Sudan e Sud Sudan

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  1. arca1959
     
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    Sudan

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    (arabo: La vittoria è nostra)


    Dati amministrativi
    Nome completo Repubblica del Sudan
    Nome ufficiale جمهورية السودان
    Jumhūriyyat al-Sūdān
    Lingue ufficiali arabo
    Capitale Khartum (1.974.780 ab. / 2005)
    Politica
    Forma di governo Repubblica presidenziale federale de iure (Dittatura militare de facto)
    Capo di Stato Omar Hasan Ahmad al-Bashir
    Indipendenza 1º gennaio 1956, da Regno Unito ed Egitto
    Ingresso nell'ONU 12 novembre 1956
    Superficie
    Totale 1.886.068 km² (16º)
    % delle acque 5,18 %
    Popolazione
    Totale 30.894.000 ab. (31º)
    Densità 16,4 ab./km²
    Geografia
    Continente Africa
    Fuso orario UTC +3
    Economia
    Valuta Sterlina sudanese (dal 9/01 2007)
    PIL (PPA) 87.885 milioni di $ (70º)
    PIL pro capite (PPA) 2.309 $ (2008) (138º)
    ISU (2010) 0,379 (basso) (154º)
    Varie
    TLD .sd
    Prefisso tel. +249
    Sigla autom. SUD
    Inno nazionale نحن جند الله جند الوطن Nahnu jund Allah jund al-watan ("Siamo l'esercito di Dio, l'esercito della patria")
    Festa nazionale 1º gennaio

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    La Repubblica del Sudan (Sudàn; arabo: جمهورية السودان ‎) è uno Stato dell'Africa subsahariana.



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    Il Sudan confina ad est per circa 600 km con il Mar Rosso, l'Eritrea e l'Etiopia, a sud con il Sudan del Sud, ad ovest con il Ciad e la Repubblica Centrafricana e a nord confina con l'Egitto e la Libia.

    In termini di superficie è stato il più grande stato del continente africano, fino all'8 luglio 2011; in seguito all'indipendenza del Sudan del Sud, l'Algeria è diventato lo stato africano con la maggiore estensione geografica. Attualmente il Sudan è una repubblica presidenziale retta però da una giunta militare.

    Il nome deriva dall'arabo Bilād al-Sūdān, che vuol dire "Paese dei Neri", poiché gli arabi così chiamavano i territori confinanti col Sahara meridionale, le cui popolazioni erano appunto di colore. Il nome Sudan in realtà difatti comprende tutta la fascia subsahariana fino al Senegal; lo Stato Sudan attuale prese tale nome come "Sudan anglo-egiziano" nel 1899, per distinguerlo dal Sudan Francese, quello oltre la linea di demarcazione delle zone di influenza. Successivamente all'indipendenza, il Sudan anglo-egiziano scelse di mantenere il nome "Sudan".





    Geografia

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    l Sudan è uno stato situato nella parte nord-orientale dell'Africa.

    Il paese, che ha una superficie pari a 1.886.068 km², si affaccia sul Mar Rosso.
    Morfologia

    Il territorio è per lo più pianeggiante. Il nord è prevalentemente desertico.
    Popolazione

    I sudanesi sono somaticamente assai vari e appartengono a diverse etnie originate dall'unione dei gruppi nilotico, camitico e semitico.

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    Demografia Curva demografica

    Fasce di età:
    0-14 anni: 43.7% (maschi 8.730.609; femmine 8.358.569)
    15-64 anni: 54.1% (maschi 10.588.634; femmine 10.571.199)
    65 e oltre: 2.3% (maschi 490.869; femmine 408.282)
    Tasso di crescita della popolazione: 2.64%
    Mortalità infantile:
    totale: 64.05/1.000
    maschi: 64.8/1.000
    femmine: 63.26/1.000
    Aspettativa di vita: 56,9 anni (uomini) / 59,3 anni (donne)

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    (Tutti i dati si riferiscono a stime del 2004.)
    Censimento 2008 Grafico statistiche popolazione

    Dal 22 al 30 aprile 2008 è stato condotto un censimento nazionale, di cui ancora non sono stati resi noti i risultati, attesi per aprile 2009. Secondo il giornale sudanese al-Sahafa, la città di Khartum sarebbe ormai arrivata a contare cinque milioni di abitanti; il Darfur e il Sudan Meridionale avrebbero rispettivamente circa 7,5 e 8,2 milioni di abitanti, ovvero complessivamente circa il 40% della popolazione nazionale. I sud sudanesi che ancora vivono come sfollati in Nord Sudan sarebbero circa 500 000. Le autorità del Sudan Meridionale hanno detto di non essere disposte a prendere in considerazione «nessun conteggio che non certifichi che gli abitanti del Sud Sudan siano un terzo della popolazione dell'intero paese».

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    Lo svolgimento del censimento - il primo dopo la guerra civile scoppiata nel 1983 e conclusa nel 2005 ed anche il primo effettuato contemporaneamente in tutto il Sudan - è stato particolarmente complicato, a causa sia delle difficoltà logistiche sia delle molte situazioni di tensione, in particolare nei campi di sfollati in Darfur. Nonostante questo, Abd al-Baqi al-Kaylani, presidente del comitato incaricato della valutazione del censimento, ha dichiarato che osservatori internazionali hanno complessivamente convalidato il censimento stesso.

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    Etnie

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    Le principali etnie di origine nilotica sono:

    dolicocefali, gli Scilluc, i Dinca, i Nuer, i Lokuto
    mesocefali, i Nuba, i Fungi, i Bongo, i Nittu, i Madi,
    gli Agnuak, i Bari e le popolazioni del Darfur, i Belanda e i Luo, detti per errore anche Jur
    alcune tribù di origine nilotica come gli Acholi, i Lango, i Gialuo si sono stanziate in Uganda e in Kenya.

    A partire dal Medioevo, con il sopravvento arabo, queste popolazioni autoctone nere si sono mischiate con le popolazioni camitiche e semitiche con pelle più chiara e tipo somatico simile al mediterraneo.

    Esistono anche delle etnie nere di origine non nilotica che sono gli azandè, soprannominati Niam-Niam.

    Le popolazioni del Darfur si suddividono in quattro etnie più numerose: Zagawa, Mazalit, Tama e Fur (da cui il nome: Dar = sede + Fur); esistono poi molte altre etnie meno numerose.





    Il primo anno del Sud Sudan
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    Il Paese festeggia l'indipendenza dal Sudan, proclamata il 9 luglio 2011, ma in mezzo a un sacco di guai



    Oggi il Sud Sudan festeggia il primo anno di indipendenza dal Sudan: venne sancita il 9 luglio 2011 dopo un referendum in cui il 99 per cento dei votanti si era detto favorevole alla secessione. Il Sud Sudan è il paese più giovane al mondo, nato dopo una guerra civile con il nord durata dal 1983 al 2005 che ha causato due milioni di morti. Nel 2005 vennero firmati gli accordi di pace tra il governo di Khartoum e l’esercito di liberazione del Sudan che garantivano, tra le altre cose, un referendum sull’indipendenza.




    (È nato il Sud Sudan, le foto dei festeggiamenti)



    Il Sud Sudan ha territori fertili e soprattutto molte riserve petrolifere ma è un paese molto povero: deve ancora riprendersi dalla lunga guerra civile e dalla totale assenza di investimenti e sostegno da parte del governo centrale di Khartoum. A un anno dall’indipendenza il paese, guidato dal presidente Salva Kiir, non è riuscito a risolvere gran parte dei suoi problemi. La povertà e la corruzione del governo e dell’amministrazione sono problemi molto gravi, tre persone su quattro sono analfabete, c’è un unico ospedale per circa otto milioni di abitanti, la percentuale di mortalità legata al parto è tra le più alte dell’Africa e ci sono solo 300 chilometri di strade asfaltate, pur essendo il territorio vasto quanto la Francia. I rapporti con il Sudan sono ancora difficili e potrebbe scoppiare un conflitto in ogni momento: in particolare i due Paesi litigano sulla spartizione della ricca regione petrolifera Abyei, che si trova al confine tra i due stati. Gli scontri – che si sono intensificati in aprile – hanno bloccato gran parte della produzione di petrolio in Sud Sudan, provocando una nuova crisi economica e facendo aumentare i prezzi del cibo e del carburante.


    Inoltre il governo del Sud Sudan – dominato dalle etnie Nuer e Dinka – dovrà combattere i ribelli separatisti, la frammentazione tribale della società e creare uno stato inclusivo nei confronti delle altre minoranze etniche. Dovrà anche decidere se attribuire la cittadinanza ai nomadi che abitualmente si spostano da nord a sud nell’arco dell’anno, combattere i militanti islamisti – il Sud Sudan è a maggioranza animista e cristiana contrariamente al nord islamista – e gestire i conflitti tra le tribù nomadi. Tra la fine del 2011 e l’inizio del 2012 il governo non è stato infatti in grado di affrontare una guerra tribale che ha ucciso 900 persone: l’esercito è stato criticato duramente anche dalle Nazioni Unite per non essere stato in grado di difendere i civili.





    Khartum



    città
    لخرطوم al-Kharṭūm

    Dati amministrativi

    Stato (wilāya) Khartum
    Territorio

    Altitudine 382 m s.l.m.
    Abitanti 639 598 (2008)
    Altre informazioni
    Fuso orario UTC+3




    Khartoum
    Khartum o Khartoum (arabo: الخرطوم, al-Kharṭūm) è la capitale del Sudan. La città è collocata nel centro-est del paese, nel punto in cui si uniscono Nilo bianco e Nilo azzurro, quindi è un nodo commerciale, grazie alla comunicazione fluviale che però è ostacolata dalle numerose cateratte che si incontrano discendendo il fiume verso l'Egitto. Essa è il polo economico della nazione, importante centro amministrativo e nodo di comunicazioni; inoltre è la più estesa area urbana del paese. L'area metropolitana di Khartum, che si compone anche delle città satelliti di Omdurman e Khartum Nord, ha una popolazione di 5.274.321 abitanti.



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    khartoum
    Etimologia

    Il nome Khartum deriva dalla parola araba al-khartūm الخرطوم, ovvero punta di proboscide, probabilmente in riferimento alla forma della penisola che si trova presso la confluenza dei due Nili.

    Storia


    Khartum venne fondata nel 1821 da Ibrahim Pascià, figlio di Mehmet Ali, reggente d'Egitto. Presto da piccolo avamposto militare divenne un centro commerciale di importanza regionale e, successivamente, capitale della provincia del Sudan. Nel 1884 le truppe del Mahdi Muhammad Ahmad assediarono Khartum e, una volta conquistata, massacrarono la guarnigione anglo-egiziana ed il suo comandante Charles George Gordon. Il 3 settembre 1898 gli inglesi, guidati Horatio Herbert Kitchener, sconfissero le forze mahdiste nella battaglia di Omdurman. L'anno seguente divenne capitale del Sudan Anglo-Egiziano. Nel 1956 fu proclamata capitale del Sudan indipendente. Nel 1973 i terroristi palestinesi di Settembre Nero uccisero l'ambasciatore americano assieme ad un altro statunitense ed un belga. Nel corso degli anni '70 ed '80 affluirono in città migliaia di profughi da paesi vicini devastati da guerre civili come il Ciad, l'Etiopia, l'Uganda e l'Eritrea. Giunsero in seguito anche moltissimi rifugiati da aree interne del paese come il Sud Sudan e il Darfur.
    Cultura

    Il principale museo cittadino è il Museo Nazionale del Sudan.
    Istruzione

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    La città è sede dell'Università di al-Khartum (fondata nel 1902 col nome di Gordon Memorial College e rinominata nel 1956 Università di Khartum), e di un distaccamento di quella del Cairo.
    Trasporti

    L'Aeroporto Internazionale di Khartoum è il principale aeroporto cittadino e nazionale. Costruito in un'area periferica, oggi si trova pressoché nel centro della città, pertanto è stata decisa la costruzione di un nuovo aeroporto presso Omdurman.
    Cinema

    La vicenda dell'assedio di Khartum e della morte di Gordon vennero trattate nel film di Robert Ardrey Khartoum.

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    dal Web!!!!!

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    Porto Sudan

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    Dati amministrativi
    Stato
    Sudan

    Stato (wilāya)
    Mar Rosso

    Territorio
    Altitudine
    13 m s.l.m.

    Abitanti
    489 275 (stima 2007)
    Altre informazioni
    Fuso orario
    UTC+3


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    Porto Sudàn ( in arabo بورتسودان) è una città del Sudan (459.101 abitanti dati del 2005) che si trova sulle rive del Mar Rosso.
    È l'unico porto commerciale del paese ricevendo gran parte dei prodotti in arrivo od in partenza ed è il capoluogo della provincia sudanese di Al-Bahr al-Ahmar. Da lì si esportano principalmente bovini, ovini, cuoio, pelli, gomma arabica e cotone.

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    Port Sudan è una città di recente fondazione, nata ad opera degli inglesi nel 1905 che la utilizzarono per le esportazioni, oltre che del cotone, di sesamo e di sorgo.

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    Successivamente si ingrandì grazie alla sua prossimità alla barriera corallina ed alle sue larghe spiagge che ne fecero un'attrazione turistica.

    Nelle sue vicinanze sono stati trovati giacimenti petroliferi.

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    La città è dotata di un aeroporto internazionale, le sue vicinanze sono rappresentate da zone desertiche. La sua distanza dalla capitale del paese Khartum è di 675 chilometri.

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    da wikipedia foto dal web!!!
     
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  3. tomiva57
     
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    grazie arca
     
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  4. arca1959
     
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    Juba (Sudan del Sud)
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    Dati amministrativi

    Stato Sudan del Sud

    Governatorato Equatoria Centrale

    Territorio Altitudine 550 m s.l.m.

    Abitanti 163 442 (2005)

    Altre informazioni - Lingue inglese


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    Localizzazione


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    Giuba (in inglese Juba, in arabo: جوبا) è la capitale del Sudan del Sud; la città ha ottenuto questo status da quando il 9 luglio 2011 il paese si è reso indipendente dal Sudan. La città si trova nella contea di Giuba, di cui è la capitale ed è anche la capitale dell'Equatoria Centrale, il più piccolo dei dieci stati del Sud Sudan. Giuba è un porto fluviale sulle rive del Nilo Bianco. Parte del suo territorio forma il Parco nazionale di Bandingilo.
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    Popolazione

    Nel 2005 la popolazione di Giuba era stimata in 163.442 abitanti. Il 5º censimento sudanese ha avuto luogo nell'aprile/maggio 2008, ma i risultati sono stati contestati dal Sudan del Sud. La città ha una delle più grandi crescite demografiche ed economiche al mondo: infatti Giuba si sta sviluppando molto rapidamente grazie ai proventi del petrolio e agli immigrati cinesi che raggiungono il Paese africano in cerca di lavoro. Nel 2011 la popolazione della città di Giuba è stimata approssimativamente in 372.410 persone.
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    Anno Popolazione
    1973 (censimento) 56.737
    1983 (censimento) 83.787
    1993 (censimento) 114.980
    2005 (stima) 163.442
    2006 (stima) 250.000
    2011 (stima) 372.410



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    Juba



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    Donne in marcia per la pace



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    I bambini partecipano alle prove per le celebrazioni in piena indipendenza Juba del Sud Sudan.



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    JUBA - Una nuova statua del defunto John Garang, che ha guidato movimento di liberazione del sud durante la guerra civile in Sudan, è stato presentato durante le celebrazioni dell'indipendenza il 9 luglio.



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    Juba, Sud Sudan
    Militari sudsudanesi amputati partecipano alla parata per il primo anno di indipendenza del Sud Sudan





    da.....wikipedia foto dal web!!

    Edited by arca1959 - 12/7/2012, 20:26
     
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  5. arca1959
     
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    Darfur

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    Le tre province che compongono il Darfur in Sudan



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    Bandiera del Regno del Darfur dal 1898 al 1916




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    Il Darfur (arabo: دار فور, Dār Fūr, ossia "paese dei Fur") è una delle 9 province storiche (mudīriyyāt) del Sudan, situata nella parte occidentale del Paese, nel deserto del Sahara. È in maggioranza abitato da popolazioni musulmane, come nel resto del nord della nazione. Il territorio è oggi suddiviso in tre Stati (wilayat): Darfur occidentale (Gharb Darfur), con capitale Al Junaynah, Nord Darfur (Chamal Darfur), con capitale Al Fashir e Sud Darfur (Djanub Darfur), con capitale Nyala.
    Islamizzato nel XIV secolo, il sultanato indipendente del Darfur raggiunse la massima potenza tra la fine del XVII ed il XVIII secolo. Inglobato nell'Egitto nel 1874, per questo motivo sostenne il movimento mahdista, da cui poi si allontanò, ottenendo alla sua sconfitta, nel 1898, una certa indipendenza, persa nel 1916 ad opera dei britannici che deposero l'ultimo Sultano, ʿAlī Dīnār a causa del fatto che questi si era schierato a fianco dell'Impero ottomano durante la prima guerra mondiale. Da allora ha condiviso la storia del Sudan.




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    Geografia
    Il Darfur copre una superficie di 493 180 km². Gran parte del territorio è formato da un altopiano. Il centro della regione è montagnoso, dominato dal monte Marra (Jebel Marra) che raggiunge i 3088 m s.l.m.; il nord del paese è coperto di dune sabbiose, mentre il sud è dominato dalla savana e gode di precipitazioni medie annue di 700 mm, concentrate da giugno a settembre (i raccolti sono a novembre). Il Darfur fa parte del Sahel e ne condivide la progressiva desertificazione. Sono stati scoperti giacimenti di petrolio.
    La popolazione è stimata in circa 6 milioni di abitanti, in grande prevalenza rurali. Sono nomadi e allevatori di lontana origine araba e arabofoni (Baggara, Abbala) al nord e agricoltori stanziali neri e non arabofoni (Fur, Zaghawa, Masalit) al sud. I centri principali sono Al Fashir e Geneina.

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    Conflitto

    Desertificazione, conflitti in Ciad e nel Sud Sudan, unite soprattutto alla scoperta di petrolio (i maggiori giacimenti del Sudan sono in Darfur), hanno generato ed alimentato il conflitto sin dagli anni ottanta.
    Dal 2003, il Darfur è teatro di un feroce conflitto che vede contrapposte la locale maggioranza nera della popolazione, composta da tribù sedentarie, e la minoranza nomade originaria della Penisola arabica, che costituisce maggioranza nel resto del Sudan. Quest'ultima, dai primi del XXI secolo, è stata appoggiata dal governo centrale (a stragrande maggioranza araba), a sua volta accusato di tollerare le feroci scorribande dei Janjawid (letteralmente "demoni a cavallo", reclutati fra gli Abbala). I contrasti fra popolazioni nomadi e sedentarie (tutte peraltro di religione islamica) nella regione del Sahel risalgono alla notte dei tempi ma non sono quasi mai tracimati fino ai tempi più recenti in atti di aperta e violenta ostilità e sono dovuti al diverso utilizzo delle scarse risorse naturali disponibili da parte di questi gruppi. Tuttavia dal 1985, e ancor di più dal 2002, il governo centrale ha strumentalizzato queste controversie - ingigantite da una crescente e drammatica siccità e dalla conseguente carestia - per fini politici, in particolare allo scopo di reprimere i movimenti autonomisti sorti fra le tribù stanziali. Il governo ha quindi tollerato, e in parte sostenuto, gli attacchi dei Janjawid. I sedentari hanno risposto costituendo a loro volta dei gruppi armati, come il Movimento per la Liberazione del Sudan (principalmente composto da Fur e Masalit) e il Justice and Equality Movement (Movimento per la Giustizia e l'Uguaglianza), legato a una corrente islamista fuoriuscita dal governo centrale (principalmente composta da Zaghawa).

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    Alcuni mettono il conflitto in relazione alla questione degli approvvigionamenti petroliferi. Il Darfur e il Sudan in generale sono una delle zone col più basso reddito pro-capite dell'Africa, ma al contempo fra le più ricche di materie prime. La China National Petroleum Corporation (CNPC) di Pechino, compagnia petrolifera a controllo pubblico, importa dal 65% all'80% dei barili prodotti ogni giorno nel Paese, ed una quota pari all'8% delle importazioni cinesi di petrolio.

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    Reazioni

    Manifestazione a Roma (2007) per sensibilizzare sulla questione del Darfur
    In Europa, il movimento Sauver Le Darfour mobilita i cittadini europei.
    Nel maggio 2006 è sorto in Italia un movimento on-line per la promozione dei diritti umani in Darfur, Italian Blogs for Darfur, che propone un appello alle maggiori emittenti televisive italiane, affinché venga dato ampio spazio all'informazione sul Darfur. Il 29 aprile 2007, a Roma, Italian Blogs for Darfur ha promosso e organizzato, con il contributo di altre associazioni e movimenti politici giovanili, il primo Global Day for Darfur in Italia, giunto alla terza edizione nel resto del mondo, per chiedere un impegno dell'Italia per la risoluzione del conflitto in Darfur e più informazione. Secondo uno studio condotto da Medici senza Frontiere e Osservatorio di Pavia, infatti, nel 2005 solo un'ora è stata dedicata all'informazione sul conflitto in Darfur.
    Il 21 giugno 2007 è stato pubblicato Make some noise - The international campaign to save Darfur, un album discografico in cui grandi esponenti della musica internazionale interpretano alcuni classici del repertorio di John Lennon. I diritti delle canzoni di John Lennon sono stati donati da Yoko Ono, che ha offerto tutte le royalty delle edizioni per la campagna di Amnesty International a favore della popolazione martoriata del Darfur.

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    Bakhita
    Il Darfu e la terra dove a dato i natali a Santa Giuseppina Bakhita (Olgossa, 1869 – Schio, 8 febbraio 1947) è stata una religiosa sudanese appartenuta alla Congregazione delle Figlie della Carità; papa Giovanni Paolo II l'ha proclamata santa il 1º ottobre 2000




    Nyala (Sudan)

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    Dati amministrativi

    Stato Sudan

    Stato (wilāya) Sud Darfur

    Abitanti 565 734 (2007)

    Altre informazioni
    Fuso orario UTC+3


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    Nyala (nella lingua locale - il Daju - significa "il posto dei pettegolezzi o teatro") è la capitale del Sud Darfur nella parte occidentale del paese del Sudan. Si trova ad un'altezza di 673 metri nella regione storica del Darfur. Nyala a ben connessa alla rete ferroviaria e stradale del Sudan e possiede un piccolo aeroporto. Possiede inoltre industrie per la lavorazione del cibo, nel settore tessile e di pelli. Nyala è un centro dove si produce la gomma arabica ed ha succursali della Agricultural Bank of Sudan e della Peoples Cooperative Bank.

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    Aeroporto di Nyala
    Nyala era il quartier generale dell'Impero Daju il quale finì alla fine del XV secolo e predominava nella zona del Jebel Um-Kurdos, come riferito dal sultano Daju Kassi Furok che morì a Dar Sila. Quando i Britannici conquistarono il Sudan essi chiesero consiglio al Sultano Adam Suleiman su dove staibilire il loro quartier generale ed egli gli consigliò questa città. Ci sono molti siti archeologici in questa zona (vedi anche UNESCO General History of Africa, & Arckell, A.J. History of Darfur 1200-1700 A.D. SNR) che non sono stati catalogati e sono nelle località di Nari, Kedingnyir, Dobo, Colline Simiat, Jebel Keima, Kalokitting, Jebel wara e tutto il Jebel Marra. Il campo profughi dei rifugiati dal Conflitto del Darfur si trova nella parte sud della città e si chiama Kalma, le persone ospitate sono migliaia. Nella città vi si trova anche l'Amel Centre, un centro di riabilitazione e di cura per le persone vittime di torture di guerra, esso è diretto dall'ex Segretario Generale dell'ONU Kofi Annan e da Mossaad Mohamed Ali Mossaad, i quali sono stati premiati con il Olof Palm Prize per le loro attività svolte in questo centro.

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    Al-Fashir
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    Dati amministrativi

    Stato Sudan

    Stato (wilāya) Nord Darfur

    Territorio

    Abitanti 264 734 (2006)

    Altre informazioni
    Fuso orario UTC+3


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    Al-Fāshir (arabo: الفاشر‎) è la capitale del Nord Darfur, Sudan, nel nord-ovest del paese, nella regione del Darfur, 195 km nord-est di Nyala.
    Storica stazione di sosta per le carovane, Al-Fāshir si trova ad un'altezza di 700 metri. Città dotata di un mercato di frutta e verdura, coltivate nelle aree circostanti, al-Fāshir è connessa tramite una strada sia a Umm Kaddada, sia ad al-Junayana.

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    Storia
    Nel tardo XVIII secolo, ʿAbd al-Rahmān al-Rāshed fondò la capitale del suo sultanato e il suo palazzo proprio in questa città. La città del Darfur si sviluppò tutta attorno al suo palazzo..
    La città fu visitata da Amelia Earhart mentre cercava di fare il suo giro attorno al globo terrestre..
    La popolazione di al-Fāshir nel 2001 era di 178.500 abitanti.
    A causa della vicinanza coi campi-profughi della guerra di Abu Shuk e di al-Salām, grazie agli aiuti delle Nazioni Unite conobbe un boom economico e demografico. I prezzi degli affitti e quelli della vendita al dettaglio aumentarono, insieme a quelli dell'acqua imbottigliata e delle pizzerie, per provvedere a fornire cibo e bevande ai lavoratori delle organizzazioni umanitarie occidentali. Il numero delle stazioni di servizio nelle quali potersi rifornire di benzina è triplicato per via dell'aumentata quantità di automobili in città. La disponibilità di posti di lavoro è aumentata visto che le Nazioni Unite offrirono posti di lavoro ai cittadini. L'economista Adam Ahmed proclamò che "... le persone di al-Fāshir stanno incominciando a pensare, come uomini d'affari..." per trarre il maggior profitto dalla loro situazione.

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    Il mercato di El Fasher, capitale del Nord Darfur, Sudan. Donne sudanesi a cavallo degli asini e con indosso la tradizionale abito femminile sudanese - il tobe.



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    Geneina (Al Junaynah)
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    Dati amministrativi
    Stato Sudan

    Stato (wilāya)
    Darfur Occidentale

    Abitanti
    200 000
    Altre informazioni
    Fuso orario UTC+3

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    Geneina (anche chiamata Al Junaynah in arabo الجنينة‎, traslitterato il piccolo giardino) è la capitale dello stato Sudanese del Darfur Occidentale.

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    Kassala
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    Stato di Kassala Stato
    Popolazione (2008) • Totale 419.030


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    Kassala (italiano: Cassala) è la capitale dello stato di Kassala nella parte orientale del Sud Sudan. La sua popolazione 2008 è stato registrato per essere 419.030. Si tratta di una città di mercato ed è famosa per i suoi frutteti. Era un ex hub ferroviario, tuttavia, a partire dal 2006 non vi era alcuna stazione ferroviaria operativa in Kassala e gran parte della pista che porta da e per la città è stato recuperato o caduti in rovina. Kassala posizione lungo la principale Khartoum, Port Sudan autostradale rende un importante centro commerciale.



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    Storia

    La città è stata originariamente creata come un campo militare per i soldati ottomani del viceré egiziano Muhammad Ali nel 1840 durante la sua offensiva militare in Sudan. Nel 1885, Kassala è stato successivamente catturato dai Mahdisti. Nel 1894, dopo la battaglia di Kassala gli italiani conquistarono la città. Nel 1897, il Regno d'Italia tornò Kassala al Regno d'Egitto. Nel 1899, Kassala cadde sotto la competenza del Sudan Anglo-Egiziano fino all'indipendenza sudanese nel 1956.
    nel luglio 1940, durante la campagna dell'Africa orientale, le forze italiane avanzavano da Africa Orientale Italiana forzato una piccola guarnigione britannica di ritirare dal Kassala.


    Gli italiani poi occupata la città con una brigata di dimensioni unità. A metà gennaio 1941, gli italiani si ritirarono dalla città e di una guarnigione britannica restituita.


    Nel 1956, il Sudan anglo-egiziano divenne la Repubblica del Sudan. Dal 1960, la città è stata meta di un gran numero di rifugiati etiopi ed eritrei in fuga da conflitti e guerre. Fin dall'inizio della Seconda guerra civile sudanese nel 1980, è stata anche rifugio di sfollati interni sudanesi in fuga i conflitti nella regione dei Monti Nuba, e il sud e ovest del paese. Circa 160.000 di questi sfollati stabilirono nella periferia della città.

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    stato attuale


    La regione di Kassala ora ha un tasso di mortalità infantile doppio rispetto a quello della regione del Darfur .
    La città è sede di Kassala University, un'università pubblica, istituita nel 1990 per sostituire la University East, e un'istituzione importante per lo sviluppo nella parte orientale del Sudan.


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    Wadi Halfa
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    Dati amministrativi
    Stato
    Sudan

    Stato (wilāya)
    Nord

    Territorio Abitanti 15 725 (2007)
    Altre informazioni
    Fuso orario UTC+3


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    Wadi Halfa (in arabo: وادي حلفا) è una città del Sudan del nord, sulle rive del lago Nasser (che in Sudan viene chiamato anche Lago Nubia). La città ha una popolazione di 15.000 abitanti (2005).





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    Storia

    Anticamente segnava il confine tra l'Alto Egitto e la Nubia; la località conserva numerose testimonianze archeologiche, tra cui una stele attribuita a Cheope; è stata sede di diversi scavi archeologi, soprattutto durante la costruzione della Diga di Assuan.
    La città moderna fu fondata nel XIX secolo, ed è nota soprattutto per essere stata il quartier generale (tra il 1895 ed il 1898) del Regno Unito durante la guerra contro il ribelle sudanese Muhammad Ahmad, che si era proclamato Mahdi.
    La linea ferroviaria fino al fiume Nilo fu usata a partire dal 1897 per esigenze militari; si estende, via Atbara, fino ad Al Ubayyid (chiamata anche El Obeid, dalla pronuncia inglese) ed a sua volta verso il Sudan dell'est e dell'ovest.
    Durante la Seconda guerra mondiale, Wadi Halfa fu un avamposto degli Alleati in Africa.

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    Lago Nasser presso Wadi Halfa. Nel 1963 con l'ultimo innalzamento della diga di Assuan il lago Nasser ha raggiunto l'attuale massima estensione. La vecchia Wadi Halfa è stata sommersa dalle acque del lago.


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    Attualità
    La città odierna presenta diverse industrie, tra cui un allevamento di pesci cinese. Gran parte della città si è trasferita dopo la costruzione della Diga di Assuan.

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    Wadi Halfa, Sudan, 52,8 °C
    Wadi Halfa è una valle che si trova nel nord del Sudan, al confine con il deserto nubiano. Nei mesi estivi la temperatura media si aggira intorno ai 42 gradi centigradi. Trovandosi sulla strada che unisce Sudan ed Egitto, Wadi Halfa è anche un importante centro commerciale.



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    Foto dal Sud Sudan
    Un reportage dal paese più giovane del mondo: ha appena compiuto un anno, ma ha ancora moltissimi problemi
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    Pochi giorni fa, il 9 luglio, il Sud Sudan ha festeggiato il primo anniversario della sua indipendenza, ottenuta attraverso un referendum popolare e riconosciuta dall’assemblea delle Nazioni Unite. Dopo un anno però la situazione nel paese non è per niente buona. Le foto di Paula Bronstein, fotografa di Getty Images, mostrano la realtà quotidiana della gente che vive nella capitale, Juba, tra scatti ripresi al mercato, nelle classi di una scuola o per le strade, spesso molto polverose.
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    Una strada non cementata di Giuba.
    Uno studente universitario sudsudanese, che ha pubblicato un articolo sul Guardian in occasione dell’anniversario dell’indipendenza del suo paese, ha sottolineato come i problemi di sovrappopolamento, di corruzione e di mancanza di lavoro stiano facendo velocemente peggiorare le condizioni di vita a Juba. Francis Morri, lo studente di Juba, scrive che il governo si sta comportando bene, ma soltanto a parole, e che nulla sta cambiando per il meglio:
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    Un paziente nel letto dell’ospedale di Giuba, in cui mancano spesso garze e medicinali.
    «Quasi tutto a Juba sta aumentando di prezzo, e abbiamo un sacco di mezzi governativi e delle organizzazioni non governative che causano tantissimo traffico e intasano le strade, che ormai sono sempre piene durante il giorno. La frutta, per esempio, è diventata un lusso. Di solito potevo comprare una mela per cinquanta centesimi di dollaro, mentre ora, la stessa mela, costa 2 dollari.
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    Una mototaxi si fa strada tra la spazzatura che riempie la strada di un mercato cittadino di Giuba.
    Non ci sono leggi che proteggono i giornalisti, quindi dobbiamo stare molto attenti a quello che scriviamo. La qualità dell’informazione non è affatto buona, questo perché i giornalisti sono pagati pochissimo e non sono affatto incoraggiati nel loro lavoro. Al momento abbiamo ancora soltanto la televisione di stato. Non abbiamo emittenti private, anche se c’è un canale che sta provando a cominciare le trasmissioni. Speriamo, perché questo potrebbe riequilibrare l’informazione.»
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    Una donna con il proprio bambino in bracci durante la spesa al mercato cittadino.
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    Una famiglia povera cerca di guadgnare qualcosa vendendo frutta al mercato.
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    Una giovane donna tiene in braccio il proprio figlio in attesa di una visita medica.
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    Una madre cucina la cena per la sua famiglia utilizzando un piccolo fornello da campo.
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    Lavori in corso in una delle strade principali della città, il governo sta investendo molto sulle infrastrutture cittadine.
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    Una donna spacca delle pietre per pochi dollari al giorno.
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    Una donna porta l’acqua a casa, mentre nel cielo si vede un arcobaleno.
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    Un mototassista aspetta il suo prossimo cliente vicino a un mercato cittadino, a Giuba.




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    Il maratoneta senza nazione alle Olimpiadi di Londra


    È nato nel sud del Sudan durante la guerra civile, la sua famiglia è stata uccisa e lui è scappato negli Stati Uniti: a Londra correrà come "indipendente", e non sarà il solo


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    Oggi il Comitato Olimpico Internazionale ha ufficialmente approvato la partecipazione di Guor Marial alle Olimpiadi come atleta indipendente, di cui ieri il Guardian aveva raccontato la storia, molto particolare. Guor Marial, 28 anni, è un maratoneta nato nel sud del Sudan a metà degli anni Ottanta, all’inizio della guerra civile che è durata per oltre vent’anni – dal 1983 al 2005 – e che ha causato più di due milioni di morti e quattro milioni di dispersi.

    Marial si è qualificato per la prova olimpica della maratona lo scorso mese a San Diego, in California, dove ha fissato il suo primato personale a 2 ore, 12 minuti e 55 secondi. Il suo problema, però, è rappresentato dalla nazionalità. Marial infatti è fuggito dal Sudan all’età di 14 anni, dopo che in un’incursione nel suo villaggio i militari sudanesi gli avevano spaccato la mandibola con il calcio di un fucile e avevano ucciso gran parte della sua famiglia.


    Per partecipare a queste olimpiadi, a Marial era stato proposto di portare i colori del Sudan, visto che la sua vera patria, il Sud Sudan, dichiarata indipendente da appena un anno, non si è ancora dotata di un comitato olimpico nazionale. L’atleta, che ora vive negli Stati Uniti in qualità di rifugiato politico, non ha accettato questa proposta, dicendo che avrebbe offeso la memoria dei propri familiari, e che avrebbe potuto partecipare soltanto come atleta sudsudanese.

    All’agenzia di stampa Reuters, che l’ha intervistato, ha dichiarato: «Nella mia situazione, le conseguenze di una mia eventuale partecipazione come atleta sudanese sarebbero più grandi per me della stessa partecipazione ai giochi olimpici. In questo caso, come atleta, non rappresento soltanto la mia famiglia, ma l’intero Sud Sudan. È una grave responsabilità da portare, ed è molto importante che io prenda le giuste decisioni.»

    Per ovviare all’impossibilità di partecipare, l’organizzazione non governativa Refugees International (RI) ha ufficialmente chiesto al Comitato Olimpico Internazionale (CIO) che a Guor Marial venisse accordato lo status di “atleta indipendente”, un particolare profilo che garantisce la partecipazione alle Olimpiadi anche agli atleti la cui nazione, per diverse ragioni, non è dotata di un comitato olimpico. Gli atleti considerati come “indipendenti” non possono partecipare agli sport di squadra e partecipano sotto la bandiera olimpica, che sventola nel caso dovessero vincere delle medaglie.

    Non è la prima volta che questo accade. Era già successo nel 1992, quando la decisione riguardò gli atleti della Federazione Yugoslava e della Macedonia, ma anche nel 2000, per gli atleti di Timor Est. E Guor Marial non sarà neppure il solo a competere alle Olimpiadi di Londra con questo particolare status: insieme a lui faranno parte del gruppo di atleti indipendenti anche 3 atleti delle Antille Olandesi, disciolte nel 2010, i quali si sono rifiutati di competere con i colori dell’Olanda.



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    Facce e storie del Sud Sudan
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    Un giovane bovaro della tribù Dinka Rek posa per un ritratto in un villaggio della contea Wunlit, al confine tra due regioni del Sud Sudan, dove il furto di bestiame è comune. Si è decorato il viso con cenere di sterco di mucca, che viene bruciato durante la notte per tenere lontane le zanzare. È uso comune coprirsi il volto con la cenere durante il rituale di pulizia dei capi di bestiame che viene effettuato ogni mattina.
    (AP Photo/Pete Muller)
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    Un giovane bovaro della tribù Dinka Rek posa per un ritratto in un villaggio della contea Wunlit, al confine tra due regioni del Sud Sudan, dove il furto di bestiame è comune. Quest’uomo, insieme ad altri, il 22 aprile ha reagito violentemente a un furto di mucche da parte di una tribù vicina: tre persone sono morte e molte altre sono state gravemente ferite.
    (AP Photo/Pete Muller)
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    Un giovane bovaro della tribù Dinka Rek posa per un ritratto in un villaggio della contea Wunlit, al confine tra due regioni del Sud Sudan, dove il furto di bestiame è comune. Quest’uomo, insieme ad altri, il 22 aprile ha reagito violentemente a un furto di mucche da parte di una tribù vicina: tre persone sono morte e molte altre sono state gravemente ferite.
    (AP Photo/Pete Muller)
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    (AP Photo/Pete Muller)
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    Due bovari della tribù Dinka Rek posano insieme per un ritratto in un villaggio della contea Wunlit, al confine tra due regioni del Sud Sudan, dove il furto di bestiame è comune. L’uomo a destra regge un corno tradizionale usato per chiamare rinforzi dai villaggi vicini durante i furti di bestiame. Entrambi hanno partecipato agli scontri per difendere le mucche da un furto da parte di una tribù vicina: tre persone sono morte e molte altre sono state gravemente ferite.
    (AP Photo/Pete Muller)
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    Un giovane bovaro della tribù Dinka Rek posa per un ritratto in un villaggio della contea Wunlit, al confine tra due regioni del Sud Sudan, dove il furto di bestiame è comune. Regge un fucile d’assalto AK 47, arma comune nella zona: i bovari più giovani, come lui, hanno spesso l’unico compito di difendere i capi di bestiame dai raid delle tribù rivali.
    (AP Photo/Pete Muller)
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    Un giovane bovaro della tribù Dinka Rek posa per un ritratto in un villaggio della contea Wunlit, al confine tra due regioni del Sud Sudan, dove il furto di bestiame è comune. Regge un fucile d’assalto AK 47, arma comune nella zona: i bovari più giovani, come lui, hanno spesso l’unico compito di difendere i capi di bestiame dai raid delle tribù rivali.
    (AP Photo/Pete Muller)
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    Tre bovaro della tribù Dinka Rek posa per un ritratto in un villaggio della contea Wunlit, al confine tra due regioni del Sud Sudan, dove il furto di bestiame è comune. Questa piccola tribù di allevatori si è radunata intorno all’unico fiume della zona risparmiato dalla siccità di questo periodo: quando il bestiame viene radunato vicino alle scarse fonti d’acqua, i furti aumentano. La mandria dei Dinka Rek è protetta da centinaia di giovani armati.
    (AP Photo/Pete Muller)
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    Una ragazza della tribù Dinka Rek posa per un ritratto in un accampamento di allevatori nella contea Wunlit, Sud Sudan. Sono poche le donne che fanno parte dei gruppi che seguono le mucche, perché i frequenti furti di bestiame costringono a scontri violenti. Il ruolo delle mucche nelle società pastorali è fondamentale: vengono usate come doti, moneta corrente e sono alla base dello stato sociale. La protezione dai furti di bestiame è il principale problema di sicurezza che dovrà affrontare il neonato Sud Sudan.
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    Una sopravvissuta ai massacri dei ribelli allatta il suo bambino a Fangak, Sud Sudan: la sua casa è stata distrutta in seguito all’esplosione di una granata. L’attacco effettuato a febbraio dai gruppi ribelli, capeggiati dall’ex generale George Athor, ha ucciso 241 persone, molte delle quali civili. La popolazione che si trova nell’area degli scontri non ha accesso a servizi basilari come assistenza sanitaria e acqua potabile.
    (AP Photo/Pete Muller)
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    Un sopravvissuto ai massacri dei ribelli: la sua casa è stata distrutta in seguito all’esplosione di una granata. L’attacco effettuato a febbraio dai gruppi ribelli, capeggiati dall’ex generale George Athor, ha ucciso 241 persone, molte delle quali civili. La popolazione che si trova nell’area degli scontri non ha accesso a servizi basilari come assistenza sanitaria e acqua potabile.
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    Un ragazzino scioglie i nodi di una rete da pesca sulla riva del fiume Sobat, nella città di Canal, al momento piena di soldati del sud impegnati in operazioni militari contro il leader dei ribelli George Athor, che non essendo riuscito a ottenere il governo della regione Jonglei ha organizzato un’insurrezione.
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    Un soldato del Sud Sudan si esercita nelle arti marziali, sulla riva del fiume Sobat, nella città di Canal.
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    Deng Choul Padol, capo di una tribù Dinka, fotografato a Khorfulus, Jonglei, Sud Sudan. Dopo aver perso le elezioni per il governo della regione, l’ex generale George Athor ha organizzato una rivolta contro l’esercito del Sud Sudan. La popolazione che si trova nell’area degli scontri non ha accesso a servizi basilari come assistenza sanitaria e acqua potabile.
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    Una scuola a Khorfulus, nella regione Jonglei, è stata attrezzata per ospitare i rifugiati in fuga dagli scontri tra i ribelli dell’ex generale George Athor e i militari. Dopo aver perso le elezioni per il governo della regione, Athor ha organizzato una rivolta contro l’esercito del Sud Sudan. La popolazione che si trova nell’area degli scontri non ha accesso a servizi basilari come assistenza sanitaria e acqua potabile.
    Nella foto: un’anziana di una tribù Dinka.
    (AP Photo/Pete Muller)
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    Piot Parok Ngogo, capo di una tribù Dinka, fotografato a Khorfulus, Jonglei, Sud Sudan. Dopo aver perso le elezioni per il governo della regione, l’ex generale George Athor ha organizzato una rivolta contro l’esercito del Sud Sudan. La popolazione che si trova nell’area degli scontri non ha accesso a servizi basilari come assistenza sanitaria e acqua potabile.
    (AP Photo/Pete Muller)
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    Una scuola a Khorfulus, nella regione Jonglei, è stata attrezzata per ospitare i rifugiati in fuga dagli scontri tra i ribelli dell’ex generale George Athor e i militari. Dopo aver perso le elezioni per il governo della regione, Athor ha organizzato una rivolta contro l’esercito del Sud Sudan. La popolazione che si trova nell’area degli scontri non ha accesso a servizi basilari come assistenza sanitaria e acqua potabile.
    Nella foto: una madre con i figli.
    (AP Photo/Pete Muller)
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    L’uomo che indossa la maschera è un giovane conducente di “taxi da fiume”, le barchette nelle foto.
    (AP Photo/Pete Muller)



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    Sudan: la cucina del deserto
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    Ricca e gustosa; la cucina sudanese riesente delle influenze arabe, egiziane e inglesi. Gli ingredienti principali sono il pesce e la carne, tranne quella di maiale, che è proibita per motivi religiosi.
    Carne e pesce sono preparati sotto forma di arrosto e serviti con verdure di vario tipo, spesso stufate. Tra i piatti più noti, il kebab è la caratteristica carne di manzo o montone rosolata con spezie e servita a sottili listarelle. Diffusissimi il molah, un misto di pezzi di carne e verdura, e il fool, fave fresche o secche, che vengono utilizzate per preparare diversi piatti, tra cui il fool mediammas, zuppa di fave e yogurt. Verdure, carne e pesce sono sempre accompagnate dalla dura, pane di miglio o grano.

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    Tra le ricette tipiche della capitale, Khartoum, ricordiamo lo shorba, una purea di carne di agnello servita con il riso; nome simile ma ingredienti diversi per la shorbet, zuppa a base di lenticchie. La salata maybna, invece, è un’insalata di verdure e formaggio. il cous cous è un piatto di origine berbera, il cui nome indica sia la semola sia il piatto finito, servito con verdura, carne e pesce. Il cous cous viene preparato in un tegame particolare, composto da due parti: in quella superiore viene cotta al vapore la semola, in quella inferiore si prepara il condimento.
    Ampio l’uso delle spezie, come il cardamomo, originario dell’India, il carvi, spesso mescolato con aglio e peperoncino e, e la curcuma, di colore giallo arancio, utilizzata sia per insaporire che per conferire ai piatti un aspetto “colorito”. Per quanto riguarda le bevande, in Sudan sono proibiti tutti gli alcolici. E’ possibile però trovare un’ampia varietà di tè, spesso aromatizzato con l’aggiunta di chiodi di garofano o cannella, e il caffè, chiamato guhwah, preparato tostando i chicchi in una pentola speciale, che viene fatta scaldare sul carbone.
    Quindi, i chicchi vengono macinatiinsieme a chiodi di garofano e altre spezie su ui si versa acqua calda. Dopo qualche minuto di infusione, il caffè ottenuto viene filtrato con uno speciale colino d’erba e versato nelle tazze servendosi della jebena, una caratteristica caffettiera.

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    guhwah


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    Come in tutti i paesi arabi, anche in Sudan si da molta importanza all’ospitalità. Il pasto diventa un momento da condividere con gioia. Di n orma, appena entrati in casa, gli ospiti ricevono un abre o un tabrihana (bevanda analcolica di frutta poco zuccherata) e poi fatti accomodare su cuscini decorati nei pressi di un tavolo basso.
    Il costume arabo di versare acqua da un recipiente per detergere le mani, e raccoglierla in una bacinella di rame, è un importante rituale anche in questo paese.
    Il pranzo comincia con la zuppa, servita in scodelle individuali, che arrivano su un ampio vassoio di rame, riccamente decorato.

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    Kisra



    Dopo che la zuppa è stata gustata, arriva un secondo vassoio con i piatti forti. Possono essere cinque o sei piatti, in cui pescare. Non si usano coltelli o forchette. La maggior parte dei Sudanesi mangia dal piatto comune, usando pezzi dei grandi pani piatti (Kisra o Khubz) per raccogliere i sughi. Fondamentalmente si servono quattro piatti: zuppa, insalata, Shata (piatto condito con pepe forte, rosso) ed il dessert.
    Sudanese Food الطعام السوداني

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    Il Sudan è il più vasto stato africano, situato nel Nord-Est Africa. Lo spazio naturale del Sudan è caratterizzato da foreste tropicali, steppe e savane, ma ci sono anche un sacco di laghi e fiumi nelle zone meridionali, in questa regione, il pesce è il pasto più frequente.
    Cucina sudanese è stato cambia e si evolve a poco a poco, ma la maggior parte dei piatti rimanere semplice e naturale. Gli elementi più comuni sono frumento, manzo e carne di pecora, pomodoro, semi di sesamo (Sudan è un grande esportatore di sesamo) e il riso.
    Un'evoluzione importante è spezie. Le spezie di base, come i peperoni e l'aglio sono stati portati in Sudan dai mercanti arabi e siriani e coloni che fondarono in Sudan durante la dominazione turca. Oltre alle spezie, gli Arabi ha anche introdotto alcune delle verdure e frutta che vengono utilizzati oggi in Sudan, ma sconosciuto in questo paese prima di queste influenze.
    Cucina sudanese ha varie influenze, ma nessuna di esse è dominante delle culture culinarie regionali. Tra questi, vi è la cucina egiziana, l'etiope e quello turco (polpettine di carne, dolci e spezie), ma ci sono anche numerosi piatti che sono specifici per tutte le nazioni arabe.

    Sudanesi Food and Drink


    Mangiare in Sudan è un'esperienza emozionante e ricca. Alimentare in Sudan ha molti stili diversi con migliaia di ottimi ristoranti in tutte le principali città e cittadine del Sudan. Tutti loro sembrano vantare uno chef o un altro, che è buono, ma per la maggior parte di noi che vogliamo scendere a mangiare.
    Inoltre, il cibo a Khartoum e di altre località turistiche sudanesi non si limita alle tradizionali prelibatezze sudanesi. Cucina da tutto il mondo si trovano in Sudan, tra cui asiatica, indiana, mediorientale, e altri gusti internazionali. Catene di fast food sono in aumento in popolarità grazie alla convenienza e il loro stile orientata verso la famiglia.

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    Cibo nella vita quotidiana; -
    La giornata inizia di solito con una tazza di tè. La prima colazione viene consumata in la metà e la tarda mattinata, generalmente composto di fagioli, insalata, il fegato, e il pane. Millet è l'alimento base, ed è preparato come un porridge chiamato asida o un pane piatto chiamato kisra. Le verdure sono preparati in stufati o insalate. Ful, un piatto di fave cotte in olio, è comune, come lo sono manioche e patate dolci. Nomadi nel nord si affidano ai prodotti lattiero-caseari e carne provenienti da cammelli. In generale, la carne è costoso e spesso non consumato. Sheep vengono uccisi per le feste o per onorare un ospite speciale. L'intestino, polmoni e fegato dell'animale sono preparati con peperoncino in un piatto speciale chiamato Marara.
    Cottura avviene nei cortili fuori dalla casa su una griglia di latta chiamato Kanoon, che usa carbone come combustibile

    FOOL+SUDANI


    Abitudini alimentari in occasioni cerimoniali: -
    Al Eid al-Adha, la festa del Grande Sacrificio, è consuetudine di uccidere una pecora, e di dare una parte della carne a persone che non possono permetterselo se stessi. L'Eid al-Fitr, o di rottura del digiuno Ramadan, è un'altra occasione gioiosa, e coinvolge un pasto grande famiglia. Il compleanno del Profeta Maometto è soprattutto festa per bambini, festeggiato con dolci speciali: pupi di zucchero rosa e dolci appiccicosi base di noci e semi di sesamo.

    sudaneseFood


    La religione è una parte molto importante della loro vita e cultura. Ci sono una serie di importanti celebrazioni religiose in Sudan: il Ramadan, Eid al-Fitr, Eid al-Adha, e Natale. Ramadan è un lungo periodo di digiuno (30 giorni), quando la gente non mangiare o bere qualcosa tra l'alba e il tramonto. Ecco perché, quando Ramadan si conclude, sudanesi riferiscono al periodo successivo, Eid al-Fitr, comunemente conosciuta come Eid al-sag'eer (il piccolo Eid). Eppure, di notte, ci sono feste generose e pasti durante il Ramadan, che includono sah'ur, un pasto consumato a tarda notte.



    dal web!!!!
     
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  12. tomiva57
     
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    grande arca!!!! :114.gif:
     
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    Bellissimo Arca!!!!

    veramente un viaggio!!
     
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  14. arca1959
     
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    Grazie Giulia...Grazie Ivana!!!








     
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  15. arca1959
     
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