COS'E' il DOPING?

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  1. gheagabry
     
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    Che cos'è il doping





    di Marco Bauli, Chiara Pacifico, Stefania Ramunno



    Spesso si sente parlare di doping, alla TV, sui giornali, ma non tutti sanno cosa sia veramente.
    lettorePer doping si intende l'assunzione di sostanze illecite da parte di atleti o di giovani che praticano sport a livello agonistico, per migliorare le proprie prestazioni fisiche. Non tutti però sono al corrente che esistono anche degli effetti collaterali che possono danneggiare la salute o addirittura mettere in pericolo la vita di un atleta: tutti i farmaci, infatti, producono effetti su più funzioni dell'organismo umano.

    olympicE' dal 1967 che si effettuano sistematici controlli antidoping sugli atleti. Per ora non esiste ancora in Italia una legge che punisca gli sportivi dopati; vengono solo condannati coloro che prescrivono o vendono le "sostanze proibite".sollevamento pesi

    In realtà, il problema del doping coinvolge l'insieme dei valori etici e morali dello sport. Gli atleti, infatti, con la vittoria possono premiare il loro sacrificio, i loro innumerevoli sforzi, i duri e faticosi allenamenti, e se fossero tutti puliti, la competizione sarebbe "vera". Questo purtroppo non avviene quasi più.

    L'assunzione di sostanze dopanti non è solo uno "sgarro" volontario alle regole da parte del singolo atleta, ma, il più delle volte, è l' "ambiente" stesso che costringe lo sportivo all'assunzione delle sostanze dopanti, spesso con minaccia di esclusione dalla squadra.

    Il doping, non riguarda soltanto i professionisti, ma anche i dilettanti, e il problema è altrettanto grave. Molta gente ormai frequenta palestre e centri sportivi ed accetta di assumere sostanze senza essere pienamente cosciente degli effetti negativi. La facilità con la qualesostanze.jpg (14692 bytes) si ricorre ai farmaci rende più superficiale il consumatore, che ritiene sempre meno importante informarsi sulla complessità degli effetti di un medicamento. Ecco perché, vorremmo che il nostro lavoro, vi aiutasse a comprendere quanto il doping sia pericoloso.

    Attorno ai prodotti pubblicizzati nelle palestre, ci sono interessi economici rilevanti e chi li vende mette a rischio la salute degli sportivi, a scopo di lucro. Ci sembra significativo un esempio a noi molto vicino: un nostro compagno di classe stava per essere coinvolto da un amico incosciente, all'assunzione di creatina, allo scopo di migliorare le proprie prestazioni fisiche. Questa sostanza era addirittura in vendita in una farmacia di Trezzano sul Naviglio, liberamente, senza nemmeno una ricetta medica.

    Purtroppo, quello del doping è un circolo vizioso, molto complesso, poiché troppe sono le persone coinvolte in un gioco pericoloso, dove gli interessi economici sono elevati, ed una volta entrati è davvero difficile uscirne.

    (http://lnx.didascienze.org)


    Che cos’è l’EPO e come funziona

    epo


    L’eritropoietina, spesso abbreviata in EPO, è un ormone che controlla la produzione di globuli rossi nel sangue. È una proteina composta da circa 200 aminoacidi. Viene prodotta nei reni (nei neonati e nei feti, nel fegato) ma agisce soprattutto sulle cellule “progenitrici” dei globuli rossi, che si trovano nel midollo osseo. È stato scoperto che la sua azione è regolata attraverso un gene che si trova nel cromosoma numero 7 dell’uomo.
    Senza l’eritropoietina non si avrebbe la produzione di globuli rossi, ma l’EPO opera anche in alcune altre funzioni biologiche, come i meccanismi del corpo per guarire le ferite.
    L’EPO e il doping
    Dal 1989 l’EPO è disponibile come farmaco, prodotta grazie a tecniche di ingegneria genetica. La molecola prodotta artificialmente si chiama eritropoietina ricombinante umana ed è indicata con la sigla rHuEPO. È un farmaco molto costoso, che viene assunto con iniezioni solitamente una volta ogni due o tre giorni, per poche settimane. Insieme all’EPO bisogna assumere anche del ferro.

    In medicina, l’EPO si usa per i pazienti che hanno un’insufficienza renale cronica e soffrono quindi di anemia (ovvero riduzioni dei globuli rossi). L’anemia è causata anche da altre gravi malattie e da alcune cure per il cancro, come la chemioterapia e la radioterapia. Il costo dei farmaci che contengono EPO, che sono di diversi tipi e vengono commercializzati in Italia principalmente col nome di Eprex o NeoRecormon, è di diverse centinaia di euro a confezione.
    Dato che i globuli rossi servono a trasportare l’ossigeno ai tessuti corporei, in alcuni sport in cui è richiesta una grande resistenza, come il ciclismo, la corsa su lunghe distanze o lo sci di fondo, l’EPO è utilizzata fin dagli anni Novanta come sostanza dopante. Il suo utilizzo ha cambiato il doping, perché ha sostituito la complicata, vecchia e pericolosa pratica dell’autotrasfusione. In pratica, prima della diffusione dell’EPO, alcuni sportivi si facevano prelevare grandi quantità di sangue a settimane dalle gare. Il sangue veniva poi trattato per separare i globuli rossi, veniva congelato e poi iniettato di nuovo nell’atleta a breve distanza o durante le competizioni.
    L’EPO e le sostanze simili – che fanno parte della lista delle sostanze proibite “in tutti i casi” dalla WADA, l’agenzia internazionale contro il doping – hanno alcune caratteristiche che ne rendono difficili i controlli: la sua emivita (il tempo in cui la quantità nel sangue si dimezza) è di circa 5 ore, e inizialmente era difficile distinguere l’EPO naturale da quella esogena (ovvero prodotta artificialmente).

    Ci si serviva allora soprattutto di misure indirette, come la densità dei globuli rossi nel sangue (ematocrito, espresso in percentuale) o i livelli di emoglobina. Ma si trattava di misure non univoche, dato che i livelli di emoglobina e di ematocrito variano da atleta ad atleta e sono causati anche da fattori genetici. Nel ciclismo, se un atleta veniva trovato con un ematocrito superiore al 50 per cento veniva sospeso: Marco Pantani, nel 1999, venne squalificato dal Giro d’Italia per un valore di ematocrito del 52 per cento. Nel 2000 i controlli sono molto migliorati grazie a un test creato da un laboratorio francese, che si è dimostrato in grado di rilevare l’EPO esogena nelle urine anche a qualche giorno di distanza.
    Da allora ci sono stati molti casi di doping che hanno fatto molto notizia, soprattutto nel mondo del ciclismo: uno dei casi più celebri fu quello dell’austriaco Bernard Kohl, che arrivò a sorpresa terzo nel Tour de France del 2008, ma venne poi squalificato perché trovato positivo all’EPO. Alcuni atleti, soprattutto dopo essere stati trovati positivi ai controlli, hanno parlato di un uso molto frequente dell’EPO nel mondo del ciclismo o hanno ammesso di averlo usato per gran parte della propria carriera, come fece nel 2010 lo statunitense Floyd Landis, vincitore di un Tour (vittoria poi revocata) nel 2006.

    Come è noto, il doping si evolve, e anche piuttosto velocemente: dal 2007 è utilizzato come farmaco il CERA (Continuous Erythropoietin Receptor Activator), detto “EPO di terza generazione”, una molecola grande circa il doppio dell’eritropoietina e con effetti molto più prolungati. Il suo utilizzo come sostanza dopante è stato quasi immediato ed ha portato a diverse squalifiche recenti, come quelle dei ciclisti italiani Davide Rebellin (medaglia d’argento nel ciclismo su strada a Pechino 2008), Danilo Di Luca (secondo al Giro d’Italia 2009) e Riccardo Riccò (vincitore di due tappe al Tour del 2008).
    L’utilizzo di queste sostanze, oltre a essere vietato, è anche molto rischioso, dato che l’aumento della densità di globuli rossi nel sangue ne aumenta la viscosità: il sangue si coagula più rapidamente, fatto che aumenta le possibilità di infarto e embolie polmonari. L’assunzione di EPO esogena, di per sé, potrebbe causare altri problemi dovuti a reazioni immunitarie, ma lo studio dei suoi effetti non è ancora arrivato a conclusioni certe.



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    Dieci clamorosi casi di doping

    Il 6 febbraio il TAS, il Tribunale Arbitrale dello Sport, ha squalificato per due anni il ciclista spagnolo Alberto Contador, che era risultato positivo agli esami antidoping nel luglio del 2010. Nelle sue urine era stata trovata una minuscola quantità di clenbuterolo, un farmaco stimolante e anabolizzante. Contador ha sempre negato le accuse e ha spiegato la presenza di clenbuterolo con l’assunzione di carne contaminata. Il caso di Contador non è isolato, né nel ciclismo né nello sport in genere: da Diego Armando Maradona a Marion Jones, da Ben Johnson a Barry Bonds, Michelle Smith, Adrian Mutu, Barry Bonds, Marion Jones, Marco Pantani, Petr Kordafino al caso dell’atleta della Germania Est Heidi Krieger, che assunse così tante sostante dopanti da doversi sottoporre a un intervento chirurgico per cambiare sesso e diventare uomo. Oggi si chiama Andreas.


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    L’Unione Ciclistica Internazionale (UCI) definisce il doping come “l’assunzione o la somministrazione di sostanze biologicamente o farmacologicamente attive, non giustificate da condizioni patologiche, allo scopo di alterare le prestazioni degli atleti”. Negli ultimi vent’anni il ciclismo italiano e internazionale è stato toccato da molti scandali sul doping. La maggior parte di questi hanno riguardato l’Epo, cioè l’eritropoietina, una sostanza che regola la produzione di globuli rossi nel corpo, e il cosiddetto doping ematico, cioè le trasfusioni e le autoemotrasfusioni di sangue. L’eritropoietina e le trasfusioni di sangue accrescono il flusso di ossigeno ai muscoli, migliorando le prestazioni degli atleti.
    Il primo elenco delle sostanze dopanti è stato scritto dal Comitato Olimpico Internazionale nel 1968 e conteneva una serie di stimolanti e stupefacenti. Negli anni Settanta all’elenco sono stati aggiunti gli steroidi di sintesi e negli anni Ottanta le sostanze contenenti testosterone. Nel 2004 è stata istituita la WADA (World Anti-Doping Agency) che aggiorna l’elenco delle sostanze dopanti.

    Il primo controllo anti doping venne fatto al Tour de France del 1966 al ciclista francese Raymond Poulidor. Un anno dopo, durante il Tour del 1967, il ciclista inglese Tom Simpson fu il primo corridore a morire a causa dell’uso di sostanze dopanti. Nel 1998 c’è stato il primo scandalo che ha riguardato un’intera squadra del Tour de France: la Festina. Willy Voet, medico della squadra, fu arrestato l’8 luglio per il possesso di droghe illegali, tra cui stupefacenti, Epo, ormoni della crescita, testosterone e anfetamine, distribuite a tutti i corridori. Negli ultimi dieci anni per due volte, nel 2006 e nel 2010, il titolo di vincitore del Tour è stato revocato e riassegnato al secondo classificato

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    ILPOST.IT

    Edited by gheagabry - 24/4/2014, 17:15
     
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  2. MiloSimo
     
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    con delle analisi serie forse troverebbero 10 sportivi in tutto il mondo che non usano questo tipo di sostanze

    che schifo
     
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    atleti li consumano,ma sono i medici che li prescrivono e distrugono!il doping inizia dalle squadre mediche e di la si deve colpire secondo me.
     
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2 replies since 9/8/2012, 18:09   503 views
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