-
.
il vino blu
Rinasce il «vino blu» che conquistò il regno d' Austria
Nel suo profumo intenso si riconoscono note di mirtillo e mora, è adatto ai primi piatti
BRESCIA - Si dice Franconia ma si pronuncia anche Blaufrankish o Lemberger in tedesco e Kefrancos in Ungheria. E' uno dei più rari e misconosciuti vitigni lombardi che si affaccia sul mercato del vino. Originario della bassa Austria, ma di origini ignote, è approdato nella nostra regione e nel Triveneto durante la dominazione austroungarica. Oggi è coltivato soprattutto ( 35 ettari di vigne) nella Bergamasca. Con questa uva dal colore bluastro ( blau in tedesco), si produce un vino Igt ( Indicazione Geografica Tipica ) della zona orobica. Ignorato fino a poco tempo fa, è tornato alla ribalta grazie ad aziende come il Podere Cavaga della famiglia Acerbis di Foresto Sparso, sulle colline orobiche. Ieri vi si è tenuto un convegno con la presenza di esperti e ricercatori universitari. Così si è scoperto che il Franconia è un vitigno molto generoso, ma se produce molto si svilisce dal punto di vista orga nolettico, da qui la necessità di produzioni più ridotte per una vendemmia perfettamente calibrata sui tempi e una vinificazione ad hoc. Generalmente il vino Franconia si riconosce per il suo colore accentuato, il profumo potente nel quale si riconoscono note di frutta rossa, di mora, di mirtillo e di ciliegia. Secondo i sommelier è un vino particolarmente adatto ad essere abbinato ai primi piatti lombardi, ravioli e casoncelli, con ripieno di carne, magari bevuto un po' fresco d' estate.
Randi Burson Et.blu Ravenna Igt 09 Cl.75
Alla vista colore rubino, dotato di ottima consistenza e limpidezza. Al naso presenta profumi intensi, fruttati, floreali e erbacei con marcati riconoscimenti di ciliegia, prugna e sentori balsamici erbe aromatiche e liquirizia. Al gusto è ottimale l'acidità con tannicità piacevole sostenuta da adeguata morbidezza. Buon equilibrio,discreta persistenza e piacevolmente amarognolo. Abbinamento consigliato: scamorza affumicata alla griglia, pappardelle al coniglio, coscia di tacchino alla contadina, arrivando al cinghiale in umido.
SCHEDA ANALITICA TIPO: IGT Ravenna rosso VITIGNO: Uva Longanesi METODO DI VINIFICAZIONE: vinificazione in rosso tradizionale ZONA DI PRODUZIONE: Ravenna ALCOOL % VOL: 13 ZUCCHERI FEHLING g/l: 3 ACIDITA' VOLATILE g/l: 0.6 ACIDITA' TOTALE g/l: 6.5 SO2 TOTALE mg/l: 80
Vietti Dolcetto D'Alba tre Vigne 2010
Caratteristiche:
Tipologia Rosso fermo
Classificazione DOC Dolcetto d'Alba
Anno 2010
Formato 0,75 l Standard
Nazione Italia
Regione Piemonte
Vitigni 100% Dolcetto
Ubicazione vigneti Da vigneti di età compresa tra i 25 ed i 30 anni siti in Monforte d’Alba, Novello e Castiglione Falletto
Sistema di allevamento Guyot
N. piante per ettaro 4.500
Resa per ettaro 50 hl
Tecnica di produzione Fermentazione in acciaio a 28-30 °C per 6 giorni, con diversi “délestages” per l’estrazione del colore, numerosi rimontaggi giornalieri.
Vinificazione Svinatura quando il mosto è ancora leggermente dolce. Malolattica in acciaio, travasi frequenti per una naturale chiarifica.
Affinamento Per sei mesi in botte di Rovere di Slavonia,(Croazia) Imbottigliato senza filtrazione.
Grado alcolico 13,17% in volume
Acidità totale 5,40 gr/L
Estratto secco 26,80 gr/L
Colore Rosso porpora con sfumature blu leggero.
Profumo Aromi di more, lamponi. Note minerali e di mirtillo.
Sapore Corpo medio, tannini soffici, acidità moderata e buon equilibrio.
Produzione annata 23.500 bottiglie
Abbinamento Verdure grigliate, piatti casual come pizza, panini a pasta con sughi leggeri.
Temperatura di servizio 16 - 18°C
Anno: 2010 Formato: 0,75 l
Regione: Piemonte
Tipo: DOC Dolcetto d'Alba
Rosso fermo
Vitigni: 100% Dolcetto
Come servire:
16 - 18°C
Abbinamento:
Esperto Riconoscimento Annata %
Veronelli 2010
87%
xtraWine 88/100 2010
88%
Wine Advocate 88/100 2007
88%
. -
tomiva57.
User deleted
grazie ..non lo conoscevo!! . -
gheagabry.
User deleted
. La strana storia del vino blu
di Emanuele Villa - 23/03/2017 12:24
Colore e sapore rendono il vino una bevanda unica, amata da milioni di persone e parte importante della nostra cultura. Chi se ne intende ama degustare vini decennali soffermandosi sulle sensazioni offerte all'olfatto e al gusto, ma è anche vero che importanti parametri di qualità si desumono dall'analisi visiva e in particolare dalla limpidezza e dal colore. Rosso, bianco e rosè, dunque? Non solo: nel 2016, in piena era 2.0, una startup spagnola ha pensato bene di ideare un vino molto particolare e contraddistinto da un evidente colore blu intenso, lontano mille miglia dai toni tradizionalmente "accettati".
Il vino si chiama Gik ed è prodotto da una startup spagnola come mix di uve con l'aggiunta di due pigmenti naturali: le antocianine contenute nella buccia del'uva e l'indaco, alla base della colorazione azzurro-blu della bevanda. Il risultato è un vino che molti considerano piacevole al palato ma con un'inquietante colorazione neon-blu-elettrico che lo rende simile a un cocktail ma molto lontano dall'immagine tradizionale della bevanda.
Eppure Gik ha avuto successo. Parlando al New York Times, i fondatori della startup hanno dichiarato una vendita di 120.000 bottiglie, la stragrande maggioranza delle quali al di fuori dell'Unione Europea: Giappone, Corea e Brasile gli Stati più desiderosi di accogliere il vino 2.0.
Fino ad oggi: il Ministero dell'Agricoltura spagnolo ha recentemente multato la startup per violazione delle norme che regolamentano il settore enologico. Troppo forte il peso della tradizione, evidentemente, anche se la spanish wine federation si è dichiarata estranea alla vicenda sostenendo che sia stata una segnalazione anonima indipendente. Secondo la normativa vigente, infatti, il blu non è un colore accettabile per il vino, motivo per cui i fondatori di Gik hanno deciso di aggirare l'ostacolo: dopo uno stop di due mesi, hanno rimesso in vendita un prodotto praticamente identico ma composto per il 99% di vino e 1% di mosto d'uva, così da non ricadere nella definizione di "vino" in senso stretto.
L'escamotage ha permesso a Gik di riprendere l'attività ma non ha cambiato la sostanza di un settore poco propenso al cambiamento. Ecco perchè Gik non solo ha contestato l'addebito da parte dello Stato ma ha inaugurato una petizione online intitolata #FreedomofColor: chissà, magari un giorno pasteggeremo con un ottimo Brunello verde o un Dolcetto fucsia, e questo ci sembrerà del tutto normale.
.