Un Mondo Piccolo..X Un Amore Grande..

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    La conquista dell’io


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    La conquista più importante nello sviluppo di un essere umano è la coscienza di esistere in quanto tale, di essere una persona autonoma e separata dalle cose circostanti.
    Non si nasce con questa consapevolezza ma ogni bambino è programmato per acquisirla.
    Nei primi tre mesi di vita il bebè non è ancora in grado di sentire dove finisce il proprio corpo e inizia quello della mamma: vive in una simbiosi con lei.

    A partire dai sei-sette mesi l’affinamento della vista gli permette di apprendere che cose e persone sono realtà distinte da lui.
    Nella fase che gli psicologi chiamano “angoscia dell’ottavo mese” si profila la consapevolezza che la mamma non è sempre accanto a lui e che il mondo è pieno di estranei, con le ansie che ne derivano. Ma la conquista del senso di sé, con il tempo, si accompagna al desiderio coraggioso di segnalare agli altri la propria esistenza.

    Alcune considerazioni:

    È importante che il bambino abbia uno spazio tutto suo, fin da piccolissimo: può bastare un angolino riservato della casa. Lo scopo è che qui lui possa allenarsi a “esprimere se stesso” in quanto individuo, giocando liberamente e stando anche per conto proprio.

    Sapere che la mamma è sempre pronta a intervenire fa bene al bimbo e al suo senso di sicurezza. Tuttavia, molti psicologi infantili consigliano di introdurre un piccolo intervallo tra il malumore del piccolo e la risoluzione del suo problema: così non saranno soddisfatte “solo” le sue esigenze materiali, ma anche quelle di dialogo e comunicazione affettiva.

    Il gesto di mettere e togliere il ciuccio dalla bocca ripropone la gratificazione legata al periodo dell’allattamento e, insieme, il rimpianto per la sua perdita, e proprio questo senso di nostalgia rappresenta una conquista importante per il piccolo, perché segnala l’attenuazione del rapporto fusionale con la mamma e, quindi, il rafforzamento della sua identità. Per questa ragione glielo si può lasciare fino ai due o tre anni, ma con moderazione.

    Fino all’anno d’età, il bambino non ha ancora ben chiari i propri “confini” fisici. Perciò qualsiasi forma di contenimento (come le braccia della mamma o la copertina) gli permette di localizzare una linea di demarcazione. Lo stesso vale per gli indumenti, lo aiutano a sentirsi “tenuto insieme”.

    Spesso i bimbi parlano di sé in terza persona: l’uso corretto del pronome personale coincide col momento in cui, oltre ad avere una sensazione corporea di sé, cominciano a formarsi anche una rappresentazione mentale di sé. Per questo, davanti a uno specchio, prima dei 18 mesi difficilmente si renderanno conto che l’immagine riflessa è la loro.

     
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    La sua prima festa di compleanno

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    Il bimbo è ancora troppo piccolo perché in futuro possa ricordarsi la festa del suo primo compleanno. Ma può diventare un'occasione speciale per celebrare in famiglia la crescita del bebè. Ecco le regole per organizzarla, tenendo conto delle sue esigenze.

    Le prime amicizie

    Se per l'occasione si desidera riunire gli amichetti, limitiamo la lista degli invitati: meglio evitare, infatti, le situazioni caotiche. "In genere, un bambino di quell'età vive quasi esclusivamente a contatto con gli adulti. Per questo, può trovarsi impreparato al rapporto con i coetanei", spiega Rosalinda Cassibba, professore ordinario di Psicologia dello Sviluppo e dell'Educazione presso l'Università di Bari. "Spesso si tende a idealizzare le relazioni fra bambini, come se fossero del tutto naturali. In realtà, richiedono una forte capacità di adattamento. Meglio, quindi, non invitare più di tre o quattro amichetti. A questa età i bimbi sono 'egocentrici': non riescono ancora a mettersi nei panni degli altri e a creare quelle piccole mediazioni che consentono di adattarsi l'uno all'altro. Anche per questo motivo non è facile organizzare giochi di gruppo di lunga durata. Alcune attività possono, però, incuriosirli e attirare la loro attenzione: ad esempio, alcuni semplici giochi con una palla, muoversi al ritmo della musica e condividere il momento della merenda. Sempre sotto la supervisione e la guida di un adulto".

    I consigli perché sia "a misura di bimbo"

    "La festa in casa è la soluzione migliore, più familiare e governabile per i genitori. Il momento ideale per organizzarla è l'ora della merenda, subito dopo il pisolino pomeridiano, quando il bambino è tranquillo, riposato e, quindi, meno irritabile", osserva Cassibba. "Per fare in modo che il piccolo percepisca fin da subito che sta succedendo qualcosa di davvero speciale, addobbiamo la casa con tante decorazioni colorate, come palloncini, festoni e ghirlande di carta. Non dimentichiamo di creare, insieme ai giochi di gruppo, situazioni in cui il vero protagonista è il festeggiato. Una di queste può essere scartare i regali: un momento che possiamo rimandare al termine della festa, quando il bimbo, ormai solo, non sarà costretto a 'contendersi' i giochi con i coetanei". I giocattoli migliori per la sua prima festa sono quelli più semplici, che lo stimolano nelle prime scoperte in piena libertà: i giochi troppo complicati, infatti, divertono più i genitori dei loro bambini.



    Articolo di Elisa Fontana

     
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    Di mese in mese, una partecipazione sempre più attiva

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    L'ascolto di una storia non è un'attività passiva per il bambino. Fin dai primi mesi, il piccolo partecipa alla lettura: inizialmente solo con vocalizzi, poi comincia ad allungare le manine, a manipolare il libro, a sfogliare le pagine, a riconoscere personaggi e frasi.

    Un percorso da fare insieme a mamma e papà, che porterà all'amore per la lettura, intesa non come attività didattica ma come piacere. Vediamo quali sono le tappe principali, anche se Alessandra Sila, educatrice e membro del coordinamento nazionale di 'Nati per leggere', sottolinea: "Ogni bambino è diverso, proprio come lo è il suo sviluppo. È importante che la lettura non sia vissuta dai genitori come un'attività per studiare i suoi progressi, ma come un momento piacevole da passare insieme. Per questo non bisogna mai imporre al piccolo di ascoltare una storia, ma rispettare i suoi tempi, i suoi desideri e scegliere il momento migliore per lui".

    0-12 mesi

    Fin dai primi mesi di vita il bimbo ama ascoltare la voce della mamma che racconta, canta o legge. Per lui si tratta di una sorta di coccola sonora, arricchita dal contatto visivo e fisico. È un momento di dialogo affettivo molto intenso, a cui il piccolo partecipa emettendo i primi suoni e vocalizzi. A partire dai 6 mesi l'ascolto diventa ancora più attivo: il bambino afferra il libro e lo porta alla bocca per esplorarlo con tutti i sensi. È importante, quindi, in questa fase scegliere libri in materiali che possono essere manipolati e morsi. Il piccolo è attratto da fotografie e disegni dai forti contrasti cromatici e comincia a capire in che modo funziona un libro.

    12-24 mesi

    Col passare del tempo, il bambino acquista familiarità con i libri e impara a sfogliare le pagine. Riesce a pronunciare molte parole suggerite dalle immagini e le indica con un solo dito. Compie anche i primi tentativi di memorizzare nuove parole e brevi frasi. I genitori si accorgeranno che la sua capacità di attenzione è progressivamente più lunga.

    24-36 mesi e oltre

    Il bambino maneggia correttamente il libro e ha capito la funzione del testo. Ascolta con attenzione la lettura e ricerca autonomamente le immagini che più lo interessano. È già in grado di ripetere brevi storie che gli sono state raccontate più volte. Desidera imitare i genitori e può cominciare a voler "leggere" le storie ai suoi pupazzi o al fratellino. Col passare dei mesi (in genere dopo i 3 anni) sarà pronto per storie più complesse, imparerà ad anticipare la fine del racconto, comprenderà la sequenza delle tavole illustrate e farà domande sul testo. Pian piano, poi, comincerà a distinguere le prime lettere, le prime parole e a inoltrarsi da solo nell'affascinante mondo della lettura.



    Articolo di Monica Gabrielli

     
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    Il primo battito del suo cuoreg54


    battito-fetale

    ecografia







     
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    stelle03

    UN BAMBINO

    Un bambino
    guardò una stella
    e si mise a piangere.
    Allora
    la stella disse:
    "bambino perchè piangi?"
    Allora
    il bambino disse:
    "sei così lontana
    non potrò mai toccarti."
    Allora
    la stella rispose:
    "bambino
    se io non fossi già
    nel tuo cuore
    tu non potresti vedermi."

    John Magliola

     
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    Foto ai bambini, 10 consigli per farle bellissime

    46e87e7f39e47e758a188d18755387dbuniqueidcmcimage1I bambini sono soggetti meravigliosi da fotografare ma non stanno mai fermi ... Come fare? Ecco i trucchi di Barbara Pirovano, fotografa specializzata in foto di bambini.


    Le foto del compleanno sono buie e mosse? I bambini sono soggetti meravigliosi ma difficili. E non amano stare fermi. Neppure qualche secondo davanti all'obiettivo. Per immortalare le occasioni speciali o anche solo le espressioni buffe e tenere delle care pesti, occorre un po' di pazienza e... qualche trucco.

    Se non siete dei maghi dello scatto, non preoccupatevi. In fondo, con una fotocamera digitale, potete anche ricorrere alle impostazioni automatiche senza impazzire. Certo, è indispensabile un minimo di pratica per ottenere buoni risultati con soggetti così difficili (e spesso poco collaborativi!) come i bambini e alcuni accorgimenti per evitare gli errori più comuni.

    Abbiamo chiesto a una fotografa professionista, Barbara Pirovano, specializzata nel settore bambini, di darci il suo parere di esperta.

    Come si può fare belle foto? “È fondamentale rendere il bambino partecipe e incuriosirlo. Naturalmente, l'impatto in studio è più forte che a casa perché l'ambiente è nuovo e inconsueto ma una cosa non cambia: il momento delle foto deve trasformarsi in un gioco divertente e un po' magico.

    E anche se la fotografa è la mamma, la regola è la stessa. Un approccio leggero, però, da solo non basta: ecco i consigli della nostra professionista Barbara Pirovano - che collabora con grandi aziende del mondo dell'infanzia - per fare foto perfette.


    1 - Meglio nel mezzo
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    Per ottenere una buona foto, sicuramente l'inquadratura è tra i primi aspetti su cui concentrarsi. È importante non mettersi troppo vicino al bimbo perché si rischierebbe di deformare l'immagine. Ma neanche stare troppo lontano è una buona idea: lo zoom va sempre usato con moderazione. Naturalmente, molto dipende dall'ottica, per un ritratto, l'ideale è il classico obiettivo da 50 mm - piuttosto comune anche sulle compatte digitali - o 60 mm, massimo 80 mm (usando lo zoom).

    2 - Via le tende!
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    Se avete decine di immagini (oggettivamente!) scure, dove si riconosce quasi a malapena vostro figlio, avete dimenticato una cosa essenziale: non esistono belle foto scattate al buio. Occorre, dunque, prediligere situazioni con tanta luce. A casa, ricordate di aprire le tende (meglio anche le finestre se non è gennaio) per lasciare entrare più luce possibile o accendete tutto quello che è disponibile, fari, piantane, lampadari...

    3 - Mai in piedi
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    Sembrerà banale ma è invece fondamentale la posizione in cui si scatta. Nel caso delle foto a un bambino, l'obiettivo deve sempre essere all'altezza dei suoi occhi così non si deforma l'immagine. Assolutamente da evitare le inquadrature dall'alto verso il basso piegando la macchina o semplicemente le ginocchia. Tra l'altro, quando si sta al livello del piccolo, la foto appare più accattivante e naturale poiché si coinvolge meglio l'irrequieto soggetto.

    4 - Non strafare
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    Una buona regola è quella di avvicinarsi al bimbo, altrimenti si rischia che “entrino” nella foto anche elementi poco gradevoli come il lampione, il bidone della spazzatura o la lavatrice. In altre parole, la nostra professionista Barbara Pirovano raccomanda di “non voler riprendere a tutti i costi il mondo. L'inquadratura deve essere semplice, senza troppe cose e questo vale per gli scatti all'aperto e quelli all'interno”.

    5 - Click a raffica!
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    Un vantaggio del digitale è proprio la possibilità di scattare all'infinito senza sborsare un capitale per lo sviluppo come in passato con la pellicola. Non pensate che bastino un paio di scatti per raggiungere un buon risultato, soprattutto con i bimbi molto piccoli. Armatevi, dunque, di pazienza e scattate: anche i professionisti fanno almeno un centinaio di foto per scegliere poi gli scatti migliori.

    6 - Viva il flash


    0282d8678adb7258e390e4705ed5a619uniqueidcmcimage1Ormai tutte le fotocamere hanno il flash incorporato... Bene, usatelo! È quanto consiglia la nostra fotografa, perché permette di attenuare l'effetto delle tipiche brutte ombre che spesso compaiono sul viso. Ed è utile usare il flash per eliminare questo inconveniente (le ombre) anche quando c'è il sole:

    7 - Niente fronzoli

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    In casa (ma anche fuori) può venire voglia di scegliere uno sfondo: nessun problema, ma deve essere semplice. In caso contrario, non risalta il soggetto e si perde quella particolare impressione, insomma “l'attimo” speciale del bambino.

    8 - Ferme voi!

    ea056356146c27e34235549c577b443funiqueidcmcimage1I bambini si muovono (quasi) in continuazione, voi invece dovete impugnare saldamente la fotocamera, non tremare e, in alcuni casi, trattenere il respiro. Anche se la vostra compatta è dotata di stabilizzatore dell'immagine l'effetto mosso è sempre in agguato. Se vi riesce molto difficile, appoggiate la macchina su un sostegno improvvisato - un tavolo, un muretto, una pila di libri – e aspettate il momento giusto per scattare. Se la macchina è predisposta con l'apposito attacco, ci si può munire di un mini treppiede da viaggio: ne esistono di super pratici e leggeri, intorno ai 300 grammi. Una possibile scorciatoia è poi la modalità automatica “Bambini e animali” (pensata appunto per questi soggetti che non stanno mai fermi), presente ormai su tutti i modelli in commercio.

    9 - Pose addio
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    Non costringete mai il bambino a guardare in macchina, ripetendogli con insistenza: “Guarda la mamma, guarda la mamma, stai fermo!”. Ecco, il modo migliore per innervosirlo e perdere ogni possibilità di una bella foto naturale. È invece indispensabile coinvolgere il bimbo, interessarlo spiegando cosa succede (se è più grande) o con qualche attività per trasformare tutto in un gioco nel caso dei più piccoli.

    10 - Tutti i giorni

    3807687ef1271ba79ce7a10c7840b20buniqueidcmcimage1Se gli accorgimenti per “divertire” vostro figlio davanti alla fotocamera, falliscono, non disperate. Un'ottima alternativa è quella di immortalarlo in situazioni e contesti spontanei, a lui congeniali. Un esempio? Quando mangia un gelato o gioca al parco. L'unico piccolo dettaglio per questo tipo di foto (che vengono quasi sempre bene) è abituarsi a portare sempre con sé la macchina fotografica.


    Foto d'autore
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    Ecco qualche scatto di Barbara Pirovano, prendete ispirazione!!!

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    fonte:nostrofiglio.it

     
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