Filippo Inzaghi

attaccante della Juve - Milan e Nazionale

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    Filippo Inzaghi

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    Dati biografici
    Nome Filippo Inzaghi
    Paese Italia

    Altezza 181 cm

    Peso 74 kg

    Calcio

    Dati agonistici
    Ruolo Attaccante

    Squadra Milan

    Carriera
    Giovanili
    1982-1985
    1985-1991 San Nicolò
    Piacenza

    Squadre di club1
    1991-1992 Piacenza
    2 (0)
    1992-1993 → Leffe
    21 (13)
    1993-1994 → Verona
    36 (13)
    1994-1995 Piacenza
    37 (15)
    1995-1996 Parma
    15 (2)
    1996-1997 Atalanta
    33 (24)
    1997-2001 Juventus
    120 (57)
    2001- Milan
    202 (73)
    Nazionale
    1993-1995
    1997-2007 Italia U-21
    Italia
    14 (3)
    57 (25)
    Palmarès
    Mondiali di calcio

    Oro Germania 2006

    Europei di calcio

    Argento Belgio-Olanda 2000

    Europei di calcio Under-21
    Oro Francia 1994

    Statistiche aggiornate al 13 maggio 2012


    « Non è Inzaghi ad essere innamorato del gol, è il gol ad essere innamorato di Inzaghi. »
    (Emiliano Mondonico)



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    Filippo Inzaghi (Piacenza, 9 agosto 1973) è un calciatore italiano, attaccante del Milan.
    È stato campione del mondo con la Nazionale italiana nel 2006 e, a livello di club, campione d'Europa con il Milan nel 2003 e nel 2007 e campione del mondo sempre nel 2007.
    Nella classifica dei gol segnati nelle competizioni UEFA per club è secondo a quota 70 reti alle spalle di Raúl (77) ed è il miglior marcatore italiano in Champions League con 50 gol realizzati. Inoltre, dopo la doppietta nella finale di Coppa del mondo per club realizzata il 16 dicembre 2007 contro il Boca Juniors, è diventato il primo e sinora unico giocatore ad aver segnato in tutte le competizioni internazionali per club. È il fratello maggiore di Simone, ex attaccante della Lazio e poi allenatore delle giovanili della squadra biancoceleste.


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    Caratteristiche tecniche
    Giocatore estremamente rapido, pur non essendo molto dotato tecnicamente, è noto per la straordinaria abilità nell'approfittare delle disattenzioni degli avversari e per il grande senso della posizione e fiuto del gol, doti che ne fanno uno dei più prolifici attaccanti degli ultimi decenni. Agisce spesso sul filo del fuorigioco.


    Carriera Club

    Gli esordi nel calcio professionistico


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    Inzaghi è cresciuto nelle giovanili del Piacenza, che lo aveva prelevato dodicenne dal San Nicolò, formazione del suo paese natale. Con gli emiliani ha debuttato tra i professionisti il 28 agosto 1991, a 18 anni, nella partita di ritorno del primo turno della Coppa Italia 1991-1992 Piacenza-Modena (1-1). Successivamente ha esordito anche in Serie B nel corso della stagione 1991-1992 giocando due partite, la prima delle quali il 1º dicembre 1991 contro la Casertana nella quale è subentrato nei minuti finali, senza riuscire ad andare in rete.
    Nella stagione seguente è stato ceduto in prestito in Serie C1 al Leffe, dove inizialmente è stato riserva di Maffioletti e Bonazzi. Ha segnato il suo primo gol in carriera il 20 dicembre 1992 contro il Siena e a fine stagione ha totalizzato 21 presenze e 13 reti.
    Nel 1993, a 20 anni, è passato in prestito in Serie B al Verona, dove i tifosi lo hanno ribattezzato Superpippo. Con i gialloblu ha collezionato 36 presenze e 13 reti.
    Nella stagione 1994-1995 è ritornato al Piacenza, dove ha giocato con continuità e ha realizzato 15 gol in 37 presenze, che hanno consentito al club emiliano di passare in Serie A.

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    Parma

    Nell'estate del 1995 è stato acquistato dal Parma. L'allenatore dei ducali, Nevio Scala, ha dimostrato subito fiducia al calciatore, inserendolo nel giro dei titolari, seppur non in pianta stabile. Con i gialloblu ha esordito in Serie A il 27 agosto 1995 in Atalanta-Parma (1-1), prima giornata del campionato 1995-1996.
    Nel mese di novembre, con la riapertura della sessione autunnale di calciomercato, il Napoli aveva trovato l'accordo con il Parma per il prestito con diritto di riscatto di Inzaghi, ma per vari motivi (tra cui alcune dichiarazioni dell'allenatore partenopeo Vujadin Boškov poco lusinghiere nei confronti dello stesso giocatore) la ratificazione dell'accordo era slittata di qualche giorno, consentendo a Inzaghi di giocare la partita di ritorno di Coppa delle Coppe contro l'Halmstad (l'andata finì 3-0 per gli svedesi), in una sorta di partita d'addio alla squadra emiliana. In quella gara Inzaghi ha segnato dopo un solo minuto e il Parma ha vinto per 4-0, riuscendo così a passare il turno. Quella sera Inzaghi è diventato un idolo dei tifosi gialloblu e così il giorno seguente la famiglia Tanzi ha deciso di bloccare il trasferimento dell'attaccante per tenerlo a Parma.
    Il 29 ottobre 1995 ha segnato il suo primo gol in Serie A nella vittoria per 3-2 contro la sua ex squadra, il Piacenza. Pochi mesi più tardi, durante un'amichevole contro i dilettanti del Collecchio, ha subito un infortunio al piede sinistro che è andato a sbattere contro il ginocchio di un avversario; Inzaghi è comunque rimasto in campo anche dopo lo scontro e ha anche segnato un gol prima che l'allenatore lo obbligasse a uscire. La diagnosi ha rilevato la frattura del quinto metatarso e Inzaghi è stato costretto a circa tre mesi di stop.

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    Atalanta

    Nell'estate del 1996 passa all'Atalanta di Ivan Ruggeri e Maurizio Radici che erano già stati i presidenti rispettivamente del Piacenza e del Lecco nel periodo di militanza di Inzaghi.
    Nella stagione 1996-1997 il calciatore piacentino è stato il capocannoniere della Serie A con 24 gol, segnando anche alcune reti su calcio di rigore. Ha inoltre segnato a 15 squadre su 18 del campionato (non hanno subito gol dall'attaccante piacentino solo Parma e Udinese), eguagliando il record di Michel Platini nel campionato 1983-1984.
    Il 9 marzo 1997, in Atalanta-Sampdoria (4-0) valida per la 23ª giornata di campionato, Inzaghi ha segnato la sua prima tripletta in Serie A.


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    Juventus

    Nell'estate del 1997, a 24 anni, è stato acquistato dalla Juventus per 20 miliardi di lire. La sua prima stagione in bianconero è iniziata tra lo scetticismo generale: si diceva che lui e Del Piero formassero una coppia d'attacco troppo leggera. I due hanno risposto con i fatti: Inzaghi ha segnato 27 gol (18 in campionato, 6 in Champions League, uno in Coppa Italia e 2 in Supercoppa italiana) e Del Piero ha fatto ancora meglio di lui. In quella stagione Inzaghi ha vinto la Supercoppa italiana (3-0 al Vicenza con una sua doppietta nella prima partita ufficiale in bianconero) e lo scudetto, conquistato alla penultima giornata grazie alla vittoria casalinga per 3-2 contro il Bologna, partita nella quale Inzaghi ha messo a segno anche una tripletta. In Champions League, invece, la Juventus ha perso in finale ad Amsterdam contro il Real Madrid per 0-1 grazie alla rete di Mijatović, con Inzaghi che è andato anche due volte vicino al gol.
    Nella stagione 1998-1999, in un'annata nella quale i risultati per la Juventus non sono arrivati e l'allenatore bianconero Lippi si è dimesso a febbraio sostituito da Ancelotti, Inzaghi non ha fatto comunque mancare il suo apporto di gol in tutta la stagione, segnando 20 reti e risultando il miglior marcatore della propria squadra. In Champions League i bianconeri sono stati eliminati in semifinale dal Manchester United: nei primi 10 minuti della partita Inzaghi ha realizzato una doppietta, ma gli inglesi sono stati capaci di rimontare e vincere per 2-3.

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    In questa annata Inzaghi ha realizzato 6 gol nella massima competizione europea, fra cui una spettacolare rovesciata al Galatasaray. In campionato invece la Juventus si è piazzata al settimo posto dopo aver perso lo spareggio per l'accesso alla Coppa UEFA contro l'Udinese, accedendo così alla Coppa Intertoto.
    La stagione 1999-2000 si è aperta con la vittoria della Coppa Intertoto anche grazie ai numerosi gol di Inzaghi, autore di 5 reti in semifinale contro il Rostov e 2 nella doppia finale contro il Rennes. In campionato la Juventus è riuscita a rimanere in testa alla classifica per quasi tutto il torneo e Inzaghi ha segnato 15 gol fino a marzo, ma all'ultima giornata i bianconeri hanno perso la partita in casa del Perugia per 1-0 sotto una pioggia incessante e lo scudetto è stato vinto dalla Lazio. Inoltre nel corso dell'annata sono nati dei presunti dissapori con Del Piero, che non riusciva a segnare su azione dopo il suo ritorno dall'infortunio.
    Nella stagione seguente Inzaghi non ha fatto mancare i suoi gol in Serie A (11 reti), dove, dopo una rimonta, la Juventus si è classificata al secondo posto dietro alla Roma, e anche in Champions League (5, tra cui una tripletta all'Amburgo) dove però la Juve è stata eliminata nella prima fase a gruppi. In totale nel corso della stagione ha realizzato 16 gol risultando il miglior marcatore bianconero per il terzo anno consecutivo.

    Milan

    Al termine della stagione Inzaghi è stato acquistato dal Milan per 70 miliardi di lire (40 in contanti più Cristian Zenoni). Ha esordito con la maglia della squadra milanese in occasione della partita della prima giornata di campionato Brescia-Milan (2-2) del 26 agosto 2001 e ha segnato il suo primo gol con i rossoneri nella giornata successiva contro la Fiorentina (9 settembre 2011, 5-2).
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    Ha disputato una prima stagione con alti e bassi a causa di un grave infortunio al legamento collaterale mediale del ginocchio sinistro occorsogli a dicembre in uno scontro con il portiere del Chievo Lupatelli: 10 reti in campionato, ma molte delle quali fondamentali per la rincorsa alla qualificazione alla Champions League dell'anno successivo.
    Molto meglio è andata nella stagione 2002-2003, quando è sceso in campo 30 volte in campionato mettendo la palla in rete in 17 occasioni. Determinante inoltre il suo apporto in Champions League, dove con i suoi 12 gol ha trascinato la squadra fino alla vittoria finale. Un centro per lui anche nella finale di ritorno di Coppa Italia, vinta contro la Roma, dove ha segnato il gol del definitivo 2-2. In totale nell'intera stagione ha realizzato 30 reti.
    Una serie di infortuni alla schiena, al ginocchio, al gomito, ma soprattutto alla caviglia gli hanno precluso la titolarità nelle due annate successive, in cui si è dovuto sottoporre a due delicate operazioni chirurgiche e si è dovuto accontentare di disputare in tutto 43 partite con soli 8 gol.

    Nella stagione 2005-2006, dopo aver recuperato dagli infortuni patiti, ha portato a termine un finale di stagione eccezionale, segnando con i rossoneri 12 gol in campionato e 4 in Champions League, tra cui una doppietta all'Olympique Lione nel ritorno dei quarti di finale, grazie alla quale i rossoneri hanno passato il turno. Le prestazioni convincenti in Italia e in Europa gli sono valse la convocazione da parte di Marcello Lippi nella Nazionale vittoriosa al Mondiale di Germania 2006, dove è riuscito ad andare a segno, contro la Repubblica Ceca, pur avendo giocato solo 33 minuti.
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    Nella stagione 2006-2007 è stato decisivo con il Milan in Champions League, dove ha segnato i gol con i quali la squadra rossonera ha superato il preliminare con la Stella Rossa e soprattutto i due con cui ha vinto la finale di Atene contro il Liverpool, il primo deviando una punizione di Pirlo, il secondo scattando sul filo del fuorigioco su assist di Kaká. Al termine dell'incontro Inzaghi è stato nominato "Man of the match". La maglia preparata per tale partita e autografata da Inzaghi è stata messa all'asta per beneficenza nei giorni seguenti. Il ricavato dell'asta, 17.335 euro, è stato devoluto alla Fondazione Milan per il progetto di costruzione del reparto di Neonatologia e Terapia Intensiva dell'Holy Family Hospital di Nazaret.
    Grazie alla vittoria della Champions League 2006-2007 i rossoneri il 31 agosto 2007 hanno disputato la Supercoppa europea contro il Siviglia. La partita è terminta 3-1 per il Milan e il momentaneo pareggio arriva proprio per opera di Inzaghi che segna con un colpo di testa su cross di Gattuso. Dopo la doppietta segnata allo Šachtar il 6 novembre 2007, Inzaghi ha raggiunto Gerd Müller a quota 62 gol nella classifica dei marcatori nelle competizioni UEFA. Ha superato il tedesco nella successiva partita europea disputata, segnando il suo 63º gol europeo contro il Celtic il 4 dicembre 2007. Inzaghi si è rivelato decisivo anche nella finale del Mondiale per club, giocata contro il Boca Juniors il 16 dicembre 2007: in questa partita Inzaghi ha realizzato due delle quattro reti (entrambe su assist di Kaká) grazie alle quali il Milan si è imposto sulla formazione argentina con il risultato di 4-2. Con queste due reti Inzaghi ha raggiunto inoltre un invidiabile record, divenendo infatti l'unico calciatore a essere riuscito a segnare in tutte le competizioni internazionali per club.


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    Il 24 febbraio 2008 Inzaghi, segnando contro il Palermo la rete del 2-1 finale, ha realizzato il 90º gol con la maglia del Milan, che è diventata così la squadra con cui Inzaghi ha segnato di più, essendosi fermato a 89 reti con la Juventus. Dopo la gara di ritorno di Champions League contro l'Arsenal del 4 marzo 2008, un'ernia inguinale l'ha tenuto fermo per un mese. È tornato nuovamente in campo il 5 aprile 2008 realizzando 10 gol in 7 partite: 2 reti contro il Cagliari (3-1), un'altra doppietta a Torino contro la Juventus (3-2 per i bianconeri), un gol contro la Reggina (5-1), una tripletta al Picchi contro il Livorno (4-1), un gol nel derby contro l'Inter (2-1) e un gol contro l'Udinese (4-1). Quest'ultima è stata la sua centesima marcatura con la maglia del Milan.
    Dopo essere stato raggiunto il 5 marzo 2008 in vetta alla classifica dei marcatori nelle competizioni UEFA per club a quota 63 reti da Raúl, ha staccato lo spagnolo il 23 ottobre 2008 realizzando il terzo gol rossonero contro gli olandesi dell'Heerenveen, 64º personale in Europa e 100º dei rossoneri in Coppa UEFA. Più volte raggiunto da Raúl, Inzaghi ha nuovamente superato l'allora capitano madridista il 15 settembre 2009 segnando il 68º gol nelle competizioni UEFA per club con una doppietta contro l'Olympique Marsiglia.

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    Il 15 marzo 2009, segnando una doppietta nel 5-1 in casa del Siena, ha realizzato il 300º gol in carriera (272 con squadre di club e 28 in Nazionale), festeggiato mostrando una maglia celebrativa rossonera recante il numero 300. È così diventato il quarto italiano di sempre a raggiungere questo traguardo dopo Meazza, Piola e Roberto Baggio. Il 26 aprile 2009 ha realizzato il 150º gol personale in Serie A, segnando la seconda rete dei rossoneri nella vittoria per 3-0 contro il Palermo a San Siro.
    Nella stagione 2009-2010 Inzaghi ha segnato la prima rete in campionato nel turno infrasettimanale contro il Napoli al San Paolo e dopo un lungo periodo passato in panchina è tornato al gol il 21 marzo 2010 nella gara casalinga del Milan sempre contro il Napoli, segnando la rete del pareggio di testa su assist di Ronaldinho. Il 21 maggio 2010 Inzaghi ha prolungato il contratto con il Milan, in scadenza nel giugno seguente, di un anno, fino al 30 giugno 2011.

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    Inzaghi ha iniziato la stagione 2010-2011 segnando il gol del definitivo 4-0 a San Siro contro il Lecce nella prima giornata di campionato. Dopo essere stato superato da Raúl come miglior marcatore nelle competizioni UEFA per club il 20 ottobre 2010 (doppietta all'Hapoel Tel Aviv), il 3 novembre 2010 anche Inzaghi, nella partita del 4º turno della fase a gironi di Champions League 2010-2011 contro il Real Madrid, ha segnato una doppietta che gli ha consentito di raggiungere nuovamente lo spagnolo a quota 70 gol nelle competizioni UEFA per club e di superare Gerd Müller (69 reti) come primatista di reti nelle coppe europee. Allo stesso tempo ha raggiunto e superato Marco van Basten nella classifica dei cannonieri di tutti i tempi del Milan ed è anche diventato il più anziano giocatore a realizzare un gol in Champions League a 37 anni e 85 giorni, superando il precedente record di Javier Zanetti. Successivamente è stato a sua volta superato da Ryan Giggs, che il 26 aprile 2011 nella semifinale di andata contro lo Schalke 04 ha segnato in Champions League a 37 anni e 148 giorni.

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    Il 10 novembre 2010, in occasione dell'incontro casalingo contro il Palermo valido per l'11ª giornata di campionato, si è infortunato procurandosi la lesione del legamento crociato anteriore e del menisco esterno del ginocchio sinistro per le quali è stato operato a Barcellona dal professor Ramon Cugat il 23 novembre seguente. Il 15 febbraio 2011 è stato superato come migliore marcatore nelle competizioni UEFA per club da Raúl, che lo ha anche appaiato in vetta alla classifica dei capocannonieri delle coppe europee. Il 7 maggio 2011 ha vinto il suo secondo scudetto con i rossoneri a due giornate dal termine del campionato grazie allo 0-0 contro la Roma e una settimana più tardi, il 14 maggio 2011, a 185 giorni di distanza dall'infortunio, è ritornato in campo contro il Cagliari, sostituendo Pato all'81º minuto di gioco. Il 18 maggio 2011 ha rinnovato il contratto con il Milan, in scadenza a fine stagione, fino al 30 giugno 2012.

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    Dopo 11 anni passati con la maglia rossonera, l'11 maggio 2012 ha comunicato ufficialmente di non voler rinnovare il proprio contratto con il Milan, svincolandosi così al termine della stagione. Due giorni dopo, il 13 maggio, ha giocato l'ultima partita (300ª in rossonero) con la casacca del Milan a San Siro contro il Novara, segnando anche la sua ultima rete (l'unica della stagione) che è valsa la vittoria finale per 2-1.
    Con il Milan ha vinto due Champions League, una Coppa del mondo per club, due Supercoppe europee, due scudetti, una Coppa Italia e due Supercoppe italiane.

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    Nazionale
    Inzaghi ha esordito nella Nazionale italiana Under-21 il 22 dicembre 1993 nell'amichevole Italia-Israele, conclusasi 0-0. L'anno seguente ha preso parte alla fase finale dell'Europeo Under-21, vinto dagli azzurrini, giocando il ritorno dei quarti di finale contro la Cecoslovacchia e la finale contro il Portogallo. Nel biennio successivo ha disputato le qualificazioni per l'Europeo Under-21 1996 (7 partite e 2 gol) ed è stato convocato per la fase finale in Spagna, ma è poi stato sostituito da Francesco Totti per via di un infortunio alla caviglia. In totale con la Nazionale Under-21 ha giocato 14 partite e ha realizzato 3 gol.

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    Ha esordito con la Nazionale maggiore l'8 giugno 1997, con il CT Cesare Maldini, nell'amichevole Italia-Brasile 3-3, valida per il Torneo di Francia.
    Ha partecipato ai Mondiali di Francia '98, regalando un assist a Roberto Baggio per il secondo gol azzurro nella partita contro l'Austria (2-1). Agli Europei 2000 è stato titolare e ha segnato due reti: il rigore decisivo contro la Turchia (2-1) e il gol nei quarti di finale contro la Romania (2-0). È stato poi escluso dal CT Zoff nella finale contro la Francia, che l'Italia ha perso al golden gol (1-2). Il 18 novembre 1998 ha segnato le prime reti con la maglia della Nazionale azzurra grazie alla doppietta realizzata nell'amichevole di Salerno contro la Spagna.
    Il CT Trapattoni lo ha convocato per i Mondiali 2002 in Corea del Sud e Giappone. Per Inzaghi il bottino è stato di 2 presenze, di cui una da titolare contro il Messico. Il bilancio degli Azzurri è stato però molto negativo: l'Italia è stata eliminata agli ottavi di finale contro la Corea del Sud padrona di casa (2-1 al golden gol). Nelle qualificazioni agli Europei 2004, è stato il capocannoniere azzurro con 6 reti e secondo assoluto alle spalle del sloveno Ermin Šiljak (8 gol), ma il tecnico Trapattoni non lo ha convocato per la fase finale della manifestazione, anche a causa di una stagione in cui aveva giocato poco con il Milan per via di alcuni infortuni, preferendogli Marco Di Vaio.

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    Convocato dal CT Marcello Lippi nella Nazionale partecipante al Mondiale 2006, Inzaghi è sceso in campo in una sola occasione, entrando a partita in corso, riuscendo comunque a mettersi in evidenza: il 22 giugno nella partita contro la Repubblica Ceca, finalizzando un veloce contropiede, ha messo a segno il gol del 2-0 che ha permesso all'Italia di chiudere la partita e ipotecare il passaggio agli ottavi di finale come prima classificata nel girone E. Il 9 luglio 2006, a quasi 33 anni, ha festeggiato quindi con i suoi compagni la vittoria della Coppa del Mondo.
    Dopo il Mondiale, è stato impiegato in 6 partite di qualificazione agli Europei 2008, nelle quali ha segnato 3 reti, di cui una doppietta alle Isole Fær Øer il 2 giugno 2007, ma il tecnico Roberto Donadoni non lo ha convocato per la fase finale della manifestazione. La sua ultima partita in Nazionale è stata quella dell'8 settembre 2007 disputata contro la Francia a Milano (0-0).
    In totale con la Nazionale italiana ha disputato 57 partite segnando 25 reti, grazie alle quali è al sesto posto nella classifica dei marcatori dell'Italia: lo precedono solo Luigi Riva (35), Giuseppe Meazza (33), Silvio Piola (30), Roberto Baggio e Alessandro Del Piero (27). Di questi solo Del Piero è ancora in attività, per cui Inzaghi è il secondo miglior marcatore in attività della Nazionale.

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    Statistiche

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    Dettaglio statistico delle reti in carriera

    Filippo Inzaghi ha realizzato 316 gol in carriera tra squadre di club (287) e Nazionali (28):
    • Serie A: 155 gol (2 con il Parma, 24 con l'Atalanta, 57 con la Juventus e 72 con il Milan)
    • Spareggi UEFA: 1 gol (con la Juventus);
    • Serie B: 28 gol (13 con il Verona e 15 con il Piacenza);
    • Serie C1: 13 gol (con il Leffe)
    • Coppa Italia: 16 gol (1 con il Verona e l'Atalanta, 2 con il Piacenza e la Juventus e 10 con il Milan);
    • Supercoppa italiana: 2 gol (con la Juventus);
    • Competizioni UEFA per club: 70 gol (2 con il Parma, 27 con la Juventus e 41 con il Milan), di cui 50 in Champions League (17 con la Juventus e 33 con il Milan), 10 in Coppa UEFA (3 con la Juventus e 7 con il Milan), 7 in Coppa Intertoto (con la Juventus), 2 in Coppa delle Coppe (con il Parma) e 1 nella Supercoppa UEFA (con il Milan);
    • Coppa del mondo per club: 2 gol (con il Milan);
    • Nazionale italiana: 25 gol (7 nelle qualificazioni e 1 nella fase finale dei Mondiali, 12 nelle qualificazione e 2 nella fase finale degli Europei e 3 nelle amichevoli ufficiali);,
    • Nazionale italiana Under-21: 3 gol (2 nelle qualificazione agli Europei Under-21 e 1 in amichevole).
    Grazie a queste reti è il quinto marcatore italiano di sempre dietro a Silvio Piola (364 gol), Giuseppe Meazza (338), Alessandro Del Piero (321) e Roberto Baggio (318) e il secondo miglior marcatore nelle competizioni UEFA per club (70), alle spalle dello spagnolo Raúl. Ha inoltre realizzato un gol in almeno una finale di tutte le competizioni disputate ed è l'unico calciatore ad aver segnato in tutte le manifestazioni internazionali per club.



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    Palmarès Club

    Competizioni nazionali
    • Campionato italiano: 3
    Juventus: 1997-1998
    Milan: 2003-2004, 2010-2011
    • Supercoppa italiana: 3
    Juventus: 1997
    Milan: 2004, 2011
    • Coppa Italia: 1
    Milan: 2002-2003
    Competizioni internazionali
    • Coppa Intertoto: 1
    Juventus: 1999
    • Champions League: 2
    Milan: 2002-2003, 2006-2007
    • Supercoppa UEFA: 2
    Milan: 2003, 2007
    • Coppa del mondo per club: 1
    Milan: 2007
    Nazionale
    • Campionato d'Europa Under-21: 1
    Francia 1994
    • Campionato del mondo: 1
    Germania 2006
    Individuale
    • Oscar del calcio AIC: 1
    Miglior giovane: 1997
    • Premio Scirea alla carriera: 2007
    • Capocannoniere della Serie A: 1
    1996-1997 (24 gol)
    • Miglior giocatore della finale di Champions League: 1
    2007

    Onorificenze

    Cavaliere Ordine al merito della Repubblica Italiana

    — Roma, 12 luglio 2000. Di iniziativa del Presidente della Repubblica Italiana.

    Collare d'oro al Merito Sportivo

    — Roma, 23 ottobre 2006.

    Ufficiale Ordine al merito della Repubblica Italiana

    — Roma, 12 dicembre 2006. Di iniziativa del Presidente della Repubblica Italiana.






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    Inzaghi resta al Milan... per fare l'allenatore
    Filippo Inzaghi ha accettato l'offerta rossonera di allenare gli Allievi Nazionali del Milan fino al 30 giugno 2014. A confermare la decisione dell'ex centravanti milanista il d.s Braida: "Inzaghi farà l'allenatore al 100%"
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    QUASI UFFICIALE, INZAGHI HA DETTO SI' - Si era preso qualche giorno di pausa per riflettere e pensare bene al suo futuro. Nessun colpo di scena, Filippo Inzaghi allenerà gli Allievi Nazionali del Milan. L'ex centravanti rossonero ha quindi accettato l'offerta di continuare a lavorare per il club di via Turati, firmando un contratto che lo legherà alla panchina della squadra giovanile fino al 30 giugno 2014.

    RIFIUTATE TUTTE LE OFFERTE, DALLA SPAGNA - Una scelta difficile per Inzaghi che per la seconda volta in un anno mette da parte i vantaggi economici per restare in rossonero. Già nella scorsa finestra di mercato infatti l'attaccante aveva rifiutato offerte milionarie dagli States e il contratto annuale del Siena. Anche in queste settimane le richieste non erano certe mancate dagli Stati Uniti al Canada con qualche contatto dalla Cina. Niente da fare, Pippo Inzaghi resta al Milan. A lui il compito di trasmettere grinta e passione ai giovanissimi di Milanello.

    IL SOGNO DI UNA CHAMPIONS DA ALLENATORE - "Sono felice, ho amato tantissimo quello che ho fatto ma oggi dico basta alla carriera da giocatore - ha affermato Inzaghi, all'uscita della sede del Milan in via Turati -. Si apre una nuova avventura, era difficile andarmene dal Milan. Ci tengo a ringraziare le società che mi hanno offerto di giocare ancora, proprio oggi è arrivata un'offerta dall'Inghilterra e mi ha fatto pensare molto, però alla fine ho pensato che il legame che c'era col Milan dovesse proseguire per tanti motivi. Ora si apre un nuovo capitolo della mia vita. Ho sognato di vincere la Champions con la maglia del Milan, chissà se ora posso vincerla anche da allenatore, come ha fatto Ancelotti. Questo ora è il mio sogno".

    "Se avessi fatto una sceneggiatura l'avrei scritta proprio così, segnare l'ultimo gol della mia carriera proprio nello stadio con la mia gente, allora ho pensato che nella vita ho vinto tutto e non valeva la pena andare ancora in giro a 39 anni. Ho avuto questa grande occasione da parte del Milan, oggi mi ha fatto 2 anni di contratto e significano tanto perché mi legano due anni da allenatore in una società che mi vede sulla panchina della prima squadra. Una decisione presa con la testa perché il cuore non mi avrebbe fatto smettere nemmeno a 60 anni".

    "Insegnare la passione ai giovani è una cosa bella, ho grande entusiasmo, partirò per Pinzolo con dei giovani che vogliono diventare grandi giocatori. Ho le caratteristiche giuste per poter insegnare. Da oggi si parte da zero, non voglio correre troppo. Bisogna dimenticare tutto quello che ho fatto da calciatore adesso si apre un nuovo capitolo della mia vita. Mi auguro di rivivere le stesse emozioni da giocatore".



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    Filippo Inzaghi: “Allenare i ragazzi è una cosa meravigliosa” (VIDEO)
    L'ex attaccante rossonero è intervenuto in occasione di un evento benefico dedicato a Marco Simoncelli. Fanpage.it lo ha raggiunto per ricordare il compianto "Sic", grande tifoso milanista, e per fare il punto sulla nuova esperienza da allenatore di Super Pippo!


    La passione di Marco - A più di un anno dalla scomparsa di Marco Simoncelli, il suo ricordo rimane vivo in tutti noi…specialmente nei
    small_120208-211647_BAST080212spo_0164-300x225
    cuori dei tifosi rossoneri che, con il grande pilota, condividevano la passione per la maglia a strisce rossonere. Ieri sera, in provincia di Milano, il Milan Club Gattuso di Muggiò, in collaborazione con il comune di Cinisello Balsamo e con la Fondazione Simoncelli, ha voluto ricordare il compianto centauro, riunendo sotto le stesso tetto (e con le gambe sotto ad un tavolo) i genitori di Marco e una delle icone più rappresentative della storia recente del Milan. Filippo Inzaghi, oggi allenatore degli Allievi nazionali rossoneri, ha ricordato davanti alle telecamere di Fanpage.it la figura del “Sic” e l’importanza dello sport nei giovani.



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    Omaggio a Filippo Inzaghi
    Oggi compie 40 anni e non era "fortunato": era il miglior attaccante italiano

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    Filippo Inzaghi dopo aver segnato contro il Novara a San Siro, nella sua ultima partita, 13 maggio 2012.
    (AP Photo/Luca Bruno)



    Il 3 novembre del 2010 allo stadio di San Siro a Milano si giocò Milan-Real Madrid, partita di calcio valida per il girone di Champions League. Il Milan stava perdendo 1-0. Per sperare di passare il turno aveva bisogno di una vittoria o di un pareggio. Dieci minuti dopo l’inizio del secondo tempo l’allenatore del Milan, Massimiliano Allegri, fece un cenno a un giocatore della sua panchina, invitandolo a scaldarsi. Era Filippo Inzaghi, che all’epoca aveva 37 anni ed era ormai alla fine di una gloriosa carriera. Gli attaccanti titolari era altri, lui giocava pochissimo e spesso soltanto negli ultimi 10-15 minuti delle partite. Inzaghi entrò in campo al 61esimo e dopo pochi minuti successe questo:



    Quei due gol furono rispettivamente il 69esimo e il 70esimo di Filippo Inzaghi nelle coppe europee: lo fecero diventare, in quel momento, il calciatore ad aver segnato di più in assoluto nei tornei continentali. Il record fu poi superato dal calciatore spagnolo Raùl nel 2011. Sette giorni dopo quella partita, il 10 novembre del 2010, Inzaghi ebbe un grave infortunio, l’ennesimo della sua carriera: lesione del legamento crociato anteriore e del menisco esterno del ginocchio sinistro. Una cosa per cui a quell’età si smette di giocare. Inzaghi si operò e ritornò in campo il 14 maggio del 2011. Un anno dopo, il 13 maggio 2012, giocò la sua ultima partita di calcio (la trecentesima con il Milan). Entrò nel secondo tempo della partita di campionato contro il Novara e dopo pochi minuti successe questo (da 2:20 in poi):



    Filippo Inzaghi ha sempre segnato montagne di gol. Ne fece 24 in 33 partite con l’Atalanta a 23 anni; 89 in quattro stagioni con la Juventus; 73 in undici stagioni col Milan. Non faceva gol canonicamente e convenzionalmente belli, ma ne faceva in modi che non riuscivano a nessun altro, grazie a una scaltrezza impressionante e a riflessi superiori a quelle di qualsiasi altro attaccante della sua epoca (almeno). Uno dei gol più importanti della sua carriera, nella finale di Champions League del 2007, lo segnò in modo apparentemente fortuito: la palla gli rimbalzò addosso dopo un calcio di punizione. Chiunque direbbe che fu fortunato e basta, ma Inzaghi nel corso della sua carriera segnò decine di gol esattamente in quel modo: abbastanza da poter dire che sapeva fare una cosa che gli altri non sapevano fare. Una volta ha detto: «Mi faccio paura: quando parte la palla, so già dove arriverà». Questo video lo spiega bene:



    Oggi Filippo Inzaghi compie 40 anni. Ha smesso di giocare un anno fa e scrisse una bella lettera ai tifosi del Milano per salutarli. La grandezza di Inzaghi è stata raccontata adeguatamente da Paolo Luti nel 2006 e Christian Rocca nel 2010.

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    Filippo Inzaghi festeggia il gol segnato per la Juventus contro il Milan nello Stadio delle Alpi a Torino, 21 novembre 1999.
    (Claudio Villa /Allsport/Getty Images)


    Filippo Inzaghi è il migliore in quello che fa, e quello che fa non è piacevole. Inzaghi è un agente segreto. Un killer in missione sotto copertura nell’area di rigore avversaria. Come il killer perfetto Pippo sa sempre, in ogni momento, due cose. Dove si trova il bersaglio: la porta. E dove si trova l’arma: il pallone. Il resto è solo un altro lavoro da fare, noiosa routine. Come il perfetto agente sotto copertura ha la capacità naturale di non dare nell’occhio. Mentre tutti gli sguardi si fissano su quel boyscout elegantone di Shevchenko, Pippo, detto the Jackal, è già alle spalle del difensore, pronto a sfruttare ogni minima distrazione per impossessarsi dell’arma e colpire. One shot, one kill. Come un grande maestro di arti marziali, Inzaghi nasconde sotto un fisico ordinario dei riflessi fenomenali, che gli permettono di arrivare per primo sulla palla, e di colpire a ripetizione in caso di pali, respinte, rimpalli, errori propri o altrui. Il lungo infortunio che lo aveva colpito sembrava definitivo, ma lui è tornato dall’oltretomba, come Jack Bauer. Lo spettrale Pippo. I difensori, e soprattutto i portieri, lo temono come pochi altri. Sanno che, se commetteranno anche un solo errore, in qualunque momento, lui sarà lì ad approfittarne. Sanno anche che, quale che sia la natura dell’errore, faranno una figura da fessi. Venire messi a sedere da una finta di Totti è un conto, ma l’attimo di esitazione concesso a Inzaghi, con la palla che rimbalza in rete con traiettorie apparentemente assurde, è roba da crisi di nervi.
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    Un gol segnato da Filippo Inzaghi contro il Liverpool nella finale di Champions League nello stadio Olimpico di Atene, 23 maggio 2007.
    (FRANCK FIFE/AFP/Getty Images)


    Pippo Inzaghi è il più grande centravanti italiano di sempre. Ma che dico italiano, di più. Segnare un gol a 6 centimetri dalla porta è un’arte. Non è affatto semplice, infatti gli altri non sempre ci riescono. I gol facili li segna solo lui, ammesso che esistano i gol facili. Pippo Inzaghi. Gli altri calciano da 30 metri e indirizzano la palla giusto nell’angolino. Sai che bravura. E che ci vuole? Basta provare e riprovare in allenamento. I parvenu del calcio vanno in visibilio per quei tiri arcuati che girano girano girano, superano il portiere e si insaccano all’incrocio. I tifosi si spellano ogni volta le mani, ma questi sono gesti tecnici scontati. Tutti in Serie A si allenano per fare gol così. A Pippo non frega niente di queste sovrastrutture. Scrolla le spalle di fronte a chi, come Jorge Valdano, sostiene che non dribblerebbe nemmeno una sedia. Non gli interessano né i dribbling, né le sedie, né Valdano. A Pippo interessa metterla dentro e aggiornare la sua statistica di supergoleador. Sta lì, famelico, pronto a catapultarsi col suo fisico di gomma verso il pallone. Con la nuca, col ginocchio, col tallone, con l’anca, con uno stinco. L’ultimo tocco è sempre il suo. «Mi faccio paura, ha detto in un’intervista – so sempre prima dove arriverà la palla». I suoi non sono gol di rapina, semmai di scippo. Ci vogliono rapidità, scaltrezza, capacità di cogliere di sorpresa la vittima. Pippo è una mosca tse tse, corre, capitombola, si aggrappa, spinge, ruba palla, è scoordinato. Ma fa gol. Vive in fuorigioco. Si acquatta. Zac. Gol.


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    Filippo Inzaghi in una partita contro il Verona allo stadio Bentegodi, 30 aprile 2000.
    (Claudio Villa /Allsport/Getty Images)
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    Filippo Inzaghi segna contro la Repubblica Ceca nello stadio di Amburgo, durante i Mondiali in Germania, 22 giugno 2006.
    (AP Photo/Dusan Vranic)
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    Filippo Inzaghi con Vittorio Tosto dell’Ascoli a San Siro, 18 gennaio 2006.
    (FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images)
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    Filippo Inzaghi festeggia dopo aver segnato il primo gol nella finale di Champions League contro il Liverpool, allo stadio Olimpico di Atene, 23 maggio 2007.
    (AP Photo/Ivan Sekretarev)
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    Filippo Inzaghi in una partita contro la Sampdoria a Genova, 14 ottobre 2006.
    (AP Photo/Italo Banchero)
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    Filippo Inzaghi con il trofeo della Champions League vinta dal Milan contro il Liverpool nello stadio Olimpico di Atene, 23 maggio 2007.
    (Shaun Botterill/Getty Images)
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    Filippo Inzaghi e Carles Puyol del Barcellona nella semifinale di Champions League al Camp Nou, Barcellona, 26 aprile 2006.
    (FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images)
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    Filippo Inzaghi in una partita contro la Reggina a San Siro, 20 aprile 2008. (ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images)
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    Filippo Inzaghi festeggia un gol contro la Repubblica Ceca ai Mondiali, nello stadio di Amburgo, in Germania, 22 giugno 2006.
    (AP Photo/Luca Bruno)
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    Filippo Inzaghi dribbla il portiere del Palermo Nicola Santoni a San Siro, 23 ottobre 2005.
    (AP Photo/Antonio Calanni)
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    Filippo Inzaghi e Kaka baciano il trofeo del Mondiale per club, vinto dal Milano contro il Boca Juniors al Nissan Stadium a Yokohama, in Giappone, 16 dicembre 2007.
    (Koji Watanabe/Getty Images)
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    Filippo Inzaghi calcia la palla mentre il portiere del Chievo Lorenzo Squizzi cerca di fermarlo, al Bentegodi di Verona, 3 dicembre 2005.
    (AP Photo/Felice Calabro’)
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    Filippo Inzaghi abbracciato dal vicepresidente del Milan Adriano Galliani dopo aver giocato la sua ultima partita, contro il Novara a San Siro, 13 maggio 2012.
    (AP Photo/Luca Bruno)
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    Serie A - Ufficiale: il Milan esonera Seedorf, squadra a Inzaghi
    L'avvicendamento era nell'aria da diverse settimane. Via l'olandese in rotta con Galliani e Berlusconi e dentro SuperPippo Inzaghi. L'ex attaccante rossonero ha firmato un contratto fino al 30 giugno 2016
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    Erano separati in casa oramai da settimane, Seedorf e Berlusconi, Seedorf e il Milan erano oramai troppo distanti per proseguire il cammino insieme. L'amore tra l’olandese e il Diavolo, durato dieci anni sul campo, sembrava poter avere continuità anche a livello di guida tecnica, invece tutte le convinzioni del presidente Berlusconi sul "suo uomo” Seedorf sono venute meno, sgretolandosi, settimana dopo settimana.

    PER SEEDORF NEMMENO 6 MESI - Appena 144 giorni dopo il suo approdo, anche Seedorf paga con l’esonero una scelta di cui la società si è presto pentita dopo l'allontanamento di Allegri. All’origine del precoce divorzio una totale divergenza di natura sia tattica che comportamentale: l’olandese ha la sua idea di calcio che evidentemente non coincide con quella del presidente, e questo ha rappresentato un grosso problema. Tre esempi sono l’utilizzo di Abate come trequartista nella sconfitta di Napoli, il mancato utilizzo di Pazzini in coppia con Balotelli e l’esclusione, graduale ma sempre più marcata, degli italiani (Abate, Montolivo, Bonera).

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    UN FREDDO ADDIO - Il Milan liquida Seedorf con un comunicato che più essenziale e scarno non si può, soprattutto privo di ogni forma di ringraziamento: "AC Milan comunica di avere esonerato l’allenatore Clarence Seedorf e di avere affidato la Prima Squadra, fino al 30 Giugno 2016, a Filippo Inzaghi”. Sintomo di un rapporto compromesso e insanabile che si è messo sempre peggio e che non è più stato più recuperabile dopo un primo approccio poco delicato dell’ex numero 10 allo spogliatoio. Appena un anno dopo aver svestito la maglia rossonera, Seedorf è tornato in quello stesso spogliatoio allenando giocatori che erano stati suoi compagni, provocando - con metodi duri e autoritari - attriti inevitabili all’interno del gruppo. Il Milan ha accettato, seppur storcendo il naso, un’intervista del suo oramai ex allenatore non concordata con la società, ma non gli ha perdonato il presunto peccato di aver confidato a una parte del tifo rossonero che due terzi della rosa non fossero all’altezza della situazione.

    ORA INZAGHI E' UFFICIALE: CONTRATTO FINO AL 2016 - Al posto di Seedorf, non è mai stato un segreto, Filippo Inzaghi. Storico ex numero 9 rossonero e già vincitore del Torneo di Viareggio alla guida della Primavera rossonera, vanta un rapporto del tutto esclusivo con la società e una totale sintonia con Adriano Galliani e il presidente Berlusconi. Super Pippo ha firmato un contratto che scadrà il prossimo 30 giugno 2016 e la trattativa, alla quale ha preso parte in prima persona, che riporterà Jeremy Menez in Italia è stata il primo tassello della sua era da allenatore del Milan.



    it.eurosport.yahoo.com


    Serie A - Milan: Inzaghi, i suoi numeri da allenatore

    Dopo due anni nelle giovanili 'Pippo' viene promosso in prima squadra. Nella sua breve carriera già una vittoria nel Torneo di Viareggio e nella Scopigno Cup
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    Il Milan ha finalmente scelto la sua nuova guida tecnica per le prossime due stagioni, Filippo Inzaghi. Seconda ‘promozione’ consecutiva per il neo allenatore rossonero che nel Luglio del 2012 era stato invece nominato allenatore degli Allievi.

    Il Milan ancora una volte sceglie di guardare in casa per trovare un nuovo tecnico ed ora la prima squadra viene affidata a Filippo Inzaghi che in queste due stagioni ha portato comunque a casa due trofei nel settore giovanile. Nella prima stagione agli Allievi il bilancio è più che positivo visto che i rossoneri arrivarono secondi nella regular season con una squadra molto offensiva visto le 69 reti (e 20 subìte) nelle 26 gare giocate. Nella fase finale la squadra di Inzaghi incontra Juve, Genoa ed Inter qualificandosi alle semifinali scudetto dove però viene sconfitta dall’Empoli ai rigori. A margine di quella stagione anche la partecipazione nel Torneo di Arco, con l’eliminazione nel girone, e della Scopigno Cup con la vittoria del torneo (in finale contro lo Zenit per 3-2).

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    Dopo questa esperienza viene promosso nella Primavera dove il Milan raggiunge il terzo posto del Girone B alle spalle di Chievo e di Atalanta, con un punto di vantaggio sull’Inter quarta. Nella fase finale però i rossoneri escono subito di scena perdendo alla prima gara contro un’Udinese formato campionato visto la presenza di giocatori come Bruno Fernandes e Zielinski in campo. Anche in Coppa Italia Primavera il Milan non va tanto lontano visto l’eliminazione dei rossoneri ai quarti contro l’Inter ma c’è da registrare un’ottima Youth League dove il Milan è riuscito a passare il girone eliminatorio con Celtic, Ajax e Barcellona e perdere poi contro il Chelsea, sicuramente una delle migliori squadre Under 19 in circolazione.

    La perla di Inzaghi è stata però la vittoria del Trofeo di Viareggio che ha riportato il Milan ad alti livelli nel settore giovanile, settore dove era in deficit da diversi anni. I rossoneri sono partiti direttamente dalla fase ad eliminazione diretta essendo una teste di serie ma successivamente ha superato in fila Rijeka, Envigado, Fiorentina (in semifinale per 4-2) e Anderlecht in finale (ai tempi supplementari).

    Per quanto riguarda il modulo, il neo tecnico dei rossoneri ha quasi sempre adottato il 4-4-2 con il rombo a centrocampo (di ancelottiana memoria) e il trequartista dietro le due punte. In qualche occasione è stato utilizzato anche il 4-3-3 ma con scarsi risultati.

    A fargli subito gli auguri e l’in bocca al lupo ci pensano Mondonico (suo ex allenatore) e il primo cittadino di Piacenza.

    “Inzaghi è un predestinato, non dimentichiamoci che è l'unico del campionato italiano di cui del gol era innamorato, e non il contrario: la palla andava da Inzaghi e lui la buttava dentro. Quindi era normale che arrivasse l’emozione di fare l’allenatore. Con la Primavera si è fatto una certa idea, chiaro che adesso sarà diverso. Gli ho mandato - dice Mondonico suo storico allenatore ai tempi dell’Atalanta - un messaggio con scritto Il difficile comincia ora. Io gli do tutta la fiducia possibile, gli auguro di fare in modo che sia il calcio, e non solo il gol, a innamorarsi di lui”.

    “È la prima volta - dice il sindaco Paolo Dosi - che uno sportivo piacentino raggiunge un traguardo tanto prestigioso. Per questo, anche se le tue radici sono a San Nicolò, la città ti è grata. Anche a nome della Giunta e del Consiglio comunale, ti auguro le migliori fortune. In bocca al lupo e buon lavoro, Pippo”



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