Milan

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  1. arca1959
     
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    A.C. Milan
    Calcio 25px-Football_pictogram.svg



    140px-Milanstemma



    I Rossoneri, il Diavolo
    Segni distintivi
    Uniformi di gara



    Maglie%20Milan%202011-2012


    Casa Trasferta Terza divisa



    Colori sociali 20px-600px_Bianco_e_Rosso_%28Croce%29_e_Rosso_e_Nero_%28Strisce%29 Rosso - Nero

    Simboli Diavolo

    Inno Milan, Milan
    Tony Renis e Massimo Guantini

    Dati societari
    Città Milano 20px-CoA_Citt%C3%A0_di_Milano.svg

    Paese Italia 19px-Flag_of_Italy.svg

    Confederazione UEFA

    Federazione FIGC

    Campionato Serie A

    Fondazione 1899

    Presidente Carica vacante
    Silvio Berlusconi (onorario)

    Allenatore Massimiliano Allegri

    Stadio Giuseppe Meazza (San Siro)
    (80.018 posti)
    Sito web www.acmilan.com

    Palmarès

    Titoli nazionali


    Scudetti 20px-Scudetto.svg18

    2 Campionati di Serie B

    Trofei nazionali
    20px-Coccarda_Coppa_Italia.svg5 Coppe Italia
    15px-Supercoppaitaliana6 Supercoppe italiane

    Trofei internazionali
    15px-Coppacampioni7 Coppe dei Campioni/Champions League
    15px-Coppacoppe2 Coppe delle Coppe
    15px-Supercoppaeuropea5 Supercoppe UEFA
    7px-Copa_Intercontinental.svg 3 Coppe Intercontinentali
    12px-FIFA_Club_World_Cup.svg1 Coppe del mondo per club

    Stagione in corso 30px-Soccerball_current_event.svg

    Associazione Calcio Milan

    « Saremo una squadra di diavoli. I nostri colori saranno il rosso come il fuoco e il nero come la paura che incuteremo agli avversari! »



    L'Associazione Calcio Milan S.p.A., nota semplicemente come Milan, è una società calcistica di Milano, fondata il 16 dicembre 1899. La squadra milita nella Serie A del campionato italiano di calcio, dove ha giocato pressoché stabilmente: dalla sua introduzione nella stagione 1929-1930, infatti, ha partecipato a 79 campionati di Serie A a girone unico su 81. L'Associazione Calcio Milan è una società del Gruppo Fininvest dal 1986. La carica di presidente del club è vacante dall'8 maggio 2008, in quanto l'assunzione dell'incarico di presidente del Consiglio dei ministri da parte di Silvio Berlusconi ha determinato la sua dimissione dalla massima carica sociale del Milan. Il vice presidente vicario e amministratore delegato della società è Adriano Galliani e dal 2012 lo stesso Berlusconi è presidente onorario del club.
    È la prima squadra al mondo per numero di titoli internazionali conquistati (18, a pari merito con il Boca Juniors), tra cui 4 Coppe Intercontinentali/Coppe del mondo per club (primato mondiale), 5 Supercoppe europee (primato europeo), 7 Coppe dei Campioni/Champions League e 2 Coppe delle Coppe (entrambi primati italiani) e figura al dodicesimo posto (seconda italiana) della graduatoria continentale dell'UEFA, stilata sulla base dei risultati ottenuti nelle competizioni europee nell'ultimo quinquennio. Se in ambito internazionale è la squadra italiana con più successi e la prima ad aver vinto la Coppa dei Campioni (nel 1962-1963), in ambito italiano il Milan è il terzo club più titolato dopo la Juventus (prima) e l'Inter (seconda), avendo vinto 18 scudetti, 5 Coppe Italia e 6 Supercoppe italiane (quest'ultimo record italiano). Complessivamente, con 47 trofei ufficiali vinti, è il secondo club più titolato dietro alla Juventus. È inoltre una delle due squadre ad aver vinto il campionato italiano a girone unico senza subire sconfitte (nel 1991-1992, l'altra è stata la Juventus nel 2011-2012).
    In base a quanto emerso da un sondaggio della società Demos & Pi effettuato nel settembre 2011, il Milan risulta essere la terza squadra per numero di sostenitori in Italia, avendo riscosso la preferenza del 16% del campione A livello continentale quella rossonera risulta la settima squadra (prima italiana) con più sostenitori in Europa, come emerso da uno studio pubblicato dalla società tedesca Sport+Markt nel 2010.

    Storia

    Dagli esordi al secondo dopoguerra



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    Herbert Kilpin, socio fondatore e primo allenatore del Milan


    Presumibilmente il 16 dicembre 1899 grazie all'iniziativa di un gruppo di inglesi e italiani animati dalla passione per il football, nacque il Milan Foot-Ball and Cricket Club, che ebbe come primo presidente Alfred Edwards, vice presidente e capitano della squadra di cricket Edward Nathan Berra, segretario Samuel Richard Davies e fra i soci fondatori David Allison (capitano della squadra di calcio), Daniele Angeloni, Giannino Camperio, Antonio Dubini, Guido Valerio e Herbert Kilpin. La fondazione del club fu resa pubblica due giorni più tardi, lunedì 18 dicembre, da La Gazzetta dello Sport.
    Il 15 gennaio 1900 il club fu affiliato alla Federazione Italiana Football e il 15 aprile la squadra fece il suo esordio ufficiale contro l'FC Torinese nelle semifinali del campionato 1900. Il 27 maggio dello stesso anno vinse la Medaglia del Re grazie al 2-0 ottenuto contro la Juventus.
    L'anno seguente il Milan fu subito campione d'Italia, interrompendo la serie di vittorie consecutive del Genoa sconfitto in finale per 3-0. Per il bis occorse aspettare il 1906, quando ad essere battuta fu la Juventus che rifiutò di disputare la ripetizione della gara di spareggio sul campo dell'US Milanese, non condividendo la decisione della Federazione sulla scelta della sede della partita. Nel 1907 arrivò il terzo successo, grazie al primo posto nel Girone Finale a cui parteciparono Torino e Andrea Doria.
    Nonostante i successi, nel 1908 nacque un dissidio interno alla società riguardo l'opportunità di tesserare giocatori stranieri e un gruppo di soci lasciò i rossoneri per fondare un nuovo sodalizio, il Football Club Internazionale Milano. Dopo la separazione il Milan sfiorò lo scudetto nel 1910-1911 e nel 1911-1912, mentre nel 1916 i rossoneri misero in bacheca la Coppa Federale. Nelle stagioni seguenti la squadra vinse due volte i campionati regionali ma non riuscì ad ottenere successi nelle fasi nazionali.
    Nel marzo 1919 la denominazione originale di Milan Foot-Ball and Cricket Club fu mutata in Milan Football Club. Il nuovo nome fece da preludio a un lungo periodo buio, durante il quale i diavoli pur rimanendo sempre nella massima serie ottennero solo piazzamenti a metà classifica non andando mai oltre il terzo posto, ottenuto nel 1937-1938 (a tre punti dall'Inter campione) e nel 1940-1941 (a cinque punti dal Bologna vincitore). Le stelle di quest'epoca furono Aldo Boffi e Giuseppe Meazza.
    Nel 1926 si inaugurò lo stadio di San Siro, costruito dal presidente Piero Pirelli e che, fino al 1948, ospitò solo il Milan, dato che l'Inter avrebbe giocato all'Arena Civica.
    Nel 1936 la società mutò la denominazione in Milan Associazione Sportiva, mentre nel febbraio 1939[36] le autorità fasciste imposero l'italianizzazione del nome in Associazione Calcio Milano. Dopo la seconda guerra mondiale la squadra tornò alla vecchia denominazione. Nacque così, nel 1945, l'Associazione Calcio Milan.

    Gli anni cinquanta e sessanta


    200px-Gre-No-Li
    Nell'immediato dopoguerra la squadra rossonera ripartì con il quarto posto del 1946-1947 a cui la stagione successiva seguì per la prima volta il titolo simbolico di "campione d'inverno". Lo scudetto arrivò, invece, nel 1950-1951 dopo 44 anni di attesa insieme alla prestigiosa Coppa Latina del 1951, grazie ai gol del celebre trio d'attacco svedese Gre-No-Li, alle parate di Buffon e alla guida tecnica dell'ungherese Lajos Czeizler. Negli anni seguenti si unirono alla squadra altri campioni come Schiaffino, Bagnoli, Radice e Cesare Maldini, che furono fra i protagonisti delle vittorie nella Coppa Latina 1956 e di altri 3 campionati (1954-1955, 1956-1957 e 1958-1959), guidati dal capitano Nils Liedholm. Nel 1958 il Milan raggiunse per la prima volta la finale di Coppa dei Campioni, perdendo però per 3-2 ai supplementari contro il grande Real Madrid, vincitore delle prime cinque edizioni consecutive del trofeo.


    Rocco
    Per vedere il primo successo continentale dei rossoneri occorse aspettare il 1963. L'anno precedente il Milan aveva vinto il suo ottavo titolo nel 1961-1962 con Nereo Rocco in panchina, il capocannoniere José Altafini in attacco e un giovane Gianni Rivera in campo. E furono le reti di Altafini a spingere il Milan sino alla vittoria per 2-1 nella finale contro il Benfica nello stadio di Wembley. Fu il capitano Cesare Maldini a sollevare la prima Coppa dei Campioni vinta da una squadra italiana.
    Nel 1964 i rossoneri, con Viani in panchina dopo il passaggio di Rocco al Torino, persero per 1-0 la Coppa Intercontinentale al termine della partita decisiva giocata al Maracanã contro il Santos di Pelé. Questa fu l'ultima stagione sotto la presidenza di Andrea Rizzoli, che si dimise dopo nove anni al timone del club in cui vinse 4 scudetti, una Coppa Latina, una Coppa dei Campioni ed edificò il centro sportivo di Milanello. All'abbandono di Rizzoli seguirono alcune stagioni opache, che videro come unico successo la Coppa Italia 1966-1967. Fu, questo, un intervallo reso ancora più amaro dalle contemporanee vittorie dei cugini dell'Inter, guidati dal mago Herrera. Fu il ritorno in panchina di Rocco ad interrompere il periodo di insuccessi: nel 1967-1968 i rossoneri conquistarono il nono scudetto, oltre alla Coppa delle Coppe 1967-1968, messa in bacheca battendo nella finale di Rotterdam l'Amburgo grazie ad una doppietta di Kurt Hamrin. Nel campionato successivo, quello del 1968-1969, il Milan giunse secondo alle spalle della Fiorentina, ma vinse la seconda Coppa dei Campioni della sua storia battendo per 4-1 nella finale di Madrid l'Ajax di Rinus Michels. Nel 1969 il Milan si aggiudicò l'Intercontinentale, in virtù del successo nella doppia finale contro gli argentini dell'Estudiantes (3-0; 1-2). A questi allori di squadra si aggiunse anche la vittoria di Rivera nel Pallone d'oro 1969, primo italiano a riuscirvi.

    Gli anni settanta e ottanta

    Milan_1973-1974
    La rosa del Milan nella stagione 1973-1974, con la Coppa delle Coppe e la Coppa Italia vinte nel 1972-1973


    Gli anni settanta si aprirono con tre secondi posti consecutivi in campionato, due dei quali ottenuti dopo aver subito brucianti rimonte da parte di Inter (1970-1971) e Juventus (1972-1973). In particolare nel 1972-1973 i rossoneri persero un campionato che sembrava già vinto a causa di un'amara sconfitta nella "Fatal Verona". I secondi posti in campionato furono però compensati dalla vittoria di due Coppe Italia (1971-1972 e 1972-1973) e della seconda Coppa delle Coppe.
    In questo periodo si stabilirono nei vari settori della curva sud dello Stadio di San Siro i primi nuclei di tifo organizzato a supporto della squadra rossonera: fra i principali si ricordano la Fossa dei Leoni (nato nel 1968 e scioltosi nel 2005), Commandos Tigre (1967) e Brigate Rossonere (1975).
    Il caos societario che vide alternarsi al vertice della società ben 7 presidenti in poco più di 10 anni non aiutò la squadra a mantenere una certa continuità di risultati. Il Milan, fra il 1973 e il 1978, attraversò una serie di stagioni non esaltanti durante le quali si mantenne sempre nelle posizioni di bassa classifica. L'arrivo di Nils Liedholm in panchina e il 4º posto nel torneo 1977-1978, stagione di debutto di Franco Baresi, fecero da preambolo alla vittoria del decimo titolo nel 1978-1979. La squadra, guidata in campo da un Rivera alla sua ultima stagione da calciatore, vinse la concorrenza dell'ostico Perugia di Castagner e mise finalmente in bacheca l'agognato "scudetto della stella".

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    Arrigo Sacchi e Franco Baresi con la Coppa Intercontinentale vinta dal Milan nel 1989


    Gli anni ottanta si aprirono, invece, con la prima retrocessione in Serie B a seguito dello scandalo del calcio scommesse, malgrado il terzo posto finale a cinque punti dall'Inter campione. Il pronto ritorno nella massima serie vincendo il campionato di Serie B 1980-1981 fu solo momentaneo, poiché nel campionato 1981-1982 i rossoneri retrocessero nuovamente, questa volta sul campo, a seguito di una stagione fallimentare trascorsa quasi interamente nelle ultime posizioni di classifica e conclusa al terz'ultimo posto (24 punti in 30 partite). Ancora una volta il ritorno in A fu immediato. Il Milan tornò ad assestarsi stabilmente nella massima serie, senza però più riuscire ad inserirsi nelle posizioni di vertice. Il 20 gennaio 1985 esordì in massima serie il sedicenne Paolo Maldini, che si sarebbe affermato come titolare della difesa rossonera già dalla stagione successiva.
    Al termine della stagione 1985-1986 la situazione precipitò nuovamente: a seguito di alcune ispezioni della Guardia di Finanza la società risultò fortemente indebitata e a rischio fallimento. Fu l'imprenditore milanese Silvio Berlusconi a rilevare la squadra dal presidente Farina il 20 febbraio 1986 e a ripianare il deficit economico. Le ambizioni di successo del nuovo presidente furono confermate da una campagna acquisti finalmente all'altezza del blasone rossonero: arrivarono Donadoni, Bonetti, Galderisi, Massaro e Galli. Dopo una prima stagione di transizione che vide l'esonero di Nils Liedholm e il quinto posto finale, nel 1987 il Milan scelse di puntare sul giovane tecnico Arrigo Sacchi. Ai campioni già presenti in rosa si aggiunsero i due fuoriclasse olandesi Marco van Basten e Ruud Gullit (Pallone d'oro 1987). Sacchi, dopo un inizio difficile, guidò la squadra ad una rimonta sul Napoli sino alla vittoria finale. Il successo in campionato fu il preludio ad un triennio d'oro in cui i rossoneri si aggiudicarono due Coppe dei Campioni (1989, 1990), due Supercoppe europee (1989, 1990), due Coppe Intercontinentali (1989, 1990) e una Supercoppa italiana (1989). Il Milan di Sacchi, ispirato al calcio totale, rivoluzionò la pratica e la mentalità calcistica.

    Gli anni novanta e duemila

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    La serie di successi in Europa si interruppe il 20 marzo 1991, nella partita di ritorno dei quarti di finale di Coppa dei Campioni, giocata contro l'Olympique Marsiglia. Il Milan, in svantaggio per 1-0, uscì dal campo dopo lo spegnimento di uno dei riflettori dello stadio su richiesta di Adriano Galliani, che riteneva impossibile continuare a giocare per via della scarsa visibilità. La funzionalità del riflettore venne ripristinata ma il Milan non tornò in campo, venendo penalizzato con una sconfitta a tavolino e con la squalifica per un anno dalle coppe europee. Si chiuse così il ciclo di Sacchi che a fine stagione lasciò la panchina a Fabio Capello per diventare commissario tecnico della Nazionale italiana.

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    Il trio olandese formato da Frank Rijkaard, Marco van Basten e Ruud Gullit


    Fuori dalle competizioni europee, il Milan poté concentrarsi completamente sul campionato 1991-1992, che vinse senza subire nemmeno una sconfitta diventando così la prima squadra italiana a vincere lo scudetto senza perdere nemmeno una partita. L'anno successivo il ritorno nella Coppa dei Campioni, con il nuovo nome di UEFA Champions League, vide il Milan sconfitto in finale ancora dall'Olympique Marsiglia, mentre in campo nazionale si aggiudicò il secondo scudetto di fila e la Supercoppa italiana. Il 1993-1994 fu, invece, un'annata memorabile, impreziosita dal double scudetto-Champions League (storico il 4-0 in finale contro il Barcellona) e coronato dalla Supercoppa italiana.
    Perse invece contro il Parma la Supercoppa UEFA e contro il San Paolo la Coppa Intercontinentale, competizioni disputate al posto dell'Olympique Marsiglia, detentrice della Champions League ma squalificata a seguito dell'"Affaire VA-OM". L'anno seguente il Milan raggiunse per il terzo anno di fila la finale della massima competizione europea, ma fu sconfitto dal giovane Ajax di Louis van Gaal. Anche la Coppa Intercontinentale sfuggì dalle mani dei rossoneri per andare agli argentini del Vélez Sársfield, vittoriosi per 2-0 nella finale di Tokyo. A salvare il bilancio della stagione fu la doppietta di vittorie nelle Supercoppe europea e italiana. Al termine della stagione 1995-1996, conclusa con la vittoria del quarto scudetto in cinque anni, Capello lasciò la panchina della squadra rossonera all'uruguaiano Oscar Tabárez.

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    Paolo Maldini mentre alza la Champions League vinta il 28 maggio 2003 contro la Juventus all'Old Trafford


    L'arrivo di Tabárez aprì un biennio di crisi, durante il quale si alternarono senza successo sulla panchina del Milan anche i rientranti Sacchi e Capello. A riportare in via Turati il tricolore fu Alberto Zaccheroni, che nel 1998-1999 completò alla penultima giornata un'inopinata rimonta sulla Lazio, grazie a sette vittorie consecutive negli ultimi sette turni. Il terzo posto nel campionato successivo e le due eliminazioni consecutive in Champions League portarono, però, all'esonero del tecnico romagnolo, che fu sostituito da Cesare Maldini e Mauro Tassotti a due mesi dal termine della stagione 2000-2001.
    Nel 2001-2002, dopo la breve e sfortunata parentesi del turco Fatih Terim, arrivò sulla panchina del Milan l'ex calciatore rossonero Carlo Ancelotti, che l'anno seguente inaugurò un nuovo ciclo di vittorie riportando nella bacheca rossonera la UEFA Champions League che mancava da quasi dieci anni e la prima Coppa Italia dell'era Berlusconi. Alla vittoria in Champions seguirono nel 2003-2004 il diciassettesimo scudetto e la quarta Supercoppa europea.
    Sono del 2004-2005 la vittoria della Supercoppa italiana, il secondo posto in campionato e la sconfitta-beffa nella finale di Champions League contro il Liverpool, che nel secondo tempo rimontò dallo 0-3 e vinse ai rigori. Al termine del campionato 2005-2006, concluso al secondo posto, il Milan fu coinvolto nello "scandalo Calciopoli". Subì una penalizzazione di trenta punti che lo relegò al terzo posto e un'ulteriore penalizzazione di 8 punti da scontare nel campionato successivo.

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    Carlo Ancelotti ha vinto la Champions League da giocatore e da allenatore del Milan


    Il 2006-2007 vide quindi il Milan subito fuori dalla lotta scudetto e senza il miglior marcatore delle ultime stagioni, Andriy Shevchenko (passato al Chelsea), ma protagonista in Campionas League, dove giunse nuovamente in finale contro gli inglesi del Liverpool. La doppietta di Inzaghi valse ai rossoneri la conquista del massimo trofeo continentale per la settima volta e Kaká fu capocannonire della manifestazione con 10 gol. Nel 2007-2008 il Milan ha vinto la Supercoppa europea per la quinta volta nella sua storia e la Coppa del mondo per club, laureandosi Campione del mondo, ma è stato eliminato agli ottavi di finale in Champions League e in campionato non è riuscito ad andare oltre il quinto posto, mancando quindi la qualificazione per il massimo torneo continentale. La stagione seguente, che ha segnato il ritiro di Paolo Maldini e ha visto il Milan giocare in Coppa UEFA, dove è stato eliminato ai sedicesimi di finale per mano del Werder Brema, e concludere al terzo posto in Serie A, è stata l'ultima con Ancelotti e Kaká: il primo è passato alla guida del Chelsea, il secondo è stato ceduto al Real Madrid per 67,2 milioni di euro (dei quali 2,7 versati al San Paolo per diritti di formazione).


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    Dal 1º giugno 2009 il ruolo di tecnico è stato assunto da Leonardo, alla prima esperienza da allenatore. Dopo una sola stagione, conclusa con il terzo posto in campionato, il tecnico brasiliano il 14 maggio 2010, nella conferenza stampa precedente l'ultima giornata del campionato 2009-2010, ha annunciato il suo addio alla società dopo 13 anni nei quali ha vestito i panni di calciatore, dirigente e, infine, allenatore.
    Gli anni duemiladieci
    Il 25 giugno 2010, tramite un comunicato apparso sul sito ufficiale, il Milan ha annunciato l'ingaggio dell'allenatore livornese Massimiliano Allegri. Nella prima stagione sotto la guida del tecnico toscano, la squadra rossonera ha vinto il 18º scudetto della propria storia, a distanza di 7 anni dal precedente. Nella stagione 2011-2012 la squadra conquista la sua sesta Supercoppa italiana battendo a Pechino l'Inter per 2-1,

    Colori e simboli

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    La bandiera di Milano

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    La maglia del centenario, simile a quella usata all'inizio del XX secolo


    Durante tutta la sua storia il Milan ha avuto come colori distintivi il rosso e il nero. Tali colori furono scelti, come disse Kilpin, per rappresentare il fuoco dei diavoli milanisti (rosso) e la paura degli avversari nell'affrontarli (nero).
    I giocatori indossano una maglia a strisce rosse e nere, motivo per il quale fu dato loro il soprannome di rossoneri, pantaloncini bianchi e calzettoni neri. La divisa di trasferta è sempre stata di colore bianco. Tale divisa è considerata dai tifosi milanisti come una specie di portafortuna nelle finali di Coppa dei Campioni/Champions League, avendo il Milan vinto 6 finali su 8 con il completo bianco (perse solo contro l'Ajax nel 1995 e contro il Liverpool nel 2005) e solo una su 3 con la maglia rossonera. La terza maglia, invece, nel corso degli anni è cambiata con una certa frequenza e viene usata più raramente; nella stagione 2012-2013 è di colore nero.
    Per diversi anni il logo del Milan fu semplicemente la bandiera di Milano. Un altro soprannome che deriva dai colori della società è Il Diavolo e di conseguenza come logo della società fu usata anche l'immagine di un diavolo rosso alla destra di una stella, riconoscimento della vittoria di 10 scudetti. Lo stemma riporta i colori sociali rosso e nero a sinistra e la bandiera del Comune di Milano (una croce rossa su sfondo bianco) sulla destra, con l'acronimo ACM sopra e l'anno della fondazione (1899) sotto.
    Dal 16 febbraio 2006 il Milan ha una mascotte ufficiale, disegnata dalla Warner Bros.: Milanello, un diavolo rosso con la divisa rossonera e un pallone da calcio.

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    Stemma del Diavolo, creato dal Guerin Sportivo negli anni venti.

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    L'attuale logo del Milan, in uso dal 1994.

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    Il logo per CentoMilan, il centenario rossonero del 1999.

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    Milanello, mascotte del Milan dal 2006.



    Strutture

    Stadio


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    L'esterno dello Stadio Giuseppe Meazza


    Nei primi anni dopo la sua nascita il Milan giocò le partite casalinghe in diversi campi. Dal 1900 al 1903 il Trotter in piazza Doria (dove successivamente sorse la Stazione Centrale), dal 1903 al 1905 l'Acquabella in Corso Indipendenza, inaugurato il 15 marzo 1903 con l'amichevole Milan-Genoa 0-0, dal 1906 al 1914 il Campo Milan di Porta Monforte (poi Campo di Via Fratelli Bronzetti, dopo il cambio dell'ingresso da via Sottocorno a via Fratelli Bronzetti), dal 1914 al 1920 il Velodromo Sempione, da settembre a novembre 1919 il Campo Pirelli (zona Bicocca) e dal 1920 al 1926 il campo in Viale Lombardia. Il Milan giocò anche all'Arena Civica, campo dell'Ambrosiana-Inter, saltuariamente tra il 1908 e il 1914 e poi dal 1941 al 1949.

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    Interno dello spogliatoio del Milan presso lo Stadio Giuseppe Meazza
    Dal 1926 il Milan gioca le partite casalinghe nello Stadio Giuseppe Meazza, noto soprattutto come San Siro, dal nome del quartiere di Milano in cui sorge. L'impianto ha una capienza di 80.018 posti e dal 1948 viene usato insieme all'Inter. La costruzione dello stadio iniziò nel dicembre 1925 per volere di Piero Pirelli, allora presidente rossonero, e il nuovo impianto fu ufficialmente inaugurato il 19 settembre dell'anno seguente con una partita tra Milan e Inter (6-3 per i nerazzurri). Dal 1935 è di proprietà del Comune di Milano e nel 1980 fu intitolato a Giuseppe Meazza, ex calciatore di entrambe le società milanesi nonché della Nazionale italiana.

    Centro di allenamento
    Il campo di allenamento del Milan è il centro sportivo di Milanello, situato in provincia di Varese tra i comuni di Carnago, Cassano Magnago e Cairate. Inaugurato nel 1963, si estende su 160.000 m² e dispone di 6 campi da calcio regolamentari, un campetto in erba sintetica, un campetto coperto con fondo sintetico e un campetto in erba circondato da una muro sormontato da una recinzione, denominato "gabbia".
    Società
    Il capitale sociale dell'Associazione Calcio Milan S.p.A. è diviso in 48 milioni di azioni del valore nominale di 52 centesimi di euro ed è controllata al 99,92973% da Fininvest Spa, la holding della famiglia Berlusconi, e come tale rientra nel perimetro di consolidamento della società. Infatti le attività e le passività del Milan alla fine dell'anno sono sommate a quelle delle altre società del gruppo Fininvest nel bilancio consolidato, in questo modo le eventuali perdite del Milan possono essere ripianate grazie agli utili di società in attivo come la Arnoldo Mondadori Editore.
    L'Associazione Calcio Milan è anche uno dei membri fondatori dell'Associazione dei Club Europei (ECA), organizzazione internazionale che ha preso il posto del soppresso G-14 e composta dai principali club calcistici riuniti in consorzio al fine di ottenere una tutela comune dei diritti sportivi, legali e televisivi di fronte alla FIFA e alla UEFA.

    Consiglio di amministrazione

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    Silvio Berlusconi, proprietario del Milan nonché ex presidente della società (1986-2004 e 2006-2008) e presidente onorario del club dal 2012, e Adriano Galliani, vice presidente vicario e amministratore delegato del Milan


    Organigramma del Consiglio di amministrazione del Milan:
    • Presidente: carica vacante.
    • Presidente onorario: Silvio Berlusconi.
    • Vice presidente vicario e amministratore delegato: Adriano Galliani.
    • Vice presidente: Paolo Berlusconi.
    • Consiglieri:
    o Barbara Berlusconi, figlia di Silvio Berlusconi e membro del Cda di Fininvest;
    o Pasquale Cannatelli, amministratore delegato di Fininvest;
    o Leandro Cantamessa, legale della società;
    o Alfonso Cefaliello;
    o Giancarlo Foscale, cugino di Berlusconi ed ex presidente Standa;
    o Antonio Marchesi.
    • Segretario: Rolando Vitrò.
    Gruppo Milan
    L'Associazione Calcio Milan Spa controlla il 100% di Milan Entertainment S.r.l., Milan Real Estate S.p.A e Fondazione Milan - Onlus; inoltre possiede il 50% di M-I Stadio S.r.l. e il 45% di Asansiro S.r.l.
    • Milan Real Estate S.p.A è la società alla quale sono intestati gli immobili della sede di via Turati 3 e il centro sportivo Milanello.
    • Milan Entertainment S.r.l. è la società nata nel 2005 come Servizi Milan S.r.l., alla quale AC Milan S.p.A. ha ceduto i diritti di sfruttamento ventennale del marchio tramite conferimento di ramo d'azienda valutato da una perizia del Prof. Paolo Jovenitti pari a 182,6 milioni di euro.
    • M-I Stadio S.r.l. (già Consorzio San Siro Duemila) è il consorzio formato al 50% tra Milan e Inter per la gestione dello Stadio Giuseppe Meazza.
    • Asansiro S.r.l. è un'agenzia di sviluppo locale, per il quartiere San Siro, partecipata da Milan (45%), Inter (45%) e la Fondazione ChiamaMilano (10%).
    Bilancio
    Bilancio Gruppo Milan
    (in milioni di euro)
    Anno Risultato Fatturato
    2006 +2,5 293,1

    2007 -31,7 275,4

    2008 -66,8 237,9

    2009 -9,8 327,6

    2010 -69,8 253,2

    2011 -67,3 266,8

    Il bilancio d'esercizio del 2011, approvato il 20 aprile 2012, è stato chiuso con un fatturato di 266,8 milioni di euro e una perdita di 67,3 milioni di euro. Nel 2010 il fatturato è stato di 253,2 milioni di euro e vi è stata una perdita di 69,8 milioni di euro, mentre nell'anno precedente il bilancio segnava un fatturato di 327,6 milioni di euro e una perdita di 9,8 milioni di euro. L'ultimo bilancio concluso con un utile è quello del 2006, quando la società ha avuto un attivo di 2,5 milioni di euro grazie a 45 milioni di plusvalenze di cui 42 dovuti alla cessione al Chelsea di Andriy Shevchenko.
    Nel bilancio 2011 sono stati imputati 136.345.000 euro tra le immobilizzazioni immateriali per diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori, questo è in sintesi il valore di bilancio riconosciuto ai calciatori della prima squadra. Erano stati 110.753.000 euro nel 2010, 97.906.000 euro nel 2009, 88.183.000 nel 2008, 95.769.000 nel 2007, 70.678.162 nel 2006 e 72.946.448 nel 2005.
    Il valore dei ricavi nel 2011 è stato pari a 266.811.000 di euro, di cui circa 113,9 milioni per diritti televisivi, circa 35,5 milioni da sponsorizzazioni (di cui 14,5 da Emirates e 17,5 Adidas Italia Srl), 15,8 ricavi da gare, 45,6 royalty e proventi commerciali e 23,6 plusvalenze.
    I bilanci degli anni 2004, 2005, 2006 e 2007 sono stati revisionati da Deloitte & Touche Spa. Per i bilanci dal 2008 al 2016 è stata scelta Reconta Ernst & Young Spa. Secondo la stessa Deloitte il Milan nel 2010 è stato il settimo club più ricco d'Europa ed il più ricco in assoluto in Italia per fatturato netto con 235,8 milioni di euro.
    Sponsor
    Elenco degli sponsor ufficiali e tecnici del Milan.

    Sponsor ufficiali
    • 1899-1981: nessuno sponsor
    • 1981-1982: Pooh jeans
    • 1982-1983: Hitachi
    • 1983-1984: Olio Cuore
    • Estate 1984: Retequattro
    • 1984-1985: Oscar Mondadori
    • 1985-1987: Fotorex U-Bix
    • 1987-1992: Mediolanum
    • 1992-1994: Motta
    • 1994-2006: Opel
    • 2006-2010: Bwin
    • 2010-2015: Fly Emirates


    Sponsor tecnici
    • 1978-1980: Adidas
    • 1980-1982: Linea Milan
    • 1982-1984: NR
    • 1984-1985: Rolly Go
    • 1985-1986: Gianni Rivera
    • 1986-1990: Kappa
    • 1990-1993: Adidas
    • 1993-1998: Lotto
    • 1998-2017: Adidas
    Impegno nel sociale
    Il Milan è una società attiva nel campo sociale e degli aiuti umanitari.
    Con Fondazione Milan Onlus, nata il 20 febbraio 2003 e che agisce sia in Italia sia all'estero, il Milan s'impegna a soddisfare il più possibile i bisogni primari delle persone meno fortunate nei settori dell'assistenza sociale, dell'istruzione e dall'avviamento allo sport. Inoltre, assieme alla Fundação Gol de Letra (in Italia Associazione Gol de Letra Italia), fondata dagli ex calciatori brasiliani Leonardo e Raí, s'impegna attivamente a risolvere le problematiche vissute dai bambini e adolescenti brasiliani in grave difficoltà.
    Settore giovanile
    Il settore giovanile del Milan è formato da squadre che giocano nei campionati Primavera, Allievi Nazionali, Allievi I e II Divisione (come squadra fuori classifica), Giovanissimi Nazionali, Giovanissimi Regionali A, Giovanissimi Regionali B, Esordienti e Pulcini. Esistono anche numerose Scuole Calcio e diverse società gemellate con cui vi sono rapporti di collaborazione tecnica per la formazione dei giovani.
    Le attività delle giovanili si svolgono al centro sportivo Vismara nel quartiere Gratosoglio di Milano, dove si allenano tutte le squadre del settore giovanile ad eccezione della Primavera che si allena con la prima squadra a Milanello.
    Secondo una ricerca svolta nel 2005 dal Centro studi e ricerche del Settore Tecnico della FIGC sulle squadre dei sei principali campionati calcistici europei (Francia, Germania, Inghilterra, Italia, Paesi Bassi e Spagna) è emerso che il Milan è la società italiana che privilegia maggiormente l'ingresso in prima squadra dei giocatori cresciuti nel proprio vivaio dopo l'Atalanta e settima in assoluto.

    Allenatori e presidenti
    Di seguito l'elenco di allenatori, direttori tecnici e presidenti del Milan dall'anno della fondazione.

    Gli allenatori e i DT del Milan
    • 1900-1906 - Herbert Kilpin
    • 1907 - Daniele Angeloni
    • 1908-1911 - Giannino Camperio
    • 1911-1912 - Commissione tecnica: Ernesto Belloni
    • 1912-1913 - Commissione tecnica: Piero Peverelli
    • 1913-1914 - Commissione tecnica: Cesare Stabilini, Mario Beltrami e Piero Peverelli
    • 1914-1915 - Commissione tecnica: Cesare Stabilini, Mario Beltrami e C. Colombo
    • 1915-1918 - Carica vacante
    • 1918-1919 - Commissione tecnica: Attilio Colombo, Carlo Colombo e Innocente Corti
    • 1919-1921 - Guido Moda
    • 1921-1922 - Carica vacante
    • 1922-1924 - Ferdi Oppenheim
    • 1924-1926 - Vittorio Pozzo
    • 1926 - Guido Moda
    • 1926-1928 - Herbert Burgess
    • 1928-1931 - Engelbert König
    • 1931-1933 - József Bánás
    • 1933-1934 - József Violak
    • 1934-1936 - Adolfo Baloncieri
    • 1936-1937 - William Garbutt
    • 1937-1938 - Hermann Felsner, József Bánás
    • 1938-1939 - József Bánás
    • 1939-1940 - József Bánás, József Violak
    • 1940-1941 - Guido Ara, Antonio Busini
    • 1941-1943 - Mario Magnozzi
    • 1943-1945 - Giuseppe Santagostino
    • 1945-1946 - Adolfo Baloncieri
    • 1946-1949 - Giuseppe Bigogno
    • 1949-1952 - Lajos Czeizler, Antonio Busini
    • 1952-1953 - Mario Sperone, Antonio Busini
    • 1953[132] - Gunnar Gren, Antonio Busini
    • 1953 - Arrigo Morselli, Antonio Busini
    • 1953-1955 - Béla Guttmann
    • 1955-1956 - Héctor Puricelli
    • 1956-1958 - Giuseppe Viani
    • 1958-1960 - Luigi Bonizzoni, Giuseppe Viani
    • 1960-1961 - Paolo Todeschini, Giuseppe Viani
    • 1961-1963 - Nereo Rocco, Giuseppe Viani
    • 1963-1964 - Luis Carniglia, Giuseppe Viani
    • 1964-1965 - Nils Liedholm, Giuseppe Viani
    • 1965-1966 - Nils Liedholm
    • 1966 - Giovanni Cattozzo
    • 1966-1967 - Arturo Silvestri
    • 1967-1972 - Nereo Rocco
    • 1972-1973 - Cesare Maldini, Nereo Rocco
    • 1973 - Nereo Rocco
    • 1973-1974 - Cesare Maldini, Nereo Rocco
    • 1974 - Cesare Maldini
    • 1974 - Giovanni Trapattoni
    • 1974-1975 - Gustavo Giagnoni
    • 1975-1976 - Giovanni Trapattoni, Nereo Rocco
    • 1976 - Paolo Barison, Nereo Rocco
    • 1976-1977 - Giuseppe Marchioro
    • 1977 - Nereo Rocco
    • 1977-1979 - Nils Liedholm
    • 1979-1981 - Massimo Giacomini
    • 1981 - Italo Galbiati
    • 1981-1982 Luigi Radice
    • 1982 - Italo Galbiati, Francesco Zagatti
    • 1982-1984 - Ilario Castagner
    • 1984 - Italo Galbiati
    • 1984-1987 - Nils Liedholm
    • 1987 - Fabio Capello
    • 1987-1991 - Arrigo Sacchi
    • 1991-1996 - Fabio Capello
    • 1996 - Óscar Tabárez, Giorgio Morini
    • 1996-1997 - Arrigo Sacchi
    • 1997-1998 - Fabio Capello
    • 1998-2001 - Alberto Zaccheroni
    • 2001 - Cesare Maldini, Mauro Tassotti
    • 2001 - Fatih Terim, Antonio Di Gennaro
    • 2001-2009 - Carlo Ancelotti
    • 2009-2010 - Leonardo
    • dal 2010 - Massimiliano Allegri


    I presidenti del Milan
    • 1899-1909 - Alfred Edwards
    • 1909 - Giannino Camperio (reggente)
    • 1909-1928 - Piero Pirelli
    • 1928-1929 - Luigi Ravasco
    • 1929-1933 - Mario Bernazzoli
    • 1933-1935 - Luigi Ravasco
    • 1935-1936 - Pietro Annoni
    • 1936 - Consiglio di reggenza: Pietro Annoni, Giovanni Lorenzini e Rino Valdameri
    • 1936-1939 - Emilio Colombo
    • 1939-1940 - Achille Invernizzi
    • 1940-1944 - Umberto Trabattoni (commissario straordinario)
    • 1944-1945 - Antonio Busini
    • 1945-1954 - Umberto Trabattoni
    • 1954-1963 - Andrea Rizzoli
    • 1963-1965 - Felice Riva
    • 1965-1966 - Federico Sordillo (reggente)
    • 1966-1967 - Luigi Carraro
    • 1967-1971 - Franco Carraro
    • 1971-1972 - Federico Sordillo
    • 1972-1975 - Albino Buticchi
    • 1975-1976 - Bruno Pardi
    • 1976-1977 - Vittorio Duina
    • 1977-1980 - Felice Colombo
    • 1980-1982 - Gaetano Morazzoni
    • 1982-1986 - Giuseppe Farina
    • 1986 - Rosario Lo Verde
    • 1986-2004 - Silvio Berlusconi
    • 2004-2006 - Carica vacante
    • 2006-2008 - Silvio Berlusconi
    • 2008-2012 - Carica vacante
    • dal 2012 - Carica vacante, Silvio Berlusconi (onorario)

    Giocatori
    Hall of Fame
    Di seguito l'elenco dei 51 calciatori inseriti nella Hall of Fame sul sito ufficiale del Milan. Tra parentesi viene indicato il periodo di militanza in prima squadra, i giocatori contrassegnati con un asterisco (*) hanno fatto parte anche delle giovanili del club.
    • Demetrio Albertini* (1988-1990; 1991-2002)
    • José Altafini (1958-1965)
    • Carlo Ancelotti (1987-1992)
    • Roberto Baggio (1995-1997)
    • Franco Baresi* (1977-1997)
    • Oliver Bierhoff (1998-2001)
    • Zvonimir Boban (1992-2001)
    • Ruben Buriani (1977-1982)
    • Cafu (2003-2008)
    • Fabio Capello (1976-1980)
    • Alessandro Costacurta* (1986; 1987-2007)
    • Fabio Cudicini (1967-1972)
    • Marcel Desailly (1993-1998)
    • Dida (2000-2001; 2002-2010)
    • Roberto Donadoni (1986-1996; 1997-1999)
    • Alberigo Evani* (1980-1983)
    • Filippo Galli* (1983-1996)
    • Giovanni Galli (1986-1990)
    • Gunnar Gren (1949-1953)
    • Ruud Gullit (1987-1993; 1994)
    • Kaká (2003-2009)
    • Leonardo (1997-2001; 2002-2003)
    • Nils Liedholm (1949-1961)
    • Giovanni Lodetti* (1961-1970)
    • Aldo Maldera* (1971-1972; 1973-1982)
    • Cesare Maldini (1954-1966)
    • Paolo Maldini* (1984-2009)
    • Daniele Massaro (1986-1988; 1989-1995)
    • Gunnar Nordahl (1949-1956)
    • Andrea Pirlo (2001-2011)
    • Pierino Prati* (1966; 1967-1963)
    • Luigi Radice* (1955-1959; 1961-1965)
    • Frank Rijkaard (1988-1993)
    • Gianni Rivera (1960-1979) • Ronaldinho (2008-2011)
    • Roberto Rosato (1966-1973)
    • Sebastiano Rossi (1990-2002)
    • Rui Costa (2001-2006)
    • Dino Sani (1961-1964)
    • Dejan Savićević (1992-1998)
    • Juan Alberto Schiaffino (1954-1960)
    • Karl-Heinz Schnellinger (1965-1974)
    • Serginho (1999-2008)
    • Andriy Shevchenko (1999-2006; 2008-2009)
    • Marco Simone (1989-1997; 2001-2002)
    • Angelo Benedicto Sormani (1965-1970)
    • Mauro Tassotti (1980-1997)
    • Giovanni Trapattoni* (1958; 1959-1971)
    • Marco van Basten (1987-1995)
    • Pietro Paolo Virdis (1984-1989)
    • George Weah (1995-2000)

    I capitani

    713px-Franco_Baresi_-_Milan_Associazione_Calcio_1988-1989
    Franco Baresi, per 15 stagioni capitano del Milan


    Di seguito l'elenco dei 39 capitani del Milan con il periodo in cui hanno portato la fascia:
    • David Allison (1900)
    • Herbert Kilpin (1901-1907)
    • Gerolamo Radice (1908-1909)
    • Guido Moda (1909-1910)
    • Max Tobias (1910-1911)
    • Giuseppe Rizzi (1911-1913)
    • Louis Van Hege (1913-1915)
    • Marco Sala (1915-1916)
    • Aldo Cevenini (1916-1919)
    • Alessandro Scarioni (1919-1921)
    • Cesare Lovati (1921-1922)
    • Francesco Soldera (1922-1924)
    • Pietro Bronzini (1924-1926)
    • Gianangelo Barzan (1926-1927)
    • Abdon Sgarbi (1927-1929)
    • Alessandro Schienoni (1929-1930)
    • Mario Magnozzi (1930-1933)
    • Carlo Rigotti (1933-1934)
    • Giuseppe Bonizzoni (1934-1936)
    • Luigi Perversi (1936-1939)
    • Giuseppe Bonizzoni (1939-1940)
    • Bruno Arcari (1940-1941)
    • Giuseppe Meazza (1941-1942)
    • Giuseppe Antonini (1942-1944)
    • Paolo Todeschini (1944-1945)
    • Giuseppe Antonini (1945-1949)
    • Andrea Bonomi (1949-1952)
    • Carlo Annovazzi (1952-1953)
    • Omero Tognon (1953-1954)
    • Gunnar Nordahl (1954-1956)
    • Nils Liedholm (1956-1961)
    • Francesco Zagatti (1961)
    • Cesare Maldini (1961-1966)
    • Gianni Rivera (1966-1975)
    • Romeo Benetti (1975-1976)
    • Gianni Rivera (1976-1979)
    • Albertino Bigon (1979-1980)
    • Aldo Maldera (1980-1981)
    • Fulvio Collovati (1981-1982)
    • Franco Baresi (1982-1997)
    • Paolo Maldini (1997-2009)
    • Massimo Ambrosini (dal 2009)[137]


    Calciatori campioni del mondo
    Di seguito l'elenco dei giocatori che hanno vinto il campionato mondiale di calcio durante il periodo di militanza nel Milan:
    • Pietro Arcari (Italia 1934)
    • Franco Baresi (Spagna 1982)
    • Fulvio Collovati (Spagna 1982)
    • Marcel Desailly (Francia 1998)
    • Roque Júnior (Corea del Sud-Giappone 2002)
    • Gennaro Gattuso (Germania 2006)
    • Alberto Gilardino (Germania 2006)
    • Filippo Inzaghi (Germania 2006)
    • Alessandro Nesta (Germania 2006)
    • Andrea Pirlo (Germania 2006)

    Calciatori campioni continentali
    Europa
    Di seguito l'elenco dei giocatori che hanno vinto il campionato europeo di calcio durante il periodo di militanza nel Milan:
    • Angelo Anquilletti (Italia 1968)
    • Giovanni Lodetti (Italia 1968)
    • Pierino Prati (Italia 1968)
    • Gianni Rivera (Italia 1968)
    • Roberto Rosato (Italia 1968)
    • Ruud Gullit (Germania Ovest 1988)
    • Marco van Basten (Germania Ovest 1988)

    Sud America
    Di seguito l'elenco dei giocatori che hanno vinto la Coppa America durante il periodo di militanza nel Milan:
    • Serginho (Paraguay 1999)
    Calciatori vincitori della Confederations Cup
    Di seguito l'elenco dei giocatori che hanno vinto la Confederations Cup durante il periodo di militanza nel Milan:
    • Leonardo (Arabia Saudita 1997)
    • Dida (Germania 2005)
    • Kaká (Germania 2005, Sudafrica 2009)
    • Alexandre Pato (Sudafrica 2009)

    Maglie ritirate
    • 3 - Paolo Maldini
    • 6 - Franco Baresi
    Palmarès
    Trofei ufficiali
    Nazionali
    29 trofei
    16px-Scudetto.svg Campionato italiano: 18
    1901, 1906, 1907, 1950-1951, 1954-1955, 1956-1957, 1958-1959, 1961-1962, 1967-1968, 1978-1979
    1987-1988, 1991-1992, 1992-1993, 1993-1994, 1995-1996, 1998-1999, 2003-2004, 2010-2011
    20px-Coccarda_Coppa_Italia.svgCoppa Italia: 5
    1966-1967, 1971-1972, 1972-1973, 1976-1977, 2002-2003
    20px-SupercoppaitalianaSupercoppa italiana: 6 (record)
    1988, 1992, 1993, 1994, 2004, 2011
    Internazionali
    18 trofei (record mondiale a pari merito con il Boca Juniors)
    20px-CoppacampioniCoppa dei Campioni/Champions League: 7 (record italiano)
    1962-1963, 1968-1969, 1988-1989, 1989-1990, 1993-1994, 2002-2003, 2006-2007
    18px-CoppacoppeCoppa delle Coppe: 2 (record italiano)
    1967-1968, 1972-1973
    14px-Supercoppaeuropea2Supercoppa UEFA: 5 (record)
    1989, 1990, 1994, 2003, 2007
    10px-Copa_Intercontinental.svg12px-FIFA_Club_World_Cup.svgCoppa Intercontinentale/Coppa del mondo per club: 4 (record)
    1969, 1989, 1990, 2007
    Trofei minori
    Nazionali
    • Medaglia del Re: 3 (vincitore unico e assegnatario definitivo del trofeo)
    1900, 1901, 1902
    15px-CoppafederaleCoppa Federale
    1915-1916
    • Campionato italiano di Serie B: 2
    1980-1981, 1982-1983
    Internazionali
    • Coppa Latina: 2 (record a pari merito con Barcellona e Real Madrid)
    1951, 1956
    18px-Coppa.svgCoppa Mitropa: 1
    1981-1982
    Trofei giovanili
    Il settore giovanile del Milan ha al suo attivo 15 campionati nazionali tra Primavera (1), Berretti (7), Allievi Nazionali (5) e Giovanissimi Nazionali (2) e 2 Coppe Italia Primavera. Sono invece 8 i successi nel Torneo di Viareggio (record condiviso con Fiorentina e Juventus).
    Statistiche e record

    220px-Nordahl
    Gunnar Nordahl, miglior marcatore del Milan di tutti i tempi (210 gol in 257 partite) e secondo miglior marcatore della Serie A dopo Silvio Piola


    In 107 stagioni sportive, a partire dall'esordio a livello nazionale il 15 aprile 1900, il Milan ha disputato 101 campionati di massima serie (78 campionati di Serie A, 4 Campionati Federali, 10 di Prima Categoria, 5 di Prima Divisione e 4 di Divisione Nazionale) e 2 di Serie B, mentre per 3 volte non superò le eliminatorie regionali lombarde (1905, 1909 e 1913-1914) e in un'occasione rinunciò a partecipare al campionato (1908). I 78 campionati di Serie A disputati ne fanno la quarta squadra per numero di partecipazioni, preceduta dall'Inter, presente in tutti gli 80 campionati, dalla Juventus e dalla Roma, presenti in 79 campionati su 80. I rossoneri hanno vinto il campionato per 18 volte, in 16 casi si sono classificati secondi e 23 volte terzi; nelle 109 stagioni sportive della massima serie, la società è arrivata dunque sul podio nel 55,3% dei casi.
    Nel corso delle partite ufficiali finora disputate, la miglior vittoria del Milan in casa è il 13-0 del 4 ottobre 1914 contro l'Audax Modena (Prima Categoria 1914-1915), mentre in trasferta è il 10-0 del 21 ottobre 1919 contro l'Ausonia (Prima Categoria 1919-1920). La peggiore sconfitta casalinga, invece, è lo 0-8 subito contro il Bologna il 5 novembre 1922 (Prima Divisione 1922-1923) mentre fuori casa per tre volte il Milan perse con sei reti di scarto: un 2-8 contro la Juventus (10 luglio 1927, Divisione Nazionale 1926-1927) e due 0-6, uno sempre contro i bianconeri (25 ottobre 1925, Prima Divisione 1925-1926) e l'altro contro l'Ajax (16 gennaio 1974, Supercoppa UEFA).

    PaoloMaldini
    L'avversario affrontato più volte dal Milan in gare ufficiali è la Juventus (212 volte), seguita dall'Inter (207 incontri) e dal Torino (189 incontri). I bianconeri sono i più classici sfidanti dei rossoneri nella massima serie nazionale: 187 sfide a partire dalla prima partita disputata in semifinale il 28 aprile 1901 a Torino. Negli scontri diretti in gare ufficiali il Milan è in vantaggio contro tutti gli avversari italiani con quattro eccezioni: la Juventus (66 vittorie e 74 sconfitte), l'Alessandria (15 vittorie e 16 sconfitte), la Pro Vercelli (13 vittorie e 14 sconfitte) e l'Inter (72 vittorie e 74 sconfitte). I campi dove il Milan non ha mai vinto nella Serie A a girone unico sono due: Avellino (8 partite disputate, con 3 pareggi e 5 sconfitte) e Lecco (3 partite disputate, con altrettanti pareggi).
    A livello nazionale i rossoneri detengono numerosi record, fra cui quello per la più lunga serie di gare senza sconfitte nel campionato di Serie A (58 partite, serie inizita 26 maggio 1991 con Parma-Milan 0-0 e interrotta dallo stesso Parma il 21 marzo 1993 vincendo per 1-0 a San Siro), per la più lunga serie di gare esterne senza sconfitte in Serie A (38 partite), per la più lunga permanenza in vetta al massimo campionato italiano (72 giornate, dal 6 ottobre 1991 al 31 ottobre 1993, di cui 64 come capolista solitaria) e per la vittoria in trasferta più larga in Serie A (Genoa-Milan 0-8 nel 1954-1955 a pari merito con Venezia-Padova 0-8 del campionato 1949-1950). Detiene anche il primato per il numero di calciatori vincitori della classifica marcatori della Serie A a girone unico (17 volte) e di imbattibilità del portiere, stabilito da Sebastiano Rossi nel campionato di Serie A 1993-1994 (929 minuti).
    Il Milan è inoltre una delle due squadre italiane ad aver vinto un campionato di Serie A senza subire una sola sconfitta. Accadde nella stagione 1991-1992, la prima con Fabio Capello come allenatore, conclusa con 22 vittorie e 12 pareggi in 34 partite, segnando 74 reti e subendone solamente 21. In precedenza solo il Perugia, nella stagione 1978-1979, era riuscito a concludere il campionato italiano di massima divisione senza sconfitte (11 vittorie e 19 pareggi) ma arrivando secondo, proprio dietro il Milan. Nella stagione 2011-2012 anche la Juventus ha vinto il campionato di Serie A senza perdere alcuna partita (23 vittore e 15 pareggi).
    A livello di coppe nazionali il Milan ha disputato 12 tra finali e gironi finali di Coppa Italia (con 5 vittorie) e 9 finali di Supercoppa italiana (6 vittorie) per un totale di 21 finali. Il record appartiene all'Inter, che ha disputato 14 finali di Coppa Italia e 9 finali di Supercoppa italiana, per un totale di 23 finali, seguito dalla Roma con 16 finali di Coppa Italia e 6 finali di Supercoppa italiana, e dalla Juventus con 14 finali di Coppa Italia e 8 di Supercoppa italiana per un totale di 22 incontri ciascuna.

    Marco_van_Basten
    Il Milan è al primo posto nella classifica dei club vincitori di trofei internazionali: 18 (7 Coppe dei Campioni/Champions League, 2 Coppe delle Coppe, 5 Supercoppe europee, 3 Coppe Intercontinentali, 1 Coppa del mondo per club), a pari merito con il Boca Juniors. La squadra ha disputato 29 finali nelle principali competizioni internazionali, un record (eguagliato dal Barcellona): 11 in Coppa dei Campioni/Champions League (7 vittorie), 3 in Coppa delle Coppe (2 vittorie), 7 in Supercoppa europea (5 vittorie), 8 in Coppa Intercontinentale/Coppa del mondo per club (4 vittorie). Nella stagione 1993-1994 la squadra rossonera ha giocato le finali della Supercoppa europea (contro il Parma) e della Coppa Intercontinentale (contro il San Paolo) per delibera della UEFA in seguito all'esclusione per illecito dell'Olympique Marsiglia, campione d'Europa 1992-1993.
    In ambito internazionale, l'avversario più classico è il Real Madrid (16 incontri), seguito dal Barcellona (15 incontri), dall'Ajax (12 incontri), dal Bayern Monaco e dal Manchester United (10 incontri). I rossoneri hanno vinto una volta al Bernabéu mentre i madrileni non si sono mai imposti a San Siro.
    A livello individuale, il giocatore con il maggior numero di presenze in rossonero è Paolo Maldini, con 902 partite disputate in 25 stagioni dal 1984 al 2009. Seguono Franco Baresi (719 presenze, 20 stagioni), Alessandro Costacurta (663 presenze, 21 stagioni), Gianni Rivera (658 presenze, 19 stagioni) e Mauro Tassotti (583 presenze, 17 stagioni). Il capocannoniere di tutti i tempi è invece lo svedese Gunnar Nordahl con 221 gol segnati in otto stagioni. Alle sue spalle Andriy Shevchenko (175 gol in otto stagioni), Gianni Rivera (164 in 19 stagioni), José Altafini (161 in sette stagioni) e Aldo Boffi (136 in nove stagioni).
    Il Milan è l'unica squadra ad aver piazzato per due volte tre suoi giocatori ai primi tre posti nella classifica del Pallone d'oro: nel 1988, quando sul podio del premio furono nominati rispettivamente Marco van Basten, Ruud Gullit e Frank Rijkaard, e nel 1989, quando furono premiati nell'ordine Marco van Basten, Franco Baresi e Frank Rijkaard. Un sondaggio del 2007 a cura della rivista sportiva World Soccer ha inoltre incoronato il Milan degli olandesi, guidato da Arrigo Sacchi, la più forte squadra di club di tutti i tempi e la quarta nella speciale classifica, dov'è preceduta solo da Nazionali (Brasile 1970, Olanda 1974 e Ungheria 1953-1954).
    Nelle 104 stagioni sportive della società rossonera sono escluse le stagioni 1905, 1909 e 1913-1914, nelle quali il Milan non superò le eliminatorie regionali, l'annata 1908, in cui boicottò il campionato, la Coppa Federale 1915-1916 e il Campionato Alta Italia 1944.
    Tifoseria


    In base a quanto emerso da un sondaggio della società Demos & Pi del settembre 2011, il Milan risulta essere la terza squadra per numero di sostenitori in Italia, avendo riscosso la preferenza del 16% del campione. A livello europeo quella rossonera risulta la settima squadra per numero di tifosi, prima delle italiane, come emerso da uno studio pubblicato dalla società tedesca Sport+Markt nel 2010.
    Il tipico tifoso del Milan per lunghi decenni del XX secolo apparteneva alla classe popolare e operaia, per questo i tifosi rivali dell'Inter li soprannominavano "Casciavìt", che in milanese significa "cacciaviti", proprio per indicare l'origine proletaria di larga parte dei tifosi rossoneri. A loro volta i tifosi milanisti chiamavano i cugini nerazzurri "baùscia", termine milanese che significa "gradasso", per indicare uno degli stereotipi classici dei milanesi, essendo allora la tifoseria neroazzurra composta perlopiù dalle classi medie e altolocate. Questo divario andò appianandosi già negli anni sessanta del XX secolo e quindi in seguito questi due soprannomi sono diventati anacronistici e quasi desueti.

    450px-Milano_Scudetto_Milan_1
    Vessilli rossoneri sventolano in Piazza del Duomo a Milano per il 17º scudetto


    Il gruppo ultras più antico del calcio italiano, la Fossa dei Leoni, nacque a Milano nel 1968. Dopo il suo scioglimento nel 2005 il più grande gruppo ultras milanista sono le Brigate Rossonere, fondate nella metà degli anni settanta. Politicamente gli ultras del Milan non hanno mai espresso una preferenza marcata, anche se tradizionalmente i media li associavano alla sinistra, fino in tempi più recenti quando, sotto la presidenza di Silvio Berlusconi, sono stati avvicinati alla destra.
    Gemellaggi
    • Brescia
    • Reggina
    • Siviglia
    I tifosi del Brescia, della Reggina e del Siviglia sono gli unici gemellati con quelli del Milan.
    Il gemellaggio con il Siviglia è nato durante la partita di Supercoppa UEFA del 2007. In quella gara è stato osservato un minuto di raccoglimento in memoria di Antonio Puerta, difensore degli spagnoli scomparso tragicamente nei giorni precedenti. Per ricordarlo tutti i giocatori di entrambe le squadre hanno indossato una maglia che, sotto il proprio numero, riportava il suo nome e in tribuna vi erano numerosi striscioni dedicati al difensore. Inoltre, durante l'intervallo, due ultras del Milan hanno portato sotto la curva del Siviglia uno striscione recante la scritta "Onore a Puerta", con i tifosi spagnoli che hanno ringraziato quelli rossoneri con il coro "Milan, Milan".
    Precedentemente vi furono anche gemellaggi con Bologna e Como, finito dopo che, tra le altre cose, si sciolse la Fossa Lariana, gruppo di tifosi comaschi.
    Il settore giovanile, invece, ha numerose Scuole Calcio e società dilettantistiche gemellate con cui ha rapporti di collaborazione tecnica per la formazione dei giovani.
    Rivalità
    • Inter
    • Juventus
    • Genoa
    • Verona
    • Fiorentina
    • Roma
    • Atalanta
    • Napoli
    • Sampdoria
    • Lazio
    • Cagliari

    1908_commedia
    Striscione dei tifosi milanisti "dedicato" all'Inter che recita "Dal 1908... Siete voi la vera commedia" con la caricatura di Dante


    La più grande rivale del Milan è l'altra squadra milanese, l'Inter. Il derby tra le due squadre milanesi viene detto Derby della Madonnina per la statua della Madonna (appunto Madonnina) in cima al Duomo di Milano.
    Anche con la Juventus, nonostante alcuni accordi passati stipulati a livello di società, vi è da sempre una rivalità molto accesa: le due squadre sono le più titolate in Italia e si sono affrontate svariate volte per il conseguimento del titolo di campione d'Italia, oltre che nella finale di Champions League 2002-2003 del 28 maggio 2003 a Manchester, vinta dai rossoneri ai rigori, tre volte in finale di Coppa Italia e una in Supercoppa italiana.
    Anche i tifosi del Genoa considerano acerrimi rivali quelli del Milan. Inizialmente le due tifoserie erano gemellate ma a seguito di uno scontro-salvezza vinto dal Milan a Marassi nel 1982 il gemellaggio si trasformò in una rivalità, acuita poi nel 1995 dall'accoltellamento di Vincenzo Spagnolo, tifoso genoano, da parte di un tifoso milanista.
    Inoltre vi sono anche rivalità minori con altri club, più o meno accese a seconda dei periodi: il Napoli, gemellato fino agli anni ottanta quando il Milan vinse un campionato proprio battendo in casa i partenopei, il Verona (gemellato fino ai primi anni settanta), contro cui il Milan perse due scudetti a vantaggio di Juventus e Napoli (la Fatal Verona), la Lazio, gemellata con l'Inter, che perse uno scudetto nel 1999 dopo la rimonta rossonera, l'Atalanta, rivale storica del Brescia, la Roma dopo la morte del tifoso romanista Antonio De Falchi avvenuta a Milano nel 1989, la Fiorentina, la Sampdoria e il Cagliari.
    Organico 2012-2013
    Rosa
    Rosa e numerazione, tratte dal sito ufficiale del Milan, sono aggiornate al 31 agosto 2012.
    N. Ruolo Giocatore
    1 P Marco Amelia
    2 D Mattia De Sciglio
    4 C Sulley Muntari
    5 D Philippe Mexès
    7 A Robinho
    8 C Antonio Nocerino
    9 A Alexandre Pato
    10 C Kevin-Prince Boateng
    11 A Giampaolo Pazzini
    12 C Bakaye Traoré
    13 D Francesco Acerbi
    14 C Rodney Strasser
    15 D Djamel Mesbah
    16 C Mathieu Flamini
    17 D Cristián Zapata
    18 C Riccardo Montolivo
    19 A M'Baye Niang
    20 D Ignazio Abate
    21 C Kévin Constant
    22 A Bojan Krkić
    23 C Massimo Ambrosini (capitano)
    25 D Daniele Bonera
    28 C Urby Emanuelson
    32 P Christian Abbiati (vice capitano)
    34 C Nigel de Jong
    35 D Dídac Vilà
    55 C Adrià Carmona
    57 C Mattia Valoti
    59 P Gabriel
    76 D Mario Yepes
    77 D Luca Antonini
    92 A Stephan El Shaarawy


    Staff tecnico
    Dal sito web ufficiale della società.
    Allenatore: Massimiliano Allegri

    Vice allenatore: Mauro Tassotti

    Allenatori dei portieri: Marco Landucci (responsabile)

    Valerio Fiori

    Collaboratore tecnico: Andrea Maldera

    Preparatori atletici: Fabio Allevi

    Bruno Dominici

    Simone Folletti

    Sergio Mascheroni

    Andrea Primitivi

    200px-Giorgiopantano01
    Superleague Formula
    Dal 2008 al 2010 il Milan è stato impegnato in una nuova competizione automobilistica, la Superleague Formula. Insieme alla Roma, il Milan è stata l'unica squadra italiana a parteciparvi.
    Stagione Scuderia Pilota Vittorie
    Gare + SuperFinale Pole Position Posizione finale
    2008
    Playteam Robert Doornbos 2 1 3º (335 punti)
    2009 Azerti Motorsport Giorgio Pantano 1 + 0 0 7º (286 punti)
    2010 Atech Grand Prix Yelmer Buurman 2 + 1 0 5º (631 punti)



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    diddl6%20(4) grazie arca,sei un vero tifoso e sportivo!
     
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    CITAZIONE (ginakarlo @ 31/12/2012, 17:08) 
    diddl6%20(4) grazie arca,sei un vero tifoso e sportivo!

    Ciao Gina :36_1_19.gif: ....prima di tutto uno sportivo!!!

    AUGURI A TUTTI I MILANISTI!!

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    Storia dell'Associazione Calcio Milan



    I pionieri e i primi trofei (1899-1919)

    150px-Herbert_Kilpin
    Herbert Kilpin, primo allenatore e primo capitano del Milan.


    La sera di sabato 16 dicembre 1899 un gruppo di inglesi abituali frequentatori dell'American Bar e un gruppo di italiani clienti della Birreria Spaten si riuniscono nella Fiaschetteria Toscana di via Berchet 1, nel centro di Milano, e costituiscono il Milan Cricket and Foot-ball Club. Gli inglesi con la passione per il football, in voga nella nativa Inghilterra, sono Alfred Edwards (presidente), Barnett, Allison, Nathan, Davies e Herbert Kilpin. La fondazione del club viene resa pubblica due giorni più tardi, lunedì 18 dicembre, dalla Gazzetta dello Sport.[1]
    Edwards, già vice-console britannico a Milano e personaggio noto negli ambienti dell'alta società milanese, è il primo presidente eletto del Milan. Inizialmente la società comprende anche una sezione di cricket affidata a Edward Berra oltre alla sezione di calcio controllata da David Allison. Kilpin, primo allenatore e primo capitano della squadra, porta con sé una serie di mute (i completi di gioco) della squadra di cui era, oltremanica, acceso sostenitore. Da allora il Milan vestirà la classica maglia a strisce verticali di colore rosso-nero.

    Prima partita ufficiale
    15 aprile 1900 - Velodromo Umberto I, Torino
    20px-600px_Giallo_e_Nero_%28Strisce%29 FC Torinese – Milan 20px-600px_Bianco_e_Rosso_%28Croce%29_e_Rosso_e_Nero_%28Strisce%29
    3 - 0
    250px-Prima_formazione_Milan
    Arbitro: De Roote
    Marcatori: 13px-Soccerball_shade.svg 15’, 13px-Soccerball_shade.svg 18’, 13px-Soccerball_shade.svg 70’ Bosio



    Nel gennaio 1900 il presidente Edwards affilia il club alla Federazione Italiana Football. La squadra, accede direttamente alle semifinali del campionato di calcio 1900 e viene eliminata in seguito al 3-0 rimediato dal F.C.Torinese: questa è la prima partita ufficiale della storia del club. Nello stesso anno vince la prima edizione della Medaglia del Re battendo 2-0 la Juventus. Seguiranno altri due successi in questa competizione (in finale contro Genoa e F.C. Torinese) nelle successive e uniche due edizioni organizzate di questo torneo, in quanto il regolamento prevedeva che la medaglia, messa in palio da Umberto I di Savoia, fosse permanentemente assegnata alla squadra che per prima si fosse aggiudicata tre tornei consecutivi.
    I rossoneri salgono presto alla ribalta delle cronache calcistiche italiane con la conquista del primo titolo nazionale nel 1901, interrompendo, così, la serie di vittorie consecutive del Genoa, sconfitto in finale per 3-0. Il club rossonero è il secondo in assoluto a fregiarsi del titolo di Campione d'Italia. La squadra guidata dal capitano e allenatore Kilpin, perde la finale dell'anno dopo, ad opera dei genoani mentre nel 1906 ottiene un altro successo. In quell'occasione sorge uno dei primi "casi" del calcio italiano: dopo il Girone Finale Milan e Juventus (campione d'Italia in carica) sono a pari punti, per cui si rende necessaria una gara di finale. Si gioca a Torino sul campo dei bianconeri, in virtù della loro migliore differenza reti: il confronto termina in parità (0-0) dopo i tempi supplementari. A quei tempi, non essendo previsti i tiri di rigore, si procedeva alla ripetizione della partita. La Federazione sceglie il campo neutro dell'U.S. Milanese a Milano, e i bianconeri in segno di protesta rinunciano a giocare. Il Milan può tuttavia sancire la legittimità del suo successo ripetendo l'exploit nel 1907 con Daniele Angeloni in panchina: questa volta i Diavoli prevalgono nel Girone Finale sul Torino e sull'Andrea Doria.
    Nel 1908, a seguito di dissidi interni riguardo alla necessità o meno di tesserare giocatori stranieri, un'ala della dirigenza si separa dalla società rossonera e il 9 marzo fonda un nuovo club, chiamato Internazionale Milano. In quell'anno, come altre squadre, il Milan non prende parte al campionato nazionale. Vince però la Palla Dapples e difende il titolo più volte, come già accaduto nel 1905, 1906 e 1907 per un totale di 22 vittorie in questa competizione. L'anno successivo (1909), i rossoneri partecipano al campionato con due giocatori stranieri in organico, e vincono il primo derby della storia prevalendo sull'Inter per 3 reti a 2. Nel 1910 arriva al Milan il belga Louis Van Hege, attaccante che rimane fino al 1915 siglando 97 gol in 88 presenze. In questo periodo si fa notare anche il difensore Renzo De Vecchi. Il club sfiora la vittoria dello "scudetto" (questo termine entrerà nel gergo calcistico nel 1924) nel 1911 e soprattutto nel 1912, quando termina il campionato un punto dietro la Pro Vercelli nel Girone Ligure-Lombardo-Piemontese, precludendosi la possibilità di disputare la finale contro la vincitrice del Girone Veneto-Emiliano.
    Nel 1916 il Milan vince la Coppa Federale, che in quell'anno sostituiva in qualche modo il campionato, sospeso a causa della prima guerra mondiale. Non si tratta, comunque, di un trofeo ufficialmente riconosciuto dalla FIGC come titolo italiano e non rientra quindi nel computo degli scudetti. Nelle stagioni seguenti la squadra si aggiudica per due volte i campionati regionali (il campionato nazionale rimane ancora sospeso a causa della guerra): vince infatti la Coppa Lombarda nel 1917 e la Coppa Mauro nel 1918 battendo l'Inter allo spareggio con uno storico[2] 8-1.
    Nel 1919 si piazza seconda, sempre nella Coppa Mauro sostitutiva del campionato, a due punti dal Legnano, ma davanti all'Inter, battuta in entrambi i derby, per 4-3 e 5-2.
    In questo anno muta la denominazione originale di Milan Football and Cricket Club in Milan Football Club.
    L'A.C. Milano e i decenni senza vittorie (1919-1950)
    Dal primo dopoguerra a metà anni quaranta segue un periodo senza vittorie in cui i rossoneri, pur mantenendosi sempre in massima serie, si piazzano in zone di metà classifica non andando mai oltre il terzo posto, ottenuto nel 1937-1938 (a tre punti dall'Inter campione) e nel 1940-1941. La squadra consegue inoltre due quarti posti nel 1931-1932 e nel 1936-1937.
    Nel 1924 viene ingaggiato come allentore Vittorio Pozzo che rimane sulla panchina rossonera per due stagioni. Nel 1926 viene costruito lo Stadio di San Siro voluto dall'allora presidente Piero Pirelli. Il nuovo impianto rimane di proprietà del club fino al 1935 quando viene ceduto al comune.
    Nel campionato 1930-31 i rossoneri subiscono 15 sconfitte: questo rappresenta tutt'ora un record negativo per i rossoneri.

    Piero_Pirelli
    Piero Pirelli, presidente del club dal 1909 al 1928


    Nel 1936 la società muta la denominazione in Milan Associazione Sportiva, mentre nel 1939 le autorità fasciste impongono l'italianizzazione del nome in Associazione Calcio Milano.
    In questo periodo i rossoneri esordiscono nella Coppa dell'Europa Centrale (nota anche come Coppa Mitropa) nel 1938 (esordio assoluto in una competizione internazionale), dopo l'esito degli spareggi di ammissione del 1929 contro il Genoa (sconfitta al sorteggio dopo due pareggi). L'avventura in tale competizione termina al primo turno per il Diavolo sconfitto complessivamente 4-3 dai rumeni del Ripensia Timisoara.
    Negli anni trenta la fascia di capitano è affidata a Giuseppe Bonizzoni, zio di Luigi Bonizzoni, che sarà allenatore del Milan a fine anni cinquanta. Nel 1934 Pietro Arcari si laurea campione del mondo con la Nazionale Italiana: è il primo rossonero a riuscirci. A cavallo tra gli anni trenta e gli anni quaranta si fa notare l'attaccante Aldo Boffi, tre volte capocannoniere del campionato nel 1938-1939, 1939-1940 e 1941-1942. Il brianzolo è il primo giocatore milanista ad affermarsi in tale classifica. Risale al 1940 anche l'arrivo del due volte campione del mondo Giuseppe Meazza dopo 13 anni di carriera con la maglia dell'Inter con la quale ha segnato 245 reti. In rossonero l'attaccante, che nella stagione 1941-1942 veste anche la fascia di capitano, non riesce a ripetere le prestazioni nerazzurre: colleziona 37 presenze siglando 9 gol in 2 campionati prima di essere ceduto.
    Nel 1942 il club partecipa per la prima volta a una finale di Coppa Italia e perde con il risultato complessivo di 5-2 contro la Juventus al termine di un doppio confronto.
    Dopo la seconda guerra mondiale la società torna alla vecchia denominazione. Nasce così, nel 1945, l'Associazione Calcio Milan.
    Nei campionati dell'immediato secondo dopoguerra, dominati dal Grande Torino, la squadra, con presidente Umberto Trabattoni, si classifica sempre fra le prime tre, tranne che per il quarto posto del 1946-1947, ed ottiene per la prima volta il titolo simbolico di "campione d'inverno" nel 1947-1948 sfiorando più volte il successo. Nel campionato 1949-50 viene stabilito il record del club per quanto riguarda il maggior numero di reti segnate in un campionato: 118. Risale al 5 febbraio 1950 il 7-1 inflitto alla Juventus sul suo campo. Questa sfida è la prima gara italiana trasmessa in TV.[3] In questo periodo il Milan è formato da giocatori come Carlo Annovazzi, Aredio Gimona, Andrea Bonomi, Giuseppe Antonini, Paolo Todeschini e Héctor Puricelli. Quest'ultimo lascia i rossoneri nel '49 per poi tornare nel 1955 in veste di allenatore.
    Il ritorno alla vittoria negli anni cinquanta (1950-1960)
    Negli anni cinquanta il Milan torna a vincere il campionato dopo 44 anni. In questa decade i rossoneri s'impongono anche due volte nella Coppa Latina nel 1951 e nel 1956 e conquistano altri tre campionati (1954-1955, 1956-1957 e 1958-1959) grazie anche ai gol di Gunnar Nordahl, cinque volte capocannoniere (due volte segnando più di 30 reti) e miglior marcatore del Milan di tutti i tempi, ed alla guida tattica di Nils Liedholm schierato prima a metà campo e poi come libero. Verso la fine del decennio i rossoneri raggiungono, per la prima volta, la finale di Coppa dei Campioni, persa per 3-2 ai supplementari contro il Real Madrid, vincitore delle prime cinque edizioni del trofeo.
    1950-1951: Il Milan del Gre-No-Li: campione d'Italia e campione in Coppa Latina

    Gre-No-Li
    Il Gre-No-Li: da sinistra a destra, Gren (133 presenze e 38 reti col Milan), Nordahl (miglior marcatore del Milan di tutti i tempi con 210 gol in 257 partite e secondo miglior marcatore della Serie A di tutti i tempi dopo Piola) e Liedholm (359 presenze e 81 reti col club).


    Nella stagione 1950-1951 il Milan conquista il titolo di campione d'Italia (dal 1925 chiamato anche scudetto) a 44 anni dall'ultima affermazione. È il primo titolo conquistato dai rossoneri da quando è stato introdotto il girone unico. Tra i protagonisti di questo successo c'è il trio svedese Gre-No-Li formatosi nella stagione precedente con l'acquisto di Gunnar Gren e Nils Liedholm che si aggiungono a Gunnar Nordahl, già al Milan dal gennaio 1949. Il resto della formazione-tipo campione d'Italia, capitanata da Andrea Bonomi, è composta da Lorenzo Buffon, Arturo Silvestri, Carlo Annovazzi, Omero Tognon, Benigno De Grandi, Renzo Burini e Mario Renosto. L'allenatore è Lajos Czeizler affiancato dal direttore tecnico (figura inserita nel 1949) Antonio Busini.
    L'inizio del torneo è caratterizzato da 6 vittorie consecutive. I rossoneri passano subito in testa ma vengono insidiati da Juventus e Inter (quest'ultima vincitrice del derby di andata) che più volte li agganciano e sorpassarono. Il 26 novembre il Milan perde in casa contro il Bologna e l'Inter, espugnando Firenze, si porta a più tre, lanciandosi verso il titolo di campione d'inverno che arriva puntuale il 14 gennaio 1951. Quando i nerazzurri incappano però in tre pareggi e una sconfitta nelle prime giornate del girone di ritorno, il Milan ne approfitta e supera i rivali, aumentando i punti di vantaggio sul secondo posto a 3, con la vittoria per 9-0 sul Palermo (successo casalingo con punteggio più largo nella storia del club). Va così in fuga, anche grazie all'affermazione nel derby di ritorno e mantiene una regolarità che gli permette di aumentare, a poche giornate dal termine, il vantaggio a 5 punti. Al penultimo turno il Milan, a +3 sull'Inter, subisce una sconfitta contro la Lazio ma i nerazzurri non ne approfittano facendosi battere dal Torino. Il torneo viene vinto dai rossoneri che perdono anche l'ultima ininfluente partita con la Roma chiudendo a +1 sui cugini con 107 gol fatti, 34 dei quali portano la firma di Gunnar Nordahl che conquista il titolo di capocannoniere per il secondo anno consecutivo.
    Nel giugno 1951 il club mette in bacheca anche la Coppa Latina, la più importante competizione calcistica europea dell’epoca. Il torneo si svolge a Milano e vede di fronte i campioni d'Italia, di Portogallo, di Spagna e il Lille che sostituisce i campioni di Francia del Nizza impegnati in un altro torneo. Nelle semifinali i Diavoli si impongono 4-1 sull'Atlético Madrid grazie alla tripletta di Renosto e un gol di Nordahl. In finale il Lilla viene sconfitto 5-0 grazie a un tripletta di Nordahl e due gol firmati Burini e Annovazzi. È il primo trofeo internazionale conquistato dai rossoneri.
    Il periodo 1951-1954: tre podi in Serie A, finale di Coppa Latina e la fine del Gre-No-Li
    Nel campionato 1951-1952 i rossoneri si classificano secondi alle spalle della Juventus dopo aver lottato coi bianconeri per il titolo di campioni d'inverno e aver conquistato anche la vetta, ceduta di nuovo ai piemontesi prima della fine del girone di andata. Nel girone di ritorno i Diavoli si arrendono nella rincorsa anche a seguito della sconfitta nello scontro diretto e chiudono il torneo al secondo posto a 7 punti dai bianconeri campioni d'Italia. Nordahl segna 26 reti e si piazza secondo nella classifica marcatori della serie A.
    La stagione 1952-1953 vede un cambio di allenatore per i rossoneri: Mario Sperone prende il posto di Czeizler. Il Milan chiude il campionato al terzo posto alle spalle dell'Inter campione e della Juventus. Con 26 reti Nordahl è di nuovo capocannoniere del torneo. Pur non essendosi laureati campioni d'Italia, i rossoneri partecipano alla Coppa Latina in sostituzione del club torinese. Per tale competizione è Gren a sedersi in panchina. La squadra viene sconfitta in finale: dopo aver superato in semifinale i padroni di casa dello Sporting Lisbona ai supplementari, viene battuta 3-0 dallo Stade Reims. La stagione 1952-53 è l'ultima del trio Gre-No-Li: al termine della manifestazione europea Gren passa infatti alla Fiorentina.
    Per la stagione 1953-1954 tra i principali acquisti del Milan c'è quello del danese Jørgen Sørensen. I rossoneri guidati da Arrigo Morselli prima e, a seguito dell'esonero del modenese, da Béla Guttmann conquistano il terzo posto a pari merito con la Fiorentina, alle spalle di Inter e Juventus. Con 23 reti Nordahl è capocannoniere per la quarta volta in cinque stagioni.
    1954-1955: da Guttmann a Puricelli, campione d'Italia, 3° in Coppa Latina


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    Cesare Maldini acquistato dalla Triestina nel 1954


    Nel 1954 Andrea Rizzoli succede a Umberto Trabattoni al timone della società. In questa stagione i rossoneri conquistano il loro quinto titolo di campioni d'Italia.
    Il club rimane in vetta per tutte le 34 giornate, si impone come miglior attacco e miglior difesa e porta per l'ennesima volta (la quinta in sei anni) lo svedese Gunnar Nordahl (da questa stagione capitano della squadra) sul trono dei cannonieri della Serie A, con 27 reti. Fondamentale la campagna acquisti condotta dal presidente Andrea Rizzoli, che ingaggia giocatori come Juan Alberto Schiaffino, Eduardo Ricagni, Cesare Maldini e Mario Bergamaschi.
    In campionato il Milan si impone subito con sette vittorie consecutive staccando gli avversari. Dopo la vittoria sul Novara alla decima giornata, i rossoneri possono vantare sei punti di vantaggio sulle seconde, Fiorentina e Juventus; dopo un tentativo di avvicinamento da parte dei bianconeri, è il Bologna a tentare l'aggancio, ma il 30 gennaio 1955 il Milan diventa campione d'inverno con quattro punti sulla seconda. Il girone di ritorno inizia con i rossoneri, che perdono le prime due gare contro Triestina e Sampdoria. Il Bologna arriva così a -1. In panchina Béla Guttmann viene sostituito da Héctor Puricelli nonostante il primo posto in classifica. I Diavoli riprendono la marcia e alla ventitreesima giornata distanziano di sei punti i rossoblù. In seguito perdono in casa contro la Roma: tra le inseguitrici ne approfitta solo l'Udinese, che il 1º maggio vince lo scontro diretto e si avvicina ai rossoneri. È però in questo frangente che i friulani ottengono solo due pareggi contro Pro Patria e Novara. Il Milan può così riprendere il suo cammino: battuta a San Siro la Juventus per 3-1 e sconfitto in trasferta il Genoa 8-0 (risultato che ad oggi rappresenta il più ampio successo esterno in Serie A[6]), i rossoneri si cuciono il tricolore sulla maglia con un turno di anticipo, il 12 giugno, battendo la Spal a per 6-0. Alla fine sono 4 i punti di vantaggio sulla seconda classificata Udinese che verrà retrocessa per illecito sportivo. La vittoria del campionato dà anche al Milan il diritto di accedere alla prima edizione assoluta della Coppa dei Campioni che prenderà il via nella stagione seguente.
    A Parigi, in giugno, si svolge inoltre la sesta edizione della Coppa Latina 1955. I rossoneri vengono sconfitti nelle semifinali dallo Stade Reims e vincono la finale per il 3° posto contro il Belenenses grazie ai gol di Ricagni e Nordhal.
    1955-1956: 2° in Serie A, campione in Coppa Latina, semifinale di Coppa dei Campioni e l'addio di Nordahl

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    Nils Liedholm, campione d'Italia 4 volte con la maglia rossonera


    La stagione 1955-1956 vede il Milan impegnato in tre tornei.
    In campionato i rossoneri chiudono secondi alle spalle della Fiorentina, dopo aver concluso anche il girone d'andata al secondo posto, sempre dietro ai viola. Alla fine del torneo sono 12 i punti di distacco tra toscani e Milan battuto nello scontro diretto sia all'andata che al ritorno. Gunnar Nordahl è ancora il capocannoniere tra i rossoneri, ma le sue 23 reti non sono sufficienti per conquistare la classifica dei marcatori di serie A.
    In Coppa dei Campioni il club raggiunge, dopo le vittorie con Saarbrücken (7-5) e Rapid Vienna (8-3), le semifinali. Qui affronta in una doppia sfida i Campioni di Spagna e futuri vincitori delle prime cinque edizioni di questa nuova competizione: il Real Madrid. Nell'andata, giocatasi in terra iberica, i Blancos hanno la meglio e si impongono per 4-2. Nella partita di ritorno, la vittoria per 2-1 da parte dei Diavoli non basta a ribaltare le sorti della doppia sfida.
    Nel giugno del 1956, si svolge a Milano la penultima edizione della Coppa Latina: i rossoneri vi partecipano al posto della Fiorentina rinunciataria e conquistano il trofeo per la seconda volta in quattro partecipazioni. In semifinale infatti il Benfica viene superato per 4-2 e in finale l'Athletic Bilbao viene sconfitto 3-1 grazie ai gol di Osvaldo Bagnoli, Giorgio Dal Monte e Schiaffino.
    Al termine della stagione Nordahl, dopo 257 presenze e 210 gol, due Scudetti due Coppe Latine e cinque titoli di capocannoniere, lascia il Milan per trasferirsi alla Roma.
    1956-1957: il Milan di Gipo Viani: 6° scudetto e 3° in Coppa Latina
    Per sopperire all'assenza di Nordahl vengono acquistati diversi giocatori tra i quali Ernesto Cucchiaroni, Gastone Bean, Carlo Galli, Per Bredesen e Narciso Soldan. Novità anche in panchina: Gipo Viani vi siede al posto di Héctor Puricelli.
    Il campionato di serie A vede il Milan conquistare il titolo per la sesta volta nella sua storia. I rossoneri possono contare su una rosa che annovera oltre agli acquisti sopracitati Lorenzo Buffon, Alfio Fontana, Cesare Maldini, Nils Liedholm, divenuto capitano con la cessione di Nordahl, Luigi Zannier, Mario Bergamaschi, Amos Mariani, Juan Alberto Schiaffino e Eros Beraldo.
    Nelle prime giornate va in testa la Sampdoria, che poi subisce il sorpasso del Milan e della Fiorentina. I rossoneri si laureano campioni d'inverno a quattro punti di distanza dai viola e cinque sull'Inter. Bean e Cucchiaroni vengono improvvisamente colpiti dal tifo e sono costretti a passare gran parte del girone di ritorno confinati in una clinica di Monza. Ciò non incide sul cammino della squadra che il 17 marzo si porta a +9 sulla Fiorentina e, controllando la classifica fino alla fine del torneo, vince il suo 6° scudetto con tre turni d'anticipo staccando i viola di 6 lunghezze.
    I rossoneri partecipano così in giugno anche all'ultima edizione della Coppa Latina dove ritrovano in semifinale il Real Madrid che li aveva eliminati dalla Coppa dei Campioni nella stagione precedente. Il match registra un'altra sconfitta per il Diavolo, questa volta per 4-1. Nella gara che assegna il terzo posto si impone per 4-3 sul Saint-Étienne conquistando così il secondo terzo posto in questo torneo che, insieme ai due successi datati 1951 e 1956 (record assoluto) e al secondo posto del 1953, fa del Milan una delle squadre più vincenti in questa competizione.

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    Ernesto Grillo: nuovo acquisto e marcatore nella finale di Coppa dei Campioni 1957-58


    1957-1958: finalista di Coppa dei Campioni, 8° in campionato

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    Le formazioni di Milan e Real Madrid scese in campo per la finale di Coppa dei Campioni 1957-1958


    In questa stagione Gipo Viani viene confermato sulla panchina dei rossoneri. La società è protagonista del mercato estivo, aggiudicandosi le prestazioni di Ernesto Grillo. Dalle giovanili, per le partite di Coppa Italia, vengono aggragati alla prima squadra, per la prima volta, Giovanni Trapattoni e Mario Trebbi.
    In campionato i rossoneri collezionano solo una vittoria nelle prime 14 partite. Alla fine chiudono noni, a pari punti con l'Inter e l'Udinese, a soli 4 punti dalla retrocessa Atalanta.
    In Coppa Italia il Milan si qualifica per i quarti di finale dopo aver vinto il girone eliminatorio davanti all'Inter. Nei quarti viene però sconfitto dal Bologna che si impone per 4-2.
    L'unica soddisfazione stagionale potrebbe arrivare in ambito europeo. I rossoneri, alla loro seconda partecipazione in Coppa dei Campioni, conquistano la finale. Durnate il cammino verso Bruxelles, sede dell'ultimo atto, incrociano il Rapid Vienna, superato in seguito ad uno spareggio vinto 4-2, necessario in quanto il risultato totale al termine del doppio confronto è di 6-6 con il Milan vincitore per 4-1 a Milano e sconfitto 5-2 in Austria. È la volta poi di Glasgow Rangers, Borussia Dortmund e Manchester United eliminati rispettivamente agli ottavi, ai quarti e in semifinale coi punteggi complessivi di 6-1, 5-2 e 5-2. In finale la squadra trova i campioni in carica del Real Madrid. I rossoneri si schierano in campo con Narciso Soldan tra i pali, Alfio Fontana, Cesare Maldini, Eros Beraldo, Mario Bergamaschi, Luigi Radice, Giancarlo Danova, Niels Liedholm, Juan Alberto Schiaffino, Ernesto Grillo e Ernesto Cucchiaroni. Come Stade Reims e Fiorentina, finalisti contro i Blancos nelle due edizioni precedenti, anche il Milan è costretto ad arrendersi ai campioni guidati da Luis Carniglia, anche se lo fa solo ai supplementari dopo essere passata in vantaggio due volte durante i 90' grazie alle reti di Schiaffino e Grillo. Il risultato dopo i 120' è di 3-2 con il madridista Gento che segna la rete decisiva nei tempi supplementari.
    1958-1959: il 7° Scudetto con Bonizzoni e Viani in panchina
    Nella stagione 1958-1959 la panchina rossonera è affidata a Luigi Bonizzoni, mentre Gipo Viani rimane al Milan in qualità di direttore tecnico. Il trevisano ricoprirà questo ruolo fino alla stagione 1964-1965. Dal Palmeiras arriva l'attaccante José Altafini che si rende protagonista segnando 28 reti, mentre Sandro Salvadore viene aggregato dalle giovanili.
    In campionato il club balza subito in testa, ma alla sesta giornata la sconfitta contro il Lanerossi Vicenza costa ai rossoneri il primo posto, ceduto alla Fiorentina. Due settimane dopo, il 16 novembre, i Diavoli espugnano al novantesimo minuto il campo dei campioni uscenti della Juventus al termine di una gara conclusa sul 4-5, e agganciano i viola in vetta. Le due squadre danno così vita a un duello che dura fino alla fine del girone d'andata concluso dal Milan in cima alla classifica. Il primato dei rossoneri dura poco poiché una settimana dopo le due contendenti sono nuovamente in testa a pari punti.

    Altafini
    Josè Altafini, protagonista del 7° scudetto rossonero, rimarrà al Milan fino al 1965


    Il girone di ritorno continua sulla falsariga del primo con Milan e Fiorentina che si contendono il primo posto: con la vittoria nello scontro diretto a Firenze, i rossoneri superano i viola, ma il pareggio interno contro la SPAL, una settimana dopo, vanifica tutto. Per la svolta si deve aspettare ancora una settimana: il 26 aprile sempre la SPAL espugna Firenze, mentre il Diavolo pareggia 3-3 contro il Torino ultimo in classifica. Durante la gara si scatena una rissa che spedisce in infermeria due giocatori rossoneri, ma il Giudice Sportivo non assegna la vittoria a tavolino al Milan che riesce comunque a mantenere il punto di vantaggio fino alla fine. Battendo per 7-0 l'Udinese i rossoneri si laureano Campioni d'Italia con un turno d'anticipo distaccando la Fiorentina di 3 lunghezze: è il settimo titolo nazionale della storia rossonera, il quarto da quando è stato introdotto il girone unico.
    In Coppa Italia il Milan viene eliminato per il secondo anno consecutivo dal Bologna agli ottavi di finale.
    1959-1960: 3° in campionato e l'addio di Schiaffino
    Nella stagione 1959-1960 i rossoneri, sempre guidati da Luigi Bonizzoni, scambiano con il Genoa i portieri: Lorenzo Buffon è infatti ceduto ai grifoni in cambio di Giorgio Ghezzi. Il Milan chiude il campionato al terzo posto a -9 dalla Juventus campione. Tra i risultati positivi c'è il 5-3 nel derby con l'Inter.
    In Coppa Italia è eliminato al secondo turno dal Como dopo la sconfitta per 1-0.
    È breve anche l'avventura in Coppa dei Campioni: in seguito alla vittoria al primo turno contro l'Olympiakos (2-2 in Grecia e 3-1 a San Siro) i rossoneri sono battuti con un complessivo 7-1 dal Barcellona agli ottavi di finale.
    Al termine della stagione lascia il club, dopo sei stagioni, Juan Alberto Schiaffino.
    Gli anni sessanta: i successi nelle due ere Rocco (1960-1970)
    Negli anni sessanta i rossoneri conquistano la loro prima Coppa dei Campioni (primi italiani a riuscire nell'impresa). Questo decennio vede la bacheca rossonera arricchirsi anche con un'altra Coppa Campioni, con due scudetti, una Coppa Italia, una Coppa delle Coppe e una Coppa Intercontinentale. Tutti questi trofei (eccetto la Coppa Italia 1966-1967) hanno un denominatore comune: Gianni Rivera in campo e Nereo Rocco in panchina.
    1960-1961: 2º posto, l'arrivo di Rivera e l'addio al calcio giocato di Liedholm

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    Juan Alberto Schiaffino e Gianni Rivera nel 1960. Il primo era alla fine della sua carriera rossonera, che il secondo si apprestava a cominciare.


    Il mercato dell'estate 1960 porta a una rivoluzione: la società acquista dall'Alessandria il sedicenne Gianni Rivera, che lega, da ora in avanti, la sua carriera unicamente al Milan. Tra gli altri acquisti portati a termine ci sono quelli di Mario David e Paolo Barison. I rossoneri, guidati da Paolo Todeschini e Gipo Viani (direttore tecnico), chiudono la Serie A al secondo posto alle spalle della Juventus campione, nonostante la vittoria sui bianconeri in entrambi gli incontri di campionato e i 22 gol di José Altafini. Il brasiliano con 4 reti diviene capocannoniere della Coppa Italia 1960-61 che si chiude, per i Diavoli, agli ottavi di finale. Al termine della stagione il capitano Niels Liedholm appende le scarpette al chiodo per intraprendere la carriera di allenatore. L'anno seguente, lo svedese, siederà in veste di assistente sulla panchina del Milan.
    1961-1962: Nereo Rocco e l'8º scudetto
    All'inizio del campionato 1961-1962 viene ingaggiato dalla società Nereo Rocco, un allenatore triestino che aveva lavorato nelle stagioni precedenti alla guida della squadra della sua città e del Padova. In questa stagione viene aggregato per la prima volta alla prima squadra anche il giocatore delle giovanili rossonere Giovanni Lodetti che scenderà in campo solo una volta, ma che sarà titolare in futuro. Il girone d'andata, che il Milan chiude al quarto posto, è caratterizzato dalle sconfitte con Fiorentina, Bologna, Venezia e Sampdoria e dalle vittorie con Inter, Roma e con i campioni in carica della Juventus battuti 5-1 nella sfida di San Siro. A gennaio la società sostituisce, dopo 10 gol in altrettante apparizioni, l'inglese Greaves (acquistato in estate dal Chelsea) con il brasiliano Dino Sani. Il sudamericano si aggiunge ad un undici capitanato da Cesare Maldini e formato da Giorgio Ghezzi, Mario David, Luigi Radice, Giovanni Trapattoni, Sandro Salvadore, Giancarlo Danova, Gianni Rivera, José Altafini e Paolo Barison. Nel girone di ritorno i rossoneri vincono 15 partite su 17, perdendo punti solo con Inter e Lecco e si aggiudicano l'ottavo scudetto della loro storia con una giornata d'anticipo, precedendo i cugini nerazzurri di cinque lunghezze. José Altafini vince il titolo di capocannoniere (condiviso con Aurelio Milani) siglando 22 reti.
    In Coppa delle Fiere l'avventura del Milan termina ai sedicesimi di finale.
    1962-1963: 3º posto, la prima Coppa dei Campioni e il cambio di presidenza

    Ghezzi

    C. Maldini

    Benitez

    Trebbi

    Rivera

    Sani

    David

    Trapattoni

    Mora

    Altafini

    Pivatelli


    La formazione iniziale del Milan vincitore della Coppa dei Campioni 1962-63

    Nella stagione 1962-1963 i principali rinforzi per i Campioni d'Italia in carica sono il difensore Victor Benitez, proveniente dal Boca Junior, e l'ala destra Bruno Mora arrivato dalla Juventus in cambio di Sandro Salvadore.
    Il campionato viene chiuso al terzo posto a 6 punti dall'Inter, mentre l'avventura in Coppa Italia termina agli ottavi di finale.
    Culmina con una vittoria, invece, il cammino in Coppa dei Campioni: nel primo turno il Lussemburgo viene sconfitto dai rossoneri con un complessivo 14-0 con Altafini che segna una cinquina nella gara d'andata (ancora oggi record di gol segnati in una sola partita di Coppa dei Campioni/Champions League). Agli ottavi il Milan affronta gli inglesi dell'Ipswich Town eliminati grazie a un 3-0 in casa e ad una sconfitta per 2-1 in trasferta. Ai quarti e in semifinale arrivano i successi contro i turchi del Galatasaray e gli scozzesi del Dundee United superati rispettivamente con risultati complessivi di 8-1 e 5-2. In finale l'avversario è il Benfica, già campione nelle due edizioni precedenti: allo Stadio di Wembley l'undici che scende in campo è formato da Ghezzi, David, Trebbi, Benítez, Maldini, Trapattoni, Sani, Rivera, Pivatelli, Altafini e Mora. I rossoneri chiudono il primo tempo in svantaggio di una rete ma riescono a ribaltare le sorti dell'incontro nella ripresa con Altafini che sfrutta due assist di Rivera e batte due volte Costa Pereira. Cesare Maldini, con la fascia di capitano al braccio, può così alzare la prima Coppa dei Campioni della storia del club. Il Milan è la prima squadra italiana a conquistare l'Europa e la terza squadra in assoluto a sollevare il trofeo dopo le vittorie di Real Madrid e Benfica nelle prime sette edizioni.
    Altafini è il primo rossonero a vincere la classifica dei marcatori di questa competizione, grazie a 14 reti. Questo numero di gol segnati in una sola edizione di Coppa dei Campioni/Champions League rappresenta un record assoluto della competizione eguagliato da Ruud van Nistelrooy[8] e Lionel Messi rispettivamente nelle edizioni 2002-2003 e 2011-2012.
    La Coppa del 1963 è l'ultimo trionfo del presidente Andrea Rizzoli che lascia il club a Felice Riva dopo nove anni e dopo aver vinto anche quattro scudetti e una Coppa Latina e aver edificato in provincia di Varese il centro sportivo di Milanello. Lascia anche l'allenatore Rocco che passa al Torino.
    1963-1964: 3º posto, quarti di Coppa dei Campioni e sconfitta in Coppa Intercontinentale
    Nella stagione 1963-1964 la squadra, rinforzatasi con Amarildo, chiude il campionato al terzo posto dietro il Bologna campione e l'Inter eguagliando il record della Juventus: quello del maggior numero di vittorie in trasferta (11) nei campionati a 18 squadre. In Coppa dei Campioni, dopo aver superato agli ottavi gli svedesi dei IFK Norrkoping, i rossoneri vengono estromessi ai quarti dal Real Madrid: non basta la vittoria di San Siro per 2-0 per ribaltare il 4-1 subito in Spagna.
    In questa stagione inoltre i Diavoli partecipano e perdono, al Maracanã contro il Santos di Pelé (1-0), la Coppa Intercontinentale al termine della terza partita (lo spareggio), necessario dopo che andata e ritorno si erano concluse con il punteggio di 4-2 per i rossoneri e per i brasiliani. L'argentino Juan Regis Brozzi, arbitro delle due partite giocate in Brasile, verrà in seguito radiato dopo la scoperta della sua corruzione volta a favorire la squadra sudamericana. Ad allenare il Milan in questa stagione è Luis Carniglia, affiancato dal direttore tecnico Viani. L'avventura dell'allenatore argentino dura solo una stagione: verrà sostituito da Niels Liedholm.
    Nel 1963 nasce inoltre il primo magazine ufficiale mensile interamente dedicato al club rossonero, dal nome Forza Milan!.[10]
    1964-1965 e 1965-1966: 2º e 7° posto, il ritorno di Liedholm come allenatore

    Giovanni_Lodetti
    Giovanni Lodetti


    Nelle stagioni 1964-1965 e 1965-1966 il Milan è guidato da Niels Liedholm. Nella prima stagione con lo svedese in panchina i rossoneri sono primi in campionato fino alla 31ª giornata quando subiscono la rimonta dei cugini dell'Inter ai quali cedono la vetta della classifica al termine di una sconfitta con la Roma. Chiuderanno secondi a tre punti di distacco dopo essere stati in vantaggio di sette lunghezze. Breve è il cammino in Europa dove il Milan, impegnato in Coppa delle Fiere, viene eliminato al primo turno.
    Nella stagione successiva i rossoneri, senza Altafini trasferitosi al Napoli ma con Angelo Benedicto Sormani e Karl-Heinz Schnellinger arrivati rispettivamente da Sampdoria e Roma, migliorano il piazzamento nella Coppa delle Fiere raggiungendo gli ottavi dai quali vengono eliminati per sorteggio al termine dei tempi supplementari dello spareggio contro il Chelsea. In campionato invece si piazzano settimi qualificandosi alla Coppa Mitropa (coppa dell'Europa centrale) dell'anno successivo. Al termine della stagione Maldini si trasferisce al Torino, dopo dodici anni di carriera in rossonero. La fascia di capitano passa a Rivera.
    1966-1967: 8º posto e prima Coppa Italia
    Nella stagione 1966-1967 Liedholm non siede più sulla panchina del Milan. L'allenatore è stato infatti sostituito nella stagione precedente ancor prima del termine del campionato con Giovanni Cattozzo. Quest'ultimo lascia spazio a inizio stagione ad Arturo Silvestri che condurrà il club, che in estate acquista i difensori Roberto Rosato e Angelo Anquilletti, alla conquista della sua prima Coppa Italia. Il successo è ottenuto eliminando Pisa, Modena, Torino, Lecco e Juventus e battendo il Padova in finale per 1-0. Gianni Rivera è capocannoniere della manifestazione con 7 reti. In campionato il Milan chiude all'ottavo posto (peggior piazzamento del decennio), mentre in Coppa Mitropa viene eliminato agli ottavi.

    Prati
    Pierino Prati


    1967-1968: Il ritorno di Rocco e l'accoppiata scudetto-Coppa delle Coppe
    La stagione 1967-1968 è la prima della nuova presidenza Franco Carraro dopo le brevi parentesi Federico Sordillo (1965-66) e Luigi Carraro (1966-67). Il Milan, guidato da Nereo Rocco tornato a sedersi in panchina, conquista lo scudetto, il primo a sedici squadre del dopoguerra, trascinato da Pierino Prati, che vince il titolo di capocannoniere con 15 reti. Il successo nazionale arriva matematicamente a quattro giornate dal termine con la vittoria sul Brescia. Dopo aver vinto il girone di andata i rossoneri chiudono il campionato a +9 sul Napoli inseguitore, distacco record per i campionati italiani a sedici squadre. Quello che vince il suo nono scudetto è un Milan che vede la sua formazione titolare formata dal neo-acquisto Fabio Cudicini fra i pali, Schnellinger, Malatrasi, Anquiletti e Rosato nel ruolo di difensori, un centrocampo con il capitano Rivera affiancato da Lodetti e Trapattoni e attaccanti come Sormani, Prati, cresciuto nelle giovanili e inserito in prima squadra dopo un anno di prestito al Savona, e il nuovo acquisto Kurt Hamrin.
    Il 23 maggio arriva anche la prima Coppa delle Coppe della storia del club, conquistata a spese dell'Amburgo grazie ad una doppietta di Hamrin, nella finale giocata a Rotterdam. La vittoria arriva dopo un cammino durante il quale i rossoneri eliminano il Levski Sofia al primo turno (sconfitto con il risultato totale di 6-2), il Gyori ETO agli ottavi (superato grazie alla regola dei gol in trasferta), lo Standard Liegi ai quarti (successo ottenuto imponendosi per 2-0 nello spareggio) e il Bayern Monaco in semifinale (superato 2-0 a San Siro).
    La squadra sfiora anche il terzo titolo: in Coppa Italia infatti si piazza seconda, due punti dietro il Torino nel gruppo finale della competizione.

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    Un manifesto della finale di Madrid tra Milan e Ajax custodito nel museo di San Siro.


    Nel 1968 si forma il gruppo ultras rossonero chiamato Fossa dei Leoni.
    1968-1969: 2º posto e campione d'Europa
    Nel giugno 1968, Anquilletti, Lodetti, Prati, Rivera e Rosato si laureano campioni d'Europa con la Nazionale italiana, vincitrice del campionato europeo.
    Nel campionato 1968-1969, dove il Milan giunge secondo appaiato al Cagliari, a quattro punti dalla Fiorentina campione, la squadra stabilisce un record eguagliato dal Como nell'1984-1985: quello del minor numero di reti subite in casa (due). In totale la squadra subisce soltanto 12 reti, record rossonero da quando è stato introdotto il girone unico
    In questa stagione arriva la seconda Coppa dei Campioni grazie alla vittoria per 4-1 nella finale di Madrid contro l'Ajax ottenuta in virtù di una tripletta di Pierino Prati e di un gol di Sormani dopo che gli olandesi avevano accorciato le distanze grazie al rigore di Vasović. Il Milan, sceso in campo con Cudicini, Anquilletti, Schnellinger, Malatrasi, Rosato, Trapattoni, Hamrin, Lodetti, Sormani, Rivera e Prati è la prima squadra italiana a conquistare il trofeo nel nuovo formato, quello dalle grandi orecchie. Lungo il cammino che porta alla finale, i rossoneri estromettono dalla competizione, oltre agli svedesi del Malmö, i campioni delle due stagioni precedenti: ai quarti di finale, infatti, eliminano il Celtic, campione d'Europa 1966-1967, battuto 1-0 in Scozia dopo lo 0-0 di Milano, e, in semifinale, il Manchester United campione in carica. Nella gara di ritorno con gli inglesi il Milan, vincitore per 2-0 all'andata a San Siro, difende il vantaggio davanti al pubblico di Manchester perdendo 1-0.
    Quella del 1969 è l'unica finale di Coppa dei Campioni/Champions League che il club ha vinto indossando la prima maglia (quella rossonera). Tutte le altre coppe della massima competizione europea sono state vinte in tenuta bianca.

    Rocco
    Nereo Rocco posa con i trofei conquistati nel 1969.


    1969-1970: 4º posto e campione del mondo
    I rossoneri chiudono gli anni sessanta conquistando nell'autunno del 1969 la loro prima Intercontinentale, sconfiggendo in una doppia finale gli argentini dell'Estudiantes. Il Milan riesce a prevalere grazie al punteggio dell'andata (3-0 con doppietta di Sormani e gol del nuovo acquisto Nestor Combin) a cui fa seguito la partita di ritorno persa 2-1 con gol di Rivera. L'incontro in Sud America è caratterizzato dall'atteggiamento violento dei giocatori argentini che porterà alla squalifica di alcuni di loro: Prati viene colpito alla schiena ed è costretto a lasciare il campo dopo 37 minuti di gioco; al milanista franco-argentino Combin vengono rotti naso e zigomo e, al termine della gara, viene portato in questura con l'accusa di aver disertato il servizio militare.
    In campionato i Diavoli chiudono al quarto posto dietro Inter e Juventus e a 9 punti dal Cagliari. L'avventura in Coppa dei Campioni, a cui i rossoneri partecipano in virtù del successo nella stagione precedente, si chiude agli ottavi. Il Milan, dopo la vittoria per 8-0 al primo turno contro i lussemburghesi del Avenir Beggen, viene estromesso dai futuri campioni del Feyenoord che ribaltano l'1-0 di San Siro vincendo 2-0 in Olanda.
    A dicembre Gianni Rivera, dopo il secondo posto del '63, vince il Pallone d'oro in qualità di miglior giocatore del 1969: è il primo italiano a riuscirci.
    L'inseguimento della stella (1970-1979)
    Negli anni settanta il Milan raccoglie altri trofei, tra cui tre Coppe Italia e la seconda Coppa delle Coppe. In campionato la squadra, in gran parte basata sull'organico che aveva vinto scudetto, Coppa dei Campioni, Coppa delle Coppe e Coppa Intercontinentale nel biennio 1968-1969, all'inizio del decennio si classifica per tre anni consecutivi (dal 1971 al 1973) al secondo posto. È così che il club rossonero si ritrova a inseguire a lungo, per quasi tutti gli anni settanta, lo "scudetto della stella" (cioè il decimo) dopo aver perso per un solo punto il campionato 1971-1972 ed aver ceduto la vetta di quello del 1972-1973 all'ultima giornata con la sconfitta di Verona (episodio passato alla storia come la Fatal Verona). La vittoria del decimo titolo nazionale viene raggiunta nel 1979 dopo alcune stagioni con piazzamenti di media classifica caratterizzate da continui cambi al vertice della società che vede diversi presidenti alternarsi al suo timone.
    Nel corso di questi anni si sviluppano anche i primi nuclei di tifo organizzato a supporto della squadra rossonera, fra cui Fossa dei Leoni (nato nel 1968 e scioltosi nel 2005), Commandos Tigre (1967) e Brigate Rossonere (1975). Questi gruppi di tifosi si stabiliscono in modo permanente ad ogni partita disputata dal Milan nei vari settori della curva sud dello Stadio di San Siro.
    1970-1971: 2º posto e finale di Coppa Italia

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    Giovanni Trapattoni insegue un avversario.


    Nella stagione 1970-1971 il Milan sfiora la conquista di scudetto e Coppa Italia, perdendo entrambi i trofei.
    Durante il calciomercato estivo partono Sormani e Lodetti, e al loro posto arrivano Giorgio Biasiolo, Romeo Benetti, Silvano Villa e Giulio Zignoli. La squadra, guidata da Nereo Rocco e capitanata Gianni Rivera, parte bene in campionato (vittoria a Torino contro la Juventus per 2-0 e nel derby per 3-0) e alla fine del girone d'andata è campione d'inverno. La prima battuta d'arresto arriva con l'Inter alla 20ª giornata. Nel 23º turno i rossoneri sono sconfitti (1-2) a San Siro dal Varese. L'insuccesso contro i Lombardi segna il sorpasso dei nerazzurri, che conquistano lo scudetto con 46 punti, sopravanzando il Milan di quattro lunghezze.
    In Coppa Italia, il club, qualificatisi per il girone finale a quattro squadre, si classifica primo alla pari con il Torino. Nello spareggio di Genova, dopo lo 0-0 finale ai supplementari, i granata si aggiudicano il trofeo ai rigori. Gianni Rivera è capocannoniere della manifestazione con 7 reti per la seconda volta.
    Durante la stagione 1970-1971 il Milan cambia il suo presidente: a Franco Carraro, che inizia la sua carriera nelle massime organizzazioni calcistiche, subentra il suo vice Federico Sordillo.
    1971-1972: 2º posto, 2ª Coppa Italia e semifinale di Coppa UEFA
    All'inizio della stagione si ritira dai campi di gioco Giovanni Trapattoni, mentre arrivano il difensore Giuseppe Sabadini, il centrocampista Riccardo Sogliano e l'attaccante Albertino Bigon. Viene inoltre per la prima volta aggregato dalle giovanili il terzino Aldo Maldera.
    Il campionato vede ancora il Milan (sempre guidato in panchina da Nereo Rocco) piazzarsi secondo a un punto dalla Juventus, appaiato al Torino, non senza violente polemiche per un rigore assegnato contro i rossoneri a Cagliari il 12 marzo 1972 dall'arbitro Alberto Michelotti. L'unica conseguenza delle dichiarazioni avvelenate di Gianni Rivera sarà la squalifica del capitano.
    In Coppa UEFA, denominazione assunta a partire da questa stagione dalla vecchia Coppa delle Fiere, dopo il passaggio gestionale alla confederazione europea, il Milan arriva in semifinale e perde contro il Tottenham Hotspur (2-1 in Inghilterra e 1-1 a San Siro), poi vincitore del trofeo. La semifinale (raggiunta anche nell'edizione 2001-2002) è il miglior piazzamento ottenuto dai Diavoli in questa competizione.
    In Coppa Italia invece arriva la vittoria, per la seconda volta nella storia del club, il 5 luglio 1972, nella finale all'Olimpico di Roma contro il Napoli, sconfitto 2-0 con rete di Roberto Rosato e autorete del napoletano Dino Panzanato. Nel corso della manifestazione il Milan aveva eliminato sia l'Inter che la Juventus fresca campione d'Italia.
    In questo anno c'è un altro cambio al timone della società: diventa presidente il petroliere spezzino Albino Buticchi. Al termine della stagione, lascia il club Fabio Cudicini.
    1972-1973: la Fatal Verona e l'accoppiata Coppa Italia-Coppa delle Coppe

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    Nereo Rocco e Luciano Chiarugi.


    Nella stagione 1972-1973, la squadra, affidata alla guida di Cesare Maldini con Rocco in qualità di direttore tecnico e rinforzata in estate con l'arrivo dell'ala Luciano Chiarugi e del difensore Maurizio Turone, parte bene in campionato grazie all'apporto di un attacco prolifico. Alla fine saranno 65 le reti realizzate, con una media di più di due a partita. Nel corso dell'annata i rossoneri si rendono autori di alcune goleade, come il 9-3 inflitto all'Atalanta il 15 ottobre 1972, che costerà di fatto ai bergamaschi la retrocessione per la differenza reti al termine del torneo, chiuso a pari punti con Roma, Sampdoria e Vicenza. La partita contro l'Atalanta è quella con il record di reti segnate complessivamente in Serie A.
    Nella prima parte di campionato Rivera e compagni sono secondi alle spalle della Lazio di Tommaso Maestrelli, prima di competere con i romani e la Juventus. A marzo il Milan ha guadagna tre punti di vantaggio sulle concorrenti ma la sconfitta del 22 aprile all'Olimpico contro i biancocelesti rende decisiva l'ultima giornata, in programma il 20 maggio 1973, con i Diavoli avanti di un punto rispetto alle rivali.
    Nel frattempo (16 maggio) i rossoneri a Salonicco conquistano la seconda Coppa delle Coppe (in altrettante partecipazioni) in finale contro il Leeds battuto grazie a una punizione dopo tre minuti di Chiarugi, che diviene capocannoniere del torneo con 7 reti. Il cammino del Milan verso la finale si era incrociato con quello di Red Boys Differdange (eliminati al primo turno con un 7-1), Legia Varsavia (su cui i Diavoli avevano avuto la meglio solo nei tempi supplementari degli ottavi), Spartak Mosca e Sparta Praga, eliminate grazie a vittorie di misura, rispettivamente nei quarti e in semifinale.
    Le scorie della partita contro gli inglesi si fanno sentire nelle gambe dei calciatori nel successivo turno di campionato,[senza fonte] l'ultimo, giocato quattro giorni dopo. Allo Bentegodi di Verona i rossoneri perdono per 5-3 e vengono sorpassati dalla Juventus che vince lo scudetto. Questo episodio fu soprannominato la Fatal Verona. Gianni Rivera vince la classifica marcatori, ennesimo successo personale della sua carriera, insieme a Giuseppe Savoldi e Paolo Pulici. La vittoria in contemporanea di tre giocatori del titolo di capocannoniere è un evento rimasto unico nella storia della Serie A.
    Un mese dopo il Milan mette in bacheca la sua terza Coppa Italia, vinta contro la Juventus dopo i calci di rigore. I rossoneri, inseriti direttamente nella seconda fase a gironi della competizione, erano giunti alla finale prevalendo su Atalanta, Napoli e Cagliari.
    Il periodo 1973-1976: finali in Supercoppa europea, Coppa delle Coppe e Coppa Italia

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    La rosa del Milan nell'annata 1973-1974, con la Coppa delle Coppe e la Coppa Italia vinte la stagione precedente.



    Nel 1973-1974 la squadra, quasi la stessa dell'anno prima, non ottiene gli stessi risultati del precedente campionato, e ad aprile Nereo Rocco, tornato tecnico all'inizio della stagione, lascia la panchina dopo sette anni venendo sostituito prima da Cesare Maldini e poi da Trapattoni. I rossoneri chiudono il campionato al 7º posto. A gennaio il club prende parte, in qualità di detentore della Coppa delle Coppe, alla Supercoppa europea contro i campioni d'Europa dell'Ajax. I rossoneri vincono a San Siro per 1-0 e perdono nel ritorno ad Amsterdam per 6-0. In Coppa delle Coppe, invece, il Milan arriva nuovamente in finale dopo aver eliminato Dinamo Zagabria, Rapid Vienna, PAOK Salonicco e Borussia Mönchengladbach. Sul prato di Rotterdam (sede della finale) i tedeschi orientali del Magdeburgo vincono per 2-0.
    Nella stagione 1974-1975 il presidente Buticchi decide di affidare la panchina a Gustavo Giagnoni. Arrivano Aldo Bet, Enrico Albertosi e Egidio Calloni. Lascia Karl-Heinz Schnellinger. In campionato la squadra ottiene il 5º posto, utile per l'accesso alla Coppa UEFA. In Coppa Italia il Milan supera il girone di semifinale a dispetto di Inter e Juventus e si qualifica per la finale di Roma contro la Fiorentina. Il 28 giugno, sul prato dell'Olimpico, la squadra milanese, priva di Rivera, perde per 3-2.
    Terminata la presidenza Buticchi, il timone della società passa a Bruno Pardi, che a sua volta cederà le redini del club a Vittorio Duina l'anno seguente. Nella stagione 1975-1976 la squadra, affidata nuovamente a Trapattoni subentrato a Giagnoni dopo poche partite, disputa un campionato in cui arriva, nel mese di aprile, ad insidiare le torinesi dominatrici del campionato prima di chiudere il torneo al 3º posto. In Coppa UEFA il cammino si interrompe dopo il doppio confronto dei nei quarti di finale con il Club Brugge, poi battuto in finale dal Liverpool. Nel mese di giugno i rossoneri devono affrontare il girone di Coppa Italia con Trapattoni partente per Torino; la squadra viene affidata a Paolo Barison e viene eliminata dopo 2 vittorie, 2 pareggi e 2 sconfitte.
    1976-1977: 10º posto e la 4ª Coppa Italia

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    La formazione del Milan vincitrice della finale di Coppa Italia 1976-1977 contro l'Inter.
    Da sinistra, in piedi: Albertosi, Bet, Turone, Rivera, Bigon, Calloni; accosciati: Capello, Maldera, Collovati, Morini, Biasiolo.



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    Gianni Rivera con la Coppa Italia vinta nel 1977


    Nel 1976-1977 il Milan, dopo le cessioni di Romeo Benetti e Luciano Chiarugi e l'acquisto dei centrocampisti Giorgio Morini e Fabio Capello, disputa una stagione culminata con l'esonero del nuovo tecnico Giuseppe Marchioro. A due giornate dalla fine i rossoneri si trovano al terzultimo posto, prima che due vittorie contro Catanzaro e Cesena, con Nereo Rocco di nuovo in panchina nelle ultime due gare, evitino la retrocessione: alla fine chiuderà decimo a 3 punti dalla zona retrocessione. In questo campionato la squadra totalizza 17 pareggi in 30 partite, un record che sarà successivamente battuto dall'Udinese nel 1982-1983, con 20 pareggi, e colleziona solo 5 vittorie, tutt'ora il numero di successi più basso per i rossoneri da quando è stato introdotto il giorne unico.
    In Coppa UEFA il cammino del Milan si interrompe agli ottavi. Dopo aver superato trentaduesimi e sedicesimi di finale, a spese rispettivamente di Dinamo Bucarest e Akademik Sofija, i rossoneri vengono eliminati dall'Athletic Bilbao (poi finalista) nonostante la vittoria per 3-1 di Milano. Determinante è la sconfitta per 4-1 dell'andata.
    In Coppa Italia il Diavolo giunge in finale classificandosi primo in entrambi i gironi di qualificazione trascinato dai gol di Giorgio Braglia e Egidio Calloni, che con 6 realizzazioni a testa si affermano nella classifica dei marcatori della competizione. Il 3 luglio 1977, nell'ultimo atto, l'Inter viene sconfitta per 2-0 grazie ai gol di Aldo Maldera e dello stesso Braglia. In questa stagione esordisce in Serie A Fulvio Collovati.
    1977-1978: il 4º posto con Liedholm
    Nel 1977-78 Felice Colombo succede a Duina al comando della società. Con Nils Liedholm ritornato in panchina, i nuovi acquisti Ruben Buriani e Roberto Antonelli, e molti giovani, la squadra chiude il campionato 1977-1978 al 4º posto, dopo aver trascorso metà del torneo al vertice della classifica. Il 23 aprile 1978, a Verona, nella gara vinta per 2-1, esordisce in Serie A Franco Baresi, futuro capitano del Milan per due decenni.
    Il club partecipa, anche, per la quarta volta nella sua storia alla Coppa delle Coppe: dopo le tre finali raggiunte in altrettante partecipazioni, questa volta i rossoneri escono al primo turno sconfitti dal Betis Siviglia.

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    Walter Novellino, tra i protagonisti dello scudetto della stella



    1978-1979: lo scudetto della stella e l'addio di Rivera
    Il decimo scudetto, arriva nel 1978-1979, a distanza di undici anni dal precedente. In questa stagione diventa titolare Franco Baresi.
    La formazione di Liedholm conquista 9 punti su 10 nelle prime cinque giornate. Dopo la sconfitta al sesto turno contro i detentori della Juventus (0-1), il Milan arriva al giro di boa in vetta. Nel girone di ritorno i rossoneri calano di rendimento, e nel derby, in svantaggio per 2-0 a 10 minuti dalla fine, riescono a pareggiare con due reti di De Vecchi. Alla venticinquesima e ventiseiesima giornata i rossoneri escono dallo scontro diretto fuori casa contro il Perugia con un pareggio e battono la domenica successiva il Torino, che a lungo era stata la terza forza del campionato, per 3-0. La certezza matematica dello scudetto della stella arriva alla penultima giornata nella gara casalinga contro il Bologna, conclusasi 0-0. Il Perugia (secondo classificato), chiude il campionato imbattuto, prima tra le squadre italiane a riuscire in una simile impresa (eguagliata proprio dai rossoneri scudettati nel 1991-1992 e dalla Juventus 2011-2012). La formazione titolare che conquista il 10° scudetto della storia rossonera è formata da Albertosi; Baresi, Collovati, Bet, Maldera; il nuovo arrivato Walter De Vecchi, Buriani, Antonelli, Bigon e i nuovi acquisti Walter Novellino e Stefano Chiodi. L'attaccante emiliano mette a segno pochi gol quasi esclusivamente su rigore, mentre il terzino Aldo Maldera segna 9 reti. In rosa c'è anche Gianni Rivera che colleziona 13 presenze. Al termine del campionato l'alessandrino lascia il Milan e il calcio giocato dopo aver raggiunto le 500 apparizioni con la maglia rossonera. Il pallone d'oro cede la fascia di capitano ad Albertino Bigon.
    In campo europeo il Milan non va oltre gli ottavi di finale di Coppa UEFA: i rossoneri, dopo aver superato trentaduesimi e sedicesimi di finale rispettivamente ai danni di Lokomotíva Košice e Levski Sofija, vengono sconfitti in terra inglese 3-0 dal Manchester City dopo il 2-2 di San Siro.
    Il Totonero e le due retrocessioni in Serie B (1979-1982)
    A cavallo fra gli anni settanta e gli anni ottanta il Milan vive un periodo segnato da due retrocessioni in Serie B, le prime della storia rossonera, e dallo scandalo del Totonero.
    1979-1980: la retrocessione d'ufficio
    Nella stagione 1979-1980, a seguito allo Scandalo calcio-scommesse 1980 e dopo il terzo posto finale (a cinque punti dall'Inter campione), la squadra viene retrocessa nella serie cadetta. Le sentenze della giustizia sportiva (C.A.F.) prevedono: retrocessione del Milan in Serie B (insieme alla Lazio); inibizione a vita per il presidente Felice Colombo; squalifiche ai calciatori Enrico Albertosi, Giorgio Morini e Stefano Chiodi, rispettivamente di quattro anni, un anno e sei mesi. La partita incriminata è Milan-Lazio del 6 gennaio 1980 (vinta sul campo 2-1 dal Milan).

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    Enrico Albertosi, portiere del Milan e della Nazionale, coinvolto nello scandalo del Totonero.


    Successivamente, con l'indagine della magistratura ordinaria, si scopre che Felice Colombo aveva pagato le vincite sulle scommesse relative a quella partita con assegni: ad incastrarlo sono le loro matrici. La giustizia ordinaria assolve tutti i protagonisti di quella vicenda, in quanto non vi è truffa ai danni degli scommettitori. Questa stagione vede anche il ritorno del Milan in Coppa dei Campioni: l'avventura dei rossoneri termina al primo turno in seguito ad una sconfitta casalinga per 1-0 inflittagli dal Porto, dopo lo 0-0 in Portogallo.
    1980-1981: la risalita in Serie A

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    Mauro Tassotti (in una foto del 1984). In rossonero dalla stagione 1980-1981, il difensore, vi rimarrà fino al 1997



    Nel 1980-1981 la squadra risale in Serie A vincendo il campionato di Serie B (50 punti in 38 gare, con 18 vittorie, 14 pareggi, 6 sconfitte, 49 gol fatti, 29 gol subiti), sotto la presidenza Morazzoni, con Roberto Antonelli capocannoniere del campionato. L'allenatore, come nella stagione precedente, è Massimo Giacomini (il quale lascia la guida tecnica della squadra a promozione matematicamente raggiunta, prima dell'ultimo turno di campionato a Italo Galbiati). In questa stagione fanno il loro esordio in maglia rossonera Mauro Tassotti (difensore acquistato dalla Lazio) e il giocatore delle giovanili Alberigo Evani. Il capitano della squadra è Aldo Maldera. In campionato il Milan perde sei partite: due in casa contro Sampdoria e Pisa (entrambe per 0-1), quattro in trasferta contro Foggia (1-0), Pescara (1-0), Palermo (3-1) e Taranto (3-0). La sconfitta subita a Taranto è la prima del Milan nella serie cadetta, il 7 dicembre 1980. I rossoneri battono poi gli ionici (che al termine della stagione retrocederanno in C1) per 4-0 nella partita di ritorno a Milano.
    In Coppa Italia, inserito nello stesso girone dell'Inter contro cui perde 0-1, il Diavolo non supera la prima fase, come i nerazzurri. Le altre squadre del girone sono Avellino (che si qualifica per migliore differenza reti), Palermo e Catania.
    1981-1982: la seconda retrocessione e la Mitropa Cup
    Nel 1981 la panchina è affidata a Luigi Radice. In questa stagione, compare per la prima volta sulle maglie lo Sponsor ufficiale del club: Pooh jeans.
    Al termine della stagione il Milan retrocede nuovamente in Serie B, questa volta sul campo, a seguito di un'annata conclusa con il terz'ultimo posto in classifica, maturato negli ultimi minuti di un campionato in cui i rossoneri conquistano 24 punti in 30 partite. Franco Baresi è assente per quattro mesi, e durante la sua assenza dal campo la squadra totalizza 8 punti in 12 partite mentre con lui ne raccoglie 16 in 18.
    Questa stagione vede anche un avvicendamento ai vertici societari e uno in panchina: il 19 gennaio 1982 l'imprenditore Giuseppe Farina, già in precedenza al comando del Vicenza, diventa presidente rossonero, mentre dopo la sconfitta interna contro l'Udinese (0-1), il 24 gennaio 1982, viene esonerato l'allenatore Luigi Radice e la squadra è affidata ad Italo Galbiati.

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    Alberigo Evani, centrocampista del Milan dal 1980 al 1993


    La stagione del Milan parte con il raduno venerdì 17 luglio 1981. Il campionato vede un inizio con due pareggi ed una vittoria nelle prime tre giornate ed un finale con tre vittorie e due pareggi nelle ultime cinque partite. Tra ottobre e metà aprile arrivano tre successi, sei pareggi e tredici battute d'arresto, con la squadra che arriva anche a toccare l'ultimo posto in classifica. Anche se all'ultima giornata la vittoria sul Cesena sembra risparmiare al club una nuova retrocessione, in Napoli-Genoa, a cinque minuti dal termine, con i partenopei sicuri dell'ingresso in UEFA anche in caso di pareggio e i liguri rivali del Milan nella lotta salvezza, il portiere del Napoli, Luciano Castellini, commette un errore (definito dallo stesso sito ufficiale del Genoa un "pasticciaccio brutto")[senza fonte] che regala al Genoa il calcio d'angolo da cui nasce il gol del 2-2, di Mario Faccenda (tenuto in gioco da un difensore dei partenopei), il quale sancisce, di fatto, la prima e unica retrocessione sul campo dei rossoneri. Con i tre punti per la vittoria (all'epoca presenti solo in Inghilterra, in Italia sarebbero stati introdotti nella stagione 1994-1995) Milan e Genoa avrebbero concluso il campionato a pari punti, ed in base agli scontri diretti, a retrocedere sarebbero stati i grifoni.

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    Aldo Maldera nel 1981


    In questo campionato la squadra realizza 21 reti in 30 partite (record negativo della storia rossonera nel girone unico), ne subisce 31, vince 7 partite, ne pareggia 10 e ne perde 13. La difficoltà nel trovare la via della rete (sono 12 le partite senza gol segnati e con diversi rigori sbagliati) è dovuta anche alla non positiva stagione dello scozzese, nuovo acquisto, Joe Jordan, che realizza solo 2 gol in 22 presenze. Il migliore marcatore della squadra in campionato è Roberto Antonelli a segna 4 volte in 24 match. In questa stagione, inoltre, il Milan viene sconfitto in entrambi i derby di campionato con l'Inter (0-1 e 1-2). Dopo la sconfitta subita a Como per 0-2 (i lariani chiuderanno all'ultimo posto con appena tre vittorie in tutto il campionato ed in questa partita, tra l'altro, Roberto Antonelli sbaglia un rigore) e la contestazione dei tifosi (Fulvio Collovati viene colpito da un sasso lanciato dagli spalti), le due successive gare interne contro Ascoli (0-0, con un rigore sbagliato da Sergio Battistini) e Roma (1-2) vengono disputate in campo neutro a Verona.
    I calciatori rossoneri scesi in campo a Cesena il 16 maggio 1982, per l'ultimo turno di campionato sono: Piotti; Tassotti; Maldera; Battistini; Minoia; Baresi; Romano (87' Venturi); Novellino; Jordan; Evani (75' Moro); Antonelli. Da segnalare la presenza in organico del capitano Fulvio Collovati e di Franco Baresi, campioni del mondo in Spagna circa due mesi dopo, di Mauro Tassotti ed Alberigo Evani, protagonisti dei successi del Milan negli anni a venire, e di Aldo Maldera e Francesco Romano, campioni d'Italia in futuro, rispettivamente con Roma e Napoli.
    In Coppa Italia, come l'anno prima, la squadra è inserita nello stesso girone dell'Inter, da cui viene eliminata dopo il 2-2 subito all'89' nello scontro diretto. I nerazzurri vinceranno poi la competizione. Quattro giorni prima della retrocessione (il 12 maggio) la squadra vince la Coppa Mitropa 1981-1982.
    La presidenza Farina (1982-1986)
    1982-1983: promozione in Serie A con record di reti segnate, quarti di finale di Coppa Italia

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    Joe Jordan, attaccante del Milan dal 1981 al 1983


    .
    Nella stagione 1982-1983 il Milan, sotto la guida dell'allenatore Ilario Castagner, affronta il suo secondo campionato nella serie cadetta e lo vince totalizzando 54 punti in 38 gare, con 19 vittorie, 16 pareggi, 3 sconfitte, 77 gol fatti e 36 gol subiti. La squadra, durante l'estate, viene rivoluzionata: di essa fanno ancora parte Franco Baresi, ventiduenne da quest'anno capitano, Mauro Tassotti e Alberigo Evani. Walter Novellino, Aldo Maldera, Roberto Antonelli, Ruben Buriani e Fulvio Collovati sono ceduti; quest'ultimo si trasferisce all'Inter, in cambio dei prestiti di Aldo Serena, Giancarlo Pasinato e Nazzareno Canuti. Tra i nuovi arrivi in casa rossonera ci sono anche Vinicio Verza, Oscar Damiani e il portiere Giulio Nuciari.
    In Coppa Italia la squadra sconfigge sia il Genoa che il Cagliari, che lo avevano condannato alla retrocessione nell'ultimo turno del campionato precedente col loro pareggio, e viene successivamente eliminato dal Verona nei quarti, poi battuto in finale dalla Juventus, con due pareggi.
    Il 7 novembre 1982 arriva la sconfitta interna in campionato contro la Cavese (1-2). La partita di ritorno, a Cava de' Tirreni, finisce invece 2-2. Le altre sconfitte stagionali sono quelle di Como (1-0) e Perugia (3-2) in campionato e quella a Torino contro la Juventus (2-1) nel girone eliminatorio di Coppa Italia. Nel campionato cadetto realizza 77 reti in 38 partite: un record per la Serie B. Il calciatore più presente nelle due stagioni del Milan nella serie cadetta è Sergio Battistini, con 74 presenze e 16 reti complessive nei due campionati.
    In questa stagione lo sponsor ufficiale del club è la società giapponese Hitachi, che la stagione successiva sarà sostituito da Olio Cuore.
    1983-1984: 8º posto e quarti di finale di Coppa Italia
    Nella stagione 1983-1984, che vede il Milan ritornare nella massima serie, partito Joe Jordan, arrivano Luciano Spinosi, il belga Eric Gerets, e l'anglo-giamaicano Luther Loide Blissett. L'attaccante ex Watford siglerà 5 gol in 30 presenze e verrà ceduto a fine stagione. Filippo Galli, difensore cresciuto nelle giovanili rossonere, entra a far parte della rosa dopo un anno di prestito al Pescara. La squadra chiude il campionato appaiata alla Sampdoria e all'Hellas Verona all'ottavo posto per differenza reti (32 punti in 30 partite, 10 vittorie, 12 pareggi, 8 sconfitte, 37 gol fatti, 40 gol subiti). Verso la fine del torneo Castagner, accordatosi da tempo con l'Inter in vista della successiva stagione, è sollevato dall'incarico e la squadra viene affidata ancora una volta ad Italo Galbiati.
    In Coppa Italia i rossoneri si fermano ai quarti di finale dopo il doppio confronto con la Roma (1-1 all'Olimpico e 1-2 dopo i tempi supplementari a San Siro), poi vincitrice del trofeo.

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    Mark Hateley



    1984-1985: 5º posto e finale di Coppa Italia, l'esordio di Paolo Maldini

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    Nell'estate 1984 il presidente Farina fa tornare il tecnico Nils Liedholm, reduce dai trionfi ottenuti con la Roma, ed acquista gli attaccanti Pietro Paolo Virdis e Mark Hateley. In più arrivano il regista del Manchester United Ray Wilkins, il libero Di Bartolomei dalla Roma e il portiere Terraneo. Partono i 3 acquisti dell'anno precedente: Blissett, Gerets e Spinosi. I rossoneri terminano il campionato al 5º posto, che garantisce l'accesso alla Coppa UEFA, a pari punti con la Juventus ma davanti ai bianconeri per gli scontri diretti (Milan-Juventus 3-2 e 1-1), tornando dopo sei anni alla vittoria di un derby in campionato e raggiungendo la finale di Coppa Italia dopo aver eliminato il Napoli, i bianconeri campioni d'Europa e l'Inter. L'atto conclusivo della manifestazione vede i rossoneri perdere contro la Sampdoria (primo successo della società blucerchiata). È questa la stagione dell'esordio del primavera Paolo Maldini, avvenuto il 20 gennaio a Udine. Questo è anche il primo e ultimo anno di Oscar Mondadori come sponsor ufficiale. Dall'anno seguente il club sarà sponsorizzato da Fotorex U-Bix.
    1985-1986: 7º posto, la contestazione e il rischio del fallimento

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    Ray Wilkins



    L'estate del 1985 vede l'acquisto dalla Juventus del campione del mondo e Pallone d'oro 1982 Paolo Rossi, il quale va a formare un tridente d'attacco con Virdis ed Hateley. La squadra inizia bene la stagione in Coppa Italia e campionato, veleggiando per l'intero girone d'andata tra la seconda e la terza posizione alle spalle della capolista Juventus.
    A dicembre il presidente Giuseppe Farina, a seguito dell'eliminazione agli ottavi di Coppa UEFA per mano dei belgi dello Zulte Waregem, subìsce una dura contestazione dai tifosi.[senza fonte] Con l'avvento del nuovo anno la Federazione riscontra una situazione economica pesante: la società è stracolma di debiti e rischia il fallimento se essi non verranno ripianati. La Guardia di Finanza scopre in seguito che non sono stati versati i contributi IRPEF. In questa situazione Farina si dimette e si alternano varie cordate, fino a quando non diviene azionista di maggioranza della società l'imprenditore milanese Silvio Berlusconi, proprietario dell'azienda Fininvest, il quale acquista il club il 20 febbraio 1986 e, divenutone presidente il 24 marzo, ripiana il deficit economico. Il nuovo presidente conferisce la funzione di amministratore delegato della società ad Adriano Galliani e si avvale di un organico dirigenziale che vede Ariedo Braida nelle vesti di direttore generale. In campionato la squadra accusa un calo nel finale (un punto nelle ultime cinque partite) e manca il piazzamento in Coppa UEFA chiudendo al settimo posto.
    L'avvento di Berlusconi (1986) e gli Immortali di Sacchi (1987-1991)

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    Con l'avvento di Silvio Berlusconi, dopo una stagione di transizione, nasce il team soprannominato gli Immortali di Arrigo Sacchi, secondo la rivista inglese World Soccer, la squadra di club migliore di tutti i tempi, composta da alcuni giocatori che, conclusa la carriera agonistica, sarebbero diventati allenatori di vari club e Nazionali di calcio. Il Milan vince lo scudetto (che mancava da nove anni) e una Supercoppa Italiana, oltre a due Coppe dei Campioni e due Supercoppe Europee consecutive (ultima a riuscirci), e a due Coppe Intercontinentali (sempre consecutive), passando così dal rischio del fallimento, al titolo di campione del Mondo in poco più di tre anni e mezzo. In questo periodo, inoltre, il club riesce a far piazzare per due anni di fila (1988 e 1989) tre suoi giocatori sui tre gradini più alti del podio del Pallone d'oro.
    1986-1987: il 5° posto, l'esonero di Liedholm e la parentesi Capello
    Partito Paolo Rossi vengono acquistati giocatori come Roberto Donadoni, Daniele Massaro, Giovanni Galli, Stefano Borgonovo che viene subito ceduto in prestito per tre stagioni, Giuseppe Galderisi e Dario Bonetti che lasceranno il Milan al termine della stagione. Ancora una volta guidata da Nils Liedholm, la squadra a primavera perde posizioni, così lo svedese è esonerato e sostituito da Fabio Capello. Il giovane tecnico prima conduce il team al quinto posto finale a pari merito con la Sampdoria, poi conquista la qualificazione alla Coppa UEFA battendo i blucerchiati a Torino in uno spareggio (1-0 dopo i tempi supplementari). In Coppa Italia il Milan è sconfitto per due volte ed eliminato dal Parma guidato da Arrigo Sacchi.

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    Arrigo Sacchi.


    La stagione è da ricordare anche per la vittoria di Pietro Paolo Virdis del titolo di capocannoniere con 17 realizzazioni, a quattordici anni dall'ultima affermazione di un milanista (Gianni Rivera) in tale graduatoria. In estate lasciano il Milan Mark Hateley e Ray Wilkins dopo 3 stagioni con la maglia rossonera, mentre cambia lo sponsor ufficiale del club da Fotorex a Mediolanum.

    La festa del Milan per la vittoria dello scudetto, da sinistra a destra: Paolo Maldini il presidente Silvio Berlusconi e Ruud Gullit
    1987-1988: 11º scudetto e l'inizio del ciclo di Sacchi
    Nell'estate del 1987 Berlusconi affida l'incarico di allenatore ad Arrigo Sacchi: il nuovo tecnico può contare su un organico giovane, che gli consentirà di lottare in campionato con il Napoli campione in carica. La rosa è composta da: una difesa guidata dal capitano Franco Baresi e che annovera Paolo Maldini, Alessandro Costacurta (cresciuto nelle giovanili e tornato al Milan dopo un anno di prestito al Monza), Mauro Tassotti e le riserve Filippo Galli e Roberto Mussi; il portiere Giovanni Galli, già in rossonero nella stagione precedente e il suo sostituto Giulio Nuciari; un centrocampo formato da Roberto Donadoni, Alberigo Evani e i nuovi acquisti Angelo Colombo e Carlo Ancelotti; un attacco che può vantare la presenza degli olandesi Marco van Basten e Ruud Gullit (Pallone d'oro 1987), acquistati rispettivamente da Ajax e PSV, oltre agli italiani Virdis, Daniele Massaro e Graziano Mannari.
    Nel girone d'andata del campionato 1987-1988 il Milan subisce due sconfitte: la prima al secondo turno con la Fiorentina e l'altra nella partita con la Roma, vinta 1-0 ma trasformata in uno 0-2 a tavolino per un petardo che colpisce il portiere romanista Franco Tancredi. Il 20 dicembre i rossoneri si impongono nel derby di andata. Il 3 gennaio 1988 conquistano i 2 punti anche a San Siro nello scontro diretto contro il Napoli capolista (4-1). Da qui in avanti gli uomini di Sacchi, imbattuti nel girone di ritorno, realizzano una rimonta in classifica impreziosita dalle vittorie contro Juventus, Roma e Inter (nel derby di ritorno) e completata con un nuovo successo sui partenopei al San Paolo, alla terzultima giornata (3-2 firmato due volte da Virdis e da van Basten) che consente di agguantare il primo posto, mantenuto fino alla fine del torneo, grazie anche ad un calo del Napoli che perde anche le ultime due gare. Pareggiando all'ultima giornata col Como, i rossoneri si laureano campioni d'Italia. È l'undicesimo scudetto per il Diavolo.
    In Coppa Italia la squadra esce ai primi turni e in Coppa UEFA viene eliminata al secondo turno dall'Espanyol, vincitore per 2-0 sul campo neutro di Lecce.
    1988-1989: campione d'Europa e la prima Supercoppa italiana

    G. Galli

    F. Baresi

    Costacurta

    Maldini

    Rijkaard

    Ancelotti

    Tassotti

    Gullit

    Donadoni

    van Basten

    Colombo


    La formazione vincitrice della Coppa dei Campioni 1988-89, secondo World Soccer la miglior squadra di club di tutti i tempi.
    Nella stagione 1988-1989 ai due olandesi, freschi vincitori del titolo europeo con la Nazionale Orange, se ne aggiunge un terzo: Frank Rijkaard. A quasi quarant'anni di distanza dal Gre-No-Li si forma così un altro trio milanista di campioni stranieri.

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    Da sinistra: Frank Rijkaard, Marco Van Basten e Ruud Gullit.


    Nella massima competizione europea, dopo aver superato ai sedicesimi il Vitosha Sofia con un complessivo 7-2, nel ritorno del secondo turno contro la Stella Rossa Belgrado (l'andata a Milano era finita 1-1) sul campo scende una fitta nebbia che induce l'arbitro tedesco Pauly a sospendere a norma di regolamento la partita dopo che, a visibilità già quasi nulla, gli slavi erano passati in vantaggio e Virdis era stato espulso. Da quel momento il Milan inanella una serie di risultati positivi, eliminando nell'ordine la Stella Rossa ai rigori nella ripetizione della gara, il Werder Brema e il Real Madrid. Contro gli spagnoli, dopo una gara di andata giocata al Bernabéu e finita 1-1 con gol di Hugo Sanchez e van Basten, i rossoneri sconfiggono le merengues con un 5-0 a San Siro grazie ai gol di Ancelotti, Rijkaard, Gullit, van Basten e Donadoni.
    La finale del 24 maggio 1989 mette di fronte il Diavolo e i rumeni della Steaua Bucarest, già campioni d'Europa nel 1985-1986. L'undici titolare che scende in campo è formato da Giovanni Galli, Mauro Tassotti, Franco Baresi, Alessandro Costacurta, Paolo Maldini, Angelo Colombo, Carlo Ancelotti, Frankie Rijkaard, Roberto Donadoni, Ruud Gullit e Marco van Basten. Di fronte ai quasi centomila sostenitori rossoneri accorsi al Camp Nou di Barcellona il Milan sconfigge gli avversari per 4-0: già in vantaggio per 3-0 alla fine del primo tempo grazie alla doppietta di Gullit e ad una rete di van Basten, i ragazzi di Sacchi arrotondano il risultato nella seconda frazione di gioco con un altro gol del centravanti olandese (che con 10 reti diventa il miglior marcatore del torneo) e conquistano così la terza Coppa dei Campioni della storia del Milan, a venti anni di distanza dall'ultimo successo nella massima competizione europea. In questa stagione la squadra rossonera si aggiudica anche la prima edizione della Supercoppa Italiana, battendo per 3-1 la Sampdoria (gol di Rijkaard, Mannari e van Basten).
    In campionato il Diavolo giunge terzo a un punto dal Napoli e 12 dall'Inter. Nel dicembre 1988, Marco van Basten vince il Pallone d'oro, precedendo nella classifica due suoi compagni: Gullit e Rijkaard. Al termine della stagione Mussi, Mannari e Virdis lasciano il club.
    1989-1990: il tris di coppe internazionali, la seconda fatal Verona e la finale di Coppa Italia
    Nella stagione 1989-1990 il Milan sfiora il cosiddetto Treble: la vittoria nello stesso anno di campionato, coppa nazionale e Coppa dei Campioni. I rossoneri si aggiudicano solo il titolo continentale mentre perdono la finale di Coppa Italia e si classificano secondi in Serie A.

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    Frank Rijkaard.


    Rinforzati in estate con gli innesti di Marco Simone e del portiere Andrea Pazzagli e con Giovanni Stroppa, Diego Fuser, Daniele Massaro e Stefano Borgonovo tornati dal prestito, si confermano campioni d'Europa dopo aver sconfitto in finale il Benfica per 1-0 con gol di Rijkaard, mandando in campo lo stesso undici schierato nella finale dell'anno precedente ad eccezione di Donadoni sostituito da Evani. Durante il cammino i rossoneri eliminano l'HJK Helsinki grazie ad un complessivo 5-0, il Real Madrid battuto con un complessivo di 2-1, i belgi del Mechelen superati 2-0 ai supplementari della gara di ritorno a San Siro dopo lo 0-0 dell'andata e il Bayern Monaco eliminato grazie ad una rete di Stefano Borgonovo sempre nei tempi supplementari.

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    Marco van Basten, Pallone d'Oro in tre occasioni


    In questa stagione, inoltre, il Milan vince Supercoppa europea (1-1 e 1-0 firmati van Basten e Evani nel doppio confronto con il Barcellona) e si aggiudica anche la Coppa Intercontinentale (superati i colombiani del Nacional Medellín per 1-0 con la punizione vincente di Evani nei tempi supplementari), proclamandosi così la squadra Campione del mondo dopo vent'anni esatti dalla sua prima volta.
    Il campionato è conquistato dal Napoli con due punti di vantaggio sui rossoneri. Alla 25ª giornata, approfittando di un calo del partenopei capolisti (5 punti in 6 gare), il Milan passa al comando della classifica anche grazie alla vittoria per 3-0 contro Maradona e compagni. L'8 aprile 1990 i rossoneri, a +1 sul Napoli, sono bloccati sullo 0-0 dal Bologna al Dall'Ara come i campani, che terminano con lo stesso risultato l'incontro contro l'Atalanta a Bergamo. Nel corso della partita tra Napoli e Atalanta però, una monetina colpisce dagli spalti il centrocampista napoletano Alemao, il quale, consigliato in tal senso, rinuncia a riprendere il gioco. Il giudice sportivo assegna così la vittoria per 2-0 a tavolino ai partenopei, consentendo a questi ultimi di raggiungere il Milan in vetta alla graduatoria. Le due squadre proseguono a pari punti sino alla 33ª giornata, in cui i rossoneri vengono sconfitti fuori casa dal Verona (che la settimana dopo, perdendo l'ultima partita di campionato, retrocederà in Serie B). La seconda "fatal Verona" (dopo quella del '73) della storia milanista si concretizza all'89', quando il gol del veronese Pellegrini decreta il 2-1 finale e il conseguente sorpasso dei campani, che espugnano il campo del Bologna e la settimana successiva si laureano Campioni d'Italia. Nella partita del Bentegodi si segnalano le quattro espulsioni di Rijkaard, van Basten, Costacurta e Sacchi.
    Tre giorni dopo la sconfitta di Verona, il Milan perde, in casa contro la Juventus, anche la finale di ritorno di Coppa Italia conquistata proprio a spese del Napoli battuto 3-1 al San Paolo. Coi bianconeri la sfida termina 0-1 dopo lo 0-0 della finale di andata. La coppa viene così sollevata dalla squadra piemontese. Franco Baresi è il capocannoniere della competizione con 4 reti.
    Marco van Basten si afferma nella classifica dei cannonieri di Serie A con 19 centri. L'olandese vince il Pallone d'oro per la seconda volta consecutiva. A salire sul podio del trofeo che incorona il miglior giocatore dell'anno solare secondo i giurati di France Football ci sono anche altri due rossoneri: il capitano Baresi e Rijkaard rispettivamente secondo e terzo.
    1990-1991: 3ª Intercontinentale, 2ª Supercoppa Europea, la squalifica dalle coppe e l'addio di Sacchi

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    Arrigo Sacchi e Franco Baresi con la Coppa Intercontinentale vinta dal Milan nel 1989.



    Il mercato estivo porta in rossonero Angelo Carbone e il portiere Sebastiano Rossi mentre partono Giovanni Galli e Angelo Colombo. In questa stagione arrivano la seconda Supercoppa europea, questa volta a spese della Sampdoria (1-1 nella gara di andata firmato Mychajlyčenko ed Evani e 2-0 al ritorno firmato Gullit e Rijkaard) e la terza Intercontinentale (3-0 ai paraguaiani dell'Olimpia Asunción superati a Tokio grazie ad una doppietta di Rijkaard e ad un gol di Stroppa). Con la vittoria in Giappone il Milan diventa il club europeo più vincente in questa competizione, ugualiando il record assoluto di successi detenuto dalle sudamericane Peñarol e Nacional.
    In campionato la squadra si piazza seconda insieme all'Inter, a cinque punti dalla Sampdoria Campione d'Italia. Le sorti del Diavolo sono decise dalle sconfitte subite proprio contro i doriani, sia a San Siro per 1-0 sia a Marassi per 2-0. In questa stagione il bilancio dei derby è di una vittoria e una sconfitta, mentre la Juventus viene battuta in entrambi i match. Alla 32esima giornata i rossoneri si concedono anche una goleada contro il Bologna (6-0). In Coppa Italia il Diavolo è eliminato in semifinale dalla Roma.
    In Coppa dei Campioni il Milan supera gli ottavi a spese del Brugge. Nella partita di ritorno dei quarti di finale giocata a Marsiglia contro l'Olympique, dopo che la partita di andata si era conclusa sul punteggio di 1-1, a pochi minuti dalla fine, con il Milan in svantaggio per 1-0, si spegne uno dei riflettori dello stadio; l'amministratore delegato Adriano Galliani fa uscire i giocatori dal campo in segno di protesta, motivando il gesto con l'impossibilità, a sua detta, di continuare a giocare per via della scarsa visibilità. Malgrado la funzionalità del riflettore sia poi ripristinata, il Milan non torna in campo. In seguito all'accaduto la società è poi squalificata per un anno dalle Coppe europee per comportamento antisportivo.
    Dopo quattro stagioni di successi, Arrigo Sacchi lascia la panchina del Milan per diventare Commissario tecnico della Nazionale italiana.
    Gli Invincibili di Capello (1991-1996)
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    Dal 1991 al 1996 il Milan conosce un altro ciclo vincente sotto la guida di un nuovo tecnico, Fabio Capello, già giocatore rossonero a fine anni settanta, dirigente e allenatore della squadra nel 1987 quando aveva sostituito Liedholm nelle ultime gare di campionato. Gli Invincibili di Capello si aggiudicano in cinque stagioni quattro scudetti, tre Supercoppe italiane, una Champions League (partecipando a tre finali consecutive) e una Supercoppa europea.
    1991-1992: lo scudetto del record senza sconfitte

    In estate Demetrio Albertini e Diego Fuser, dopo un anno in prestito, tornano a far parte della rosa rossonera arricchita anche con Enzo Gambaro e Francesco Antonioli. A disposizione di Capello c'è anche Aldo Serena tornato al Milan dopo 9 stagioni.
    Il club, fuori dalle Coppe europee in seguito alle vicende di Marsiglia, vince il campionato. La squadra è basata ancora sull'organico di Sacchi: le novità nella formazione titolare riguardano Rossi in porta al posto di Galli, Albertini spesso impiegato al posto di Ancelotti e Massaro al posto di Colombo. Dopo un inizio caratterizzato da due vittorie di misura e tre pareggi la squadra vola in testa alla classifica. Il club vince il titolo d'inverno e conquista lo scudetto con un campionato da record, inaugurando un'epoca ricca di successi che porterà la squadra ad essere soprannominata Gli Invincibili. Oltre ai 56 punti guadagnati (con i due punti assegnati per vittoria) il Milan termina il campionato senza subire alcuna sconfitta (22 vittorie e 12 pareggi). Solo il Perugia era riuscito, nel 1978-1979, in tale impresa, ma era giunto secondo, proprio alle spalle dei rossoneri. Prima dell'introduzione del girone unico (avvenuta nel 1929-1930), l'impresa di vincere un campionato senza subire sconfitte era riuscita al Genoa, nel 1922-1923. In questa stagione i Diavoli segnano 74 gol (alla media di oltre 2 reti a gara), con alcune goleade come il 5-0 al Napoli, il 5-1 ai campioni in carica della Sampdoria e l'8-2 rifilato al Foggia. Van Basten è capocannoniere del campionato per la seconda volta, con 25 realizzazioni, una quota che mancava nella Serie A da ventisei anni.
    La Coppa Italia del Milan si ferma alle semifinali contro la Juventus, contro cui subisce l'unica sconfitta stagionale (0-1 a Torino nella gara di ritorno, con un rigore sbagliato da Franco Baresi, dopo lo 0-0 dell'andata). Il trofeo sarà poi vinto dal Parma.
    Questo è l'ultimo anno di sponsorizzazione del gruppo assicurativo Mediolanum dopo cinque stagioni. Al suo posto subentra l'azienda alimentare Motta.
    1992-1993: campione d'Italia, Supercoppa italiana e vicecampione d'Europa
    Dopo lo scudetto dei record del 1992, durante la campagna acquisti estiva arrivano in società calciatori come Jean Pierre Papin, Dejan Savićević, Stefano Eranio, Fernando De Napoli, Gianluigi Lentini e Zvonimir Boban, acquistato nel 1991 e ceduto in prestito al Bari per la stagione 1991-92. C'è da annoverare, inoltre, l'addio al calcio giocato di Carlo Ancelotti che intraprende subito la carriera di allenatore in qualità di vice di Arrigo Sacchi.

    Rossi

    F. Baresi

    Costacurta

    Maldini

    Rijkaard

    Albertini

    Tassotti

    Massaro

    (Gullit)

    Eranio

    (Evani)

    Papin

    (van Basten)

    Lentini

    (Donadoni)


    I giocatori più utilizzati nel Milan campione d'Italia 1992-93
    Nel 1992-1993 il Milan è capace di prolungare la striscia di partite senza sconfitte (iniziata e conclusa contro il Parma) fino a 58 incontri, stabilendo un record assoluto, e di mettere in bacheca il 13º alloro nazionale, il secondo consecutivo, così come la seconda Supercoppa italiana (vinta per 2-0 sul Parma) nella storia del club. Come nel precedente torneo, gli uomini di Fabio Capello vanno subito in testa e non si fanno più raggiungere. L'allenatore goriziano utilizza tutta la folta rosa a disposizione: alla fine della stagione saranno 18 su 22 i giocatori a vantare più di 10 presenze. Vinte 14 partite su 17 nel girone di andata, tra le quali le trasferte di Pescara (4-5), Firenze (3-7) e Napoli (1-5), i rossoneri mantengono la testa della classifica anche nel girone di ritorno, pareggiano a pochi minuti dalla fine il derby del 10 aprile, che spegne i sogni di rimonta dei cugini, e chiudono al comando il campionato con una giornata d'anticipo precedendo i nerazzurri di 4 lunghezze. In Coppa Italia il cammino si interrompe in semifinale contro la Roma dopo aver eliminato l'Inter ai quarti.
    In questa stagione rimane fuori squadra a lungo van Basten a causa dei persistenti problemi fisici. Operato in Belgio a dicembre, il cigno di Utrecht, rientra in campo cinque mesi più tardi. L'olandese, vincitore per la prima volta del FIFA World Player e del Pallone d'oro, per la terza volta (è stato il terzo calciatore, dopo Cruijff e Platini e prima di Messi, a riuscire nell'impresa) dà il suo contributo segnando 20 gol in 22 presenze stagionali.
    In campo continentale il Diavolo vince 10 partite su 10 nella Champions League (nuovo nome della Coppa dei Campioni), segnando 23 reti e subendone una sola, eliminando Olimpija Ljubljana, Slovan Bratislava, PSV Eindhoven, Porto e Göteborg (quest'ultimo sconfitto 4-0 al Meazza grazie ad una quaterna di van Basten) e approdando così in finale. Nell'ultimo atto della competizione giocato a Monaco di Baviera i ragazzi di Capello affrontano l'Olympique Marsiglia e perdono per 1-0 in subendo un gol di Basile Boli. L'incontro coi francesi segna l'ultima apparizione su un campo di calcio del van Basten, afflitto da problemi alla caviglia, che si ritirerà solo all'inizio della stagione 1994-1995.
    Diversi anni dopo la finale tra Milan e Marsiglia alcuni giocatori del team francese dichiareranno di aver assunto sostanze dopanti prima del match coi rossoneri.
    1993-1994: lo storico double scudetto-Champions League e la 3ª Supercoppa italiana

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    Daniele Massaro: anche grazie alla sua doppietta in finale contro il Barcellona, il Milan può mettere le mani sulla sua 5ª Coppa dei Campioni.


    Anche la stagione 1993-1994 comincia con sostanziosi mutamenti del parco giocatori. Finita l'era degli olandesi (Gullit e Rijkaard sono stati ceduti a Sampdoria e Ajax mentre van Basten non scenderà mai in campo), dopo tredici anni lascia il Milan anche Alberigo Evani, si ritira dal calcio giocato Aldo Serena, mentre Gianluigi Lentini, vittima di un grave incidente automobilistico, è fuori squadra per tutta la stagione. Sono acquistati Brian Laudrup, Florin Răducioiu, Christian Panucci, Alessandro Orlando, Mario Ielpo e, ad ottobre, Marcel Desailly che svolgerà un ruolo di centrocampista arretrato. Marco Simone diventa stabilmente titolare e determinanti risultano le reti di Jean Pierre Papin, Pallone d'oro 1991, e di Daniele Massaro.
    In Champions League riscatta la sconfitta contro l'Olympique de Marseille patita nella finale dell'anno precedente, conquistando il suo quinto titolo europeo ad Atene, il 18 maggio 1994. Dopo aver eliminato di misura l'Aarau e in goleada il Copenaghen, e aver primeggiato nel girone formato da Porto, Werder Brema e Anderlecht, gli uomini di Capello battono 3-0 il Monaco, nella semifinale secca a San Siro e giungono in finale insieme al Barcellona. Senza i difensori Baresi e Costacurta (entrambi squalificati) il Milan si impone sugli spagnoli con il punteggio di 4-0 (doppietta di Massaro e gol di Savicevic e Desailly) che rappresenta il maggiore scarto mai registrato in una finale di Coppa dei Campioni/Champions League.
    Finale Champions League 1994

    Atene, Stadio Olimpico, 18 maggio 1994
    20px-600px_Bianco_e_Rosso_%28Croce%29_e_Rosso_e_Nero_%28Strisce%29.svg Milan – 20px-600px_Catalano_azulgranaBarcellona 4-0
    Marcatori: Massaro
    13px-Soccerball_shade.svg22’
    13px-Soccerball_shade.svg45’, Savicevic
    13px-Soccerball_shade.svg47’, Desailly
    13px-Soccerball_shade.svg58’.
    MILAN: S. Rossi, Tassotti, Panucci, Albertini, F. Galli, Maldini (83' Nava), Donadoni, Desailly, Boban, Savicevic, Massaro. Allenatore: Capello.
    BARCELLONA: Zubizarreta, Ferrer, Guardiola, Vaquero, Nadal, R. Koeman, Sergi (72' Estebaranz), Amor, Romario, Stoichkov, Beguiristain (52' Eusebio). Allenatore: Crujiff.
    Arbitro: Don (Inghilterra)
    Ammoniti: Tassotti, Massaro, Panucci, Albertini (M), Bakero, Nadal e Sergi (B).
    Spettatori: 55,000


    Unitamente al successo continentale il club sale sulla vetta nazionale per la quattordicesima volta nella sua storia, ottenendo il terzo scudetto consecutivo con due giornate d'anticipo. Il club rossonero supera così l'Inter per numero di campionati conquistati, diventando la seconda squadra italiana per titoli nazionali vinti, alle spalle solo della Juventus. Il successo è accompagnato da altri numeri da record, fra cui ne spiccano due: quello di Sebastiano Rossi, che al 40' della partita di campionato contro il Foggia del 27 febbraio 1994 stabilisce il nuovo primato italiano di imbattibilità per un portiere di Serie A (929 minuti) battendo il precedente record di Dino Zoff del 1972 e quello relativo alle reti subite, 15 in 34 gare, la cifra più bassa mai registrata nei campionati a 18 squadre. In questo torneo, inoltre, i rossoneri, con la sconfitta di ottobre contro la Sampdoria (3-2), chiudono la serie di 38 giornate consecutive di imbattibilità esterna, iniziata nel settembre '91 ad Ascoli, stabilendo un nuovo record. In conclusione si segnala che il Milan del 1993-1994 e l'Inter del 1964-1965 e del 2009-2010 sono le uniche squadre italiane ad aver vinto il titolo nazionale e la Coppa dei Campioni/Champions League nella stessa annata.
    In questa stagione i rossoneri conquistano anche la terza Supercoppa italiana a Washington a spese del Torino (1-0 con rete di Simone), ma non riescono ad aggiudicarsi né la Supercoppa europea (sconfitti 2-0 in casa dal Parma, dopo la vittoria per 1-0 dell'andata) né la Coppa Intercontinentale (sconfitti 3-2 dal San Paolo), disputate al posto dello squalificato Marsiglia.
    1994-1995: Supercoppa italiana ed europea, la 3ª finale consecutiva in Champions
    La sessione di mercato estiva, vede la partenza dei poco utilizzati Florin Răducioiu e Brian Laudrup dopo una stagione, oltre a quella di Jean-Pierre Papin e il ritorno in rossonero di Giovanni Stroppa e di Ruud Gullit dopo un anno alla Sampdoria. L'olandese verrà ceduto nuovamente (e questa volta definitivamente) alla squadra di Genova in novembre durante la sessione autunnale, che vede anche l'arrivo di Paolo Di Canio dalla Juventus in cambio di Alessandro Orlando.
    L'inizio della stagione è favorevole: ad agosto arriva il primo trofeo, la quarta Supercoppa italiana vinta a scapito della Sampdoria ai rigori dopo l'1-1 dei tempi regolamentari. È proprio Ruud Gullit a mettere a segno il gol del momentaneo pareggio contro la sua ex-squadra. In campionato il Milan si classifica al quarto posto dietro Juventus, Lazio e Parma. Marco Simone è autore di 17 gol in 30 presenze e insieme a Savićević guida la squadra in un campionato condizionato da un girone di andata sotto tono, visti i numerosi infortuni e le assenze dettati dalla fatica dei Mondiali statunitensi dell'estate precedente. Paolo Maldini si classifica terzo nella graduatoria che assegna il Pallone d'oro 1994. La stagione viene macchiata dal comportamento di un tifoso che, durante la trasferta a Genova per la partita contro i grifoni durante uno scontro tra le due tifoserie, uccide con una coltellata il sostenitore genoano Vincenzo Spagnolo.
    Nel dicembre 1994 a Tokyo, contro gli argentini del Vélez Sarsfield allenati da Carlos Bianchi, i milanisti perdono la Coppa Intercontinentale a seguito di una sconfitta per 2-0. Il gruppo si aggiudica in seguito la Supercoppa europea, a febbraio 1995, contro l'Arsenal (0-0 ad Londra e 2-0 al Meazza firmato Boban e Massaro) stabilendo il record assoluto di successi in questa competizione (3).
    Nella fase a gironi di Champions League la squadra si piazza seconda nel proprio raggruppamento dietro il giovane Ajax di Louis van Gaal. Due sconfitte, entrambe opera dell'Ajax, e la squalifica del campo per un incidente di cui è vittima il portiere avversario durante Milan-Austria Salisburgo 3-0 (le ultime due partite furono disputate in campo neutro allo Stadio Nereo Rocco di Trieste) non impediscono ai milanisti di qualificarsi per gli ottavi di finale, dove superano il Benfica. In semifinale i rossoneri eliminano il Paris Saint-Germain del futuro rossonero George Weah, vincendo per 1-0 a Parigi con rete di Boban nei minuti di recupero, dopo un'azione di contropiede guidata da Savićević e Massaro, e per 2-0 a Milano con una doppietta del serbo. Raggiungono, così, per la quinta volta in sette anni (terza consecutiva), la finale di UEFA Champions League. Al Prater di Vienna, il 24 maggio 1995, il Milan si presenta senza Savićević, acciaccato, e affronta ancora gli olandesi dell'Ajax, che vincono per 1-0 una gara equilibrata risolta da un gol del futuro milanista Patrick Kluivert a cinque minuti dal termine. È la prima volta nella storia della Coppa dei Campioni che due squadre si incontrano in finale dopo essersi già affrontate nella stessa stagione nella stessa competizione.
    Questo è il primo anno di sponsorizzazione Opel subentrata a Motta, casa dolciaria presente sulla casacca rossonera nei due anni precedenti.
    1995-1996: il 15º scudetto, l'addio di Van Basten e la partenza di Capello

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    La formazione titolare campione d'Italia 1995-1996


    La stagione 1995-1996, l'ultima del ciclo di Capello, si apre con l'acquisto di Roberto Baggio, Pallone d'oro 1993, dalla Juventus e di George Weah, centravanti liberiano proveniente dal Paris Saint-Germain, Pallone d'oro, FIFA World Player e Calciatore africano dell'anno 1995. Arriva in rossonero anche il diciannovenne Patrick Vieira che troverà pochissimo spazio (solo 2 presenze) e verrà ceduto al termine della stagione. Marco van Basten, dopo più di due anni di inattività a causa dei problemi alla caviglia, decide di ritirarsi all'età di 30 anni. Anche l'avventura rossonera di Massaro giunge alla conclusione. È questo il campionato di esordio di Massimo Ambrosini, centrocampista diciottenne, futuro capitano.
    Quest'anno compare sulle maglie, per la prima volta, cucito sul petto, sotto la stella, il logo della società: un ovale che riporta i colori sociali a sinistra e la bandiera del Comune di Milano sulla destra, con l'acronimo ACM sopra e l'anno della fondazione (1899) sotto. Vengono inoltre introdotte definitivamente (dopo l'esperimento nel torneo 1980-81) le scritte coi nomi dei giocatori, sulla schiena, sopra al numero.
    In campionato Weah è autore di 11 reti e fa reparto con Baggio ed ancora con Marco Simone. Il Milan si insedia subito in vetta alla classifica dopo la vittoria casalinga contro la Juventus alla sesta giornata. In seguito stacca il Parma, che aveva raggiunto i rossoneri in cima alla graduatoria e sventa un tentativo di avvicinamento da parte della Fiorentina pareggiando 2-2 l'incontro coi viola. È proprio con il successo sui toscani per 3-1 (reti di Savicevic, Baggio e Simone), nella gara di ritorno a San Siro, che i rossoneri chiudono matematicamente il discorso scudetto con due giornate di anticipo. È il quarto titolo nazionale in cinque anni, il quindicesimo per la società e il primo da quando sono stati introdotti i 3 punti per vittoria. I Diavoli concludono la stagione con il 7-1 alla Cremonese e con la miglior difesa del torneo, staccando di 8 lunghezze la Juventus.
    In Coppa UEFA l'avventura del Milan finisce ai quarti con l'eliminazione per mano del Bordeaux di Zinedine Zidane e del futuro acquisto Christophe Dugarry che ribalta il 2-0 di San Siro. A fine stagione l'allenatore goriziano decide di lasciare il Milan per andare al Real Madrid, mettendo fine ad una lunga serie di successi, fra i quali quattro titoli nazionali e una Champions League. In Coppa Italia, il Diavolo viene eliminato nei quarti di finale, ai rigori, dal Bologna.
    Nel 1996 nasce il sito web ufficiale del club rossonero: Acmilan.com.
    Tabárez e i ritorni di Sacchi e Capello: la crisi (1996-1998)
    Tra il 1996 e il 1998, dopo un ciclo vincente a livello nazionale, europeo e mondiale durato dieci anni, il Milan conosce due stagioni conclusesi con un 11º e un 10º posto rispettivamente nelle stagioni 1996-1997 e 1997-1998, e un'eliminazione al primo turno dalla Champions League 1996-1997.
    1996-1997: 11ª in Serie A, l'esonero di Tabarez, il ritorno di Sacchi e l'addio di Baresi

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    Franco Baresi (in una foto del 1989), capitano del Milan dal 1982 al 1997, lascia il calcio dopo un'intera carriera in rossonero.


    Nell'estate 1996 il Milan affida la conduzione tecnica all'allenatore uruguaiano Oscar Tabárez. I nuovi acquisti, Christophe Dugarry, Edgar Davids, Michael Reiziger, Pietro Vierchowod, Jesper Blomqvist (da gennaio), si aggiungono ad un impianto come quello composto dai campioni d'Italia dell'anno precedente: Franco Baresi, Dejan Savićević, Roberto Baggio, Mauro Tassotti, Sebastiano Rossi, Zvonimir Boban, George Weah, Paolo Maldini, Demetrio Albertini, Marco Simone, Alessandro Costacurta e Marcel Desailly. La squadra rimane sostanzialmente invariata rispetto al campionato precedente, come testimonia l'esiguo numero di cessioni che interessano giocatori come Mario Ielpo, Paolo Di Canio, Gianluigi Lentini, Filippo Galli e Patrick Vieira. Dei calciatori regolarmente impiegati nel torneo appena trascorso soltanto due lasciano il Milan: Roberto Donadoni e Christian Panucci che nella sessione di gennaio decide di raggiungere Capello al Real Madrid.
    Dopo nove stagioni di successi la squadra inizia l'anno calcistico perdendo a San Siro contro la Fiorentina (1-2) nella partita valevole per l'assegnazione della Supercoppa Italiana. Nei successivi incontri, il bilancio delle prime undici giornate di campionato è negativo. Così, a seguito della sconfitta in trasferta contro il Piacenza (3-2), Tabárez è esonerato e sostituito da Arrigo Sacchi, appena dimessosi dall'incarico di commissario tecnico della Nazionale. Pochi giorni dopo il ritorno di Sacchi il Milan è eliminato dalla Champions League nella fase a gironi in virtù di una sconfitta per 2-1 nella decisiva gara interna contro il Rosenborg, quando ai rossoneri sarebbe bastato un pareggio per classificarsi alle spalle del Porto e davanti a Göteborg e ai norvegesi stessi, e passare il turno. Il campionato è pure caratterizzato dalla sconfitta a San Siro contro la Juventus per 6-1 il 6 aprile 1997, cui seguirà, la settimana successiva, un 3-1 subito nel derby. L'annata termina all'11º posto (peggior risultato dal dopoguerra dopo quello del 1981-82 che costò la retrocessione), distante da un piazzamento valido per l'ingresso in una competizione europea, con 11 vittorie e 13 sconfitte.
    In Coppa Italia la squadra viene eliminata ai quarti di finale dal Vicenza, poi vincitrice finale del trofeo, con due pareggi: 1-1 a San Siro e 0-0 al Menti.
    Alla fine della stagione lasciano il Milan Arrigo Sacchi, il capitano Franco Baresi e il vice-capitano Mauro Tassotti, che danno l'addio al calcio rispettivamente dopo venti e diciassette anni in rossonero. Per la prima volta nella storia del calcio italiano, in onore del capitano che ha passato l'intera carriera in rossonero, la società decide di ritirare la maglia numero 6. La fascia passa a Paolo Maldini.
    1997-1998: Il ritorno di Capello e il 10º posto in Serie A
    Nel 1997-1998 il club di via Turati fa tornare Fabio Capello, che nella stagione precedente aveva vinto la Liga con il Real Madrid. Ad affiancare capitan Maldini e compagni ritorna Roberto Donadoni e arrivano dal mercato Christian Ziege, Ibrahim Ba, Patrick Kluivert, Giampiero Maini, Massimo Taibi, Maurizio Ganz (da dicembre), Steinar Nilsen, Leonardo, Filippo Maniero (quest'ultimo da gennaio), Andreas Andersson e Winston Bogarde (questi ultimi due acquistati in estate e ceduti a gennnaio). Viene ceduto Edgar Davids alla Juventus, oltre a Marco Simone, Roberto Baggio, Christophe Dugarry, Pietro Vierchowod, Jesper Blomqvist, Michael Reiziger e Stefano Eranio.
    Libero da impegni europei, il Milan naviga in zone di medio-bassa classifica, terminando al 10º posto con un bilancio di 11 vittorie e 12 sconfitte. L'annata è caratterizzata dal 5-0 rimediato il 3 maggio 1998 contro la Roma all'Olimpico, che si aggiunge alle sconfitte con Inter (3-0) e Juventus (4-1).
    In Coppa Italia, dopo essersi imposta per 5-0 nell'andata dei quarti di finale contro l'Inter, la squadra supera le semifinali a spese del Parma grazie alla regola dei gol in trasferta, ma perde in finale contro la Lazio: dopo la vittoria per 1-0 a San Siro (rete di Weah direttamente su rinvio del portiere Rossi), i rossoneri sono sconfitti per 3-1 all'Olimpico dopo essere passati in vantaggio grazie ad una punizione di Albertini. L'ultima rete che consegna la coppa ai biancocelesti è messa a segno dal futuro rossonero Alessandro Nesta. A fine stagione il tecnico goriziano lascia la panchina.
    Il Milan di Zaccheroni e la parentesi di Cesare Maldini (1998-2001)
    Il periodo tra la fine del XX secolo e l'inizio del XXI vede il Milan ancora Campione d'Italia nel primo anno in cui la conduzione tecnica è affidata ad Alberto Zaccheroni. Le due stagioni seguenti si concludono senza vittorie: nell'ultima delle due l'allenatore Cesare Maldini, subentrato a campionato in corso, guida la squadra alla vittoria per 6-0 nel derby contro l'Inter.
    1998-1999: il 16º scudetto nell'anno del centenario

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    Oliver Bierhoff, bomber dello scudetto del 1999.


    Nell'estate del 1998 la società affida la panchina ad Alberto Zaccheroni, tecnico reduce dall'esperienza all'Udinese con cui aveva raggiunto il terzo posto, utilizzatore del modulo 3-4-3. Zaccheroni porta con sé l'attaccante Oliver Bierhoff, capocannoniere dell'ultima stagione di Serie A, e il terzino di fascia destra Thomas Helveg. Sul fronte nuovi arrivati ci sono anche Christian Abbiati Roberto Ayala, Luigi Sala, Domenico Morfeo, Bruno N'Gotty, Federico Giunti (da gennaio), Andres Guglielminpietro e Jens Lehmann, portiere che lascerà il Milan nella sessione invernale dopo solo 5 presenze. Vengono invece ceduti Giampiero Maini, Massimo Taibi, Filippo Maniero, Steinar Nilsen, Marcel Desailly, fresco del titolo di campione del mondo con la Francia e Patrick Kluivert. Viene inoltre lasciato libero Dejan Savićević.
    Nella stagione 1998-1999, i rossoneri conquistano lo scudetto, con cui viene festeggiato il centenario della società. La formazione-tipo del Milan campione d'Italia è composta da: Abbiati (ventunenne autore di numerose parate decisive, divenuto titolare nell'ultima partita del girone di andata in seguito all'espulsione di Rossi); Sala, Costacurta, Maldini; Helveg, Albertini, Ambrosini, Guglielminpietro (nel girone d'andata Ziege); Leonardo (Boban), Bierhoff, Weah (Ganz).

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    Christian Abbiati (in una foto del 2008), portiere e rivelazione rossonera nell'anno del sedicesimo scudetto.


    Il girone d'andata viene chiuso dai rossoneri al quarto posto dietro alla Fiorentina campione d'inverno. Nel girone di ritorno il Milan si rende protagonista di una rimonta che gli consente di portarsi al primo posto grazie a sette vittorie ottenute nelle ultime sette partite e complici alcuni passi falsi della capolista Lazio, avanti sette punti a sette gare dal termine del campionato. Il sorpasso sulla formazione capitolina si compie alla penultima giornata quando i biancocelesti, già sconfitti dalla Juventus e dalla Roma, vengono fermati da un pareggio a Firenze mentre Milan-Empoli termina 4-0. All'ultima giornata i Diavoli mantengono il punto di vantaggio grazie alla vittoria in trasferta contro il Perugia in cui Abbiati si rende protagonista di una parata a pochi minuti dalla fine che preserva il 2-1 ottenuto grazie a Bierhoff e Gulielminpietro.
    Per la seconda volta nella storia del girone unico, una squadra arrivata quarta al giro di boa conquista il campionato. È il sedicesimo scudetto rossonero conquistato grazie anche ai gol del centravanti tedesco Bierhoff (20), di George Weah e di Maurizio Ganz. Quest'ultimo sigla 4 reti, che fruttano 6 punti e induce il blucerchiato Castellini all'autogol al 95' in Milan-Sampdoria 3-2 (quart'ultima giornata) che consente ai rossoneri di rimanere a -1 dalla Lazio.
    In Coppa Italia il cammino si interrompe ancora una volta contro i biancocelesti agli ottavi di finale (3-1 all'Olimpico e 1-1 a Milano).
    A fine stagione, dopo aver vinto il suo sesto scudetto in dieci stagioni con la maglia rossonera, Roberto Donadoni dà l'addio al calcio.
    1999-2000: 3º posto e Ševčenko capocannoniere
    Già nel maggio 1999 la società di via Turati raggiunge con la Dinamo Kiev un accordo per il trasferimento al Milan del giovane attaccante ucraino Andrij Ševčenko, capocannoniere della Champions League 1997-1998. La punta ucraina risulterà decisiva per le sorti della squadra per i successivi sette anni e, nel dicembre 2004, conquisterà anche il Pallone d'oro, dopo essersi classificato terzo nelle edizioni 1999 e 2000. Altri arrivi sono quelli di Diego De Ascentis, José Antonio Chamot, José Mari, Taribo West, Gennaro Ivan Gattuso e Serginho. Vengono ceduti, invece, André Cruz e Christian Ziege. Nella sessione di gennaio lasciano il club anche Bruno N'Gotty, Maurizio Ganz e George Weah, il quale, sempre meno utilizzato dal tecnico Zaccheroni, decide di trasferirsi al Chelsea.

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    Andrij Ševčenko, capocannoniere della Serie A nel suo anno di esordio in Italia.


    In agosto il Milan manca il primo obiettivo stagionale, la Supercoppa di Lega, persa contro il Parma al Meazza. Nel proprio raggruppamento di Champions League vince una partita su sei (tre pareggi e due sconfitte con Hertha Berlino, Chelsea e Galatasaray). Nella gara decisiva contro i turchi, pur trovandosi in vantaggio 2-1, e ormai qualificato al turno successivo, a tre minuti dalla fine, viene prima raggiunto e poi superato dai padroni di casa. Scivola così dal secondo posto nel girone che dà accesso alla seconda fase, al quarto, mancando anche il passaggio in Coppa Uefa garantito dal terzo posto. In Uefa ci va il Galatasaray guidato da Fatih Terim che poi vincerà la competizione.
    In Serie A il Diavolo chiude al terzo posto a undici punti dalla Lazio campione, non riuscendo mai a inserirsi nella lotta al vertice tra i laziali e la Juventus, entrambi sconfitti dai rossoneri nel corso del torneo. Ševčenko, con 24 gol, vince la classifica marcatori al suo primo anno in Italia, impresa prima riuscita solo a Michel Platini. Il bilancio dei derby è di una vittoria e una sconfitta, sempre con il punteggio di 2-1. In Coppa Italia il Milan è eliminato ai quarti di finale dall'Inter (andata: Milan-Inter 2-3, ritorno: Inter-Milan 1-1).
    Il 16 dicembre 1999 si svolge un gala per festeggiare i cento anni del club. La serata condotta da Jerry Scotti e Simona Ventura va in scena all'Alcatraz di Milano e in onda su Mediaset. Al gala partecipano autorità, vip, molti dei protagonisti della storia del club rossonero e i giocatori della rosa. Nel corso della cerimonia vengono premiati, a seguito di un sondaggio tra i lettori di Forza Milan! e TV Sorrisi e Canzoni: Nereo Rocco come "allenatore rossonero del secolo" (premio ritirato dal figlio Bruno), Fabio Cudicini come "portiere rossonero del secolo", Gianni Rivera come "centrocampista rossonero del secolo" (premio ritirato dall'ex compagno di squadra Giovanni Lodetti) e Marco van Basten come "attaccante rossonero del secolo". Franco Baresi riceve invece due premi: il primo come "difensore rossonero del secolo" e il secondo come "milanista del secolo". L'incontro Milan-Barcellona 4-0 della finale di UEFA Champions League 1993-1994 è votata dai tifosi "partita del secolo" e la terza rete di van Basten, segnata in rovesciata, in Milan-Göteborg 4-0 della Champions 1992-93, è eletta "gol del secolo".
    In occasione del centenario nasce anche Milan Channel, il primo canale televisivo tematico italiano interamente dedicato ad una squadra di calcio.
    2000-2001: 6º posto. Da Zaccheroni a Cesare Maldini

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    Nelson Dida (in una foto del 2010): nuovo acquisto della stagione 2000-2001, sarà decisivo nella Champions 2002-03 parando tre rigori in finale..


    Per la stagione 2000-2001 vengono acquistati Nelson Dida, Gianni Comandini (capocannoniere del precedente campionato cadetto), il difensore brasiliano Roque Júnior e Fernando Redondo, fresco campione d'Europa col Real Madrid costretto a scendere in campo in pochissime circostanze con il Milan perché perennemente afflitto da problemi fisici; Francesco Coco, prodotto del vivaio rossonero, viene inserito nella rosa della prima squadra. Kakhaber Kaladze viene acquistato a gennaio mentre lascia il club Roberto Ayala.
    Da quest'anno i rossoneri cuciono sulla manica della propria maglia il Multiple-winner badge, distintivo ideato dall'UEFA e assegnato ai club che si siano laureati tre volte consecutive campioni d'Europa, oppure che lo siano stati almeno cinque volte anche non consecutive. I club insigniti del citato stemma oltre ai rossoneri sono Real Madrid, Ajax e Bayern Monaco: essi acquisiscono il diritto di mantenere in via permanente il trofeo originale del torneo.
    In agosto gli uomini di Zaccheroni affrontano e superano vittoriosamente il turno preliminare di Champions League contro i croati della Dinamo Zagabria (3-1 e 3-0), assicurandosi così l'accesso al tabellone principale. La competizione prosegue con le vittorie contro Beşiktaş (4-1 e 2-0) e Barcellona (battuto per 2-0 al Camp Nou dopo il 3-3 del Meazza) e con il pareggio e la sconfitta col Leeds. Nella seconda fase della Champions, il Milan, inserito nel gruppo con Galatasaray, Paris Saint-Germain e Deportivo La Coruña ottiene un successo, quattro pareggi e una sconfitta. Nell'ultimo incontro giocato a marzo, costretto alla vittoria interna contro il Deportivo La Coruña, non va oltre l'1-1 ed è perciò estromesso dalla massima competizione europea per club: svanisce così la possibilità di disputare la finale nel proprio stadio. L'eliminazione costa la panchina a Zaccheroni, che è sostituito da Cesare Maldini, vecchia gloria rossonera e padre di Paolo. Cesare Maldini è affiancato dal vice Mauro Tassotti, ex calciatore del Milan, che rimmarrà affianco anche ai futuri allenatori rossoneri. Maldini padre esordisce con un 4-0 interno contro il Bari, e alla fine il Milan si piazza al 6º posto in Serie A, qualificandosi per la Coppa UEFA. Vince il derby in trasferta contro l'Inter per 6-0 l'11 maggio 2001 grazie alle doppiette di Comandini e Ševčenko (ancora autore di 24 reti in campionato) e ai gol di Federico Giunti e Serginho; è dalla nascita del campionato di Serie A a girone unico (stagione 1929-1930) che un derby di Milano non termina con uno scarto così ampio. Curiosamente Comandini con l'Inter segna le uniche due reti di un campionato caratterizzato, sotto il profilo personale, da numerosi infortuni; un evento simile era accaduto a Paolo Rossi nel 1985-1986: anche lui segnò le uniche due reti in campionato in un derby, finito 2-2.
    Il percorso in Coppa Italia dei rossoneri si ferma in semifinale, dove il Milan è eliminato dalla Fiorentina guidata da turco Terim, poi vincitrice del trofeo (andata: Milan-Fiorentina 2-2, ritorno: Fiorentina-Milan 2-0).
    Gli anni di Ancelotti (2001-2009) e il Milan di Leonardo (2009-2010)
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    In seguito a una stagione di transizione, in cui Carlo Ancelotti subentra in panchina a Fatih Terim dopo pochi mesi, si apre per il Milan un ciclo di sette anni, caratterizzati da vittorie nazionali e internazionali e da piazzamenti importanti sia in campionato che in Champions League. Durante questo periodo, in cui la società viene anche coinvolta nello scandalo di Calciopoli, il Milan diventa la prima squadra al mondo per numero di titoli internazionali conquistati: 18. Sul finire del decennio, dopo aver vinto uno scudetto, una Supercoppa italiana, una Coppa Italia, due Champions League, due Supercoppe europee e un Mondiale per club, Ancelotti lascia la panchina al brasiliano Leonardo, già giocatore e dirigente del Milan con il quale attraverserà una stagione senza vittorie prima di ritornare a primeggiare con Massimiliano Allegri.
    2001-2002: 4º posto e semifinale di Coppa UEFA, da Terim ad Ancelotti

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    Filippo Inzaghi, acquisto dell'estate 2001


    Nell'estate 2001 la dirigenza di via Turati decide di puntare sull'allenatore turco Fatih Terim, nella stagione precedente alla Fiorentina. In rossonero arrivano giocatori come Manuel Rui Costa e Filippo Inzaghi (pagati rispettivamente 80 e 75 miliardi di lire), più Javi Moreno e Cosmin Contra, che pochi mesi prima avevano condotto l'Alavés alla finale della Coppa UEFA, e il turco Ümit Davala. Nella lista dei nomi nuovi compaiono anche Martin Laursen e gli ex interisti Andrea Pirlo (inserito in un' operazione che porta Dražen Brnčić in nerazzurro) e Cristian Brocchi (scambiato con Andrés Guglielminpietro). Inoltre torna in rossonero, in prestito, Marco Simone. Tra le partenze, ci sono da segnalare quelle di Zvonimir Boban, Oliver Bierhoff, Luigi Sala, Leonardo e Gianni Comandini, mentre Dida e Francesco Coco sono ceduti in prestito.
    A novembre il Milan si ritrova già fuori dalle prime cinque posizioni della classifica della Serie A nonostante la vittoria nel derby per 4-2. A seguito della sconfitta in trasferta contro il Torino, il 4 novembre Terim è esonerato e sostituito da uno degli Immortali di Sacchi, Carlo Ancelotti, nuovamente in rossonero ma in qualità di allenatore. Nonostante la squadra sia falcidiata da una serie di infortuni (tra i quali quelli del capitano Maldini, di Inzaghi e di Ševčenko), l'allenatore emiliano riesce a guidare i Diavoli alla semifinale di Coppa UEFA, dove sono eliminati dal Borussia Dortmund (seconda semifinale di sempre nella competizione, dopo trenta anni). Nella partita di andata in Germania, che il Milan perde 4-0, tre delle quattro reti sono realizzate da Marcio Amoroso, il quale arriverà in rossonero alcuni anni dopo. Al ritorno i rossoneri tentano la rimonta: l'incontro finisce con una vittoria per 3-1 non sufficiente a consentire il passaggio del turno.
    In campionato il Milan guadagna il quarto posto, risultato che dà l'accesso ai preliminari di Champions League.
    In Coppa Italia viene eliminato in semifinale dalla Juventus.
    Nel corso dell'annata la formazione titolare del Milan, schierata secondo il 4-3-1-2, è la seguente: Abbiati; Contra, Costacurta, Laursen, Kaladze; Gattuso, Albertini, Serginho; Rui Costa; Ševčenko, Inzaghi. Nell'ultima parte della stagione il posto di Albertini è insediato da Pirlo, futuro punto di riferimento tattico della squadra.
    2002-2003: campione d'Europa, 5ª Coppa Italia, 3° posto in campionato

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    Alessandro Nesta, acquisto dell'estate 2002 e rigorista a Manchester.


    Nell'estate 2002 lascia il Milan Demetrio Albertini. Partono anche Sebastiano Rossi, José Mari, Ümit e i due acquisti della stagione precedente, Javi Moreno e Contra; Dida torna dal prestito, Clarence Seedorf viene prelevato dall'Inter in cambio di Francesco Coco mentre arrivano due giocatori a parametro zero: il brasiliano Rivaldo, Pallone d'oro 1999, proveniente dal Barcellona e l'attaccante danese Jon Dahl Tomasson dal Feyenoord. Dalla Lazio, invece, viene acquistato per 32 milioni di euro il difensore Alessandro Nesta.
    Per il Milan la stagione 2002-2003 è quella del ritorno alle vittorie dopo quattro anni senza successi. A inizio anno Carlo Ancelotti utilizza il modulo "ad albero di Natale" (il 4-3-2-1) per far convivere nella stessa formazione giocatori come Clarence Seedorf, Andrea Pirlo, Manuel Rui Costa e Rivaldo e anche per sopperire all'assenza, di inizio campionato, dell'infortunato Ševčenko. Pirlo è schierato come regista davanti alla linea difensiva, affiancato a centrocampo da Clarence Seedorf, e da Gattuso quale interditore. La difesa è composta da Paolo Maldini e Alessandro Nesta, con Kakhaber Kaladze e Dario Simic, schierati come terzini e con Alessandro Costacurta (che tornerà titolare nel finale di stagione) pronto a subentrare. L'attacco è affidato a Filippo Inzaghi supportato da Rivaldo e Rui Costa schierati sulla trequarti, mentre Ševčenko, resta fermo nella prima parte della stagione a causa di un infortunio. L'ucraino tornerà dopo qualche mese prendendo il posto di Rivaldo e ricoprendo il ruolo di seconda punta nel 4-3-1-2. Il portiere è il brasiliano Dida, tornato in rossonero dopo una stagione in prestito al Corinthians e divenuto titolare durante l'andata del preliminare contro lo Slovan Liberec per un infortunio di Christian Abbiati. Ancelotti può contare anche su Serginho, centrocampista di fascia sinistra, che viene utilizzato spesso a partita in corso.

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    Le formazioni iniziali di Milan-Juventus, finale di Coppa dei Campioni 2002-03.


    In campionato, dopo un girone d'andata concluso con il titolo di campione d'inverno e impreziosito da vittorie come quella per 6-0 col Torino e come quella nel derby, la squadra rallenta il passo perdendo diversi punti e giungendo infine terza alle spalle della Juventus e dell'Inter (battute entrambe dal Diavolo nel girone di ritorno). In Champions League, trascinata dai gol di Inzaghi e Ševčenko, il club è artefice di un cammino vittorioso. Ad agosto i ragazzi di Ancelotti guadagnano l'accesso al tabellone principale della manifestazione eliminando lo Slovan Liberec nel terzo turno preliminare grazie al gol segnato in trasferta (vittoria 1-0 a San Siro e sconfitta 2-1 a Liberec). Nelle due fasi successive vincono entrambi i gironi eliminatori con due giornate di anticipo battendo Lens (2-1), Deportivo La Coruña (sconfitto 4-0 in spagna), Lokomotiv Moskva e anche avversari più blasonati come Borussia Dortmund (sconfitto 1-0 in germania), Bayern Monaco (superato con un doppio 2-1) e i campioni in carica del Real Madrid che si arrendono a San Siro dopo una rete di Ševčenko. Dei 19 gol complessivi messi a segno nel preliminare e nelle prime due fasi a gironi, 11 portano la firma di Filippo Inzaghi. Nei quarti di finale il Milan trova l'Ajax. Dopo lo 0-0 in Olanda, nella partita di ritorno, in seguito alle reti del attaccante piacentino e Ševčenko, il risultato è fermo sul 2-2 (e quindi favorevole ai lanceri), fino all'ultimo minuto di gioco, quando un gol di Tomasson (tocco sotto porta che ribadisce in rete un pallonetto di Inzaghi) sancisce la qualificazione del Milan. La semifinale coincide con il primo derby di Milano nella storia della Coppa dei Campioni/Champions League. La prima partita, Milan-Inter, finisce 0-0, mentre nel ritorno, il punteggio è di 1-1 con Martins che pareggia a pochi minuti dal termine la rete di Ševčenko e con Abbiati (titolare al posto dell'infortunato Dida) che si rende protagonista, sempre nelle ultime fasi del match, di una parata che preserva il risultato e che consente ai rossoneri di superare il turno in virtù del gol segnato fuori casa, anche se i due incontri si sono giocati entrambi a San Siro.

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    Paolo Maldini mentre alza la Champions League vinta il 28 maggio 2003 contro la Juventus all'Old Trafford.



    In finale, il 28 maggio, i Diavoli sconfiggono ai calci di rigore la Juventus nella prima finale della Coppa dei Campioni/Champions League con entrambe le contendenti italiane. La partita di Manchester termina a reti bianche dopo i tempi supplementari e viene decisa dal dischetto. Ai calci di rigore Dida para tre tiri, mentre Ševčenko (che si era visto annullare un gol durante il primo tempo) realizza l'ultimo rigore che, insieme a quelli segnati da Serginho e Nesta, rimedia agli errori di Seedorf e Kaladze e consegna al Milan il trofeo. Paolo Maldini alza la Coppa dei Campioni da capitano e in Inghilterra, così come fece suo padre Cesare esattamente quarant'anni prima.
    In questa stagione arriva anche la vittoria della Coppa Italia conquistata dopo aver eliminato Ancona, Chievo e Perugia e aver superato la Roma nella doppia finale. L'andata finisce 4-1 all'Olimpico grazie alla doppietta di Sergihno e le reti di Ambrosini e Ševčenko e 2-2 nel ritorno a San Siro (reti di Rivaldo e Inzaghi) giocato 3 giorni dopo la finale di Manchester. Quella conquistata in questa stagione è la quinta Coppa Italia per il Milan, la prima sotto la gestione di Berlusconi, a ventisei anni dall'ultimo successo in tale competizione. Con quello alla Roma, Filippo Inzaghi, segna l'ultimo gol della stagione rossonera, dopo aver siglato il primo 9 mesi prima nel preliminare di Champions contro lo Slovan Liberec.
    2003-2004: il 17º scudetto, 4ª Supercoppa europea e quarti di finale di Champions League
    Per il 2003-2004 la squadra campione d'Europa si presenta ai nastri di partenza con i rinforzi Cafu, Giuseppe Pancaro e Kaká, giovane brasiliano proveniente dal San Paolo. Lasciano il club Chamot, Helveg e Roque Júnior. Kakà si fa subito notare da Ancelotti, che lo schiera spesso titolare al posto di Manuel Rui Costa o affianco al portoghese, nelle partite in cui l'allenatore utilizza il 4-3-2-1 con due trequartisti a supporto dell'unica punta. Il resto della formazione tipo rimane quello della stagione precedente con le eccezioni di Cafu e Pancaro che vengono schierati come terzini al posto di Simic e Kaladze. In questa stagione Filippo Inzaghi fa sporadiche apparizioni in quanto bloccato da un infortunio, mentre Tomasson colleziona 37 presenze e segna 15 reti. Il brasiliano Rivaldo, sempre meno utilizzato da Ancelotti, rescinde il contratto in autunno.
    La Curva Sud onora il 17º scudetto in Milan-Brescia 4-2 del 16 maggio 2004, ultima di campionato.
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    Battuta ai calci di rigore a New York dalla Juventus nella partita che assegna la Supercoppa Italiana, la squadra poche settimane dopo, grazie a un gol di Ševčenko, trionfa a Montecarlo nella Supercoppa europea contro il Porto, che poi vincerà la Champions League. In campionato lotta ai vertici con la Juventus e con la Roma. A dicembre, per la Coppa Intercontinentale, sfida a Tokyo gli argentini del Boca Juniors guidati da Carlos Bianchi che, sulla panchina del Vélez Sarsfield, aveva battuto i rossoneri nella stessa competizione nove anni prima. La partita termina 1-1 (gol di Tomasson e Donnet) e si decide ai calci di rigore, dove i rossoneri perdono 3-1 sbagliando tre tiri dal dischetto con Pirlo, Seedorf e Costacurta. L'unico tiro dagli undici metri che si insacca è quello di Rui Costa.
    Il 21 dicembre Silvio Berlusconi, allora presidente del consiglio dei ministri, è obbligato a lasciare la carica di presidente del Milan a seguito dell'approvazione di una legge disciplinante i conflitti d'interesse.

    Dida

    Maldini

    Nesta

    Pancaro

    Seedorf

    Pirlo

    Cafu

    Rui Costa

    Kakà

    Shevchenko

    Gattuso


    La formazione campione d'Italia 2003-2004.
    Dopo la sconfitta in coppa intercontinentale arriva anche la prima sconfitta in campionato, in casa contro l'Udinese prima della sosta natalizia. Il nuovo anno inizia con il successo all'Olimpico contro la capolista Roma guidata da Capello (2-1 grazie alla doppietta di Andrij Ševčenko), vittoria che già a gennaio porta i rossoneri in cima alla classifica in modo definitivo. Nei mesi successivi il Milan mantiene il primo posto e il 2 maggio, battendo ancora la Roma a San Siro (1-0 sempre con gol di Andrij Ševčenko dopo pochi minuti di gioco), si laurea campione d'Italia per la diciassettesima volta e con due turni d'anticipo sulla fine del torneo, distanziando la stessa formazione giallorossa. La festa per lo scudetto si tiene all'ultima giornata, il 16 maggio 2004, in occasione di Milan-Brescia (4-2). Gli 82 punti finali conquistati rappresentano un record assoluto nella Serie A a 18 squadre con 3 punti per vittoria, mentre con gli 11 successi esterni nel torneo a 18 squadre, il club eguaglia il record di Juventus, Inter e del Milan 1963-64.
    Riguardo agli scontri diretti con le concorrenti, i rossoneri vincono le due gare disputate contro la Roma (battuta due volte anche in Coppa Italia), battono la Lazio (doppio 1-0), sconfiggono la Juventus a Torino (3-1 dopo l'1-1 di San Siro) e completano l'opera con le vittorie nei derby di andata e ritorno contro l'Inter. Le partite contro i nerazzurri registrano il primo gol in Serie A di Kakà nella partita di andata (match terminato 3-1), mentre nella gara di ritorno i rossoneri ribaltano il 2-0 a favore dei rivali, con il quale si era chiuso il primo tempo, grazie ai gol di Tomasson, Kakà e Seedorf.
    Ševčenko in virtù delle 24 reti messe a segno è di nuovo capocannoniere della Serie A dopo quattro anni. L'ucraino si classifica quarto nella classifica per il Pallone d'oro 2003, preceduto da Paolo Maldini, terzo.
    In Champions League, dopo aver chiuso il primo turno al primo posto davanti a Celta Vigo, Brugge e Ajax, ed aver eliminato i cechi dello Sparta Praga (0-0 e 4-1) negli ottavi di finale, il Diavolo esce ai quarti eliminato dal Deportivo La Coruña nonostante la vittoria per 4-1 nella gara di andata giocata al Meazza. Nel ritorno i rossoneri vengono travolti dagli spagnoli che si impongono 4-0. In Coppa Italia la squadra di Ancelotti esce in semifinale contro la Lazio, poi vincitrice del trofeo.
    2004-2005: 5ª Supercoppa italiana, 2º posto e la finale di Champions persa a Istanbul

    C-Seedorf
    Clarence Seedorf (in una foto del 2008), centrocampista al Milan dal 2002 al 2012


    Il 21 agosto 2004 i rossoneri battono la Lazio per 3-0 a San Siro grazie a una tripletta di Ševčenko e si aggiudicano la loro quinta Supercoppa di Lega inaugurando così la stagione 2004-2005.
    I nuovi innesti sono Jaap Stam, Hernán Crespo (in prestito) e Vikash Dhorasoo. Parte Martin Laursen mentre Fernando Redondo, lascia il calcio dopo quattro stagioni caratterizzate da sporadiche apparizzioni a causa di continui infortuni. In campionato (da quest'anno portato a 20 squadre) il Milan parte conquistando solo un punto nelle prime due gare casalinghe con Livorno e Messina. Ripresosi con la vittoria a Roma contro la Lazio alla quarta giornata, gareggia a lungo con la Juventus guidata dall'ex Fabio Capello. Il 12 dicembre (15a giornata) sconfigge 6-0 la Fiornetina a San Siro. Il 18 dicembre 2004 lo scontro diretto al Delle Alpi si chiude invece sullo 0-0. A decidere le sorti del campionato è il secondo scontro diretto, giocato l'8 maggio a Milano con le due squadre a pari punti: i bianconeri si impongono con il risultato di 1-0 (rete di Trezeguet) e mettono le mani sullo scudetto, titolo che sarà conquistato e poi revocato dopo lo scandalo del calcio italiano 2006. Alla fine del campionato sono sette i punti di distacco tra i rossoneri e il club torinese.

    Dida

    Nesta

    Stam

    Maldini

    Seedorf

    Pirlo

    Cafù

    Ševčenko

    Kakà

    Crespo

    Gattuso


    L'11 titolare sceso in campo a Istambul per la 50a finale di Champions League.

    In Champions League il Milan conclude al primo posto il proprio raggruppamento dopo aver battuto Barcellona, Celtic e Šachtar Donetsk. Di seguito elimina il Manchester United negli ottavi di finale (doppio 1-0 firmato Crespo), l'Inter nei quarti (successi per 2-0 grazie ai gol di Stam e Ševčenko all'andata e 3-0 a tavolino al ritorno[25]). In semifinale i rossoneri eliminano il PSV Eindhoven: dopo la vittoria per 2-0 a Milano (gol di Ševčenko e Tomasson), Massimo Ambrosini, nella gara di ritorno al Philips Stadion, sul punteggio di 2-0 per gli olandesi, sigla di testa la rete del momentaneo 2-1 evitando i supplementari e rendendo inutile il terzo gol segnato pochi secondi più tardi da Phillip Cocu (ottenendo un complessivo 3-3 i rossoneri si qualificano grazie alla regola dei gol in trasferta). Il 25 maggio, nella finale di Istanbul, la decima nella storia rossonera, il Milan chiude il primo tempo in vantaggio per 3-0 contro il Liverpool, grazie ad una rete di Maldini (gol più veloce in una finale di Champions League), a una doppietta di Crespo; nel secondo tempo, invece, i rossoneri sono raggiunti sul 3-3 in sei minuti. La gara procede ai tempi supplementari, dove il portiere polacco Jerzy Dudek compie un prodigioso salvataggio su un tiro ravvicinato di Ševčenko e quindi ai calci di rigore, dove il Milan fallisce tre tiri dal dischetto con Serginho, Pirlo e, quello decisivo, proprio con l'attaccante ucraino. Segnano invece Tomasson e Kakà ma non basta: il Liverpool vince la serie di tiri dagli undici metri 3-2, e quindi il match 6-5 laureandosi campione d'Europa per la quinta volta nella sua storia.
    Nel dicembre 2004 Ševčenko è eletto Pallone d'oro. È il quinto rossonero a riuscirci.
    2005-2006: semifinale di Champions e penalizzazione
    Partiti Tomasson e Hernán Crespo, nell'estate 2005 il Milan ingaggia il giovane attaccante Alberto Gilardino, secondo nella classifica cannonieri dei due campionati precedenti con la maglia del Parma, l'esterno ceco Marek Jankulovski, il portiere Željko Kalac, il centrocampista svizzero Johann Vogel e il centravanti Christian Vieri, proveniente dall'Inter, poi ceduto a gennaio al Monaco e sostituito dal brasiliano Marcio Amoroso. Christian Abbiati e Cristian Brocchi vengono prestati rispettivamente a Juventus e Fiorentina. Lasciano il club definitivamente Pancaro e Dhorasoo.

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    Calciatori del Milan in tournée a Chicago nell'estate 2006.


    Nel campionato 2005-2006 in casa la squadra ottiene 18 vittorie e un pareggio (1-1 contro la Sampdoria dopo un errore del portiere Dida), con risultati meno buoni in trasferta. Con questo rendimento nelle partite interne eguaglia il record stabilito dal Grande Torino nel campionato 1948-1949, con 18 vittorie e un pareggio in 19 partite. Nel girone d'andata, dopo aver inflitto ai bianconeri la loro prima e unica sconfitta in campionato (3-1 a San Siro il 29 ottobre 2005), i rossoneri perdono il derby: non accadeva dal campionato 2001-2002. Nel girone di ritorno, con 16 vittorie in 19 gare, il Milan riduce da 14 a 3 i punti di svantaggio sulla squadra piemontese, chiudendo il campionato a 88 punti, quota che rappresenta un record per i rossoneri, da quando è stato introdotto il girone unico. Questo scudetto verrà poi non assegnato ai bianconeri ed assegnato, a differenza dell'anno precedente, all'Inter a tavolino, terza classificata dopo i risultati del campo, mentre il Milan sarà penalizzato di 30 punti.

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    Andrea Pirlo (in una foto del 2008), titolare inamovibile nel Milan di Ancelotti


    In Champions League, dopo aver vinto il proprio girone con un punto di vantaggio sul PSV Eindhoven precedendo anche Schalke 04 e Fenerbahçe, l'8 marzo 2006 il Milan sconfigge il Bayern Monaco per 4-1 nel ritorno degli ottavi di finale di Champions League, eliminandolo dopo l'1-1 dell'Allianz Arena. Il club rossonero, così, diventa l'unica squadra europea ad aver partecipato ai quarti di finale della competizione in tutte le edizioni dal 2002-2003 al 2005-2006 (con tre semifinali, due finali e un successo), primato migliorato nella stagione seguente con l'ingresso alle semifinali, e poi alla vittoriosa finale, dell'edizione successiva della Champions League. Con questi risultati il club riesce a consolidare il suo primato nella classifica della UEFA. Ai quarti di finale il Milan estromette i francesi del Lione, pareggiando per 0-0 in Francia e battendo gli avversari per 3-1 a San Siro: sono decisive le reti nei minuti finali di Inzaghi e Ševčenko. Grazie a questo gol l'ucraino (che al termine della competizione sarà capocannoniere con 9 gol) diventa il miglior marcatore di tutti i tempi della Champions League. La squadra viene eliminata in semifinale dal Barcellona, poi vincitore del trofeo: nella partita di andata a San Siro vincono i blaugrana per 1-0 (gol di Giuly), mentre la partita di ritorno al Camp Nou (in cui pesa un gol annullato a Ševčenko che secondo la critica era regolare)[26] termina 0-0. Si tratta della seconda eliminazione nella storia del club in semifinale di Coppa dei Campioni-Champions League, dopo quella del 1956 subita a vantaggio del Real Madrid.
    Nel maggio 2006 anche il Milan (oltre a Juventus, Lazio, e Fiorentina e altre squadre) è indagato nello scandalo di intercettazioni telefoniche che fanno presumere illeciti sportivi riguardanti la stagione 2004-2005.[27] La società rossonera è condannata ad una penalizzazione di 44 punti da scontare nel campionato 2005-2006, con conseguente esclusione dalle coppe europee (anche se sarebbe stato ammesso in Coppa UEFA poiché l'Empoli, promosso nella competizione dopo lo scandalo, non aveva la licenza UEFA quindi non poteva qualificarsi per competizioni internazionali) e 15 punti di penalizzazione, poi ridotti, da scontare nel campionato 2006-2007. Vengono inoltre puniti il vicepresidente Adriano Galliani con l'inibizione per un anno e l'addetto agli arbitri Leonardo Meani con l'inibizione per tre anni e sei mesi. A seguito della prima sentenza, i rossoneri ricorrono in appello alla Corte Federale la quale, il 25 luglio, riduce la penalizzazione per il campionato 2005-2006 a 30 punti, scalando il Milan alla terza posizione e consentendogli così di partecipare alla Champions League 2006-2007, seppur dal terzo turno preliminare.
    Al termine della stagione Andrij Ševčenko è ceduto al Chelsea dopo sette stagioni ricche di successi di squadra e individuali, con la maglia rossonera.
    Questo è l'ultimo anno di sponsorizzazione Opel; al suo posto subentra l'azienda di scommesse Bwin.
    2006-2007: la 7ª Coppa dei Campioni e 4° in serie A

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    Il Milan celebra la conquista della UEFA Champions League 2006-2007.


    Alla fine di maggio 2006 Manuel Rui Costa, rescinde consensualmente il contratto per trasferirsi al Benfica mentre Jaap Stam torna in Olanda. In estate vengono ceduti anche Vogel e Amoroso. Per la sostituzione di Ševčenko la società ingaggia il brasiliano Ricardo Oliveira dal Betis Siviglia. Altri acquisti estivi sono Daniele Bonera, Yoann Gourcuff, mentre viene ingaggiato lo svincolato Giuseppe Favalli. Il 15 giugno, l'assemblea dei soci elegge per acclamazione Silvio Berlusconi presidente del Milan dopo un'assenza che durava dal 28 dicembre 2004, a seguito delle dimissioni per il divieto posto dalla legge antitrust.
    A Berlino, il 9 luglio, cinque giocatori del Milan (Inzaghi, Nesta, Pirlo, Gattuso e Gilardino) si laureano Campioni del mondo con la Nazionale italiana, vincendo in finale contro la Francia i Mondiali di calcio Germania 2006.
    Alla metà di agosto del 2006 il Milan, nell'ambito del processo per lo scandalo del calcio italiano, viene nuovamente deferito dal procuratore Palazzi per responsabilità oggettiva. L'addetto agli arbitri Leonardo Meani è deferito per omessa denuncia riguardo a una presunta combine nella partita Arezzo-Salernitana della Serie B 2004-2005. Il 2 agosto la UEFA decide di ammettere con riserva il Milan al terzo turno preliminare della Champions League 2006-2007 contro la Stella Rossa.[29] Superato il terzo turno preliminare (1-0 a San Siro e 2-1 a Belgrado), il Milan accede alla fase a gironi della competizione per l'ottava volta negli ultimi dieci anni.
    Dopo un inizio in campionato che consente alla squadra di azzerare rapidamente la penalizzazione di 8 punti, i rossoneri perdono alcuni match e si trovano lontani dalla vetta della classifica già a novembre.
    In Champions League il club si impone nel suo girone eliminatorio composto da AEK Atene, Anderlecht e Lille conquistando con due turni d'anticipo il primo posto (raggiunto per il quinto anno consecutivo) e conseguentemente, l'accesso agli ottavi di finale.

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    Formazione iniziale del Milan laureatosi campione d'Europa 2007.


    Nel mercato invernale la dirigenza porta in rossonero il brasiliano Ronaldo, proveniente dal Real Madrid, che non può giocare nelle competizioni europee, ma che aiuterà la squadra in campionato collezionando 14 presenze e siglando 7 reti. Viene inoltre acquistato dalla Lazio, il terzino campione del mondo, Massimo Oddo.
    In Gennaio i rossoneri vengono sconfitti dalla Roma (poi vincitrice della competizione) nelle semifinali di Coppa Italia (2-2 a San Siro, 3-1 all'Olimpico).
    Per il proseguo in Champions, vista la scarsa propensione realizzativa di Oliveira, il tecnico Ancelotti torna al 4-3-2-1 già caratterizzante le prime due fasi della massima competizione europea nel 2002-2003, sacrificando una punta per inserire un centrocampista in più (Ambrosini) spostando Seedorf sulla linea della trequarti. Il Milan prosegue il proprio cammino superando (0-0 e 1-0 a San Siro) il Celtic Glasgow negli ottavi di finale grazie ad un gol di Kaká nei tempi supplementari. Accede così ai quarti di finale di Champions per la quinta volta negli ultimi cinque anni, unica tra le squadre europee presenti anche ai quarti di finale dell'edizione precedente del torneo. Eliminato il Bayern Monaco (2-2 a San Siro firmato Pirlo e Kaká e 2-0 all'Allianz Arena con reti di Seedorf e Inzaghi), il Diavolo approda alle semifinali di Champions per la terza stagione consecutiva (quarta semifinale nelle ultime cinque stagioni). Qui elimina il Manchester United che, dopo aver avuto la meglio nella gara d'andata all'Old Trafford (3-2), viene sconfitto per 3-0 a San Siro nel ritorno subendo i gol di Kaká (già autore di una doppietta all'andata), Seedorf e Gilardino. Il club rossonero conquista così l'accesso all'undicesima finale della propria storia in Coppa Campioni-Champions League, la terza negli ultimi cinque anni, confermandosi secondo club europeo nella classifica delle finali disputate alle spalle del Real Madrid. Nella finale dello Stadio Olimpico di Atene, il 23 maggio, i rossoneri si ritrovano opposti al Liverpool, come nel 2005. È la seconda volta nella storia della Coppa dei Campioni-Champions League che due squadre si affrontano in finale a pochi anni di distanza; la stessa cosa accadde tra Real Madrid e Stade Reims, avversarie nel 1956 e nel 1959. A differenza della finale di Istanbul di due anni prima, questa volta a vincere è il Milan, che batte per 2-1 gli inglesi al termine di una partita caratterizzata dalla doppietta di Filippo Inzaghi cui segue, nel finale, il gol del Liverpool con Dirk Kuijt, che non impedisce al capitano Paolo Maldini di sollevare nuovamente, a quattro anni di distanza, la sua quinta Coppa dei Campioni, la settima e la quinta in vent'anni, per il club di via Turati. Kaká si laurea inoltre capocannoniere del torneo con 10 gol.
    In campionato, dove perde entrambi i derby a venticinque anni di distanza dall'ultima volta, il primo per 3-4 e il secondo per 2-1, il club raggiunge il piazzamento tra le prime quattro con due turni di anticipo grazie ai 38 punti conquistati nel girone di ritorno. L'Inter campione d'Italia distanzia i rossoneri di 36 punti (compresi gli otto di penalizzazione).
    Alla fine della stagione, all'età di 41 anni, si ritira dall'attività agonistica il vice-capitano Alessandro Costacurta. Il 13 maggio, nella gara contro il Catania, Paolo Maldini raggiunge le 600 presenze in Serie A, primo calciatore a toccare questa quota e con l'ottava finale di Coppa dei Campioni/Champions League eguaglia il record di finali disputate, stabilito precedentemente dallo spagnolo Francisco Gento con il Real Madrid.
    2007-2008: 5º in serie A, 5ª Supercoppa europea e Campioni del mondo

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    Kaká, Pallone d'oro e FIFA World Player 2007.


    Nell'estate 2007 tornano al Milan Ibrahim Ba, svincolato, e Digão (prima in prestito), fratello minore di Kaká. Dopo le cessioni di Oliveira (in prestito con diritto di riscatto al Real Saragozza) e Borriello (in compartecipazione col Genoa) ed il ritiro di Alessandro Costacurta, che entra a far parte dello staff tecnico, vengono ingaggiati due brasiliani, l'attaccante Alexandre Pato, utilizzabile solo da gennaio o nel caso di amichevoli, e il centrocampista Emerson dal Real Madrid.

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    Cafù, lascia il Milan e il calcio giocato


    Il 31 agosto 2007, a Montecarlo, il Milan si aggiudica la Supercoppa europea battendo per 3-1 in rimonta il Siviglia campione in carica. Viene così consolidato il record di vittorie in questa competizione: i cinque trofei (1989, 1990, 1994, 2003, 2007, tutti ottenuti dopo aver vinto una Coppa Campioni/Champions League) danno diritto al club di custodire per sempre nella bacheca la coppa in versione originale. Il Milan dedica il trofeo al giocatore del Siviglia Antonio Puerta da poco scomparso. Il 2 dicembre Kaká diventa il sesto calciatore del Milan a vincere il Pallone d'oro precedendo nella classifica di France Football Cristiano Ronaldo, Messi e il compagno di squadra Andrea Pirlo, piazzatosi al quarto posto. Alcune settimane più tardi il brasiliano riceve anche il FIFA World Player.
    Dal 7 al 16 dicembre i rossoneri partecipano alla Coppa del Mondo per club in programma in Giappone. Superata la semifinale giocata il 13 dicembre contro la squadra giapponese dell'Urawa Red Diamonds (1-0 con rete di Clarence Seedorf), in finale sconfiggono il Boca Juniors per 4–2, diventando il club più titolato a livello di trofei internazionali vinti (18). Dopo 2 successi di club brasiliani, il Milan è la prima squadra europea ad aggiudicarsi la competizione che dal 2005 assegna il titolo di campione del Mondo e con 4 successi intercontinentali complessivi stabilisce un record assoluto. I gol dei Diavoli nella finale sono realizzati da Inzaghi, autore di una doppietta, Nesta e Kaká eletto giocatore della partita e miglior giocatore della competizione, davanti a Seedorf. Con la doppietta al Boca, Inzaghi ha segnato almeno una volta in tutte le competizioni UEFA.
    In campionato non è brillante, privo dell'infortunato Ronaldo (che rientrerà alla fine di novembre), nella prima parte del torneo prima della sosta natalizia, il Milan occupa le posizioni di centro-classifica e non riesce a ottenere una vittoria in casa fino all'inizio del nuovo anno, eguagliando la propria peggiore striscia casalinga negativa, risalente ad ottantasei anni prima. È solo nella partita dell'esordio ufficiale del giovane brasiliano Alexandre Pato, contro il Napoli, che i rossoneri colgono il loro primo successo interno. Dalla ripresa del torneo il Diavolo torna a lottare per il quarto posto, mentre in Coppa Italia viene eliminato negli ottavi dal Catania (1-2 in casa, 1-1 in trasferta). Le due reti rossonere sono messe a segno da Alberto Paloschi, il quale, nell'esordio in campionato contro il Siena a San Siro, il 10 febbraio, va a segno diciotto secondi dopo il suo ingresso in campo, stabilendo il nuovo record di realizzazione più veloce per un debuttante in Serie A.

    Dida

    Kaladze

    Nesta

    Maldini

    Ambrosini

    Pirlo

    Bonera

    Kakà

    Seedorf

    Inzaghi

    Gattuso


    La formazione titolare vincitrice del Mondiale per club 2007.

    In Champions League i rossoneri, che a febbraio perdono nuovamente Ronaldo fino alla fine della stagione a causa di un infortunio, chiudono al primo posto la prima fase a gironi per la settima volta consecutiva, precedendo Celtic, Benfica e Sachtar. Negli ottavi di finale sono eliminati, a opera dell'Arsenal, che supera il turno vincendo per 0-2 a San Siro dopo lo 0-0 dell'andata all'Emirates Stadium di Londra. Per la quarta stagione consecutiva, la squadra campione d'Europa in carica viene eliminata agli ottavi.
    Il 7 febbraio il Milan viene insignito dell'appena creato FIFA Club World Cup Champions Badge, riconoscimento riservato alla formazione vincitrice nell'ultima edizione della Coppa del mondo per club FIFA disputata. Il Milan ha il diritto di sfoggiare la propria divisa impreziosita da tale badge fino al giorno della finale della Coppa del mondo per club FIFA 2008. Il FIFA Champions Badge non è l'unica novità che arricchisce la maglia rossonera: sulla manica i rossoneri sfoggiano anche il logo dei detentori della Champions League introdotto dall'UEFA nel 2004 e, in aggiunta, la società fa cucire sotto lo stemma la scritta «il club più titolato al mondo».
    Il 16 febbraio, nell'anticipo di campionato contro il Parma, Paolo Maldini, subentrando a Marek Jankulovski, tocca lo storico traguardo delle 1000 partite ufficiali disputate in carriera. Così come avvenuto già nel dicembre del 2004, l'8 maggio la carica di presidente del club torna vacante per via del nuovo incarico conferito a Silvio Berlusconi in qualità di presidente del consiglio dei ministri.
    Nelle ultime giornate di campionato il Milan lotta con la Fiorentina per ottenere il quarto posto utile per la qualificazione ai preliminari di Champions League, senza riuscirvi. I rossoneri scavalcano i toscani il 4 maggio, sconfiggendo l'Inter per 2-1 e approfittando della sconfitta dei viola in casa del Cagliari. Una settimana più tardi, nella penultima giornata, la Fiorentina supera nuovamente la squadra di Ancelotti, che perde per 3-1 sul terreno del Napoli. La situazione rimane invariata all'ultima giornata, in cui ambedue le formazioni vincono: il Milan per 4-1 contro l'Udinese e i toscani per 1-0 contro il Torino. I rossoneri accedono, dunque, alla Coppa UEFA dopo sei stagioni consecutive in Champions League. La partita con l'Udinese segna il congedo di Cafu e di Serginho, all'ultima apparizione con la maglia del Milan.
    2008-2009: 3º posto e gli addii di Maldini, Ancelotti e Kakà

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    Ronaldinho con la maglia del Milan


    Oltre a Cafu e Serginho, al termine della stagione 2007-2008 lasciano il Milan anche Ibrahim Ba, Alberto Gilardino e l'infortunato Ronaldo. A queste partenze si aggiungeranno quelle di Digão (in prestito) Yoann Gourcuff (in prestito con diritto di riscatto), Dario Šimić, Alberto Paloschi (ceduto in compartecipazione), Massimo Oddo (prestito) e Cristian Brocchi. Sul fronte degli arrivi, dopo aver acquistato Gianluca Zambrotta e Mathieu Flamini, a metà luglio il Milan ufficializza l'atteso acquisto del fuoriclasse brasiliano Ronaldinho. Tornano in organico dopo alcuni anni in prestito Christian Abbiati, Luca Antonini e Marco Borriello. Andrij Ševčenko torna in prestito dal Chelsea mentre il difensore Philippe Senderos arriva in prestito dall'Arsenal. Il 22 ottobre 2008 viene ufficializzato il tesseramento dell'inglese David Beckham, in prestito dai Los Angeles Galaxy inizialmente dal 1º gennaio al 9 marzo 2009, poi fino alla fine della stagione. A dicembre 2008 è definito l'acquisto del brasiliano Thiago Silva, che verrà inserito nella rosa rossonera dalla stagione 2009-2010.

    PaoloMaldini
    Paolo Maldini si ritira dal calcio giocato dopo aver vinto con la maglia del Milan 7 scudetti, 1 Coppa Italia, 5 Supercoppe italiane, 5 Champions League, 5 Supercoppe UEFA, 2 Coppe Intercontinentali e un Mondiale per club.


    I rossoneri, non impegnati in Champions League dopo sei stagioni, ottengono due sconfitte consecutive nelle prime due giornate (situazione che non si verificava da ventidue anni); a settembre vincono il derby con l'Inter con un gol di Ronaldinho. Frattanto accedono alla fase a gironi di Coppa UEFA battendo lo Zurigo. Alla fine di novembre, la squadra perde terreno rispetto ai rivali nerazzurri e alla sedicesima giornata, a metà dicembre, esce sconfitta dal campo della Juventus, che contende ai rossoneri il secondo posto. Prima della sosta natalizia il Milan batte 5-1 l'Udinese in casa. In seguito si mantiene imbattuto fino al derby di ritorno di metà febbraio che vede i nerazzurri imporsi 2-1. Dopo essersi qualificato secondo nel girone eliminatorio di Coppa UEFA alle spalle di Wolfsburg e davanti a Braga, Portsmouth e Heerenveen, il 26 febbraio il Milan viene eliminato nei sedicesimi di finale per la regola dei gol fuori casa per mano del Werder Brema, futuro finalista della manifestazione. La Coppa UEFA rimane così l'unica competizione ufficiale a cui il club ha partecipato che non è riuscito a vincere. Per la quarta volta in altrettante partecipazioni a questo torneo durante la gestione Berlusconi, il Milan viene eliminato dal club finalista perdente e per la prima volta nella sua storia viene estromesso da una competizione europea per la regola dei gol in trasferta.
    Dopo il derby in campionato il Milan ottiene una vittoria contro il Cagliari e una sconfitta contro la Sampdoria. Nelle successive nove partite i rossoneri totalizzano 23 punti sui 27 disponibili, frutto di sette vittorie e due pareggi ottenute grazie anche alla vena realizzativa di Inzaghi, prima di cadere a Udine, match che consegna matematicamente lo scudetto all'Inter con 2 giornate di anticipo senza che i nerazzurri debbano scendere in campo. Il 31 maggio giunge il successo all'ultima giornata a Firenze, vittoria che permette ai rossoneri di accedere direttamente alla Champions League 2009-2010 senza passare dal terzo turno preliminare, grazie al terzo posto finale ottenuto per via dei risultati degli scontri diretti con la Juventus (2-4, 1-1), con la quale conclude il campionato a pari punti, a dieci lunghezze dall'Inter. Quella giocata al Franchi è l'ultima partita ufficiale di Paolo Maldini, che si ritira dopo venticinque stagioni, e l'ultima con Ancelotti sulla panchina rossonera dopo otto anni. Il match coi toscani vede il ritorno in campo del fino ad allora infortunato Alessandro Nesta, al suo esordio nel campionato 2008-2009. Così come già successo in onore di Franco Baresi nel 1997, anche la maglia numero 3, per anni indossata da Maldini, viene ritirata. La fascia di capitano passa a Massimo Ambrosini, il giocatore con più stagioni rossonere alle spalle.
    Per la successione di Ancelotti la società decide di puntare sull'ex calciatore e dirigente rossonero Leonardo, alla prima esperienza in panchina, mentre pochi giorni più tardi Kaká, dopo sei stagioni col Milan, viene ceduto al Real Madrid per 65 milioni di euro. La cessione si compie al fine di ripianare il bilancio del club. Questa decisione desta ampio dissenso tra la tifoseria.
    2009-2010: 3º posto con Leonardo allenatore
    La società decide di non reinvestire la somma incassata per la cessione di Kaká, destinandola, al risanamento del bilancio. Dal calciomercato arriva l'attaccante Klaas-Jan Huntelaar, torna dal prestito Massimo Oddo, mentre viene riscattata la comproprietà del terzino Ignazio Abate. Andrij Ševčenko torna al Chelsea dopo una stagione con 18 presenze e una rete (in Coppa Italia) mentre Yoann Gourcuff viene ceduto definitivamente al Bordeaux che riscatta il suo cartellino. Lascia il club anche il portiere Kalac.

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    Leonardo, ex giocatore del club, divenuto allenatore dopo l'addio di Ancelotti.


    Dopo un difficile avvio di stagione comprendente la sconfitta nel derby per 4-0 (scarto che non si verificava da trentacinque anni), la squadra riesce a riprendersi grazie anche alla svolta tattica avvenuta durante la partita con la Roma, consistente lo schieramento di tre punte (Ronaldinho, Borriello, Pato) davanti al trequartista Seedorf. Questo schema viene subito battezzato da Adriano Galliani 4-2-Fantasia. La squadra riesce così inserirsi nella lotta al vertice in campionato e, nonostante la nuova sconfitta nel derby di ritorno (0-2), a metà marzo si porta a un punto di distacco dall'Inter. Da quel momento la compagine rossonera, priva degli infortunati Nesta, Beckham e Pato, perde terreno mancando il sorpasso sui nerazzurri in occasione di Milan-Napoli (1-1).
    In Champions League, nella fase a gironi, subisce la sconfitta interna contro lo Zurigo (0-1), vince e pareggia contro il Marsiglia e batte per la prima volta il Real Madrid sul suo campo (3-2). Superato il girone eliminatorio con il secondo posto finale, la squadra viene eliminata negli ottavi dal Manchester United (prima eliminazione della storia contro la squadra inglese) perdendo entrambe le partite (2-3 a Milano, 0-4 a Manchester) ed eguagliando il proprio record negativo di reti subite in un doppio confronto nelle coppe europee (risalente alla stagione 1959-1960 in Coppa dei Campioni contro il Barcellona, 0-2 in casa, 1-5 in trasferta). In Coppa Italia viene eliminato dall'Udinese, dopo aver perso per 0-1 in casa nei quarti di finale.
    Nelle ultime giornate di campionato i rossoneri riescono a centrare il terzo posto valido per la qualificazione diretta alla Champions League. Prima dell'ultima partita contro la Juventus, conclusasi con una vittoria per 3-0, Leonardo rende nota l'intenzione di abbandonare la panchina del Milan in vista della stagione successiva, nel corso della quale passerà ad allenare l'Inter. Una situazione di questo tipo non si verificava dal 1984, quando Ilario Castagner passò ad allenare l'Inter la stagione successiva a quella in cui venne esonerato dal Milan. Al termine della stagione la società firma un nuovo contratto di sponsorizzazione con la compagnia aerea Emirates che rimpiazza Bwin dopo quattro stagioni.
    Il Milan di Allegri (2010-oggi)
    Con l'arrivo dell'allenatore Massimiliano Allegri il Milan torna al successo in campionato dopo 7 anni. Al termine della seconda stagione con il livornese in panchina, in cui il Milan conquista la sua sesta Supercoppa italiana, lasciano il club diversi giocatori protagonisti dei successi targati Ancelotti.
    2010-2011: il 18º scudetto

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    Zlatan Ibrahimović, acquisto dell'estate 2010.


    Per la stagione 2010-2011 giungono a Milano Marco Amelia, Mario Yepes, Kevin Prince Boateng, Zlatan Ibrahimović e Robinho. Lasciano il club Borriello (dopo essere sceso in campo nella prima giornata), Huntelaar, Kaladze, Dida e Favalli (che chiude la carriera). Come nuovo allenatore, al posto del brasiliano Leonardo, viene ingaggiato il livornese Massimiliano Allegri, proveniente da due stagioni al Cagliari.

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    Massimiliano Allegri, allenatore del Milan dalla stagione 2010-2011.


    La squadra, dopo l'esordio con un 4-0 in casa col Lecce, incappa in un periodo caratterizzato dalla sconfitta a Cesena alla 2ª giornata e due pareggi con Catania e Lazio. Trova poi una serie di vittorie di misura prima di cadere per la seconda volta, per mano della Juventus a San Siro alla 9ª giornata. La giornata successiva, a Bari, viene definitivamente abbandonato il 4-3-3 di inizio stagione in favore di un 4-3-1-2 che prevede tre mediani di copertura in appoggio a un unico trequartista alle spalle del tandem Ibrahimović-Robinho, ruolo ricoperto dapprima da Clarence Seedorf, in seguito riportato sul centro-sinistra, e poi nel corso della stagione da Boateng; questo cambio tattico comporterà un sempre minore utilizzo del brasiliano Ronaldinho, che verrà poi ceduto nel mercato invernale. Gli effetti sono la vittoria per 3-2 con il Bari e per 3-1 in casa col Palermo, gara che vale il primato ai rossoneri. Lo schema continua ad essere adottato anche nelle giornate successive che portano ad aumentare il distacco con le concorrenti grazie a vittorie come quelle contro Fiorentina e Inter, entrambe per 1-0. Il Milan conclude così il 2010 in testa al campionato conquistando il titolo di Campione d'inverno il 19 dicembre con una vittoria 3-0 a Bologna. Nel mercato di gennaio arrivano Urby Emanuelson, Mark Van Bommel, Nicola Legrottaglie e Antonio Cassano. La squadra prosegue il cammino ritrovandosi in testa di tre punti sul Napoli alla vigilia dello scontro diretto: i rossoneri vincono per 3-0 una gara risolta dal trio Ibrahimović-Boateng-Pato. Dopo una vittoria a Torino con la Juventus, in seguito a un solo punto conquistato dai rossoneri nelle successive due gare con Bari e Palermo, alla vigilia del derby, i nerazzurri si ritrovano a due punti di distacco con la possibilità di sorpasso. I rossoneri, privi di Ibrahimović squalificato per due giornate per aver colpito un giocatore del Bari, già dopo 47 secondi passano in vantaggio grazie a Pato che riesce a violare la porta di Julio Cesar; seguono un'altra rete dell'attaccante brasiliano e un rigore di Antonio Cassano che sanciscono il 3-0 finale a favore dei rossoneri. Scontata la squalifica Ibrahimović torna in campo nel match successivo contro la Fiorentina ma viene espulso di nuovo e squalificato per altre tre giornate per ingiurie al guardalinee. I viola vengono sconfitti comunque 2-1. Dopo questa vittoria ne seguono altre tre fino alla partita decisiva dell'8 maggio: allo Stadio Olimpico per il match contro Roma scendono in campo Abbiati, Abate, Nesta, Thiago Silva, Zambrotta, van Bommel, Gattuso, Seedorf, Boateng, Ibrahimović e Robinho. Al termine dei 90' in virtù dello 0-0 il Milan è matematicamente Campione d'Italia con 2 giornate di anticipo.
    In Champions League il Milan è inserito nel gruppo G con Real Madrid, Ajax e Auxerre e si classifica secondo con 8 punti alle spalle degli spagnoli, con cui i rossoneri sfiorano la vittoria. In svantaggio per 0-1 per mano di Higuain, ribaltano la partita con una doppietta di Filippo Inzaghi. Il forcing finale dei madrileni porta al definitivo 2-2 grazie a Pedro León. La squadra si ferma agli ottavi di finale contro il Tottenham: dopo lo 0-1 di San Siro gli uomini di Allegri non riescono a sbloccare il ritorno a White Hart Lane per uno 0-0 finale che la estromette dal torneo. Non vincente è anche l'avventura in Coppa Italia: giunto in semifinale, il Milan deve cedere al Palermo che, dopo il 2-2 a Milano, si afferma in casa per 2-1. Sfuma così la possibilità di un derby nella finale che assegna anche la Coppa del 150º anniversario dell'Unità d'Italia.
    Al termine della stagione Andrea Pirlo decide di non rinnovare il contratto, e quindi lascia il Milan dopo dieci anni.
    2011-2012: 6ª Supercoppa italiana, 2º posto, quarti di Champions e i molteplici addii
    La stagione 2011-2012 inizia con la vittoria, ad agosto, della sesta Supercoppa italiana, conquistata a Pechino battendo 2-1 l'Inter in rimonta, grazie alle reti di Zlatan Ibrahimović e Kevin-Prince Boateng. Il Milan dopo questo trionfo diventa la squadra detentrice del record di successi in tale competizione.

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    Gennaro Gattuso (in una foto del 2008), saluta i tifosi del Milan dopo 13 stagioni con la casacca rossonera.


    Le principali operazioni della sessione estiva di mercato riguardano l'ingaggio dei difensori Philippe Mexès e Taye Taiwo (entrambi a parametro zero), l'attaccante diciannovenne Stephan El Shaarawy (in compartecipazione) e i centrocampisti Alberto Aquilani (in prestito) e Antonio Nocerino. Tra i giocatori che lasciano il Milan, oltre ad Andrea Pirlo (svincolato), ci sono i difensori Marek Jankulovski, Nicola Legrottaglie e Massimo Oddo e il centrocampista Alexander Merkel. In questa stagione viene aggregato alla prima squadra il primavera Mattia De Sciglio.
    In campionato i rossoneri vincono solo una delle prime cinque partite, venendo sconfitti anche a Torino dalla Juventus, futura vincitrice del torneo. La squadra torna al successo contro il Palermo e, da li fino alla sosta natalizia, inanella una serie di undici risultati utili consecutivi (compreso il recupero della prima giornata rinviata a causa dello sciopero dei calciatori al 21 dicembre 2011) tra i quali la vittoria di Lecce in cui, sotto di tre gol nel primo tempo, riesce a ribaltare il risultato vincendo 4-3. I rossoneri, battuti a gennaio nel Derby, chiudono il girone di andata secondi alle spalle dei bianconeri. Nel mercato invernale la squadra viene rafforzata principalmente con gli innesti di Sulley Muntari, Maxi López e Djamel Mesbah. Nel girone di ritorno, lo scontro diretto della 25ª giornata termina 1-1; sull'1-0 per i rossoneri non viene convalidata una rete al neo-acquisto Muntari, mentre, nel finale, viene annullata una rete allo juventino Matri. Per queste ragioni lo scontro diretto scatenerà un gran numero di polemiche.

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    La Curva Sud di San Siro tributa l'omaggio finale a Gennaro Gattuso, Filippo Inzaghi ed Alessandro Nesta nel giorno della loro ultima partita in rossonero, il 13 maggio 2012.


    Nonostante il pareggio nello scontro al vertice, il Milan riesce a portarsi in testa nella giornata successiva e allungare in quella dopo quando i bianconeri vengono fermati da due pareggi. La permanenza in vetta dura fino alla 30ª giornata quando i Diavoli, dilapidano i 4 punti di vantaggio a causa dei passi falsi con Catania e Fiorentina e vengono sorpassati definitivamente dalla Juventus. Alla penultima giornata il Milan perde per 4-2 il derby di ritorno contro l'Inter che chiude matematicamente il discorso scudetto. I rossoneri dunque terminano il campionato al secondo posto dietro i bianconeri, con il miglior attacco (74 reti) e il maggior numero di vittorie (24). Zlatan Ibrahimović vince il titolo di capocannoniere della Serie A con la quota di 28 gol (primo calciatore a vincerlo con due squadre diverse e della stessa città), anche se per la prima volta da quando è in Italia non riesce a festeggiare la conquista dello scudetto. Alle sue spalle tra i migliori marcatori stagionali rossoneri si piazza Antonio Nocerino con 11 reti.
    Intanto, il 29 marzo 2012, Silvio Berlusconi viene nominato dal consiglio di amministrazione, Presidente Onorario, anche se la carica di presidente resta vacante.
    In Champions League il Milan si qualifica secondo nel girone alle spalle del Barcellona (con cui perde 3-2 in casa e pareggia 2-2 al Camp Nou) e davanti a BATE Borisov e Viktoria Plzeň entrambe battute per 2-0 a San Siro. Nell'andata degli ottavi di finale i Diavoli sconfiggono a Milano l'Arsenal per 4-0. Al ritorno i Gunners sfiorano la rimonta imponendosi 3-0. Ai quarti i rossoneri ritrovano il Barcellona: gli spagnoli vincono al Camp Nou per 3-1, dopo che la sfida del Meazza era terminata 0-0, estromettendo dalla massima competizione europea gli ultimi rappresentanti del calcio italiano rimasti.
    In Coppa Italia la squadra di Allegri viene eliminata in semifinale per mano della Juventus al termine dei tempi supplementari nella partita di ritorno a Torino, dopo che i tempi regolamentari si erano chiusi con il medesimo 1-2 dell'andata. I rossoneri escono così anche dalla Coppa nazionale dopo aver sconfitto il Novara agli ottavi e la Lazio ai quarti.
    Nell'ultimo match stagionale, giocato a San Siro contro il Novara, danno l'addio alla squadra Gianluca Zambrotta, Mark van Bommel, Flavio Roma, Alessandro Nesta, Gennaro Gattuso e Pippo Inzaghi, questi ultimi tre rispettivamente dopo dieci, tredici e undici anni di carriera con la maglia del Milan; l'attaccante piacentino (alla trecentesima presenza in rossonero) si congeda siglando il gol che vale la vittoria sui piemontesi.
    2012-2013

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    Stephan El Shaarawy


    Alle partenze annunciate al termine della stagione precedente si aggiungono, in estate, quelle di Seedorf, Aquilani, Cassano, Maxi López, Thiago Silva e Ibrahimović. La cessione di questi ultimi due, al Paris Saint-Germain, avvenuta per ragioni di bilancio, provoca malumori tra alcuni tifosi che arrivano a chiedere il rimborso degli abbonamenti già sottoscritti. Le principali operazioni in entrata, invece, riguardano gli ingaggi del portiere Gabriel, dei difensori Francesco Acerbi e Cristián Zapata, dei centrocampisti Kévin Constant, Nigel de Jong, Riccardo Montolivo e Bakaye Traoré e degli attaccanti Bojan Krkić, M'Baye Niang e Giampaolo Pazzini. Viene inoltre risolta col Genoa la compartecipazione di Stephan El Shaarawy, che diviene di proprietà esclusiva del club rossonero.
    L'inizio della stagione è caratterizzato da 3 pareggi e 6 sconfitte nelle prime 13 partite di campionato tra cui quella rimediata nel derby e quella a San Siro nell'esordio contro la Sampdoria. In questa squadra formata da molti giocatori nuovi, è il giovane El Shaarawy il trascinatore. L'italo-egiziano, schierato costantemente titolare, guida la classifica dei marcatori di serie A fin dalle prime giornate. È proprio grazie a un suo gol e un suo assist che il Milan accede agli ottavi di finale di Champions League con un turno di anticipo, sconfiggendo, il 21 novembre, l'Anderlecht in Belgio (3-1) e piazzandosi secondo nel girone alle spalle del debuttante Málaga con cui rimedia un pareggio e una sconfitta. L'altro team inserito nel gruppo C è lo Zenit Sanpietroburgo che gli uomini di Allegri sconfiggono 3-2 in Russia prima di cadere (0-1) nell'ininfluente (ai fini del passaggio del turno) sfida di San Siro. Il 25 novembre i rossoneri, quattordicesimi in classifica, battono 1-0 al Meazza la Juventus capolista grazie a un rigore di Robinho.


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    La storia del derby di Milano

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    I precedenti della stracittadina della Madunina.

    L'ultimo precedente risale al gennaio 2012: all'andata vinse l'Inter 1-0 grazie a Milito.

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    Nonostante un curriculum da bomber quasi perfetto Eto'o non ha mai deciso un derby.

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    Thiago Motta è stato uno dei marcatori del derby dell'agosto 2009: esordio di Sneijder.

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    Memorabile un'incredibile colpo di testa di Ronaldinho, decisivo nel settembre 2008.
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    Zlatan Ibrahimovic, prima di trasferirsi in rossonero, è stato uomo derby da interista.

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    Il miglior marcatore della storia del derby è Shevchenko, con quattordici reti in totale.

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    Il presidente dell'Inter, Ernesto Pellegrini, parla con alcuni tifosi il 18 marzo 1984.

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    Oltre a punzecchiare i rivali ('zeru tituli'), da nerazzurro Mourinho ha un bilancio positivo.

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    Il recordman di presenze è Paolo Maldini, che ha giocato il derby per 55 volte.

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    Ronaldo è stato un idolo per i nerazzurri, la rete in acrobazia in un 3-0 è indimenticabile.

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    Il brasiliano ha segnato anche da rossonero in un derby vinto però in rimonta dall'Inter.

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    Ha avuto più fortuna da ex Ibrahimovic, in gol su rigore nel 2010 per l'1-0 finale.
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    I fratelli Baresi Franco del Milan e Giuseppe dell'Inter, nel derby del 13 novembre 1978.

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    Van Basten contrasta Lothar Matthaeus, durante il derby del 24 marzo 1991.

     
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