JOE BASTIANICH ... “un cuoco a New York”

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    Joe Bastianich


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    Joseph "Joe" Bastianich (New York, 17 settembre 1968) è un imprenditore e personaggio televisivo statunitense, attivo nel settore della ristorazione.
    È anche giudice in MasterChef USA (con Gordon Ramsay e Graham Elliot) e MasterChef Italia insieme ai cuochi Bruno Barbieri e Carlo Cracco.


    Le origini familiari e gli studi

    Figlio di Felice e della cuoca di cucina italiana Lidia Bastianich, Joseph Bastianich è nato ad Astoria, Queens. Quattro anni prima i suoi genitori avevano comprato il loro primo ristorante, il piccolo Buonavia a Forset Hills, Queens. Quando aveva undici anni comprarono il loro secondo ristorante Villa Seconda, sempre nel Queens. All'età di tredici anni, i suoi genitori vendettero entrambi i ristoranti del Queens per lanciare il loro ristorante più importante: Felidia nell'East Side di Manhattan.
    Joe frequentò la Fordham Preparatory School nel Bronx e il Boston College. Dopo il college iniziò a lavorare come bond trader presso Merrill Lynch a Wall Street, ma abbandonò presto questa carriera per unirsi al business familiare della ristorazione.



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    Lidia Bastianich


    Ristoranti

    Poco dopo essersi unito al business famigliare della ristorazione, nel 1993 Joe convinse i suoi genitori a investire con lui e aprire il ristorante "Becco" a Manhattan. Come per il "Felidia", anche il Becco fu un successo immediato che permise alla famiglia di aprire nuovi ristoranti anche fuori dalla città di New York.
    Nel 1997 Felice e Lidia divorziarono dopo 31 anni di matrimonio. Il padre decise quindi di ritirasi dagli affari legati alla ristorazione, cedendo le sue partecipazioni ai figli Joe e Tanya.
    Negli anni successivi Joe si associa con lo chef Mario Batali per il aprire "Babbo Ristorante e Enoteca". Il New York Times gli assegnò tre stelle. Continuando la collaborazione, aprirono altri sette ristoranti a New York: Lupa, Esca, Casa Mono, Bar Jamón, Otto, Del Posto e più recentemente (2010), Eataly. A Los Angeles Bastianich e Batali aprono Osteria Mozza and Pizzeria Mozza (più tardi copiati a Marina Bay Sands, Singapore), ed a Las Vegas B&B Ristorante, Enoteca San Marco e Carnevino.
    Vicino a casa, il duo rilanciò il Tarry Lodge a Port Chester, New York.
    Nel 2010, Del Posto diventa il primo ristorante italiano con una recensione da quattro stelle del New York Times in 36 anni.



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    Bastianich e Batali


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    Il Babbo

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    Il Becco


    Del Posto è la massima espressione di ciò che un ristorante italiano dovrebbe essere. Una convergenza di stili ed esperienze diverse. Trans-generazionale è il concept che meglio lo descrive, un luogo che è espressione dell'evoluzione della cucina, in un ambiente che riflette l’esperienza culinaria italiana in questo paese, calore e spensieratezza tipici dello spirito italiano, uniti a modernità e innovazione.

    Bastianich ha anche portato a New York Eataly, la catena dei prodotti artigianali più famosa del mondo e che ha contribuito a fondare e che oggi conta 6 milioni di visitatori l'anno, solo a New York, 42.500 metri quadrati di spazio nel Flatiron District in Fifth Avenue a New York. Eataly è ormai diventata la mecca culinaria della città, privilegiata meta di tutti gli amanti del cibo per fare shopping, gustare e assaporare, perdendosi in un universo di profumi e sapori fra specialità e vino italiani, delizie e golosità, salumi e formaggi, frutta e verdura, carni fresche, pesce fresco, pasta fatta a mano, dolci e prodotti da forno e caffè.





    Eataly



    Del Posto


    Aziende vinicole

    Bastianich ha fondato tre aziende vinicole: Azienda Agricola Bastianich in Friuli; La Mozza s.r.l. in Maremma, Toscana; e a Tritono, Mendoza, Argentina.
    Recentemente ha acquisito il marchio Brandini a La Morra, Piemonte, Italia.







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    Libri

    Bastianich è stato coautore con David Lynch del libro Vino Italiano and Vino Italiano Buying Guide. Nel 2005 è stato riconosciuto come "Outstanding Wine and Spirits Professional" dalla James Beard Foundation e dalla rivista Bon Appétit. Nel 2008 è stato premiato con Batali con il premio Outstanding Restaurateur Award della James Beard Foundation. Nel 2012 ha pubblicato la sua autobiografia, Restaurant Man.



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    Joe Bastianich libro: con "Restaurant man" racconta mafia e mazzette al ristorante

    Enigmatico, irriverente, ironico, sincero, passionale, biografico: si intitola "Restaurant Man" ed è il libro che sta sconvolgendo il mondo dell'editoria nelle ultime settimane. Il suo autore? Joe Bastianich.

    Il giudice di Masterchef ha preso penna e calamaio e ha dato vita ad un libro in cui vuole raccontare sè stesso e la vita del ristorante attraverso gli occhi di chi ci lavora, di chi ci trascorre le ore in cucina, di chi lo vive come fosse casa propria.

    E' tra le righe di questo volume che Joe Bastianich ha voluto togliere il velo ai segreti della ristorazione newyorkese, svelando annedoti torbidi, che qualche volta sono assurdi da risultare quasi incredibili.

    Si passa da situazioni già viste in giro, come i critici che vengono circuiti con cene gratis o capo sala che permettono di saltare la fila al ristorante grazie a pezzi da 50$, a quelle un po' più insolite, come i alcuni gangster mafiosi che si sono affezionati ad un suo locale, dove elargiscono mance da 100$ manco fossero bruscolini.

    C'è poi la questione del vino, che alle volte viene allungato con acqua o altri vini, ma anche quella dei clienti, che si permettono di fare di tutto e di più all'interno dei bagni, lasciando regali di non sempre buon gusto vicino al water.

    Un libro da leggere tutto d'un fiato per scoprire quello che c'è davvero dietro la porta d'ingresso di un ristorante, ma da consigliare anche a chi ci lavora, per farsi una risata e per scoprire che, alla fine, tutto il mondo è paese.


    Vita privata

    Bastianich vive a Greenwich, Connecticut, con la moglie e tre figli: Olivia, Miles ed Ethan.
    Bastianich ha sofferto di problemi di peso e di salute, ma è riuscito a perdere 20 kg grazie alla corsa. Ha partecipato anche ad alcune maratone.





    Con la moglie Deanna

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    Bastianich ieri e oggi


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    Miles, Ethan e Joe Bastianich, Leo & Ben Batali

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    Deanna e Miles Bastianich



    Master chef

    Lo chiamano "restaurant man". Ma per il grande pubblico, Joe Bastianich, più che imprenditore del vino e della ristorazione, è "il cattivo di MasterChef". Ha strapazzato come uova in padella i concorrenti della prima edizione italiana del format televisivo, dopo esser diventato famoso massacrando quelli americani.


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    Fuori dallo schermo, ha l'aria di essere un duro anche nella vita.

    Di sicuro lo è come mago del business: di sé e del suo socio Mario Batali dice «Insieme siamo due veri spilorci d'altri tempi». Lo racconta in Joe Bastianich - Restaurant man (Rizzoli), tra decine di aneddoti e ricordi. Così il libro su Vita, vino e cibo di un giudice di MasterChef diventa una biografia in equilibrio tra due continenti e due generazioni: dalle origini friulane dei genitori, ristoratori emigranti, al mondo della finanza di Wall Street, dove Bastianich ha fatto una breve esperienza, fino all'universo food&beverage, nel quale si è tuffato come socio di Batali, famoso chef italo-americano, e di Oscar Farinetti, con cui ha aperto Eataly NY.

    Ne ha fatta di strada quel ragazzino che a soli undici anni faceva il lavapiatti e che oggi ha accumulato ben 25 ristoranti sparsi per il mondo. Ed è solo l'inizio.





    Fonte:it.wikipedia.org,masterchef.cielotv.it,saporiericette.blogosfere.it,cucina.leiweb.it,fairfieldcountylook.com,web
     
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    Cuochi, nemici e segreti, Bastianich contro tutti



    L'imperatore della ristorazione tricolore a New York e gli insulti alla concorrenza in un libro in uscita negli Stati Uniti

    NEW YORK - Non ha pretese letterarie e si distingue soprattutto per la profusione di verbi scurrili declinati in tutti i tempi passati e futuri e l'umorismo crasso contro cinesi («sporchi»), ebrei («tirchi») e scrocconi («da fucilare»). Eppure Restaurant Man, il nuovo libro in uscita oggi in Usa dell'italiano Joe Bastianich, figlio di Lidia e nuovo imperatore della ristorazione tricolore a New York, è già il fenomeno gossip sulla bocca di tutti i gourmet della Grande Mela.

    LA CAUSA - Il memoir non menziona la recente azione legale intentata contro Bastianich e il suo socio Mario Batali dai dipendenti, costretti a restituire 5,25 milioni di dollari per aver fatto per anni la cresta sui soldi dati dai clienti al loro staff. L'impietoso dietro le quinte di un impero che include Babbo, Becco, Lupa, Esca, Otto e Del Posto preferisce sparare a zero contro i big della ristorazione italiana a New York. Lo chef Pino Luongo è «un testa di c...»; Sirio Maccioni di Le Cirque «destinato all'oblio», il proprietario di San Domenico Tony May «un brav'uomo ma ci è bastato: se ne ritorni a Positano con la moglie».

    IL CRITICO - Bastianich rivela di aver fatto «spiare» l'allora critica del New York Times Ruth Reichl, influenzando le tre stelle da lei poi assegnate a Babbo e di aver spedito una lettera al suo successore Sam Sifton per avvisarlo: «Vogliamo 4 stelle» (poi accordate). Nel mirino anche il suo maître John, dedito alle mazzette («per entrare da Babbo nelle serate di pienone basta fargli scivolare una banconota da 50 dollari in mano») e i «fashionistas», uomini e donne della moda, che «fanno schifo.

    CLINTON - Persino un habitué come Bill Clinton non si salva («manca di disciplina», scrive Bastianich, «è sempre a dieta ma appena arriva il menu si scatena»). L'unica regola della coppia Joe-Mario è quella di «premiare gli amici dei nostri ristoranti». Tra i suoi migliori clienti, non esita a confessarlo, ci sono anche mafiosi. «Sono interessati al cibo e si familiarizzano con lo staff», scrive, «distribuiscono centoni a tutti, dalla guardarobiera al pianista, che all'improvviso smette di suonare Sondheim e intona le tarantelle alla Don Corleone».

    UNO SPILORCIO - Come ha fatto a sfondare il figlio di due emigranti cresciuto nel proletario Queens con la nonna che annaffiava il giardino in reggiseno e i compagni che lo prendevano in giro per l'uniforme sintetica indossata per lavorare nel ristorante dei genitori? «Contando ogni centesimo», ribatte Bastianich, che dichiara con orgoglio di essere «uno spilorcio nato».

    I TOVAGLIOLI - «Questo è un business di spiccioli e centesimi», afferma, «dove si fanno i soldi ammucchiando spiccioli e centesimi». La sua tirchieria arriva al punto da usare i tovagliolini di carta da cocktail «perché gratis». «Quando il mio staff mangia, glieli faccio usare. Poi li porto a casa costringendo la mia famiglia ad usarli per cena. E se me ne avanzano, ci pulisco il parabrezza». L'amico Batali non è da meno. «Arte e passione culinarie a parte, se qualcosa non rende soldi non gli interessa». «Mario ispeziona persino la pattumiera perché "se lo butti via non puoi più venderlo"», afferma, «È uno showman geniale, perché recitare è gratis. Ma anche lui sa che una carotina novella costa il triplo di una normale e quindi preferisce cesellare quella grande, facendola diventare una baby-carota. Tanto alla fine il risultato è lo stesso».

    di Alessandra Farkas


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    Fonte:corriere.it,web
     
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    Joe Bastianich: confessioni di un (Master)chef


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    Il whisky con Keith Richards e il 26 ristoranti nel mondo, dove sono di casa anche Clinton e Obama. Il giudice dello show culinario più seguito si racconta. In un libro

    di Laura Pezzino

    I (SAPORI) SEGRETI DI JOE

    Era il 1998. Keith Richards arrivò al mio ristorante Babbo con sei persone, ma non aveva voglia di stare con loro. Così è venuto al bancone e abbiamo passato tre ore bevendo due bottiglie di Jack Daniel’s e fumando dieci pacchetti di sigarette». Tra gli effetti collaterali di possedere 26 ristoranti e locali italiani (tra cui Eataly), i più cool tra New York e Las Vegas, c’è anche quello di fare serata con star e personaggi come Bill Clinton o Barack Obama (per il quale, dice, voterà «nonostante abbia perso un po’ di entusiasmo»). Joe Bastianich è il ristoratore-giudice più severo di MasterChef Italia (a dicembre la seconda stagione, su Sky Uno) e ha alle spalle una vita da romanzo, partita dal Queens, dove i genitori Felice e Lidia, di origini istriane, aprirono il primo ristorante nel 1970. Ora ha deciso di raccontare la «sua» saga familiare, coincisa con lo sviluppo della ristorazione a New York, in un memoir, Restaurant Man.


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    La cover del libro «Restaurant Man» di Joe Bastianich (Rizzoli, pagg. 220, 17 Euro)


    Chi è il vero Restaurant Man?
    «Mio padre Felice. Dopo la sua morte, nel 2010, ho pensato di scrivere il libro».


    Come è stata la sua infanzia?
    «Dopo la scuola, andavo al ristorante a fare i compiti e a passare i pomeriggi».


    Che cosa dicevano i suoi compagni?
    «Mi sentivo in imbarazzo perché gli altri erano figli di dottori o avvocati, mentre i ristoratori venivano considerati gente povera. Ora è cambiato tutto».


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    Joe Bastianich con Carlo Cracco e Bruno Barbieri durante la prima edizione di Masterchef


    I suoi figli Olivia, Miles ed Ethan (15, 13 e 11 anni) continueranno la tradizione?
    «Il mio sogno: uno viticoltore, uno ristoratore e un altro architetto. Intanto li porto ogni anno in Italia per le vacanze».



    Ci dica un segreto del suo successo.
    «Mai prendere decisioni nei giorni down né in quelli up, come dice mia madre».


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    Joe Bastianich con la madre Lidia, 65

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    Papa Benedetto XVI: la madre di Bastianich si occupò del suo menu durante il suo soggiorno a New York (GoldPress)


    «Benedetto XVI ha gusti particolari. Anche sua madre era stata una cuoca. quando venne a New York nel 2008, chiesero a mia madre di occuparsi dei suoi pasti per l'intero weekend»


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    Con Gordon Ramsey, nei panni di giudice di «Masterchef Usa»


    «Il menu è il documento che traina l'attività, che esprime lo spirito del ristorante. E' il documento più importante delle nostre vite» di Joe Bastianich



    Fonte:vanityfair.it,web
     
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    Joe Bastianich: Mamma cucina ancora per me




    Bastianich e Batali


    "Da lei ho imparato i trucchi del mestiere" dice il guru del gusto e giudice di MasterChef. E ai concorrenti del talent show culinario consiglia...




    UNA TESTA FREDDA. Mario Batali, chef di fama, nonché socio e amico, è così che ama definire Joe Bastianich. Insieme sono i Simpson e Bruckheimer (due celebri produttori hollywoodiani, copyright Jay McInerney) della ristorazione americana. Con Bastianich nel ruolo di Bruckheimer. Un tempo era conosciuto come, appunto, il partner di Batali e figlio della chef Lidia Bastianich, celebre per uno show tv culinario. Da qualche anno però questo 43enne elegante e riservato ha iniziato a risplendere di luce propria. Complice la popolarità raggiunta in tv come giudice in MasterChef Usa e oggi in MasterChef Italia, dove divide il ruolo con i due superchef Bruno Barbieri e Carlo Cracco. E grazie anche ai suoi traguardi imprenditoriali costruiti con lucida razionalità: dalla sede di Eataly a Manhattan, la nuova Disneyland per foodie più esigenti, all'impero di ristoranti italian style aperti in società prima con la mamma, poi con Mario Batali. Senza mai dimenticare la sua vera passione: il vino.


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    Nel 1997 Joe Bastianich infatti è tornato nella terra d'origine dei genitori e ha acquistato un vigneto nel Collio, in Friuli, dove ha prodotto "Vespa", il suo primo "Tocai vintage". Insomma, ne ha fatta di strada da quei tre anni passati a Wall Street per un apprendistato alla Merrill Lynch. Oggi il pubblico italiano lo sta scoprendo per il suo ruolo in MasterChef: un mix di passionalità e riservatezza per nulla studiata. Basta parlargli. Lui prima di registrare, mentre aggiusta il nodo della cravatta, se la ride: Perché, cosa si aspettava?

    Lo sa che a prima vista appare scostante?
    Davvero? Invece sono tranquillo. Guardi, non crede? (risata)








    Prima e dopo


    In realtà la trovo anche molto dimagrito. Negli Usa la sua trasformazione fisica ha fatto scalpore.
    Ero in sovrappeso e con gravi problemi di apnea del sonno. Ho semplicemente deciso di cominciare a correre. E di mangiare seguendo regole base: colazione abbondante, cena leggera. Cose banali, che però mi hanno cambiato la vita.


    Perché ha accettato di fare il giudice nell'edizione italiana di MasterChef?
    Perché nella mia vita la cultura gastronomica italiana ha sempre avuto un ruolo enorme. Il cibo è fondamentale. D'altronde vengo da una famiglia di rifugiati emigrati dall'Istria negli Usa: il mangiare per loro è legato alla prosperità, al successo nella vita. Però devo ammettere che non è stato facile fare il giudice in questa edizione, se non altro per la lingua. Mi sono dovuto preparare molto. Perché una cosa è parlare come seconda lingua l'italiano orecchiato dai miei, altro è intervenire in una tv italiana come protagonista. Siccome sono un uomo preciso, ci tenevo a non commettere troppi errori.



    Che differenze ha trovato con la versione americana?
    Prima di tutto, l'Italia è un paese di grandi ricette e di grandi prodotti. Già questo fa la differenza. Lo si vede in ogni aspetto del programma. Negli Usa, invece, la cucina rappresenta un po' una novità. Se parli del pomodoro come ingrediente nobile di un piatto, da noi puoi farlo. Un italiano si mette a ridere: per lui è ovvio. Voi usate i pomodori ogni giorno, in ogni casa. Fanno parte della vostra vita quotidiana. Diciamo che siete fortunati. Inoltre noi non abbiamo una sola cucina, ma una varietà enorme: dal cinese al texano, al malese.


    E i concorrenti italiani come sono?
    Negli Usa ho incontrato un melting pot, e anche più improvvisazione. Qui invece maggiore cultura gastronomica e preparazione. Persone per le quali arrivare alla fine della gara non è solo una sfida culinaria ma anche un modo per raccontarsi e cambiare la vita. Soprattutto, lo ripeto, mi ha colpito che così tanta gente abbia passione per il cibo. E competenza.


    C'è qualche cuoco italiano che stima particolarmente?
    Sicuramente Gennaro Esposito: i suoi piatti hanno grande personalità. Poi Massimo Bottura: la sua pasta e fagioli è un mix di follia ed ecletticità. Fuori dall'Italia, amo i danesi: fanno una cucina intellettuale con prodotti buoni e semplicissimi. Da qualche tempo ho anche una passione per lo street food. A Singapore, per esempio, ho individuato alcuni indirizzi molto buoni.


    Invece chi non le piace? Confessi.
    Ferran Adria per me è un grande bluff, e il fatto che la cucina molecolare sia sparita è solo un buon segno. Adesso per fortuna c'è un ritorno al fondamentalismo, ai prodotti autoctoni, alla semplicità.


    In questa trasmissione ha lavorato al fianco di Bruno Barbieri e Carlo Cracco, due grandi. Lei come si considera?
    Mi sono trovato davvero bene con loro. C'è stato uno scambio continuo. Inoltre ci siamo anche molto divertiti. Io credo di essere più che altro uno chef-manager. Insomma, resto soprattutto un amante dei vini. Da mia madre Lidia ho imparato i trucchi del mestiere, la passione per il cibo. Ma ancora oggi lei cucina per me e io… mangio.


    Ci svela la formula dei suoi oltre 18 ristoranti di successo?
    Sì: fare una cucina italiana buona e semplice. Con un piccolissimo trucco: adattarla al gusto degli americani.


    (di Angela Frenda )





    Fonte:iodonna.it,bastianich.com,web
     
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    Joe Bastianich:

    «In Friuli mi sento come a casa»


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    L’incontro a Flaibano con il Restaurant Man Usa che intende aprire un locale nel Cividalese


    FLAIBANO. È come te lo immagini. Caustico quando parla del suo ruolo a Masterchef («Io giudice severissimo? No, solo sincero. Quando un piatto fa schifo, fa schifo e basta. Perché mentire?»). Emozionato quando confessa, in un italiano a ostacoli, che si sente ormai, orgogliosamente friulano, se pur d’adozione. Mattatore quando deve presentare i suoi vini. Paziente poi nel concedersi a tutti per autografi e foto ricordo di rito.
    Attento nel promuovere oltre alle sue bottiglie anche il suo libro Restaurant Man, edito da Rizzoli. Joe Bastianich, imprenditore di fama internazionale nel settore della ristorazione Usa, e non solo, e titolare da anni di una grande azienda vitivinicola nel Cividalese, lunedì era ospite del ristorante Grani di Pepe di Flaibano e della chef Marta Bergonzi. Una serata che il maltempo ha rischiato di rovinare e che invece la provvidenziale disponibilità della palestra comunale e la mobilitazione di fatto di tutto il paese ha reso comunque possibile.
    Anche perché gli ospiti che non hanno voluto mancare a questo speciale aperitivo erano davvero tantissimi. Tutti pronti ad ascoltare il Restaurant Man con attenzione, sia nel discorso di saluto, sia nelle chiacchiere più riservate, a tu per tu, magari con in mano un bicchiere di Vespa, uno dei prodotti di punta dell’Azienda Bastianich.
    «Questo mio percorso in Friuli - ha spiegato microfono alla mano Bastianich –, grazie alla mia azienda, mi ha fatto scoprire radici all’inizio non mie, visto che sono d’origine istriana, ma che ora sento far parte di me grazie a valori e sentimenti che condivido. E che voglio assolutamente trasmettere ai miei figli. In Friuli mi sono sempre sentito a casa. E tutto questo anche se non parlo ancora il friulano e neanche perfettamente l’italiano, pur sentendomi molto figo quando riesco a indovinare e pronunciare bene un trapassato remoto!».
    Un rapporto quindi con il Friuli più che solido. Ben al di là di quanto molti possono pensare. E un rapporto soprattutto che lo stesso Joe Bastianich intende rafforzare sempre di più. Tanto è vero che sarebbero ormai maturi i tempi dell’apertura di un ristorante marchiato proprio Bastianich. Un’idea che frulla nella testa di Joe da tempo, ma per realizzare la quale mancherebbe ancora la perfetta location, comunque da individuarsi nel Cividalese. Per ora dunque non serve affannarsi a mandare il curriculum. Ma l’attesa dovrebbe durare solo un anno.

    (di Federica Barella)



    Fonte:messaggeroveneto.gelocal.it,web
     
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    Bastianich: "Quel Capodanno in prigione..."


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    Nel libro "Restaurant Man" si racconta dagli inizi della carriera fino alla televisione


    Imprenditore italoamericano (origini del Friuli) con alle spalle undici ristoranti a New York, Loas Angeles e Las Vegas. Ma soprattutto giudice cattivo e impietoso di "Masterchef" sia Usa che Italia ("ma devo esserlo, lo esigono l'amore per la cucina e l'importanza del programma"). Joe Bastianich pubblica il libro "Restaurant Man" in cui si mette a nudo dalla famiglia ai nostri giorni e confessa a Tgcom24: "Sono stato in prigione, per sbaglio".
    Il libro "Restaurant Man" ripercorre la vita di un uomo di successo di 44 anni che inizia giovanissimo a lavorare. "A 11 anni facevo il lavapiatti e raccoglievo le monetine che i clienti lasciavano sul bancone". Poi il ritratto di tanti personaggi della famiglia su cui primeggia la madre Lidia che, dopo esser partita da un piccolo paese del Friuli, è diventata poi una star televisiva. E il figlio ha seguito le orme della madre.

    Riveli di esser finito in prigione, com'è successo?
    Semplicemente dopo un controllo dei vigili risultava che avevo la patente sospesa. Sostanzialmente una mia collaboratrice aveva sbagliato a pagarmi una multa con la carta di credito. Sono finito in prigione per tre ore, era Capodanno, c'erano tanti ubriachi e sono pure finito in una cella dove c'era una pozza enorme di pipì.

    Cosa hai imparato da questa traumatica esperienza?
    Era un posto che faceva veramente paura e hai una sensazione strana, di essere solo al mondo. Non ho mai provato questa cosa perché sono sempre stato circondato da gente sia quando lavoravo come operatore in Borsa che nell'imprenditoria. Si cambia un po' dopo un'esperienza del genere.

    Hai iniziato a lavorare a 11 anni, c'è qualcosa che oggi vorresti dire a quel ragazzino che faceva il lavapiatti?
    Di essere più aggressivo. E' giusto esserlo nella normale evoluzione che la vita ci propone. Ringrazio dio per tante cose, sono cresciuto in mezzo agli immigrati e so benissimo cosa vuol dire il lavoro. E' un valore che mi porto dal mio passato.

    Qual è il consiglio di tua madre che porterai sempre con te?
    Lei è sempre stata generosa. Ecco, mi ha insegnato sicuramente ad essere più aperto e generoso con gli altri.

    Hai avuto tutto dalla vita, una famiglia, dei figli, una carriera avviata. C'è ancora qualcosa che ti rimane da fare?
    C'è sempre un obbiettivo da realizzare, bisogna sempre farsi trovare pronti quando capita l'occasione.

    Cosa puoi anticiparci della prossima edizione di "Masterchef" che parte a dicembre?
    Abbiamo avuto una marea di richieste in più rispetto allo scorso anno. Aumenteranno le prove, saranno più difficili e pretenderemo moltissimo dai nuovi concorrenti.

    Sei consapevole di essere considerato il più "cattivo" dei giudici?
    Io mi approccio alla trasmissione con professionalità e impegno, bisogna gestire bene le prove e i concorrenti.

    (Andrea Conti)





    Bastianich bambino



    Fonte:tgcom24.mediaset.it,web
     
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    Il duro Bastianich e la madre speciale


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    Il programma culinario più istruttivo e divertente, «Masterchef», riparte dai ritratti dei giudici


    Sta per ripartire «Masterchef», il più divertente e istruttivo fra i molti programmai culinari che la tv propone. SkyUno sta offrendo il ritratto dei tre giudici (Bruno Barbieri, Carlo Cracco e Joe Bastianich) e ha iniziato proprio con Joseph, detto «Joe», che non è propriamente uno chef ma un imprenditore. E infatti preferisce definirsi un Restaurant Man (così recita il titolo del suo libro da poco uscito da Rizzoli).
    Dei tre è il più interessante: non si atteggia a guru della ristorazione, insieme con Mario Batali ha costruito una delle catene di ristorazioni più famose di New York, è socio di Eataly. E infatti viene intervistato nell'emporio simbolo della gastronomia italiana, dentro quel bendidio disposto in ordinati scaffali nel Flatiron District in Fifth Avenue a Manhattan. Sua madre, richiesta di un parere, lo trova un po' chiuso, è convinta che non sorrida mai (lunedì, ore 15.40).

    Già, la madre, la mitica Lidia Matticchio Bastianich. Nata a Pola, arriva a New York nel 1958 come esule istriana quando ha 11 anni. A 24 anni apre il primo ristorante, il Buonavia, e nel 1981 il celeberrimo Felidia a Manhattan. Come ha scritto Massimo Gaggi, «Lidia, con le sue trasmissioni televisive (seguite da 50 milioni di spettatori), i libri di cucina e i grandi ristoranti che gestisce da sola o in società, è oggi, a New York, la regina della "cucina tricolore"».

    Joe vive tra l'Italia e gli Stati Uniti: da noi cura vigneti in Friuli, Piemonte e Toscana, di là dell'oceano è un boss della ristorazione. In video appare un duro, un giudice severo. Questione di correttezza, risponde lui: «Abbiamo l'obbligo di essere duri con i concorrenti, altrimenti non saremmo corretti con tutti coloro che provano e falliscono. Sono convinto che le persone, in qualsiasi ambito, diano il meglio quando si trovano sotto pressione».

    Lidia, però, sostiene che dovrebbe sorridere di più.

    Aldo Grasso


    eataly-founders

    Bastianich, Lidia e Mario Batali

    joe-bastianich-grasso

    Bastianich con la mamma Lidia prima della dieta



    Fonte:www.corriere.it,web
     
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    Joe Bastianich in cucina:

    giudice senza pietà e imprenditore d’assalto


    Bastianich


    l “cattivo” del fortunato format “MasterChef” si racconta


    di Igor Buric

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    TRIESTE - È nato a New York, ma il cognome ne rivela le origini. Istriane, prima. Italiane, poi. Joe Bastianich, uno dei giudici dei talent show culinari di successo MasterChef Italia e MasterChef America, sarà ospite oggi a Trieste - all’ExpoMittelschool in via San Nicolò 5, a partire dalle 18.30 - e domani – alla ristolocanda Grani di pepe, dalle 19.30 - a Flaibano, in provincia di Udine.

    masterchef-italia-2012_0

    MasterChef ha messo d’accordo sia critica che pubblico, segnando l’ascesa di Joe Bastianich - che è stabilmente nella classifica dei dieci cuochi più ricchi del mondo secondo Forbes - nel firmamento delle stelle internazionali dello spettacolo. Nell’edizione italiana - la seconda partirà alla fine dell’anno - Bastianich è affiancato nella giuria dai due super chef Bruno Barbieri e Carlo Cracco. In quella americana, da Graham Elliot e Gordon Ramsay, giudice temibile per eccellenza e altra star televisiva dei fornelli, già conduttore del celebre programma Hell’s kitchen, dove distrugge, anche “fisicamente”, locali dall’igiene discutibile.
    Figlio d’arte, Joe Bastianich si è “nutrito” di cucina sin da piccolo, lavorando nel settore con i genitori Felice e Lidia. Un periodo in cui quello del ristoratore era un mestiere per il ceto basso. Una sopravvivenza. Da bambino, Joe si imbarazzava nel dire che i suoi genitori avevano un ristorante. Negli ultimi quarant’anni, la situazione è cambiata soprattutto negli Stati Uniti, dove ristoratori e chef non solo sono diventati garanti della buona cucina, ma anche simboli televisivi.
    Dopo un breve periodo a Wall Street, Joe Bastianich, assieme allo chef Mario Batali, ha aperto “Babbo”, diventato ristorante cult di Manhattan. Ora possiede altri 25 ristoranti in tutto il mondo, fra i quali “Del posto”, primo italiano a ottenere le ambite quattro stelle dal “New York Times”. Inoltre, con la famiglia Farinetti, Bastianich ha portato nella Grande Mela “Eataly”, emporio simbolo della cucina italiana.

    La sua più grande passione, però, è il vino. Nel 1997 è tornato in Friuli e ha comprato la sua prima azienda, diventando produttore. Il vino è per lui la storia stessa della sua famiglia. Proprio a Flaibano, in Friuli, presenterà la sua autobiografia “Restaurant man” (Rizzoli). Un mémoire che ne ripercorre la storia di passione e successo iniziata nel ristorante del Queens gestito dai genitori. Un racconto professionale e non solo..

    Negli Stati Uniti invasi dai fast-food e dai loro menù scadenti, qual è la formula del successo dei suoi ristoranti?

    «L’obiettivo dei nostri ristoranti è di offrire agli ospiti un’esperienza completa. È qualcosa di più del solo nutrimento e che la gente domanda con sempre maggiore insistenza. Vogliamo che nei nostri locali la clientela goda al massimo di ogni aspetto del pasto, compreso tutto ciò che fa da sfumatura, dalla musica alle luci. Puntiamo a informare i clienti sulla provenienza e sulle peculiarità sia dei piatti, che dei vini. Non è solo la ricerca del piatto perfetto a distinguerci, ma l’esperienza esclusiva che si vive da noi».

    287m0dx-348x415

    Lei è molto dimagrito. È un’immagine che le è stata imposta dai media o è stata una sua iniziativa?

    «Quasi sette anni fa, ho affrontato dei problemi di salute. Il mio medico mi ha diagnosticato un’apnea notturna, che sarebbe potuta essere curata solo se fossi dimagrito dodici chili. Sapevo fin da subito che per un ristoratore una dieta estrema ed eccessiva non avrebbe funzionato. Anzi. Sarebbe stata di certo dannosa. Così ho deciso di dedicarmi allo sport cominciando a correre. Ammetto che all’inizio è stato molto difficile, ma ho tenuto duro. Un chilometro diventava cinque. Cinque diventavano quindici. Senza essermene quasi accorto, mi sono trovato a partecipare alla maratona di New York. Posso dire di aver scelto con coscienza di cambiare vita e approccio col cibo».

    Come spiega il boom dei programmi culinari? Basti pensare che MasterChef va in onda in 25 diversi Paesi.

    «Tutti si possono relazionare con il cibo. Può essere un modo di dare amore e tenere unite le persone. Credo che i programmi come MasterChef siano stimolanti. Ai concorrenti, che sono dei neofiti, viene data la possibilità di passare rapidamente e attraverso l’entrata principale, alla vetta di una professione molto difficile. Penso che per i telespettatori sia facile percepire la passione e gli sforzi che impiegano. Noi stessi vogliamo vederli arrivare al successo».

    Guardandola alla televisione, appare duro e critico nelle vesti di giudice. È così anche nella vita privata?

    «In MasterChef emerge un aspetto della mia personalità. L’aspetto professionale. Divento molto serio quando si parla di cibo... È il mio lavoro e il mio business. Noi giudici abbiamo l’obbligo di essere duri con i concorrenti, altrimenti non saremmo corretti con tutti coloro che provano e falliscono. Sono inoltre convinto che le persone, in qualsiasi ambito, diano il meglio quando si trovano sotto pressione».

    La appassiona più lavorare per MasterChef Italia o MasterChef America?

    «Ci sono aspetti positivi e negativi in entrambe le edizioni. Proprio come sul set ci sono giornate buone e meno buone. Girare a Milano e a Los Angeles sono esperienze diverse, ma, tutto sommato, l’atmosfera che si respira fra i gruppi di aspiranti chef è simile».

    I ristoratori, come gli artisti, hanno bisogno di rinnovamento. Chi o cosa la influenza nel suo reinventarsi?

    «Come ristoratore, traggo spesso ispirazione dai viaggi e dalle persone che incontro. A New York, per esempio, può essere una bella proprietà o un edificio a ispirarmi per il prossimo progetto. Come gruppo - il Batali & Bastianich hospitality group - non proviamo tanto a reinventarci, quanto a evolverci assieme. Eataly ne è un esempio perfetto. La nostra forza consiste nel dar vita a grandi idee nell’ambito della ristorazione e con Eataly ci siamo introdotti nella vendita al dettaglio».

    Italia e Croazia. Friuli e Istria: le sue origini...

    «Passando l’estate in entrambi i Paesi, si sono radicati in me un amore e un rispetto molto profondi per le radici della mia famiglia. Nel 1997 ho cominciato a produrre vino in Friuli Venezia Giulia per l’azienda agricola Bastianich. È un privilegio aver la possibilità lavorare qui. Spero di poter trasmettere un giorno la passione ai miei figli e passare loro il testimone».

    (26 settembre 2012)


    masterchef_giudice_joe_bastianich



    Fonte:ilpiccolo.gelocal.it,web
     
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    Intervista a Joe Bastianich




    Crozza-Bastianich


    di Alessandra Menzani


    Insieme a Carlo Cracco e Bruno Barbieri forma da due anni la temuta triade di giudici di Masterchef, su Sky Uno ogni giovedì. Il talent show culinario in cui si sfidano diciotto aspiranti cuochi ottiene ogni settimana ascolti crescenti, fino a picchi di share del 3.4 per cento. Su Twitter è una delle trasmissioni più discusse: appassionano il ritmo e la costruzione delle storie. E lui è diventato talmente popolare che Maurizio Crozza lo imita su E’ l’imprenditore della ristorazione Joe Bastianich, americano nato nel Queens da genitori italiani. Oggi ha diversi ristoranti a New York, Los Angeles e Las Vegas ma vive con la famiglia (moglie e tre figli) a Greenwich nel Connecticut.


    Perché Masterchef è tanto amato?

    Perché finalmente è arrivato in Italia un programma di cibo fatto in modo alto, bene, che funziona, in un Paese in cui la cultura alimentare è alta. E poi i tre giudici sono molto bravi.

    Chi è il migliore?

    C’è un italo americano che si distingue…

    Perché dice “finalmente”?

    Gli altri programmi che vedo fanno un po’ parte del passato, sono rimasti agli anni Ottanta, non si sono evoluti i format come in Inghilterra e Usa.

    ha successo anche perché siete cattivissimi?

    Non siamo cattivi. Ci mettiamo impegno nel giudicare. Arrivano ai casting più di diecimila persone, trovare un Masterchef è un impegno.

    Però ha detto frasi tipo: <hai un futuro nei ristoranti…come cliente>. <questo hamburger è un’offesa>, <il rognone sa di piscio>. Ma le vengono sull’istante o le prepara?

    Non c’è niente di preparato. Viviamo per tre mesi in stretto contatto con i concorrenti. E’ un reality, è tutto vero.

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    Però sul fatto che siate spietati Crozza ci ha fatto una gag. La imita in Bastardchef. L’ha visto?

    Sì, molto divertente. Fino a pochi giorni fa non sapevo chi fosse Crozza, mi prende in giro per il mio modo di parlare italiano spesso sbagliato. “Io muoro”, ecc. Fa molto ridere. Potremmo incontrarci in tv. Se mi invita al suo show vado volentieri.

    E’ andato anche da Daria Bignardi. Le ha cucinato l’arrosto. Com’era?

    Non so se lo ha fatto veramente lei. Era un po’ un mappazzone.

    Sua moglie cucina bene?

    Nemmeno sa dove sia la cucina. Una situazione tragica. Zero. Ma è molto brava nelle prenotazioni. Abbiamo una cuoca, Maria, italiana, mi tratta molto bene. Le donne della mia famiglia mi trattano benissimo, vorrei essere circondato da sole donne.

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    Beh, dopo Masterchef è diventato un sex symbol.

    Non credo. Quello è Carlo Cracco. Io non so, se fosse vero le donne italiane avrebbero grande gusto… (ride). Ne sarei onorato.

    Le hanno fatto avance da quando è nato Masterchef Italia?

    No. Ma ho notato che se vado nella mia pizzeria preferite e c’è la coda devo aspettare di meno. Sono piccoli grandi vantaggi. In realtà in Italia sono stato poco e non ho percepito la popolarità. Ma a maggio quando inizieranno i casting per la terza edizione starò qui di più, sei sette mesi.

    Lei è giudice di Masterchef Usa, prima che da noi. Ha più successo in America o qui?

    In Usa sono giudice da cinque anni e il mercato televisivo è più grosso, raggiungiamo gli otto milioni di telespettatori in tutto il mondo. Faccio anche il giudice di Masterchef Polonia, Cina e Australia. In Italia c’è un bacino più piccolo ma il programma ha un impatto forte, intenso, è un cult. Nel mio profilo Twitter @joebastianich do notizie e ci sono i fan molto appassionati. Gli italiani hanno una grande passione per il programma.

    Chi preferisce tra i concorrenti di questa edizione?

    Guido di Roma è molto simpatico, bravo come cuoco, purtroppo è uscito troppo presto. Paola di Milano sembra snob invece è una ragazza tenera. Ce ne sono tanti di bravi.

    C’è una cosa che non mangia?

    Ho il terrore dei pinoli. Sono un ingrediente maltrattato. Non mi piacciono i rognoni. Il fegato lo mangio, il four gras più volentieri.

    Le piace Benedetta Parodi?

    Sono stato suo ospite, molto simpatica. Non so esattamente cosa faccia ai fornelli, ma sono contento che abbia successo.

    , il vincitore del primo Masterchef, ha un programma tutto suo su DeaKids, lo vede?

    No, ma me ne hanno parlato benissimo. Sono felice per lui.

    Di recente è stato condannato a New York a restituire 5 milioni di dollari di mance dopo che i camerieri del suo ristorante “Babbo” hanno fatto una class action. Ci spieghi.

    >E’ una questione chiusa. In tutta la ristorazione Usa è cambiata la legge e sono state mosse tante cause a quasi tutti i locali. La questione è risolta.

    Aprirà nuovi ristoranti?

    Ad agosto aprirò il primo ristorante in Italia nella mia azienda a Udine, a Cividale del Friuli. Si chiamerà Dell’Orsone. Nel cuore della mia azienda, tra i vigneti, faccio venire un po’ di ragazzi da New York per un locale con ristorazione all’americana. Sono curioso. Dal 27 luglio sarò là. Sto anche pensando di scrivere un libro sul mio rapporto con l’Italia di amore ma anche difficile.

    Perché?

    Non è stato facile essere stato figli di migranti venuti in America. Ho capito che sono americano ma che con l’Italia ho una storia d’amore.


    22753444_masterchef-italia-joe-bastianich-questa-edizione-spaccher-0


    Fonte:www.liberoquotidiano.it,www.youtube.com,la7intrattenimento,web
     
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    Masterchef Italia 2: L'intervista a Joe Bastianich,

    giudice con Carlo Cracco e Bruno Barbieri


    Joe-Bastianich


    Laura Pacelli


    Tra i giudici di Masterchef Italia è il più temuto. I suoi commenti non lasciano spazio a fraintendimenti, il suo sguardo è più inequivocabile di un coltello alla gola. Dopo la copertina con Carlo Cracco e l'intervista con Bruno Barbieri, GQ ha raggiunto a New York Joe Bastianich



    Tra i tre giudici di Masterchef Italia è il più temuto. I suoi commenti non lasciano spazio a fraintendimenti, il suo sguardo è più inequivocabile di un coltello alla gola. Dopo la copertina con Carlo Cracco e l'intervista con Bruno Barbieri, GQ ha raggiunto a New York Joe Bastianich l'imprenditore italoamericano bandiera della gastronomia italiana negli Stati Uniti, già giudice di MasterChef USA, per la seconda volta giudice dell'edizione Masterchef Italia.

    All'inizio della prima serie non parlavi granché l'italiano e non ti sbilanciavi troppo sull'esito dell'esperienza. Oggi sei un volto noto della tv internazionale ed è appena iniziata la seconda serie di Masterchef Italia. Com'è andata?
    Questa volta, conoscendo meglio il gioco e parlando meglio l'italiano ammetto che mi sono divertito di più. E sono riuscito anche a lavorare meglio. Certo, abbiamo girato per molte ore al giorno per 3-4 mesi. Ma come nella vita, le cose belle non sono mai facili.

    Com'è il casting di quest'anno, punti su qualcuno in particolare?
    Molti di loro sono davvero aggressivi, ma la tempo stesso divertenti. Quest'edizione spaccherà. La media tra uomini e donne è equilibrata.

    Ma è vero che gli uomini ai fornelli sono più bravi delle donne?
    Dipende da cosa cerchi: se vuoi mangiare o se vuoi essere picchiato. Io preferisco mangiare bene, (dunque la donna, ndr).

    Lo chef è ormai una vera star. Secondo te, dopo il boom, il fenomeno è in fase calante? Insomma, finiremo di vedere programmi tv di cucina o siamo solo all'inizio?
    In Italia siete indietro di anni. Negli Stati Uniti abbiamo iniziato tanti anni fa. La verità è che tutti vorrebbero che il cibo entrasse a far parte della loro vita nel modo migliore, in inglese si dice "quality life". Lo chef diventa così il prete di questa grande chiesa, il comunicatore per una nuova tendenza di vita. Pensa a Gordon Ramsay o a Jamie Oliver: loro insegnano facendo intrattenimento. La risposta alla tua domanda è dunque no, il fenomeno in Italia è appena iniziato...

    Ok, ma i vincitori dei reality di cucina che fine fanno?
    Solo per farti qualche esempio, tre o forse quattro di loro li abbiamo assunti a Eataly a New York, altri conducono tuttora show televisivi e altri ancora hanno aperto ristoranti. Insomma, in molti hanno intrapreso la ristorazione in un modo o nell'altro.

    Che programmi hai da qui a gennaio?
    Adesso sono in partenza per le feste natalizie, verrò in Italia a sciare con la mia famiglia. Poi a gennaio riparte Masterchef Usa. E si ricomincia. Poi andrò come ospite a Masterchef Cina e Polonia.

    Ti riguardi mai in tv?
    Mai, non mi piace. Sai chi mi ha suggerito di non farlo? Gordon (Ramsey, ndr), anche lui non si riguarda.

    Hai visto Carlo Cracco sulla nostra cover di dicembre?
    Certo che l'ho visto: ne sono molto ma molto invidioso. Il servizio è molto bello, mi ha fatto sorridere (d'invidia!).


    joe-gq-italia---1-197514_0x410 joe-magnum-lifting-25870_0x410


    Fonte:www.gqitalia.it,Corbis Images,web
     
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    «Il segreto di Joe? Il sale nel vino»



    Mamma Lidia racconta gli esordi di Joe Bastianich, il giudice più temuto di MasterChef



    di Mario De Martino


    Forse bisogna iniziare dal cane, quello che secondo il suo padrone Joe Bastianich i piatti di alcuni concorrenti di MasterChef non li mangerebbe mai. Ma è veramente così schizzinoso? «Effettivamente viene trattato come uno di famiglia, non a caso lo hanno chiamato Quarto, perché è arrivato dopo la nascita dei primi tre figli di Joe», dice Lidia Bastianich, la mamma del giudice italiano americano di MasterChef. «Gli danno solo cibo selezionato dal veterinario. Per fortuna quando arrivo io gli passo del prosciutto sottobanco: deve vedere le feste che mi fa. È un Jack Russell: piccolo ma con grande personalità». Ride. «Un po’ come il suo padrone».



    Sicuramente bisogna partire da questo salotto del Queens, con vista sulla baia e dall’altra parte dell’acqua la strada che porta a Manhattan, per capire chi è il vero duro di casa Bastianich. Nell’angolo della grande villa c’è la cucina dove vengono registrate le trasmissioni di mamma Lidia, viste da 50 milioni di persone negli Stati Uniti. A offrire il caffè c’è la sorella Tanya, laureata a Georgetown e Oxford in Storia dell’arte, che ora si occupa tra l’altro della vendita della pasta e dei sughi prodotti col marchio di famiglia. Seduta al tavolo da pranzo c’è nonna Erminia, che quando le parli risponde in perfetta cadenza giuliana: «Comandi!». E al centro c’è Lidia, che a New York è arrivata bambina dall’Istria dopo due anni di campo profughi a Trieste, e che dal nulla è diventata una degli chef più famosi del mondo. Autrice di best seller. Proprietaria di sei ristoranti negli Stati Uniti e di due aziende vinicole in Italia, una in Friuli e una in Maremma. Socia col figlio, con Mario Batali e Oscar Farinetti, di Eataly, centro della gastronomia italiana a New York. E mamma orgogliosa ma anche un po’ imbarazzata della nuova star della Tv italiana: «Glielo dico sempre: perché ti comporti così, perché butti per terra i piatti? Fai fare una brutta figura a me, sembra che sia stata io a insegnarti certe cose. Ma poi penso che un reality sia fatto anche di queste esagerazioni, e vedo quanto gli piace avere successo, e penso che i figli prima o poi li devi lasciare volare da soli».

    In che cosa riconosce suo figlio in Tv?
    «Non nella cattiveria che gli imputano, perché lui in realtà è un buono. Certo però non è uno che te le manda a dire: è rigoroso, e pensa sempre che si debba fare uno sforzo in più. È cresciuto vedendo noi fare sacrifici, in una cultura che per noi emigrati era quella della sopravvivenza».

    Da chi ha preso il suo carattere?
    «Credo da me. Mio marito Felice, che è morto due anni fa, non era un uomo duro: era un artista, suonava la fisarmonica, gli andava bene anche non vincere sempre. Io invece ho sempre amato le sfide. Ma per tutti all’inizio è stato difficile, e Joe lo vedeva: è sempre vissuto dentro ai ristoranti che gestivamo, sin da quando aveva quattro anni».

    E lui che cosa mangiava?
    «Gli piacevano tantissimo i calamari fritti, i fagioli, il risotto che nei giorni di festa era con l’aragosta. Poi lo mettevo a letto raccontandogli le storie della mia infanzia in Istria: i pomeriggi nelle fighere che finivano a battaglie di fichi, mia mamma che mi mandava a raccogliere le uova delle anatre, che io tenevo a distanza con un bastone per non essere beccata. Adorava ascoltare quei racconti».

    che cosa faceva?
    «Stava sempre con noi. La mattina andava con Felice al mercato, al pomeriggio studiava sulle casse dei pomodori. All’inizio piegava i tovaglioli, poi sempre di più».

    Nella sua autobiografia "Restaurant Man", Joe racconta di una vita sempre sul filo tra successo e disastro finanziario: è vero che Felice aveva un gessetto in tasca con cui cancellava le piccole macchie di sugo dalle tovaglie, per risparmiare sul lavasecco?
    «Sì, certo: se non erano malridotte, le tovaglie andavano riusate. Poi, tra pranzo e cena si spegnevano le luci per risparmiare sull’elettricità. E Joe metteva sale nelle bottiglie di vino in cucina per impedire al personale di ubriacarsi».

    Potrebbe mai diventare un cuoco?
    «Sa cucinare molto bene, ma non credo sarebbe in grado di reggere la pressione della cucina di un ristorante. Ha scelto di fare il restaurant man perché ha un gusto eccezionale, e un enorme fiuto per gli affari. Ma Joe va a fasi, e la televisione lo sta cambiando di nuovo, da mamma lo vedo chiaramente, sta stimolando la sua parte creativa. Dove andrà non lo so, ma sono certa che seguirà il suo cuore»...


    Joe-Bastianich-with-her-mom-Lidia-Bastianich


    Fonte:www.vanityfair.it,web
     
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    Joe Bastianich sono un duro di grano tenero









    Fonte:www.joebastianich.com
     
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    I ristoranti di Joe Bastianich



    Negli ultimi anni la grande cucina è diventata anche show business: numerosi sono i programmi televisivi che trattano l'argomento, anche con adrenaliniche e quasi muscolari gare tra chef. Uno degli artefici di questo nuova moda è Joe Bastianich, americano di Astoria, figlio di ristoratori di origine italiana, Felice e Linda. I ristoranti di Joe Bastianich sono frutto del suo intuito e della capacità dei genitori.


    Restaurant Man

    Attualmente, i ristoranti di Joe Bastianich sono 18, dei quali ben 11 a New York City. Denominatore comune di questi ristoranti è la cucina italiana, ben armonizzata, modernizzata e "contaminata" ad arte dalle altre influenze che in un "melting pot" come gli U.S.A. sono inevitabili. Il difficile è farne risultare qualcosa di innovativo ma nel contempo raffinato e non avulso dal sentire comune, e in questo Joe Bastianich ci è senz'altro riuscito.



    Alex Zanardi e Joe Bastianich
    ad un evento Grana Padano per i corridori
    italiani nella New York City Marathon ING
    a Eataly il 4 novembre 2011
    a New York City.


    Vediamo la sequenza dei ristoranti di Joe Bastianich, mettendone in evidenza le principali caratteristiche.

    Del Posto - Attualmente è il più rinomato ristorante di Joe. Situato all'85 di Tenth Avenue, New York City, è il primo ristorante di impostazione italiana che ha ottenuto il massimo della valutazione dal New York Time. Massima espressione delle capacità del team di Bastianich, offre una raffinata cucina chiamata "trans-generazionale" in un ambiente rilassante e cordiale, senza troppi fronzoli o formalità, come è tipico della cucina italiana.
    Babbo - 100 Waverly Place, New York City. Si tratta di un ristorante-enoteca che cura moltissimo la qualità degli ingredienti impiegati in preparazioni di raffinata semplicità.
    Otto - 1 Fifth Avenue, New York City. Decisamente più informale, Otto è un'enoteca-pizzeria strutturata in modo da ricordare un'affollata stazione italiana. Qui si possono gustare anche preparazioni molto rapide come pizze e affettati.
    Esca - 402 West 43rd Street, New York City. Ispirato alle trattorie del sud Italia, Esca è essenzialmente un ristorante di pesce e, soprattutto, frutti di mare.
    Lupa - 52 Irving Place, New York City. Come forse il nome può far sospettare, Lupa è l'interpretazione in chiave newyorkese di una trattoria romana. Elevata qualità offerta a un prezzo moderato.
    Casa Mono e Bar Jamon - 52 Irving Place, New York City. Meno intuitivo il nome di questo ristorante, che infatti è impostato su menù non di ispirazione italiana ma della vicina Spagna, in particolare di specialità catalane.
    Tarry Lodge - 18 Mill Street, Port Chester, NY. Ristorante di specialità italiane come il vitello tonnato innaffiato da ottimo chianti situato in una centenaria costruzione di Port Chester.
    B & B Ristorante - The Venetian Hotel, Las Vegas, NV. Nella patria del divertimento, un'autentica oasi di cultura gastronomica italiana.
    Pizzeria Mozza - 641 N. Highland Avenue, Los Angeles, CA. Salumi, vino e pizza in un vivace ambiente metropolitano.
    Osteria Mozza - 6602 Melrose Avenue, Los Angeles, CA. Sempre a Los Angeles, questo particolare locale è specializzato in splendidi formaggi tipici italiani quali mozzarelle e burrate.
    Carnevino - The Palazzo Hotel, Las Vegas, NV. Raffinata interpretazione italiana della "steakhouse" statunitense, offre pregiate carni biologiche certificate.
    Eataly - 200 Fifth Avenue New York, NY 10010. Figlio dell'Eataly di Torino, l'equivalente di New York gestito da Bastianich è il più grande mercato al mondo di prodotti italiani artigianali di qualità, 42.500 "square-foot" di raffinatezze culinarie da assaporare e comprare.
    Becco - 355 West 46th Street, New York City. E' il primo ristorante aperto da Bastianich, con l'aiuto dei genitori, nel 1993. E' diventato subito famoso per le proposte a prezzo fisso di abbondanti piatti rigorosamente di impronta italiana.
    Felidia - 243 East 58th Street, New York City. Acclamato e pluripremiato ristorante italiano aperto nel lontano 1981 da Lidia Bastianich, la madre di Joe.
    The Spotted Pig - 314 West 11th Street, New York City. Ricercato locale per il dopo-cena, offre cucina italo-inglese di qualità con prodotti a km 0 (o quasi) e biologici.
    Lidias - 101 West 22nd Street, Kansas City, MO e 1400 Smallman Street, Pittsburgh, PA. Si tratta di "succursali" fuori New York di "Felidia" e del "Becco", rispettivamente fondati nel 1997 e nel 2001. Offrono cucina italiana curata e a buon prezzo in un ambiente che ricorda le case coloniche italiane.




    MasterChef: Joe Bastianich new

    Joe Bastianich,
    giudice di MasterChef si racconta
    in prima persona.
    www.masterchef.cielotv.it



    Non solo ristoranti

    Oltre ai ristoranti di Joe Bastianich, non possiamo non citare i programmi televisivi di Joe Bastianich. Infatti l’attività di questo poliedrico personaggio "sconfina" anche nel campo televisivo. Le sue collaborazioni più famose (a volte piuttosto polemiche nei confronti di alcuni programmi di cucina "concorrenti") sono relative soprattutto a "MasterChef America", con Gordon Ramsey, e "MasterChef Italia" con Bruno Barbieri e Carlo Cracco. E' autore di due libri dei quali l'ultimo, Restaurant Man, piuttosto sorprendente, è la sua autobiografia.


    Fonte:cucina.excite.it,www.youtube.com,cielotvitalia,www.zimbio.com,web
     
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    I segreti e le passioni di Joe Bastianich



    I tre giudici del talent di cucina in onda su Cielo Bruno Barbieri, Carlo Cracco e Joe Bastianich sono bravi, esigenti e persino nuovi sex symbol. Ecco i segreti del loro successo


    Il primo (suo) piatto che l'ha commossa fino alle lacrime.
    BRUNO ..................................
    CARLO ...................................
    JOE «Petto di vitello arrosto con polvere di finocchio».

    La volta in cui le hanno tremato le mani per l'importanza degli ospiti.
    B. ..........................................
    C. ..........................................
    J. «Nel 2008, quando a mia madre, la chef Lidia Bastianich, venne chiesto di cucinare per il Papa e io ebbi l'onore di occuparmi dei vini».

    La volta in cui le hanno rifilato una fregatura al mercato.
    B. ..........................................
    C. ..........................................
    J. «Nel 1993 un pescivendolo mi fece vedere un pesce e poi ne incartò un altro».

    Una sua gaffe.
    B. ...........................................
    C. ...........................................
    J. «Ne faccio continuamente, ma le prendo sul ridere».

    Il piatto con cui ha fatto innamorare.
    B. ............................................
    C. ............................................
    J. «Mia moglie s'innamorò dopo la prima tazza di tè».

    Che cosa avrebbe fatto se non fosse diventato uno chef.
    B. ............................................
    C. ............................................
    J. «Non sono uno chef, ma un ristoratore. Ma se non avessi fatto questo mestiere avrei voluto diventare una rock star».

    Lei è un giudice...
    B. ............................................
    C. ............................................
    J. «Serio, appassionato, speranzoso».

    La cosa più strana che ha fatto in cucina.
    B. .............................................
    C. .............................................
    J. «Nella mia cucina del Connecticut faccio creme e lozioni per il viso con la cera e i favi delle nostre api e usiamo il nostro olio d'oliva come solvente».

    Per lei il cibo è...
    B. ..............................................
    C. ..............................................
    J. «Gioia».





    Negli Anni Novanta
    apre diversi ristoranti a New York,
    Los Angeles e Las Vegas.




    È un imprenditore e
    personaggio televisivo statunitense,
    attivo nel settore della
    ristorazione.




    Ha fondato 3 aziende vinicole:
    l’Azienda Agricola Bastianich in Friuli,
    La Mozza s.r.l. in Toscana e la Tritono a
    Mendoza, in Argentina.


    ... La musica ...



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    Da twitter -
    Il concerto di Joe Bastianich
    Canta o sole mio
    2012-11-05


    8159261077_0619f4df14_z

    November 4, 2012 -
    Sessione, al ristorante
    Del Posto




    Da facebook -
    Suona la chitarra e canta in una band
    26/07/2012



    ... Lo sport ...


    20081103_joedani_250x333

    11/3/08 - Maratona
    di New York in tre ore
    e 45 minuti


    20081028_joeb_560x390

    Allenamento



    Fonte:it.tv.yahoo.com,www.vanityfair.it,www.grazia.it,www.bonappetit.com,www.flickr.com,foto di Laura Fedele,newyork.grubstreet.com,web
     
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    Da Visto - Joe Bastianich -

    Solo voi itliani potete credere che io sia cattivo






     
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