MOSTRE CINEMA e COSTUME

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    MARILYN a FIRENZE



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    Firenze, si sà, è la città d’arte per eccellenza: e quest’anno all’interno del Museo Ferragamo ci sarà un evento da non perdere che celebra la Donna delle Donne, Marilyn Monroe, in una mostra interamente a lei dedicata. Dal 20 giugno 2012 fino al 28 gennaio 2013, si potranno ammirare i mitici “tacco 11″, a spillo della diva americana, creati dalla maison fiorentina, che sapevano esaltare la prorompente femminilità della regina delle Pin Up. La mostra non presenta solamente i 14 modelli di calzature realmemnte appartenuti e indossati dalla Monroe, ma propone un viaggio nello stile della star, attraverso gli abiti e una collezione di immagini inedite tutte da vedere. Per Salvatore Ferragamo “…le scarpe furono realizzate per esaltare la sua innata e prorompente sensualità, che lo stesso, amava paragonare a quella di Venere, la dea greca della bellezza”.



    La star morta il 5 agosto del 1962 viene ricordata attraverso gli abiti indossati in scena e nella vita privata e le meravigliose calzature di Ferragamo, tra cui le sue preferite, le décolleté tacco undici.
    Molti modelli appartenuti a Marilyn sono stati riacquistati dalla maison Salvatore Ferragamo a un’asta di Christie’s del 1999 e in alcuni casi riprodotti, come avvenuto con la collezione Ferragamo’s Creations lanciata nel 2006, costituita dalla riproduzione di alcuni degli esemplari più belli creati da Ferragamo per le star. Il “calzolaio delle stelle” aveva infatti le misure precise dei piedi delle più celebri attrici, da Sophia Loren ad Anna Magnani, da Marilyn a Audrey e Katharine Hepburn passando per Ingrid Bergman e Marlene Dietrich e tantissime altre.
    La mostra Marilyn è curata dalla direttrice del Museo Ferragamo, Stefania Ricci, e da Sergio Risaliti e si avvale del patrocinio della Regione Toscana e del Comune di Firenze. Molti altri importanti musei hanno prestato le loro opere al Museo Ferragamo per questa esposizione. L’Andy Warhol Museum di Pittsburg, per esempio, ha fatto arrivare a Firenze il celeberrimo quadro Quattro Marilyn.

    Nell’ultima stanza della mostra, Marilyn viene ricordata con la poesia che le dedicò Pier Paolo Pasolini, accompagnata da immagini del suo film La rabbia del 1963 e che potete sentire nel video qui sotto, recitata dall’attrice Laura Betti.





    INFO

    Museo Salvatore Ferragamo
    Ingresso: Palazzo Spini Feroni
    Piazza Santa Trinita 5/R, 50123 Firenze.
    Tel. 055 3562846 (Museo)
    Tel. 055 3562456 (Direzione Museo)
    Orario: aperto dal mercoledì al lunedì, 10-18.
    Ingresso a pagamento: 5 euro.
    Non pagano le persone sotto i 10 anni e sopra i 65.
    L'introito dei biglietti di ingresso è destinato a finanziare ogni anno borse di studio per giovani stilisti della calzatura.
    e-mail [email protected]
     
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    Ombre e luci 1920.1960 Volti del Cinema nei ritratti di Manlio Villoresi


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    Manlio Villoresi , Ritratto dell'attrice Anna Magnani, 1940, inv. XB 10598


    Al Museo di Roma dal 27 giugno al 28 ottobre 90 ritratti di grandi attori del teatro e del cinema italiano: Eleonora Duse, Annibale Ninchi, Franca Faldini, Vittorio Gassman,Anna Magnani, Marcello Mastroianni, Isa Pola, Anna Maria Ferrero, Domenico Modugno e molti altri.

    Il cinema italiano dal periodo dei telefoni bianchi alla dolce vita rivive nelle fotografie dei suoi principali protagonisti.

    La mostra Ombre e Luci (1920 – 1960). Volti del cinema nei ritratti di Manlio Villoresi espone circa novanta immagini - a mezzo busto, a figura intera, in abiti di scena o vestiti dell’epoca - di attori italiani dal 1925 al 1960. Tutte le opere provengono dal fondo di oltre 1500 negativi su lastra in vetro alla gelatina bromuro d’argento del fotografo Manlio Villoresi (Città di Castello 1891 – Roma 1976), conservato dal 1978 presso l’Archivio Fotografico del Museo di Roma.

    Dopo aver appreso la professione a Città di Castello nello studio fotografico del padre Aristide, Manlio Villoresi si trasferisce a Roma aprendo lo studio in via Veneto 96. Presto diventa uno dei fotografi preferiti dal mondo artistico e dalla buona società romana e nel suo studio accoglie personalità della cultura, dello sport, della vita politica oltre a musicisti, cantanti lirici e, soprattutto, attori cinematografici.

    L’esposizione raccoglie principalmente ritratti di attori e cantanti che rappresentano la parte più significativa del fondo. Se alcuni dei ritratti eseguiti da Villoresi alla fine degli anni Venti risentono del gusto flou dell’epoca e accorgimenti come l’uso mirato delle luci o l’effetto di vento fra i capelli rendono le immagini più costruite, la successiva produzione del fotografo è meno pittorica: spesso si tratta di primi piani dove la persona raffigurata è rappresentata in maniera diretta con attenzione ai risvolti psicologici e ai riflessi naturalistici.


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    Anna Maria Ferrero, 1950-1955

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    Marcello Mastroianni, 1950 circa


    Attraverso vintage, stampe recenti e negativi su lastra in vetro vediamo, per il grande teatro di prosa e lirico, le immagini della Duse, di Emma Gramatica, Ruggero Ruggeri, Antonio Gandusio e Mario Del Monaco. Il cinema italiano del periodo fascista mostra Annibale Ninchi, protagonista del film Scipione l’Africano, accanto a interpreti del filone di evasione detto dei “telefoni bianchi” quali Elsa Merlini e Nino Besozzi, oltre alla grande diva del momento, Doris Duranti. I ritratti di Anna Magnani, Raf Vallone e Massimo Girotti ci riportano agli anni del Neorealismo, il desiderio di rinascita e di evasione proprio di alcuni film dei primi anni Cinquanta è ricordato da Ave Ninchi o Isa Barzizza e Franca Faldini, attrici di Totò, la seconda anche sua compagna nella vita. I giovani Gassman e Mastroianni ci introducono verso la commedia all’italiana e gli anni della “dolce vita”. Non mancano poi ritratti di dive di tutti i tempi come Isa Pola, Maria Mercader e Anna Maria Ferrero. Alle soglie del boom economico degli anni Sessanta riviviamo il diffondersi della canzone italiana con Domenico Modugno, e della televisione con Paolo Carlini e Alberto Lupo, interpreti di indimenticabili sceneggiati.

    Accanto ai ritratti sarà esposta una selezione di costumi cinematografici provenienti dalla Fondazione Annamode.

    Curatore/i
    Anita Margiotta e Alessandra Grella
    Catalogo
    Campisano Editore



    INFO

    Orario

    Martedì-Domenica ore 10.00-20.00 (ultimo ingresso 1 ora prima)
    Chiuso il lunedì

    Ingresso a pagamento.

    Biglietto
    Biglietto d'ingresso
    Integrato Museo + Mostra:
    Intero € 11,00; Ridotto € 9,00
    Per i cittadini residenti nel territorio di Roma Capitale (mediante esibizione di valido documento che attesti la residenza) Intero € 10,00; Ridotto € 8,00

    Biglietto cumulativo Braschi + Barracco:
    € 13,50 intero - € 11,50 ridotto per i non residenti
    € 12,50 intero - € 10,50 ridotto per i residenti nel territorio di Roma Capitale

    Gratuità e riduzioni

    Informazioni
    060608 tutti i giorni dalle 9.00 alle 21.00

    Gruppi (max 30 partecipanti): è disponibile un servizio di visite guidate, a scelta tra percorso museo e/o percorso mostra

    È disponibile un servizio di prenotazione per gruppi, (max 30 partecipanti): costo addizionale per la prenotazione € 25,00

    Scuole (max 30 partecipanti): è disponibile un servizio di visite guidate; è richiesta la prenotazione del turno di ingresso. Prenotazione 060608 (tutti i giorni 9.00 – 21.00)

    La prenotazione per singoli visitatori è possibile solo con il pre-acquisto online del biglietto di ingresso.

    Acquisto online
    www.omniticket.it
    Con la prenotazione è possibile evitare la fila presentandosi direttamente alla cassa.

    Organizzazione
    Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico - Sovraintendenza ai Beni Culturali di Roma Capitale

    Organizzazione e servizi museali Zètema Progetto Cultura

    Con la collaborazione di
    Banche tesoriere di Roma Capitale: BNL Gruppo BNP Paribas, Unicredit, Banca Monte dei Paschi di Siena; Lottomatica; Vodafone

    Con il contributo tecnico di
    La Repubblica, Atac


    Fonte:museodiroma.it,web
     
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  3. ZIALAILA
     
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    Stanley Kubrick fotografo: gli sguardi interrotti





    La mostra a Napoli .Dal 13 luglio al 9 settembre 2012 sono in mostra a Napoli al Pan (Palazzo delle Arti) i lavori fotografici del regista. La mostra è patrocinata dal Comune di Napoli e prodotta da Gamm Giunti con la collaborazione del Museum of the City di New York e per la prima volta in Italia con i Musées Royaux Des Beaux-Arts de Belgique. Sono scatti in bianco e nero. Sono gli scatti di un regista messosi a fare il fotografo. E raccontano di un’ossessione. Anzi, di una possessione dannata: l’immagine, l’immagine e l’immagine. La cura dei dettagli di un’immagine è tutto, anche nei suoi film. Le fotografie della mostra sanno di cinema. Perché raccontano di azioni prese al volo. Di scene interrotte. Di storie da narrare. Di vite sospese.
    kubrick-fotografo-1-3600418_650x0Sorprendenti ed intriganti i lavori fotografici
    di un giovanissimo Stanley Kubrick (1945-1950 )



    Visite dal lunedì al sabato 9,30-19,30. Domenica 9,30-14,30. Martedì chiuso.
    Infoline 081 7958601.



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    Kubrick fotografo: gli inizi
    Stanley Kubrick è stato prima fotografo. E solo dopo regista. A tredici anni riceve in dono dal padre una macchina fotografica. La prima. Ed è il primo oggetto con cui si mette a catturar immagini. E non passa inosservato. A diciassette anni, infatti, viene assunto dalla rivista “Look” come apprendista fotografo. Poi fu montatore, scenografo, direttore della fotografia, sceneggiatore, produttore cinematografico, e naturalmente – soprattutto – regista.

    Nato a New York nel 1928 e morto il 7 marzo del 1999, Kubrick ha “firmato” la storia del cinema con film come 2001: Odissea nello spazio, Orizzonti di gloria, Arancia meccanica, Full Metal Jacket. Fino all’ultimo Eyes Wide Shut, uscito postumo.

     
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  4. gheagabry
     
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    A PARIGI “OLIVE E BULLONI” DI ANDO GILARDI

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    fino al 24 agosto

    Organizzata da l’Istituto Italiano di Cultura di Parigi in collaborazione con la Fototeca Storica Nazionale Ando Gilardi, la mediazione e il contributo del curatore Fabrizio Urettini, «Olives & Boulons. Ando Gilardi. Le travail des paysans et des ouvriers dans l’Italie de l’après-guerre (1950 - 1962) » rende omaggio al grande fotografo e storico della fotografia Ando Gilardi, scomparso lo scorso marzo.
    La mostra si compone di una serie di fotografie storiche realizzate da Ando Gilardi a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso corredate da pubblicazioni e documenti d’epoca fra cui alcuni numeri del periodico “Lavoro”, la rivista della Cgil fondata nel 1948 da Giuseppe Di Vittorio e diretta da Gianni Toti dal 1952 al 1958, di cui Gilardi è stato redattore.

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    Nel percorso espositivo anche il film-intervista «Piedi scalzi mani nere. Braccianti e operai degli anni ’50 nei reportage di Ando Gilardi» a cura di Giuliano Grasso, inoltre, in occasione del vernissage, l’Istituto Italiano di Cultura ha ospitato un incontro con Antonella Russo, storica della fotografia che, con il Curatore della mostra, hanno dibattuto sul tema della fotografia di reportage in Italia e sulla Fototeca Storica Nazionale Ando Gilardi.
    L'Istituto Italiano di Cultura di Parigi rende così omaggio a uno dei grandi maestri della fotografia italiana, il «fotografo scalzo», scomparso nel marzo scorso Gilardi, storico eretico di tutte le fotografie mai ritenute degne di storia, fondatore di riviste memorabili e irriverenti, è stato il pioniere degli studi italiani sulla fotografia e fondatore della Fototeca Storica Nazionale. A lui dobbiamo magnifici album etnografici del sud d’Italia: accompagnando Ernesto de Martino nella spedizione in Lucania del 1957, che sarebbe stata all’origine di “Sud e Magia”, fotografò un mondo «antico, completo, poetico e benedetto da un’antica miseria», un Sud poverissimo ma anche «civilissimo e meraviglioso».

    Carmela Paternoster, Direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura parifino, rileva "Gilardi svolse anche un lungo reportage, nell’Italia del dopoguerra, per il settimanale “Lavoro” della CGIL, confluito nella mostra che l’Istituto Italiano di Cultura di Parigi ha voluto presentare al pubblico parigino: uno sguardo insolito sull’Italia della ricostruzione e dell’inizio del boom. La fotografia di Gilardi, infatti, lontana dall’immagine costruita ed estetizzante del fotogiornalismo d’oltreoceano, si esprime con i modi originali di una esuberante e personale interpretazione dell’iconografia del lavoro. Testimonianza visiva, ma soprattutto umana, di un’Italia profondamente diversa da quella di oggi".




    INFO

    Istituto Italiano di Cultura de Paris
    73, rue de Grenelle
    75007 Paris
    Aperto dal lunedì al venerdì
    10-13 e 15-18
    entrata gratuita
    Ufficio stampa:
    Istituto Italiano di Cultura de Paris
    Irene Marta (+33) 01 44 39 49 26
    [email protected]
    Théa Romanello (+33) 01 44 39 49 38
    [email protected]
     
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    Al Met di New York l'eredità di Warhol

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    Ai Weiwei, Neolithic Vase with Coca Cola

    Andy Warhol copiato, imitato, invidiato, contrastato. Da oltre mezzo secolo il re della Pop Art regna come sovrano incontrastato dell'arte contemporanea e la sua influenza è indubbia sugli artisti che sono stati suoi contemporanei o che sono venuti dopo di lui. Per la prima volta il Metropolitan Museum of Art di New York ha deciso di inaugurare una mostra proprio sull'influenza che Warhol ha esercito sull'arte contemporanea proponendo le opere di una sessantina di artisti che in un modo o nell'altro hanno avuto in una delle figure più poliedriche del 20/o secolo la loro musa ispiratrice. 'Regarding Warhol, Sixty Artists, Fifty Years' (A proposito di Warhol, 60 artisti, 50 anni) offre una carrellata di 150 opere tra cui una cinquantina firmate dallo stesso Warhol attraverso le quali si vuole stabilire se davvero il papà della PopArt ha lasciato il segno nella generazione a lui successiva, in che modo questa impronta è visibile e infine quale è stata la reazione di alcuni artisti che poi si sono distaccati da lui.

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    Andy Warhol, Big Campbell's Soup Can


    "Questa mostra - ha detto all'ANSA Ian Alteveer, assistente curatore per la sezione contemporanea, è la prova che c'é stato davvero un effetto Warhol. Attraverso cinque sezioni tematiche si sovrappongono le opere dell'artista con quelle di altri artisti che lo hanno reinterpretato o reagito al suo lavoro".
    Il viaggio attraverso le cinque tematiche inizia con il modo tutto personale e originale che Warhol aveva di trattare la quotidianità e gli oggetti di uso comune, oggetti che poi reinventati diventavano vere e proprie opere d'arte. Warhol era 'malato' di 'packaging', di imballaggio/confezionamento dei beni di consumo, nonché di 'portraiture', ossia la realizzazione di ritratti di personaggi importanti e celebrità. Un aspetto esplorato nella seconda tematica della mostra e un esempio sopra tutti è il famoso ritratto di Marilyn Monroe, probabilmente una delle immagini più replicate nella storia dell'arte contemporanea. Nella terza sezione di affrontano i temi della sessualità e di genere durante il periodo del dopoguerra mentre le ultime due tematiche parlano di fotografia, cinema, editoria e pubblicità e del modo in cui Warhol le riutilizzava riproponendole in contesti artistici. "Sicuramente - continua Alteveer - è Jeff Koons l'artista contemporaneo che ha maggiormente subito l'effetto Warhol. E' evidente soprattutto nel modo in cui riutilizza gli oggetti di uso quotidiano". La mostra resterà aperta fino al 31 dicembre 2012.
    (Gina Di Meo)

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    Andy Warhol Self-Portrait





    ansa.it
     
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    La mostra di Edward Weston a Modena


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    Una retrospettiva“, curata da Filippo Maggi e dalla Fondazione Fotografia di Modena che da anni si occupa di collezioni di fotografia, di mostre e promozione di eventi culturali legati all’immagine. La mostra riporta in Italia le opere di uno dei grandi fotografi del Novecento, Edward Weston, con 110 stampe originali: le stampe sono quelle conservate dal Center for Creative Photography di Tucson e provenienti dalla collezione privata di Margaret Weston.
    Weston naque nel 1886 ed ebbe una vita ricca di esperienze e incontri che influenzarono il suo modo di fotografare le cose. Cominciò con uno stile cosiddetto pittorialista, una modalità di fotografare molto in voga all’inizio del secolo che auspicava per il mezzo fotografico un ruolo simile a quello della pittura: le fotografie erano spesso sfumate, interpretate, impressioniste. L’arrivo delle avanguardie in pittura, le scoperte tecniche e scientifiche, l’irruenza della grande storia e, a livello biografico, gli incontri con fotografi come Tina Modotti, fotografa e attivista politica italiana che sarà poi sua compagna in Messico, e Ansel Adams, con il quale negli Stati Uniti fonderà il gruppo di fotografia f/64, cambiarono il suo modo di vedere le cose.

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    In mostra, un ricco percorso tra le opere più importanti del fotografo californiano: oltre 110 stampe fotografiche originali, provenienti dal Center for Creative Photography di Tucsone dalla collezione privata di Margaret Weston. Saranno proposti tutti i temi indagati dal celebre fotografo americano, dai nudi ai paesaggi, attraverso una galleria di ritratti e di “oggetti” - dai famosi peperoni ai giocattoli indigeni - trasformati da Weston in icone surrealiste e postmoderne.
    Spesso direttamente paragonata alla pittura e alla scultura, la fotografia di Weston è l’espressione di una ricerca ostinata di purezza, nelle forme compositive così come nella perfezione quasi maniacale dell'immagine. L’autore indaga gli oggetti nella loro quintessenza, eleggendoli a metafore visive degli elementi stessi della natura.

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    INFO

    14 settembre - 9 dicembre 2012

    Ex Ospedale Sant’Agostino
    Largo Porta Sant'Agostino, 228
    41121 Modena, Italia

    a cura di Filippo Maggia
    sponsor UniCredit

    Orari di apertura
    martedì-venerdì 11-13 / 15.30-19
    sabato, domenica e festivi 11-20

    Biglietto d'ingresso
    _€ 7,00 intero
    _€ 5,00 ridotto: under 25 /over 65 /gruppi (min. 12 persone)
    _gratuito: under 12 /stampa accreditata /disabili con accompagnatore /scuole (su prenotazione)

    Ingresso gratuito tutti i martedì


    ilpost.it
     
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    Il Canton Ticino festeggia Hermann Hesse

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    un acquarello di Hermann Hesse che ritrae casa Camuzzi, oggi sede del museo dedicato all'artista tedesco ( Fondazione H)

    Hermann Hesse, di cui quest’anno si celebra il 50esimo anniversario della morte, amava il Canton Ticino. Vi arrivò nel 1919 a 42 anni con alcuni romanzi e molte poesie alle spalle e non lo lasciò mai più. Scelse Sorengo e poi Montagnola, a pochi chilometri da Lugano, splendida località immersa tra i castagni e una natura che subito stimolò la sua sopita creatività. Scrisse e pubblicò tanti romanzi, i suoi più famosi (L’ultima estate di Klingsor, Siddharta, Il lupo della steppa), e si dedicò con inaspettato successo alla pittura.
    Dipinse acquarelli e illustrazioni che gli regalarono linfa creativa e, in quel primo periodo svizzero, anche l’unico sostentamento economico. Un giorno scoprii una gioia tutta nuova, scrisse il romanziere, incominciai già quarantenne, tutt’a un tratto, a dipingere. Non che mi ritenessi un pittore, o che lo volessi diventare. Ma dipingere è meraviglioso, rende più lieti e più pazienti. Questo scriveva Hermann Hesse della sua passione per la pittura, un aspetto meno conosciuto rispetto al suo lavoro letterario

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    Per scoprire e approfondire la vena pittorica di Hermann Hesse il Museo cantonale d’arte di Lugano (www.ticino.ch) ha organizzato un’affascinante retrospettiva dei suoi migliori acquarelli (Sorvolare i confini), molti dei quali esposti per la prima volta, e che si potranno ammirare fino al 21 ottobre. Sono dipinti che riflettono un interesse nuovo dell’artista per la vivacità e la forza dei colori, per i temi bucolici e una maggior luminosità nel tratto pittorico. Complessivamente dipinse a Montagnola tremila acquarelli, molti dei quali illustrano la natura ticinese – le montagne, il lago, i boschi – e la vita quotidiana della gente del posto, che ritrasse nelle cantine, per strada e al lavoro. A Montagnola Hermann Hesse viveva a Casa Camuzzi, nel cuore della cittadina, dove dal 1997 è nato un ricco museo (www.hessemontagnola.ch) con oggetti, testimonianze e ricordi del grande poeta e scrittore tedesco: libri, pennelli, vestiti, taccuini, gli occhiali tondi, l’inseparabile giacca bianca e la tavolozza che usava quando dipingeva all’aperto.

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    i colori e i pennelli usati da Hermann Hesse esposti al museo di Montagnola

    Nel 1931 si trasferì con la terza moglie nell’adiacente Casa Rossa, uno stravagante palazzo del 1850 con elementi barocchi ispirati all’architettura russa. Qui scrisse altre opere di grande successo – Narciso e Boccadoro, Il gioco delle perle di vetro – e da qui partì per la Svezia per ricevere, nel 1946, il premio Nobel per la letteratura. Non lasciò mai la cittadina ticinese e ricevette spesso le visite di amici pittori e filosofi, poeti e scrittori che amavano risiedere nel borgo, nella sua vecchia abitazione, o poco fuori, sul monte Verità sopra il lago, un centro studi (ma anche hotel e museo), nato all’inizio del Novecento da una comunità di artisti.


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    Hermann Hesse si spense nel 1962 e oggi riposa nel cimitero di Sant’Abbondio, complesso chiesastico del XVII secolo, poco fuori dall’abitato, che oggi è una delle 11 tappe del percorso che il comune di Montagnola ha creato per scoprire i luoghi cari allo scrittore. E’ un itinerario da fare a piedi con un’audioguida, con cui ascoltare la voce di Hesse e i suoi testi letti da attori professionisti, oppure seguendo i cartelli esplicativi. Si parte dalla casa-museo, dove il 27 e il 28 settembre è organizzato il Festival Hermann Hesse con concerti e letture, e si percorrono i luoghi cari allo scrittore: sul lungolago, in montagna, nel grotto che frequentava, nel bosco dove passeggiava, nelle case e nel cimitero dove è sepolto. Due sono le versioni delle passeggiata a lui dedicata: una a Montagnola di mezz’ora e una più lunga di due ore, approfondita, immersa nella natura della Collina d’Oro ticinese.
    (Ida Bini, ansa)

     
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  8. gheagabry
     
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    Festival della letteratura di viaggio: la quinta edizione


    Letteratura, geografia, cinema, musica, fotografia e giornalismo: dal 27 al 30 settembre, ritorna a Roma l'appuntamento con la narrazione del viaggio

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    La più grande scuola femminile dell'Afghanistan: 13.000 ragazze e bambine studiano nelle aule fatiscenti che non bastano mai, negli scantinati pieni di scorpioni. Fotografia di Monika Bulaj.


    Un festival che compie cinque anni. Promosso dalla Società Geografica Italiana e da Federculture, torna, dal 27 al 30 settembre a Roma, il Festival della letteratura di viaggio. Quattro giorni per raccontare il viaggio attraverso diverse forme espressive: dalla letteratura al giornalismo, dalla fotografia al cinema, dalla musica alla geografia.

    Gli incontri si terranno nei Giardini e nel Palazzetto Mattei di Villa Celimontana (via della Navicella 12) e all'interno dello Spazio Fontana e della Sala Forum di Palazzo delle Esposizioni (via Milano 13).
    Anche quest'anno interverranno importanti autori, viaggiatori e narratori: fra i tanti, Reinhold Messner, Paolo Rumiz, Carlo Lucarelli, Gabriele Romagnoli, Melania Gaia Mazzucco e Bernardo Valli.

    La manifestazione, come nelle edizioni passate, dà grande spazio alle mostre fotografiche: giovedì 27 settembre, alle 18, nello Spazio Fontana di Palazzo delle Esposizioni, sarà inaugurata "Obiettivo Afghanistan, la terra oltre la guerra", visitabile fino al 28 ottobre. La mostra racconta le mille sfaccettature storiche e culturali della popolazione afgana attraverso gli scatti di Monika Bulaj, Reza, Riccardo Venturi e Zalmai, fotografi di fama internazionale.

    Il 28 settembre alle 18 al Palazzetto Mattei, si aprirà invece la mostra fotografica e multimediale "Breathing Himalaya", realizzata in collaborazione con il Comitato EVK2- CNR e Interactivecom; fra gli ospiti, Guglielmo Pepe, editorialista di National Geographic Italia e La Repubblica e Simone Bozzato, geografo e segretario generale della Società Geografica Italiana. Sempre al Palazzetto Mattei, il 29 settembre, alle 11, sarà inaugurata la mostra "Crossing Giordania", realizzata in collaborazione con il Jordan Tourism Board in occasione del bicentenario della scoperta del sito di Petra - datata 22 agosto 1812 - da parte dello svizzero Johann Ludwig Burckhardt.

    Tra le novità della quinta edizione, il premio intitolato a Ryszard Kapuscinski per il miglior reportage - che verrà consegnato giovedì 27 settembre alle 19.30 nella Sala Forum di Palazzo delle Esposizioni - e l'omaggio al grande esploratore italiano Walter Bonatti, il 30 settembre, alle 17.30 nei Giardini di Villa Celimontana.

    Torna anche quest'anno il consueto appuntamento con il laboratorio di scrittura e fotografia di viaggio: il 28 settembre, dalle 18 alle 20, al Palazzetto Mattei, "Elementi di scrittura e fotografia in viaggio", a cura del giornalista e fotografo Antonio Politano; si prosegue il 30 settembre, dalle 10 alle 13, con la lettura dei testi e la visione delle immagini dei partecipanti: fra gli ospiti, Marina Conti, caporedattore di National Geographic e Elena Boille, photoeditor di Internazionale.

    Da non perdere il 30 settembre, ultimo giorno del Festival, "In web we travel", alle 12.30 nei Giardini di Villa Celimontana; nel corso dell'incontro, gli ospiti - fra cui Stefania Martorelli, vicecapo servizio di National Geographic e Patrizio Roversi, ideatore di Turisti per caso, racconteranno il viaggio ai tempi di internet.

    Chiuderà la manifestazione il film documentario Francesco De Gregori - Finestre rotte di Stefano Pistolini, presentato alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, che sarà proiettato alle 20.30 nei Giardini di Villa Celimontana.




    national geographic
     
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    UNA MOSTRA....... A ROMA

    Tra realtà e finzione.



    Esposizione di una serie di fotografie selezionate in collaborazione con la Scuola Nazionale di Cinema-Cineteca Nazionale dal suo archivio, che documentano la presenza di Roma nel cinema, dal vero o abilmente ricostruita dagli scenografi. La mostra ripercorre l'intera storia del cinema a Roma, dai tempi del muto ad oggi, attraverso le fotografie dei più importanti fotografi di scena italiani, che hanno documentato con i loro scatti la trasformazione della città o l'inventiva delle ricostruzioni, che ne sono state fatte per i grandi film in costume sul mondo antico.

    A 12 anni di distanza riapproda nuovamente nella capitale per essere ospitata dal 15 settembre al 31 ottobre dalla Casa del Cinema di Villa Borghese in una versione che prevede un galleria di 50 immagini selezionate tra le più suggestive delle complessive 135.
    Il rapporto tra Roma e il cinema è un rapporto complesso che si perde nella storia. Molti sono i registi che hanno proposto e a volte ricostruito la città, scoprendo ogni volta uno dei suoi mille volti. L’esposizione testimonia questo caleidoscopio di visioni ma soprattutto racconta il meraviglioso lavoro del fotografo di scena, figura spesso relegata alla zona ombra della produzione cinematografica.
    Queste immagini, più di ogni parola o saggio critico, rendono finalmente giustizia al lavoro del fotografo di scena, mostrando ad un osservatore attento quanto la foto si discosti dalla ripresa e si conquisti una sua autonomia, lontano dall’essere una banale riproduzione di quello che il direttore della fotografia ha illuminato, il regista deciso, gli attori interpretato.
    Alcune foto sono vere e proprie opere artistiche, poiché il fotografo ha impresso nello scatto una sua particolare cura nel riprodurre l’atmosfera di quel film, lo spirito di una inquadratura, l’anima segreta di uno scorcio. Attraverso la visione di Francesco Alessi, G. B. Poletto, Pierluigi Praturlon, Divo Cavicchioli, Osvaldo Civirani, solo per citarne alcuni, è ancora oggi possibile fermarsi ad osservare squarci suggestivi della Roma del cinema, avendo così occasione di riflettere sull’enorme lavoro che si nasconde dietro la macchina da presa.
    Roma tra realtà e finzione, la città reale e la città ricostruita, la città filtrata attraverso gli sguardi, le luci, le ombre, le atmosfere, il cinema e la fotografia, l’impianto urbano ed il suo condizionare le scelte delle riprese, gli sfondi architettonici e i primi piani degli attori sono le molteplici chiavi di lettura per una selezione di fotografie in cui ognuno con la propria sensibilità è invitato a trovare la più consona interpretazione.
    La mostra consiste di circa 200 foto in bianco e nero, con un catalogo e un CDROM fotografico a cura della Cineteca Nazionale, che organizzerà anche alcuni incontri con personaggi del mondo del cinema.
    (.lenova)

    INFO
    Casa del Cinema - Largo Marcello Mastroianni, 1
    Info: 060608 www.casadelcinema.it www.060608.it
    L’ingresso è gratuito.La mostra è aperta al pubblico tutti i giorni dalle 15 alle 19.
     
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    Mostra fotografica


    Marmo, Latte e Biancospino


    A Capo di Bove la mostra fotografica "Marmo, Latte e Biancospino", una galleria di immagini sull'Appia Antica che propone un punto di vista originale sul paesaggio archeologico: quello etno-gastronomico. La mostra si affianca alla raccolta di immagini che vanno dall'800 ad oggi dal titolo La Mia Appia, esposizione permanente allestita lo scorso anno che racconta le trasformazioni, nel tempo, dell'antica strada romana.
    The Peer Gallery ha ideato l'esposizione di quest'anno, la cui caratteristica consiste nel curare mostre site-specific di fotografie d'epoca all'interno del campo semantico della cultura culinaria.
    Una quarantina di immagini in mostra sono ordinate seguendo tre temi, con l'obiettivo di descrivere l'interazione spontanea tra l'uomo e questi luoghi: il paesaggio (Marmo, come idea dell'antichità), la vita rurale e la pastorizia (Latte), il vissuto dei luoghi stessi (Biancospino).
    La ricerca d'archivio è stata accompagnata dall'osservazione diretta del paesaggio: sopralluoghi, visite e passeggiate hanno fornito ai curatori una chiave di lettura per condurre l'osservatore a scoprire diverse dimensioni dell'Appia.
    La maggior parte delle fotografie è stata scelta nell'Archivio di Antonio Cederna che per lunghi anni ha frequentato questi luoghi, fotografando e raccogliendo immagini su ruderi e paesaggi, sull'avanzamento delle costruzioni della città, con l'intento di denunciare i cambiamenti e le distruzioni a danno di un patrimonio prezioso.
    Altre fotografie appartengono alla collezione The Peer Gallery. Sono scatti "anonimi", perlopiù istantanee, attraverso le quali si coglie il modo in cui questi luoghi sono stati vissuti dalla gente. Le immagini - un picnic all'ombra dei ruderi, passeggiate sul selciato, pennichelle sdraiati sull'erba con i propri figli - diventano parte della memoria dei luoghi stessi e ne accrescono il valore. Chiude la mostra una foto di scena del film "La ricotta" di Pier Paolo Pasolini (1963), dell'Archivio Fotografico della Cineteca Nazionale del Centro Sperimentale di Cinematografia, girato sull'Appia (zona Caffarella). Insieme alla foto è riportata una poesia di Pasolini recitata, nel film, da Orson Welles doppiato da Giorgio Bassani, tra i fondatori di Italia Nostra.
    (beniculturali.it)




    INFO

    Data Inizio:06 luglio 2012
    Data Fine: 31 dicembre 2012
    Costo del biglietto: gratuito; Per informazioni 06 7806686 servizio di accoglienza Ales
    Luogo: Roma, Capo di Bove
    Orario: dalle ore 10.00 alle ore 16.00; domenica dalle ore 10 alle ore 18.00
    E-mail:
    Sito Web: http://archeoroma.beniculturali.it

    Dove:

    Roma, Capo di Bove
    Città: Roma
    Indirizzo: Via Appia Antica 222
    Provincia: (RM)
    Regione: Lazio
    Sito web: http://archeoroma.beniculturali.it




     
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    FESTIVAL DEL FUMETTO DI REALTA'


    MATITE D'ITALIA


    Komikazen, 8° Festival internazionale
    Mostre fino all'11 novembre.
    Ravenna, Bologna e Faenza – Varie sedi


    Dall’11 al 14 ottobre 2012 si apre l’ottava edizione di Komikazen - Festival Internazionale del Fumetto di Realtà, a cura dell’Associazione Mirada, che ha il suo cuore centrale nella città di Ravenna con un’anteprima a Bologna (11 ottobre) e un’appendice finale off dal titolo Komikazen De Faience (9-11 novembre 2012) nella città di Faenza (Ra).

    Il fumetto di realtà, strumento per il racconto giornalistico, ha assunto un ruolo importante per critici, studiosi e per il grande pubblico. La tendenza autobiografica, memorialistica, storica e di reportage del reale è sempre stata presente in molti dei grandi maestri dell’arte sequenziale, ma ha richiamato l'attenzione del grande pubblico sopratutto negli ultimi dieci anni, permettendo di elevare il fumetto tra le “arti maggiori”. Dopo anni di indagini nel fumetto internazionale, Komikazen si concentra nel 2012 sulla rappresentazione dell'Italia.
    L’ottava edizione di Komikazen vuole essere un omaggio a molte delle più autorevoli matite italiane, tutte ospiti a Ravenna, con l’eccezionale mostra Nuova Storia d'Italia a fumetti. L’immagine guida del festival, disegnata dall'illustratore italiano Shout, è ispirata ai colori della bandiera italiana, diventata una tipica casa di paese: tetto rosso, prato e balconi verde, muro bianco. Una donna anziana appoggiata alla ringhiera del terrazzino tenta di ricordare qualcosa senza però riuscirci, riflesso di un’Italia pensosa e rassegnata. Non è un paese per vecchi?
    Unico ospite straniero lo straordinario disegnatore brasiliano di origini libanesi Carlos Latuff, specializzato in satira politica. Latuff è diventato ormai un’icona nei paesi arabi, grazie al suo lavoro, che a suo modo ha documentato i fatti della primavera araba e più recentemente della Siria. I suoi strali, però, non risparmiano nessuno, e sono spesso rivolti anche alla politica occidentale, soprattutto a quella americana.
    Con le oltre 150 tavole originali, vuole essere un vero e proprio excursus storico per immagini e suoni, attraverso la selezione antologica di alcune tavole di opere, che in questi ultimi 10 anni si sono poste come obiettivo la narrazione dell'Italia: uno spaccato di un nuovo modo di raccontare la storia e le storie nel fumetto contemporaneo. Pluralità di stili, corredo di validi apparati, formato romanzo grafico sono sicuramente alcuni degli elementi costitutivi di questa New Wave italiana.
    Oltre che dai disegni, la mostra è corredata anche da un allestimento sonoro con materiale d’archivio e voci originali di personaggi storici e commenti di studiosi tratti da documentari. I
    Tutti gli artisti in mostra sono ospiti del Festival, Ravenna diventa così nei giorni del festival fucina attiva di confronto e riflessione con i circa 30 artisti presenti, fra cui spiccano alcune delle matite più autorevoli nel panorama del fumetto di realtà nazionale e non solo (come Mannelli, Palumbo, Bacilieri), a cui saranno affiancati i 20 giovani selezionati del concorso nazionale sul fumetto di realtà “Reality Draws”, nominati lo scorso giugno.
    A Ravenna il mosaico dell’Italia in strisce si concentra su alcuni personaggi e fatti salienti dell’800 o del '900. Ritratti di personalità a volte anche controverse della politica, della cultura o dello sport come Garibaldi di Tuono Pettinato, Salgari di Paolo Bacilieri, il poeta Dino Campana di Rocco Lombardi e Simone Lucciola o ancora il geniale imprenditore Adriano Olivetti di Riccardo Cecchetti, lo scrittore Primo Levi di Pietro Scarnera, per arrivare più vicino a noi con Gramsci di Gianluca Costantini ed Elettra Stamboulis e il poeta della civiltà contadina e attivista politico Rocco Scotellaro diGiuseppe Palumbo o attingendo dal mondo dello sport, il campione di ciclismo Marco Pantani di Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso. La stretta contemporaneità è tracciata attraverso una galleria di ritratti dei nostri politici, tra i più impietosi della storia della satira italiana, vergati dalla punta di Riccardo Mannelli. Altre tavole in mostra sono tratte da opere che riportano le Storie presenti nei manuali scolastici come il Risorgimento di Palumbo, o che fanno ancora discutere con ferite aperte e misteri non del tutto chiariti, come i fatti del Vajont di Paolo Cossi e Marco Pugliese, Il caso Calvi di Luca Amerio e Luca Baino, la tragedia di Ustica diLeonora Sartori o Il sequestro Moro di Paolo Parisi, e sempre rimanendo negli anni di piombo con Pinelli e Calabresi di Bepi Vigna e Mattia Surroz e la strage di Piazza della Loggia di Francesco Barilli e Matteo Fenoglio. Un’ampia riflessione è dedicata ai fatti di mafia, attraverso le figure del pool antimafia composto da Falcone e Borsellino di Manfredi Giffoni; i ritratti di Peppino Impastato di Rizzo e Bonaccorso, del magistrato Antonio Caponnetto di Luca Salici e Luca Ferrara e dello scrittore e giornalista Pippo Fava anche lui vittima di Cosa Nostra, immortalato nel libro di Luigi Politano e Luca Ferrara.
    Nella mostra di Komikazen, però, la storia non è solo fatta dai grandi protagonisti, ma anche dalle persone comuni, che si ritrovano loro malgrado ad affrontare la grande Storia. Così è nelle pagine di Alessandro Tota e Caterina Sansone dedicate alle sofferenze degli esuli istriani o nell’opera di Sara Colaone, che tratteggia la repressione omofoba del periodo fascista e anche successivamente quella strisciante della società italiana. Le storie partigiane della Romagna di Costantini e l’infanzia e l’adolescenza difficile di un gruppo di ragazzini all’ombra del polo chimico del Villaggio ANIC di Ravenna nelle pagine di Davide Reviati. Per arrivare anche qui ad un punto di grande attualità come quello della mancanza del lavoro, che parte dalla storia degli emigranti in Svizzera ancora di Colaone, fino ad approdare alla fuga dei cervelli di Tota nel lavoro Yeti. Le opere mostrano generazioni ed epoche diverse, ma accomunate dalla stessa nostalgia di casa.
    (komikazenfestival.org)







    INCONTRI CON GLI AUTORI, WORKSHOP E PERFORMANCE
    DAL 11 AL 14 Ottobre - MOSTRE FINO AL 11 Novembre 2012 L'evento centrale del festival è la mostra Nuova Storia d'Italia a fumetti, che inaugura sabato 13 ottobre (ore 19.00) al MAR (Museo d’arte della città – Via di Roma, 13), aperta ad ingresso gratuito fino all’11 novembre 2012.
    Tutte le domeniche (fino all'11 novembre) sono in programma visite guidate alla mostra, condotte da giovani storici alla scoperta di connessioni, eventi e rappresentazioni della storia contemporanea italiana attraverso il fumetto (dalle 16 alle 18).
    (Info mostra: Ingresso gratuito. Orari: dal martedì al sabato 9.00-13.30. Martedì, giovedì, venerdì e domenica 15.00-18.00. Lunedì chiuso)
     
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    Steve McCurry - Viaggio intorno all'Uomo



    Il 18 ottobre apre al pubblico a Palazzo Ducale di Genova una nuova grande mostra dedicata a Steve McCurry, prodotta e organizzata dalla Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, dal Comune di Genova e da Civita. Un nuovo appuntamento, che prosegue il percorso espositivo che Civita e SudEst57 hanno iniziato nel 2009 a Milano, per poi toccare Perugia e Roma, a cui hanno partecipato complessivamente 300.000 visitatori.

    Steve McCurry non è solo uno dei più grandi maestri della fotografia del nostro secolo, premiato diverse volte con il World Press Photo Awards che si può considerare come una sorta di premio Nobel della fotografia, ma è un punto di riferimento per un larghissimo pubblico, soprattutto di giovani, che nelle sue fotografie riconoscono un modo di guardare il nostro tempo e, in un certo senso, "si riconoscono".

    La mostra è curata da Biba Giacchetti e da Peter Bottazzi, che ha inoltre progettato un allestimento di grande impatto scenografico, studiato appositamente per gli spazi (1.000 m2) del suggestivo Sottoporticato di Palazzo Ducale e differenziato in ciascuno degli spazi tematici. Come in un “viaggio intorno all’uomo”, la mostra si aprirà con una grande galleria di ritratti che l’obiettivo di Mc Curry ha raccolto nell’arco della sua lunga esperienza e continua a raccogliere in ogni suo viaggio. Tra i veli che saranno le quinte di questa galleria, ogni visitatore potrà cercare il suo percorso nel gioco di rimandi che lega tra loro uomini e donne provenienti dai luoghi più disparati della Terra. Ci si avventurerà poi, passando attraverso le tracce di una presenza umana più rarefatta, nella vertigine della guerra, del dolore e della paura che McCurry ha documentato con la stessa partecipazione emotiva. Nella sala successiva il visitatore troverà invece un mondo di poesia, dove l’uomo si riscatta, si avvicina alla natura e allo spirito e ritrova la gioia di vivere. La sorpresa e lo stupore caratterizzeranno lo spazio finale, dove si incontrano le immagini più curiose e inattese, dove l’uomo ritrova lo sguardo dell’infanzia e l’incanto della vita



    Saranno presentate in mostra oltre 200 foto, stampate in vari formati, con una netta prevalenza delle grandi dimensioni. In un video realizzato da Epson sarà raccontato, come in un back stage, il delicato lavoro della stampa a colori su carta fotografica.

    Anche la mostra genovese comprenderà una antologia di tutta la produzione di McCurry, con numerose delle sue immagini più famose, a partire dal ritratto della ragazza afgana dagli occhi verdi, di cui è presentata tutta la storia, con scatti mai visti, un documentario di National Geographic proiettato in uno spazio dedicato e il materiale raccolto in giro per il mondo dallo stesso McCurry.

    Insieme alle icone più conosciute, scattate nel corso degli oltre 30 anni della sua straordinaria carriera di fotografo e di reporter; saranno presentati i lavori più recenti, realizzati dopo il 2010 insieme ad alcuni inediti, mai esposti nelle mostre, che costituiscono quasi il 50% delle foto in mostra. Il progetto The last roll con le immagini scattate utilizzando l'ultimo rullino prodotto dalla Kodak, gli ultimi viaggi a Cuba, in Thailandia e in Birmania, con una spettacolare serie di immagini dedicate al Buddismo, una selezione delle fotografie scattate nei recenti e numerosi soggiorni italiani, da Venezia alla Sicilia, da Roma all’Aquila, e infine le foto scattate quest’anno in Africa, con una selezione assolutamente inedita della campagna fotografica appena svolta in Tanzania nell’ambito del progetto Tierra!, una collaborazione a lungo termine con Lavazza, che ha già toccato in precedenza l’America Centrale.

    A tutti i visitatori verrà consegnata gratuitamente una audio guida nella quale lo stesso Steve McCurry racconta in prima persona le sue foto e attraverso di esse la sua avventura umana e professionale.(civita.it)





    E’ bene precisare subito che non si tratta di una delle mostre già circolate con enorme successo a Milano e Roma. Si tratta, al contrario, di una mostra completamente nuova.
    Certo ci saranno le sue icone, ma saranno esposti a Genova per la prima volta molti scatti inediti realizzati nel corso delle ultime missioni di Steve.

    E ora le FAQ

    Q: Quante foto ci saranno?
    A: Più di 200 su una superficie espositiva di più di 1000 metri quadrati.

    Q: Le solite foto appese ai muri e tutti in coda?
    A: Allora non avete visto le altre mostre di Steve! Si tratta di una vera e propria “installazione”, anzi questa volta avremo 4 diverse installazioni: una per ogni sala.

    Q: E questa installazione chi la firma?
    A: La firma Peter Bottazzi, una grande scenografo e designer. Che insieme a Biba Giacchetti è anche curatore della mostra.

    Q: Steve sarà presente?
    A: Certo. Arriva il 16 ottobre per fare una lecture voluta dal rettore dell’Università di Genova, poi il 17 ottobre si inaugura. Al pubblico sarà aperta dal 18 ottobre.

    Q: si possono avere informazioni sulle aperture, sui biglietti e su tutto quello che riguarda la mostra?
    A: Si abbiamo fatto un sito dedicato eccolo SteveMcCurryGenova.

    Q: Ma è vero che Steve McCurry commenta le sue foto più famose una per una?
    A: Si, un’esclusiva assoluta. Ogni visitatore riceve gratis una audioguida nella quale la viva voce di Steve commenta e racconta le sue foto più belle. Steve e Biba Giacchetti ne hanno selezionate 50. Tranquillizzo chi non è forte in inglese. L’audioguida ha una sua versione italiana.

    Q: Ma non sarebbe stato meglio fare un catalogo?
    A. E’ vero, infatti abbiamo prodotto un catalogo in cui Steve racconta a Biba le sue Icone più famose una per una. Le stesse dell’audioguida, ma con più contenuti, storie. Steve svela segreti, parla delle persone ritratte.

    Ecco la copertina:

    Copertina-McCurry-Icons-

    Q: Ci saranno anche i due film dedicati a Steve dal National Geographic?
    A: Certamente. Sia quello del ritrovamento della ragazza afgana, che “The Last Roll”
    (bibaphotography)



    INFO

    Steve McCurry - Viaggio intorno all'Uomo
    Genova, Palazzo Ducale
    18 ottobre 2012 - 24 febbraio 2013

    Ufficio Stampa

    Genova Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura
    Camilla Talfani – Massimo Sorci – Stefania Maggiolini
    Tel. 010.5574012 – 74826 – 74071
    [email protected]
    www.civita.it


    civita.it
     
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    PROTAGONISTI,
    99 ritratti che hanno fatto la storia.




    Il 26 ottobre 2012 inaugura l’attesa mostra di Sandro Becchetti “PROTAGONISTI, 99 ritratti che hanno fatto la storia” e Torino torna così ad ospitare le immagini e il carisma di Becchetti, fotografo che da metà degli anni Sessanta ritrae i grandi protagonisti dell’attualità e della cultura, spaziando dagli acclamati attori – Dustin Hoffman, Anita Ekberg, Claudia Cardinale, Ugo Tognazzi, Piera degli Esposti… – ai registi – Fellini, Rossellini, Hichcock, Bertolucci, i fratelli Taviani, Polansky, Truffaut…-, dai grandi autori quali Saramago, Moravia, Pasolini, Ungaretti, Englander ad artisti come Wahrol, Le Witt, Ernst, De Chirico e Christo.

    Anita-Ekberg

    99 personaggi ritratti da Becchetti con un severo bianco e nero che esalta ogni espressione e ogni esitazione: sono personaggi pubblici, protagonisti del loro tempo ma soprattutto del proprio destino. Becchetti li ritrae senza fronzoli e senza ritocchi, l’esatto contrario del photoshop imperante ai giorni nostri; le lenti di Becchetti sanno carpire la verità e l’unicità dei protagonisti, sui loro visi e attraverso i gesti si può leggere lo stato d’animo del momento. Sandro Becchetti attraverso questi 99 ritratti ci restituisce contemporaneamente uno spaccato della società dell’epoca e una visione di quelli che sono i temi costanti che agitano l’animo umano: da un lato l’attualità e il legame con la quotidianità, dall’altro i pensieri e le paure comuni agli uomini di ogni epoca che fanno sì che il visitatore si ritrovi e si riconosca in quegli sguardi lontani e negli atteggiamenti ostentatamente sicuri.

    Dustin-Hoffman


    Attraversando le 99 immagini allestite presso LABLOFT si è colpiti dall’incredibile forza dei ritratti e dall’umanità che trasuda da ogni foto; questo è il miracolo operato da un fotografo di spessore e talento come Becchetti: i protagonisti per lo spazio di tempo di uno scatto sono soltanto persone.

    Federico-Fellini

    Sandro Becchetti nasce a Roma nel 1935 e inizia l’attività di fotografo nella seconda metà degli anni Sessanta documentando la realtà sociale, politica e culturale del nostro Paese con una intensa collaborazione con “Il Messaggero” e molti altri quotidiani, periodici e agenzie di stampa. 
Nel 1980 interrompe l’attività di fotografo per dedicarsi alla sua passione di sempre, l’arte. 
Riprende a fotografare solo nel 1995 con una ricerca sulla Spagna e il Portogallo. 
Ha collaborato con “La Repubblica”, “L’Espresso”, “Il Mondo”, “Sipario”, “L’Unità”, ”La Fiera Letteraria” e “L’Astrolabio”. 
Alcune delle sue foto sono apparse su “Life” e “Libération” e sono negli archivi della France Presse, della BBC e della RAI. 
Becchetti ha esposto in spazi pubblici e privati come le gallerie Nuova Pesa e Acta di Roma, la galleria König di Stoccarda, le gallerie delle Stazioni Centrali di Roma, Milano e Venezia, l’Archiginnasio di Bologna, il Museo in Trastevere di Roma, la Fondazione Italiana per la Fotografia di Torino. 
La sua attività è documentata nel volume della Storia d’Italia Einaudi dedicata a “L’immagine fotografica 1945-2000”, in pubblicazioni specialistiche come “Popular photography”, “Photo”, “Progresso fotografico” e “Storia fotografica di Roma 1963-1974”. Nel 2007 è stato inserito tra i “5062 italiani notevoli” del “catalogo dei viventi” edito dal Marsilio.
Nel 2008 ha partecipato alla mostra UNITED ARTIST OF ITALY, inaugurata al Museo d’Arte Moderna di St. Etienne e dedicata a 21 fotografi considerati tra i più importanti d’Italia. Suoi ritratti sono stati acquisiti dalla Galleria d’Arte Moderna di Torino e dal Museo di Arte contemporanea di Rivoli (TO).

    Laura-Antonelli

    La mostra è resa possibile grazie al sostegno di Generali Assicurazioni. LABLOFT, una nuova e vivace realtà produttiva ed espositiva, ha scelto di portare a Torino la mostra di Sandro Becchetti e di allestirla in maniera informale e creativa presso i propri spazi – circa 250 mq multideclinabili – per esaltare l’intensità che trapela da ognuno dei 99 ritratti.

    Pier-Paolo-Pasolini




    INFO
    Durata mostra: 27 ottobre - 29 novembre 2012
    Inaugurazione 26 ottobre 2012 ore 19.00.
    Sede: Labloft - via Lodi 25/e, Torino.
    Ingresso gratuito: martedì - sabato dalle 15 alle 18.30.

    Info:
    Labloft
    via Lodi 25/e - Torino
    Email: [email protected]
    Sito: www.labloft25.it


    culturaeculture.it
     
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    FESTIVAL DELLA SCIENZA 2012
    IMMAGINAZIONE


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    Immaginazione come antidoto alla banalità, coraggio di intraprendere nuove sfide. Differenza, personalità, libertà. Il Festival della Scienza di Genova - dal 25 ottobre al 4 novembre 2012 - festeggia la sua decima edizione dedicandola all'Immaginazione.

    Per tracciare un bilancio, sui primi dieci anni di un'idea visionaria: quella di rendere la scienza accessibile a tutti e di trasformarla in un grande gioco. Il Festival continua a guardare avanti; guarda al futuro, facendo proprie le parole di Albert Einstein: "L'immaginazione è più importante della conoscenza. La conoscenza è limitata, mentre l'immaginazione abbraccia il mondo, stimolando il progresso e facendo nascere l'evoluzione".

    Il Festival è ideato e organizzato dall'Associazione Festival della Scienza in partnership con Regione Liguria, CNR Consiglio Nazionale delle Ricerche, Comune di Genova, Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca e Compagnia di San Paolo e in collaborazione con Telecom Italia, partner fondatore. Dal 2010 il Festival è anche online grazie alla piattaforma multicanale festivalscienzalive.it, realizzata da Telecom Italia per consentire al pubblico della rete di partecipare interattivamente al ricco programma di conferenze.

    Ospite di questa edizione sarà l'Europa intera: proprio questa Unione Europea appena insignita del Premio Nobel per la Pace 2012 che a Genova darà vita a una vera e propria Unione della scienza. Con il Progetto Piazza Europa, infatti, che avrà il suo fulcro a Palazzo della Borsa e coinvolgerà tutta la città, prenderà vita una grande piazza fisica e virtuale dedicata alla presentazione della ricerca scientifica europea e non solo. Un progetto corale sotto il segno dell'innovazione, dove si incontreranno dimostratori di progetti europei, eventi realizzati da enti europei attivi nella divulgazione scientifica, spazi dedicati a realtà imprenditoriali locali, nazionali e internazionali le cui attività siano connesse alla ricerca e alle istituzioni europee. Con grande attenzione ai giovani, per tracciare il loro futuro e quello della ricerca in Europa.

    Per i suoi dieci anni, il Festival traccia un bilancio della sua avventura con il ritorno di ospiti importanti delle passate edizioni: Edoardo Boncinelli, Luca Cavalli Sforza - al grande genetista, per il suo novantesimo compleanno, è dedicata anche la mostra "autobiografica" I viaggi di Luca Cavalli Sforza - Giulio Giorello, Umberto Guidoni, Piergiorgio Odifreddi, Lisa Randall, Martin Rees, Ian Tattersall, Catherine Vidal. Per festeggiare la decima edizione del Festival torna, in una veste rinnovata, una delle mostre scientifiche più belle mai presentate, realizzata con il CNR Consiglio Nazionale delle Ricerche e premiata come best exhibition al Shanghai Science Festival: Semplice e complesso.

    national geographic



    Informazioni utili

    Date e orari
    Il Festival della Scienza 2012 si svolge dal 25 ottobre al 4 novembre.

    Gli orari della manifestazione sono i seguenti:
    Feriali 09:00 - 18:00
    Sabato e Festivi 10:00 - 19:00

    N.B.
    Singoli eventi possono prevedere orari di apertura o chiusura diversi da quelli generali della manifestazione, si raccomanda di verificare gli orari sulla scheda di ciascun evento.
    Sono previste inoltre conferenze e spettacoli in orario serale con inizio programmato a partire dalle ore 20:30. Per informazioni specifiche, controllare le schede dei singoli eventi.
    Ciascun evento in programma ha una sua sede. A partire dal 24 settembre verrà pubblicata online la mappa del Festival che riporterà le sedi di ciascun evento via via inserito nel programma della manifestazione.

    Infoline
    010 8976409
    dal 25 settembre al 24 ottobre, dal lunedì al venerdì dalle 8:30 alle 17:00
    dal 25 ottobre al 4 novembre tutti i giorni, dalle 8:30 alle 18:30.

    Info mail pubblico generico
    [email protected]

    Info mail scuole
    [email protected]

    Il programma del Festival 2012 verrà pubblicato online progressivamente a partire dal 24 settembre nella sezione "programma".
     
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    MOSTRE

    TIBET. TESORI DAL TETTO DEL MONDO



    La mostra Tibet. Tesori dal Tetto del Mondo è il titolo dell'esposizione a Ca’ dei Carraresi a Treviso che sancisce la fine delle mostre sulla Cina, ma che prosegue il filo logico con gli eventi dedicati all’Oriente intrapreso dalla Fondazione Cassamarca e Adriano Madaro alcuni anni fa.
    Alla mostra sul Tibet a Treviso saranno presentate alcune centinaia di oggetti, reperti e doni del Dalai Lama agli imperatori della Cina.
    Mai fino ad ora era stata organizzata una mostra sul Tibet a Treviso, ma neppure in Europa.
    Protagonisti indiscussi di questo evento saranno gli oggetti preziosi, i tesori ed i paramenti sacri provenienti dal Palazzo del Potala, dai templi buddisti dell’altopiano tibetano, dalle collezioni imperiali, dai musei del Tibet.
    Parte degli oggetti preziosi provengono dalla Città Proibita che custodisce molti dei doni fatti dai Dalai Lama agli imperatori cinesi per non parlare degli oggetti raccolti e custoditi dall’Istituto delle Minoranze Nazionali Etniche di Pechino.
    E’ la prima volta che questi oggetti sono esposti in una mostra non solo in Italia, ma anche nel resto del mondo. La mostra Tibet Tesori dal Tetto del Mondo a Treviso presso Ca' dei Carraresi sarà l’occasione per capire meglio cos’è il Tibet.

    Una sezione della mostra illustrerà la situazione storica nella quale si è venuto a trovare l’altopiano tibetano attraverso i secoli fin dai tempi nei quali Gengis Khan lo incluse nel grande Impero mongolo-cinese del XIII secolo. Tra i reperti esposti in questa sezione, oltre a mappe, carte geografiche e documenti storici di varie epoche, risulteranno di particolare interesse i doni che i vari Dalai Lama presentarono alla Corte imperiale di Pechino e le antiche statue del Buddismo tantrico al quale si erano convertiti gli imperatori Ming e Qing.

    Un’ampia sezione della rassegna sarà inoltre dedicata al grande numero di divinità buddiste tibetane e alla produzione di statue e dipinti religiosi a loro dedicati, così da poter spiegare ai visitatori le particolari specificità del Buddismo tantrico della setta dei Berretti Gialli, alla quale appartengono i Dalai Lama fin dall’inizio dell’istituzione della loro carica. Accanto all’incredibile statuaria, che raggiunge punti artistici di notevole valore, saranno esposti anche gli oggetti di culto tuttora usati nei monasteri e nei templi durante le cerimonie rituali. Tra questi, gli strumenti musicali ricavati da ossa umane, come è nella particolare tradizione del Tantrismo. Si tratterà di una autentica sorpresa per il pubblico occidentale poiché il Buddismo tibetano eccelle per l’uso di oggetti realizzati con ossa umane, compresa la tazza sacra costituita da una calotta cranica rivestita d’oro.

    Un’altra sezione di rilevante interesse artistico sarà quella riservata alle Tangke, i famosi dipinti sacri che oltre a rappresentare le storie del principe Siddharta (il Budda storico) celebrano la ritualità nei monasteri e nei templi con la raffigurazione dei Dalai Lama e dei monaci nelle loro attività religiose. Come noto le Tangke vengono esposte nei templi solo in particolari occasioni di feste e di riti, quindi la loro visione è particolarmente rara, ed eccezionale per un paese estero.

    Per completare l’ampia parte religiosa della Mostra sarà allestito anche uno spazio nel quale verranno esibite le famose maschere divinatorie indossate dai monaci nelle danze rituali che rappresentano una caratteristica unica dell’altopiano tibetano.

    Inoltre, alla vita del popolo, ai suoi costumi, alle sue folkloristiche tradizioni, sarà dedicata una sezione nella quale saranno esposti abiti, ornamenti, gioielli e oggetti di uso quotidiano. Verrà in questo modo spiegata la vita dei pastori che da secoli è rimasta immutata e testimonia la forte spiritualità di quello che è definito Il Popolo delle Nevi.
    (laviadellaseta)





    INFO

    La mostra Tibet. Tesori dal Tetto del Mondo sarà aperta al pubblico dal 20 ottobre 2012 fino al 2 giugno 2013.

    - Lunedì, Martedì e Giovedì: dalle 9:00 alle 19:00
    - Mercoledì: dalle 9.00 alle 21.00
    - Venerdì, Sabato e Domenica: dalle 9:00 alle 20:00.

    Aperture straordinarie: 1 gennaio 2013 dalle 15.00 alle 20.00.
    Chiusure: 24, 25 e 26 dicembre 2012, 1 gennaio 2013 chiuso dalle 9.00 alle 15.00.
    La vendita dei biglietti sarà sospesa un'ora prima della chiusura.



    Biglietti per la mostra Tibet. Tesori dal Tetto del Mondo a Ca dei Carraresi:
    - Intero: € 13,00 (compresa audioguida)

    - Ridotto: € 10,00 (ragazzi fino a 18 anni, compresa audioguida);
    - Ingresso scuole: 5,00 €
    - Ingresso gratuito per bambini fino ai 5 anni e disabili e loro accompagnatore.
     
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