Gabriel Batistuta

ex attaccante argentino

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    Gabriel Batistuta
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    Dati biografici
    Nome Gabriel Omar Batistuta
    Paese Argentina

    Passaporto Italia

    Altezza 185 cm

    Peso 73 kg

    Calcio

    Dati agonistici
    Ruolo Attaccante

    Ritirato 2005

    Carriera

    Giovanili


    1987-1988
    1989 Newell's O.B.

    Squadre di club

    1988-1989 Newell's O.B. 16 (4)
    1989-1990 River Plate 19 (3)
    1990-1991 Boca Juniors 30 (13)
    1991-2000 Fiorentina 269 (168)
    2000-2003 Roma 63 (30)
    2003 → Inter 12 (2)
    2003-2005 Al-Arabi 21 (25)

    Nazionale

    1991-2002 Argentina 78 (56)

    Carriera da allenatore

    2010- Argentina
    (Vice)
    Palmarès
    Confederations Cup

    Oro Arabia Saudita 1992

    Argento Arabia Saudita 1995

    Copa América

    Oro Cile 1991

    Oro Ecuador 1993

    Statistiche aggiornate al 8 novembre 2010


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    Gabriel Omar Batistuta (Avellaneda, 1º febbraio 1969) è un ex calciatore, allenatore di calcio e dirigente sportivo argentino. Commentatore televisivo, dal 2010 fa parte dello staff tecnico della Nazionale argentina e dal 2012 svolgerà il ruolo di Segretario Tecnico al Colon de Santa Fe.
    Era soprannominato Batigol e Re Leone.
    Con 56 gol è il miglior realizzatore nella storia della Nazionale argentina; con 152 gol è il miglior marcatore della Fiorentina in Serie A, squadra di cui è stato anche capitano nel corso degli anni novanta ed è anche il marcatore assoluto della squadra con 212 gol. Inoltre, con 184 reti, è al 10º posto nella classifica dei marcatori della Serie A. Nel 1994 ha stabilito il nuovo record di gol in giornate consecutive nel campionato italiano (11), in precedenza appartenente ad Ezio Pascutti. Infine, detiene la miglior media gol in relazione alle partite giocate tra i giocatori con almeno 300 partite in Serie A dal 1965 ad oggi (0,58).
    Inserito nella FIFA 100, la lista dei 125 migliori calciatori della storia, redatta in occasione del Centenario della FIFA, occupa inoltre la 23ª posizione nella speciale classifica dei migliori calciatori del XX secolo pubblicata da World Soccer.

    Biografia

    L'infanzia e la giovinezza


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    Nato ad Avellaneda e non, come erroneamente riportato da varie fonti, a Reconquista da Osmar Batistuta, macellaio, e sua moglie Gloria, segretaria scolastica, vi dimora fino all'età di sei anni, per poi trasferirsi a Reconquista, in via Pueyrredón 1024. Gabriel Omar Batistuta cresce particolarmente legato al nonno paterno Melchior, principale artefice delle fortune della famiglia, poi svanite a causa di una crisi economica e successivamente rimpinguate dal lavoro del padre di Gabriel, Osmar. L'infanzia di Batistuta è piuttosto irrequieta, a causa della sua grande esuberanza, che lo porta spesso a procurarsi piccole ferite di vario genere. Riceve la prima comunione e la cresima nella chiesa di San Roque, e frequenta la scuola, con buoni risultati. Prende poi per la prima volta i contatti con il gioco del calcio, praticandolo saltuariamente, senza però manifestare, inizialmente, una grande passione.
    Nasce poi la prima delle sorelle minori, Elisa, cui seguono Alejandra e Gabriela, e con tutte e tre Batistuta stabilisce un forte legame. Dopo i sette anni di scuola elementare, sceglie di frequentare l'Enet, istituto tecnico, non completando però gli studi (mancando di sostenere l'esame finale) anche a causa della nascente attitudine per il calcio. Dai dieci ai quattordici anni pratica pallavolo e pallacanestro, ma a sedici anni, avendo ricevuto in regalo dall'amico Pitti Lorenzini un poster di Diego Maradona allegato a El Gráfico, Batistuta si avvicina al calcio. A diciassette anni, il 26 settembre 1986, conosce Irina Fernández durante la sua quinceañera. Introdottosi nella festa grazie all'invito di un'altra ragazza di Goya, si infatua di Irina, con cui si fidanzerà otto mesi dopo, a maggio 1987. Il 28 dicembre 1990 i due si sposano, avendo in seguito quattro figli: Thiago (nato a Firenze, un attore), Lucas, Joaquín e Shamel.
    L'adolescenza e le prime esperienze calcistiche
    La famiglia Batistuta
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    La famiglia dei Batistuta ha origini italiane: a metà anni Novanta l'esperto Livio Tofful contattò Gabriel per cercare di ricostruirne la genealogia. I risultati portarono Tofful a scoprire che Domingo Batistuta, trisnonno di Gabriel, era di Borgnano (frazione di Cormons), mentre la trisnonna era Maria Zorzon di Brazzano. A metà del XIX secolo emigrarono entrambi in Argentina, ma le tracce si persero in seguito allo smarrimento dei documenti riguardanti Domingo: morto durante un naufragio, non vi fu modo, per Osmar Batistuta, di scoprire ulteriori informazioni all'Ufficio immigrazione di Buenos Aires. Melchior e Catalina, genitori di Osmar, vivevano originariamente a Reconquista. Melchior era un proprietario terriero, e possedeva allevamenti di bestiame di vario genere: la fortuna della famiglia scemò notevolmente quando Osmar tornò dal servizio militare. Toccò dunque a lui ricostituire il patrimonio perduto, lavorando al mattatoio Friar, dapprima come dipendente e in seguito come dirigente.
    Come già detto, Batistuta conosce il calcio a sedici anni: leggermente sovrappeso, gli viene dato il soprannome di gordo (grasso), mentre per i suoi capelli biondi (colore poco comune in Argentina) viene chiamato gringo. Alle scuole superiori ebbe le prime occasioni di giocare a calcio: chiuso da compagni più abili nelle discipline di pallavolo e pallacanestro, sport cui Batistuta si era maggiormente avvicinato, per partecipare alle Intercollegiali, una competizione che coinvolgeva le scuole della zona, dovette segnarsi nella squadra di calcio. Il primo campetto si trovava nel barrio Chapero, e Batistuta vi si ritrovava con gli amici per giocare: nacque così il Grupo Alegria, la prima formazione amatoriale dell'argentino.
    Passato poi nelle giovanili del Platense, partecipa con tale maglia alla prima partita ufficiale contro il Racing di Reconquista all'età di sedici anni e mezzo. Con il Platense rimane per due anni, fino alla chiamata del Newell's, che grazie al proprio osservatore Jorge Griffa aveva scoperto il talento di Batistuta. Insieme a Gustavo Masat (futuro partecipante al campionato del mondo Under-20 1989) si trasferisce a Rosario, dove trova Marcelo Bielsa, suo primo tecnico. Durante il suo periodo al Newell's Old Boys stringe amicizia con diversi giocatori, tra cui Darío Franco e Fernando Gamboa, alternando partite a carte a visite al Parque de la Independencia. Lasciata la camerata comune ove abitavano i giocatori delle giovanili del Newell's, Batistuta e Masat trovano una sistemazione indipendente nelle vicinanze dello stadio. Nel febbraio del 1989 Batistuta vive la sua prima esperienza lontano dal Sud America, partecipando al Torneo di Viareggio 1989, mentre nel giugno dello stesso anno si lega al procuratore Settimio Aloisio, con cui rimarrà per molti anni a seguire.

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    La maturità
    Dopo il passaggio al River, il periodo al Boca Juniors fu molto positivo per Batistuta dal punto di vista personale, come lui stesso afferma nella propria autobiografia. In seguito al matrimonio con Irina Fernández, celebrato nella chiesa di San Roque a Reconquista, il calciatore argentino trova una casa a Belgrano, quartiere di Buenos Aires, e vi si trasferisce. A ciò si aggiungono l'acquisto della prima auto (una FIAT Turbo) e il successo professionale; inoltre, lega particolarmente, sia in campo che nella vita, con Diego Latorre, suo compagno di squadra al Boca. Durante la Coppa Libertadores 1991 Batistuta è coinvolto, come molti altri giocatori, nella rissa scoppiata durante l'incontro tra Boca Juniors e Colo-Colo, squadra cilena, a Santiago: lui e altri tre vengono trattenuti dalle forze dell'ordine cilene, poiché denunciati dai fotografi, che accusavano i calciatori di averli aggrediti. Il caso è in seguito risolto, e i tre elementi del Boca sono lasciati liberi di tornare in patria.
    In seguito alle vittoriose edizioni del 1991 e del 1993 della Copa América, Batistuta ha anche l'opportunità di assistere alla Messa celebrata dal Papa Giovanni Paolo II: il calciatore definisce questa esperienza molto importante a livello personale. A metà del 1991 Batistuta viene acquistato dalla Fiorentina e deve pertanto trasferirsi a Firenze. Giunge all'Hotel Savoy e incontra, quella stessa sera, i futuri compagni di squadra e l'allenatore Sebastião Lazaroni, impegnati in una sfida amichevole con la Sampdoria. Il primo impatto con l'Italia è di spaesamento: al capoluogo toscano, profondamente diverso da Buenos Aires, Batistuta mal si abitua, vivendo inoltre periodi di contrasto con Dunga e Massimo Orlando. Con il passare del tempo l'argentino prende familiarità con l'ambiente, riuscendo a superare gli iniziali stress e vivendo anche la nascita del primo figlio, Thiago. Nelle stagioni successive stringe amicizie con Francesco Baiano e Rui Costa. Nel gennaio del 1996 alcuni ladri gli si introducono in casa mentre Batistuta è in Argentina e, nonostante il furto non coinvolga oggetti di particolare valore, il calciatore rimane scosso dall'avvenimento. Il 22 maggio 1996 nasce, sempre a Firenze, il secondogenito Lucas. Nel 1996 il sindaco di Firenze Mario Primicerio consegna a Batistuta il Fiorino d'oro, onorificenza storicamente conferita a chi si distingua particolarmente per i servizi resi alla città. Nel 1999 nasce il terzo figlio, Joaquín.
    Nel giugno 2000 si trasferisce a Roma, acquistato dalla società dalla maglia giallo-rossa, prendendo casa a Casalpalocco, mentre, successivamente, nei sei mesi passati a Milano con la maglia dell'Inter Batistuta non porta con sé la famiglia. Nel 2003, dopo la stagione nel capoluogo lombardo, Batistuta si trasferisce a Doha, in Qatar, firmando un contratto molto remunerativo con l'Al-Arabi. Nella capitale del paese mediorientale nasce il quarto figlio, Shamel.
    La vita dopo il ritiro dal calcio giocato
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    Batistuta dà annuncio del suo definitivo ritiro dal calcio il 13 marzo 2005, in seguito alla rescissione del contratto operata dall'Al-Arabi, squadra in cui militava. Il 12 gennaio 2006 Leonardo Domenici, sindaco di Firenze, gli dona le Chiavi della città, in segno di riconoscenza per il rapporto che il calciatore ha avuto con i fiorentini. Inoltre, nello stesso mese Batistuta inaugura la propria linea d'abbigliamento, chiamata GB, presentandola in occasione di Pitti Uomo di quell'anno.
    In seguito, ottiene l'abilitazione ad allenare dopo aver frequentato l'apposito corso in Argentina, dove era tornato per seguire più da vicino le proprietà di Reconquista. Nel 2009 ha scelto di tornare all'attività sportiva, dedicandosi al polo ed entrando a far parte della squadra Loro Piana; debutta a Cañuelas nel marzo 2009 segnando due reti. Nel 2010 segue il campionato del mondo 2010 in qualità di commentatore televisivo per una emittente asiatica; stabilitosi a Johannesburg, viene derubato, come altri personaggi nel corso della manifestazione, da ladri ignoti.
    L'8 novembre 2010 entra a far parte dello staff tecnico del ct dell'Argentina Sergio Batista.
    Il 16 dicembre 2011 il presidente del Colon de Santa Fe German Lerche annuncia che Batistuta sarà "Segretario Tecnico" del club a partire dal 2012. L'ex bomber viola sarà un anello di congiunzione tra la dirigenza ed i giocatori, e collaborerà con l'allenatore Mario Sciacqua.

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    Esultanze

    Batistuta è rimasto celebre anche per delle esultanze particolari divenute col tempo un proprio marchio di fabbrica. In Argentina con la maglia del Boca Juniors era solito arrampicarsi sulle retine della curva dopo ogni rete. Nella stagione 1994-1995 era solito dopo i gol andare alla bandierina e mettersi in posa reggendola con una mano, esultanza suggerita al bomber viola dall'allora compagno Francesco Flachi.
    Celebri, anche se non premeditate, sono le esultanze con il Barcellona in Coppa delle Coppe, quando zittì l'intero Camp Nou, o in Supercoppa italiana con il Milan quando dichiarò il proprio amore alla moglie Irina in diretta televisiva da una delle telecamere.

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    Dalla stagione 1998-1999 Batistuta ha iniziato ad esultare imitando una mitragliatrice, gesto che ha continuato ad utilizzare anche nelle stagioni successive, sia in maglia viola che con la Roma. Particolare l'esultanza in una vittoria per 1-0 con la Juventus sempre nella stagione 1998-1999 quando, dopo aver segnato il gol decisivo con un colpo di testa, spara con la solita mitraglia ma un attimo dopo preso dalla gioia incontenibile trasforma il gesto in un "assolo di chitarra elettrica".

    Caratteristiche tecniche

    Per le sue caratteristiche, Batistuta è considerato uno dei centravanti più forti della storia del calcio.
    Abile di testa come di piede, nei calci da fermo come nei movimenti smarcanti, risaltava particolarmente per la prolificità in zona gol, capacità che gli ha permesso di battere diversi primati in tal senso. Oltre alle qualità strettamente tecniche, era considerato anche un leader in campo per via di carisma, tenacia, coraggio e intelligenza tattica. In campo si dimostrò spesso leale e corretto, venendo raramente sanzionato per falli non necessari.
    Il tiro
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    Batistuta era dotato di una notevole potenza di tiro: il record personale di velocità impressa a un pallone è di 106 km/h. Il piede preferito era il destro, ma era in grado di tirare con simile precisione anche con il sinistro.
    Il tiro di Batistuta era solitamente effettuato con potenza, preferibilmente di destro, indirizzando il pallone all'angolo opposto della porta avversaria. Con il tempo il giocatore affinò le sue capacità, arrivando a padroneggiare anche il mancino. Il punto di forza rimase però il tiro con il piede preferito: nel suo periodo alla Fiorentina, di 168 gol ne marcò 92 con il destro, mentre 15 furono realizzati con il sinistro. Anche in acrobazia Batistuta era abile: segnò spesso al volo, in rovesciata o in sforbiciata.
    Il colpo di testa
    Altro cardine del bagaglio tecnico di Batistuta era il colpo di testa. Già nei primi anni di carriera, il gioco di testa era un suo tratto distintivo. Successivamente, affinando le proprie doti naturali tramite intensi allenamenti, migliorò ulteriormente. Kurt Hamrin disse che la sua capacità di elevazione lo favoriva notevolmente. Il computo di reti segnate alla Fiorentina include 30 marcature su 168, corrispondenti al 17,9% del totale.
    I calci da fermo
    Con il passare del tempo, Batistuta acquisì una crescente abilità nell'eseguire calci di punizione, fino a diventarne uno specialista. Data la considerevole potenza del suo tiro, preferiva le lunghe distanze alle brevi, poiché la maggiore distanza permetteva al tiro di abbassarsi maggiormente, inquadrando meglio lo specchio della porta. Diverso è il discorso per i calci di rigore: Batistuta ne sbagliò svariati, arrivando a fallirne 4 nella stagione 1996-1997: in totale, con la maglia della Fiorentina sbagliò 9 tiri dal dischetto.

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    Carriera

    Club


    Uscito dalle squadre minori del Newell's Old Boys di Rosario, Argentina, gioca fra l'altro il noto Torneo di Viareggio - Coppa Carnevale (per formazioni Primavera) con la squadra argentina del Deportivo Italiano. Nella prima partita, giocata allo stadio "Roberto Strulli" di Monsummano contro i bulgari del Levski Sofia, mette a segno una tripletta nel 4-0 finale per la sua squadra. Ha giocato inoltre nel River Plate e nel Boca Juniors (ottenendo il titolo argentino nel 1991); ed in Italia nella Fiorentina (con cui ha vinto una Coppa Italia ed una Supercoppa italiana), nella Roma (con cui ha vinto uno Scudetto e una Supercoppa italiana) e nell'Inter. Nel 2005 ha terminato la sua carriera, a causa di un infortunio ad un ginocchio, in una squadra del campionato del Qatar, l'Al-Arabi.

    In Argentina

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    Da bambino, Batistuta preferiva altri sport al calcio. Provò il basket, agevolato dalla sua altezza, ma l'evento che segnò la sua vita fu la vittoria della Nazionale argentina ai Mondiali di calcio 1978: le gesta dei calciatori dell'Albiceleste, in particolare dell'attaccante Mario Kempes, entusiasmarono il piccolo Gabriel che iniziò a dedicarsi al calcio. Dopo un po' di tempo di calci alla buona con gli amici per le strade e successivamente un'esperienza nel piccolo club Grupo Alegria, entrò nelle giovanili del Platense. Fu in questo periodo che vinse con una selezione di Reconquista il campionato provinciale, battendo peraltro la squadra giovanile del Newell's Old Boys di Rosario. I suoi 2 gol segnati attirarono su di sé l'attenzione della squadra rivale, che lo ingaggiò nel 1988.
    Al Newell's Old Boys il diciannovenne Batistuta incontra il tecnico Marcelo Bielsa, che l'avrebbe allenato in seguito nella nazionale argentina. La prima stagione professionistica del giocatore presentò delle difficoltà: distante da casa, dalla sua famiglia, dalla sua fidanzata Irina e costretto a dormire in una stanza dello stadio locale, dovette fare i conti anche con problemi di sovrappeso che lo tennero spesso distante dal campo di gioco. A fine stagione fu ceduto in prestito ad una squadra minore, il Deportivo Italiano di Buenos Aires e partecipò al Torneo di Viareggio in Italia, diventando capocannoniere della manifestazione con 3 gol e entrando nelle grazie di alcuni talent scout italiani. Con Newell's Old Boys ha giocato l'unica finale di Copa Libertadores della sua carriera, nel 1988 contro il Nacional (Uruguay).
    Le buone prestazioni offerte col modesto Deportivo portarono Batistuta in uno dei più grandi club argentini, il River Plate, dove segnò 17 gol. Nonostante ciò, le cose non andarono per il verso giusto, soprattutto con l'allenatore Daniel Passarella, che a metà stagione lo mise fuori rosa. Questi fatti favorirono la cessione del giocatore, che firmò nel 1990 per gli arcirivali di Buenos Aires, il Boca Juniors. Nella prima stagione era fuori forma, quindi nel 1991, con l'arrivo di Oscar Washington Tabárez come allenatore della squadra, il Boca vinse il campionato e Batistuta la classifica cannonieri con 13 reti. In Copa Libertadores segna una doppietta al River Plate il 20 marzo 1991, due reti al Corinthians e altrettante al Flamengo. Il Boca Juniors venne eliminato in semifinale dal Nacional di Montevideo.

    In Italia

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    Fiorentina

    L'ottimo campionato col Boca portò presto Batistuta in nazionale per partecipare alla Copa América in Cile. I suoi sei gol (tra cui uno di testa contro il Brasile e uno in finale contro la Colombia) lo portarono in vetta tra i cannonieri e sul tetto del Sudamerica con la propria selezione. Le gesta di Batistuta nell'estate 1991 in maglia bianco-celeste impressionarono il presidente della Fiorentina Mario Cecchi Gori che decise di portarlo in Italia.

    La prima presenza in Serie A avvenne contro la Juventus al Delle Alpi, mentre la prima rete una settimana più tardi contro il Genoa. La prima stagione in maglia viola, nel 1991-92, si concluse con 27 presenze e 13 gol. La prima tripletta la realizzò contro il Foggia, mentre la prima doppietta a Roma in un memorabile 1 - 3 per i viola. Nella sua prima stagione Batistuta apparve un giocatore giovane molto potente e prolifico ma ancora grezzo nel tocco di palla.
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    Il centravanti argentino continuò il suo trend di realizzazioni l'anno successivo, con tre doppiette nelle prime sette partite contro Lazio, Inter e Sampdoria e segnando 16 gol in 32 partite: tuttavia la tormentata stagione viola, iniziata tra l'altro molto bene, finì con una inaspettata retrocessione in Serie B. Emblematiche e celebri divennero le immagini dell'ultima giornata di campionato, con Batistuta in lacrime per la retrocessione nonostante un 6 - 2 in casa contro il Foggia. Nel frattempo, in nazionale Gabriel regala un'altra Coppa America alla nazionale argentina, realizzando una doppietta in finale contro il Messico.
    Nella stagione seguente Batistuta sfruttò la discesa in serie B per crescere calcisticamente: nella stagione 1993-94 l'argentino collezionò 26 presenze e 16 gol, segnando non solo di potenza, ma anche in acrobazia o di fino. Le sue prestazioni gli valsero la convocazione al campionato mondiale. Fu la stagione 1994-95 quella della definitiva consacrazione di Batigol, come anche i tifosi della Fiorentina ormai erano abituati a chiamarlo. Nella nuova stagione in Serie A con 26 gol vinse la classifica cannonieri e, inoltre, batté il record di Ezio Pascutti, fermo da più di trent'anni, delle partite consecutive con almeno una rete segnata, avendo impresso il proprio nome sul tabellino dei marcatori per 11 giornate di seguito dall'inizio del campionato.
    La stagione conclusa fece diventare Batistuta leader della squadra e soprattutto idolo della tifoseria. La stagione 1995-96 non deluse le attese: Batistuta continuò a segnare tanto, migliorando la sua intelligenza tattica e la sua qualità tecnica. In una partita casalinga contro la Lazio, in cui il centravanti festeggiava le 100 partite in serie A, i tifosi gli dedicarono una statua esposta davanti alla curva Fiesole. Il bilancio dell'anno fu positivo: 19 reti in campionato e prestazioni determinanti in Coppa Italia dove Batistuta segnò tutte le reti con le quali la Fiorentina eliminò l'Inter in semifinale (3-1 al Franchi e 1-0 a Milano) prima di aggiudicarsi il trofeo in finale contro l'Atalanta con gol sia nella finale d'andata a Firenze(1-0)che nel ritorno di Bergamo (0-2).
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    Nell'estate del 1996 Batistuta guidò la Fiorentina alla vittoria nella Supercoppa Italiana contro il Milan a San Siro.
    La stagione successiva è più altalenante: 13 gol su 32 partite in campionato, dove la Fiorentina manca la qualificazione alle coppe europee; in Coppa delle Coppe la Fiorentina, dopo essersi imposta in casa del Benfica grazie anche ad una rete di Batistuta che ricevette i complimenti del pluridecorato portiere belga Michel Preud'homme, fu eliminata in semifinale dal Barcellona, poi vincitrice del trofeo. Tuttavia fu proprio contro i blaugrana che l'argentino segnò uno dei suoi gol più belli: ricevette palla dal limite e lasciò partire un destro molto potente che si insaccò sotto la traversa; dopo questo gol Batigol zittì il Camp Nou colpevole di averlo fischiato tutta la partita; Batistuta non partecipa alla partita di ritorno in quanto squalificato.
    Nella stagione 1997-98 Batistuta segnò 21 gol in 32 partite di cui alcuni di pregevole fattura come quelli con l'Udinese (tripletta) realizzati alla prima giornata. Nel finale di stagione si vociferava che il gol realizzato contro la Lazio alla penultima giornata fosse l'ultimo in maglia viola: Batistuta aveva infatti offerte importanti provenienti soprattutto dall'estero; alla fine comunque il bomber decise di rimanere convinto da una telefonata del nuovo allenatore Trapattoni, il quale gli assicurò che la Fiorentina avrebbe lottato l'anno successivo per lo Scudetto.
    La stagione 1998-99 si rivelò amara per la Fiorentina e per Batistuta. I Viola infatti conclusero al primo posto il girone d'andata dopo una cavalcata impressionante: Batistuta trascinò con 17 gol in 17 giornate i suoi compagni che vinsero tutte le partite in casa e travolsero il Milan a San Siro 3-1 con una celebre tripletta proprio del Re Leone. Nel girone di ritorno la Fiorentina crollò, complice anche l'infortunio dello stesso Batistuta contro il Milan, e si piazzò terza in campionato. Batistuta conluse la stagione con 21 gol in sole 28 presenze piazzandosi secondo in classifica marcatori dietro al brasiliano Amoroso.
    L'estate del 1999 fu tranquilla per Batigol che avrebbe partecipato a una competizione prestigiosa quale la Champions League. La stagione 1999-2000 fu l'ultima alla Fiorentina per Batistuta: a fine stagione, dopo 23 gol in 30 partite di campionato e diverse importanti segnature in Champions League, decise di lasciare Firenze tra le lacrime, mentre il pubblico fiorentino si spaccò: chi lo accusò di tradimento, chi comprese i motivi della sua scelta. In questa stagione Batistuta e la Fiorentina scriveranno pagine di storia in Champions League. Inseriti nel girone con Arsenal, Barcellona, e gli svedesi dell'AIK Solna, la Fiorentina, dopo aver incontrato delle difficoltà nel girone, arriva a giocarsi una partita fondamentale per il passaggio del turno contro l'Arsenal, a pari punti nel girone.
    Nello storico stadio di Wembley, stracolmo di tifosi inglesi, Batistuta realizza una prodezza entrata nella storia: riceve palla dal tedesco Heinrich, dribbla il diretto avversario allungandosi la palla e da posizione angolatissima segna il gol della vittoria. Quel gol ha una portata storica di spessore, in quanto, oltre a ragalare la qualificazione alla squadra al girone successivo, renderà la Fiorentina l'unica squadra italiana ad aver vinto contro l'Arsenal nel vecchio stadio di Wembley. Nel secondo girone Batistuta realizza altri gol importanti come quelli contro il Manchester United, uno in casa e uno spettacolare all'Old Trafford (destro da 30 metri). Tuttavia, dopo alcune prestazioni esaltanti, la Fiorentina non riesce a passare il suo girone, e si piazza terza alle spalle dei Red Devils e del Valencia; Batistuta, rivelatosi un 'autentico trascinatore per i Viola, termina la sua Champions con 11 presenze e 6 gol all'attivo. Chiude il 1999 piazzandosi terzo nella classifica del Fifa World Player.
    Con una tripletta all'ultima giornata di campionato, Batistuta diventò, con 152 gol, il maggior marcatore della Fiorentina in Serie A, superando lo svedese Kurt Hamrin che si era fermato a quota 151; questa prestazione, che coincise altresì con la sua ultima presenza con la squadra, gli valse un voto pari a 9 da parte de la Gazzetta dello Spor. Con la Fiorentina ha disputato un totale di 332 partite tra campionati e coppe segnando complessivamente 207 gol.

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    Roma

    Nell'estate del 2000, a 31 anni, Batistuta passò alla Roma (per l'acquisto del giocatore il presidente giallorosso Franco Sensi sborsò 70 miliardi di lire). Al suo passaggio alla Roma, la sua maglia storica, la numero 9, era già di Vincenzo Montella. Dopo una lunga polemica durata tutta l'estate del 2000, alla fine Batistuta decise di prendere il numero 18. I due anni successivi invece utilizzò il 20 (come i gol da lui segnati nella sua prima stagione capitolina) e il 33 (i suoi anni nel 2002).
    Alla Roma Batistuta disputò una stagione in cui segnò 20 gol, contribuendo alla vittoria del terzo scudetto della storia della squadra capitolina, il primo della carriera per l'argentino. Durante Roma-Fiorentina del 26 novembre del 2000 Batistuta segnò negli ultimi minuti il gol della vittoria per i giallorossi; nell'occasione non esultò, e anzi scoppiò in lacrime, consolato poi dai compagni di squadra. Il 19 agosto 2001 inoltre l'argentino vinse la sua seconda Supercoppa Italiana. I ben noti problemi alla caviglia cominciarono però a farsi sentire e infatti la stagione successiva non si rivelò brillante come la precedente, Batistuta segnò 6 gol.

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    Inter

    Nel gennaio 2003, dopo aver segnato nel girone d'andata 4 gol, Batistuta venne ceduto in prestito dalla Roma all'Inter, dove rimase fino alla fine della stagione, collezionando 12 presenze e segnando 2 gol in Serie A contro Piacenza e Como.

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    In Qatar

    A 34 anni, dopo 12 anni di permanenza in Italia, Batistuta decise di concludere la sua carriera in Qatar, firmando un contratto biennale per un totale di 8 milioni di dollari con l'Al-Arabi, squadra di Doha. In 18 partite di campionato realizzò 25 gol. Nella stessa stagione vinse la scarpa d'oro come miglior calciatore dei campionati asiatici oltre a realizzare quattro reti in una sola partita. In quella formazione militavano anche Taribo West e Stefan Effenberg. La stagione successiva iniziò nel peggiore dei modi: infatti, dopo appena tre partite, Batistuta si infortunò alla caviglia e anticipò il suo ritiro dai campi.

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    Nazionale

    Con la "Albiceleste" vinse la Copa América del 1991 e del 1993 e la Confederations Cup del 1992 e disputò i campionati del mondo di calcio del 1994, 1998 e 2002.
    La prima Copa América da lui disputata in Cile nel '91 lo consacrò capocannoniere con sei gol e lo portò all'attenzione dei club Europei, tra cui la Fiorentina che lo ingaggiò. Batistuta vinse la competizione con la propria squadra. Nel 1993, Batistuta giocò la sua seconda Copa América, questa volta in Ecuador, che la squadra argentina vinse di nuovo grazie anche ad una sua doppietta in finale contro il Messico. Nelle qualificazioni ai mondiali del 1994 Batistuta si rivela autentico trascinatore della nazionale ma il gol più importante lo realizza a Buenos Aires nello spareggio decisivo contro l'Australia.

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    Finalmente l'anno dopo giunse la rassegna iridata, i Mondiali di calcio 1994 disputatisi negli Stati Uniti: Batistuta, nonostante giocasse in Serie B, fu convocato e considerato titolare in attacco. I mondiali però si rivelarono una delusione: dopo un avvio roboante, l'Argentina fu eliminata dalla Romania agli ottavi di finale. Il morale della squadra era stato pesantemente compromesso dalla sospensione di Diego Armando Maradona per doping. Nonostante la deludente prestazione della propria nazionale, Batistuta segnò 4 reti, tre delle quali all'esordio contro la Grecia.
    Nella Copa Amèrica del 1995 in Uruguay, Batistuta è nuovamente capocannoniere ma L'Argentina viene eliminata nei quarti dal Brasile. Nelle qualificazioni ai mondiali di calcio 1998 Batistuta ebbe notevoli problemi con una sua vecchia conoscenza, Daniel Passarella, divenuto CT dell'Albiceleste, che per contrasti col bomber lo lasciò a volte fuori squadra o lo rese vittima di alcune particolari ripicche, come quella di voler per forza i giocatori in campo coi capelli corti e curati e non lunghi e folti (l'imposizione arrivò anche a Claudio Paul Caniggia). Batistuta starà per circa 300 giorni senza indossare la maglia della nazionale, a volte reagendo con notevole disappunto alle mancate convocazioni: emblematico un episodio dove per la rabbia cadde a Firenze per le scale di casa rompendosi una mano e dovendo giocare la successiva partita con la Roma con una fasciatura rigida. I risultati abbastanza deludenti dell'Argentina, già eliminata nel 1995 dalla Copa América, portano però Passarella a richiamare Batistuta, che torna a segnare copiosamente. Memorabile la rete su punizione al Paraguay di Chilavert grazie al quale supera Maradona e a quota 36 reti diventa primatista di reti con la maglia albiceleste. A questo punto il CT arriverà ad affermare che l'unico posto certo per i 22 in Francia è proprio quello di Batistuta.

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    Ma il mondiale transalpino si rivela un'altra delusione per l'Argentina: Batistuta non delude le attese, segnando cinque gol durante la manifestazione contro Giappone, Inghilterra e tre nella gara contro la Giamaica, entrando nella storia come primo calciatore a realizzare una tripletta in due mondiali diversi e raggiungendo Sándor Kocsis, Just Fontaine e Gerd Müller nell'impresa di aver fatto due triplette ad un mondiale. L'Argentina cede il passo all'Olanda ai quarti di finale, perdendo 2-1: in quel match Batistuta viene sostituito da un deludente Hernán Crespo e la sostituzione viene aspramente criticata al CT Passarella, che viene esonerato anche per l'esclusione dell'Argentina.
    Da un vecchio rivale, la nazionale passa ad un vecchio estimatore, Marcelo Bielsa, che l'aveva lanciato da giovane: l'Argentina si qualifica ai Mondiali di calcio 2002 senza troppi problemi, con Batistuta alternato in attacco ad altri compagni di calibro elevatissimo come Crespo. Alla vigilia del mondiale, non pochi scommettevano su una vittoria finale dell'Argentina, che sulla carta sembrava effettivamente superiore alle altre compagini: Batistuta intanto annunciò che a fine mondiale avrebbe lasciato la nazionale. Le aspettative si rivelarono assolutamente fallaci: la nazionale argentina, finita in un gruppo difficilissimo con Inghilterra, Svezia e Nigeria fallì il passaggio del girone. Contro la Nigeria Batistuta tocca quota dieci gol ai Mondiali andando a segno con un bellissimo stacco di testa e regala la vittoria ai suoi. Nel secondo match però è tanta l'amarezza per la sconfitta contro gli inglesi. La sua ultima partita con la nazionale fu proprio il pareggio 1-1 con la Svezia, che costò all'Argentina l'eliminazione dai mondiali del 2002.

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    È il topscorer della nazionale argentina fin dal 1997, quando superò i 34 gol di Diego Armando Maradona. Nel 2002, nella partita Argentina-Nigeria 1-0 dei mondiali nippo-coreani segnò il suo gol numero 56, record tuttora imbattuto (il più vicino in attività è Hernán Crespo fermo a quota 36). Per questo motivo è stato premiato con una speciale targa dalla Federazione calcistica argentina il 7 settembre 2010 in occasione della partita amichevole Argentina-Spagna.
    È anche il primatista di gol segnati nelle fasi finali dei mondiali con la maglia argentina (10 gol, anche qui tolse il record a Maradona che nel 1994 si fermò a 8). Per la precisione segnò 4 gol a Stati Uniti '94 (3 alla Grecia e 1 alla Romania), 5 a Francia '98 (3 alla Giamaica, 1 al Giappone, 1 all'Inghilterra) e 1 a Giappone-Corea 2002 (alla Nigeria).




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    Palmarès

    Club

    • Campionato argentino: 1
    Boca Juniors: 1991
    • Coppa Italia: 1
    Fiorentina: 1995-1996
    • Campionato italiano: 1
    Roma: 2000-2001
    • Supercoppa italiana: 2
    Fiorentina: 1996
    Roma: 2001
    • Campionato qatariota: 1
    Al Arabi: 2003-2004
    Nazionale
    • Coppa America: 2
    Argentina: 1991, 1993
    • Confederations Cup: 1
    1992
    Individuale
    • Capocannoniere della Copa América: 2
    1991 (6 gol), 1995 (4 gol)
    • Capocannoniere della Confederations Cup: 1
    1992 (2 gol)
    • Capocannoniere della Serie A: 1
    1994-1995 (26 gol)
    • Capocannoniere del campionato del Qatar: 1
    2003-2004 (25 gol)
    • Capocannoniere della Coppa Italia: 1
    1995-1996 (8 gol)





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    Batistuta si separa dalla moglie Irina,
    nel ’96 il “Ti Amo” dopo un gol


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    Scritto da: Mirko Nicolino - sabato 16 agosto 2014

    Gabriel Omar Batistuta, ex attaccante della Fiorentina, con una parentesi anche con le maglie di Roma e Inter, si sarebbe separato dalla moglie Irina. La notizia è lanciata dal quotidiano argentino ‘Cronica’ come esclusiva: la storica coppia, infatti, Avrebbe deciso di separarsi dopo ben 24 anni di matrimonio. Batistuta ed Irina Fernández si erano conosciuti nel 1986: otto mesi più tardi, a maggio del 1987 il fidanzamento “ufficiale” e il 28 dicembre del 1990 ci fu il matrimonio. Dalla loro unione sono nati quattro figli: Thiago, oggi attore (nato a Firenze), Lucas, Joaquín e Shamel.

    Tra Gabriel Omar e la moglie Irina c’è sempre stato un legame molto forte, mai nascosto al grande pubblico. Lo stesso Batistuta fu protagonista di una dedica particolare alla moglie nel 1996 durante la sfida contro il Milan valida per la Supercoppa Italiana, conclusasi con il punteggio di 2-1 a favore dei viola. Sull’1-1, Batistuta calciò e trasformò in rete una pregevole punizione, seguita da una corsa forsennata verso la telecamera, in faccia alla quale il bomber argentino urlò “Irina te amo!”.

    La notizia non è stata ancora confermata né smentita dalla coppia, né si conoscono eventuali motivazioni che avrebbero portato alla separazione. Voci anch’esse non confermate, parlano di una possibile relazione di Batistuta con una donna molto più giovane di lui. Probabilmente, sarà lo stesso Batistuta a chiarire nei prossimi giorni, quando è atteso in Italia per raggiungere il secondogenito Lucas (18 anni), che si sta allenando con il Porta Romana, in Eccellenza, dopo le esperienze nelle giovanili del Colon di Santa Fe'.

    © Foto Getty Images - Tutti i diritti riservati




    Fonte:
    www.calcioblog.it/post/394840/gossi...amo-dopo-un-gol,
    web,www.youtube.com
     
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