LA STORIA DEL TEMPO

....inventata dall'uomo

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  1. gheagabry
     
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    ... L’UOMO ED IL TEMPO …

    …Il tempo fugge, ci sfugge e a volte sembra che la nostra giornata, la nostra vita sia una continua rincorsa ad esso. Gli attimi sono come lampi che si susseguono mentre i nostri gesti sono le lancette di un grandissimo orologio che ci circonda. Le emozioni sono il quadrante di questo enorme orologio, sono il colore della sabbia della enorme clessidra nella quale scorrono granelli di attimi che rincorrono l’un l’altro. Noi ingranaggi di questo orologio, attimi del tempo che volge all’infinito … dobbiamo soltanto respirare attimi di quel tempo lasciando che esso ci avvolga e noi diventiamo parte di esso. La felicità dell’uomo consiste nel suo divenire “tempo” ed espandersi verso l’infinito divenendo eternità … .
    (Claudio)



    L'uomo che aveva paura del tempo

    L'uomo che aveva paura del tempo sapeva bene che non sarebbe riuscito a cancellarlo.
    Tanto meno a dominarlo. A rallentarne la corsa.

    Pensò, allora, che fosse assolutamente necessario stare sempre in guardia e organizzare una strenua difesa.
    Perchè - era sicuro - il tempo congiurava contro di lui.
    Lo percepiva ogni volta che lo specchio brizzolato gli restituiva il volto di una ruga.
    Oppure quando, lo sguardo distolto da sè, scorgeva un nido dischiuso, che non gli apparteneva.

    Allora, prima di tutto, si armò di quanto potesse tornargli utile nel caso di uno scontro corpo a corpo.
    Poi, si mise a osservare attentamente i segni che il tempo lasciava qua e là.
    Li contò. Li confrontò con le linee incise sul palmo delle proprie mani.
    Quindi, li distribuì in bell'ordine lungo i due fili di un pallottoliere.
    Con i suoi anni a fare da spartiacque.
    Infine, con disappunto, prese nota del poco che sarebbe scomparso prima di lui.
    Del troppo che sarebbe sopravvissuto.

    In quell'istante gli fu chiaro il da farsi.
    Rinchiudersi nella pausa che avrebbe frantumato il tempo.
    Sostituendo la fretta con l'attesa.
    Trasformati in un sogno, che non fosse un desiderio nè un presagio, le parole e le emozioni, le aurore e i tramonti, il cielo e la notte, le onde e i boschi, il silenzio e i rumori, i numeri e le geometrie.

    Il trasloco nel limbo rarefatto fu agevole e lieve. Impercettibile a occhio nudo.
    Gli bastò schiacciare un interruttore, per spegnere ogni tensione.
    Anche il vuoto si svuotò.

    Così, come su una scacchiera, iniziarono a muoversi, in lento monologo, cose e persone: ombre dotate di un destino estraneo alla propria volontà.
    A tutti vennero assegnati percorsi e canovacci a termine, materie e pensieri senza possibilità di scacco matto.

    L'uomo che aveva paura del tempo non si è mai accorto che, intanto, come luci di un prisma, le sue pedine conducevano una duplice esistenza.
    Quella che (non) è servita ai suoi scopi.
    E l'anello di una catena resistente a ogni invenzione.


    Dal Web



    Edited by gheagabry1 - 4/1/2020, 12:46
     
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8 replies since 28/10/2012, 17:01   1677 views
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