CUCINA LIBANESE

come e cosa si mangia

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    LA CUCINA LIBANESE




    Beirut
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    La cucina libanese, per la varietà dei suoi piatti, sembra somigliare al Libano, un paese che, nonostante la sua dimensione ridotta (appena 10452 km. quadrati), è caratterizzato dalla presenza di numerose confessioni religiose. Le pietanze di questo paese sono eccellenti e rispecchiano la tanto celebrata dieta mediterranea: verdure, legumi, insalate, ortaggi, carni bianche e olio extravergine di oliva sono i principali ingredienti che potete trovare nelle case e nei ristoranti libanesi.



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    La cucina libanese è senza dubbio l’espressione più tipica e raffinata della cucina mediorientale. Si tratta di una cucina estremamente varia, caratterizzata dall’uso di moltissime verdure, carne di pollo, manzo e agnello, della frutta secca e dei condimenti a base di succo di limone. Interessanti sono anche i piatti di pesce e ottimi gli antipasti a base di verdura (mezzeh). E' basata sull’utilizzo di ingredienti freschi e saporiti e di spezie raffinate, il che riassume gli aspetti migliori della cucina mediterranea con un tocco francese.

    La prima regola dei piatti libanesi è l’utilizzo di elementi semplici, naturali, con un buon contenuto di fibre, vitamine e proteine: a partire dalle melanzane per arrivare alla carne, passando per ceci, insalata, prezzemolo, pomodori, yogurt, cipolle e un pizzico di aglio. Il tutto con un contorno di spezie dalle proprietà disinfettanti e anti infiammatorie dosate con gusto e senza eccessi.

    Le salse degli antipasti sono composte con materie prime che non subiscono elaborazioni particolari in modo da lasciare che i singoli ingredienti conservino la loro naturalità, si sposino in armonia e trasmettano questa voglia di equilibrio anche al corpo dei commensali.
    Le spezie sono usate con parsimonia per non coprire i sapori, ma anzi per esaltarli senza turbare il palato e lo stomaco. Ad esempio l’aglio, che tanto preoccupa alcuni, nella cucina libanese diventa una leggerissima brezza d’aroma che rinfresca i piatti senza interferire con il gusto e la digestione. Questa cucina è apprezzata in tutto il mondo arabo e specialmente nella zona del Medio Oriente per la raffinatezza con cui vengono preparate le pietanze e la cura dedicata all'aspetto con cui vengono poi presentate e servite.
    Caratteristiche della cucina libanese sono gli antipasti (chiamati meza) in parte rappresentati da veri e propri piatti e l'altra da contorni. I meza vengono serviti, in particolar modo nei ristoranti, prima del pasto vero e proprio composto da uno o più piatti unici (non è possibile, infatti, dividere i piatti della cucina libanese in primi e secondi).
    Allo stesso modo non è possibile individuare “il” piatto tipico della cucina libanese ma si possono indicare dei piatti caratteristici di più di quest'area o di un'altra del Libano (la mujaddara al sud, il kishk nella valle della Bekaa, il kibbi me'liie al nord).




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    Bulgur



    Libano - Spezie



    Sumac




    Il pasto libanese è un cullarsi nei sapori che si chiude con la sferzante e salutare eleganza di un caffè tradizionale arabo aromatizzato al cardamomo. Un caffè che va gustato chiacchierando con gli altri commensali o riflettendo in pace con se stessi, lasciando bevanda e pensieri fluire sereni e lenti perché alla fine, per correre, c’è sempre tempo.

    Nella cucina libanese è diffuso l'uso delle spezie: coriandolo, cumino, curcuma, pimento, e di altre componenti della cucina mediorientale, come la frutta secca, pinoli e mandorle, il burro di sesamo (tahine), il burgul (grano cotto a vapore, essiccato e tritato), l'olio extravergine d'oliva e soprattutto il limone che viene usato nella preparazione di tanti piatti. E' molto frequente anche l'uso dell'aglio e della cipolla, fave nere (favette egiziane), ceci, cardamono, menta e prezzemolo.



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    Spiedini di carne



    Tershi di zucca



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    Khubz o Pitta







    I mitici mezzeh (antipasti) della cucina libanese



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    Tajine di pollo con pomodori e limone



    Babaghanush (hummus con melanzane)



    Tabulè



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    Zuppa di lenticchie con yogurt alle erbe



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    Fattoush




    Il fattoush fatto con pomodori, cetrioli, cipolle rosse, insalata verde (lattuga), ravanelli, carote, olive nere, prezzemolo, menta, succo di limone e extravergine di oliva; viene generalmente accompagnato con crostini di pane. Il tabulè, un piatto freschissimo fatto con molto prezzemolo, menta, pomodori, cipolla, tritati finemente e conditi con olio e limone. Le batata harra, sono delle patate piccanti passate al forno, aromatizzate con menta e condite con olio, limone e prezzemolo. Le kebbeh meklie sono delle polpette di grano spezzato ripiene di carne di manzo, pinoli e cipolla. I saudat jaj, sono dei fegatini di pollo conditi con limone e debs rumman (una sorta di aceto di melograno).




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    Makanek - Salsiccette di manzo o montone



    Kapsà – Riso con pollo



    Mighli - Crema al cumino



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    Hummus con crostini



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    Batata harra



    Kebbeh meklie



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    Saudat jaj



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    Pomodori con carne d'agnello, riso e aneto



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    Fusi di pollo allo za'atar



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    Fefafel con crema di sesamo




    ...Kebab...





    <p align="center]Il labneh è una crema di yogurt greco, molto piu denso del nostro yogurt (della stessa consistenza del mascarpone) menta fresca, aglio e olio di oliva.

    Il baba ganoush o mutabbel è una crema di melanzane preventivamente arrostite sul fuoco (si lascia letteralmente carbonizzare l’esterno per conferire un marcato aroma di affumicato) che viene condito ridotto in purea e condito anch’esso con aglio, menta fresca, sale, pepe e tahina.



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    Tahina




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    Muhammara



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    Za'atar - Mix di spezie


    Lo za'atar è un mix di spezie libanese, al cui interno si trovano principalmente timo, semi di sesamo e sumac (è una spezia rossa -simile alla paprika, alla vista- con un sapore asprigno che ricorda la scorza di limone).
    Non è un mix piccante, è solo estremamente aromatico.



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    Basturma



    Pane pita con hummus, carne e verdure



    Kibben la'teen asmaleyye - Palline di bulgur e zucca



    Shawarma



    Mussel kibbeh




    La storia dei tre Cedri



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    Il Libano era la biblica “terra del latte e del miele”, noto per essere una sorta di Svizzera del Mediterraneo, con abbondanti risorse naturali e caratterizzato da una grande tolleranza religiosa dove un terzo della popolazione e cristiana. Il Libano era anche noto per il verde dei suoi boschi di cedri, la stessa bandiera reca al centro un albero di cedro. Oggi, purtroppo parliamo tragicamente del Libano per i bombardamenti, gli eccidi della popolazione e la distruzione delle città con la sperimentazione di nuove terribili armi, un tempo questa nazione era nota per essere il giardino del Medio Oriente con i suoi meravigliosi cedri, oggi in gran parte distrutti anch’essi dalla furia della guerra. E a tal proposito racconta una vecchia leggenda che nelle belle foreste del Libano antico nacquero tre cedri. Come tutti sappiamo, i cedri impiegano molto tempo per crescere e questi alberi trascorsero interi secoli riflettendo sulla vita, la morte, la natura e gli uomini. Assistettero all'arrivo di una spedizione da Israele inviata da Salomone e, più tardi, videro la terra ricoprirsi di sangue durante le battaglie con gli Assiri. Conobbero Gezabele e il profeta Elia, mortali nemici. Assistettero all'invenzione dell'alfabeto e si incantarono a guardare le carovane che passavano, piene di stoffe colorate. Un bel giorno, si misero a conversare sul futuro. "Dopo tutto quello che ho visto - disse il primo albero - vorrei essere trasformato nel trono del re più potente della terra" "A me piacerebbe far parte di qualcosa che trasformasse per sempre il Male in Bene", spiegò il secondo. "Per parte mia, vorrei che tutte le volte che mi guardano pensassero a Dio" fu la risposta del terzo. Ma dopo un po' di tempo apparvero dei boscaioli e i cedri furono abbattuti e caricati su una nave per essere trasportati lontano. Ciascuno di quegli alberi aveva un suo desiderio, ma la realtà non chiede mai che cosa fare dei sogni. Il primo albero servì per costruire un ricovero per animali e il legno avanzato fu usato per contenere il fieno. Il secondo albero diventò un tavolo molto semplice, che fu venduto a un commerciante di mobili. E poiché il legno del terzo albero non trovò acquirenti, fu tagliato e depositato nel magazzino di una grande città. Infelici, gli alberi si lamentavano: "Il nostro legno era buono, ma nessuno ha trovato il modo di usarlo per costruire qualcosa di bello!". Passò il tempo e, in una notte piena di stelle, una coppia di sposi che non riusciva a trovare un rifugio dovette passare la notte nella stalla costruita con il legno del primo albero. La moglie gemeva in preda ai dolori del parto e finì per dare alla luce lì stesso suo figlio, che adagiò tra il fieno, nella mangiatoia di legno. In quel momento, il primo albero capì che il suo sogno era stato esaudito: il bambino che era nato lì era il più grande di tutti i re mai apparsi sulla Terra. Anni più tardi, in una casa modesta, vari uomini si sedettero attorno al tavolo costruito con il legno del secondo albero. Uno di loro, prima che tutti cominciassero a mangiare, disse alcune parole sul pane e sul vino che aveva davanti a sé. E il secondo albero comprese che, in quel momento, non sosteneva solo un calice e un pezzo di pane, ma l'alleanza tra l'uomo e la Divinità. Il giorno seguente prelevarono dal magazzino due pezzi del terzo cedro e li unirono a forma di croce. Lasciarono la croce buttata in un angolo e alcune ore dopo portarono un uomo barbaramente ferito e lo inchiodarono al suo legno. Preso dall'orrore, il cedro pianse la barbara eredità che la vita gli aveva lasciato. Prima che fossero trascorsi tre giorni, tuttavia, il terzo albero capì il suo destino; l'uomo che era inchiodato al suo legno era ora la Luce che illuminava ogni cosa. La croce che era stata costruita con il suo legno non era più un simbolo di tortura, ma si era trasformata in un simbolo di vittoria. Come sempre avviene con i sogni, i tre cedri del Libano avevano visto compiersi il destino in cui speravano, anche se in modo diverso da come avevano immaginato.




    Ma il Cedro fin dall’antichità, oltre che essere usato per il legno, ha avuto una utilizzazione volta alla spiritualità e ai riti religiosi. Il legno di Cedro é stato usato come incenso sin dalle civiltà più lontane, come quelle degli Egizi e del Tibet. Ed é tuttora ampiamente usato nella medicina tibetana e come aiuto nelle meditazioni dai buddisti tibetani e da altri. Viene ritenuto capace di rinforzare la spiritualità e di avvicinarci al mondo Divino, e il legno stesso veniva usato nella costruzione dei templi come simbolo di ciò. Ci può anche aiutare a sviluppare e a mantenere il senso di equilibrio e l'autocontrollo nella nostra vita. Nelle applicazioni fisiche, l'olio di Cedro è un antisettico e un mucolitico potente (infatti scioglie il catarro) e possiamo ritrovare poteri analoghi nell'uso spirituale: ci aiuta infatti a sciogliere il "catarro mentale" che intasa la nostra mente, così come a livello fisico esso ostruisce il nostro naso. Il Cedro veniva usato anche dagli Indiani d'America, nelle cerimonie di purificazione con fumigazioni. Oggi anche i famosi cedri del Libano non hanno più un futuro certo, anche loro come le case e le città sono stati in gran parte distrutti e uccisi dalla furia assassina delle superbombe insieme a tanti uomini, donne e bambini inermi. Ma il sogno dei tre cedri rimane come speranza di rinascita e certamente i cedri superstiti staranno sognando quello che le persone di buona volontà stanno sperando che avvenga: un mondo migliore di pace e fraternità e sogneranno anche che gli uomini di pace dell'ONU arrivati in Libano riescano ad eliminare tutte le micidiali bombe a grappolo e a frammentazione lanciate dagli aerei, prima che uccidano e mutilino orribilmente ancora altre persone, tra cui tanti bambini.





    ...Piatti tipici della cucina libanese...



    Cucina



    La gastronomia libanese è una ricca miscela di diversi prodotti ed ingredienti provenienti dalle diverse regioni libanesi. Olio d’oliva, erbe aromatiche, aglio e limone sono i tipici sapori della dieta libanese.
    Uno delle più tipiche espressioni di questa ospitalità si ritrova nel “mezzeh”, un vero e proprio rito che precede la portata principale. Sono un gran varietà di piccoli antipasti composti da verdura in agro, dai gustosi “sambousek”, fagottini ripieni di carne, dall’ "hummus", purè di ceci, dal "baba ghanoug", purè di melanzane affumicate, dagli involtini di foglie di vite ripieni d’agnello speziato e riso.
    Il “tabouleh”, un deliziosa e molto popolare insalata di bulgur, prezzemolo, pomodori, semi di sesamo, limone ed aglio, si è diffuso dal Libano a tutto il Medio Oriente per arrivare fin sulle tavole Europee.
    Il “basturma” una specialità araba a base di manzo affumicato e speziato coperto di fieno greco, aglio e peperoncino è uno dei piatti preferiti per la prima colazione, tagliato a fettine sottili, fritto e servito insieme alle uova.
    Per la prima colazione è molto diffuso il “labneh”, una crema di formaggio ricca e densa, simile allo yogurt, condita con olio d’oliva.
    Tradizionalmente tutti i pasti sono accompagnati dal “khubz arabi”, l’antico pane arabo non lievitato usato per raccogliere le salse ed il cibo.
    La “kafta” è un altro piatto molto diffuso, composta da carne d’agnello macinata, insaporita con cipolla e spezie guarnita di insalata di prezzemolo, cipolla, olio d’oliva e sommaco (una spezia acidula che ricorda il sapore del limone).
    Il “roz a djaj” famoso piatto di riso e pollo, dove il riso viene cotto nel brodo di pollo, aromatizzato con spezie, come cannella e pimento, e guarnito con pollo arrostito, mandorle e pinoli tostati.
    Il “moghrabieh” altro piatto tipico, molto sostanzioso, composto da piccoli gnocchetti di semola speziata e cotta a vapore, come un cuscus a grana grossa, serviti con pollo, stinco d’agnello e cipolline sottaceto.
    Il piatto nazionale “kibbeh”, che è composto da crocchette di carne d’agnello macinata e impastata con grano duro, cipolla e spezie, servito in molte varianti regionali, rappresenta un vero e proprio esame di bravura nella sua preparazione.
    Il “samak sa’ayadiye” è un tipo di paella di pesce preparata con riso lessato in brodetto di pesce, cipolle e spezie. Le cipolle vengono caramellate e distribuite sul riso insieme ai pinoli tostati.
    Tra le spezie, il “sumak” che ha il colore rosso scuro e che con il suo sapore di limone viene usato, tra l'altro, come condimento per insalate e patate lesse.
    Il dessert più diffuso è il “mahalabeya”, una crema di latte cosparsa di mandorle e pistacchi e spruzzata con essenza di fiori d’arancio. L’“halawat bi djeben” è un preparato con un formaggio dolce e grumoso, simile alla ricotta, mescolato con qualche cucchiaiata di ashta (panna raggrumata raccolta dalla superficie del latte che bolle) e sciroppo di zucchero. L’“asmaleyye” (letteralmente ‘sovrano d’oro’) è una pasta sfoglia kataifi ripiena di ashta e guarnita di pistacchi.
    La “baklava” è un tradizionale dolce a base di pasta filo alternata a strati di pistacchi, mandorle, arachidi o anacardi tostati e tritati.





    Sorriso



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    Beirut - Pigeon Rocks






    ...Locali ed abitudini...



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    Tipici locali libanesi


    La cucina libanese è stata spesso descritta come la “perla della cucina araba”. Affacciato com’è sul Mediterraneo, il Libano contempera la cultura dell’est e dell’ovest adattando la propria cucina al gusto occidentale. Il Libano ha ereditato dalla antica cultura fenicia l’abilità del commercio e nelle relazioni sociali, dagli arabi l’arte squisita dell’ospitalità.




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    La Corniche - Il lungomare di Beirut



    Venditore di ka'ik lungo la Corniche



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    Venditore di mais




    Tipici mercati libanesi






    La frutta

    La frutta rappresenta un prodotto tipico molto diffuso in tutto il Libano e diversificato a seconda della zona: arance e mandarini sono coltivati lungo la fascia costiera del Libano meridionale, le mele e le pere sono raccolte nell’entroterra montuoso del Paese, l’uva e i meloni provengono dalle Valle della Bekaa e diverse varietà di pesche, fichi e ciliegie sono coltivate sul Monte Libano.






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    Il mercato Sabra



    Mini cetrioli



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    Il pane

    La Pita è un tipo di pane piatto lievitato rotondo a base di grano, che insieme ad altri tipi di pani piatti è un cibo tradizionale delle cucine del Medio Oriente e del Mediterraneo, dal Nord Africa all'Afghanistan, e sembra che abbia avuto origine nell'Antica Siria.

    Viene anche chiamato Pane Arabo, Siriano o Libanese, specialmente nel mondo arabo e nelle zone a consistente popolazione araba.

    La Pita è utilizzata per raccogliere sughi o salse come lo hummus, il baba ganush, la Shakshuka e per avvolgere sandwich come kebab, gyros (ricetta greca a base di carne) e falafel (polpette egiziane).

    La maggior parte dei Pani per Pita, vengono cotti al forno ad alte temperature (700 °F o 370 °C), facendo sì che i dischi appiattiti di pasta crescano velocemente. Una volta rimossi dal forno gli strati di pasta cotta restano separati all'interno della pita sgonfia, che permette che il pane abbia delle aperture a forma di tasca, creando uno spazio da usare in vari piatti.




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    Cottura del pane



    Pita (pane libanese)



    Ecco gli Ingredienti: 800 gr. di farina manitoba, 400 gr. di farina 0, 600 gr. di acqua, 2 cucchiaino di zucchero, 20 gr. olio extravergine di oliva, 30 gr. di lievito di birra, 2 cucchiaini di sale, 40 gr. di semola di grano duro per spolverizzare.

    Collocate la farina a fontana e al centro, unite il lievito sciolto in acqua tiepida e lo zucchero. Unite man mano la farina con il sale unendolo all'ultimo per non far contatto con il lievito. Impastare bene fino ad ottenere una bella pasta e proseguire quindi per renderlo morbido ed elastico, questo servirà per ottenere un bel pane soffice, e tenero.

    Il procedimento è un pò difficoltoso e si effettua così. Prendere l'impasto e dategli la forma di un cordone, sollevarlo prendendolo con una mano e sbatterlo con forza sul piano. Piegate quindi l'impasto che si sarà allungato in modo da formare nuovamente il cordone e scuotetelo ancora.

    Formate una palla con l'impasto, e mettetela in una ciotola di porcellana spennellatela con olio. Avvolgetela con pellicola trasparente e mettere in luogo tiepido a lievitare per circa un'ora o due.

    Ora prendete l'impasto e sul tavolo da lavoro cosparso di farina spartite in sei parti uguali. Tirate con l'aiuto di un matterello tirate la sfoglia di circa 2 cm. spolverizzate sopra e sotto con la semola. Sistemarle ben distaccate su una teglia ricoperta di carta da forno, coprire con pellicola trasparente o con un canovaccio e lasciate lievitare un'altra volta per trenta minuti.

    Infornare a 200° precedentemente riscaldato e cuocere per circa 10 minuti.



    I formaggi

    Nell'entroterra del Libano, dove sopravvivono gli ultimi cedri secolari, s'innalza la catena del Monte Libano, tradizionale roccaforte dei maroniti. In questa regione dove pascolano le capre Baladi, viene ancora prodotto il darfiyeh con il latte crudo di capra. Una delle caratteristiche di questo formaggio è la "confezione": la pelle di capra (dariff) viene infatti pulita e salata per poi essere utilizzata come contenitore durante la fase di maturazione. Il latte di capra, prima filtrato, viene lasciato riposare per un minimo di 24 ore, si aggiunge il caglio (di capretto) e si lascia coagulare a 30-35 gradi. La cagliata viene lavorata a mano: rotta una prima volta, schiacciata e modellata tra le mani in modo da ottenere una palla, lasciata asciugare, salata, quindi rotta una seconda volta con un coltello e infine messa a riposare per circa 12 ore. Dal siero residuo, riscaldato, si ottiene l'arichi, una sorta di ricotta, da consumare salata o zuccherata. La pelle di capra viene lavata e salata. Le zampe vengono legate con una corda lasciando solo il collo aperto. Al suo interno si sistemano formaggio e arichi, a strati alterni. La stagionatura avviene in grotte umide e dura da un minimo di un mese a un massimo di sei.

    La sua produzione richiede il contributo di tutta la famiglia: il padre solitamente macella le capre, i bambini accudiscono il gregge mentre la madre si occupa della produzione vera e propria del formaggio. La vendita del formaggio fresco, spesso, si fa direttamente nella macelleria del paese, dove si può comprare anche la carne di capra.

    Lo shanklish è un formaggio comune in Siria e Libano ed è fatto di latte di pecora o di mucca. L’uso più comune di questo formaggio è di formare delle palle, lasciandolo seccare e stagionare. Il timo è usato come spezia principale nel fare il shanklish. Può essere mangiato fresco o stagionato. Se fresco, il gusto sarà pià delicato e la consistenza morbida, se stagionato sarà più duro e con un odore pungente.







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    Labneh



    Il labneh è un latticino fresco di origine libanese ottenuto con lo yogurt intero, ha la consistenza di un formaggio spalmabile molto cremoso e in sostanza è uno yogurt colato molto compatto al quale si aggiunge sale e spezie a piacere. In Libano è molto diffuso e solitamente viene modellato in piccole palline conservate in olio di oliva, un ottimo complemento a insalate estive con cetrioli, pomodori maturi, olive nere e l’immancabile origano.



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    Formaggio di yogurt



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    Shanklish



    I vini

    Anche nel vino il Libano non teme confronti con le altre culture mediorientali.

    C'è un'oasi in Libano che nella storia non è stata sfiorata dal fondamentalismo islamico, nè dai conflitti: è la Valle della Bekaa, roccaforte di una delle più antiche produzioni di vino.

    In Libano furono i fenici, 4 mila anni fa, a portare la coltura della vite che fu mantenuta e potenziata anche con l'arrivo della comunità cristiana ortodossa nel territorio, anche se la produzione era limitata al consumo per i riti ecclesiastici e per le loro mense.

    A dare una spinta alla viticoltura nella Valle fu l'occupazione francese, in particolare nel periodo tra le due Guerre, e i vitigni coltivati maggiormente furono lo Chardonnay e il Sauvignon.
    Oggi il Libano vanta una produzione di 5 milioni e mezzo di bottiglie all'anno, esportate in ben 18 Paesi, e il 90% proviene dalla Valle Bekaa.







    Il Libano è uno dei paesi nei quali la produzione del vino si perde nella notte dei tempi, e la Valle della Bekaa è sempre stata la principale regione vinicola del Paese, grazie anche al clima favorevole ed al terreno argilloso-calcareo.

    Degustazioni sono possibili nelle principali aziende vinicole del Libano.
    Ksara è la più antica azienda vinicola del Libano, fondata nel 1857, produce vini rossi, bianchi, rosati che hanno ricevuto riconoscimenti internazionali: tra i rossi ci sono lo Chateau Ksara e Le Souverain, tra i bianchi il Blanc De L’Observatoire, lo Chardonnay, mentre tra i rosati il Rosè De Ksara.
    L’azienda vinicola dello Chateau Kefraya ha il motto “un’anima, un vigneto, un grande vino” ed è infatti la più grande azienda vinicola libanese. Tra i suoi prodotti abbiamo il Les Breteches per i rossi, il La Dame Blanche per i bianchi, il Myst De Chateau Kefraya per i rosati, ma l’azienda ha raggiunto un riconoscimento internazionale per il suo Lacrima d’Oro, un vino bianco liquoroso.

    Una piccola azienda vinicola ma rinomata in fatto di qualità è lo Chateau Musar che con l’omonimo vino e il Cuvèe Musar, offrono selezioni di vini sia rossi, bianchi e rosati di alta categoria.
    Una delle aziende vinicole più voga è la Massaya che produce anch’essa un ottima selezione di vini rossi bianchi e rosati come il Rouge Classic, il Massaya Blanc, il Massaya Rosè, ma produce un eccellente “arak”.

    Un'altra azienda vinicola con una tradizione familiare di 100 anni è la Clos St.Thomas, che produce tra irossi lo Chateau St.Thomas ed il Les Emirs, un ottimo Chardonnay e Les Gourmets, sia rosé che bianco.



    Vini tipici



    VINI ROSSI KSARA

    Reserve du Couvent
    Prieure de KSARA
    Chateaux KSARA

    VINI BIANCHI KSARA

    Blanc de Blancs
    Chardonnay

    VINI ROSE' KSARA

    Rose' de KSARA
    Sunset rose'

    MOSCATO

    Moscato fortified WINE



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    Vini della valle del Bekaa


    Vini bianchi, rossi e rosati tipici della zona della valle della Bekaa dove vigneti ad oltre 1200 metri di altitudine danno vini squisiti premiati in ambito internazionale.



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    Château Kefraya




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    Rosso secco Reserve du Couvent Ksara - Rosso secco Prieurè Ksara




    Le bevande

    Il caffè bianco è un piccolo esempio della raffinatezza e delicatezza che vengono servite sulla tavola libanese, si chiama caffè, è caldo e aromatico, ma nulla ha a che vedere con il caffè che beviamo abitualmente in Italia. E’ una bevanda calda, digestiva e persino distensiva, che si usa bere nei caffè di Beirut. In Libano è conosciuto con il nome di “Kahwe Baida” e viene servito, come il caffè, dopo i pasti. Il caffè bianco libanese, è proprio l’esatto opposto del nostro caffè italiano: uno è bianco appunto, e l’altro scuro, quello è distensivo, questo stimolante. Questo caffè bianco è in realtà un infuso aromatizzato con acqua di fiori d’arancio. Il Libano, e soprattutto la zona a Nord di Kalamoun, è conosciuto infatti per i suoi aranceti che producono una pregiata e intensa acqua di fiori d’arancio. Il caffè arabo è molto diffuso. Tra le bevande analcoliche ci sono il 'jellab', una bevanda deliziosa a base di uva passa servita con pinoli, e l' 'ayran', un drink a base di yogurt. L'alcol costa poco ed è ampiamente disponibile; il liquore più popolare è l' 'arak', che viene mescolato con acqua e ghiaccio.
    La città di Batroun è famosa per la limonata, una miscela dolce di succo di limone, zucchero e acqua che è piacevole bere in estate per rinfrescarsi.




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    Caffè bianco



    Caffè libanese



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    Caffè al cardamono



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    Acqua e sciroppo di rose



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    Limonata di Batroun



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    Qahwa Baida - Caffè bianco libanese




    Tra le birre libanesi è ottima la Almaza.
    Tra quelle analcoliche c'è la Laziza, anche alla pesca, alla mela, al limone, al gelso.




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    Birra Almaza




    I liquori

    L'alcol costa poco ed è ampiamente disponibile. L'arak è il liquore tradizionale libanese dal caratteristico aroma di anice, simile al brandy si ottiene dalla spremitura dei residui (le bucce dell’uva rossa ed i semi), ricorda la grappa. Diluito con ghiaccio e acqua, l’arak è il completamento ideale per un pasto libanese a base di mezzeh, in quanto il suo sapore rinfresca il palato e lo prepara al piatto successivo. E’ ottenuto dalla distillazione multipla delle uve unitamente a semi di anice, utilizzando piccoli alambicchi tradizionali, si serve liscio o con ghiaccio oppure come correzione per il caffè.



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    Arak Touma



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    Arak




    I dolci

    Nei dolci la cucina libanese prevede delle preparazioni quasi "professionale" che rendono di fatto quasi impossibile preparare in casa i dolci, che vengono quindi consumati fuori casa davanti a del caffè.

    Tra i dolci domestici si ricorda il "mamool" e i "kak el-eed", una sorta di biscottini col buco.

    La pasticceria libanese ha come base l'integrazione del miele, burro, panna, pistacchio, mandorle. Ogni zona in Libano è conosciuta per un tipo di dolce. Per esempio a Tripoli c'è Halawat al Jeben, invece a Sidone abbiamo la Sagnura. Il dolce più diffuso in tutto il Libano e in tutto il mondo arabo è il Backlawa. Nella città di Tripoli dal 1881 è stata fondata lo “Hallab Sweet Palace” un’autentica fabbrica di ghiottonerie dove la tradizione dei dolci orientali è diventata un patrimonio da fare conoscere in tutto il bacino del Medio Orientale, e non solo… Questo luogo è una delizia per gli occhi e un piacere per i ”gourmets” dato che rappresenta il simbolo di autenticità delle prelibatezze orientali, sia nella forma che nel contenuto.




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    Nummoora



    Dolci

    Gehraibi



    Maamoul



    Atajef



    Kibbeh la'teen asmaleyye




    Tra le molte leccornie troviamo i “Baklawa”, deliziosi dolcetti di pasta filo croccante ripieni di frutta secca, i ”Maamoul”, biscotti di pasta di semola ripieni di noci, datteri e pistacchi, i “Nammoura”, quadrotti di pasta di semola decorati con mandorle sbucciate
    Le “Jazarieh” sono piccoli dolci preparati con frutta candita finemente tritata mescolata con noci mandorle e pistacchi, mentre i “Laffet Al Kadi”, sono delle piccole opere d'arte dolci, con pasta di grano filata e modellata come una tazza ripiene di pistacchi caramellati.




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    Mahalabeya



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    Balouza - Dolce budino di latte



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    Laffet Al Kadi



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    Baklava



    Orzo dolce alla libanese



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    Miele con yogurt e noci




    Il miele

    Presente anche il miele di molte qualità anche se quello più tipico del Libano è naturalmente il miele di cedro.



    Miele di cedro



    Fonte:montagneluminose.blogspot.it,
    littlekitchenworld.it,cucina.corriere.it,giallozafferano.com,
    essenzalimentare.com,buonissimo.org,mirtillotour.it,
    bibloscaffe.it,fragolelimone.com,comefare.com,
    ristoitrecedri.it,it.sanisapori.eu,lazuccamezzapiena.com,
    cucina.corriere.it,donnamoderna.com,web


    Edited by giuliascardone - 30/6/2017, 16:57
     
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    massaia0 grande lavoro giulia,grazie.
     
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  3. arca1959
     
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    complimenti Giulia....bellissimo post.... :114.gif: gran bel lavoro!!!
     
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  4. gheagabry
     
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    bellissimo e buonissimo giulia..grazie :RUBBINO499.gif:
     
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3 replies since 18/7/2012, 21:12   11461 views
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