Mauro Ermanno Giovanardi (Monza, 3 maggio 1962) è un cantante, produttore discografico e bassista italiano.
Biografia
Esordi
Cresciuto a Monza, giovane ciclista, a 17 anni si interessa di musica rock, vende la bici da corsa per comprarsi un basso e un amplificatore e con il suo amico Luigi Velati mette in piedi un gruppo nell'hinterland milanese: gli Unknown Scream. Sempre alla ricerca di una propria sonorità, il gruppo non pubblica nulla tranne un brano su una compilation di Radio Popolare e si scioglie nel 1984. Presta poi la voce in due EP dei 2 + 2 = 5, gruppo art rock milanese, e nel 1986 fonda i Reptile Chime diventati quasi subito Sir Chime and the Lovers, con i quali pubblica due album per la Crazy Mannequin, il secondo dei quali (Andy Warhol), ristampato in CD ottiene un buon successo anche all'estero. Nel frattempo l'esperienza di lavoro in uno studio stilistico lo porta con un gruppo di amici (tra cui Manuel Agnelli) a fondare un'etichetta musicale indipendente, la Vox Pop.
The Carnival of Fools
Nel 1988 fonda i The Carnival of Fools assieme a Marco Magistrali. Il nome del gruppo è preso da una poesia di Patti Smith. La band pubblica prima un EP, partecipa al tributo italiano ai Joy Division Something about Joy Division ed in seguito con una nuova formazione 2 album, ottenendo recensioni positive ed un buon successo che permetteranno loro di affrontare un tour in Italia ed Europa e di fare da supporto nella data di Milano al tour Let Love In di Nick Cave, prosegue l'esperienza con i Carnival of Fools fino allo scioglimento avvenuto nel 1994.
La Crus
Ammiratore di Nick Cave e con un colpo di fulmine per Luigi Tenco, ed alla ricerca decide di cercare nuove strade creative e nel 1994 fonda assieme ad Alex Cremonesi i La Crus, a cui si aggiunge in breve Cesare Malfatti. Si dedicano alla canzone d'autore, abbandonando la lingua inglese per cantare in italiano con l'intento di voler trasmettere più direttamente i propri sentimenti. Nel 1996 viene chiamato per vestire i panni di Luigi Tenco in un film, progetto in seguito abbandonato dalla produzione per mancanza di fondi. Durante la permanenza nei La Crus intraprende collaborazioni con altri artisti come Cristina Donà e Fabio Barovero dei Mau Mau e soprattutto con il regista teatrale Ferdinando Bruni, a cui scrive le musiche per lo spettacolo teatrale La Tempesta. Nel 2004 i La Crus si prendono una pausa di riflessione. Giovanardi porta così in scena lo spettacolo Chi è Wolfgang?. Esordisce con un disco solista, Cuore a Nudo, nel 2007, mentre l'anno seguente il gruppo dei La Crus si scioglie definitivamente dopo la pubblicazione del loro primo disco dal vivo.
Solista
Nel 2009 Giovanardi inizia così a lavorare al disco che idealmente aveva nel cassetto da anni e che probabilmente rappresenta l'essenza del suo sentire. Un disco dalle atmosfere cinematografiche, con suggestioni e riferimenti al periodo di Mina, a Studio 1, ai gruppi Beat con l'orchestra come i Walker Brothers, alle grandi melodie degli anni sessanta, alle chitarre western e al maestro Ennio Morricone. Roberto Vernetti e Leziero Rescino sono i produttori di queste nuove canzoni, a Fabio Gurian sono stati affidati gli arrangiamenti degli archi e dei fiati e a Marco Carusino tutti i bassi, le acustiche e le chitarre elettriche. Nel febbraio 2010 firma un contratto che lo lega alla Sony Music per tre dischi. Nel 2011 partecipa al Festival di Sanremo con Cesare Malfatti, ricomponendo solo per questa occasione speciale i La Crus. Porta in gara il brano Io confesso, incluso nell'album Ho sognato troppo l'altra notte?, uscito il 16 febbraio; nell'esibizione al Teatro Ariston è accompagnato anche dal soprano Susanna Rigacci. La canzone ottiene un buon successo, e si classifica al 6º posto finale. Nello stesso anno prende parte agli MTV Days 2011, e riceve il Premio Fabrizio De André.
Nel 2012 è tornato sul palco del Festival di Sanremo per interpretare insieme ad Arisa, nella serata dedicata ai duetti, il brano La notte. Nel luglio seguente, a Marina di Carrara, riceve la Menzione Speciale per il talento Musical-Letterario al Premio Lunezia.
Il 21 maggio 2013 pubblica il disco Maledetto colui che è solo realizzato insieme al Sinfonico Honolulu, orchestra italiana di ukulele; avvia inoltre una collaborazione con Musiche Metropolitane di Luca Zannotti, esibendosi poi nei maggiori festival italiani nel corso dell'estate successiva. L'album contiene tre inediti, diverse cover di artisti italiani, nonché alcuni brani del repertorio di Giovanardi riadattati per l'occasione. Il disco riceve, nel dicembre 2013, la Targa Tenco come miglior album nella sezione "Interprete".
Il 3 aprile 2015 entra in rotazione radiofonica Quando suono, singolo apripista del nuovo album di Giovanardi, Il mio stile, in uscita il 20 dello stesso mese.
Discografia Carnival of Fools
1989 - Blues Get Off My Shoulder (Vox Pop) - EP 1992 - Religious Folk (Vox Pop) 1993 - Towards The Lighted Town (Vox Pop) 2003 - Blues Get Off My Shoulder - The Anthology (V2/Sony) - Raccolta
La Crus
1995 - La Crus 1996 - Remix 1997 - Dentro me 1999 - Dietro la curva del cuore 2001 - Crocevia 2003 - Ogni cosa che vedo 2005 - Infinite Possibilità 2008 - Io non credevo che questa sera - Live
Solista
2007 - Cuore a nudo 2011 - Ho sognato troppo l'altra notte? 2013 - Maledetto colui che è solo con Sinfonico Honolulu 2015 - Il mio stile
Da Wikipedia.org foto:denisemoscuzza.it/ - giorgiameschini.com - blog.dada.it
Cuore a nudo
Tracce:
1. Come Un Attore 2. Vedrai Vedrai 3. Un Giorno Dopo L'Altro 4. Tu Manchi Da Questa Camera 5. Naviganti 6. Un Cuore A Nudo 7. Ognuno Dentro Si Sè Ha Un Vuoto 8. Il Mio Amore E Come Una Febbre 9. Giugno 73 10. La Giostra 11. Era La Mia Citta 12. Hai Pensato Mai? 13. A Milano 14. El Mè Gatt 15. Solo Sfiorando 16. La Figa 17. Testamento D'Amore 18. Sarà Ora Di Chiudere
Cuore d’immagini – Mauro Ermanno Giovanardi
recensione di Valentina Di Cecco
L’arte possiede molteplici lingue, fa della loro specificità altrettanti modi per dire la bellezza, per pronunciarla e farla essere con una parola, muta od urlante, con un segno che è concrezione di senso o con un’invisibile traccia di puro suono. I vari linguaggi artistici, mantenendo le loro peculiarità, possono sfilacciare i confini che li dividono, contrappongono, allontanano… possono, all’unisono, esprimere il medesimo senso, incarnarsi in materie diverse per significarle, per farne significanti che rimandano ad un solo senso, all’essenza della meraviglia che si disvela. Tutto questo genera una potenza espressiva che dà vita e, al contempo, appartiene all’arte e al suo essere universo in espansione costante. Tutto questo si è fatto sostanza di una preziosa opera, Cuore a nudo. Questo lavoro, che vede Mauro Ermanno Giovanardi per la prima volta impegnato come solista, è nato dall’amore, da una passione che si è nutrita anche di pazienza e dedizione e che ha saputo trasfondersi in poesia, letteratura, teatro, arte visiva e musica… un amore che ha comunicato se stesso e si è fatto comunicazione attraverso questi linguaggi, intrecciando e fondendo queste lingue. Gli occhi sfiorano ed accarezzano quest’amore guardando le fotografie di Silva Rotelli e Alessandro Bianchi che fanno del booklet un’esperienza di luce, di quanto la luce possa toccare, farsi sentire. Mentre le note e le parole ci abbracciano, le nostre dita possono lambire pagine bianche ricamate di scrittura ed altre pagine in cui solo i raggi luminosi si sono fatti inchiostro e penna insieme, mezzo e materia di una grafia che effonde poesia. Cuore a nudo ha preso forma a partire da ed attraverso uno spettacolo portato e messo in scena nei teatri per circa due anni, una rap-presentazione della musicalità della poesia e della poeticità della musica, un modo per raf-figurare questo sinolo, per dargli figura, corpo, quel corpo stesso che lo veicola, un corpo da far divenire pasto, il cibo-segno della transustanziazione, quella sostanza che manifesta la con-versione e la commistione delle sostanze. Un corpo nudo è andato in scena, il corpo di una voce, quella di un’anima, di una tromba e di un pianoforte. Questa nudità si è fatta possibilità di abitare lo spazio scenico con essenze pure e per esse i vuoti si sono fatti luoghi in cui distendersi, dilatarsi, tra-s-formarsi. Le immagini non hanno immortalato questo, non hanno eternato un momento di questo spettacolo, hanno trovato il modo per farlo accadere ancora, in un altrove, dandogli nuova materia da plasmare… hanno detto e continuano a dire ai nostri sguardi di questa nudità nominandola con il linguaggio della fotografia, si sono pro-poste come ulteriore dimensione in cui per questo cuore a nudo fosse possibile incarnarsi, divenire percettibile. L’essenzialità di quel corpo fatto di voce la si ritrova negli scatti che l’hanno scritta con la luce e la poeticità di un luogo, un’ex-colonia abbandonata sul Lago Maggiore. Vetri rotti, frantumati. Finestre aperte dalla natura stessa, lacerate da sassi o mani. Drappi di stoffa, tende dilaniate eppure ciglia carezzevoli di occhi socchiusi. Pareti scrostate dal tempo… o incrostate, di vita fluita, confluita e defluita in stanze che, pur vuote, ne restano piene. Varchi, corridoi, porte e mura divenute polvere. Queste le membra di una casa del silenzio in cui, di soppiatto, si è introdotto il soffio della bellezza, un alito di vita arrivato su fogli slegati e rimasto lì per una durata scandita non dal ticchettio delle lancette, ma dai click, dal suono che fa un diaframma che si apre, un occhio che si sofferma e ferma. In tutti gli scatti la luce, sapientemente modellata come morbida materia o semplicemente lasciata essere nella sua incantevole fluidità, si posa delicata su di un corpo ammantato di nero, su un volto e su mani da cui affiorano e fioriscono emozioni. Una sola eccezione. Una sola fotografia in cui l’uomo non compare, se non attraverso una sua traccia, la scrittura accolta e raccolta su fogli, carezze in volo fermatesi su di un piano a trasformar vetri rotti in cristalli, in gemme trasparenti e lucenti… a ricordare che la poesia non solo si fa attraverso, ma è fatta di ogni cosa, anche della polvere o del bordo ingiallito di un lembo di carta, anche di un abbandono, di un invisibile dolore o di un non raffigurabile battito, di un solo respiro. Dieci immagini per il booklet di questo album, dieci dita che ci afferrano l’anima, che s’insinuano nell’anima, dieci colpi di ciglia per veder nuda l’essenza della poesia, dieci rin-tocchi del cuore. Ai margini di alcune compaiono dei versi, poche parole a dissolvere ancor di più i limiti tra letteratura ed arte visiva, tra il senso e il suo suono… poche parole a porre l’accento sul significato e su come questo sappia e possa vestirsi di tante lingue. “Il linguaggio è la casa dell’essere”, così scrisse Martin Heidegger. Questo pensiero si fa sensazione mettendosi in ascolto dell’opera di Giovanardi, sentendo le fotografie che hanno ri-scritto con la luce poesie e musiche, gesti e parole, note e toni, movimenti e sospensioni. Shakespeare e Sanguineti, Tenco, Gualtieri, Lodoli e Guerra, Pagliarani e Tondelli, molti altri insieme a Giovanardi, ad un pianoforte ed una tromba, ad un teatro ed una dimora abbandonata hanno costruito con Silva Rotelli ed Alessandro Bianchi una casa avente come fondamenta il senso, fatta di mattoni di suoni e parole, del linguaggio, di ogni linguaggio. Questa casa ha porte e finestre spalancate, l’essere vi respira, vi abita, l’essere esiste in essa e grazie ad essa e nel suo grembo si dispiega, prende forma e si trasforma portando la bellezza ad esistere, fin dentro le pieghe dell’esistere. I sensi tutti possono e devono accogliere e farsi accogliere da questa casa, entrarvi e sostarvici… aperti.
Sito di Silva Rotelli e Alessandro Bianchi losthighways.it
Ognuno dentro di sé ha un vuoto, è stato messo in noi per ricordarci che siamo involucri: ad alcuni, per colmarlo è sufficiente un amore un figlio sano, un lavoro come si deve. Altri per cancellare il buco sono costretti a gettarci dentro tutte le loro cose, la vita intera, perché la bestia va saziata ogni giorno, ha la bocca sempre aperta e chiede chiede chiede in continuazione, non vuole mai riposare ... E poi c'è chi non arriva a sfamarla con ciò che possiede, neanche un regno basterebbe, e allora deve riempire quelle fauci con i sogni, eppure, neanche i sogni bastano, servono illusioni, ancora più grandi illusioni assolute...
Sarà ora di chiudere, amore, che smetta di fare la guardia al cemento tra piazza Tricolore e via Bellini, di coprirmi la faccia col giornale quando ferma la E, di attraversare obliquo la strada, di patire anche a passarci in treno in fondo a viale Argonne vicino alla tua casa.
Ho sognato troppo l'altra notte? è il secondo album da solista del cantante pop italiano Mauro Ermanno Giovanardi, pubblicato il 16 febbraio 2011 dall'etichetta discografica Sony. Il disco è stato pubblicato in occasione della partecipazione dell'artista al Festival di Sanremo 2011 con il brano Io confesso, in collaborazione con Matteo Curallo, ricomponendo così per l'occasione i La Crus, con il soprano Susanna Rigacci e la direzione d'orchestra di Fabio Gurian. Altre collaborazioni presenti sono quelle con Violante Placido e Syria.
Tracce
Io confesso Se perdo anche te / Solitary Man (Franco Migliacci e Antonio Bazzocchi – Neil Diamond) Il diavolo Desio (il rumore del mondo) Bang bang/Auschwitz (Alessandro Colombini e Miki Del Prete – Sonny Bono) – (con Violante Placido) Lascia che Un garofano nero La malinconia dopo l'amore – (con Syria) Neil Armstrong Bang Bang (My Baby Shot Me Down) – (Ok Corral Version) Se perdo anche te (Franco Migliacci e Antonio Bazzocchi – Neil Diamond) – (Acoustic Version) (iTunes Bonus Track)
Da Wikipedia foto:discoarmony.it/
HO SOGNATO TROPPO L'ALTRA NOTTE?
Back to the future: assistendo ai passaggi dei La Crus a Sanremo, si aveva l’impressione di ritornare indietro nel passato, con una canzone d’altri tempi, uscita direttamente da qualche programma RAI degli anni ’60. Se il regista avesse virato le immagini in bianco e nero, l’illusione sarebbe stata completa. Ascoltando “Ho sognato troppo questa notte?”, il disco di Mauro Ermanno Giovanardi (la reunion dei La Crus è stata estemporanea, la canzone è compresa nel disco del cantante) la sensazione è la stessa. Ma non prendetela come una cosa negativa, anzi: le atmosfere vintage di questo disco sono uno dei suoi migliori pregi. Il disco si apre “Io confesso”, poi arriva “Se perdo anche te” una bella cover di “Solitary man”, uno dei cavalli di battaglia di Neil Diamond, con un arrangiamento molto simile alla versione che ne diede (guarda caso) Gianni Morandi, con gli archi che prendono il posto dei fiati. Non è l’unica di quel genere molto in voga negli anni '60, le “cover italianizzate”: c’è anche “Bang bang”, che venne rifatta al tempo in italiano da Dalida, dai Corvi e dall'Equipe 84 e qua riproposta assieme a Violante Placido, in due versioni, di cui una "western", battezzata "Ok Corral". Sono cover che danno perfettamente il quadro di riferimento di Giovanardi: la canzone italiana degli anni ’60, che filtra il mondo di Scott Walker, Neil Diamond, Nancy Sinatra. La voce di Giovanardi è perfetta per questo mondo, è il risultato è un disco che è un piccolo gioiello anche e soprattutto nei brani originali, che giocano con sontuosi arrangiamenti d’arco, twang-guitar, fiati, con un sound contemporaneamente retrò e moderno, grazie alla produzione di Roberto Vernetti e Leziero Rescigno. Non c’è più nessuna traccia di quell’elettronica applicata alla canzone d’autore, che era il marchio di fabbrica dei primi La Crus. C’è solo la canzone d’autore. Ma il fatto è che in Italia non c’è nessuno che abbia saputo prendere questa tradizione dei rock-crooner e degli interpreti e italianizzarla con credibilità: questo disco colma un grosso vuoto, e canzoni come “Un garofano nero” “Il diavolo” lo dimostrano. Insomma, questo è un disco che va ben oltre Sanremo e “Io confesso”; è un disco con un’idea musicale forte, con ottime canzoni scelte bene e arrangiate meglio, con un cantante dalla voce calda e perfetta per questo genere di canzoni. Chapeau.
Non la cerco e dovunque la trovo è parola di vento e bagliore. E’ la rima che sposta il rumore di fondo, il rumore del mondo Come scegliersi il giorno di festa poi leccarsi le dita o lanciarsi dall’ultimo piano per salvarsi la vita Un aliante nel cielo d’inverno con la coda che fuma la tua pelle di Luna ache nuda il triangolo dalle Bermuda al desìo E’ l’amore forse l’unico Dio Non la cerco e dovunque la trovo è parola di vento e bagliore E’ la rima che sposta il rumore di fondo, il rumore del mondo Quando l’unica voce è il sudore e la frase la pelle Quando senti le giuste parole e ti bastano quelle l’erba voglio di cose infinite sulla sponda del mare il sorriso di un’anima in pena tutto il senso nell’ultima scena poi l’oblio E l’amore il mio unico Dio Non la cerco e dovunque la trovo è parola di vento e bagliore E’ la rima che sposta il rumore di fondo, il rumore del mondo.
Maledetto colui che è solo è il terzo album da solista del cantante pop italiano Mauro Ermanno Giovanardi, pubblicato nel maggio 2013. Il disco è realizzato insieme al Sinfonico Honolulu, orchestra italiana di ukulele.
Il disco contiene tre brani inediti (Accarezzami Musica, Solo E Col Sole In Faccia e Anche Se Non Lo Sai), diverse cover di artisti italiani, tra cui una realizzata insieme a Nada e pezzi di Giovanardi riarrangiati per l'occasione.
Il disco si aggiudica il Premio Tenco come miglior disco del 2013 nella categoria interpreti.
Tracce
Accarezzami Musica Io confesso Storia D'Amore (cover Adriano Celentano) Livorno feat. Nada (cover Piero Ciampi) Non E’ L'Amore Che Va Via (cover Vinicio Capossela) Solo E Col Sole In Faccia (I Buoni I Brutti E I Cattivi) Nel Ghetto (cover Alberto Radius) Ho Visto Nina Volare (cover Fabrizio De André) Come Ogni Volta (La Crus) Anche Se Non Lo Sai (inedito - Mauro Ermanno Giovanardi / Francesco Cusumano) Un Cuore a Nudo Noi Duri (cover Fred Buscaglione)
Il mio stile è il quarto album in studio da solista del cantautore Mauro Ermanno Giovanardi, pubblicato nell'aprile 2015.
Il disco è frutto della collaborazione dell'ex cantante dei La Crus con Leziero Rescigno e Roberto Vernetti. È presente la cover de Il tuo stile di Léo Ferré, da cui è stata anche trovata ispirazione per il titolo. Ai testi hanno collaborato anche Cheope, Gianmaria Testa, Giuseppe Anastasi e Niccolò Agliardi.
Il disco è stato anticipato dal singolo Quando suono.
Tracce
Sono come mi vedi - 3:39 Se c'è un Dio - 3:26 Tre volte - 4:06 Su una lama - 3:45 Il tuo stile - 3:11 Aspetta un attimo - 3:14 Quando suono - 3:47 Più notte di così - 3:33 Nel centro di Milano - 4:59 Come esistere anch'io - 3:35 Anche senza parlare - 3:39