Simone Barbato

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    Simone Barbato, l'artista antitelevisivo


    barbato

    Attore, cantante lirico e con un diploma in conservatorio. Definire “comico” il popolare mimo di Zelig è forse riduttivo. E lui agli studenti del corso di Teorie della Comunicazione Mediale svela la sua nuova sfida: «Dare vita ai concetti astratti»

    News dalle Sedi, MILANO
    Pubblicato: 27 aprile 2012

    di Arianna Filippini


    Un acaro, una candela, un cavatappi possono incollare al piccolo schermo decine di migliaia di telespettatori? Sì, se a dar loro un’anima è Simone Barbato, il mimo-rivelazione delle ultime stagioni di Zelig, uno tra i comici italiani più apprezzati da Claudio Bisio.
    Tutina sempre rigorosamente nera, un aplomb d’eccezione, quando Simone sale sul palco anche i più banali attrezzi inanimati acquistano comicità. Il successo della sua arte risiede tutto in una maniacale attenzione per i dettagli: «Se si vuole riprodurre l’essenza di un oggetto, bisogna saper cogliere quel particolare marginale, rilevante ma per lo più inosservato, che meglio si presta a sintetizzarla: spesso si tratta di un movimento».
    Perché il risultato sia efficace, oltre ad uno spirito d’osservazione non comune, sono fondamentali una notevole preparazione fisica e un perfetto controllo del proprio corpo. Mimi un po’ si nasce, ma per diventare professionisti di livello occorrono anni di studio.
    Simone ha una lunga esperienza teatrale alle spalle: prima di approdare a Zelig ha studiato alla scuola del teatro di Alessandria e ha lavorato per una decina d’anni come attore. Nel 2003 ha interpretato il ruolo di Gian Burrasca al Forum di Assago e nel 2008 ha recitato in "Aspettando Godot" di Daniela Ardini. Nel frattempo ha scritto e diretto tre spettacoli teatrali: "Sogno d'altri tempi", "La ragazza di Brasov" e "Teresa Bracco", una storia di guerra e santità. Il suo debutto in tv è arrivato nel 2009 con Zelig Off , nel 2010 è stata la volta di Zelig. Risultati grandissimi per un ragazzo così giovane, ma non è ancora tutto: Simone è anche un cantante lirico ed è diplomato in pianoforte.
    Come ha notato Marco Lombardi, docente del corso di Teorie e Tecniche della Comunicazione Mediale che ha ospitato l'incontro con il mimo, il successo di Barbato è tanto più sorprendente se si pensa quanto poco il suo personaggio corrisponda ai comuni canoni televisivi. Le performances del mimo di Ovada -mute, in bianco e nero, senza scenografie ed effetti speciali- avrebbero potuto essere proiettate senza modifiche in un cinema degli anni ’20. Simone è, a tutti gli effetti, un artista antitelevisivo, eppure il pubblico lo ama. Il suo successo deriva senza dubbio dal valore aggiunto insito nelle sue esibizioni poco convenzionali. La definizione di comico gli va un po’ stretta. Spiegando agli studenti il suo approccio alla professione, ha sottolineato: «Non mi interessano le risate sguaiate: il mio scopo è strappare un sorriso intelligente, trasmettere un messaggio. Voglio recuperare dei valori che stanno scomparendo». Un proposito nobile, in un panorama televisivo saturo di volgarità.
    Nella storia, i mimi hanno cercato di far presa sugli spettatori portando in scena sentimenti umani, comunicando emozioni forti, per lo più tristi, che potessero suscitare simpatia. La peculiarità di Barbato è, invece, quella di emozionare imitando oggetti privi di sentimenti. Il suo repertorio annovera ormai circa un centinaio di figure, in maggioranza animali e attrezzi d’uso comune. La prossima sfida: i concetti astratti.
    Arianna Filippini

     
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    Avanti un Altro: Chi è il mimo?

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    Tutti i personaggi del Minimondo della trasmissione di Paolo Bonolis Avanti un Altro stanno avendo un enorme successo. Ma chi è il mimo? Si tratta di Simone Barbato, il mimo di Zelig, che nel programma televisivo viene chiamato le petit mimò. L’uomo mima a suo modo gli oggetti o gli animali che i concorrenti devono indovinare, dopo che Bonolis gli ha dato un indizio.

    Simone Barbato ha una lunga esperienza teatrale alle spalle: prima di approdare a Zelig ha studiato alla scuola del teatro di Alessandria e ha lavorato per una decina d’anni come attore. Nel 2003 ha interpretato il ruolo di Gian Burrasca al Forum di Assago e nel 2008 ha recitato in “Aspettando Godot” di Daniela Ardini. Nel frattempo ha scritto e diretto tre spettacoli teatrali: “Sogno d’altri tempi”, “La ragazza di Brasov” e “Teresa Bracco”, una storia di guerra e santità. Il suo debutto in tv è arrivato nel 2009 con Zelig Off , nel 2010 è stata la volta di Zelig. Risultati grandissimi per un ragazzo così giovane, ma non è ancora tutto: Simone è anche un cantante lirico ed è diplomato in pianoforte.
    Il suo successo deriva senza dubbio dal valore aggiunto insito nelle sue esibizioni poco convenzionali. La definizione di comico gli va un po’ stretta. Spiegando agli studenti il suo approccio alla professione, ha sottolineato:

    “ «Non mi interessano le risate sguaiate: il mio scopo è strappare un sorriso intelligente, trasmettere un messaggio. Voglio recuperare dei valori che stanno scomparendo». ”

    Un proposito nobile, in un panorama televisivo saturo di volgarità.

     
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