IL NATALE IN GERMANIA nel 1941.....

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  1. gheagabry
     
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    Lo strano "NATALE" nella Germania del 1941.





    Il 13 novembre 2009, sullo Spiegel Online, David Gordon Smith pubblicava un articolo dal titolo How the Nazis stole Christmas.
    A new exhibition highlights how the Nazis tried to take Christ out of Christmas era l’eloquente sottotitolo.

    Essì, perché non era solo in Russia che il clericale Santa Claus veniva bandito a favore di Nonno Gelo. Se i Comunisti russi erano dei pazzi scatenati, i Nazisti non stavano messi meglio – e, in una mostra che dovrebbe essere ancora in corso in un museo di Colonia, un vasto assortimento di oggettistica lo dimostra.

    Ecco alcuni stralci dell’articolo originale apparso sullo Spiegel.





    Tutto è cominciato in maniera molto innocente. Attorno alla metà degli anni Settanta, Rita Breuer ha incominciato a collezionare le antiche decorazioni natalizie della “vecchia” Germania, dopo che suo marito aveva espresso il desiderio di preparare un albero di Natale old-fashion come quello che vedeva sempre da bambino nella casa di sua nonna. La signora Breuer, che abita nella piccola città di Olpe, a sessanta chilometri da Colonia, ha saccheggiato i mercatini delle pulci e perlustrato le soffitte dei suoi amici alla ricerca di decorazioni e gingilli natalizi, dando origine a una collezione di tutto rispetto che non comprende solo decorazioni per l’albero di Natale, ma anche calendari dell’avvento, biglietti d’auguri, e mangiatoie con Gesù Bambino.

    Ma poi, è successo qualcosa di strano. La signora Breuer, che nel frattempo aveva cominciato a farsi aiutare da sua figlia Judith nella ricerca di pezzi da collezione, si è imbattuta in numerosissimi oggetti che non si addicevano propriamente alla tipica immagine gioiosa del Natale: soldatini di piombo con le divise della Prima Guerra Mondiale; decorazioni per l’alberello a forma di granate e bombe a mano…
    A quel punto, i Breuer hanno cominciato a indagare sul modo in cui il Natale sia stato utilizzato a scopi di propaganda nel corso della Storia, e in maniera particolarmente sfacciata durante gli anni del Nazismo. E il loro hobby si è rapidamente evoluto in un lavoro di ricerca assolutamente ragguardevole.





    Oggi, a più di trent’anni di distanza dal giorno in cui Rita Breuer ha cominciato a collezionare le decorazioni natalizie, una selezione dalla collezione di famiglia è in mostra al Centro di Documentazione Nazionalsocialista di Colonia. L’esposizione, incentrata sulla storia del Natale nella propaganda dal diciannovesimo secolo ad oggi, evidenzia come i Nazisti abbiano abusato del Natale adattandolo ai loro folli progetti, e cercando di trasformarlo nella “germanica” festa del solstizio d’Inverno.

    “Il Natale era una provocazione, per i Nazisti – dopo tutto, Gesù Bambino era ebreo” racconta a Spiegel Online la signorina Judith Breuer, che ha contribuito all’allestimento della mostra e ha firmato assieme a sua madre il catalogo dell’esposizione. “La festa più sentita dell’anno andava contro le loro convinzioni razziali, e quindi i Nazisti sono stati costretti a intervenire – cercando di rendere il Natale meno cristiano”.





    La mostra, che include fra le altre cose anche oggetti stranissimi, come stampini per biscotti a forma di svastica e palline per l’albero di Natale decorate con simboli nazisti, illustra il modo in cui i Nazisti abbiano ostinatamente cercato di eliminare Cristo dal Natale. Ad esempio, hanno cercato di convincere le casalinghe a preparare biscotti a forma di croce celtica, dall’aspetto simile a una svastica, e hanno tentato di sostituire la figura cristiana di San Nicola, che tradizionalmente porta regali ai bambini tedeschi il 6 dicembre, con la figura nordica del dio Odino.

    C’era, poi, un simbolo particolare, a creare grattacapi ai Nazisti: la stella, che da sempre decora gli alberi di Natale. “O era una stella a sei punte, che era simbolo degli Ebrei, o era una stella a cinque punte, che era simbolo dell’Unione Sovietica”, ci racconta la Breuer. In ogni caso, la stella doveva sparire.

    La Breuer evidenzia anche come, nonostante gli sforzi dei Nazisti, le tradizioni natalizie non fossero così facili da cambiare: “la gente, nella maggior parte dei casi, ha continuato a festeggiare come prima”.
    Ma l’influenza nazista sul Natale è stata molto più profonda di quanto non si possa immaginare: ad esempio, la versione nazista della canzone tradizionale “Es ist für uns eine Zeit angekommen” continua ad essere cantata anche nella Germania del 2000. “I Nazisti hanno tolto ogni riferimento a Gesù, e ne hanno fatto una canzone che parla del passeggiare in mezzo alla neve”, spiega la Breuer.

    Certo, la festa del Natale è stata fortemente secolarizzata in tutto il mondo, a partire dal ventesimo secolo, ma il trattamento riservatole dai Nazisti è stato qualcosa di molto diverso. Non aveva niente a che fare col consumismo o con la secolarizzazione, ma era basato sull’ideologia razziale e sulla bramosia di ritrovare una passata mitologia germanica.


    Natale_Nazista_Julleuchter




    Un esempio particolarmente sinistro del Natale nazista è la Julleuchter (“laterna di Yule”), una sorta di candeliere che è esposto nella mostra. Heinrich Himmler, capo delle SS, aveva ordinato che questa lanterna “germanica” fosse prodotta dai prigionieri di Dachau e Neuengamme, e che fosse poi utilizzata come regalo natalizio per tutti i membri delle SS.
    Lo stesso modello di Julleuchter inventato da Himmler è venduto ancor oggi in numerosissimi negozi della Germania, sotto un alone New Age che lo spaccia come “decorazione tradizionale tedesca”.






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