazzurri subiscono nel finale l'1-1 di Flachi. Nella gara di ritorno la Lazio mostra la propria supremazia estromettendo i doriani di Gigi Cagni con un largo 5-2, frutto della rete di Sensini e delle doppiette di Lombardo e Penna bianca Ravanelli. Ai quarti di finale invece il cammino della Lazio si interrompe bruscamente per mano dell'Udinese che, allo Stadio Friuli, rifila un pesante 4-1 alla formazione romana, alquanto rimaneggiata, messa in campo dall'allenatore Eriksson.
    Senza dubbio l'intera stagione è caratterizzata dalle vicende contrattuali del tecnico svedese che, a campionato in corso, si era già accordato con la Nazionale inglese. Eriksson si ritrova così ad essere contemporaneamente allenatore della Lazio e commissario tecnico dell'Inghilterra, ma la situazione non dura a lungo visti i risultati poco soddisfacenti. La dirigenza decide così di sostituirlo con Dino Zoff, suo predecessore, il quale riuscì a condurre i biancocelesti al terzo posto finale.

    L'anno nero di Sergio Cragnotti (2001-2002)

    La stagione successiva segna l'ultimo anno di Sergio Cragnotti presidente, senza dubbio il suo peggiore alla Lazio: vengono infatti venduti calciatori di altissimo livello come Pavel Nedvěd, uno degli idoli della tifoseria e considerato ormai una delle ultime "bandiere" rimaste, Juan Sebastián Verón e Marcelo Salas. Ma è soprattutto la modalità della rocambolesca cessione della Furia ceca alla Juventus a stupire negativamente i supporters laziali. Il fuoriclasse ceco aveva infatti da poco firmato sotto gli occhi delle telecamere un rinnovo contrattuale che lo avrebbe dovuto legare a Roma "a vita", ed ora quello stesso contratto veniva "stracciato" per dar spazio ad una partenza verso la Torino bianconera. La partenza di Nedvěd causa immediatamente dei tumulti nelle tifoseria in quanto, assieme a capitan Nesta, era diventato uno dei giocatori simbolo dei successi della società capitolina.

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    Jaap Stam, acquistato nell'agosto del 2001 dal Manchester United.



    La "rivolta" inscenata dal popolo biancoceleste pone Cragnotti in notevole difficoltà, costringendolo ad intervenire sul mercato per mezzo del procuratore Vincenzo Morabito, al quale viene assegnato l'incaricato di portare nella Capitale Gaizka Mendieta. Questi gli fa presente che il Valencia chiede una cifra spropositata e che forse è meglio non proseguire la trattativa. Cragnotti dapprima sembra seguire il consiglio ma, poco dopo, conclude l'affare con la mediazione dell'agente FIFA Ernesto Bronzetti ed un ingente investimento economico di circa 47 milioni di euro. Il centrocampista spagnolo è considerato un grande acquisto, è infatti reduce dalle vittorie consecutive di 2 premi come miglior giocatore della Champions League. Oltre al catalano arrivano: da Udine la coppia Stefano Fiore - Giuliano Giannichedda; dal Perugia il regista Fabio Liverani, reduce da una straordinaria stagione; dal Brasile inoltre il terzino Cesar, una scommessa scelta da Massimo Cragnotti, figlio del presidente biancoceleste nonché direttore generale della Lazio. Non ancora appagato, sul finire delle contrattazioni estive, il patron acquisisce le prestazioni del roccioso difensore olandese Jaap Stam, che in coppia con Nesta formerà un duo difensivo tra i più solidi al mondo. Al di là delle cessioni sembrava che con il solito gioco di sostituzioni il presidente capitolino avesse messo in piedi una rosa altamente competitiva. In realtà la Lazio deve far fronte a numerosi ostacoli: la squalifica di Stam per doping, un grave infortunio accorso a Simeone, il non agevole inserimento di Fiore, considerato tatticamente l'erede di Pavel Nedvěd, ma soprattutto lo scarso rendimento di Mendieta, che non si rivela per nulla all'altezza delle aspettative.
    L'inizio della stagione è disastroso, tanto che Dino Zoff viene esonerato e sostituito con Alberto Zaccheroni, il quale all'esordio perde 2-0 con il Milan, sua ex squadra. In ambito europeo le cose non vanno affatto meglio: la squadra esce praticamente subito dalla Champions e, soprattutto, si fa liquidare in campionato per 5-1 dai "cugini" romanisti.
    In campionato la Lazio riesce comunque ad inserirsi nella lotta per lo Scudetto, anche se stavolta ricoprendo il ruolo di "arbitro", il 5 maggio 2002 infatti, una Lazio a rischio esclusione dalle coppe europee e contro il tifo di una parte dei suoi stessi sostenitori, batte 4-2 l'Inter consegnando di fatto il titolo alla Juventus ed il secondo posto alla Roma. Questa è anche l'ultima gara dello storico capitano Alessandro Nesta con la maglia della Lazio.

    La gestione Mancini (2002-2004)

    A Zaccheroni restano ancora 2 anni di contratto ma il presidente Cragnotti si accorge della netta impopolarità del tecnico e decide di esonerarlo; il suo sostituto è Roberto Mancini, reduce da una non felice stagione alla Fiorentina ma idolatrato dai tifosi biancocelesti, memori delle sue gesta da calciatore laziale. Questa volta il mercato non lascia spazio a dubbi: la Lazio subisce un ridimensionamento rispetto agli anni passati. Cragnotti promette di cedere solo uno tra Nesta e Crespo, in realtà proprio nell'ultimo giorno di mercato venderà entrambi, lasciando spiazzato il neo-tecnico Mancini, profondamente delusa la tifoseria ed attonita la squadra. Gli unici acquisti sono Bernardo Corradi, ricevuto dall'Inter nell'ambito dell'affare Crespo (ricevendo anche 13 milioni di euro), Enrico Chiesa, reduce da un anno travagliato a causa di un grave infortunio al ginocchio, Massimo Oddo, terzino proveniente dal Verona, e a metà stagione Nikola Lazetić dal Como.

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    Roberto Mancini, è stato prima giocatore e poi allenatore biancoceleste.



    La stagione 2002-03 non inizia nel migliore dei modi: pronti via e la Lazio perde nella gara d'esordio, in casa, con il ChievoVerona; i problemi della società romana sono tanti e soprattutto di natura finanziaria: la squadra non riceve stipendi da mesi, il presidente è impegnato altrove dato che è coinvolto nell'"uragano" della Cirio e l'ambiente è ancora scosso dall'addio di capitan Nesta. Tutto questo però non riuscirà a fermare la Lazio del Mancio, il quale sembra ignorare le difficoltà e vola nelle posizioni alte della classifica, tanto da suscitare nell'opinione pubblica un clamore notevole, infatti appare quasi impossibile che un club in così precarie condizioni economiche, al punto di non essere in grado di far fronte agli stipendi dei suoi calciatori, sia in grado di andare così bene in campionato. Il merito di quel "miracolo" verrà dato tutto a Roberto Mancini, innalzato dai tifosi come vero e proprio simbolo del nuovo corso intrapreso dalla Lazio. La stagione europea si rivelerà invece beffarda: dopo una gloriosa corsa verso il successo finale della Coppa UEFA 2002-03, la Lazio verrà bruscamente fermata 4-1 dal Porto di José Mourinho e dirà addio al sogno di portare a Roma quella coppa persa nel 1998 a Parigi. In campionato la Lazio centrerà un inatteso quarto posto, mentre in Coppa Italia verrà sconfitta dai dirimpettai giallorossi.
    Tra i più importanti eventi della stagione c'è da segnalare l'addio, doloroso e difficile, del presidente Sergio Cragnotti nel gennaio del 2003. Chiuderà la sua storia in biancoceleste come il più vincente patron di tutti i tempi nella Capitale, superando personaggi come Umberto Lenzini e Dino Viola.
    Nell'annata successiva la Lazio si attesta per lungo tempo tra il quarto ed il sesto posto, e a metà stagione saluta il suo capitano Dejan Stanković che, per 2 milioni di euro e la comproprietà della giovane promessa Goran Pandev, saluta i capitolini e si accasa all'Inter: scoppia la polemica, dato che il serbo aveva rifiutato ad agosto un contratto con la Juventus che aveva presentato anche una discreta offerta. Nonostante la cessione di Stanković la Lazio sembra tenere il quarto posto ma, a due giornate dal termine del campionato, perde clamorosamente contro un Brescia già salvo, e tale la sconfitta le costerà cara, rendendo del tutto inutile la vittoria contro il Modena all'ultima giornata. In Champions League esce pressoché subito: dopo aver eliminato il Benfica nel turno preliminare, la Lazio viene eliminata ai gironi. In Coppa Italia la squadra ottiene la vittoria dopo la semifinale contro il Milan (sconfitti nella gara di ritorno per 4-0) e dopo la doppia finale con la Juventus.
    Tra le cose da ricordare c'è il record di abbonamenti: poco meno di 42.000 tessere. Le solite vicissitudini societarie accompagnano il club in questa stagione: il direttore generale Luca Baraldi si dimette, a suo dire, per motivi familiari, le lacrime il giorno del suo addio scuotono il popolo laziale che però non avrà un ricordo molto felice del d.g., il quale verrà condannato dalla magistratura a pagare 2 milioni di euro alla Lazio, sottratti in maniera indebita alla società romana.

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    Stefano Fiore, capocannoniere della Coppa Italia 2003-2004.



    L'estate di fuoco della Lazio (2004)

    Sembrano passati i brutti tempi in cui la Lazio rischiava di non iscriversi al campionato, quando doveva sacrificare grandi campioni, solo pochi anni prima, per raggiungere il faticoso obiettivo di poter scendere in campo anche l'anno successivo. Questa volta le problematiche appaiono ancor più complicate: salutano la Capitale i pezzi pregiati Stam, Fiore, Corradi, Mihajlović, il capitano Favalli ed il tecnico Mancini con tutto il suo staff, inoltre mancano i soldi per i rinnovi contrattuali di Fernando Couto ed Angelo Peruzzi. Ciò che rimane alla Lazio è un pugno di mosche o poco più, quella squadra che aveva ottenuto la Coppa Italia e che aveva fatto tanto gioire i propri tifosi, ora è stata definitivamente smantellata a causa dei soliti problemi economici.
    A quanto pare, però, questa emorragia non sarà sufficiente a dissetare le casse societarie, sempre più "al verde": l'amministratore delegato Giuseppe Matteo Masoni, che intanto aveva sostituito il direttore generale Luca Baraldi, dichiara che se la Lazio non incasserà almeno 80 milioni di euro da un aumento di capitale sarà destinata a fallire. Scatta immediatamente l'allarme tra i sostenitori, ed è ancor più giustificato dal drammatico esito dell'operazione: sono pochissimi i soldi che la Lazio riesce a raccogliere in quanto è poca fiducia che circola intorno all'ambiente, che vede Mancini andarsene dopo una lunga querelle ed il valore della rosa crollato notevolmente. Da ricordare è il contributo economico versato dall'indimenticato capitano, nonché membro del consiglio d'amministrazione, Alessandro Nesta (all'incirca 1 milione di euro).
    Il destino della Lazio sembra ormai segnato quando a pochi giorni dalla "dead line" si fanno avanti due investitori capitolini: Piero Tulli e Claudio Lotito, nonostante Capitalia, all'epoca controllante della Lazio, si auguri un investimento contemporaneo dei due imprenditori. Ciò non si verificherà, così da avere un continuo alternarsi di tentennamenti: sono numerose le volte che Lotito dichiara di non essere più interessato ad investire nella Lazio e che la trattativa è saltata, Tulli invece assume una posizione sempre più defilata che rende difficile l'idea di poterlo vedere realmente al controllo della società.

    Inizia l'era Lotito (2004-2005)

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    Claudio Lotito, trentatreesimo presidente nella storia biancoceleste.



    In un caldo pomeriggio di luglio, precisamente il giorno 19, il presidente Ugo Longo annuncia che la Lazio ha trovato un nuovo proprietario: si tratta dell'imprenditore romano Claudio Lotito il quale, dopo una faticosa ed estenuante trattativa, porta nelle casse laziali 21 milioni di euro: l'entusiasmo tra i tifosi biancocelesti è grande, e vengono organizzate feste del tutto spontanee per accogliere il neo-presidente e per festeggiare la sopravvivenza dell'ultracentenario club capitolino: ancora una volta la Lazio è salva.
    La società, nonostante l'arrivo del nuovo patron e di nuova liquidità, rischia comunque di fallire a causa di un debito accumulato con l'erario di circa 110 milioni di euro. Per scongiurare questo rischio la dirigenza intraprende una trattativa con l'Agenzia delle Entrate che si conclude con l'ammissione della Lazio ai benefici del decreto legge 138 dell'agosto del 2002, convertito in legge 178/02. In tal modo viene concessa una dilazione del debito in 23 anni e di conseguenza verranno tolti gli interessi di mora e le sanzioni. A proposito del provvedimento di cui ha usufruito la Lazio è da segnalare la forte contrarietà della Lega Nord, che paradossalmente è il partito che aveva proposto questa controversa legge.

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    Tommaso Rocchi, quinto bomber laziale di tutti i tempi.



    Altri problemi, stavolta di ordine tecnico, sembrano attanagliare la società: all'arrivo del presidente Lotito l'organico conta solamente 13 giocatori e nessun allenatore. Il neo-patron cerca di porre rimedio alla situazione mettendo sotto contratto Couto e Peruzzi, entrambi in attesa solo di una proposta, chiamando alla guida della squadra l'ex tecnico della squadra Primavera Mimmo Caso (con un contratto di 50.000 euro a stagione) e provvedendo ad operare una campagna acquisti che sarà di pura emergenza. Arrivano alla corte laziale Paolo Di Canio dal Charlton e Tommaso Rocchi dall'Empoli (in comproprietà), oltre ad una lunga lista di prestiti: Oscar López dal Barcellona, Anthony Šerić e Sebastiano Siviglia dal Parma, i gemelli Antonio ed Emanuele Filippini dal Palermo ed infine Leonardo Talamonti dal Rosario Central. Da segnalare anche l'acquisto di alcuni calciatori sudamericani sconosciuti al grande pubblico come il venezuelano Miguel Mea Vitali e gli argentini Esteban González e Braian Robert.
    In questo clima di incertezza due tra i più rappresentativi calciatori laziali, ovvero Oddo e César, chiedono di lasciare Roma; su Oddo c'è il forte interesse del Milan, mentre per César arrivano offerte dall'Inter: Lotito non ci pensa un secondo e dichiara i due calciatori incedibili. Incomincia così la difficile stagione della Lazio, inaugurata dalla finale di Supercoppa Italiana, persa malamente 3-0 contro i Campioni d'Italia in carica del Milan; in questa occasione però la formazione laziale era ancora tutta da assemblare. Da settembre a gennaio la situazione è decisamente critica, nonostante un buon avvio, testimoniato dall'eccellente vittoria nella prima giornata di campionato (1-0 allo Stadio Ferraris sulla Sampdoria con gol di Di Canio, al ritorno in biancoceleste dopo 14 anni). Per le Aquile tutta l'annata sarà vissuta al limite tra la zona salvezza e quella di metà classifica.
    Dopo una serie di partite abbastanza negative, tra cui un netto 3-0 rimediato dall'Udinese, il presidente Lotito, coadiuvato dal dirigente Walter Sabatini, figura già nota nell'ambiente laziale ed in attesa di scontare una precedente squalifica, e dal direttore sportivo Gabriele Martino, opta per l'esonero del tecnico Caso, ed incarica il più navigato Giuseppe Papadopulo di guidare la Lazio verso la salvezza. Per lui si tratterà di un ritorno visto che aveva già vissuto 3 stagioni (1969-1972) alla Lazio come calciatore. La sua avventura inizia con la stracittadina con la Roma, una formazione che la Lazio non batte da cinque anni, ossia dalla conquista dell'ultimo scudetto. La vigilia è condita da una serie di piccate risposte tra i due giocatori maggiormente rappresentativi: Totti e Di Canio. Totti promette di "spedire" la Lazio in B, Di Canio invece ironizza sulla presunta ignoranza del capitano romanista. Tra l'altro anche la Roma si ritroverà impegnata a lottare per non retrocedere fino al penultimo turno di campionato.
    Il clima è infuocato, e quando le squadre scendono in campo l'atmosfera è pesante. La Lazio sembra essere altra cosa rispetto a quella vista contro l'Udinese, benché rimaneggiata e piena di assenze. Dopo qualche minuto, su preciso lancio di Liverani, Di Canio supera i suoi marcatori ed insacca per il vantaggio laziale: per i romanisti è un incubo, visto e considerato che l'avanti biancoceleste da giovane aveva già segnato alla Roma esultando quindici anni prima sotto la Curva Sud: la stessa scena si ripete anche quella notte. Il match si conclude con un secco 3-1 in favore della Lazio. Sarà una delle poche emozioni della stagione, infatti l'era Papadopulo si rivelerà l'esatta copia della gestione Caso: rispetto al suo predecessore il tecnico di Casale Marittimo otterrà solamente un punto in più, regalatogli da Fabio Bazzani grazie al gol del pareggio (3-3) ottenuto sul campo del Palermo. La salvezza tuttavia viene centrata, e la squadra termina il campionato con un più che dignitoso decimo posto.

    La Lazio di Delio Rossi (2005-2009)

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    Delio Rossi, per quattro anni alla guida della Lazio.


    Nonostante Papadopulo abbia centrato l'obiettivo salvezza, ed a sorpresa anche la qualificazione all'Intertoto, non riesce a strappare la riconferma sulla panchina biancoceleste per la stagione 2005-06: Lotito decide infatti per il suo allontanamento ed ingaggia un allenatore relativamente giovane ma già con una buona esperienza: il suo nome è Delio Rossi. Il patron capitolino inoltre conferma nei quadri dirigenziali Walter Sabatini (anche se il direttore sportivo ufficiale, causa la squalifica da scontare da parte dello stesso Sabatini, risulterà invece Carlo Osti, proveniente dall'Atalanta ed erede del dimissionario Martino). La "triade" Lotito-Sabatini-Rossi, anche grazie al buon lavoro di raccordo tra società e squadra effettuato da Osti, condurrà una formazione appena salvatasi su palcoscenici ben più prestigiosi.
    Dal mercato arrivano il portiere Marco Ballotta (si tratta per lui di un ritorno in maglia biancoceleste), i difensori Manuel Belleri, Emílson Cribari e Guglielmo Stendardo, i centrocampisti Valon Behrami, Fabio Firmani e Gaby Mudingayi, e l'attaccante Igli Tare, inoltre viene riscattato Siviglia dal Parma e Rocchi dall'Empoli. Nella sessione invernale del calciomercato viene ceduto César all'Inter, mentre arrivano i centrocampisti Massimo Bonanni, in prestito dal Palermo, e soprattutto Stefano Mauri, acquistato dall'Udinese, il quale si rivelerà una pedina fondamentale per la squadra di mister Rossi. In campionato l'obiettivo salvezza viene presto accantonato e la Lazio centra un inatteso sesto posto, che vale la qualificazione europea.
    In Europa il club romano è iscritto all'Intertoto, ma il cammino nella competizione non è molto felice, infatti dopo aver eliminato i finlandesi del Tampere (3-0 all'Olimpico e 1-1 al Ratinan) l'eliminazione avviene in semifinale in seguito ad un pareggio casalingo (1-1) e ad una secca sconfitta per 3-0 allo Stadio Vélodrome di Marsiglia contro i padroni di casa dell'Olympique, i quali risolvono il match nel giro di dieci minuti, andando per tre volte in rete.
    In Coppa Italia il cammino della Lazio, dopo aver eliminato in gara doppia il Cittadella, termina ai quarti di finale in seguito all'eliminazione per mano della squadra vincitrice poi della competizione, ovvero l'Inter la quale, dopo il pareggio (1-1) ottenuto a Roma nel match d'andata, si impone allo Stadio Meazza con un gol dell'ex Dejan Stanković.
    Nella settimana che accompagna l'ultima giornata del campionato 2005-06 la Lazio viene coinvolta nella "bufera" scatenata dal caso "Calciopoli", uno scandalo calcistico riguardante il torneo 2004-05. Dal quartier generale di Formello arrivano notevoli rassicurazioni, la Lazio si tira fuori e sottolinea come sia paradossale che il presidente Lotito, che in quell'anno era appena entrato a far parte del mondo del calcio, già fosse parte integrante di corrotti meccanismi e che godesse di alcuni favori arbitrali.

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    Goran Pandev, autore di 64 reti con la maglia biancoceleste.



    Il processo calcistico per "Calciopoli" inizia, e fra i club accusati, oltre a Milan, Fiorentina e Juventus, è presente anche la società romana. In prima istanza la squadra viene condannata alla retrocessione in Serie B, e per i tifosi biancazzurri sembra ripresentarsi lo stesso incubo di vent'anni prima. Nulla sembra poter salvare la Lazio dalla B quando l'arbitro Daniele Tombolini chiarirà che, nell'unica partita che vedeva il club di Lotito coinvolto, egli, arbitro di quella gara, non era stato affatto invitato a favorire i biancocelesti ma gli era solo stata richiesta una particolare attenzione dato che la Lazio aveva subito alcuni torti nelle partite precedenti. Paradossalmente quel match, per il quale la Lazio avrebbe dovuto ricevere favori arbitrali secondo la teoria dell'accusa, procede in maniera totalmente diversa. La Lazio difatti fu vittima di un contestatissimo errore del direttore di gara, dato che non le venne assegnato un netto calcio di rigore per fallo su Rocchi. Ascoltata la testimonianza di Tombolini, il giudice Piero Sandulli muta la condanna precedente: per la Lazio è Serie A ma con 11 punti di penalizzazione; anche la gioia di poter disputare la Coppa UEFA centrata la stagione precedente è definitivamente cancellata: la squadra riceve infatti una seconda penalizzazione di 30 punti, valida per l'annata precedente. Lotito nel frattempo lavora anche sul fronte calciomercato: Belleri, Cribari, Mauri e Pandev vengono confermati, viene acquistata l'altra metà del cartellino di Behrami e vengono comprati Cristian Ledesma dal Lecce e Stephen Makinwa, "pupilli" di mister Delio Rossi, dal Palermo. Sul lato delle cessioni, nel mese di gennaio, si registra il contestatissimo trasferimento al Milan del capitano Massimo Oddo, in cambio di una cifra intorno ai 7 milioni di euro più il cartellino del giovane talento Pasquale Foggia.
    La formazione biancoceleste si compatta e prepara l'inizio di stagione in maniera molto professionale: distaccata dai problemi giudiziari e concentrata solo sulla stagione, che si preannuncia emblematica. In Coppa Italia il cammino della Lazio comincia dal primo turno e termina al terzo. Infatti, dopo aver eliminato il Rende (4-0) ed il Monza (3-4 dopo i calci di rigore), l'eliminazione arriva in casa del Messina (4-3 dopo i tempi suppl.), allenato dal grande ex Bruno Giordano.
    L'inizio del campionato 2006-07 è sfavorevole alla Lazio, complici due sconfitte (entrambe col punteggio di 2-1) contro Milan e Palermo. Ma dopo qualche settimana, a seguito di una serie positiva di risultati e alla restituzione, grazie all'arbitrato del CONI, di 8 degli 11 punti di penalizzazione, la posizione in classifica migliora notevolmente. La compagine di Rossi si rende protagonista di una stagione estremamente positiva, malgrado un inizio complicato, difatti eguaglia il record di otto vittorie consecutive appartenente alla Lazio "stellare" di Eriksson ed ottiene una storica vittoria nel Derby d'andata del 10 dicembre 2006, regolando i giallorossi con un rotondo 3-0: mai in campionato le Aquile avevano sconfitto i rivali cittadini con uno scarto di tre reti. Dopo un girone di ritorno giocato ad alti livelli, la Lazio centra un clamoroso terzo posto che permette agli uomini del tecnico romagnolo di accedere alla qualificazione per l'ultimo turno preliminare della massima competizione europea: la Champions League.

    Il calciomercato estivo 2007, nonostante la qualificazione alla Champions League 2007-08 ed il conseguente ritorno nel panorama calcistico continentale più prestigioso, è condotto seguendo ancora la filosofia del risanamento economico. A caratterizzare quest'importante momento della formazione laziale sono i colpi di scena riguardanti il ruolo di portiere, lasciato scoperto dopo l'addio al calcio del grande Angelo Peruzzi, e le contestazioni da parte dei tifosi biancocelesti, perlopiù delusi dalla discutibile gestione della campagna acquisti da parte della dirigenza. Abbandonano la Lazio i due portieri titolari: Peruzzi, vero simbolo e leader della squadra, ed il suo secondo Matteo Sereni, deluso dai mancati accordi economici con la società. Il rebus dell'estremo difensore resta irrisolto anche dopo l'annuncio dell'ingaggio del promettente portiere argentino Juan Pablo Carrizo, poiché sorgono problemi con il passaporto del calciatore, il quale dichiara di avere un nonno italiano ma registrato per un errore di trascrizione all'anagrafe come svizzero. Non potendo prendere l'unico posto da extracomunitario, già occupato dal neo-acquisto Aleksandar Kolarov, il trasferimento salta e verrà rinviato con ogni probabilità al mercato di gennaio. Al suo posto arriva Fernando Muslera, giovane portiere uruguagio, di cui si dice un gran bene, conteso dai più grandi club europei, il quale però, dopo la disastrosa prova offerta nella débacle casalinga in campionato col Milan (1-5), viene messo da parte e sostituito dal quarantenne Ballotta. Altri acquisti sono il fantasista Mourad Meghni, lo stesso Kolarov, Simone Del Nero, Lionel Scaloni, giunti a parametro zero, e dei rincalzi Ivan Artipoli e Fabio Vignaroli, svincolato. La delusione nei tifosi laziali è grande poiché tra nessuno di questi nuovi giocatori si nasconde il grande colpo che tutti si aspettavano per affrontare al meglio una competizione affascinante quanto impegnativa come la Champions League.

    Lazio-Real_Madrid
    Un'azione di gioco di Lazio - Real Madrid.



    3º turno di qualificazione Champions League 2007/2008
    Roma, Stadio Olimpico, 14 agosto 2007
    Lazio - Dinamo Bucarest 1-1
    Marcatori: 22' p.t. Dănciulescu (D), 8' s.t. Mutarelli (L)
    LAZIO: Ballotta, Scaloni, Stendardo (1' s.t. De Silvestri), Cribari (22' p.t. Kolarov), Zauri, Behrami, Ledesma, Mutarelli, Mauri (19' s.t. Del Nero), Pandev, Rocchi. Allenatore: Delio Rossi
    DINAMO BUCAREST: Lobonţ, Blay, Radu, Năstase (32' p.t. Goian), Pulhac, Cristea, Ropotan, Izvoreanu, Zicu (8' p.t. Oprita), Niculescu (30' s.t. Chacu), Dănciulescu. Allenatore: Rednic
    Arbitro: Tom Øvrebø (Norvegia)
    Ammoniti: Nastase (D), Cristea (D), Pandev (L), Blay (D), Izvorani (D), Mutarelli (L), Kolarov (L), Goian (D)
    Espulsi: Behrami (L), Mutarelli (L), Goian (D)
    Spettatori: 40,000
    Bucarest, Stadio Ştefan cel Mare, 28 agosto 2007
    Dinamo Bucarest - Lazio 1-3
    Marcatori: 26' p.t. Bratu (D), 1' s.t. Rocchi, 9' s.t. Pandev, 21' s.t. Rocchi (L)
    DINAMO BUCAREST: Lobonţ, Blay, Nastase, Radu, Pulhac, Cristea, Mărgăritescu (15'st Niculescu), Ropotan, Oprita (15'st Chiacu), Bratu, Dănciulescu (27'st C. Munteanu). Allenatore: Rednic
    LAZIO: Ballotta, De Silvestri, Stendardo (35'pt Scaloni), Cribari, Zauri, Mudingayi, Ledesma, C.Manfredini, Del Nero (41'st Belleri), Rocchi, Pandev (45'st Tare). Allenatore: Delio Rossi
    Arbitro: Manuel Mejuto Gonzales (Spagna)
    Ammoniti: Mudingayi (L), Pulhac (D)
    Spettatori: 70,000.

    L'avventura della Lazio nella più importante competizione europea inizia dal terzo turno preliminare. L'avversaria sorteggiata è la Dinamo Bucarest. La partita di andata allo Stadio Olimpico finisce 1-1, mentre il ritorno, disputato a Bucarest, viene vinto per 3-1 dai biancocelesti. Nella fase a gironi la squadra viene sorteggiata insieme ai Campioni di Spagna in carica del Real Madrid, i tedeschi del Werder Brema ed ai Campioni di Grecia in carica dell'Olympiakos Pireo nel gruppo C. Il cammino europeo si conclude malamente all'ultimo posto del girone, facendo sfumare anche l'obiettivo minimo della terza piazza, utile per l'ingresso in Coppa UEFA. Decisiva è stata la sconfitta rimediata all'Olimpico contro l'Olimpyakos (2-1 il risultato finale).
    Il campionato 2007-08 incomincia in maniera negativa. La squadra, che nella passata stagione aveva brillato piazzandosi al terzo posto, sembra sparita e bisogna attendere la quinta giornata per vedere la prima vittoria dei biancocelesti. Ad influire sulle prestazioni vi è una serie di infortuni a ripetizioni che colpiscono in particolare Cribari, Diakité, Ledesma e Mauri. Da segnalare i due pesanti passivi incassati con i club meneghini (prima 1-5 a Roma contro il Milan ed in seguito il 3-0 contro l'Inter allo Stadio Meazza). Il bilancio della squadra è negativo, con più sconfitte che vittorie e la zona retrocessione poco distante.
    L'11 novembre 2007, alla dodicesima giornata di campionato, un grave lutto colpisce il calcio italiano e la società laziale: Gabriele Sandri, tifoso appunto della Lazio, viene ucciso da un colpo di pistola alla gola nella stazione di servizio nei pressi dello svincolo autostradale di Arezzo. In un primo tempo si era parlato di rissa tra tifosi finita in tragedia, e l'ipotesi era stata avvalorata anche da numerose testimonianze che parlavano di una piccola rissa tra tifosi laziali e juventini (i primi stavano andando in direzione Milano, i secondi verso Parma); ma le indagini successive portano a supporre invece che, sebbene una breve colluttazione tra tifosi ci fosse effettivamente stata, il colpo di pistola sarebbe stato esploso da un poliziotto in servizio, che dall'altro lato della carreggiata avrebbe pensato ad una rapina. La notizia si diffonde immediatamente e, complice anche una cattiva gestione dell'accaduto da parte delle autorità competenti, cominciano a scatenarsi le violenze ultras in tutta Italia: rinviata immediatamente la gara Inter-Lazio per motivi di ordine pubblico; a Bergamo viene sfondato un vetro divisore a colpi di tombino, ed i giocatori in campo vengono minacciati di ritorsioni se il match non venisse sospeso, obbligando l'arbitro ad ordinare il "tutti a casa" dopo pochi minuti di gioco; a Taranto parte una fitta sassaiola in campo che costringe il direttore di gara a seguire l'esempio di Bergamo. In tutti gli altri campi viene osservato un minuto di silenzio, ma molti ultras protestano e chiedono le sospensione delle partite, che però vengono ugualmente giocate.
    Il peggio, però, avverrà solo a fine giornata, quando la violenza degli ultras dilaga: nel pericolo di rappresaglie, viene rinviato il posticipo Roma-Cagliari, ma sarà tutto inutile. In serata, infatti, centinai di accesi tifosi laziali e romanisti si uniscono in una feroce guerriglia urbana nei confronti delle forze dell'ordine, con attacchi alla stazione di Polizia di via Guido Reni, il commissariato in via Fuga (nei pressi di Porta del Popolo), gli uffici del CONI e tutta la zona intorno all'Olimpico viene messa a "ferro a fuoco", con l'incendio di cassonetti, la devastazione di fioriere ed i continui scontri tra ultras e poliziotti. L'ultimo assalto è quello alla caserma dei Carabinieri di Ponte Milvio. Solo un massiccio intervento delle forze dell'ordine evita il peggio, e la situazione si normalizza a tarda notte. Per gli arrestati viene formulata anche l'accusa di terrorismo.
    A gennaio la Lazio migliora leggermente la sua posizione, ma rimane comunque nelle zone pericolanti della classifica. L'unica soddisfazione arriva nel Derby di ritorno, quando un gol di Behrami allo scadere consente alla Lazio di vincere la partita per 3-2 sui dirimpettai romanisti.
    In Coppa Italia la formazione di Delio Rossi esordisce dagli ottavi di finale affrontando il Napoli. Nella partita di andata i romani si impongono sui partenopei per 2-1 recuperando lo svantaggio iniziale. Nella gara di ritorno il risultato di 1-1 permette ai biancocelesti di superare il turno e di accedere ai quarti di finale, dove trovano la Fiorentina.
    Nel match d'andata la Lazio vince in casa per 2-1, risultato ribadito poi allo Stadio Franchi, recuperando il gol di svantaggio. In semifinale la formazione capitolina riporrà grandi speranze, dovute anche alle delusioni in campionato, ma verrà sconfitta dall'Inter nella gara di ritorno per 2-0, dopo che l'incontro di San Siro si era concluso a reti inviolate.

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    Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano consegna la Coppa Italia a capitan Rocchi.



    Per la stagione 2008-09 il presidente Lotito, in accordo con il mister Delio Rossi, ha applicato una politica di rinnovamento della squadra, mettendo in disparte alcuni giocatori, tra cui Baronio, Behrami, Berni, Simone Inzaghi, Mutarelli, Stendardo ed il capitano Luciano Zauri, non più rientranti nei piani della società e del tecnico riminese. Il nuovo capitano della Lazio, nominato dai giocatori, sarà il bomber Tommaso Rocchi, che ha già indossato la fascia in altre occasioni. Delio Rossi ha inoltre convocato per il ritiro estivo di Auronzo di Cadore valenti giocatori della Primavera, come Mendicino, Perpetuini e Tuia. Una novità è l'inserimento dell'ex calciatore Igli Tare nei quadri dirigenziali come coordinatore dell'area tecnica, andando di fatto a sostituire in tutto e per tutto il ruolo dell'ex direttore sportivo Sabatini, trasferitosi al Palermo, voluto fortemente dal vulcanico presidente Zamparini. Durante il calciomercato estivo vengono acquistati: Mauro Zárate, il quale si rivelerà come sorpresa assoluta del campionato italiano, Matuzalém Francelino da Silva, Cristian Brocchi, Stephan Lichtsteiner ed il giovane Libor Kozak; rientrano dal prestito Foggia e Makinwa, dopo aver vissuto un anno rispettivamente al Cagliari e alla Reggina.
    L'annata, caratterizzata dalla conquista della vetta per alcune giornate, si conclude con il decimo posto finale, impreziosito però dalla conquista della quinta Coppa Italia del club biancoceleste, battendo in finale dopo una serie interminabile di rigori la Sampdoria. La partita si è conclusa con il risultato di 1-1 dopo i tempi supplementari, con i gol dell'asso argentino Maurito Zárate e del bomber blucerchiato Pazzini; nella serie dei calci di rigore la marcatura decisiva l'ha messa a segno l'esperto centrocampista francese Ousmane Dabo, ultimo "superstite" insieme a Simone Inzaghi del trionfo di coppa nel 2004. Altro protagonista assoluto nella "lotteria" dei rigori è stato il giovane portiere uruguaiano Fernando Muslera, autore di ben due parate sui tiri dal dischetto calciati da Cassano e Campagnaro che lo hanno consacrato da "oggetto misterioso" ad "eroe di coppa".

    La Lazio di Ballardini: dalla Supercoppa italiana all'esonero (2009-2010)

    La vittoria della coppa nazionale è stata l'ultima del ciclo di Delio Rossi, che alla fine della stagione non è stato riconfermato dal presidente Lotito, il quale lo sostituisce con l'ex tecnico del Palermo, il ravennate Davide Ballardini, "discepolo" di Sacchi ed allenatore in ascesa.
    Il mercato della Lazio nella stagione 2009-10, a causa della volontà di lasciare la Capitale da parte di alcuni giocatori, quali Pandev, Ledesma e De Silvestri, ha subito nelle fasi iniziali un forte rallentamento. Malgrado tali problematiche, la dirigenza laziale regala ai propri sostenitori, oltre ai doverosi riscatti del brasiliano Matuzalém e soprattutto dell'asso argentino Zárate, gli acquisti dell'ala portoghese Eliseu, protagonista nella Liga con il Malaga, del portiere argentino Albano Bizzarri, svincolatosi dal Catania, e del prolifico centravanti ex-Inter Julio Ricardo Cruz, anch'egli svincolato di lusso.
    L'8 agosto 2009 la Lazio di Ballardini, battendo i Campioni d'Italia in carica dell'Inter nell'avveneristico "Stadio Bird's Nest" di Pechino con il punteggio di 2-1, si aggiudica, dopo una gara sofferta, la Supercoppa Italiana per la terza volta nella sua storia. I gol che hanno portato in bacheca il secondo trofeo della gestione Lotito sono state firmate da Matuzalem e da capitan Rocchi.

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    La Supercoppa italiana 2009 vinta nella finale di Pechino.



    Il 20 agosto 2009 la Lazio fa il suo esordio nella nuova Europa League facendo sua la partita d'andata dei play-off contro la formazione svedese dell'Elfsborg con un secco 3-0, grazie alle reti di Kolarov e Zárate nel primo tempo, e di Mauri nella ripresa. Nel match di ritorno è la compagine scandinava a vincere per 1-0, ma sono i ragazzi di mister Ballardini ad accedere alla fase a gironi della competizione. Nella fase a gironi, la Lazio viene sorteggiata nel gruppo G insieme agli spagnoli del Villarreal, ai bulgari del Levski Sofia ed agli austriaci del Salisburgo.
    L'avventura della Lazio nella fase a gironi di Europa League non inizia nel migliore dei modi, infatti i biancocelesti vengono sconfitti all'Olimpico nella gara d'esordio per 2-1 dal Salisburgo, nonostante l'iniziale vantaggio siglato da Foggia. Le Aquile si rifanno però nella seconda giornata, quando espugnano il campo del Levski Sofia con un rotondo 4-0, grazie alle reti di Matuzalem, Zárate, Meghni e Rocchi. Il 22 ottobre 2009 la Lazio bissa il successo, davanti al proprio pubblico, battendo i temibili spagnoli del Villarreal di Giuseppe Rossi per 2-1, grazie al gol messo a segno nei minuti di recupero dal subentrato Rocchi. La Lazio conclude così il giorne d'andata con 6 punti, alle spalle della "sorpresa" Salisburgo, ma davanti al Villarreal ed ai bulgari del Levski Sofia. Il girone di ritorno si apre nel peggiore dei modi per la squadra romana, che subisce allo Stadio El Madrigal un pesante passivo di 4-1, facendosi raggiungere in classifica proprio dagli iberici. Va meglio solo nel risultato ma non nella sostanza la trasferta di Salisburgo, dove i biancocelesti sono sconfitti per 2-1, e per effetto della contemporanea vittoria del Villarreal in casa del Levski Sofia e per una differenza reti a favore del Sottomarino giallo, la Lazio abbandona con un turno d'anticipo i sogni di qualificazione al turno successivo, piazzandosi matematicamente al terzo posto nel gruppo G di Europa League. Nella gara conclusiva della fase a gironi, la squadra chiude definitivamente con una sconfitta la sua avventura europea, perdendo in casa per 1-0 dal Levski Sofia con una formazione composta da seconde linee e giovani provenienti dalla formazione Primavera.
    Nel campionato 2009-10 gli undici di Ballardini iniziano con il piede giusto, vincendo la gara d'esordio 1-0 contro l'Atalanta grazie ancora a capitan Rocchi e ripetendosi la settimana seguente contro il Chievo, sconfitto dalla doppietta del "Jardinero" Cruz che firma il 2-1 finale. La Lazio, però, da questo momento in poi sembra bloccarsi, difatti nelle successive 13 partite di campionato raccoglie solo 7 pareggi, con Catania, Palermo, Fiorentina, Sampdoria, Siena, Napoli e Bologna, e 6 sconfitte, contro Juventus, Parma, Cagliari, Milan, Bari e nel Derby con la Roma, realizzando solamente 6 reti (14 sono invece quelle incassate). Il 13 dicembre 2009 però, dopo oltre 3 mesi, la Lazio riesce finalmente a riassaporare il gusto della vittoria, superando per 1-0 all'Olimpico il Genoa, grazie al tiro mancino di Kolarov, il quale realizza così la rete numero 3000 della Lazio dall'istituzione del Campionato italiano di calcio (1929). Tuttavia nel turno successivo, l'ultimo del 2009, per i biancocelesti ritorna la sconfitta, ad opera dell'Inter per 1-0. Nella partita seguente però, la prima del 2010, la formazione capitolina supera il Livorno con un convincente 4-1, maturato grazie alla doppietta del neo-acquisto Sergio Floccari e alle marcature di Rocchi e Kolarov su calcio di rigore; a partire da questa gara e fino alla fine del campionato, la Lazio sfoggia la divisa celebrativa in occasione del centodecennale. Alla vittoria contro gli amaranto segue il prezioso pareggio conquistato contro l'Udinese, grazie ad una rete messa a segno ancora dal centravanti calabrese Floccari. Dopo una seppur breve striscia positiva, la squadra inaugura il girone di ritorno con una pesante battuta d'arresto inflitta dall'Atalanta, vittoriosa in casa per 3-0. La squadra di Ballardini riesce a reagire solo in parte, ottenendo nel match seguente un pareggio casalingo contro il Chievo col punteggio di 1-1. La domenica successiva ottiene, invece, un prestigioso pareggio, in trasferta, contro la Juventus per 1-1, grazie alla rete di Mauri. Dopo la gara di Torino la Lazio non si riconferma, anzi, precipita in zona retrocessione perdendo, in casa, contro il Catania col risultato di 1-0. A seguito di questa pesante sconfitta, l'allenatore Davide Ballardini viene esonerato dai vertici societari il 10 febbraio 2010; al suo posto arriva l'ex tecnico del Napoli, il veterano Edoardo Reja.
    Il 14 gennaio 2010 la Lazio inizia la sua avventura in Coppa Italia, trofeo da difendere in quanto detentrice, partendo dagli ottavi di finale, dove incontra il Palermo del grande ex Delio Rossi, al primo ritorno all'Olimpico da avversario. La partita si conclude con la vittoria delle Aquile per 2-0, grazie alle reti di Kolarov e Floccari, che consentono alla Lazio di accedere ai quarti di finale, dove il 21 gennaio viene superata per 3-2 dalla Fiorentina, venendo così eliminata dalla coppa nazionale che vedeva detentrice proprio la squadra capitolina.

    Il nuovo decennio

    La Lazio di Edy Reja (2010-2012)


    Nei giorni successivi alla sconfitta interna subita nello scontro-salvezza ad opera del Catania, scatenante la rabbia dei tifosi, protagonisti di una durissima contestazione nel Centro sportivo di Formello, il presidente Lotito decide di allontanare il tecnico ravennate Ballardini, reo di non aver ottenuto i risultati sperati e di aver condotto la squadra biancoceleste in piena zona retrocessione, ed opta per la chiamata di un allenatore navigato e dalla grande esperienza, che risponde al nome di Edoardo Reja, proveniente dall'Hajduk Spalato; con il club croato Reja, dopo una difficile trattativa, risolve il contratto e subito dopo, più precisamente il 10 febbraio 2010, sigla con la società biancoceleste un accordo per un anno e mezzo, che vede come primo punto un solo obiettivo: la salvezza.
    L'esordio dell'allenatore friulano sulla panchina biancoceleste è positivo, infatti la compagine romana riesce ad ottenere una importantissima vittoria in casa del Parma per 2-0, grazie alle reti di Willy Stendardo e di Maurito Zárate, tornato al gol dopo un lungo periodo di "digiuno". La Lazio però non si riconferma e cade di nuovo, la domenica successiva, sul campo del Palermo dell'ex mister Delio Rossi, perdendo per 3-1. L'undici di Reja riesce a reagire parzialmente nella giornata seguente, pareggiando il match in casa contro la Fiorentina per 1-1, grazie ad uno straordinario colpo di tacco di Siviglia. La Lazio però non riesce a mantenere un passo costante e ricade nuovamente, nella trasferta di Genova, contro la Sampdoria col punteggio di 2-1. Il momento difficile continua, infatti i biancocelesti perdono anche in casa contro il Bari, cedendo per 2-0 ai pugliesi. La compagine capitolina ha un sussulto d'orgoglio e si riprende la vittoria allo Stadio Sant'Elia, dove capitan Rocchi e Floccari siglano le due reti che stendono il Cagliari. Col medesimo risultato gli uomini di Edy Reja superano, nella gara casalinga, anche il Siena, grazie alle reti di Lichtsteiner e Cruz. Il difensore svizzero si ripete anche nel successivo incontro a Milano, dove la Lazio costringe al pari (1-1) i padroni di casa del Milan. Il periodo positivo delle Aquile continua con il pareggio casalingo ottenuto contro il Napoli (1-1). Dopo due pareggi consecutivi, la Lazio torna alla vittoria, battendo il Bologna allo Stadio Dall'Ara per 3-2 in rimonta. La serie positiva però si interrompe in una delle gare più sentite, ossia nel Derby di ritorno con la Roma, che termina con una sconfitta della Lazio per 1-2. La battuta d'arresto nella stracittadina viene riscattata una settimana dopo sul campo del Genoa, battuto per 2-1 dai biancocelesti i quali, nel match successivo disputato allo Stadio Olimpico, vengono sconfitti con un secco 2-0 dall'Inter, e sono così costretti a centrare l'obiettivo della permanenza in massima serie nelle due successive gare. L'occasione viene subito sfruttata, e la Lazio conquista la matematica salvezza espugnando il campo del Livorno col risultato di 2-1: per mister Reja e i suoi ragazzi la missione è così compiuta. Gli uomini guidati dal tecnico carnico chiudono il campionato al dodicesimo posto, battendo davanti al proprio pubblico i bianconeri dell'Udinese col punteggio di 3-1 nell'ultimo match stagionale.
    Dopo essere subentrato in corsa e condotto la Lazio verso la salvezza dopo una difficile annata, il tecnico goriziano Edoardo Reja, al suo secondo anno sulla panchina biancoceleste, decide di intraprendere un percorso di rilancio, puntando, oltre agli uomini di qualità già presenti in rosa come Zárate, Ledesma ed André Dias, anche sui nuovi acquisti come il centrocamipsta carioca Hernanes, l'incursore australiano Mark Bresciano ed il difensore di fascia spagnolo Javier Garrido. Tuttavia la prima giornata di campionato in casa della Sampdoria non finisce nel migliore dei modi, infatti le Aquile subiscono una sconfitta per 2-0 ad opera dei doriani, ma nel turno successivo, al debutto casalingo, hanno la meglio sul Bologna, battuto per 3-1, e successivamente espugnano il campo della Fiorentina col punteggio di 2-1. Alla quarta giornata la Lazio costringe al pareggio il Milan, fermato sul punteggio di 1-1, e successivamente espugna il campo del Chievo, sconfitto grazie ad una rete del "numero 10" Mauro Zárate. Col medesimo punteggio la formazione biancoceleste regola il Brescia allo Stadio Olimpico, battendolo grazie alla marcatura di Mauri, ed espugna lo Stadio San Nicola regolando il Bari con un secco 2-0. Nella gara successiva gli uomini di Edy Reja riescono a battere in casa anche il Cagliari col punteggio di 2-1, e alla nona giornata espugnano il campo del Palermo per 1-0, confermandosi primi in classifica con 22 punti, 4 in più rispetto all'Inter, prima delle inseguitrici. Il volo delle Aquile si interrompe proprio in una delle gare più sentite, il Derby, con la Roma che si impone per 2-0. Nel turno seguente la Lazio non riesce a reagire alla sconfitta nella stracittadina, e perde sul campo del Cesena per 1-0. Gli uomini di Reja però si riscattano battendo nel turno casalingo il Napoli con secco 2-0 e pareggiando sul campo del Parma per 1-1 e in casa col Catania. La Lazio torna alla vittoria nel big-match contro l'Inter, battendo i nerazzurri con un perentorio 3-1, ma nel turno successivo, in casa della Juventus, gli Aquilotti vengono sconfitti per 2-1; tuttavia la squadra di Reja si riscatta subito imponendosi per 3-2 sull'Udinese e pareggiando in casa del Genoa per 0-0. Nell'ultimo match del girone d'andata però, la Lazio viene sconfitta in casa per 2-1 dai giallorossi del Lecce.
    Alla 20ª giornata, ovvero la prima del girone di ritorno, la Lazio si rialza battendo per 1-0 in casa la Sampdoria, ma nella gara successiva cade a Bologna per 3-1, per poi ritrovare subito la vittoria in casa con la Fiorentina, battuta per 2-0, e successivamente pareggia in trasferta col Milan a reti bianche e in casa con il ChievoVerona per 1-1. Le Aquile tornano a volare alla 25ª giornata, quando espugnano il campo del Brescia per 2-0, e si ripete nel match casalingo con il Bari, vinto per 1-0 ma, alla 27ª giornata, la serie positiva biancoceleste si interrompe quando la Lazio viene sconfitta dal Cagliari per 1-0. Nel turno successivo gli uomini di Edy Reja si riscattano battendo per 2-0 il Palermo, ma sette giorni dopo vengono di nuovo sconfitti dagli eterni rivali della Roma, vittoriosi per 2-0. Alla 30ª giornata però la formazione capitolina rialza la testa e batte di misura il Cesena per 1-0 ma, nel match successivo, la Lazio rimedia una sconfitta per mano del Napoli, vittorioso per 4-3 in rimonta. La sconfitta con i partenopei però viene presto dimenticata dai laziali, che regolano nel 32esimo turno di campionato il Parma con un secco 2-0 e vincono in trasferta in quel di Catania con un perentorio 4-1. Alla 34esima giornata però la formazione romana cade sul campo dell'Inter col punteggio di 2-1 in favore dei nerazzurri, e nel turno successivo viene ancora sconfitta, per mano della Juventus, col punteggio di 0-1. Alla 36esima giornata la formazione romana cade sul campo dell'Udinese per 2-1, ma si rialza nel match successivo battendo davanti ai propri tifosi il Genoa con un convincente 4-2 e, con il medesimo risultato, batte in trasferta il Lecce chiudendo la propria stagione al quinto posto, conquistando l'accesso in Europa League.
    L'avventura della Lazio in Coppa Italia inizia nel migliore dei modi, difatti nella gara casalinga valevole per il passaggio al quarto turno le Aquile hanno la meglio sulla formazione veneta del Portogruaro, sconfitta con perentorio 3-0. Con il medesimo risultato, la formazione romana regola i lombardi dell'AlbinoLeffe, approdando agli ottavi di finale ed incontrando i cugini della Roma, che riescono a vincere l'incontro per 2-1, fermando così la cavalcata laziale.

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    Miro Klose, secondo cannoniere di sempre nella storia della Nazionale tedesca.


    Reduce da una stagione conclusasi con la qualificazione in Europa League e dopo aver sfiorato l'ingresso in Champions, la Lazio di Edy Reja, riconfermato alla guida della formazione romana, opta per l'inserimento in rosa di elementi di fama mondiale, su tutti gli attaccanti Miroslav Klose, una delle colonne della Nazionale teutonica, e l'eccentrico francese Djibril Cissé, i quali vanno a formare la coppia di attacco titolare dei biancocelesti, che si arricchiscono anche dell'esperienza internazionale del capitano della Nazionale albanese, ovvero il centrocampista Lorik Cana, del giovane laterale della Nazionale bosniaca Senad Lulić, del terzino franco-senegalese Abdoulay Konko e del jolly difensivo lituano Marius Stankevičius, oltre a quella dell'ex portiere cagliaritano Federico Marchetti.
    Alla prima giornata effettiva di campionato, la Lazio di mister Reja fa visita ai campioni d'Italia in carica del Milan, fermati sul 2-2 dai biancocelesti grazie alle reti dei nuovi acquisti Klose e Cissé; amaro è invece l'esordio allo Stadio Olimpico nella giornata successiva, quando le Aquile vengono sconfitte dal Genoa per 2-1. Con il medesimo risultato però, gli uomini di mister Reja si riscattano battendo Cesena e Fiorentina in trasferta e pareggiando in casa con il Palermo. La lunga striscia di risultati utili continua con l'importante vittoria nel Derby, conquistata all'ultimo minuto di gioco grazie al goal di Miro Klose che fissa il punteggio sul 2-1 per i biancocelesti, e con i tre punti conquistati sui campi di Bologna e Cagliari, sconfitti rispettivamente per 2-0 e 3-0, e quelli ottenuti dopo la vittoria casalinga per 1-0 contro il Parma, seguita dal pareggio ottenuto a reti bianche sull'insidioso campo di Napoli. La serie di risultati utili consecutivi si interrompe alla 13ª giornata, quando la formazione di Reja viene sconfitta in casa dalla Juventus, vittoriosa per 1-0. Nelle gare successive la formazione romana si riscatta battendo in casa con un secco 3-0 il Novara e il Lecce in trasferta per 3-2, e pareggiando con Udinese e Chievo, rispettivamente col punteggio di 2-2 e 0-0. Alla terz'ultima giornata del girone d'andata, la Lazio crolla sul campo del Siena, vittorioso per 4-0, ma nel match successivo si rifà regolando l'Atalanta col punteggio di 2-0. Nell'ultima giornata del girone d'andata però, gli uomini di Edy Reja sono di nuovo sconfitti dall'Inter per 2-1, ma i romani si rialzano nelle successive due gare, battendo Chievo e Milan rispettivamente per 3-0 e 2-0. Dopo queste vittorie però la Lazio cade sul campo del Genoa per 3-2 ma, con il medesimo risultato, si rialza battendo in rimonta nel match casalingo il Cesena. La formazione romana però cade nuovamente in trasferta sotto i colpi del Palermo, autore di un clamoroso 5-1, per poi riscattarsi nel turno successivo battendo in casa la Fiorentina per 1-0. Alla 26ª giornata di campionato la Lazio trionfa nuovamente nel derby capitolino, battendo i dirimpettai giallorossi per 2-1 grazie alle reti del Profeta Hernanes e di Mauri. Nei due match successivi però le Aquile sono sconfitte in casa per 3-1 dal Bologna e 1-0 in trasferta dal Catania, ma alla 29ª giornata la Lazio si riscatta regolando il Cagliari all'Olimpico per 1-0, ma arriva subito dopo un nuovo stop a Parma, dove la formazione capitolina viene sconfitta per 3-1 dai padroni di casa. Con il medesimo risultato però, la squadra romana si riscatta battendo nel proprio stadio il Napoli, tuttavia nei cinque match successivi la compagine capitolina cade sui campi di Juventus e Novara, perdendo in entrambi i casi per 2-1, e su quello dell'Udinese, vittoriosa per 2-0, oltre ad essere fermata sull'1-1 in casa sia dal Lecce che dal Siena. Alla penultima giornata però i biancocelesti tornano al successo battendo in trasferta l'Atalanta per 2-0 e nell'ultimo match stagionale hanno la meglio sull'Inter per 3-1, chiudendo il campionato al quarto posto.
    Il 18 agosto 2011 la Lazio fa il suo esordio stagionale in Europa League facendo suoi i match d'andata e ritorno dei play-off contro la formazione macedone del Rabotnički con un rotondo 6-0 all'Olimpico, impreziosito dalle reti dei nuovi acquisti Cissé e Klose, mentre nella gara di ritorno le Aquile si impongono in terra macedone per 3-1, accedendo alla fase a gironi della competizione. Nella fase a gironi, la Lazio viene sorteggiata nel gruppo D insieme ai portoghesi dello Sporting Lisbona, agli svizzeri dello Zurigo e ai rumeni del Vaslui. Proprio con la formazione est-europea la Lazio inaugura la stagione internazionale pareggiando per 2-2 allo Stadio Olimpico, e nel turno successivo viene sconfitta in terra iberica dallo Sporting Lisbona col punteggio di 2-1. Alla terza giornata, ultima delle gare d'andata, i biancocelesti pareggiano 1-1 sul campo dello Zurigo, sconfitto però dalla Lazio nel match di ritorno per 1-0 grazie ad una rete di Brocchi, il quale regala ai romani la prima vittoria nel girone. Nella gara successiva gli uomini di Reja pareggiano per 0-0 sul campo del Vaslui e, nell'ultima giornata della fase a gironi, battono per 2-0 i biancoverdi dello Sporting riuscendo a qualificarsi per i sedicesimi di finale, dove si interrompe la corsa europea della Lazio, eliminata dagli spagnoli dell'Atlético Madrid, vittoriosi in entrambe le gare rispettivamente per 3-1 e 1-0.
    Il cammino della Lazio in Coppa Italia inizia nel migliore dei modi, difatti nel match casalingo valevole per il passaggio ai quarti di finale i romani hanno la meglio sulla compagine scaligera del Verona, sconfitta con il punteggio di 3-2. Nel turno successivo però le Aquile vengono sconfitte per 3-1 sul campo del Milan, uscendo così dalla competizione nazionale.

    La Lazio di Vladimir Petković (dal 2012)

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    "Vlado" Petković, Il Dottore.



    Nonostante Edy Reja abbia centrato per il secondo anno consecutivo la qualificazione in Europa League, il tecnico friulano e la Lazio decidono di comune accordo di intraprendere strade differenti in vista della stagione 2012-13: il presidente Lotito e il direttore sportivo Igli Tare decidono così di puntare sull'allenatore svizzero di origine bosniaca Vladimir Petković.
    Il nuovo coach biancoceleste imposta la propria formazione con un disegno tattico ben più offensivo rispetto al passato, potendo contare oltre ai ritorni dai prestiti dei vari Zárate, Floccari e Cavanda e alla promozione in prima squadra del giovane Ogenyi Onazi, anche su nuovi acquisti di livello, come il possente difensore centrale Michaël Ciani, prelevato dal Bordeaux, ed il centrocampista brasiliano Ederson, svincolatosi dall'Olympique Lione.
    Il 26 agosto 2012 si disputa la prima giornata di campionato, e la Lazio del nuovo mister Vladimir Petković viene ricevuta dall'Atalanta, sconfitta dai biancocelesti per 1-0 grazie al goal del Profeta Hernanes. Anche l'esordio casalingo per la squadra romana è positivo, difatti la Lazio sconfigge con un rotondo 3-0 il Palermo, e nel turno successivo si ripete battendo in trasferta il Chievo per 3-1. La serie positiva del club romano si interrompe con le due sconfitte consecutive rimediate con il Genoa in casa (0-1) ed il Napoli in trasferta (3-0). Alla sesta giornata la compagine guidata dal tecnico elvetico torna al successo battendo il Siena in casa per 2-1, confermandosi anche sul campo del Pescara, battuto con un netto 3-0, e nel big-match contro il Milan, sconfitto all'Olimpico per 3-2. La compagine di mister Petković raccoglie però nelle successive tra gare solamente un punto, grazie all'1-1 ottenuto in casa contro il Torino, e subisce due sconfitte in trasferta contro la Fiorentina, vittoriosa per 2-0, e contro il Catania, che si impone sui romani per 4-0. La squadra biancoceleste torna alla vittoria proprio nella gara più attesa, ovvero il Derby della Capitale, conquistato per 3-2 grazie alle reti di Candreva, Klose e Mauri. Nei match successivi, la formazione romana ottiene un pareggio a reti bianche in casa dei campioni d'Italia della Juventus e batte in casa con un secco 3-0 l'Udinese e per 2-1 il Parma. La serie positiva delle Aquile continua con il pareggio per 0-0 a Bologna e con la vittoria casalinga per 1-0 nel big match contro l'Inter. L'ultima gara dei biancocelesti nel 2012 è ancora una volta vittoriosa, difatti i romani espugnano il campo della Sampdoria per 1-0.
    Il 23 agosto 2012 il club romano fa il suo esordio stagionale in Europa League facendo suo il match d'andata dei play-off contro la formazione slovena del Mura 05 con un 2-0 in trasferta maturato grazie alle segnature di Hernanes e Miro Klose. Identico andamento quello del return match allo Stadio Olimpico, con le Aquile che superano per 3-1 gli sloveni qualificandosi così per la fase a gironi di Europa League, dove i biancocelesti, sorteggiata nel gruppo J, se la vedranno con gli sloveni del Maribor, i greci del Panathinaikos e gli inglesi del Tottenham. Proprio con la formazione londinese la Lazio inizia il cammino nel girone, andando a pareggiare a reti bianche in terra britannica, e all'esordio casalingo nel turno successivo batte il Maribor per 1-0. La terza ed ultima gara d'andata del girone viene pareggiata dalla Lazio in casa del Panathinaikos per 1-1, che verrà poi sconfitto per 3-0 dalle Aquile nella partita di ritorno. Grazie al pareggio casalingo per 0-0 ottenuto contro il Tottenham, la squadra romana si qualifica con un turno di anticipo per i sedicesimi di finale di Europa League, e nell'ultima gara del girone, grazie alla vittoria per 4-1 sul campo del Maribor, conquista il primato del girone stesso. Il sorteggio del 20 dicembre 2012 decreta che nei sedicesimi di finale la formazione romana dovrà vedersela con i tedeschi del Borussia M'bach.
    In Coppa Italia la Lazio esordisce il 19 dicembre 2012 negli ottavi di finale affrontando nel match casalingo il Siena, eliminato dai biancocelesti soltanto ai calci di rigore per 5-2, dopo che i tempi regolamentari e supplementari erano terminati sul punteggio di 1-1.



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    Inno Lazio - L'inno biancoazzurro


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    Nel cielo biancazzurro brilla una stella
    che in tutto il firmamento e sempre la piu bella
    ed ogni volta che rintocca er campanone
    ho voglia di cantare questa canzone
    Lazio sul prato verde vola
    Lazio tu non sarai mai sola
    vola un'aquila nel cielo
    piu in alto sempre volera
    Insieme a te aquilotto noi voliamo via
    la domenica sempre ci fai compagnia
    con le bandiere al vento e un tuffo in fondo al cuore
    sono brividi forti e voglia di gridare
    perche il coro che famo tutti quanti insieme
    dice Lazio sei grande te volemo bene
    Lazio sul prato verde vola
    Lazio tu non sarai mai sola
    vola un'aquila nel cielo
    piu in alto sempre volerà
    Ma questo grande amore non finisce davvero
    biancazzurro nel cuore e nei colori del cielo
    Vola sul prato verde vola
    Lazio tu non sarai mai sola
    vola un'aquila nel Cielo
    piu in alto sempre volerà


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    Coppa Italia - Zampata di Lulic: Derby ed Europa alla Lazio
    La Lazio vince la Coppa Italia battendo 1-0 la Roma grazie al gol di Lulic, su papera di Lobont. Bianocelesti che si qualificano in Europa League e conquistano la sesta Coppa nella storia. La formazione di Petkovic potrà così sfidare anche la Juventus nella prossima Supercoppa ad agosto
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    La Lazio si aggiudica il "Derby più importante della storia di Roma", o almeno è questa la definizione ascoltata in queste ultime settimane per presentare l’attesissima finale di Coppa Italia. Vince la squadra più ordinata, precisa e cinica, quella con un’idea di gioco (magari non spettacolare) ma capace comunque di mettere alle corde un avversario probabilmente qualitativamente superiore nei singoli, ma inferiore come squadra. Trionfa la Lazio, trionfa Petkovic alla sua prima stagione in Italia, e trionfa anche Lotito alla sua seconda Coppa Italia, la sesta nella storia biancoceleste. Una vittoria che vale doppio, triplo, se non quadruplo. Derby, trofeo e qualificazione alla prossima Europa League, oltre a poter sfidare la Juventus per la prossima Supercoppa Italiana. Alla Roma non resta nulla, solo la doppia delusione di un derby perso e un’ennesima stagione buttata via.

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    DESTRO TITOLARE, PETKOVIC PUNTA SU KLOSE – Alla fine Aurelio Andreazzoli decide di dare fiducia al bomber di Coppa, Mattia Destro, preferito in extremis a Osvaldo come punta centrale. Per il resto nessuna novità rispetto alle previsioni della vigilia da entrambe le parti, col tecnico giallorosso che sceglie sempre Marquinhos come terzino destro e l’altro brasiliano, Marquinho come incursore di sinistra al posto di Florenzi. Petkovic, invece, lascia in panchina un Gonzales non al meglio preferendo il giovane Onazi al fianco di Ledesma, mentre Klose agisce come unica punta.

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    EQUILIBRIO ESAGERATO: POCHE EMOZIONI, BEN 5 GIALLI – Carica di tensione eccessiva. In un Olimpico che trasuda emozioni e allo stesso tempo vibra per i palpitanti cuori delle due tifoserie, le due squadre sembrano risentire dello stress con cui Roma ha vissuto questa sfida epica nelle ultime settimane. Probabilmente il Derby più importante della storia. Anche per questo le due formazioni partono forte, ma con estrema calma. Orsato, invece, decide di mettere subito le cose in chiaro memore dei derby passati: al primo intervento, duro, di Ledesma il direttore di gara sventola il giallo al capitano biancoceleste. Sono passati appena 46 secondi. La carica agonistica è alle stelle, ma nel complesso è la Lazio a creare le più pericolose palle gol della sfida. Klose, dopo appena tre minuti, spara sull’esterno della rete un tap-in decentrato sulla corta respinta di Lobont dopo la botta di Lulic, mentre Totti si preoccupa principalmente di litigare in mezzo al campo per i tanti calcioni incassati. La partita si innervosisce a ogni fallo, ma Orsato è comunque abile a non perdere mai le redini della sfida distribuendo (compreso quello a Ledesma) ben cinque gialli nei primi 45 minuti. Bradley, al 10’, manda sul fondo da dentro l’area, mentre otto minuti dopo Lamela scalda i guantoni di Marchetti. La più nitida e clamorosa palla gol, però, capita sulla testa di Klose al 35’: il tedesco va a inzuccare da due passi sbattendo però violentemente sui riflessi felini di un Lobont monumentale. L’ultimo brivido lo regala il colpo di testa, abbondantemente alto, di Destro dopo la bell’incursione di Marquinhos.

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    LEDESMA KO, BRUTTA ROMA, DECIDE TUTTO LULIC
    – La ripresa è decisamente meno elettrizzante, con le due formazioni eccessivamente preoccupate a non commettere errori decisivi in difesa. Senza cambi dopo l’intervallo, il primo a dover obbligatoriamente attingere dalla panchina è Petkovic che perde Ledesma al 54’. Al suo posto Mauri. Il match procede tranquillamente fino al 67’ quando, nel giro di pochi minuti, succede di tutto. Klose manca prima l’appuntamento col gol per pochi centimetri sul cross di Candreva, mentre sul ribaltamento di fronte Totti infiamma i guantoni di Marchetti. Non è finita, perché Destro si libera bene in area ma calcia malissimo sul primo palo favorendo l’intervento dell’estremo difensore biancoceleste. La sfida entra nel vivo, e al 71’ ecco l’episodio decisivo. Mauri libera l’instancabile Candreva, cross teso al centro dove Lobont combina una papera clamorosa che mette fuori causa Marquinhos: non Lulic che, da due passi, non può sbagliare. E’ la svolta.

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    Andrezzoli inserisce, tardivamente, Osvaldo schierandolo però largo sulla destra. Il bomber italo-argentino finisce per non vedere nemmeno un pallone giocabile. La manovra giallorossa non decolla: lenta, prevedibile e senza idee. Totti predica nel deserto, così come Lamela, mentre Destro perde tutti i duelli aerei con Biava. Mauri si divora il 2-0 in contropiede in pieno recupero, ma la Roma non ne approfitta. “Il Derby più importante della storia di Roma” se lo aggiudica la Lazio.

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