CUCINA dal WEB

ARTICOLI, RIFLESSIONE E NEWS D

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  1. gheagabry
     
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    La realtà aumentata è servita,

    Troppa tecnologia in cucina




    «Non avete una macchina che mette il cibo in bocca e lo spinge giù?» è la memorabile domanda che il leader sovietico Nikita Krusciov fece a Richard Nixon nel famoso «dibattito in cucina» del 1959.

    Anche se macchine di questo tipo non hanno ancora conquistato né invaso le nostre case, la ricerca di dispositivi che rendano la cucina un luogo più funzionale continua senza sosta. Le tecnologie attuali sono però in grado di fare ben altro. Non più accessori passivi dell’esperienza culinaria, alcuni di questi sistemi possiedono sensori minuscoli e sofisticati che «capiscono» — per così dire — quel che succede nella nostra cucina e guidano noi, i loro padroni, nella giusta direzione. Se l’intervento di Krusciov cercava di mettere in evidenza i limiti di una mentalità consumistica, i tentativi di oggi di costruire una «cucina intelligente» evidenziano quelli dei fanatici della tecnologia culinaria.

    Un articolo uscito di recente sulla prestigiosa rivista inglese «New Scientist» illustra alcune iniziative di questo tipo. Jinna Lei, uno scienziato informatico che insegna all’Università di Washington, ad esempio, ha costruito un sistema di videocamere da installare in cucina per controllare il cuoco. Queste videocamere sono molto intelligenti: sono infatti in grado di riconoscere la profondità e la forma degli oggetti e di distinguere, mettiamo, tra mele e scodelle. Jinna Lei sta anche pensando di aggiungere una speciale telecamera termica in grado di identificare le mani dell’utente dal calore corporeo.

    Perché tutti questi sforzi? Per far sapere agli chef quando sbagliano nell’eseguire la ricetta prescelta. «Se ad esempio il sistema rileva che in una ciotola contenente uova viene versato dello zucchero — dice Lei — e la ricetta non lo prevede, può avvertirci dell’errore».

    Il tentativo di trasformare la cucina moderna in un tempio del taylorismo non sorprende. I fanatici, si sa, odiano fare errori e adorano gli algoritmi. Che la cucina evolva grazie a errori ed esperimenti, che eventuali deviazioni dalle ricette portino a innovazioni e creatività, è un’eventualità che scartano, ritenendola bizzarra e irrilevante. Per molti di questi benintenzionati innovatori il contesto dell’esperienza che cercano di migliorare non ha molta importanza — o almeno non ne ha se si ottiene una maggiore efficienza. Gli chef non sono quindi considerati degli accorti virtuosi o degli artigiani di talento, ma dei robot che non devono mai mettere in questione le impostazioni dei loro sistemi operativi.



    L’articolo del «New Scientist» cita un altro esperimento ancor più degradante. Un gruppo di scienziati informatici dell’Università Sangyo di Kyoto, in Giappone, sta cercando di applicare alla cucina la logica della cosiddetta «realtà aumentata», l’ampollosa espressione che descrive un ambiente quotidiano attrezzato con tecnologie intelligenti (si pensi ai codici «Quick response» che possono essere letti da uno smartphone per accedere a ulteriori informazioni o ai Google glasses, occhiali che permettono di ampliare il campo visivo con nuovi flussi di dati).

    A questo scopo, i ricercatori giapponesi hanno montato sul soffitto della cucina videocamere e proiettori che visualizzano le istruzioni di una ricetta con l’ausilio di frecce, forme geometriche e testi, guidando così il cuoco in ogni fase della preparazione. Se state per tagliare un pesce, ad esempio, il sistema proietterà un coltello virtuale e segnerà sul pesce il punto esatto su cui applicare il taglio. E c’è anche un piccolo assistente robot che, grazie alle videocamere, è in grado di rilevare quando smettete di maneggiare gli ingredienti e vi chiede se desiderate passare alla fase successiva della ricetta. In che senso però questa realtà è «aumentata»? È stata forse aumentata tecnologicamente, ma si direbbe anche diminuita intellettualmente. Ci ritroviamo quindi di fronte a una «realtà aumentata, e insieme diminuita». I fanatici della tecnologia in cucina rifiutano ostinatamente di riconoscere che sfide e ostacoli — come non saper tagliare un pesce — tendono a intensificare, anziché a minare, le esperienze umane. Per rendere più semplice la cucina non è necessaria la «realtà aumentata», al contrario. Applicare in questo campo la logica debilitante dell’efficienza significa privare l’uomo della capacità di imparare, di essere creativo, e impoverisce quindi la nostra vita.

    Non sto snobisticamente perorando la causa di un’arte elitaria. In un mondo in cui solo pochi eletti conoscessero i trucchi del mestiere, le cucine «aumentate» sarebbero probabilmente le benvenute, se non altro perché prometterebbero di democratizzare l’accesso a quest’arte. Ma il mondo in cui viviamo non è così: Internet trabocca di ricette dettagliate e istruzioni in video su come preparare le pietanze più elaborate. Abbiamo davvero bisogno di un robot — per non parlare di videocamere sopra la testa —per cucinare il tacchino ripieno o l’arrosto d’agnello?

    Non è difficile, inoltre, prevedere dove porti questa logica: una volta entrati nella nostra cucina, questi nuovi dispositivi di raccolta dati non ci lasceranno più, e svilupperanno nuove funzioni, apparentemente impreviste. Dapprima installeremo videocamere per ricevere istruzioni su come cucinare meglio, poi le aziende alimentari ed elettroniche ci diranno che vorrebbero farcele usare per migliorare i loro prodotti, e scopriremo infine che tutti i dati sulla nostra cucina sono in qualche server in California, dove compagnie di assicurazione analizzano quanti grassi saturi consumiamo per calibrare il premio da farci pagare per la polizza. Cucinare con l’aiuto della tecnologia intelligente potrebbe essere un cavallo di Troia che nasconde prospettive assai più sinistre.


    Con questo non voglio dire che la tecnologia non possa aumentare il piacere di cucinare — e non solo col rendere le pietanze che prepariamo più saporite e sane. La tecnologia, usata con un po’ di fantasia e senza l’ansia di voler essere troppo efficienti e perfetti, può effettivamente rendere l’esperienza culinaria più interessante, aprendo nuove possibilità di sperimentazione e offrendoci nuovi modi di violare le regole.

    Confrontiamo la visione culinaria impoverita offerta dal «New Scientist» con alcuni dei fantastici gadget adottati dal movimento della «gastronomia molecolare». Dai riscaldatori termostatici a immersione per la cottura a bassa temperatura alle stampanti su carta commestibile, dalle siringhe per iniettare strani ripieni ai fornelli a induzione che inviano onde magnetiche nelle pentole metalliche, tutti questi congegni rendono la cucina più complessa, interessante e impegnativa e possono indurre una grande passione in aspiranti chef o principianti — molto più delle videocamere sul soffitto o dei robot che danno istruzioni.

    I pessimisti e i tecnofobi si sbagliano: l’umanità e la tecnologia non sono necessariamente in conflitto. Quando però la progettazione e la creazione di dispositivi tecnologici si basano su una conoscenza piuttosto superficiale di quello che ci rende umani, è naturale che vengano criticate. Il problema è nei fanatici della tecnologia, non nella tecnologia.

    È questa, forse, la più grande lezione che gli innovatori tanto ansiosi di migliorare il mondo con l’aiuto della tecnologia dovrebbero imparare. Osannare le innovazioni fini a se stesse è di cattivo gusto. Perché la tecnologia aumenti veramente la realtà, chi la propone dovrebbe avere un’idea più approfondita dei complessi elementi che compongono questa realtà e degli obiettivi, degli ideali e dei valori che comportano.

    Gli errori e le imperfezioni debbono infatti essere evitati in alcuni casi, ma in altri sono preziosi. Anche l’ignoranza, l’ambiguità e l’incertezza hanno a volte un ruolo importante da svolgere. Dichiarare guerra preventiva a questi valori solo perché tecnologie intelligenti e sensibili al contesto ci permettono di evitarli è sbagliato e segno di immaturità. I fanatici della tecnologia devono contenere il loro entusiasmo e imparare ad apprezzare gli innumerevoli paradossi della condizione umana.
    (Traduzione di Maria Sepa)

    Evgeny Morozov





    corriere.it

    Edited by gheagabry1 - 16/11/2023, 19:41
     
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  2. gheagabry
     
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    LA PIZZA VA IN MUSEO



    Orgoglio tutto italiano, la pizza è di sicuro l'alimento più imitato e amato in tutto il mondo ma chissà perché in Italia e ancor più a Napoli, la città della pizza per eccellenza, nessuno ci ha mai pensato ed ora è troppo tardi perché è a Philadelphia che nascerà il primo museo al mondo dedicato alla pizza.
    Il museo (destinato a diventare anche un ristorante) è frutto di una scommessa del ventisettenne Brian Dwyer, ex studente di cinema che, abbandonata l'Università, ha raccolto strumenti e attrezzi da cucina legati al mondo della pizza, anche acquistandoli su Ebay. La città della Pennsylvania non è certo la più famosa in America per la pizza, come lo sono New York, Chicago o persino Phoenix. Posti dove la presenza di grandi comunità d'italiani ha influenzato le scelte alimentari, tanto da rendere il famoso piatto italiano tra i primi nelle scelte a tavola.
    La particolare guerra americana sulla pizza - gli americani ne sono grandi consumatori, con una media di 46 (grandi) fette all'anno - potrebbe segnare quindi un colpo di scena proprio in favore della stessa Philadelphia, famosa soprattutto per essere stata il posto in cui è stata firmata la dichiarazione d'indipendenza degli Stati Uniti, nel 1776.

    Il Guinness Book of World Records, la pubblicazione che certifica le stranezze negli angoli del mondo, ha certificato che la collezione del giovane di Philadelphia è oggi la più grande di cimeli di pizza nel mondo. Cominciata un po' per caso con l'acquisto di un disco con una pizza in copertina, la collezione si è poi arricchita con libri, giochi, puzzle, fumetti, calamite, articoli casalinghi, vestiario... fino ad arrivare a ben 561 oggetti, provenienti da tutto il mondo. Tra gli oggetti più strani vi è anche un taglia-pizza a forma di USS Enterprise della famosa serie TV di fantascienza.
    Il museo, chiamato "Pizza Brain", ha sede in un palazzo del diciannovesimo secolo ristrutturato da poco da Dwyer con l'aiuto di un investitore nell'elegante e rinomato quartiere Fishtown, a nord di Philadelphia e dovrebbe essere inaugurato a fine mese.
    L'Italia ha così perso la possibilità di fregiarsi di ospitare sul suo territorio il primo "Museo della Pizza" al mondo. Ancora una volta gli americani sono arrivati primi chissà che per contrappasso qualcuno nel bel paese non decida di aprire un museo del burro di arachidi...



    TRILOGIA MENTALE, BLOG-LIBERO

    Edited by gheagabry1 - 16/11/2023, 19:39
     
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    Il cake design ci salverà




    la+finestra+di+fronte+3


    di Antonio Tomacelli

    Si dice sia merito (o colpa) di Giovanna Mezzogiorno, l’attrice che nel film La finestra di fronte di Ferzan Ozpetek, sogna di cambiare vita preparando torte, se tantissime donne dalla formazione più diversa si rimettono in gioco ammaliate da un mestiere fatto di progettualità, miniature di zucchero e ghiacce colorate. Il cake design, ammirato al recente sì tra William e Cate quasi quanto il lato b di Pippa Middleton, nasce ufficialmente in occasione di un altro matrimonio, quello della Regina Vittoria nel 1840, ed è per questo che il composto a base di zucchero e albume d’uovo che una volta asciugato assume l’aspetto del ghiaccio, viene chiamato royal ice, ovvero ghiaccia reale. Una copertura, chiamata anche glassa o pasta di zucchero, che nel caso delle cake-designer italiane unisce l’arte anglossassone della decorazione al gusto tricolore.

    Quali sono le cose che donne e uomini smaniosi di muovere i primi passi nel mondo del cake design dovrebbero sapere? (La materia non è prerogativa esclusivamente femminile come dimostra il successo di Carlo Buddy Valastro, “famigerato boss delle torte” del canale sat Real Time, ex Discovery, che ricostruisce i palazzi di Manhattan con il pandispagna).


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    GHIACCIA O PASTA DI ZUCCHERO. Probabilmente non esiste pasta di zucchero fatta in casa che possa eguagliare quella già confezionata. Per colore, sapore ed elasticità (con la ghiaccia casalinga è complicato realizzare top tridimensionali o piccole sculture di zucchero) è preferibile usare pasta di zucchero già pronta.

    COLORANTI. Ci sono sostanzialmente tre tipi di coloranti: liquidi, in polvere e in gel. Il problema dei coloranti liquidi è che rendono la pasta di zucchero troppo morbida, mentre con i coloranti in polvere è difficile gestire le dosi, per cui i più affidabili sono quelli in gel che tra l’altro garantiscono colori molto brillanti.



    DECORAZIONI. Petali di fiore, perle bianche, grandi fiocchi… come si decorano le torte nel cake design? A mano, ammorbidendo la ghiaccia con i polpastrelli e aiutandosi con piccoli strumenti di lavoro come gli stampi di silicone. I coloranti, di solito stesi con un piccolo pennello, contribuiscono a rendere l’insieme più professionale componendo seducenti riflessi tono su tono.

    ATTREZZATURA. A voler fare le cose per bene l’elenco è lungo: mixer da cucina, rotelle dentate, taglieri, matterelli in silicone, spatole, colini, piccoli supporti per sorreggere i singoli piani delle torte, e altro.




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    INFORMARSI. Esiste un festival italiano e l’ansia da cake design si cura iscrivendosi a uno dei corsi di specializzazione sparsi per la Penisola. Servono 16,80 euro per comprare su Amazon il libro di riferimento: “La torta che vorrei. L’arte italiana del cake design“, scritto dalla specialista Letizia Grella e edito da Gribaudo.

    Chi trova troppo lezioso, troppo vezzoso, in una parola troppo belga il cake design, si ricrederebbe seguendo Marina Ragazzi de La boite a gâteaux, laboratorio per torte da merenda di Como, mentre tra idee, appunti, disegni e decorazioni realizza passo passo una delle sue torte incantate. Noi che lo abbiamo fatto, come testimoniano le foto di questo post, siamo stati subito indottrinati: w il cake design.

    [Crediti | Link: Il Gastronauta, immagini: BioDoll]





    Fonte:dissapore.com,italiancakedesigner.com,YouCoock,web

    Edited by gheagabry1 - 16/11/2023, 19:56
     
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    Colazione da vip

    Il pasto del risveglio di foodstar, celebrities e grandi chef stellati... Consigli per iniziare la giornata all'insegna di ricette glamour, classiche o che mai vi sognereste di mangiare a colazione

    di Sara Mariani
    C'è chi si dedica – tempo permettendo – alla preparazione di torte e pane fatto in casa come tradizione comanda, chi si fa bastare uno yogurt con muesli e marmellata e chi, invece, a colzaione preferisce uno shake proteico... Come fra la gente comune, anche fra le celebrities la varietà di abitudini sul tavolo del mattino non manca, ovviamente con qualche stranezza in più! Seguiteci in un tour virtual-gastronomico – ed esotico – alla scoperta dei gusti e dei rituali di risveglio di vip, chef stellati e grandi foodwriter
    Jennifer Lopez, Naomi Campbell, Barack Obama, Jamie Oliver, Paris Hilton, Gordon Ramsay... sono solo alcuni dei vip che incontreremo "armati" di tazze di caffè.


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    Caffè nel dehors con tanto di occhiali da sole per la "desperate housewife" Eva Longoria


    BREAKFAST... CON BARBIE

    La biondissima ereditiera Paris Hilton non cede mai ad acquisti senza stile. Che sia in giro per boutique di Los Angeles in preda allo shopping compulsivo - che, pare, la induca a spendere circa 30mila euro al giorno in abbigliamento - o in un anonimo drugstore di Hollywood, la celeb platinata non accetta compromessi ed è in perenne caccia di griffe esclusive. E, udite udite, neanche a colazione: guai ad iniziare la sua giornata senza una porzione di cereali firmati "Barbie"...



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    Paris Hilton con il suo cane


    ALESSANDRO BORGHESE E LA SUA BAKERY...

    Nato a San Francisco e a lungo pendolare cosmopolita fra Londra, New York e Parigi, il popolare chef-showman Alessandro Borghese ha passato la vita a zonzo per i continenti e non dimentica la sua gavetta sulle navi da crociera, ma ciò non gli vieta di dedicarsi con passione a preparare una colazione che lo riporta “alle origini”. Sul suo sito ufficiale, trovate la ricetta per la preparazione del succulento pane dolce calabrese, soffice, lievitato naturalmente, fragrante e all’aroma di limone. Se poi aggiungete dell’uva sultanina sarete egregiamente ripagati della fatica di impastare. Ottimo – assicura il protagonista del cooking show Cucina con Ale! – da gustare accompagnato da marmellata fatta in casa.



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    Lo chef Alessandro Borghese


    BACON E SALSICCIA PER NAOMI

    Anche Naomi Campbell – pur attentissima alla sua linea – sembra non disdegnare colazioni abbondanti e si narra (la fonte è datata ma la notizia è curiosa) che la topè della top inizi ogni sua giornata con la bellezza di: 2 uova fritte con bacon, 1 salsiccia, 2 brioches, toast burro e marmellata, un caffè americano. Sul vassoio resta solo la brioche senza crema...



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    Naomi Campbell


    IL FOODWRITER AUSTRALIANO

    È dolce e robusta come tradizione anglosassone vuole la colazione amata da Bill Granger, il cuoco australiano asceso al firmamento dei foodstar per le sue uova al tegamino... si fa per dire, date un’occhiata alle meraviglie che quest’Uomo in cucina è in grado di prepararvi in pochi minuti! Una per tutte, il pane alla banana e cioccolato, così morbido e suadente da riuscire a mettere di buon umore anche i malati cronici del risveglio molesto. Bill suggerisce di badare anche al “corredo” e a come servire una colazione, oltre che alla qualità degli ingredienti. Perché il primo boccone del mattina dovrebbe dispensare una massiccia dose di coccole per iniziare bene la giornata...



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    Bill Granger


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    Jessica Alba mordicchia un toast a colazione


    IL BREAKFAST ESOTICO DI JENNIFER

    Uno dei corpi più belli di Hollywood e, a quanto pare, Jennifer Aniston non sembra faticare particolarmente per mantenersi giovane e in forma. Almeno, non a colazione. Anche se, per il bene del suo metabolismo, preferisce optare per un breakfast proteico, la bella attrice non si fa certo mancare il gusto: per lei, omelette di pollo e uovo (ma attenzione, solo l'albume) guarnito con qualche fettina di avogado e scaglie di Parmigiano. Non male, Jennifer...



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    Jennifer Aniston


    OBAMA E I SUOI PANCAKES

    Alla Casa Bianca non mancano mai i pancakes, affogati in abbondante sciroppo d'acero e accompagnati a caffè fumante come usanza made in Usa comanda... Il presidente Barack Obama sembra esserne goloso.
    Ma non si fa mancare nemmeno succulenti manicaretti per cene piccanti...
    Scopri la sua ricetta del chili e impara a preparare pancakes degni di una colazione "presidenziale"...



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    Michelle e Barack Obama


    LE UOVA DI GORDON RAMSAY

    Parlando di uova, non si può prescindere dal metodo di Gordon Ramsay per delle perfette scrumbled eggs. Certo, non sarà certo una ricetta così basic ad aver fruttato la bellezza di 12 stelle Michelin allo chef britannico, ma chi ben comincia... Raccomandazione numero uno: mai salare e sbattere le uova prima di averle in padella! Il secondo trucco è di concedere alle uova una “pausa” durante al cottura, per lasciare che si addensino senza seccarsi e infine, se proprio volete strafare, aggiungete una noce di burro e una punta di crème fraîche. Solo così vi avvicinerete al re del gotha culinario d’oltremanica che, insieme alle uova, opta per una colazione in perfetto stile british, con tanto di bacon, funghi e – per i più coraggiosi – black pudding...



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    Il pluristellato Gordon Ramsay



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    La colazione del musicista e dj Moby


    LA COLAZIONE A CASA MERKEL

    Sarà anche una donna di polso, ma la supercancelliera tedesca Angela Merkerl sa anche ritagliarsi qualche momento di tenero romanticismo... A casa, ogni mattina, frau Merkel prepara la colazione per il marito, che è rimasta uguale dal giorno in cui sono convolati a nozze: un rito imprescindibile della loro giornata. La cancelliera lo dice esplicitamente: «La colazione che preparo è ancora la stessa».



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    Angela Merkel


    COLAZIONE COUNTRY-CHIC

    Nei grandi hotel lo chiamano room service ma, più semplicemente, la colazione in camera è un rito, un gesto di affetto e un vizio innocente che potete concedervi in qualsiasi momento, che siate soli o in dolce compagnia... Attenzione, però, a non farvi mancare gli "ingredienti" indispensabili per godervi una pausa in completo relax ancora morbidamente avvolti dalle lenzuola, o magari sul tappeto davanti al caminetto acceso. Csaba consiglia: sempre accompagnare il giornale al vassoio e servire frolle e tazze di caffellatte con dei tovaglioli di lino o di cotone, semplici eppure sempre di grande charme. Provate i soffici e deliziosi Danish pastries, guidati dalla sapienza di Csaba... e seguite i suoi consigli sul blog Lezioni private.



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    Csaba dalla Zorza


    PROTEINE PER J. LO

    La superimpegnata Jennifer Lopez, che quotidianamente deve gestire due pargoli, ha bisogno di una colazione da fare al volo - meglio se già in strada - a base di shake proteico, perfetto come detox per eliminare le tossine e facilitare il metabolismo dei grassi.



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    Jennifer Lopez "on the go"



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    Un breakfast a base di... liquidi per il vampiro di True Blood, Alexander Skarsgard


    JAMIE OLIVER E IL MUESLI FATTO IN CASA

    A dimostrazione del fatto che il breakfast o il brunch non sono una scelta obbligata per gli anglofoni, Jamie Oliver insegna a preparare – e a gustare – una coloratissima e glamour coppa di yogurt con muesli fatto in casa, irrorata di salsa di frutti di bosco. Come fare? Il procedimento è semplice e adatto anche per chi non è troppo avvezzo a smanettare ai fornelli: procuratevi frutta secca a scelta, fiocchi d’avena e chicchi di riso soffiato. Tritateli insieme e metteteli in forno cospargendoli con un po’ di miele caldo. Una volta freddi basta versarli sullo yogurt e aggiungere una ricca e sontuosa veste di salsa o marmellata ai frutti rossi. Et voilà!



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    Jamie Oliver


    IL BRUNCH SECONDO SIMONE RUGIATI

    Se quello che fa per voi è un sostanzioso brunch – soluzione ottima per le domeniche a casa con amici o parenti – prendete spunto da Simone Rugiati, che nelle sue Storie di brunch ve ne “racconta” ben sette tipi diversi. Non avrete così l’imbarazzo di presentare qualcosa di troppo esotico, o inadatto ai gusti difficili di uno zio un po’ scettico... Lo chef toscano ha sicuramente il brunch che fa per voi. Da quello dedicato agli esteti (perfetto per loro il roll di bufala e gambero servito con tonno, burrata e porcini) passando per il menu green chic a base di insalata d’orzo e verdure brasate o plumcake di feta e spinaci. Insomma, tante ricette per questo appuntamento domenicale, tutte da gustare e condividere.



    simone-rugiati_325x435

    Lo chef Simone Rugiati


    Fonte:vanityfair.it
     
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    Capisci il tuo uomo da come cucina!



    La cucina è un rivelatore della personalità e gli uomini non fanno eccezione, scoprite come sono in base a come si comportano dietro ai fornelli!




    di Costanza Mauro

    Il vostro uomo non fa che sorprendervi? Da un lato ciò è sicuramente positivo, dall'altro però significa che non siete ancora riuscite ad inquadrare in maniera precisa la sua personalità. Avete mai provato a dare uno sguardo a come si muove dietro ai fornelli? La cucina ci può infatti rivelare il carattere di una persona! Ecco 10 tipi diversi di uomini ai fornelli, scopri quale è il tuo.


    SPIRITO LIBERO - Non ha bisogno del ricettario e non ha mai letto una pagina del Cucchiaio d'argento, è autodidatta a tutti gli effetti, inventa gli ingredienti e fa affidamento unicamente sul suo istinto e sulle sue sensazioni. Generalmente i piatti che prepara rispecchiano precisamente il suo umore!




    IL MIX AND MATCH - Unisce senza problemi ingredienti freschi con altri surgelati o in scatola, in cucina si mostra flessibile e aperto alle possibilità. E' un uomo che non ama decidere tutto da solo, è interessato alla nostra opinione ed è pronto a condividere

    IL BBQ MANIAC - Il barbecue è un lavoro da uomini e come tale chi ama prepararlo è vagamente maschilista, accentratore e un po' egocentrico; ma è anche qualcuno a cui piace prendersi cura degli altri e provvedere al loro benessere

    IL CURIOSO - Ama preparare piatti esotici e anche quando è fuori preferirà sempre un thai alla pizza nostrana. Si tratta di un uomo curioso a cui piace la cultura, i viaggi in paesi lontani e inesplorati. E' estroverso, è un ottimo compagno di chiacchiere e gli piace sperimentare anche fuori dalla cucina


    IL MAGO DEL MICRONDE - Piatti basic, non gli piace perdere tempo a pensare ad un menù né dedicare ore alla cucina. E' un uomo semplice che ha bisogno di indicazioni semplici, non ama le complicazioni e si troverà a disagio in una storia troppo cerebrale

    IL VEGETARIANO - Generalmente è un ottimo chef, capace di preparare una cucina molto varia. E' attento alla salute, all'ambiente e ama gli animali. Per quest'uomo è estremamente importante vivere in base ai propri principi, vi troverete bene con lui se li condividete altrimenti il conflitto è dietro l'angolo.


    IL CASALINGO - Non solo qualità ma anche quantità in cucina! Prepara piatti molto ricchi con salse, contorni e mille altre leccornie. Per lui cucinare è un atto d'amore, è il suo modo per abbracciarvi e dirvi che vi ama.

    L'UOMO TAKE AWAY - E' sempre alla ricerca di nuovi take away aperti in zona. Probabilmente non è un grande cuoco ma è un uomo capace di improvvisare, di divertirsi e di farci divertire molto!

    IL SENZA GRASSI - Attentissimo alla linea esclude dalla sua dieta ogni cibo troppo grasso e guarderà male anche voi se ne mangerete! E' molto concentrato su se stesso, perfezionista e ha la tendenza a prendere il controllo delle situazioni e della coppia

    L'ETNICO - Mangia solo cibo rigorosamente non italiano. Non gli piace stare in casa e fosse per lui la vita sarebbe un viaggio perenne. Non aspettatevi che sia affidabile perchè è capacissimo di piantarvi in asso e partire per una delle sue avventure!




    Fonte:pianetadonna.it, foto dal web

    Edited by gheagabry1 - 16/11/2023, 19:44
     
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    La 'Cucina di Martina' sta spopolando sul web



    Mamma fanese star dei piatti semplici e veloci

    L’ideatrice del blog è Martina Spinaci, 40 anni, che ora collabora con un programma tv


    di Giovanna Omiccioli

    Martina Spinaci è una blogmanager. E’ una mamma fanese di quarant’anni che ha fatto della su cucina la sua passione, un’attività lavorativa di successo. Ideatrice del blog 'Nella Cucina di Martina' da due anni collabora con il noto sito di 'Giallozafferano' nel ruolo di coordinatrice di decine di food blogger .
    "La mia avventura — racconta Martina — inizia nel 2007 quando, dopo aver acquistato un computer e non avendo un lavoro, ho deciso di aprire un blog dedicato alla mia prima passione: la pittura. Piano piano mi sono resa conto che la cucina era il mio vero interesse, mi attraeva e coinvolgeva". Ecco che nasce 'Nella Cucina di Martina': "Ho iniziato con ricette semplici di primi piatti attirando la curiosità di tantissime navigatrici del web, tanto da essere notata dal sito “www.Giallozafferano.it”, del quale poi sono diventata collaboratrice".

    Qual è la ricetta che va per la maggiore?
    "Al centro dell’attenzione sono i piatti con verdure, soprattutto quelli con cipolle arrosto: sono le ricette più richieste".

    Ci sono blogger uomini interessati alla cucina?
    "In prevalenza sono donne anche se gli uomini non disertano gli incontri annuali, da noi organizzati, a sostegno delle mogli".

    Come si diventa blogger di successo?
    "Il primo ingrediente è la passione, nell’immediato non bisogna pensare al ritorno economico anche se alcuni sono riusciti a trasformare un hobby in attività lavorativa".

    Ha mai incontrato le persone che la contattano sul sito e sul suo blog?
    "Certo, ho iniziato quattro anni fa e ora, ogni anno, a settembre, ci ritroviamo a casa mia: siamo un centinaio di persone e ognuna porta la sua “creazione” preferita. Anche se comunichiamo virtualmente sembra che ci conosciamo da sempre".

    Qual è il segreto del suo successo?
    "La correttezza e la trasparenza delle ricette. Io sono sempre disponibile con tutti. Rispondo a chiunque mi contatti o mi chieda spiegazioni. Mi ispiro alla mia collega Sonia Peronaci, ideatrice di “Giallozafferano” che, nonostante abbia raggiunto una certa notorietà, mantiene un ottimo rapporto con le sue sostenitrici. Le persone cercano ricette semplici, che si preparano in poco tempo, ma facciano fare bella figura".

    Come spiega il grande interesse per la cucina?
    "L’interesse è certamente legato alla riscoperta della manualità, oltretutto preparare il cibo a casa, piuttosto che andare al ristorante, serve a risparmiare e fa bene alla salute".

    A decretare il successo della mamma blog manager, che è sposata con due figlie, sono i numeri: 1.500 visitatori giornalieri, 30 mila le pagine viste al giorno. La sua carta vincente è quella di proporre ricette sperimentate personalmente, da lei e dalla sua famiglia.


    Fonte:ilrestodelcarlino.it

    Edited by gheagabry1 - 16/11/2023, 19:44
     
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    Antonella Dilorenzo, Cuochi, sorrisi e tv



    Cibo è Tv. Il connubio di tante serate italiane diventa un pretesto per un viaggio tra le onde del tempo, alla scoperta dei programmi gastronomici che hanno fatto la storia della cucina e della televisione. Dai programmi “educativi” votati alla ricerca del gusto raffinato, procedendo in avanti fino a reality in cui ci si sfida al calore dei fornelli, passando per la Tv commerciale. Da Soldati a Veronelli, da Il Pranzo è servito a La prova del cuoco, Antonella Dilorenzo ci guida attraverso un viaggio fantastico alla riscoperta delle trasmissioni di cucina più importanti, intervistando i protagonisti indiscussi e facendosi raccontare da loro come sono nati le vecchie e nuove stelle del firmamento culinario italiano: Simone Rugiati, Tessa Gelisio, Giovanni Minoli, Wilma De Angelis, Davide Mengacci, Marco Bianchi, Anna Moroni e tanti altri.



    Fonte:www.editoririuniti.net

    Edited by gheagabry1 - 16/11/2023, 19:45
     
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    Le nuove ricette di Tessa Gelisio in un libro


    Cucina pratica, veloce e di effetto con "Le Nuove Ricette di Cotto e Mangiato"

    C_2_articolo_1063546_imagepp
    Il 16 ottobre in tutte le librerie esce "Le Nuove Ricette di Cotto e Mangiato" di Tessa Gelisio (edito da RTI con il marchio Fivestore). Non solo ricette originali ma elargisce consigli su come approcciarsi in cucina e nel fare la spesa. Un nuovo modo di soddisfare il palato nel rispetto della salute e dell’ambiente. Una rivoluzione del gusto, che ruota attorno ai tre punti cardine di Cotto e Mangiato: cucina pratica, veloce e di effetto.
    Non poteva che essere la Gelisio ad interessarsi di benessere alimentare visto il suo straordinario impegno verso l’ambiente, la natura e lo sviluppo eco-sostenibile. Presidente di forPlanet Onlus, associazione che raccoglie fondi per patrocinare progetti di recupero e preservare habitat a rischio, Tessa Gelisio è molto attenta e severa (prima di tutto con se stessa) rispetto agli stili di vita che salvaguardano noi e l’ambiente.

    Il libro in uscita il 16 ottobre prosegue la saga di Best Sellers di Cotto e Mangiato, la rubrica più letta in Italia, che dal 2009 ad oggi ha venduto e continua a vendere milioni di copie, quanti sono gli italiani appassionati allo stile comunicativo di Cotto e Mangiato, che amano la buona cucina, la semplicità nella preparazione e un occhio di riguardo alla qualità e al portafoglio.

    Questi i punti di forza del brand Cotto e Mangiato, che Fivestore (il marchio di Mediaset leader nel settore del merchandising e publishing TV) trasferisce dalla editoria televisiva alla carta stampata, grazie ad una consolidata esperienza nella comunicazione integrata. Risultati eccellenti anche per la piattaforma web, dove “Cotto e mangiato” vive parallelamente un grande successo. Sono oltre 440 mila gli iscritti alla pagina ufficiale Facebook di Cotto e Mangiato che partecipano attivamente inviando le proprie ricette, commenti e consigli utili, di cui Tessa fa spesso uso nel proprio programma. Dalla community web nasce “Cotto e mangiato – Le ricette dei fan”, il primo “social book” nato direttamente dalla Fanpage di Facebook, un successo eccezionale che conta già due edizioni all’attivo (Fivestore, 2011 e 2012). Un successo che ha varcato i confini nazionali conquistando il Premio Digital Comunication Award 2012 a Berlino nella categoria “Innovazione dell’anno”.

    In Tv “Cotto e Mangiato” va in onda quotidianamente alle 12.50 in coda al Tg di Italia 1. Dal 22 ottobre invece si parla di “I menù del giorno di Cotto e Mangiato” in cui la conduttrice presenta un pranzo completo dall’antipasto al dolce con le migliori ricette di archivio. Oltre ai due appuntamenti su Italia 1 Tessa Gelisio è settimanalmente in onda con “Pianeta Mare” su Rete 4, programma di cui è volto da dieci stagioni, dedicato al mare, ai suoi segreti e alle sue suggestioni.


    Fonte:www.tgcom24.mediaset.it
     
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    Il supermarket dei celebrity chef


    giada-de-laurentiis_325x435

    Giada de Laurentiis in una famosa pubblicità per la sua linea di prodotti per Target


    Le chef star sorridono dalle confezioni di salse e piatti pronti nei supermercati di Stati Uniti

    e Inghilterra. Jamie Oliver, Giada de Laurentiis, Martha Stewart e tanti altri firmano

    intere linee di prodotti, ma chi sarà il primo in Italia?


    di Margo Schachter

    Se sia un bene o un male, manteniamo il beneficio del dubbio. Ma ancora in Italia non si sono visti sugli scaffali della grande distribuzione dei prodotti alimentari brandizzati dalle star. Non intendiamo dire cose come i sorbetti in scatola di Antonella Clerici o legati pubblicitariamente ad altri vip, cuochi amatoriali, professionali o incapaci in cucina a fare da testimonial. Intendiamo dire linee di sughi, paste, condimenti e piatti pronti marchiati con il nome di un tv chef o un ristorante blasonato. Negli Stati Uniti e nel Regno Unito esistono eccome, quasi ogni chef televisivo che si rispetti ne ha un'intera linea. Come se Benedetta Parodi avesse la propria faccia sui bastoncini di pesce surgelati o su qualche torta salata del banco frigo - preparata secondo la sua ricetta, ma già bella e pronta.
    Funzionerebbe in Italia? Di certo funziona all’estero, in quei Paesi che di cucina ne capiscono davvero poco e per riconoscere una scatoletta di qualità da tutte le altre necessitano del volto rassicurante di una star.
    Maestra delle linee di prodotti sponsorizzati, Martha Stewart firma con il proprio nome accessori per la casa, l’arredo, la cucina, interi complessi di villette e, ultima nata, una collezione di cartoleria. A livello di alimentari l’ultima indagine del 2011 ha contato 26 prodotti a firma di chef e star della tv in vendita sugli scaffali americani, che promettono ricette genuine e cibo tradizionale, già pronto e molto costoso. Non di qualità eccelsa però, stando alle statistiche degli assaggiatori, che hanno riconosciuto solo tre di queste prelibatezze nel gotha "excellent" della classifica.

    giada-de-laurentiis_280x185

    Pasta e sugo: la cucina italiana di Giada per Target


    Sono la Salsa al Basilico per pasta di Giada De Laurentiis, la Bisque al basilico di Wolfgang Puck (lo chef che da vent’anni cucina alla cerimonia degli Oscar) e la Marinara di Mario Batali. Nella categoria “very good”, la Marinara di Lidia Bastianich, madre del giudice di MasterChef.
    Giada de Laurentiis ormai da anni ha il proprio volto su pasta, sughi, pentole e utensili da cucina del colosso Target, con ottimi risultati di vendita e di critica. Dello stesso avviso la regina dei catering upper-class, Ina Garten che ha voluto rendere easy alcune delle sue ricette più famose dando alla produzione un intero portfolio di preparati per dolci e torte per quando non sai o non hai tempo per cucinare.


    jamie-oliver-prodotti_280x185

    Olio e spezie firmati Jamie Oliver

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    Jamie Oliver e le sue spezie italiane, e il preparato per ciambelle firmato Ina Garten


    Nel Regno Unito il primo a lanciare una simile idea è stato Jamie Oliver, che firma anche lui prodotti (incomprensibilmente) italiani come salse, erbe e persino carne e pesce fresco.
    Olio e spezie firmati Jamie Oliver
    Jamie, recita il suo sito, crede che la cucina non debba essere qualcosa di complicato, e che basti qualche strategia per cucinare per gli amici e la famiglia in modo semplice. Nessuno dovrebbe però innervosirsi ai fornelli, e questo si risolve nell’acquistare piatti pronti.
    Jamie Oliver e le sue spezie italiane, e il preparato per ciambelle firmato Ina Garten
    Una delle confezioni studiate per Nigella Lawson
    Nigella Lawson, la domestic goddess d’Inghilterra, non ha ancora seguito il trend, ma in Rete girano interessanti proposte di packaging di una sua fantomatica linea disegnati per un concorso fra studenti dell’ELISAVA di Barcellona. Dalla linea tipografica, il progetto della studentessa voleva comunicare tradizione ed eleganza, in pieno stile Nigella.


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    Una delle confezioni studiate per Nigella Lawson


    nigella-lawson_650x435

    La linea di prodotti disegnata per Nigella Lawson. Chissà se la si vedrà sugli scaffali inglesi


    Non resta che chiedersi: chi sarà il primo a mostrare il proprio volto da uno scaffale di un supermercato italiano?



    Fonte:www.vanityfair.it
     
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    Salone Gusto, 1.000 espositori per la rivoluzione del cibo
    La 9/a edizione dal 25 al 29 ottobre al Lingotto di Torino


    1350300225012_SALONEDELGUSTO2012

    Usare la testa nelle scelte alimentari, perche la 'rivoluzione' dopo la grande crisi puo' partire dal cibo. Per questo la 9/a edizione del Salone del Gusto, presentata stamani a Torino, avra' come immagine simbolo la mela di Newton e come sintesi il tema 'Cibi che cambiano il mondo'. Per la prima volta il Salone, che ad ogni edizione richiama a Torino quasi 200 mila visitatori, sara' una sola cosa (e completamente aperta al pubblico) con Terra Madre, l'incontro che riunisce le Comunita' del cibo di tutto il pianeta.
    La rassegna, con oltre mille espositori, si terra' dal 25 al 29 ottobre al Lingotto Fiere al vicino Oval, organizzata da Slow Food, Regione Piemonte e Citta' di Torino, in collaborazione con il ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.
    ''Le storie di chef, artigiani e comunita' del cibo di 150 paesi - sottolinea Slow Food - dimostrano che possiamo fare qualcosa di buono per la nostra salute, l'ambiente e il sistema produttivo senza rinunciare al piacere del cibo e alla convivialita'''.
    La ricchezza agroalimentare minacciata dall'omologazione delle abitudini e dal monopolio di multinazionali proprietarie anche di gradi estensioni terriere, verra' portata a Torino da ogni angolo del mondo, dai produttori riuniti nei Presidi tutelati da Slow Food e della Comunita' del cibo raccolte nella rete mondiale creata nel 2004.
    Tra gli stand del Salone-Terra Madre si potranno scoprire, ad esempio, le vecchie varieta' di caffe' di Lowero dell'Uganda, o le fragole bianche di Pure'n nel Cilo o la pasta katta di Timbuctu e Gao in Mali.
    Sei Mercati della Terra spiegheranno come si puo' accorciare, se non proprio arrivare ai famosi km zero, le distanze tra produttore e consumatore. E i promotori del progetto 'Mille orti in Africa' dimostreranno come attorno a quelle piccole coltivazioni create con il supporto di Slow Food, si sono formate reti di contadini, agronomi, cuochi, studenti.
    Nell'anno del vertice Rio+20, Slow Food porra' l'accento sul rapporto tra cibo e cambiamenti climatici: secondo il Food Climate Research Network - e' stato ricordato - il sistema agroalimentare e' tra le prime cause di inquinamento e si calcola che in Europa sia responsabile di un terzo delle emissioni di gas serra.
    Intanto il crescente fenomeno del land grabbing, l'accaparramento dei terreni agricoli da parte di multinazionali e fondi sovrani di Stati stranieri in Africa, Su America, Asia, Australia ed Europa orientale, ''rafforza - sottolinea Slow Food - un modello basato sulla concentrazione delle proprieta' e su un monocolture intensive che impoverisce il suolo, cancella i saperi tradizionali, crea una dipendenza crescente da quattro colture (riso, mais, grano e soia''.
    Un modello diametralmente lontanissimo da quello ispirato al cibo 'buono, pulito e giusto' che e' il manifesto di Slow Food.





    Ansa
     
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    Viaggio nel pianeta Nutella




    Nutella story: ieri e oggi


    <i>Lo stabilimento di Alba e le campagne pubblicitarie, il film di Moretti e la passione di Totti

    fino al nuovo barattolo web 2.0: tutti i segreti della mitica crema spalmabile


    <p align="center">Un giorno alla Ferrero, nello stabilimento di Alba, regala la sensazione di essere nel film «Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato». Una volta superati i cancelli si entra in un'area industriale grande quanto 90 campi da calcio dove il profumo nell'aria fa capire subito come nasce uno dei cult italiani: la Nutella. Tutto è molto top secret: la fabbrica non è aperta al pubblico se non per motivi eccezionali.

    La formula della mitica crema alle nocciole è custodita gelosamente e non è possibile nemmeno sbirciare negli enormi silos dove gli ingredienti vengono analgamati. Ci si consola osservando la catena di montaggio che ne versa il contenuto in barattoli di tutte le dimensioni, da quello mini da 30 gr a quello da 5 chili. Siamo qui in via straordinaria per la presentazione dell'ultimo mitico «bicchierino» della crema spalmabile, una sorta di [color=#3D2B1F]Nutella web 2.0:
    il nuovo barattolo, decorato da uno studente dello Ied Davide Scarpantonio è stato votato grazie a un concorso indetto su Facebook.



    PIANETA NUTELLA

    Ma questa è solo l'ultima curiosità della crema alle nocciole creata nel 1963 da Michele Ferrero e lanciata inizialmente come la «supercrema» e poi diventata Nutella (da «nut», «nocciola», in inglese).

    Lo sapevate per esempio che dal 2009 a Torino c'è il Nuday? E che se si mettessero in fila i vasetti di Nutella prodotti in un anno si arriverebbe a una lunghezza pari a 1,3 volte la circonferenza terrestre? E se i più ghiotti dopo di noi ne sono i francesi, in Italia il premio Nobel Dario Fo l'ha citata persino in un libro, Nanni Moretti (Bianca) e Leonardo Pieraccioni (I Laureati), in un film e Corrado Guzzanti ci ha dedicato una pièce teatrale «Nutella amara» e Renato Zero una canzone «La nutella di tua sorella».


    nutella_470x305

    Davide Scarpantonio studente del secondo anno del di IED Roma, con 5308 voti è il vincitore del contest "Un buongiorno a regola d'arte", che Nutella ha lanciato attraverso Facebook


    Durante il G8 del luglio 2009 all'Aquila i grandi della terra gustarono una colazione a base di frutta, pane, Nutella preparata dal cuoco della nazionale italiana, Claudio Silvestri.

    Francesco Totti, in riabilitazione nella clinica Villa Stuart prima della convocazione vincente ai mondiali del 2006 dichiarò che appena sveglio chiedeva un barattolo di Nutella per «riprendersi qualche dolcezza della vita».

    Vi è venuto un certo languorino? In libreria è appena uscito Pane e Nutella (Giunti) di Clara Vada Padovani, un percorso amarcord che unisce appunto al pane, la mitica crema spalmabile in un percorso di 40 ricette di Piergiorgio Giorilli (guru mondo del pane e della panificazione) che la propone anche su brioche, focacce, dolci e una selezione di varianti per celebrare golosamente) la colazione.

    (di Sara Tieni)




    [size=1]Fonte:www.vanityfair.it

    Edited by gheagabry1 - 16/11/2023, 19:48
     
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    Il sandwich compie 250 anni, e festeggia


    andrea-berton-sandwich-panino_470x305

    Andrea Berton e il suo Perfect Beef Sandwich


    Ogni anno il 3 novembre si celebra il Sandwich Day. Per commemorare la nascita del

    panino più famoso del mondo, e il suo inventore, il Conte di Sandwich, ecco la ricetta

    british dello chef Andrea Berton

    di Margo Schachter

    Ha 250 anni ma non li dimostra, ed anzi gode di una nuova giovinezza: è il sandwich, ossia il classico tramezzino inglese, l'originale. Lo si festeggia ogni anno, il 3 novembre, durante la ricorrenza del Sandwich Day, ma il 2012 riempie questa iniziativa di un nuovo significato. L'invenzione del sandwich risale al lontano 1700, precisamente 250 anni orsono, in cui John Montagu, 4º conte di Sandwich, nella contea di Kent, pensò ad un panino adatto ad essere mangiato durate le sue interminabili partite a carte senza dover abbandonare il tavolo da gioco. Si narra che i nobili amici cominciarono anch'essi a richiedere ‘lo stesso di Sandwich’ e da qui… il resto è storia.

    Il sandwich resta null'altro che un panino realizzato con fette di pane in cassetta e farcito nei modi più disparati, tagliato a metà in due triangoli.
    club-sandwich_225X349“Tramezzino” nella dicitura italiana voluta dal poeta Gabriele D'Annunzio. Il più famoso, il Club Sandwich, racchiude fra due fette di pane bianco tostato, tacchino, lattuga, pomodoro, bacon e un velo di maionese. In molti ci aggiungono uovo sodo a fettine, o amano la versione BLT (dalle iniziali degli ingredienti Bacon, Lettuce and Tomato).
    Ogni versione è lecita, basta non confonderlo con un “paninis”, il tipico panino italiano diffuso in tutto il mondo, fatto con un panino morbido e farciture legate al made in Italy.

    Nel mondo il Sandwich Day si festeggia con menù a tema, sconti nelle catene specializzate o sandwich limited edition, realizzati ogni anno per l'occasione. In Italia, il consolato britannico ha voluto dire la propria ingaggiando il celebre chef Andrea Berton, che al recente Salone del Gusto di Torino ha presentato il suo Perfect Beef Sandwich.
    Per realizzarlo è necessaria della tenerissima carne di manzo, prodotto che simboleggia tutta la tradizione e la cultura gastronomica inglese, qui utilizzata in due versioni: un controfiletto crudo, tagliato al coltello, e condito con sale, pepe, tabasco e poca buccia di lime, e un controfiletto affettato a fette sottilissime, bollite in brodo. Il tutto, nella fase di assemblaggio, accompagnato da una delicatissima maionese alle erbe, composta di pomodoro, cipolla rossa e rostì di patate.



    Fonte:www.vanityfair.it
     
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    Pronto in tavola, il nuovo libro di Monica Bianchessi



    Monica Bianchessi torna in libreria con "Pronto in tavola", il suo nuovo libro che propone ricette buone, facili da preparare e con un occhio attento al portafoglio


    Dopo il successo de I dolci fatti in casa, Sitcom Editore torna ora in libreria con Pronto in tavola (€ 14,90), la patinata versione cartacea del fortunato programma condotto da Monica Bianchessi e giunto ormai alla sua settima stagione.

    224 pagine con circa 60 ricette buone, facili e con un occhio attento al portafoglio, cominciando proprio dal carrello della spesa. Come fare una spesa intelligente al supermercato? Quali prodotti da banco o freschi privilegiare? Quali le ricette da realizzare facilmente, a casa, per massimizzare resa e gusto dei prodotti acquistati?

    Con tanti capitoli dedicati ai singoli prodotti, Pronto in tavola dà una risposta a queste domande e fornisce un ricettario innovativo e originale in grado di rinnovare la tavola, utilizzando i più tipici prodotti da supermercato: dal pesto alle verdure in scatola, dal tonno sott’olio alla pasta sfoglia già pronta, per realizzare piatti sfiziosi dall’antipasto al dolce.

    Pronto in tavola è anche scaricabile dalla APP “I libri di Alice”; con il bollino all’interno del libro è possibile scaricare gratuitamente la versione per iPad.




    Fonte:www.alice.tv,web

    Edited by gheagabry1 - 16/11/2023, 19:49
     
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    Il Gioco della pizza - Gabriele Bonci



    GABRIELE BONCI nasce nel 1977 a Roma e dopo gli studi alberghieri intraprende la carriera di chef in un celebre ristorante della capitale. La svolta è del 2003, quando decide di aprire una piccola pizzeria al taglio, non lontano dal Vaticano, nella quale propone la sua versione personale e originalissima della pizza. Il successo è immediato e nel 2009 approda a La Prova del Cuoco con una rubrica fissa, confermando così la sua fama di pizzaiolo più famoso della tv.



    Se pensate che sulla pizza non ci sia più nulla da imparare, che tutto sia stato già detto e che ne abbiate mangiate a sufficienza da ritenervi esperti in materia, è venuto il momento di farvi sorprendere da un grande maestro. Da quando, nel 2003, Gabriele Bonci ha aperto il suo locale a Roma, la storia della pizza è stata segnata per sempre. La sua rivoluzione scaturisce dall’attenzione quasi maniacale con cui seleziona le materie prime, dalla curiosità con cui esplora le cucine del mondo e dai suoi esperimenti su impasti e lievitazioni. Non solo, i tranci che propone ai clienti cambiano ogni giorno perché in tutti Gabriele vuole introdurre un elemento di novità. Ecco dunque comparire – accanto alle tradizionali pizze con pomodoro, mozzarella o patate – ingredienti insoliti come arrosto di maiale, carpaccio di baccalà, pomodori verdi, mango, pesche grigliate, cicoria, polpo fritto, liquerizia o datteri... il tutto proposto in accostamenti innovativi e sorprendenti. In questo libro troverete le sue ricette migliori, indicazioni preziose sulle materie prime di base e poche e semplici nozioni tecniche per ottenere impasti perfetti. Non vi resta, dunque, che mettervi all’opera, sfornare la vostra prima pizza e prepararvi a vivere un’esperienza unica.



    Fonte:rizzoli.rcslibri.corriere.it,web

    Edited by gheagabry1 - 16/11/2023, 19:50
     
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    Le Dolci tentazioni - Luca Montersino



    LUCA MONTERSINO, piemontese, è nato nel 1973 e ha fondato ad Alba “Golosi di salute”, la prima pasticceria salutistica italiana dove propone dolci genuini e golosi d’altissima qualità. Dal 2001 al 2004 è stato direttore dell’Istituto Superiore Arti Culinarie Etoile. Oggi le sue gustose creazioni sono in vendita in tutte le pasticcerie d’Italia che espongono il suo marchio. Insieme a Oscar Farinetti ha aperto le pasticcerie “Luca Montersino per Eataly” di Torino, Tokio e New York affermandosi come pasticcere di fama internazionale. Con il suo stile inconfondibile, chiaro e preciso ha conquistato il pubblico di Peccati di gola (Alice Tv) e della Prova del cuoco (RaiUno). Per Fabbri Editori e Rizzoli, è autore di Tiramisù e chantilly, Golosi di salute e Le dolci tentazioni.
    Scroll upScroll down



    La tecnica e le ricette
    di un maestro riconosciuto
    dell’arte dolciaria

    Finalmente una pasticceria
    d’alta qualità che mette d’accordo
    golosi e nutrizionisti

    I biscotti, le torte, le sfoglie
    e le creme: un trionfo di dolci
    da gustare senza pensieri


    17614033_dolci-delle-feste-le-ricette-di-luca-montersino-11


    Abbandonate i sensi di colpa e preparatevi a soddisfare ogni dolce tentazione! Che male c’è a concedersi una cucchiaiata di tiramisù senza glutine o ad addentare una crostatina di farro e olio extravergine d’oliva senza latticini? In questo libro Luca Montersino mette a disposizione il suo sapere in oltre 60 ricette, da quelle originali ai classici intramontabili, rigorosamente preparati secondo la filosofi a del “goloso di salute”. Dopo un capitolo biografico in cui racconta la sua storia e la passione per questo mestiere, ecco la scuola di pasticceria vera e propria: le basi come il pan di Spagna, la pasta sfoglia, la frolla e i lievitati, e poi le creme e le meringhe, e gli ingredienti che spaziano al di là dei tradizionali farina-burro-uova. Luca vi svela inoltre i trucchi e i segreti per riuscire al meglio nelle vostre preparazioni. Grazie a questo prezioso libro illustrato anche chi soffre di allergie o intolleranze troverà delle valide soluzioni in cereali come kamut e quinoa, e chi è a dieta risolverà i problemi calorici utilizzando grassi vegetali, come l’olio di riso, e zuccheri, come il maltitolo o il fruttosio.



    Fonte:rizzoli.rcslibri.corriere.it,www.spigoloso.com,www.liquida.it,web

    Edited by gheagabry1 - 16/11/2023, 19:52
     
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