JOE BASTIANICH ... “un cuoco a New York”

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  1. giuliascardone
     
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    «Il segreto di Joe? Il sale nel vino»



    Mamma Lidia racconta gli esordi di Joe Bastianich, il giudice più temuto di MasterChef



    di Mario De Martino


    Forse bisogna iniziare dal cane, quello che secondo il suo padrone Joe Bastianich i piatti di alcuni concorrenti di MasterChef non li mangerebbe mai. Ma è veramente così schizzinoso? «Effettivamente viene trattato come uno di famiglia, non a caso lo hanno chiamato Quarto, perché è arrivato dopo la nascita dei primi tre figli di Joe», dice Lidia Bastianich, la mamma del giudice italiano americano di MasterChef. «Gli danno solo cibo selezionato dal veterinario. Per fortuna quando arrivo io gli passo del prosciutto sottobanco: deve vedere le feste che mi fa. È un Jack Russell: piccolo ma con grande personalità». Ride. «Un po’ come il suo padrone».



    Sicuramente bisogna partire da questo salotto del Queens, con vista sulla baia e dall’altra parte dell’acqua la strada che porta a Manhattan, per capire chi è il vero duro di casa Bastianich. Nell’angolo della grande villa c’è la cucina dove vengono registrate le trasmissioni di mamma Lidia, viste da 50 milioni di persone negli Stati Uniti. A offrire il caffè c’è la sorella Tanya, laureata a Georgetown e Oxford in Storia dell’arte, che ora si occupa tra l’altro della vendita della pasta e dei sughi prodotti col marchio di famiglia. Seduta al tavolo da pranzo c’è nonna Erminia, che quando le parli risponde in perfetta cadenza giuliana: «Comandi!». E al centro c’è Lidia, che a New York è arrivata bambina dall’Istria dopo due anni di campo profughi a Trieste, e che dal nulla è diventata una degli chef più famosi del mondo. Autrice di best seller. Proprietaria di sei ristoranti negli Stati Uniti e di due aziende vinicole in Italia, una in Friuli e una in Maremma. Socia col figlio, con Mario Batali e Oscar Farinetti, di Eataly, centro della gastronomia italiana a New York. E mamma orgogliosa ma anche un po’ imbarazzata della nuova star della Tv italiana: «Glielo dico sempre: perché ti comporti così, perché butti per terra i piatti? Fai fare una brutta figura a me, sembra che sia stata io a insegnarti certe cose. Ma poi penso che un reality sia fatto anche di queste esagerazioni, e vedo quanto gli piace avere successo, e penso che i figli prima o poi li devi lasciare volare da soli».

    In che cosa riconosce suo figlio in Tv?
    «Non nella cattiveria che gli imputano, perché lui in realtà è un buono. Certo però non è uno che te le manda a dire: è rigoroso, e pensa sempre che si debba fare uno sforzo in più. È cresciuto vedendo noi fare sacrifici, in una cultura che per noi emigrati era quella della sopravvivenza».

    Da chi ha preso il suo carattere?
    «Credo da me. Mio marito Felice, che è morto due anni fa, non era un uomo duro: era un artista, suonava la fisarmonica, gli andava bene anche non vincere sempre. Io invece ho sempre amato le sfide. Ma per tutti all’inizio è stato difficile, e Joe lo vedeva: è sempre vissuto dentro ai ristoranti che gestivamo, sin da quando aveva quattro anni».

    E lui che cosa mangiava?
    «Gli piacevano tantissimo i calamari fritti, i fagioli, il risotto che nei giorni di festa era con l’aragosta. Poi lo mettevo a letto raccontandogli le storie della mia infanzia in Istria: i pomeriggi nelle fighere che finivano a battaglie di fichi, mia mamma che mi mandava a raccogliere le uova delle anatre, che io tenevo a distanza con un bastone per non essere beccata. Adorava ascoltare quei racconti».

    che cosa faceva?
    «Stava sempre con noi. La mattina andava con Felice al mercato, al pomeriggio studiava sulle casse dei pomodori. All’inizio piegava i tovaglioli, poi sempre di più».

    Nella sua autobiografia "Restaurant Man", Joe racconta di una vita sempre sul filo tra successo e disastro finanziario: è vero che Felice aveva un gessetto in tasca con cui cancellava le piccole macchie di sugo dalle tovaglie, per risparmiare sul lavasecco?
    «Sì, certo: se non erano malridotte, le tovaglie andavano riusate. Poi, tra pranzo e cena si spegnevano le luci per risparmiare sull’elettricità. E Joe metteva sale nelle bottiglie di vino in cucina per impedire al personale di ubriacarsi».

    Potrebbe mai diventare un cuoco?
    «Sa cucinare molto bene, ma non credo sarebbe in grado di reggere la pressione della cucina di un ristorante. Ha scelto di fare il restaurant man perché ha un gusto eccezionale, e un enorme fiuto per gli affari. Ma Joe va a fasi, e la televisione lo sta cambiando di nuovo, da mamma lo vedo chiaramente, sta stimolando la sua parte creativa. Dove andrà non lo so, ma sono certa che seguirà il suo cuore»...


    Joe-Bastianich-with-her-mom-Lidia-Bastianich


    Fonte:www.vanityfair.it,web
     
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