BIRMANIA

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  1. tomiva57
     
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    I templi di Bagan, Myanmar



    del prof. Robert D. Fiala
    Da cultore.com







    L'Autore

    Il professor Robert D. Fiala dal 1965 insegna alla Concordia University nel Nebraska, nel dipartimento di Scienze Sociali. Ha insegnato storia alla Tunghai University di Taichung, Taiwan, all'Oak Hill College di Londra e al Normal College of Foreign Languages di Pechino. Ha pubblicato numerosi articoli di viaggio, politica e cultura relativi ad Europa ed Asia
    E' co-autore e uno dei principali responsabili del sito specializzato "Asian Historical Architecture" considerato da Google il numero uno nella sua categoria. Numerose sue fotografie sull'architettura religiosa dell'Asia sono state pubblicate in vari libri degli editori Macmillan e HarperCollins.
    In questo saggio illustra le meraviglie della valle di Bagan, in Myanmar (Birmania).
    Tiziano Terzani ha scritto una volta che Bagan è uno di quei luoghi che "ti rende fiero di appartenere alla razza umana".
    La Lonely Planet lo descrive così: "Immaginate tutte le cattedrali medievali europee concentrate in un'area come l'isola di Manhattan: comincerete a farvi un'idea delle ambizioni dei re di Bagan". In realtà, in questa pianura di 40 km quadrati, i sovrani dell'epoca hanno costruito in soli 250 anni circa 13.000 templi di varie dimensioni.





    I templi più importanti




    1 - Tempio di
    Ananda Pahto

    (c. 1090-1105)
    Il primo dei grandi
    templi di Bagan.


    Il Pahto Ananda, o Phaya, fu il primo dei grandi templi di Bagan, e rimane uno dei più belli e più significativi. E' un capolavoro simmetrico dello stile architettonico Mon, con qualche influenza dell'India del Nord.
    Riflette il passaggio dal primo periodo a quello intermedio dell'architettura di Bagan.
    Situato a est delle mura della città vecchia, con una struttura a terrazze, svetta a 52 metri di altezza, circondato da quattro guglie ai vertici di una piattarforma quadrata rialzata. In occasione del 900° anniversario del tempio, nel 1990, le sue guglie sono state nuovamente rivestite d'oro.
    Paul Strachan, uno dei massimi esperti in tema di architettura di Bagan, ha suggerito che"niente può rivaleggiare con l'esperienza arricchente che fornisce Ananda".
    Danneggiato dal devastante terremoto del 1975, è stato accuratamente restaurato.

    Il tempio fu completato durante il regno di re Kyanzittha (r. 1084-1113), ispirato da otto monaci indiani in visita e dalla storia precedente della loro vita nella leggendaria grotta Nanadamula nell'Himalaya.
    L'Ananda ha voluto ricreare una visione di questa grotta riflettendo la sapienza infinita del Buddha.

    Il tempio è circondato da un muro di cinta e quattro porte integrate ad arco che ospitano divinità guardiane sedute in posizione 'lalitasana'.
    Poichè è sempre stato anche un monastero comprende anche una serie di edifici, all'interno del muro di cinta.

    L'Ananda è una struttura perfettamente proporzionata a croce greca in forma simmetrica; comprende i vestiboli, il portico d'ingresso coperto e gli stupa decorati.

    E' un quadrato centrale lungo circa 53 m per ogni lato.
    La massa principale dell'edificio, alta 10,5 m, contiene due ordini di finestre.
    La torre centrale si alza fino a 52 m.



    Considerando i tesori custoditi all'interno, Ananda ospita la più grande collezione in cotto di Bagan. Quattro stupa più piccoli imitano la corona centrale sikhara ad ogni angolo del secondo livello principale, mentre finestre ai vari livelli illuminano i corridoi interni. E' un tempio funzionante, in buono stato. Le parti in stucco e altre caratteristiche del tempio sono state restaurate nel tardo XVIII secolo.

    Il cubo centrale ospita due corridoi paralleli che contengono nicchie ad arco, nel muro, per contenere le immagini del Buddha; oltre 80 scene in rilievo, in pietra arenaria, nel corridoio esterno, raffigurano la vita del Buddha, dalla sua nascita fino alla sua illuminazione. Quattro impressionanti Budhha in teak dorato (alti 9,5 m.) stazionano in piedi, nei quattro punti cardinali, rappresentando i Buddha che hanno raggiunto l'illuminazione.

    Paul Strachan suggerisce che le immagini est ed ovest siano state riparate verso la fine del XVIII secolo quando il tempio fu ristrutturato.

    Sono infatti in stile Mandalay Konbaung.
    Le vesti inoltre sono piuttosto diverse da quelle originali. Anche se le pareti interne sono per lo più bianche, ci sono prove che in origine contenevano anche una serie di murales.

    L'annuale Ananda Paya Festival,che si tiene per tre giorni durante la luna piena di Pyatho (dicembre-gennaio) organizzato per raccogliere fondi per la manutenzione del tempio, richiama migliaia di visitatori da tutte le parti del paese.



    Uno dei quattro Buddha in teak alti 9 metri, posti ai quattro punti cardinali del tempio. A nord e sud ci sono le statue originali. Questa è l'immagine di Gautama, a ovest, con il 'mudra abhaya' (gesto di rassicurazione). Alcuni autori suggeriscono che sia stato riparato nel XVIII secolo, mentre altri suggeriscono che sia una copia del XIX secolo per sostituire quello distrutto da un incendio













    2 - Bupaya (c. 850)


    Non è chiaro quando il tempio Bupaya (o Bu-hpaya, è scritto in entrambi i modi, anche sui cartelli esplicativi) sia stato costruito. La tradizione suggerisce che ha avuto origine durante il regno del re Pyusawhti, nel III secolo dC., anche se la maggior parte dei ricercatori lo datano intorno all'850 circa, lo stesso periodo a cui risalgono le mura della città vecchia, verso nord.
    Altri ancora lo collocano nell'XI secolo.

    Tuttavia, la polemica circa la datazione riguarda la struttura, in quanto buona parte del vecchio tempio di Bupaya, a seguito del terribile terrremoto del 1975, franò nel vicino fiume Ayeyarwady.

    L'antica muratura in mattoni venne sostituita da una struttura rinforzata in in cemento armato, nel 1976-1978, che differisce in modo significativo dalla pagoda precedente.

    A differenza dell'originale il tempio ristrutturato è anche completamente dorato.
    Il nome Bupaya deriva dalla sua somiglianza con un bulbo o una zucca, mentre Paya significa pagoda. Secondo la tradizione, il suo costruttore, il re Pyusawhti, riuscì a liberare la riva che era infestata da enormi piante con questa forma.
    Il Bupaya è un piccolo stupa che sorge su una piattaforma poligonale costituita da una serie di terrazze merlate semicircolari.

    Si affaccia sul fiume, infatti servì a lungo come punto di riferimento per i viaggiatori sull'Ayeyarwady.

    Bupaya è anche uno dei luoghi preferiti per ammirare i magici tramonti di Bagan.









    3 - Dhammayangyi Pahto
    (c. 1165?)
    Il Santuario più massiccio di Bagan.

    Il Dhammayangyi (o Dhamma-yan-gyi) Pahto, che si estende per circa 77 metri su ciascuno dei suoi quattro lati, è il santuario più massiccio di Bagan.
    Ci sono polemiche sull'identità del costruttore e la costruzione dell'edificio stesso.
    Probabilmente fu edificato dal re Narathu (1167? -1.170?) in un periodo di tre anni per espiare le colpe del suo potere malvagio. Altri lo hanno attribuito al padre di Narathu e suo predecessore, Sithu I, che ha realizzato anche Thatbyinnyu.

    Vista verso Dhammayangyi (visibile sullo sfondo) da sud-ovest, in primo piano ci sono due templi: a sinistra il Guni Sud e sulla destra il Guni Nord. Questi sono, rispettivamente, i monumenti di Bagan numero 765 e 766.

    La leggenda racconta che Narathu incontrò la sua fine dopo una serie di eventi morbosi poco dopo essere salito al trono. Egli aveva strangolato suo padre e, poco dopo, anche suo fratello. Dopo che una delle sue mogli (una ex principessa indiana e una delle mogli di suo padre) ebbe eseguito i suoi rituali igienici indù, lui venne assassinato da otto uomini, travestiti da sacerdoti bramini, mandati dal padre della principessa.
    Altri, tuttavia, hanno suggerito che la sua morte venne nel corso di un'incursione di uomini di Ceylon (Sri Lanka), che non solo uccisero il re, ma saccheggiarono la città introducendo l'influenza di Ceylon nello stile architettonico di Bagan.



    Il Dhammayangyi con la sua pianta a croce greca è simile all'Ananda Pahto; è un grande tempio a base quadrata ad un piano piramidale, con sei monumentali terrazzamenti ascendenti all'esterno. Orientata verso est, la muratura del Dhammayangyi è finemente lavorata, forse la più bella in Bagan.

    A causa della morte del costruttore, forse, il tempio non fu mai finito.
    Vi è, tuttavia, un altro misterioso elemento, oltre alla identità del suo costruttore, che riguarda questo edificio.
    Ci sono due corridoi interni attorno a un solido nucleo quadrato centrale che è di circa 82 metri su ogni lato.
    Quasi tutti questi passaggi interni deambulatori erano pieni di macerie, probabilmente ancora risalenti al tempo della sua costruzione.
    Alcuni suggeriscono che se il feroce Narathu è stato il costruttore, i lavoratori al momento della sua morte si fermarono, forse buttando le macerie nei corridoi per dispetto

    Il Dhammayangyi rimane una delle costruzioni più singolari ed intriganti costruite nella pianura di Bagan.


















    4- Tempio Gawdawpalin

    (c. XII secolo)
    Secondo tempio in altezza, restaurato dopo il terremoto del 1975.

    La costruzione del Gawdawpalin Pahto iniziò durante il regno di Sithu II (o Narapatisithu, 1174-1211) e venne completata durante il regno del suo successore, Nadaungmya (o Htilominlo, 1211-1234).
    Si tratta di uno dei templi più grandi (è il secondo in altezza) di Bagan.
    Ci sono due versioni sull'origine del suo nome: secondo l'eminente studioso Paul Strachan, significa "trono sulla piattaforma a cui è tributato il rispetto o l'omaggio."
    Un'interpretazione che si basa sul fatto che ospitava parte del cerimoniale tradizionale per onorare gli antenati reali.
    L'altra spiegazione, avvolta nel mito, è che Sithu aveva dimostrato tanto orgoglio e creato molte difficoltà con la costruzione del Guphaya Sulamani, che l'eminente monaco Panthagu Mahathera fuggì in Sri Lanka per sei anni in segno di protesta. Il re lo convinse a tornare tributandogli grandi onori ed omaggi proprio in questo luogo.




    Il Gawdawpalin è un grande tempio rivolto verso est, a due piani, su una piattaforma bassa, al centro di una cinta muraria con quattro porte.
    Si trova subito a nord dell'attuale Museo Archeologico.
    Si tratta di una struttura in muratura di mattoni con rinforzo in pietra. Le sue dimensioni esterne sono 65 x 52 m, con un nucleo interno solido al piano terra di circa 27,99 x 28,45 m.
    I corridoi al piano terra attorno al nucleo centrale sono larghi circa 2,20 m.
    L'ingresso del santuario al piano terra è di 6,95 x 11,72 m.

    Il nucleo solido del secondo piano è meno della metà di quello del piano terra.
    Ospita un altro santuario e la sala d'ingresso; per la prima volta nell'architettura di Bagan, il santuario principale si trova al secondo piano.
    Le tre terrazze inferiori e le quattro superiori sono sormontate da una torre quadrata, con guglia conica e ombrello, che raggiunge i 55 m. Alcuni suggeriscono che originariamente era di 60 m., ma purtroppo, Gawdawpalin era vicino all'epicentro del terremoto del 1975: la torre è stata distrutta e le parti superiori sono state pesantemente danneggiate.

    Ci sono state riparazioni tra il 1976 e il 1982.
    E' stato ulteriormente rinforzato quando la torre fu ricostruita con una struttura in cemento armato nel 1991-92.
    Circa il 40% delle modanature a stucco esterne sono ancora al loro posto.
    L'eminente studioso G.H. Luce confrontando Gawdawpalin e Thatbyinnu, ha scritto che lo stile romantico ha sostituito quello classico, mentre Strachan suggerisce che il Gawdawpalin propone un movimento delle masse con uno "slancio verso l'alto'" che è "alto, raffinato e molto elegante" e, aggiungo io, maestosamente unico.
    Questo stile sublime non è mai stato tentato nuovamente a Bagan.










    5 - Htilominlo Pahto(c.1211)

    Un tempio a tre piani costruito dal re per commemorare la sua elezione a principe ereditario.

    Il Pahto Htilominlo fu costruito dal re Nandaungmya (r. 1211-c.1230 dC), all'inizio del suo regno, per commemorare il fatto di essere stato scelto, tra cinque figli del re, proprio in questo luogo, come principe ereditario.

    Secondo la tradizione l'ombrello bianco del re era stato inclinato verso di lui, in segno di preferenza, ed egli divenne così il successore ufficiale di suo padre.
    Htilominlo è un grande tempio a tre piani in mattoni rossi (con qualche pietra) costruito su una bassa piattaforma.
    Originariamente era rivestito in stucco bianco scolpito e alcune di queste squisite lavorazioni, finemente dettagliate, ci sono ancora.

    Ci si chiede quanto fosse meraviglioso appena costruito.
    Il tempio è simile nel design e anche nei dettagli ai precedenti Sulamani Pahto e Gawdawpalin, entrambi costruiti dal padre del re.
    La sua base quadrata misura 140 metri su ogni lato, ci sono terrazze quadrate degradanti con stupa o guglie a ogni angolo sul secondo e terzo livello.
    Ogni terrazza era originariamente decorata con placche in terracotta alcune delle quali ancora visibili. L'imponente guglia centrale si eleva fino a 46 metri.



    L'amalaka (il bulbo a forma di loto) alla base inferiore del sikhara (picco centrale o pinnacolo) ha una larghezza maggiore del Pahto Sulamani.La sala principale d'ingresso al santuario si estende sul lato orientale della struttura.
    Statue del Buddha presidiano i quattro punti cardinali su ciascuno dei due piani del santuario (l'ingresso ai piani superiori non è più permesso al grande pubblico).
    Rispetto al Sulamani, il corridoio inferiore di Htilominlo ha un maggiore senso di verticalità.
    Sulle pareti interne ci sono i resti di pitture murali.
    I danni dal terremoto del 1975 sono stati restaurati tra il 1976 e il 1979.







    6 - Stupa Innhpaya

    (c. XII secolo)
    Un grande stupa tipico
    del sud e sud-est asiatico.

    Inn-Hpaya è un grande stupa in mattoni e muratura situato a nord del Dhamma-yan-gyi.
    Ha quattro grandi terrazze, inaccessibili, ottagonali, la cupola e la guglia conica.
    Rimangono ancora alcune tracce dello stucco originale.
    I mattoni scolpiti sulle terrazze e la muratura finemente lavorata sono caratteristiche di grande eleganza.
    La stupa Inn-Hpaya ha una base di circa 35 m di larghezza alla base.









    7 - Mahabodhi Paya

    (c. 1250)
    Sul modello del tempio,
    con lo stesso nome,
    di Bodhgaya, in India.

    Mahabohdi, eretto durante il regno di Nadaungmya (r. 1211-1234), è modellato sul tempio, con lo stesso nome, a Bodhgaya in India.
    L'originale Mahabodhi venne costruito sul luogo dove Siddharta raggiunse l'illuminazione suprema nel VI secolo aC.

    Si tratta di una struttura di stucco e mattoni imbiancati alta 43 metri, caratterizzata da una grande torre quadrata piramidale, sormontata da una cuspide conica e dal tradizionale ombrello. Simili strutture del periodo di Bagan si possono trovare anche a Salé, a circa 20 miglia a sud di Bagan sul fiume Ayeyarwady; c'è anche una piccola replica sulla terrazza dello Shwedagon a Yangon.
    Oltre alla sua torre piramidale impostata su un basamento quadrilatero, il Mahabodhi è quasi unico tra le strutture Bagan a causa delle decorazioni esterne.
    Le sue numerose nicchie racchiudono oltre 450 immagini del Buddha, non solo sulla torre, ma anche nello stupa nell'angolo e in misura minore, sulle pareti esterne della base dei due piani.
    Anche il Mahabodhi è stato gravemente danneggiato dal terremoto del 1975.

    E' stato riparato tra il 1976 e il 1979 ed ulteriormente rinforzato nel periodo 1991-1992.
    Le immagini suggeriscono la ricchezza di questa struttura massiccia ed unica che rispecchia le radici buddiste del nord dell'India.











    8- Mingalazedi (XIII secolo)
    Ultimo monumento finito a Bagan prima dell'invasione mongola del 1287.

    Mingalazedi segna sia il culmine, che la fine della costruzione, dei templi più importanti di Bagan. Venne completato solo dieci anni prima del crollo del regno avvenuto per mano dei mongoli nel 1287, ma a giudicare dalla sue arte, è chiaro che il regno è rimasto forte e organizzato fino alla sua sconfitta finale.

    Il tempio è il primo (ed unico) costruito con un set completo di piastrelle Jakata, dopo il tempio Dhammayazika, che risale al 1196.
    Le piastrelle Jakata erano molto costose, spesso erano previste nel progetto di un tempio, ma raramente venivano applicate.
    Che il regno di Bagan sia stato in grado di produrne tutta una serie completa suggerisce l'abilità degli artisti della zona e la raffinatezza dei suoi governanti.


    Il tempio è stato voluto da re Narathihapati (1255/6-1287), noto più tardi come Tayokpyemin (letteralmente: "Il re che fuggì dai cinesi"). Nella dedica al tempio l'atteggiamento del re non è certo pio: si vanta di comandare un esercito di 36 milioni di soldati e di mangiare 300 piatti a base di curry al giorno!
    Questa esagerazione suggerisce la tranquilla fiducia del sovrano e l'integrità del regno prima della sua sconfitta.

    Il layout del tempio differisce notevolmente dai precedentii. Invece dei soliti stupa o sikharas agli angoli delle terrazze, ci sono obelischi stretti a ciascuno dei livelli. Inoltre, la pianta delle terrazze inferiori è quasi quadrata, in maniera tale da creare una piattaforma sopraelevata dove sorge buona parte degli stupa.













    9 - Gruppo StupaMinochantha
    (c. 1112) costruito da un re pio, nella speranza di curare la sua malattia.

    Il piccolo gruppo Minochantha (anche Minochanta) comprende il gruppo di stupa eretti sotto gli ordini del re Kyansittha, che era caduto gravemente ammalato circa nel 1112 dC.
    Il re di Ceylon aveva inviato a Kyansittha nove reliquie del Buddha come tributo.
    Secondo la tradizione, il re ha custodito le reliquie in uno stupa dicendo: "Sono abbastanza vecchio, con questo atto meritorio possa io essere libero dalle malattie, possa io vivere una vita più lunga. Che la Sasana [il movimento buddistha] possa fiorire".
    Così questi stupa sono stati chiamati Min-O-Chantha .
    Il re, tuttavia, morì l'anno seguente.

    Il complesso si trova su una piattaforma rialzata con un piccolo santuario moderno, di legno, lungo il suo lato occidentale e un'imponente stupa,
    sorvegliato da chinthe (i mitici animali metà leone e metà draghi della mitologia Indù e Buddhista).

    Il Minochantha contiene
    una rappresentazione iconografica dei "Cinque Signori Sacri" (o hpaya-nga-zu), i cinque Buddha di questo periodo.

    Sul retro della piattaforma vi è un meraviglioso belvedere che si affaccia su una parte della vasta piana di Bagan e dei suoi numerosi templi, inclusi quelli magnifici di Ananda e Thatbinnyu. Da questo unico punto di vista, seppure basso, sono stato in grado di contare 54 strutture diverse.















    10 - Nathlaung Kyaung
    (c. 931)

    L'unico tempio indù
    che resta a Bagan.

    Il Kyaung Nathlaung (o NAT-hlaung-Kyaung), situato leggermente ad ovest di Thatbyinnyu e dentro le mura della città vecchia, è l'unico tempio indù restante a Bagan.

    Probabilmente è stato costruito dal leggendario re Taungthugyi (r. 931-964) circa un secolo prima che re Anawrahta (r. 1044-1077) portasse il buddihsmo Theravada a Bagan con la conquista del Thaton.
    Paul Strachan, tuttavia, sostiene che potrebbe essere stato costruito più tardi, in ogni caso è chiaramente uno dei templi più antichi di Bagan.

    I diversi nomi dati al tempio, come sostiene Strachan, indicano la lotta religiosa tra gli indù Vaishnavite e la tradizione buddista del sud proposta da re Anawrahta.
    Apparentemente, comunque, ci fu tolleranza, infatti il tempio è stato rispettato.
    La maggior parte dei birmani utilizzano il nome che può essere tradotto come "Santuario che confina i Deva".
    Per i devoti indù invece è Nat-daw-Kyaung, o il "Santuario del Sacri Deva." Un'altra versione, Nat-HLE-Kyaung, o "Santuario del Deva sdraiato" suggerisce che forse in origine, all'interno del tempio, era conservata una statua di questo tipo.

    Questo tempio quadrato con ripide terrazze discendenti è dedicato al dio indù Vishnu.
    Probabilmente è stato costruito da artigiani indiani portati a Bagan per lavorare su altri templi.
    Strachan invece suggerisce che, dal momento che utilizza la tradizione del mattone Pyu, tipica dell'architettura Bagan, fu costruito da artigiani indigeni di Bagan.

    Era il tempio della comunità mercantile indiana e dei Bramini al servizio del re.
    Originariamente non era solo un luogo di culto, ma una sorta di galleria per esporre le sculture. Del complesso del tempio originale restano solo la sovrastruttura e la sala principale, mentre la sala d'ingresso e le altre strutture sono scomparse.

    In origine erano 10 statute che rappresentavano le incarnazioni, passate e presenti di Vishnu,collocate in nicchie nelle pareti esterne; attualmente ne rimangono sette.
    Alla fine del diciannovesimo secolo un ingegnere tedesco prese la grande figura di Vishnu, che stava sul mitico Garuda, portandola a Berlino, dove si trova attualmente al Dahlem Museum.




    11- Monastero
    Nat Taung Kyaung
    (sec. XVIII sec)

    Uno dei pochi antichi monasteri in legno nella zona.

    Il monastero di Nat Taung Kyaung (o Monastero Nat-Taung), situato nelle vicinanze del villaggio di Taung-bi, immediatamente a nord delle mura della città di Old Bagan, sorge in una radura isolata in mezzo a una grande varietà di alberi.
    Anche se la sua data di fondazione è incerta, probabilmente è il più antico, certo è il più bello tra i monasteri in legno della regione.
    Purtroppo, questo piccolo gioiello è poco conosciuto, a volte non è nemmeno menzionato nelle guide turistiche. In qualche modo, naturalmente, questo suo anonimato può essere utile ai suoi residenti. Sicuramente ha oltre 200 anni ed i locali lo chiamano monastero Leya.
    L'età è confermata da Sylvia Fraser-Lu nel suo delizioso libro sui monasteri buddhisti in legno del Myanmar. Oltre alle mie osservazioni personali, tutte le informazioni su questo monastero sono tratte da questo volume splendidamente illustrato.
    A differenza dei templi e degli stupa, molto più antichi, di mattoni, pietra e stucco, i monasteri di Bagan, e quelli del Myanmar in generale, sono di legno.

    Anche se molti dei monumenti di Bagan sono in cattive condizioni, è opportuno ricordare che hanno più di 500 anni.
    Molti dei monasteri in legno con rilievo architettonico sono scomparsi nel corso dei secoli per una serie di motivi.

    A differenza dei templi e degli stupa, che sono siti di pubblica venerazione e di culto, i monasteri erano i luoghi di residenza per i monaci che avevano poco o nessun reddito.
    Spesso la costruzione e il sostentamento di questi monasteri veniva dalle donazioni personali di chi voleva guadagnarsi dei meriti lungo la strada per il Nirvana.
    Ma la manutenzione e la complessa ristrutturazione di questi edifici non ha avuto la stessa importanza per le generazioni successive che hanno preferito costruire nuove strutture.

    Così molti di questi edifici, fatti in materiale deperibile, sono caduti in rovina o degradati. Inoltre, mentre le strutture in legno sono state meno suscettibile ai pericoli dei terremoti (vedi i templi del Giappone), hanno però dovuto affrontare altre minacce: il fuoco, insetti, pioggia, umidità e l'intensità dei raggi del sole.
    Bagan è una zona secca del Myanmar. Eppure si possono verificare fenomeni estremamente rapidi, con frequenti e forti piogge che contribuiscono al deterioramento delle strutture in legno.

    Anche se i monasteri di Bagan sono simili ad altri del Myanmar, hanno qualità uniche.

    Questi edifici erano di solito costruiti in legno di teak, uno dei più resistenti, a causa della sua grana.
    Si tratta di un tipo di legno molto diffuso con eccezionale resistenza e impermeabilità all'umidità.

    Veniva usato anche legno di padauk, un albero di legno duro a grana fine resistente ai danni provocati dalle termiti.

    Il sistema a più livelli con tetti spioventi a tenda, noto come 'Zei-ta-wun' rivela un design straordinariamente creativo, mentre le torri 'pyathat' costruite intorno ad un unico palo, con i tetti discendenti di varie dimensioni sono un altro elemento importante di Nat Taung.
    Gli edifici monastici e le case di legno in generale, erano di solito impostate su piattaforme di legno che offrivano ventilazione e protezione da serpenti e altri intrusi sgradevoli.

    Il complesso di Nat Taung contiene due monasteri, numerosi pyathats, padiglioni, edifici residenziali ed edifici accessori. Il corpo principale del monastero, con un orientamento est-ovest, è di circa 40 m. x 35 m. La maggior parte dei suoi elementi significativi risalgono al periodo pre-coloniale Kon-Baung, alcune stanze apparentemente sono state edificate più tardi.
    La sua connotazione più importante sono le sue numerose sculture in legno che sono in gran parte del tardo periodo Kon Baung (dalla metà alla fine del XIX secolo).
    Ci sono stati lavori occasionali di ristrutturazione, ma recentemente la maggior parte dell'antico complesso conventuale Mon ha subito un accurato restauro. I fondi sono arrivati dall'estero, mentre il Dipartimento di Archeologia ha assunto la responsabilità per il suo mantenimento facendo molto per ripristinare l'antico splendore.
    Il vicino monastero di legno Taung-bi, per esempio, è stato smontato, allo scopo di fornire agli artigiani familiarità con le antiche tecniche di costruzione che potrebbero essere utilizzate per rimettere a nuovo altri monasteri.

    Oggi Nat Taung è un meraviglioso esempio dell'abilità artistica degli artigiani, sia del passato che del presente. Il restauro delle immagini di volatili nelle decorazioni del tetto, le decorazioni a fiamma, le incisioni e le sculture, le decorazioni 'yin-du' e quelle delle balaustre rispondono al tentativo di restaurare, mantenendo l'originale autenticità.
    Inoltre, l'installazione di scale in stile tradizionale al posto di grandi strutture in stile occidentale, ha aggiunto un elemento significativamente autentico.
    Nat Taung, tuttavia, non è solo un meraviglioso pezzo da museo per conoscere il passato, ma è un monastero dove si vive e si lavora.











    12 - Ngakywenadaung
    (c. IX secolo)

    Uno stupa di dimensioni medie, stile Pyu, in muratura e mattoni


    Nga-Kywe-na-daung è uno stupa di formato medio in precoce stile Pyu, in muratura di mattoni.

    Anche in questo caso la data di costruzione rimane incerta.
    Paul Strachan suggerisce che probabilmente risale al IX secolo a causa della modanatura un po' grezza dei suoi mattoni.
    Il montaggio compatto, infatti, apparentemente non sembra essere stato attuato fino alla metà del secolo X.

    Pierre Pichard invece suggerisce che la data dell'edificazione risalga all'XI secolo.
    Benchè gravemente danneggiato e con il bulbo della sua cupola circolare rafforzato da anelli in acciaio dopo il terremoto del 1975, lo stupa Nga-Kywe-na-daung conserva un'eleganza particolare, non solo perchè è uno degli unici due stupa di Bagan ricoperto di piastrelle vetrose all'esterno, ma anche a causa della sua forma unica e della sua precaria stabilità.

    Le sue piastrelle smaltate, suggerisce Strachan, sembrano avere una connessione con le tecniche di smaltatura cinese, note agli artigiani Pyu.
    I suoi mattoni di supporto misurano circa 42 x 21 x 6 cm o 36 x 17 x 6,5 cm.
    Lo stupa è cavo e, prima che il restauro fosse completato, era accessibile dall'alto.
    L'antica terrazza circolare che era alla base non esiste più.
    I preziosi racchiusi negli stupa (spesso qui venivano posti oggetti di valore), sono scomparsi molto tempo fa, rubati dai cacciatori di tesori.









    13 - Old Bagan (c.IX secolo)

    Alcune parti del centro storico, dell'antica capitale, racchiuse da mura.

    "Old Bagan" è il nome dato alla storica capitale del Regno di Bagan che, dall'XI al XII secolo, ha controllato vaste aree dell'attuale Myanmar centrale e anche oltre.
    Sia all'interno delle sue mura, probabilmente risalenti al IX secolo, sia al di fuori, sono state edificate meravigliose realizzazioni dell'architettura buddhista che possiamo ammirare ancora oggi.

    L'antica città ora non esiste più: parte delle mura sono crollate, oppure rimangono dei ruderi sparsi. Il palazzo reale, i monasteri e gli altri edifici, che erano in legno, sono stati distrutti dal tempo. Riamangono solo le strutture in mattoni: templi e stupa.

    Alla fine del secolo XIII, l'era della grandezza era finita e il centro del potere nella regione si trasferì altrove. Ma molti dei suoi grandi templi e stupa sono rimasti all'interno delle antiche mura, tra cui Shwegugyi, Gawdawpalin, Thatbyinnu, Bupaya, Nathlaung Kyaung e Mahabodhi che sono trattati separatamente su queste pagine.
    Così la grande città tornò ad essere un villaggio, forse indistinguibile da centinaia di altri, tranne che per i suoi templi e stupa all'interno della cinta muraria e per le migliaia di altri nella pianura circostante.

    La zona archeologica di Bagan e anche "Old Bagan" shanno subito gravi danni dal devastante terremoto che ha colpito la regione l'8 luglio 1975.
    La maggior parte dei templi più importanti e le pagode sono state accuratamente restaurate nel 1981, anche se in alcuni casi i segni della devastazione sono ancora visibili.

    Nel 1990 un'improvvisa e controversa operazione militare, attuata senza preavviso dalla giunta al governo, ha trasferito case ed abitanti che vivevano nella zona.
    Questo per far sì che la zona archeologica rimanesse occupata esclusivamente dagli antichi templi. Case ed abitanti sono letteralmente stati spostati in un nuovo sito, un ex campo di arachidi, a circa cinque miglia a sud della posizione precedente. Così ora, entro i confini delle mura di "Old Bagan" rimangono solo templi, pagode e il nuovo museo Archeologico di Bagan.













    14 - Tempio Pahto Thamya(XI-XII, ecolo)

    Un tempio abbastanza grande nei pressi del Museo Archeologico di Bagan


    Il Thamya Pahto è un grande tempio a due piani situato all'interno delle vecchie mura della città vicino al Museo Archeologico.
    Il suo santuario centrale misura un po' più di 7,08 m x 8,58 m.
    Vi è un ampio porticato che si estende verso l'esterno sul lato est. Le terrazze merlate includono una terrazza a 12 lati e tre terrazze superiori quadrate.

    La guglia fu distrutta dal terremoto del 1975, ma venne restaurata nel 1976 e nel 1984.
    Blocchi quadrati in cima al primo livello senza dubbio reggevano repliche, in miniatura, della guglia centrale, come si vede in molti altri templi di Bagan.

    Il Thamya Patho (a sinistra), quindi Shwegugyi, Mahazedi e il Nga-kywe-na-daung
    L'interno è composto da una serie di moduli quadrati con vestibolo, santuario e altre componenti.
    Rimangono alcune modanature a stucco; numerose pitture murali nel deambulatorio sono tra iprimi dipinti Bagan, sebbene la maggior parte siano piuttosto in cattive condizioni.
    Vi è anche una grande immagine del Buddha.
    Thamya contiene anche uno dei primi santuari al piano superiore, una caratteristica che sarebbe diventata comune nel periodo centrale dell'architettura di Bagan.
    L'importante storico Paul Strachan ha scritto e studiato dettagliatamente Pahto Thamya da lui definita: "Un'architettura equilibrata e auto-fiduciosa che pose le basi per ulteriori ricercatezze architettoniche".
    Inoltre suggerisce che Pahto Thamya era un "simbolo supremo dei progressi della fede Theravada buddhista a Bagan".










    15 - Shwegugyi (c. 1131)

    Tempio "Grande Grotta d'Oro" e rovine del palazzo reale.


    Il tempio Shwegugyi (o Shwe-gu-gyi, "grande grotta d'oro") e le vicine rovine del palazzo reale creano un interessante confronto. Secondo un'iscrizione contemporanea in Pali su una lastra di pietra all'interno dell'edificio, il tempio fu costruito in 7 mesi e mezzo nel 1131 dC sotto gli ordini dal re Sithu I (chiamato anche Alaungsithu I, r. 1113-1167).

    Situato appena a nord del tempio Thatbyinnyu, il Shwegugyi è un grande tempio ad un solo piano piazzato su una grande piattaforma alta circa 4 metri.
    Ci sono tre terrazze quadrate digradanti con guglie o stupa in ogni angolo e nel blocco centrale.

    Il tempio riflette un lento cambiamento dello stile architettonico in una forma più leggera, ariosa, con più decorazioni e ricerca della verticalità. Questo ricorda la transizione tra lo stile romanico e gotico nell'architettura delle cattedrali in Europa.

    Vi è un ingresso sul lato nord e una stanza del tempio con volta a botte nel blocco centrale.
    La guglia, sikhara, è alta, slanciata ed enfatizza la verticalità della struttura.
    Un interno luminoso viene ottenuto attraverso l'uso di ampi corridoi ambulatoriali e con undici finestre ad arco. Il tempio è anche famoso per i suoi stucchi pregiati e gli intagli sulle porte negli interni.
    Appena a nord-ovest di Shweguygyi ci sono lefondazioni e i pozzi che probabilmente sono le rovine dell'antico palazzo reale iniziato da re Kyanzittha King (1084-1113) e modificato nel corso dei secoli successivi.

    Il palazzo originale e gli altri edifici erano fatti con legno di teak che, nonostante la sua estrema solidità, non ha resistito al tempo e non sono più esistenti.
    In ogni caso si trattava di una grande struttura (c. 96 x 80 m.) con diversi lati















    16 - Shwezigon Paya
    (fine XI secolo)

    Un prototipo di molti stupa poi costruiti in tutto il paese

    La Paya Shwezigon (pagoda, stupa o Zedi), è una delle strutture sacre più significative della zona di Bagan e di tutto il Myanmar. Situata a quattro miglia a nord est di Old Bagan è davvero una pagoda 'nazionale', in quanto è servita come prototipo per molte altre costruzioni poi realizzate in tutta la zona.
    Shwezigon è ancora oggi un importante centro nazionale di culto.

    I pellegrini accorrono da molte parti del Myanmar per la festa che si tiene durante il mese birmano di Nadaw (novembre / dicembre), sia a causa del suo carattere storico che per il significato religioso che ha per il buddhismo birmano.

    Shwezigon è stato uno dei primi simboli del trionfo del Buddhismo 'purificato' Theravada, è stato anche il primo a ospitare anche immagini 'nat' (pre-spiriti buddisti che avevano il potere di fare il bene o il male) tra le mura della sua pagoda.
    Il suo costruttore, re Anawrahta (r. 1044-1077), infatti aveva inserito le immagini dei 37 Nats tradizionali, nelle terrazze inferiori.

    Così il culto 'nat' si abbinò per la prima volta al nascente buddismo Theravada per formare un'unica e vibrante esperienza religiosa birmana che ha contribuito anche alla crescita generale del movimento Theravada.
    Alla fine i Nats di Shwezigon sono stati rimossi dalle terrazze e spostati in un piccola sala all'interno del complesso, ma il Festival di Shwezigon vede ancora molti pellegrini che onorano i Nats.

    La conversione di re Anawrahta, alla metà dell'XI secolo, ebbe una profonda influenza sulla vita religiosa e culturale di Bagan. Anawrahta fu il principale fautore di questo cambiamento e delle grandi costruzioni di Bagan.

    Anawrahta ha iniziato la costruzione del Shwezigon (su un sito presumibilmente scelto da un elefante bianco) come imponente santuario centrale, da utilizzare come reliquiario.
    Sembra che abbia completato le prime tre terrazze prima di essere ucciso da un bufalo selvaggio nel1077. Alcuni sostengono che aveva anche completato un piccolo stupa sulle terrazze che pensava di racchiudere in una struttura più ampia.

    Il santuario reliquiario fu completato tra il 1086 e 1090 dal re Kyanzittha (r. 1084-1113), probabilmente figlio di Anawrahta (le questioni di parentela di questa dinastia sono molto complicate).
    Kyanzittha probabilmente fu il più grande re di Bagan, sotto di lui questo regno acquistò grande fama, magari anche con qualche esagerazione, come la definizione di 'città di quattro milioni di pagode'.
    Fece erigere centinaia di monumenti e difese con successo la cultura buddhista Mon.
    Quando il simbolico 'Hti', a forma di ombrello, venne istallato nel corso della festa Shwezigon nel 1090, il reliquiario-santuario sostanzialmente aveva la stessa forma che vediamo oggi.
    Terremoti e altri fenomeni naturali hanno, naturalmente, lasciato il segno nel corso dei secoli, ed è stato spesso riparato, particolarmente dal re Bayinnaung (r. 1551-1581) nel tardo XVI secolo. Il recente devastante terremoto del 1975 ha causato ingenti danni alla guglia e alla sommità della cupola. Ogni restauro ha in qualche modo modificato parti della sua struttura. La pagoda, per esempio, ora è acchiusa da oltre 30.000 lastre di rame, grazie alle donazioni locali, nazionali ed internazionali. L'intera struttura è stata dorata nel 1983-1984 e nuovamente in anni recenti. Nonostante ciò la parte inferiore della stupa e terrazze restano in gran parte come quando vennero costruite in origine nell'XI secolo.
    La Paya è una solida stupa simmetrica orientata ad est; costruita con blocchi di arenaria che in media misurano circa 38 x 26 x 8 cm. Raggiunge un'altezza di circa 49 metri su una base ottagonale e su tre terrazze quadrate accessibili dai quattro punti cardinali. Ciascuna di queste terrazze ha 'Jataka' (piastrelle lavorate) che narrano la vita del Buddha.
    Stupa più piccoli, riprendono la forma dello stupa centrale ai quattro angoli di ogni terrazzo.
    La base quadrata dello stupa corrisponde all'altezza della guglia: 49m su ciascun lato.

    Sulla cupola vi è un'ampia varietà di decorazioni e spesse modanature circolari.
    La guglia centrale è coronata dalla tradizionale 'Hti', o ombrello, simbolo di sovranità.

    Di fronte a ciascuna delle scale assiali che conducono alle terrazze superiori ci sono templi satelliti, santuari che sono stati progettati per far parte del complesso.
    Ogni santuario (o 'Kyg-gu Taik') contiene un Buddha in bronzo dorato in stile Gupta di circa 3,5 m. (le più grandi statue originali di Bagan) che risale agli inizi del XII secolo.
    Rappresentano i Buddha che hanno conseguito l'illuminazione in questo mondo: Kakusana, Konagom, Kassapa e Gotama.

    Shwezigon si trova al centro di un muro di cinta di 230 m. su ogni lato, accessibile da quattro porte. All'interno vi è un ampio numero di santuari, monumenti, piccoli Zedi e templi.
    Sul lato orientale, due cippi posti da re Kyanzittha raccontano la storia della pagoda in lingua Lun. E' interessante notare che la scritta non menziona re Anawrahta, che ha iniziato la costruzione nella metà dell'XI secolo.
    Bagan monumento numero 1 (gli altri monumenti all'interno della struttura sono numerati dal 2 al 28).










    17 - Sulamani Guphaya
    (c. 1183)

    Il tempio più importante del tardo periodo monumentale di Bagan.

    Il tempio Sulamani (occasionalmente Sulamuni) Guphaya, o Pahto, è una delle più importanti attrazioni di Bagan.
    Il nome stesso significa 'Gioiello dell'Incoronazione' o 'Piccoli rubini'.
    Paul Strachan lo ha definito: "Il segno magniloquente di un impero al sua apice".
    In realtà fu ben più di un tempio, il complesso in origine conteneva un gran numero di edifici annessi, tra cui sale di riunione, celle per i monaci e una biblioteca.
    Sulamani è il tempio più importante del tardo periodo (1170-1300) di Bagan.
    Era uno dei molti templi e stupa costruiti da Sithu II (o Narapatisithu) (1174-12ll), probabilmente, come espiazione per alcuni dei suoi molti misfatti.
    E' stato il modello per costruire il tempio Htilominlo.

    Combina maestosamente la verticalità del
    Thatbyinnyu con l'orizzontalismo e la monumentalità
    del Dhammayangyi.

    Il tempio di mattoni rossi è di forma piramidale su base quadrata ed è orientato a est. Ci sono due livelli con portici a ciascuno dei punti cardinali. Ogni terrazza ascendente ha pilastri in forma di stupa agli angoli e una bellissima sikhara (torre tipica dell'architettura Indù), restaurata dopo il terremoto del 1975, corona il complesso.

    Ciascuno dei maggiori livelli ha ambulacri interni che corrono lungo tutto il perimetro, decorati con nicchie che ospitano i Buddha. Salire al secondo piano e ai livelli superiori attualmente è vietato

    Le caratteristiche salienti del Sulamani comprendono le fini decorazioni in muratura e l'uso della pietra sia nelle parti portanti che negli angoli esterni, più vulnerabili.
    Le numerose piastrelle e pannelli vetrosi, lungo lo zoccolo e le modanature delle terrazze, aggiungono gioia ed esuberanza verso l'esterno, mentre gli affreschi rendono ricco l'interno stuccato dei corridoi ambulatoriali, anche se danneggiati.
    Con la loro rappresentazione vivace sia del sublime che del grottesco riflettono una costante interazione tra la luce fisica e mitica e l'oscurità.













    18 - Tempio Thatbyinnyu
    (c. 1144)

    Il più alto di Bagan.

    Thatbyinnyu ("l'Onnisciente") Phaya è stata una delle più belle eredità lasciate dal re Sithu I (o Alaungsiyhu, r. 1113-1167) alla regione di Bagan.
    Sebbene non vi siano iscrizioni contemporanee che lo identifichino come costruttore, cronache affidabili dal XIV secolo affermano il suo ruolo nella costruzione.

    Situato appena dentro l'angolo sud-est delle mura di "Old Bagan", Thatbyinnyu è il più alto tempio di Bagan arrivando quasi a 61 m., (alcuni indicano 66 m.).

    Rappresenta una transizione dal periodo Mon a un nuovo stile architettonico che presto sarebbe seguito, nei templi di Sulamani, Gawdawpalin e Htilominlo

    Costruito durante uno dei momenti più alti del potere politico di Bagan in un periodo di riconsacrazione al Buddhismo Theravada e di intensi studi religiosi, fu un segno tangibile dell'innovativa creatività architettonica e artistica.
    Paul Strachan ha definito questo tempio: "espressione dello spirito e della nazione birmana".

    Simile, nello stile, al vicino Ananda Pahto, il Thatbyinnyu è un edificio in muratura di mattoni coperti di stucco bianco.
    Il tempio è situato su una piattaforma che in precedenza era al centro di un recinto in muratura (rimane solo la porta nord), il complesso è servito anche come monastero, stupa e come tempio. La base quadrata al livello del suolo misura circa 58 metri su ogni lato.

    Sul lato est c'è una sala d'ingresso di 7 m per 12 m. proiettata verso l'esterno.
    L'esterno è un 'gioco di cubi'. C'è una serie di terrazze quadrate degradanti sia nella parte inferiore (tre terrazze) che superiore (quattro terrazze).
    Agli angoli di ciascuna delle terrazze ci sono piccoli stupa su basi quadrate.

    La torre che si eleva dal nucleo centrale misura circa 30 m. su ciascun lato.
    La "Sikhara" (la torre) è tozza rispetto a quelle di templi come l'Ananda, e questo sottolinea la massa della costruzione sotto di essa.
    Thatbyinnyu non fu mai completato e, forse, mai nemmeno consacrato.
    La serie di piastrelle, Jataka, riguardanti la vita del Buddha non è mai stata inserita nelle terrazze dove si vedono le rientranze pronte per accogliere 500 di questi lavori in ceramica.

    Anche l'interno ha un carattere unico. Vi è un uso abbondante di archi a sesto acuto in corridoi ampi con volte a botte. Due ordini di finestre in ogni livello generano una luce vivace all'interno. I monaci vivevano originariamente sui primi due livelli, mentre il santuario principale era al piano superiore.
    Di conseguenza, la scala interna ai livelli superiori è esterna, piuttosto che essere nascosta come in altri templi.

    I gravi danni provocati dal terremoto 1975 sono stati riparati a partire dal 1979, e la struttura è stata ulteriormente rafforzata nei primi anni 1990.
    Questo è stato uno dei luoghi migliori per vedere la grande zona archeologica, ma a causa dell'erosione dei suoi mattoni, purtroppo, ha indotto alla chiusura delle terrazze superiori al grande pubblico.






    La Zona Archeologica di Bagan


    Bagan, attualmente, è un sito archeologico meno noto del complesso di Angkor in Cambogia (in parte a causa delle restrizioni imposte ai turisti dal governo militare del Myanmar) anche se è del tutto simile, se non superiore, dal punto di vista storico ed archeologico, al grande tempio della civiltà Khmer.
    Questo saggio offre una breve introduzione alla storia e all'arte di questa valle, mentre nei collegamenti sono illustrati in dettaglio alcuni dei templi e degli stupa principali.

    Il temine 'Bagan', per inciso, è l'approssimazione più vicina alla parola birmana ed ora è la denominazione preferita ufficialmente, anche se durante il periodo del predominio coloniale britannico venne usato il nome 'Pagan', ancora oggi parzialmente in uso.

    Zona archeologica di Bagan è il nome formale usato per designare la regione storica dell'antico Regno di Bagan. Si pensa che probabilmente qui siano stati costruiti più di 13.000 tra templi, pagode e altre strutture religiose. Un patrimonio unico edificato tra l'XI e il XII secolo in quest'area di 26 miglia quadrate (42 Kmq).
    La regione si distingue chiaramente, insieme ad Angkor e Borobudur, tra i siti archeologici più significativi del Sud-Est asiatico e del mondo. Nel 2002 le è stato conferito lo status di Patrimonio dell'Umanità.

    Anche se forse, già a partire dal secondo secolo dC, ci sono stati coloni in questa zona sulla riva sinistra del fiume Ayeyarwady (Irrawaddy), le mura originali del primo insediamento permanente risalgono probabilmente alla metà del IX secolo.
    Verso la metà dell'XI secolo Bagan, sotto il re Anawrahta (r. 1044-1077), divenne un regno unico iniziando la sua età dell'oro.
    Nel periodo successivo alla sua vittoria sui Mon nel 1057, la cultura Mon e soprattutto la sua forma di Buddhismo Theravada esercitò un'influenza dominante. Il re divenne un convinto sostenitore delle idee e delle pratiche Theravada iniziando un programma di grandi costruzioni a sostegno della nuova religione.
    I trentamila prigionieri della guerra Mon includevano non solo la famiglia reale, ma anche studiosi, artigiani, capomastri e leader religiosi; tutti contribuirono a gettare le fondamenta di questa nuova, prosperosa, società. Tra i trofei pregiati portati a Bagan, in quel periodo, ci furono 32 copie del Tiitaka, le scritture Theravada.
    Dal regno di Anawrahta, fino alla conquista da parte delle forze di Kublai Khan nel 1287, la zona è stata il centro vibrante di una frenetica architettura religiosa.

    Kyanzittha (r. 1084-1113), secondo successore di Anawrahta, era anche lui profondamente religioso e continuò senza interruzione il ritmo delle costruzioni. Nel corso del XII secolo Bagan divenne nota come la terra di quattro milioni di pagode. Anche se si tratta di un'evidente esagerazione, rispecchia sia la ricchezza che le implicazioni religiose del nuovo regno.
    Un sistema altamente sviluppato di canali di irrigazione sostenne una fiorente coltura del riso, tuttavia i grandi progetti di costruzione, alla fine potrebbero aver contribuito al collasso del regno.
    La regione è generalmente arida con precipitazioni limitate, tranne in determinati periodi. Palazzi, molti monasteri e abitazioni private vennero costruiti con legno molto deperibile, inoltre dal momento che praticamente tutti i templi e gli stupa erano fatti di mattoni di cotto, la quantità di vegetazione locale necessaria per mantenere il fuoco dei forni è stata enorme.
    Ma questa interpretazione non è condivisa da tutti gli studiosi, dal momento che solo pochi forni sono stati scoperti ed è chiaro che molti mattoni sono stati fatti altrove e portati a Bagan via fiume.
    Ma certo i progetti sontuosi hanno contribuito al disboscamento di molti terreni e al loro declino economico.

    L'ultimo sovrano, il re Narathihapati (r. 1255-1287), fu anche lui un costruttore, responsabile dell'ultimo grande progetto religioso, ilMingala-Zeidi. Quando le armate mongole entrarono nell'area, rifiutò di sottomettersi opponendo una strenua resistenza. Le cronache riferiscono che demolì oltre 6.000 templi e pagode per rafforzare le mura della città.
    Questa distruzione di una parte importante del suo patrimonio, tuttavia, risultò inutile. Nel 1287 Narathihapati (anche conosciuto nella storia di Bagan come Tayok-pye-min: 'il re scappato dai cinesi ') si diede alla fuga e venne avvelenato da suo figlio, il sovrano di Pyay (Prome), un regno a sud di Bagan, sempre sull'Ayeyarwady.
    Gli eserciti invasori di Kublai Khan alla fine avevano completato la fine di Bagan, anche se forse le distruzione maggiori vennero dagli inutili tentativi difensivi, piuttosto che dalla furia delle armate mongole.

    La capitale non recuperò mai la sua importanza, anche se meravigliose prove della sua grandezza rimangono ancora oggi nella piana di Bagan. Gli edifici in legno, ovviamente, sono da tempo scomparsi, e forse un terzo della città originale è stata spazzata via dalle piene del fiume Ayeyarwady. Eppure, una recente indagine ha indicato che ci sono ancora 2.217 monumenti identificabili più quasi lo stesso numero di cumuli di mattoni e di terra che non possono essere identificati. Praticamente tutte le strutture superstiti sono di mattoni, anche se alcune sono in pietra arenaria.

    Due principali tipi di strutture architettoniche storiche si trovano nella zona di Bagan. La pagoda, o stupa (in birmano si chiama Zeidi o Zedi) è uno dei principali monumenti buddhisti. Il termine è spesso anche Paya usato in inglese in modo intercambiabile con pagoda. Originariamente un cumulo di pietre è diventato un monumento funebre, poi ha acquisito simbolismo cosmico del Buddha contenente le sue reliquie. Molti Zedi sono stati costruiti per onorare una persona notabile, o addirittura per mantenere il ricordo duraturo di una famiglia importante.
    Lo Zedi ha la forma di una campana (spesso solida), su una struttura in mattoni situata su base quadrata od ottagonale; di solito ha un picco leggermente affusolato in metallo dorato, decorato con gioielli, sormontato da una decorazione a forma di ombrello sacro (Hti). Spesso queste strutture erano coperte con stucco e ornate con fini intagli.
    Oltre ai numerosi stupa solitari, ne esiste una varietà agli angoli della maggior parte dei templi. Quando i fondi lo consentivano, gli stupa originali spesso venivano racchiusi in costruzioni più grandi ed elaborate. Esempi di pagode, in stile Paya, illustrati in questo saggio includono: Bupaya, Shwezigon, Mahabodhi, Nag-Kywe-na-daung, In-hpaya, e Minochantha.

    L'altra grande forma di architettura superstite a Bagan è il tempio, o pahto, che può assumere una varietà di forme. I templi (gu) sono stati ispirati dalle grotte scavate dai buddhisti nella roccia in India. Erano edifici più grandi e multi-piano, luoghi di culto che comprendevano corridoi riccamente affrescati con immagini sacre e statue. A differenza degli archi a sbalzo di Angkor, i templi di Bagan impiegano ampiamente sia le volte a barile che gli archi ogivali. I templi spesso vennero costruiti intorno a uno Zedi e comprendevano una serie di altri edifici, come quartieri per i monaci e sale di riunione e preghiera. Il pahto spesso era una struttura massiccia, quadrata o rettangolare con terrazza esterna che rappresenta il Monte Meru, la residenza simbolica della divinità, circondato da uno spesso muro per separare il regno del sacro dal mondo esterno. Esempi dello stile pahto descritti in queste pagine sono: Ananda, Dhammayangyi, Gawdawpalin, Htilominlo. Shwegugyi, Sulamani e Thatbyinnyu.

    Nella piana di Bagani ci sono oltre 2.200 monumenti ancora in piedi e rimangono un numero uguale di rovine o di altre prove di strutture del passato. L'ottimo "Inventario dei Monumenti a Pagan" di Pierre Pichard ha individuato 2.834 monumenti. Terremoti, inondazioni e le invasioni hanno distrutto, soprattutto le parti più alte, di molti templi e stupa. Ma diversi tra i monumenti esistenti sono stati ristrutturati, riordinati, ridipinti e 'abbelliti' nel corso degli anni.

    Sia birmani che stranieri, inoltre, da lungo tempo hanno attuato un saccheggio sistematico dei manufatti e dei tesori. Avventurieri occidentali e archeologi nella seconda parte del XIX secolo hanno rimosso molte statue, affreschi e altre antichità per portarle nei musei ed esporli al pubblico, anche se molti di questi reperti sono stati distrutti durante le guerre in Europa nel XX secolo.

    Anche se l'attuale governo del Myanmar ha vietato l'esportazione di antichità, importanti elementi continuano a scomparire nelle mani di ricchi collezionisti privati, un tragico destino che ha colpito numerosi siti di interesse storico e architettonico.
    L'essere stato elevato a "Patrimonio dell'Umanità" potrebbe rivelarsi sia una benedizione che una maledizione. Più visitatori potrebbero portare reddito necessario per la zona, ma potrebbe anche aumentare la commercializzazione e l'ulteriore distruzione di questo eccezionale patrimonio.

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    Birmania



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    La Birmania (in birmano, ufficialmente, Myanmar, i/ˌmjɑːnˈmɑ/), ufficialmenteRepubblica dell'Unione della Birmania (in birmano Pyidaunzu Thanmăda Myăma Nainngandaw, pronunciato [pjìdà̀uɴzṵ θà̀ɴməda̯ mjəmà nàiɴŋàɴdɔ̀]) è uno Statodell'Asia sudorientale. Occupa parte della costa occidentale della penisola indocinese, è affacciato sul Golfo del Bengala e sul mar delle Andamane e confina da ovest a est con Bangladesh,India, Cina, Laos e Thailandia. Dopo ilcolpo di stato del 1988, è controllato dal regime militare.
    La Birmania è uno dei cosiddetti paesi in via di sviluppo. Ha una popolazione di circa 50 milioni e mezzo di abitanti, ma l'ultimo censimento affidabile fu svolto nel 1984.
    Il 27 marzo 2006, la giunta militare ha spostato la capitale da Yangon a Pyinmana, che è stata ufficialmente rinominata Naypyidaw, cioè "sede dei re".
    Nel settembre del 2007 sono cominciate nuove proteste di piazza capeggiate da monaci buddhisti, tese a un cambiamento in senso democratico del regime del paese, e sfociate in gravi incidenti con vittime, tra cui il reporter giapponese Kenji Nagai.

    250px-Myanmar

    La denominazione "Birmania" (che deriva dal nome dello stato in lingua locale colloquiale, Bama). In birmano, la Birmania è indicata tanto con Bama(/bəmà/) che con Myama (/mjəmà/). Myanma è la versione tipica del registro scritto e letterario, mentre Bama è la forma più diffusa, che rappresenta la versione colloquiale e da essa derivano gli esonimi Burma e Birmania.
    Secondo la propaganda del regime dittatoriale birmano il termine Burma sarebbe legato all'etnia maggioritaria dei Bamar, e quindi sgradita alle minoranze locali, mentre Myanmar, nome imposto dopo il colpo di stato del 1988, sarebbe etnicamente neutro. La BBC, che utilizza esclusivamente Burma, fa notare come gli etimologisti considerino le argomentazioni del regime del tutto false ed inaccettabili, in quanto sia Myanma(r) cheBurma provengono dalla stessa radice, hanno la stessa valenza semantica e sono stati utilizzati in modo intercambiabile per secoli.
    Il nome Myanmar, deriva dal termine (relativo al registro linguistico formale) Myanma oMyama a cui, nel 1989, la giunta militare birmana aggiunse una "r" finale per facilitare lapronuncia dell'inglese. Tale modificazione rientrò nel programma di revisione dei nomi previsto da una legge interna ratificata dal regime nel 1989: l'Adaptation of Expressions Law.
    Myanma (e quindi Myanmar) è la forma breve della denominazione ufficiale "Myanma Naingngandaw", in lingua birmana, e incominciò a diffondersi con l'arrivo dei Mongoli nel XIII secolo. indicata tanto con Myanma (/mjəmà/) che con Bama (/bəmà/). Myanma è la versione tipica del registro scritto e letterario, mentre Bamaè la forma più diffusa, che rappresenta la versione colloquiale. Solo nel 1989, il nuovo nome venne imposto dalla giunta militare appena arrivata al potere, per sostituire Burma, nome ufficiale dal 1948 al 1989, come avvenne per Rangoon, ora Yangon.
    L'esonimo italiano è Birmania. L'Unione europea preferisce usare entrambi i nomi: Birmania/Myanmar. BBC, The Wall Street Journal e The Financial Times, i governi delRegno Unito e degli Stati Uniti d'America usano la denominazione "Burma" (Birmania) per lo stato e "Burmese" (birmano) come aggettivo.


    Irrawaddy67

    0002Birmania


    Storia


    Si pensa che i Mon siano stati i primi individui ad aver abitato le sponde del FiumeIrrawaddy. Nel I secolo a.C., questa zona fu abitata dai Pyu, una popolazione dedita al commercio con Cina e India. Il regno Pyu più potente era Sri Ksetra, che scomparve nel656. Successivamente il regno Pyu si ristabilì, ma verso la metà del IX secolo furono sconfitti dal regno di Nanzhao.
    I Birmani, o Bamar, cominciarono a migrare verso la valle dell'Irrawaddy dal Tibet nel IX secolo. Nell'849, stabilirono un regno potente che aveva come capitale Bagan. Durante il regno di Anawratha (1044-1077), l'influenza dei Birmani si espanse molto, addirittura oltre i confini della Birmania attuale. Dal 1100 grandi parti dell'Indocina erano controllate dal regno di Pagan, che è chiamato comunemente primo impero birmano.
    Verso la fine del Duecento, i Mongoli sotto Kublai Khan invasero il regno, ma nel 1364 i Birmani ristabilirono il loro regno ad Ava in questo periodo la cultura birmana era in un'età dorata. Tuttavia, nel 1527, gli Shan saccheggiarono Ava. Nel frattempo, i mon si erano ristabiliti a Pegu (Bago), che si era trasformata in un centro commerciale e religioso importante.
    I Birmani fuggiti da Ava fondarono il regno di Toungoo nel 1531, sotto il comando di reTabinshwehti, che riunificò la Birmania e fondò il secondo impero birmano. Grazie alla crescita dell'influenza europea nell'Asia Sud-Orientale, il regno si arricchì con gli scambi commerciali. Le ribellioni interne e la mancanza di risorse necessarie per controllare le nuove acquisizioni territoriali portarono alla rovina del regno di Toungoo.
    Re Anaukpetlun, che aveva espulso gli invasori portoghesi, fondò una nuova dinastia ad Ava nel 1613. La ribellione interna dei mon, aiutati dai francesi, condussero alla rovina del regno nel 1752. Il capo del piccolo villaggio di Konbaung, Alaungpaya, riunificò il paese e costruì il terzo impero birmano. Stabilì la Dinastia di Konbaung e regnò dal 1752 al 1760. Morì in seguito alle ferite riportate durante l'assedio di Ayutthaya, la capitale delregno siamese. Il suo secondo figlio Hsinbyushin (1763-1776) ritornò ad Ayutthaya nel 1766, l'assedio durò 14 mesi e la città fu espugnata il 7 aprile del 1767 e rasa al suolo. I birmani non riuscirono ad occupare capillarmente il Siam, venne lasciato un contingente limitato a presidiare i territori conquistati ed il grosso delle truppe fu spostato ai confini orientali per fronteggiare un'invasione cinese.
    La Dinastia Qing della Cina, spaventata dalla crescita dell'influenza birmana, tentò di invaderla quattro volte dal 1766 al 1769 senza successo. L'impegno sostenuto per respingere le invasioni cinesi portarono alla perdita del controllo del Siam, che si riorganizzò nel nuovo regno di Thonburi, ma in quegli anni i birmani conquistarono l'Arakaned il Tenasserim. Nelle guerre Anglo-Birmane (1824-1826, 1851-1852 e 1885-1886), la Birmania fu sconfitta dai britannici che la trasformarono in una provincia dell'India britannica, dalla quale si distaccò nel 1937.
    Durante la seconda guerra mondiale la Birmania divenne una parte importante nel teatro asiatico sudorientale. Dopo i successi iniziali, i giapponesi fecero una campagna in Birmania, nel 1942 (invasione giapponese) e i britannici furono espulsi dalla maggior parte del territorio. Tuttavia, il contrattacco inglese nel luglio 1945 fece tornare il paese in mano britannica, con l'aiuto dell'AFPFL (Lega per la Libertà delle Persone Antifasciste), guidato da Aung San.
    Nel 1947, Aung San divenne vicepresidente del Consiglio esecutivo della Birmania, in un governo transitorio. Tuttavia, nel luglio 1947, alcuni rivali politici assassinarono Aung San e parecchi membri politici. Il 4 gennaio 1948, la nazione si trasformò in una repubblicaindipendente, conosciuta come Unione della Birmania, con Sao Shwe Thaik come primo presidente. U Nu fu il primo a ricoprire l'incarico di Primo Ministro. Ma, puntualmente, con l'indipendenza, arrivarono anche le richieste, avanzate dalle minoranze (chin, kachin, karen, mon e shan) di uno Stato Federale, e portate avanti con una guerriglia contro lo stato, che rispose con una feroce repressione. Diversamente della maggior parte delle altre ex colonie britanniche, la Birmania non divenne membro del Commonwealth.
    Nel 1961 U Thant, allora rappresentante permanente della Birmania alle Nazioni Unite e Segretario precedente al Primo Ministro, fu scelto come segretario generale per l'ONU; era il primo presidente non occidentale che dirigeva l'organizzazione internazionale. Il governo democratico fu destituito nel 1962 da un colpo di stato militare condotto dal generale Ne Win. Tra i gruppi d'opposizione alla dittatura militare birmana, il più importante è stato il Partito Comunista di Birmania, che è stato legale solo per tre anni (1945-1948). Schieratosi con i cinesi al momento della scissione del movimento internazionale, il CPB ha avviato una guerriglia che è durata fino agli anni novanta, quando la repressione militare costrinse i vertici del partito a scappare in Cina.
    Nel 1988, dopo le rivolte studentesche (rivolta 8888), che provocarono migliaia di morti, Ne Win si dimise, e fu proclamata la legge marziale, mentre il generale Saw Maungorganizzò un altro colpo di stato. I programmi per le elezioni dell'Assemblea popolare furono finiti il 31 maggio 1989. Nel 1990, si tennero per la prima volta in 30 anni le elezioni libere. Il NLD (Lega Nazionale per la Democrazia), il partito di Aung San Suu Kyi, Premio Nobel per la pace nel 1991, e figlia di Aung San, porta all'Assemblea Costituente 392 membri, su un totale di 485, ma lo SLORC (Consiglio di restaurazione della legge e dell'ordine di stato), spalleggiato dall'Esercito, si rifiuta di cedere il potere, rovesciando l'assemblea popolare, e arrestando Aung San Suu Kyi, e altri leader dell'NLD. Successivamente si cambiò il nome Birmania in Myanmar. Da allora comincia un periodo molto difficile per Aung San Suu Kyi, che, rimessa in libertà nel 1995, viene nuovamente arrestata nel 2000, liberata nel 2002, e nuovamente arrestata nel 2003. Viene definitivamente liberata il 13 novembre 2010.
    Il Partito Comunista di Birmania ha annunciato che non boicotterà le elezioni del 2010 nonostante queste non mettano in discussione l'autorità dell'esercito. Infatti il 25% dei seggi spetterà, nonostante le votazioni, alle forze armate della Birmania e solo il restante 75% potranno essere conquistati tramite votazioni.Inoltre molte posizioni chiave e dipartimenti saranno anch'essi riservati ai rappresentanti nominati dalle Forze Armate. Perciò le elezioni del 2010 non possono cambiare la natura del regime militare in Birmania.
    Nonostante questa valutazione critica i comunisti non intendono boicottare le elezioni. "Non dobbiamo lasciare tutti questi seggi parlamentari senza confronto e arrenderci alle manipolazioni dell'esercito come essi desiderano." Quanto alla possibilità di partecipazione diretta del CPB, Po Than Jaung ricorda che al partito non è concesso di operare legalmente, benché questa richiesta sia stata avanzata sin dalle elezioni del 1990. Il partito si rifiuterebbe di operare sotto un altro nome. "Il CPB si presenterà solo con il proprio nome. Non abbiamo intenzione di cambiare il nome del nostro partito", ha dichiarato il dirigente comunista a Mizzima. Per il CPB l'unico modo per abbattere l'ordine militare Birmano è la rivoluzione.
    Il 27 marzo 2006, la giunta militare ha spostato la capitale nazionale da Yangon verso un luogo vicino a Pyinmana, ufficialmente chiamato Naypyidaw, che significa "la sede dei re".
    Con l'acuirsi delle sanzioni internazionali, la giunta militare concesse nel 2008 il referendum costituzionale, che ha dato luogo alla nuova Costituzione, giudicata antidemocratica dai partiti di opposizione, in quanto garantisce alla giunta militare la maggioranza dei seggi al Parlamento ed il diritto di scegliere i nuovi governi. Le nuove elezioni si tennero nel 2010, e furono le prime nel paese dal 1990. Tali elezioni furono definite da tutto il mondo (UE e USA in testa) una farsa, dato che il partito della storica eroina della democrazia Aung San Suu Kyi non si presentò. Il partito LND afferma di non aver mai visto la bozza di riforma della costituzione, e pertanto invita alla cautela. Il 9 novembre 2010 la giunta militare ha dichiarato che l'Union Solidarity and Development Party ha ottenuto l'80% dei voti. Le elezioni sono state gravemente contestate anche per i massicci brogli che le hanno contraddistinte, testimoniati dai pochi osservatori presenti
    Dopo le elezioni, il governo ha concesso diverse riforme atte ad ottenere una democrazia liberale, un'economia mista e la riconciliazione nazionale. Oltre al rilascio di Aung San Suu Kyi, fu istituita una Commissione Nazionale per i Diritti Civili, furono liberati 200 prigionieri politici, vennero promulgate leggi sul lavoro che garantivano la formazione del sindacato ed il permesso di sciopero e venne allentata la censura sulla libertà di stampa.
    Le conseguenze di tali riforme hanno aperto una nuova fase politica per il paese. Il Segretario di Stato americano Hillary Clinton ha visitato il paese nel dicembre del 2011, nella prima visita ufficiale americana degli ultimi 50 anni, ed ha incontrato il presidente birmano Thein Sein e la leader dell'opposizione Daw Aung San Suu Kyi, la cui Lega Nazionale per la Democrazia è stata ammessa alle nuove elezioni del 2012.
    Il 1º aprile del 2012, si sono tenute nuove elezioni che distribuivano però solo una piccola parte dei seggi al Parlamento, mentre la maggioranza di tali seggi è appannaggio di ufficiali nominati dalla giunta militare. Malgrado l'esiguo risvolto numerico, le nuove elezioni hanno avuto un importante significato politico con la partecipazione dell'NLD di Aung San Suu Kyi, che ha trionfato conquistando 43 dei 45 seggi disponibili.

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    Clima

    Il clima dipende dal regime monsonico sulla costa, con temperature abbastanza alte e piogge abbondanti durante la stagione estiva. Durante la stagione invernale i venti portano temperature fredde e secche, mentre d'estate portano il caldo e l'umidità. Raramente, la Birmania è attraversata dai cicloni tropicali; nel 2008, il ciclone tropicale Nargis provocò più di 80 000 morti.
    Nelle pianure centrali e sull'altopiano il clima è di tipo continentale, con scarse precipitazioni. Sulle coste le piogge raggiungono anche 5000 mm annui.


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    Flora

    Il paesaggio vegetale della regione birmana rispecchia fedelmente le condizioni ambientali che caratterizzano questo grande Paese tropicale interposto a nord tra le alteterre tibetane e del bacino dello Yangtze Kiang e a sud le regioni monsoniche e sub-equatoriali, attraversato da grandi arcate montuose che si spingono fino al mare e che racchiudono nelle estese conche interne tipici ambienti naturali floristici. Il fattore più spiccato della distribuzione e del differenziamento floristico è dato dal regime delle precipitazioni, salvo sui rilievi al disopra dei 2000 m. È da notare inoltre che molte zone del Paese sono ancora semispopolate e non soggette all'opera distruttiva e modificatrice dell'uomo per cui la vegetazione spontanea non ha subito gravi manomissioni. Si tratta quindi di una regione appartenente a una particolare provincia floristica di transizione alla cui formazione hanno contribuito elementi floristici indiani, cinesi e indonesiani. Grosso modo, quindi, si possono distinguere quattro tipi di flora nell'insieme del Paese:

    Le zone di alta montagna, dove prevalgono le conifere e dove sono presenti anche lequerce e altre forme di vegetazione che si riscontrano pure nelle zone temperate.

    Le zone che ricevono più di 2000 mm di pioggia all'anno, dove si sviluppa la tipica foresta tropicale sempreverde che non conosce stagioni e che spesso si trasforma in vera e propria giungla; prevalgono qui il bambù, il mango, vari tipi di dipterocarpacee dal fusto grosso e alto, varietà di palme, piante resinose, ecc.
    Nelle zone dove le precipitazioni si mantengono a un livello tra i 1000 e i 2000 mm l'anno si stabilisce il tipico bosco dei Paesi battuti dai monsoni, caratterizzato dall'alternarsi di una stagione verde rotta dalla caduta di foglie; questo tipo di vegetazione è il più diffuso in Birmania: vi hanno un ruolo dominante gli alberi d'alto fusto e dal legname pregiato come il teak (Tectona grandis), il pyinkado (Xilia dolabriformis), il cosiddetto «albero dell'olio» (Hopla) e altri tipi di cedralacee, pterocarpacee e piante resinose; spesso il bosco si trasforma in savana, con il prevalere del bambù, delle felci e di una tipica erba alta birmana, l'alang-alang (Imperata arundinacea).
    Nelle zone con precipitazioni inferiori ai 1000 mm l'anno la foresta tropicale vera e propria lascia il posto alle radure e alla boscaglia di arbusti.


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    Le foreste (conifere, teak, pyinkado, querce, castagni, mango, bambù, ecc.) coprono circa i due terzi dell'intero territorio birmano e nelle zone più calde, specialmente nell'ampio delta dell'Irrawaddy e lungo le coste, esse assumono l'aspetto tipico dellaforesta a mangrovie. Assai comuni, in queste zone, sono tutte le varietà tropicali di palme, alcune delle quali riescono a sviluppare altezze fino ai 30 m.


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    Porto di Yangon



    Fauna

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    Ricchissima ed estremamente varia è la fauna birmana, favorita dal clima tropicale e dalla presenza di enormi estensioni di foreste e boschi. Tra i mammiferi, i più comuni sono il famoso bufalo selvatico (saing), che viene cacciato anche a scopo alimentare, la tigre, illeopardo, il cervo, il daino e, nelle zone occidentali, lo sciacallo e l'orso tibetano. Molto diffusi sono alcuni tipi indigeni di buoi selvatici, che vagano in libertà per le foreste (gaur,gayal, banteng); lungo i fiumi s'incontra spesso il rinoceronte, mentre sempre più raro è l'elefante.

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    Branchi di scimmie infestano invece ogni zona del Paese, che abbonda anche di rettili, tra cui vanno ricordati il geco, chiamato dai Birmani tauckté per il suono gutturale che è uso emettere. La Birmania è anche un Paese ricco di serpenti, tra cui alcuni velonosissimi come il cobra, che si annidano specialmente nelle zone più calde; essa è anche famosa per i suoi piccoli pappagalli dai colori vivacissimi, assai comuni nelle zone dove più fitta è la vegetazione tropicale; non vanno inoltre dimenticati i pipistrelli, che spesso invadono a branchi anche le città, né le infinite varietà di insetti che pullulano tanto nelle umide zone deltizie quanto all'interno, specialmente nelle savane della conca di Mandalay e dell'altopiano di Shan. Da ricordare, infine, che le acque costiere della Birmania sono ricchissime di pesce, compresi alcuni dei tipi più pregiati, come il bekti, che viene esportato anche in altri Paesi asiatici. Le acque melmose dei delta e del corso inferiore dei fiumi principali sono infestate da piccoli alligatori affini a quelli indiani.

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    Lago Inle

    Popolazione

    La popolazione birmana è molto composita, cosa che rende difficile l'integrazione dei varigruppi etnici. I birmani costituiscono il 69% della popolazione; abbastanza consistente è anche l'immigrazione di commercianti cinesi, pakistani, thailandesi e indiani.
    Le "principali etnie della nazione" sono raggruppate principalmente in base a dove si stanzano piuttosto che per le vere differenze etnico/linguistiche, come ad esempio avviene per l'etnia Shan, che include trentatré popolazioni che parlano linguaggi di almeno quattro famiglie diverse
    La popolazione ha subito un notevole incremento passando dai 13 milioni del 1921 ai 24 del 1964 ai 44.596.000 del 1993, ai 45.976.000 nel 2001, ai 51.000.000 nel 2006. L'aspettativa di vita è di 58,4 anni per i maschi (dati 2006), e di 64,2 anni per le donne (dati 2006); la mortalità infantile è del 69 per mille (Dati del 2006), che portano la Birmania nella fascia dei paesi a basso sviluppo umano. Quasi il 79% della popolazione vive in villaggi (dati 2005). Grazie all'impegno per l'istruzione l'analfabetismo è stato ridotto al 15,3%.

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    Città principali



    « Mandalay per parlare, Rangoon per vantarsi, Moulmein per mangiare»
    (Popolare detto birmano)


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    Naypyidaw

    Naypyidaw (in birmano ) è la nuovacapitale della Birmania. La sede del governo birmano è stata spostata daYangon il 6 novembre2005; da quel momento la città prese il nome attuale, che in birmano significa infatti "sede dei re" (in precedenza eraPyinmana). È situata a 320 km a nord di Yangon e conta quasi un 1.000.000 abitanti. Le stime della popolazione sono imprecise perché in costante crescita.
    La città è situata nellaDivisione di Mandalay.

    Storia recente

    L'11 novembre 2005 alle 11 di mattina, 11 squadre di militari trasportati da 1 100 camion accompagnavano 11 ministri o capi del governo per lasciare Yangon e dirigersi verso il luogo dove sarebbe sorta la nuova capitale. La frequenza del numero undici è data dall'osservazione degliastri da parte dell'astrologo personale di Shwe. Si doveva erigere una città con adeguati servizi per i ministri e i nuovi arrivati:Shwe decise che il progetto doveva essere finito entro il febbraio 2006. Sembrava un obiettivo impossibile ma già il 27 marzo 2006 12 000 soldati marciavano per le vie della nuova capitale per la ricorrenza della ribellione contro il Giappone. Ci sono vari motivi per lo spostamento della capitale:

    La posizione più centrale e favorevole di Naypyidaw.

    Ottimo luogo come nodo ferroviario.

    Il tentativo di deconcentrare la popolazione dall'agglomerato di Yangon che conta 5 000 000 di abitanti.

    La migliore posizione rispetto a Yangon in quanto distante dalla costa. I Birmani temono un attacco da parte degli Stati Uniti d'America a causa delle buone riserve petrolifere della Birmania[senza fonte].
    Per andare da Yangon a Naypyidaw bisogna utilizzare il treno, che impiega circa dieci ore. Ultimamante la compagnia aerea birmana Air Mandalay ha lanciato un volo di servizio da Yangon a Naypyidaw. Poco dopo ha lanciato un altro servizio verso Thandwe e Sittwe.

    Popolazione

    La stima numerica della popolazione di Naypyidaw è praticamente ignota, si sa solo che si aggira intorno a 1.000.000 abitanti. Ci sono prevalentementebirmani, con minoranze cinesi e indiane. Si professa il buddismo con piccole minoranze cristiane. Poco tempo fa, Pyinmana non era che una cittadina di non più di 40.000 abitanti, ma con lo spostamento della capitale il numero della popolazione si è moltiplicato. Alcune persone non sono molto felici del trasloco. In particolare, alcuni funzionari rimpiangono il relativo benessere di cui godevano a Yangon.


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    Yangon

    Yangon (nota anche comeRangoon) è la più grande città dello stato dellaBirmania (4.576.000 ab.) e ne è stata la capitale fino al 6 novembre 2005. Per lungo tempo è stata conosciuta come Rangoon, anglicizzazione del nome locale (talvolta scritto in italiano Rangun). La città è situata alla convergenza dei fiumi di Bago e di Yangon ed è a circa 30 chilometri dalGolfo di Martaban. Yangon si trova a 16°48' nord di latitudine, 96°09' est di longitudine e la relativa zona di tempo standard è di +6h30m. Nel novembre2005, la giunta militare ha cominciato a riassegnare la capitale a Naypyidaw, nella Divisione di Mandalay, ufficializzata il27 marzo 2006.
    Rispetto ad altre città importanti dell'Asia Sudorientale, Yangon è poco sviluppata. Ma sta crescendo, principalmente con l'afflusso dell'investimento straniero (da Singapore e dallaCina). Molte residenze e costruzioni commerciali (taik) sono state ricostruite o ristrutturate soprattutto in città e nelle zone più grandi di Yangon. Yangon ha oggi il più grande numero di costruzioni coloniali in Asia Sud-Orientale. I servizi governativi all'interno delle costruzioni coloniali (per esempio alta corte, della città corridoio, del mercato di Bogyoke e dell'ospedale generale) sono stati elencati per il rinnovamento. Yangon è un membro della rete delle 21 più importanti città asiatiche.


    Fondata dai Mon, col nome di Dagon, seguì le sorti della Birmania, crescendo di importanza molto velocemente nel tempo grazie alla sua posizione. Passò sotto l'occupazione Pyu, poi Birmana, poi Mongola poi di nuovo Birmana, di cui fu capitale dal 1753 al 1760. Divenne molto nota durante l'era coloniale britannica e con l'indipendenza dello stato birmano ne divenne capitale fino al 2006 quando la sede del governo fu spostata aNaypyidaw.

    Trasporti

    Tutti i voli internazionali atterrano nell'Aeroporto Internazionale Yangon, che si trova a 19 chilometri dal municipio di Rangoon. Gli autobussono molto affollati e vecchi. Per laBirmania si estende una ferroviapiuttosto arcaica. Le automobili, anche abbastanza costose, sono diventate comuni nelle vie di Yangon, provocando una maggiore congestione del traffico. Il governo stabilisce restrizioni nell'importazione di automobili straniere. Come risultato il mercato nero è la prima fonte di importazione di auto, di solito prodotte in Thailandiao in Cina. A Yangon è vietato usare biciclette e motorini.


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    Mandalay

    Mandalay è la seconda città della Birmania. Conta 933.000 abitanti (2.500.000 nell'agglomerato urbano). È capoluogo della provincia omonima (34.253 km², 4.581.000 ab.) e porto commerciale sul fiume Irrawaddy. È sede diindustrie tessili,metalmeccaniche,alimentari e del legno. L'abitato si estende tutt'intorno al nucleo storico, racchiuso damura, dove si trovanotempli, monasteri, vasti parchi e il Palazzo Reale di Mandalay. Fu capitale del regno birmano fino all'occupazione britannica(1886).

    Nella sua provincia c'è la capitale della Birmania,Naypyidaw.


    Mandalay fu fondata nel1857 dall'imperatoreMindon Min come capitale dell'ultimo Regno diBirmania indipendente. Fu costruita su una collina e racchiusa da imponenti mura tanto da sembrare un forte molto ben difeso. Era una città conosciuta come "metropoli del Buddismo".

    Nel 1886 cadde sotto gliinglesi determinando la caduta del regno diBirmania che divenne una delle tante colonie del vasto impero britannico.

    Ne seguì la storia fino alla seconda guerra mondiale, quando nel 1942 i giapponesioccuparono l'Indocina per indebolire la Cina. Fu liberata nel 1945 dopo molti bombardamenti che danneggiarono le grandi opere artistiche perché era una roccaforte giapponese.

    Economia

    Mandalay è il maggior centro di comunicazioni e trasporti dello stato. Qui ha sede la Air Mandalay, l'unica compagnia aeroportuale della Birmania. È anche sede di molte industrie e imprese (si lavorano seta,argento, oro, pietra...). Non è una città molto abituata al turismo nonostante abbia un grande valore artistico. Ci sono moltissimimonasteri, oltre 700 pagode, e nella parte inferiore della collina si trovano le Sacre Scritture del Buddismo, considerate il libro più lungo del mondo.





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    Bagan

    La città di Bagan, precedentemente conosciuta come Pagan, formalmente nominata Arimaddanapura (la città del frantoio nemico) ed anche conosciuta comeTambadipa (la terra del rame) o Tassadessa (la terra secca), fu la vecchia capitale di parecchi regni antichi in Birmania.
    È situata nelle pianure centrali asciutte del paese, sulla riva orientale del fiume Irrawaddy, 145 chilometri a sud-ovest di Mandalay.

    L'UNESCO ha tentato senza successo di nominare Bagan come luogo di eredità del mondo. La giunta militare (SPDC), attualmente al potere in Birmania, ha ristrutturato le opere d'arte antiche, templi e costruzioni, non tenendo conto degli stili architettonici originali, usando materiali moderni incompatibili esteticamente ai materiali edilizi originali. Inoltre, la giunta sta progettando costruire un campo di golf, su una antica strada principale pavimentata, che sarà completato entro il 2007.

    Storia

    La città non esisteva finché il re Pyinbya non spostò la capitale a Pagan nel 874 d.C. che si trasformò in una città importante. Le rovine di Bagan ricoprono una superficie di quasi 10 chilometri quadrati. La maggior parte dei suoi edifici furono costruiti fra il 1000 e il 1200, quando Bagan era la capitale del primo impero di birmano.
    Nel 1057, il re Anawrahta conquistata la capitale Mon, Thaton, portò gli scritti di Tripitaka Pali,monaci ed artigiani buddisti per trasformare Bagan in un centro religioso e culturale. Dopo la sua conversione al Buddhismo Theravada, Anawrahta inviò dei missionari in Sri Lankae tramite l'aiuto del Sangha, convertì con successo il suo paese al buddismo. Bagan allora si trasformò in un centro di studi religiosi e l'università di Bagan attrae gli allievi fin dai regni dei Khmer.

    Nel 1287, il regno cadde in mano ai Mongoli, dopo il rifiuto rendere omaggio a Kublai Khan. La città fu saccheggiata e molte reliquie religiose sono state rubate.



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    Pegu

    Pegu, oppure Bago, è una delle maggiori città della Birmania, con oltre 250.000 abitanti secondo le stime del censimento 2005. È situata nelladivisione di Pegu e si trova a 80 chilometri a nord-est di Rangoon. Nel 1364divenne la capitale di uno dei tanti regni Birmani della storia, che prese il posto dei tartari nella regione. Fu importante anche durante il periodo coloniale Britannico.

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    Mahazedi Paya


    Storia

    Secondo fonti scarsamente attendibili, la città di Pegu fu fondata daiMon di Thaton nel 573 d.C. Rimase a lungo sotto il controllo dei Mon, che nel1383 fondarono un'importante dinastia dopo aver mantenuto la loro indipendenza, ponendo la capitale a Pegu. A nord si era intanto stabilita una dinastia birmana (Bamar) ad Ava, contro la quale Pegu fu coinvolta in una continua lotta. Nel 1539 passò sotto il controllo dei Bamar del regno di Toungoo, che arrivò alla rovina a causa di una rivolta mon sostenuta dai francesi. Nel 1757, Pegu fu saccheggiata dal re birmano Alaungpaya, il fondatore della dinastia Konbaung, che pose così fine all'ultimo periodo indipendente dei Mon. In seguito Pegu seguì le sorti della Birmania, passando sotto il controllo dell'India britannica fino al 1937, quando il paese divenne la colonia Britannica Birmana. Oggi la maggioranza degli abitanti è di etnia Bamar, mentre i Mon sono molti meno.



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    Moulmein

    Moulmein , detta anche Mawlamyine, è una città dellaBirmania, capoluogo dello Stato Mon, oltre ad esserne la città più popolata. La città si trova sulla costa del Tenasserim. Con oltre 300.000 abitanti è la terza città della Birmania. La popolazione è stimata Mon per il 75%, con minoranze Bamar, Anglo-birmane, Karen, Indiane e Cinesi. Durante il periodo colonale, Moulmein aveva un sostanziale numero di Anglo-Birmani, quindi un'area della città si chiamava "Little England" proprio a causa di questa minoranza formata da operai delle piantagioni di caucciù. Comunque, al giorno d'oggi questa comunità è quasi scomparsa del tutto, infatti molti di essi son dovuti fuggire nel Regno Unito o in Australia.

    Moulmein divenne la prima capitale della Birmania Inglese dal 1827 al 1852. Fu ceduta all'Impero britannico con il Trattato di Yandabo alla fine della prima guerra Anglo-Birmana dopo il Tenasserim e l'Arakan, principalmente perché era il principale porto dello scambio del Teck. Oggi Moulmein è nota per i suoi frutti esotici e per la sua cucina, come detto in un popolare detto birmano.

    È maggiormente nota per l'inizio del libro di Kipling "La strada perMandalay":



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    Sagaing

    Sagaing è la città principale e il capoluogo della divisione di Sagaing, in Birmania. Si trova sul fiumeIrrawaddy, a 20 km a sud-ovest di Mandalay, sulla sponda opposta del fiume. Conta circa 300.000 abitanti.

    Sagaing è un centro religioso e monastico, con un gran numero di abbazie e pagode buddiste. Fu capitale della Birmania per un piccolo periodo di tempo, dal 1760 al 1764e il motivo per cui perse il titolo fu una serie di attacchi (successivamente falliti) da parte della dinastia Qing della Cina.


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    Tavoy

    Tavoy ; MLCTS: hta: wai mrui.; conosciuta anche come Dawei), è una città del sud-est della Birmania(o Myanmar) ed è il capoluogo della divisione del Tenasserim (chiamata anche divisione del Tanintharyi), locata a circa 614,3 km a sud diRangoon, sulla sponda nord del fiume Dawei. Secondo le stime del 2005 contavava 139.900 abitanti, in maggioranza Bamar.

    Storia

    L'area attorno all'estuariodel fiume Dawei fu abitata per secoli da Mon, Karen e navigatori Thai. L'attuale città fu fondata nel 1751come piccolo porto per l'impero Thai del re Ayuthaya. Con il passare degli anni il suo controllo si alternò fra Birmania eSiam, fino all'annessione inglese della regione dopo la prima guerra Anglo-Birmana del 1826. Solo di recente connessa con il resto della Birmania con strade e ferrovie, Tavoy è recentemente stata al centro di una controversia circa un gasdotto che Myanmar e Thailandia progettavano di costruire in prossimità del golfo di Martaban.
    Prodotti locali
    L'aria produce gomma, pesci essiccati e legno di teak. Produce ancheanacardio, betel, che vengono esportati in Cina, India e Thailandia. Tavoy è anche conosciuta per la sua varietà di frutti esotici come ananas, mango,mangostani e durii (conosciuto come il Re dei Frutti).
    Linguaggio
    Tavoy ha anche un linguaggio proprio, che nel resto della Birmania viene riconosciuto semplicemente come un dialetto. Il linguaggio scritto è stato perso da secoli e ormai anche il parlato si sta estinguendo.

    Attrazioni

    La spiaggia di Maungmagan è approssimativamente a 45 minuti dal centro di Tavoy. Nella zona ci sono anche sorgenti calde. Tavoy è anche il più importante centro religioso del Tenasserim. La distribuzione della città è irregolare, a causa della crescita disordinata del centro urbano.


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    Pathein

    Pathein recentemente conosciuta come Bassein, è una città (246.092 abitanti secondo le stime del 2005) dellaBirmania, capoluogo dellaDivisione dell'Irrawaddy. Situata sulla parte occidentale del delta dell'Irrawaddy, sul braccio del fiume di Panthein (Ngawan) 190 km ad ovest di Rangoon, Pathein è accessibile a grandi vascelli nonostante la sua rilevante distanza dall'oceano Indiano, e quindi è la città portuale più importante del deltadopo Rangoon. È anche l'ultima stazione di una ferrovia direttamente collegata alla principale della Birmania. La città produce ed esporta buone quantità di riso.

    Il nome della città deriva da Pathi (la parola che in birmano significa "Musulmano"), a causa del grande numero di abitatiarabi o indiani. Il nome fu cambiato in Basseindurante il periodo coloniale sotto l'impero britannico. Gli Inglesi costruirono un forte in cui presidiarono una guarnigione dopo la Prima guerra Anglo-Birmana del 1826.

    Adesso Pathein è una pacifica piccola città con un litorale pittoresco, molti templi buddisti ed una nota bottega di ombrelli. Gli ombrelli di Pathein sono colorati e fatti a mano e per questo sono famosi in tutta la Birmania.
    Sebbene una volta divenne parte del regno Mon, Pathein ha pochi residenti di etnia Mon oggi. Ci sono delle piccole minoranze Rakhine e Karen.



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    Taunggyi, capitale degli Shan.

    Taunggyi è il capoluogo dello stato Shan, speciale divisione amministrativa dellaBirmania. Ha una popolazione di 200.000 abitanti (circa), e si trova a 1400 metri sopra il livello del mare. Il nome Taunggyi significa "grande montagna" nella lingua birmana, infatti si trova ad est di una vetta assai alta, il Taung-chun. Nonostante sia dentro il loro stato, Taunggyi non è popolata prevalentemente da Shan, bensì da Bamar, Intha e Pa-Os. Recentemente c'è stato un forte flusso di immigranti cinesi.


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    Monastero di Shwezingon, bagan



    Cultura


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    Le donne giraffa


    Nella tribù dei Kayan(chiamati anchePadaung) si possono trovare le donne giraffa, conosciute con questo nome per le modifiche fisiche provocate da anelli di bronzo portati fin dall'età di 5 anni. Successivamente gli anelli vengono incrementati di numero e sostituiti con altri di dimensioni sempre maggiori fino a che la pressione non provoca uno slittamento della clavicola e una compressione della gabbia toracica. Diversamente da quanto ritenuto, il collo non è allungato. Molte tribù Kayan nel 1990, a causa di un conflitto con il regime militare birmano, si sono rifugiate inThailandia.

    Sebbene in Birmania esistano svariate culture indigene, quella dominante è principalmente quella Bamar. La cultura Bamar è stata influenzata da quelle degli stati confinanti. Ciò è manifestato nella sua cucina, nella letteratura, nellamusica, nel teatro e nella danza. Le arti, soprattutto la letteratura, hanno come tema principale ilBuddhismo Theravāda.
    In qualsiasi villaggio birmano tradizionale, il monastero è il centro della vita culturale e imonaci sono venerati anche dailaici. Per un ragazzo che diventa monaco si esegue una cerimonia chiamata shibyu ed è il suo più importante rito di crescita. Alla stessa età le ragazze svolgono delle cerimonie in cui si perforano i lobi delle orecchie ( ,Nathwin). La cultura birmana è più evidente nei villaggi in cui queste cerimonie si compiono in tutto l'arco dell'anno, specialmente nelle pagode.
    Il colonialismo britannico ha introdotto alcuni elementi occidentali, specialmente nell'educazione e negli edifici delle città come Yangon. In seguito all'attività missionaria nelle minoranze Karen e Shan è diffusa la culturacristiana.



    La Birmania è un paese multi-religioso. QuellaTheravāda è la tradizione buddhista più diffusa, a cui sono stati aggiunte credenze locali. Secondo il governo militare, è praticata dall'89% della popolazione, specialmente fra Bamar, Rakhine, Shan, Mon e Cinesi.
    Il Cristianesimo è praticato dal 4% della popolazione, principalmente presso i Kachin,Chin e i Karen, a causa del lavoro missionario nelle loro rispettive aree. Circa tre quarti dei cristiani del paese sono Protestanti, in particolareBattisti della Myanmar Baptist Convention; iCattolici compongono il resto.
    L'Islam, principalmente sunnita, è praticato dal 4% della popolazione secondo il censimento del governo.
    Le popolazioni cristiane e musulmane sono di fronte a una persecuzione religiosa. Il governo militare ha revocato la cittadinanza dei musulmani Rohingya nel Rakhine settentrionale e ha attaccato le minoranze etniche cristiane. Tale persecuzione è particolarmente evidente nella Birmania orientale, dove più di 3000 villaggi sono stati distrutti negli ultimi dieci anni.ù



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    Cucina

    La cucina birmana è stato influenzata dalla cucina indiana, cinese e thailandese. L'ingrediente principale della cucina è il riso. Sono inoltre mangiati noodles e pane. La cucina birmana utilizza spesso i gamberi, i pesci, il maiale e il montone. Il manzo, definitocarne tabù, al contrario, viene mangiato solo raramente.

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    Sono anche usati il curry, quali il masala e i peperoncini rossi. Il Mohinga, considerato piatto nazionale della Birmania, consiste di brodo di pesce-gatto al curry con farina di ceci, vermicelli di riso e salsa di pesce. La frutta tropicale è servita spesso come dessert. Le città importanti offrono una più ampia varietà di cucine tra cui quella Shan, la cinese e la indiana.

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    Lago Inle

    Affascinando i visitatori con i suoi scorci ideali da immortalare in una fotografia, il lago Inle, posto a 900 metri sul livello del mare, è una sosta riposante dopo le attrazioni storiche di Bagan e Mandalay.

    Il lago, lungo 22 km e largo 10, è popolato da circa 150.000 persone, molte delle quali vivono sulle isole galleggianti formate dalla vegetazione.

    Il lago Inle, naturale e privo di inquinamento, è famoso per la sua bellezza scenica e per il tipico modo di remare con le gambe degli Inthas, gli abitanti nativi del lago.

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    Festa delle Pagoda Phaung Daw Oo (settembre/ottobre)

    Il festival si tiene con grande magnificenza e sfarzo, e durante questi giorni si tengono ovunque giochi e danze. Le quattro sacre immagini del Buddha sono cerimoniosamente portate in senso orario lungo le rive del lago su una barca reale decorata, trascinata da barche spinte con la forza delle gambe dai pescatori; la processione porta le immagini in ogni villaggio in modo che chi vi abita possa porgergli omaggio. Nessun visitatore del Myanmar dovrebbe perdersi questo spettacolo.
    Il principale evento del festival è la gara tradizionale delle barche Shan, a cui partecipano rematori "a gambe" di entrambi i sesso vestiti nei loro costumi tradizionali.
    Il Festival della Pagoda Phaung Daw O attira partecipanti sia dalle zone vicine che dalle parti più remote del Myanmar, non solo per l'omaggio alle statue sacre del Buddha, ma per la fama di questa gara di questi particolari rematori Intha (maschi) e Inthu (femmine).


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    da: goldenland-travel.it
    foto web



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    “….Ci sono viste al mondo dinanzi alle quali uno si sente fiero di appartenere alla razza umana. Pagan all’alba è una di queste. Nell’immensa pianura, segnata soltanto dal baluginare argenteo del grande fiume Irrawadi, le sagome chiare di centinaia di pagode affiorano lentamente dal buio e dalla nebbia: eleganti, leggere; ognuna come un delicato inno a Buddha. Dall’alto del tempio di Ananda si sentono i galli cantare, i cavalli scalpicciare sulle strade ancora sterrate. E’ come se una qualche magia avesse fermato questa valle nell’attimo passato della sua grandezza.”
    (Tiziano Terzani)


    LA BIRMANIA



    La Birmania, paese che si protende dall’ Himalaya in un oceano solcato nei secoli da frequen-
    tate rotte com-
    merciali. Le radici della sua cultura si colgono nell’ infinito patri-
    monio della civiltà indiana,con i suoi modelli architettonici, la scrittura e il sapere ma, è soprattutto la religione, il Buddhismo, che in Birmania assume un’importanza centrale, esercitando un fortissimo influsso in campo etico e sociale.
    Mai è venuta meno in Birmania la fede nel messaggio dell’Illuminato e in suo onore ancora oggi si ricoprono d’oro le cupole degli edifici sacri e la superficie delle statue, nella certezza di acquisire meriti spirituali. La Birmania (oggi Myanmar) può considerarsi veramente la Grande Anima d’Oriente, avendo conservato, fino ad oggi, ancora intatte le sue millenarie tradizioni. Terra di mille pagode, di risaie e monasteri, dove la vita di tutti i giorni è permeata dal pensiero buddhista. E’ il Paese delle Pagode d’Oro, uno dei pochi luoghi al mondo dove i segni dei fasti del passato sono giunti quasi intatti sino a noi: le architetture ardite degli edifici religiosi, finemente intagliati nel legno e decorati con sfarzo, sono praticamente le stesse che destarono l’ammirazione dei mercanti medievali.

    La denominazione "Birmania" deriva dal nome dello Stato in lingua locale colloquiale, Bama. In birmano, la Birmania è indicata tanto con Bama (/bəmà/) che con Myama (/mjəmà/). Myanma è la versione tipica del registro scritto e letterario, mentre Bama è la forma più diffusa. Secondo la propaganda del regime dittatoriale birmano il termine Burma sarebbe legato all'etnia maggioritaria dei Bamar, e quindi sgradita alle minoranze locali, mentre Myanmar, nome imposto dopo il colpo di stato del 1988, sarebbe etnicamente neutro. La BBC, che utilizza esclusivamente Burma, fa notare come gli etimologisti considerino le argomentazioni del regime del tutto false ed inaccettabili, in quanto sia Myanma(r) che Burma provengono dalla stessa radice, hanno la stessa valenza semantica e sono stati utilizzati in modo intercambiabile per secoli. Il nome Myanmar, deriva dal termine (relativo al registro linguistico formale) Myanma o Myama a cui, nel 1989, la giunta militare birmana aggiunse una "r" finale per facilitare la pronuncia dell'inglese.
    Myanma (e quindi Myanmar) è la forma breve della denominazione ufficiale "Myanma Naingngandaw", Myanmar long form.svg in lingua birmana, e incominciò a diffondersi con l'arrivo dei Mongoli nel XIII secolo.


    BAGAN



    Bagan è priva di ogni via di comuni-
    cazione, di qualunque tessuto connet-
    tivo tra i vari stupa. Sola nella solitu-
    dine è una città di omissis, di parole perdute, pervasa di assenza. Dialoghi perduti si intrecciano e si perdono in lei, tra mille e mille solitari templi. Raccontano le cronache che, incapaci di scegliere tra le infinite variazioni del possibile e raccapricciati all'idea di escludere anche una sola delle sue eventuali ramificazioni, gli abitanti di Bagan vollero che ognuno dei futuri visitatori potesse disperdere nel vento i propri passi, affidando al caso la tracciatura urbanistica della città.
    Nella zona archeologica di Bagan sono presenti due principali tipi di struttura architettonica: lo stupa ('zedi' in birmano) e il pahto, o tempio. Lo zedi è un edificio o monumento funebre contenente una reliquia (per esempio un dente o un capello del Buddha). Molti zedi furono costruiti per ricordare e onorare un notabile locale o una famiglia importante. Gli zedi di Bagan sono cupole a forma di campana, sedute su una pianta quadrata o ottagonale. Le più antiche sono a forma di bulbo, quelle più recenti sono invece alte e sottili. La reliquia è generalmente conservata in una camera sotterranea, non visitabile. Il pahto, luogo di adorazione, ha invece la forma di un parallalepipedo cavo che contiene immagini del Buddha. I templi più antichi, di chiara influenza indiana, hanno un solo ingresso, che porta a una cappella a volta in cui è custodita un'immagine del Buddha. L'intero complesso è molto austero e spartano. Quelli più recenti si sviluppano a partire da una massiccia colonna centrale che porta un Buddha per ogni lato cardinale, diametralmente opposti a ciascuno dei quattro ingressi. Questi templi, oltre ad essere più ariosi e luminosi all'interno, sono decorati in maniera quasi barocca all'esterno con stucchi, fregi e affreschi. Tipica di Bagan è l'abitudine di decorare non le pareti, lasciate completamente nude, ma ciò che sta sopra e attorno alle pareti (archi e pilastri, per esempio). Il pahto è caratterizzato da una serie di terrazze esterne, accessibili tramite cunicoli interni o scale esterne, che simboleggiano il Monte Meru, ed è circondato da spesse mura che separano il regno sacro dal mondo esterno.

    È sotto il comando di Kyanzitta che viene edificato il meraviglioso e superbo tempio di Ananda. La capacità e le qualità degli architetti di Bagan consegneranno alla storia un edificio religioso magistralmente edificato su proporzioni sorprendentemente imponenti, capace di resistere all’azione dei secoli e passando attraverso numerosi e violenti terremoti fino a presentare ai nostri occhi le sue intatte gallerie interne ricche di migliaia di nicchie con raffinate statue del Buddha nonchè le quattro statue principali poste sui punti cardinali. Ma la vera peculiarità di Ananda e di pochi altri templi di Bagan è costituita dalla bellezza degli affreschi originali ancora molto ben conservati che ricoprono interamente i muri interni ed i soffitti delle nicchie ai punti cardinali. Al fianco del tempio di Ananda si trova un antichissimo ed insolito monastero buddista: l’Ananda Khyaung. Di piccole dimensioni ed edificato in pietra, è dotato di una galleria che percorre tutto il perimetro interno della costruzione isolando una piccola cella priva di finestre al suo centro. Sia i muri della galleria che della cella sono interamente tappezzati di stupendi affreschi che narrano in parte temi religiosi ma anche episodi storici e di vita comune. Alcuni di questi ritraggono reggimenti dotati di armi da fuoco. Altri rappresentano invece volti probabilmente di origine europea. Non lontano dal tempio di Ananda si trova anche il Thatbyinnyu noto per essere il tempio più alto di Bagan estendendosi per ben 60 metri verso il cielo. Edificato da Re Alaungsithu, successore di Kyanzitta e probabilmente l’ultimo grande Re di Bagan, il Thatbyinnyu è uno dei primi riusciti tentativi di creare strutture a più piani. Si presume che i livelli superiori, accessibili attraverso strette scale interne, costituissero vere e proprie residenze per i monaci rompendo così con la tradizione Buddista che generalmente vede i monaci risiedere in edifici esterni alle parti consacrate e costruiti in legno. Nell’antichità la pietra veniva infatti riservata generalmente ai soli Dei. Un ulteriore elaborazione dello stile multipiano la troviamo al Dhammayangyi che, pur essendo più basso del precedente, presenta ugualmente un primato: quello di essere il tempio dalla pianta più estesa di Bagan.

    Visto da lontano, proietta una forma originale e suggestiva a piramide. Venne edificato da Re Narathu, sanguinario figlio di Alaungsithu che passerà alla storia come l’uccisore del padre per la conquista del trono. La leggenda racconta che, in età avanzata, Narathu si dedicherà alla costruzione di questa stupefacente opera architettonica per l’acquisizione di meriti religiosi che possano perdonare le crudeltà commesse. A partire dal XIII secolo si entra nel tardo periodo di Bagan. Governanti militarmente sempre più deboli si dedicano in modo sempre più intenso alla vita spirituale e alla preghiera, consegnando a Bagan alcune tra le testimonianze architettoniche di maggior valore e sensibilità. Htilominlo, che siede sul trono di Bagan dal 1211 al 1234 DC, commissiona la costruzione del sontuoso tempio a più piani che oggi porta il suo nome e che è noto per la raffinatezza di alcune modellazioni a stucco sui muri esterni. Qualche anno più tardi lo stesso Re commissiona infine la costruzione, in prossimità delle rive dell’Irrawaddy, di una replica del tempio Mahabodhi che sorge nella città indiana di Bodhgaya e che viene considerato dai fedeli buddisti come il luogo nel quale il Buddha raggiunse l’illuminazione. A Bagan si trovano anche alcuni interessantissimi templi che costituiscono degli intricati e difficilmente comprensibili sincretismi religiosi dove diverse forme di culto buddista si fondono all’induismo. Al Nathlaung Kyaung possiamo ad esempio rilevare la presenza di diverse statue di una divinità rappresentata in posizione eretta e dotata di almeno 4 braccia le cui mani sorreggono gli oggetti tipici del Dio induista Vishnu. All’estremità sud orientale della valle dei templi troviamo invece un gruppo di costruzioni dedicate al buddismo Mahayana o probabilmente al buddismo tantrico. Si tratta del Thambula, del Payathonzu e di altri edifici ad esso vicini.
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    KYAIKTIYO PAYA



    È considerato uno dei luoghi più sacri del Myanmar, importante meta del pelle-
    grinaggio dei birmani. Il Golden Rock, o Kyaiktiyo Paya, si trova a circa 200 chilometri a sud di Yangon, in cima al monte eponimo, nello Stato Mon. Si tratta di una piccolissima pagoda di 7 metri circa costruita in cima ad un enorme roccia, decorata con foglie dorate. Terzo luogo di pellegrinaggio birmano, dopo la Shwedagon Paya e la Mahamuni Paya, la Roccia Dorata sembra sfidare le regole di gravità, sporgendo pericolosamente nel vuoto, dando l'impressione di essere sul punto di rotolare via dalla parete. Secondo la leggenda, l'equilibrio improbabile del Golden Rock è dovuto al capello del Buddha che racchiude. Si racconta che il Buddha fece dono di un suo capello all'eremita Taik-tha. Quest'ultimo decise di regalarlo a sua volta al re, esprimendo però il desiderio che questa sacra reliquia fosse conservata in un roccia, scolpita con la forma della sua testa. Grazie a poteri soprannaturali, il Re, figlio di uno Zawgyi e di una principessa naga (drago-serpente, simbolo della mitologia buddista), riuscì a trovare una roccia adatta nel fondo dell'Oceano. Il macigno fu così trasportato sulla cima del monte Kyaiktiyo e il sacro capello del Buddha fu racchiuso nella minuscola pagoda.
    La leggenda riporta inoltre che effettuare un pellegrinaggio alla Kyaiktiyo Paya almeno tre volte in un anno, procedendo a piedi dal campo base di Kinpun, porterebbe buona salute e buono auspicio. I pellegrini che arrivano alla Pagoda possono offrire una foglia d'oro, da incollare alla roccia. Alle donne, tuttavia, non è concesso toccare la pietra sacra.
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    .. il lago INLE ..



    Situato in un'ampia conca a 850 m slm, circondato da verdi montagne, con una lunghezza di circa 20 km ed una larghezza massima di 10, il lago Inle, campo, monastero e riserva di pesca allo stesso tempo, è uno specchio d'acqua poco profondo. Il Lago Inle è la Venezia della Birmania. Sulle sue acque esistono ben 17 villaggi le cui abitazioni poggiano su palafitte e sono abitate dalla tribù Intha.
    E' uno specchio d’acqua punteggiato da giacinti d’acqua e chiazze galleggianti di vegetazione. Essendo le rive paludose e quindi incoltivabili, i bamar creano vere e proprie isole, dove gli abitanti del lago coltivano frutta, ortaggi e fiori. Questi giardini o orti galleggianti sono disseminati lungo tutta la superficie del lago. Fissati al fondo con pali di bambù,
    creano un labirinto di canali solcati quotidianamente dalle caratteristiche imbarcazioni degli indigeni dell’etnia Intha. Famosi per il modo di remare dei pescatori, in piedi sulla barca utilizzando un solo remo spinto da una gamba.
    Questi "figli del lago", immersi in un'esistenza senza tempo, perpetuano una tradizione secolare: raccolgono il fiore di loto, pianta sacra nella religione buddista, e ne estraggono una sottilissima fibra che non ha eguali in natura, con la quale producono un tessuto raro e prezioso, morbido come la seta e più fresco del lino. la fibra del Fior di Loto. Una materia prima vegetale finissima e straordinaria, ricavata dalla pianta acquatica sacra a Buddha e lavorata esclusivamente a mano, con metodi antichi, dal popolo Intha.

    ...storia...


    Probabilmente i primi abitanti di queste terre furono i mon; mentre nel I secolo a.C., questa zona fu abitata dai Pyu, una popolazione dedita al commercio con la Cina e l’India. Il regno Pyu più potente era quello di Sri Ksetra, che scomparve nel 656. In seguito, questo regno si ristabilì, ma verso la metà del IX secolo furono sconfitti dal regno di Nanzhao. I Birmani, o Bamar, cominciarono a migrare verso la valle dell'Irrawaddy dal Tibet nel IX secolo. Nell'849, stabilirono un regno che aveva come capitale Pagan; durante il regno di Anawratha (1044-1077), l'influenza dei Birmani si estese anche ben oltre i confini della Birmania attuale, tanto che dal 1100 alcune parti dell'Indocina erano controllate dal loro regno, che viene definito comunemente come primo impero birmano.
    Verso la fine del 1200, i Mongoli sotto Kublai Khan invasero il regno, ma nel 1364 i Birmani riuscirono a ripristinare l’ordine, stabilendosi ad Ava: in tale periodo la cultura birmana era al massimo del suo splendore. Tuttavia, nel 1527, gli Shan saccheggiarono la città di Ava. Nel frattempo, i mon si erano ristabiliti a Pegu (Bago), che era diventato un florido centro commerciale e un centro religioso importante. I Birmani fuggiti da Ava fondarono il regno di Toungoo nel 1531, sotto Tabinshwehti che riunificò la Birmania e fondò il secondo impero birmano, entrando così in una nuova fase di prosperità, che durò però poco a causa di ribellioni e per la mancanza interna di risorse necessarie per controllare le nuove acquisizioni imperiali. Nel 1613 Anaukpetlun, che aveva espulso gli invasori portoghesi, fondò una nuova dinastia ad Ava, che però fu nuovamente distrutto nel 1752 dai mon, con l’aiuto dei francesi.. Alaungpaya stabilì allora una nuova dinastia, di Konbaung, creando il terzo impero birmano durante il 1700.
    La Dinastia Qing della Cina spaventata dalla crescita dell'influenza birmana, tentò di invaderla quattro volte dal 1766 al 1769 senza nessun esito. I monarchi successivi persero il controllo di Ayutthaya, ma conquistarono Arakan e Tenasserim. Nelle guerre Anglo-Birmane (1824-1826, 1851-1852 e 1885-1886), la Birmania fu sconfitta dai britannici e divenne così una provincia dell'India britannica, dalla quale si distaccò nel 1937.

    ...le Festività...


    Le maggiori feste buddiste cadono in diversi periodi dell’anno e di solito coinci-
    dono con i giorni di luna piena.
    Le feste dei templi possono durare anche più di una setti-
    mana e assomi-
    gliano ai luna park occidentali, con animatori, maghi, burattinai, musicisti, chiaroveggenti e guaritori, che portano un tono di colore e novità nella vita cittadina. Fra le più note ci sono la festa della Pagoda di Shwedagon (Yangon), che si tiene a marzo, e la festa della Pagoda Phaung- Eaw-Oo (lago Inle), che si tiene a ottobre.
    Le feste degli spiriti, conosciute come “Nat Pwes”, nonostante abbiano solo un tacito legame col buddismo, hanno altrettanta importanza e anche queste tendono a coincidere con la luna piena. Gli spiriti accompagnano nel bene e nel male l'uomo e la natura: esistono quindi nat benevoli e virtuosi e nat malefici. Ogni casa è sorvegliata dal suo nat, a cui si presentano offerte e danze.
    La maggior parte delle festività del Myanmar cadono a Marzo, durante la Quaresima buddista (Giugno-Settembre) e a Dicembre.
    A Marzo è un mese particolarmente ricco di feste delle pagode, i fedeli buddisti costruiscono anche, come atto di devozione, stupa di sabbia in onore di Buddha sulle rive dei fiumi in secca. In Aprile vi è il Thingyan Water Festival, celebrazione dell’Anno Nuovo; dura diversi giorni e coincide anche con la festa dell’acqua. E’ un periodo in cui bisogna fare buone azioni, per cui gli anziani si recano ai templi per pregare e lasciare offerte. In questo periodo i giovani rendono omaggio ai vecchi offrendo acqua e profumi; gli abitanti dei villaggi, con gesto purificatorio, lavano i capelli, cambiano abito e ripuliscono la casa. Per i giovani è come un "carnevale".
    A Maggio vi è la festa di Kason – rappresenta il giorno in cui si celebra il Buddha, che in questa data nacque, ricevette l’illuminazione e raggiunse il Nirvana. Cade durante il plenilunio del mese di Kason, nel calendario birmano, a inizio Maggio. Per tradizione si visitano le pagode per innaffiare le piante banyan, il Ficus Sacro, sotto le cui fronde si narra che il Buddha ricevette l’illuminazione.
    A Luglio, con la festa di Wazo inizia la Quaresima buddista, che coincide con i mesi delle piogge. In questo periodo non si celebrano matrimoni, non si ordinano novizi e monaci e non si tengono feste. Il giorno di luna piena del mese lunare di Wazo è tradizionalmente ricordato come il giorno nel quale il Buddha tenne il suo primo sermone. In Ottobre la festa delle Luci (Thadingyut), segna la fine della Quaresima e celebra il ritorno del Buddha dalla casa dei "Deva" (gli dei hindu inglobati nella cosmologia buddista, sia pure a livelli inferiori), dove ha predicato la sua filosofia. Per illuminare la via e dare il benvenuto al Buddha, le case e le vie vengono illuminate; la festa dura tre giorni ed è anche festeggiata con canti, danze e scambi di auguri. In questa occasione le persone si affollano nelle pagode per fare le offerte e i giovani rendono omaggio ai loro genitori e insegnanti.
    A Novembre vi è la festa di Tazaungdaing, nel giorno di luna piena si offrono ai monaci gli otto oggetti necessari alla loro vita quotidiana (tre tonache, una ciotola, un rasoio, un ago, una cintura e un filtro per l'acqua) oltre a denaro. Si tengono poi gare di tessitura fra le ragazze da marito: sono occasioni di grande eccitazione, alle quali nessuna vuole mancare. A Yangon la gara vede opporsi squadre di quartiere: la gara dura tutta la notte, sotto gli occhi di una gran folla; al termine, le stoffe completate sono offerte ai templi per ornare le statue del Buddha o ai monasteri, con processioni accompagnate da musiche e danze. In questo mese si danno i nomi ai bambini, si ordinano novizi e monaci, si celebrano matrimoni e si forano le orecchie. (www.viaggimyanmar.it/)

    “….Invece, è una sorpresa e una novità. Affascinante, anche perché non somiglia a nessun’altra. E poco o niente raccontata, illustrata, riprodotta, esposta. Mai dunque un’agnizione iconografica, come quando nei musei qua o là ormai si riconoscono subito i tratti squisiti di……Così ci si butta in un fai-da-te critico, improvvisato, da studenti, divertendoci moltissimo.……I grandi santuari si presentano come immense macchine mangiasoldi. Vastissime Las Vegas devozionali con centinaia di teche e bacheche e vetrinette e tabernacoli strapieni di simboli e simulacri di spiriti e fantasmi e fessure per introdurre ovunque banconote e monete, sempre lì in vista per incoraggiare il donatismo.……Sui fianchi robusti di queste cattedraline dall’impostazione maestosa, le formelle di terracotta malamente invetriate di verde bottiglia parrebbero decisamente romaniche, con le loro scenine di capanne e pastori e animali ed alberi così sommari e attoniti. Antelami rustici senza culatello né lambrusco…. …..Giù nei meandri monastici, con le lampadine. Le pitture murali non sono ad affresco: si ha l’impressione che basti un dito con saliva per farle svanire. Tutto acquarello, tutto a secco: ahi, ahi, attenti anche al fiato.….Le file di donne e ragazze selciatrici, al lavoro come in Cina per la costruzione manuale delle autostrade statali camminano avanti e indietro come indossatrici sotto il sole, ma portando grosse ceste di pietre pesanti sulla testa. Senza l’uso della carriola: non se ne vedono. E senza l’accorgimento di mettersi in riga come i muratori e i pompieri d’una volta: passandosi i mattoni o i secchi sur place col principio della catena umana. Mai neanche un rullo compressore. …..( I Buddha) Seduti nel gesto che tocca la terra, o anche sdraiati in posse vezzose, leziose, smorfiose, da colazione sull’erba senza formiche. Mai un martirio, mai un supplizio, mai una lamentela o un rinfaccio, mai un tratto spiacevole o un "guardate, per colpa vostra, in che stato", o "di questo passo, dove si andrà a finire, colonnello". (Alberto Arbasino dal reportage in Birmania del 1996 per conto di Repubblica)

     
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