LE CATTEDRALI GOTICHE

Architettura

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  1. gheagabry
     
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    La più forte impressione della mia prima giovinezza, di cui porto ancora un vivace ricordo
    fu l'emozione che provocò nella mia anima di ragazzo la visione di una Cattedrale Gotica.
    Ne fui rapito, estasiato, sconvolto, ammirato, incapace di sottrarmi all'attrazione del meraviglioso, alla magia dello splendido, dell'immenso, del vertiginoso che emanava questa opera più divina che umana.
    Fulcanelli



    LE CATTEDRALI GOTICHE





    Le pietre ci parlano e lo fanno le Cattedrali, che racchiudono ancora tutto il loro fascino ed il loro messaggio misterioso, un perfetto ‘condensato’ di materia e spirito... basta osservarne una per sentirsi catapultare in un’altra "dimensione" e sorgono spontanee le domande: come poterono erigere questi ‘colossi’ i costruttori del Medioevo, che spesso vengono additati come persone analfabete, come poterono farlo con gli esigui mezzi a disposizione? Quali conoscenze possedevano gli architetti che le progettarono? E perché iniziarono a comparire in un dato momento della storia umana, per poi apparentemente ‘eclissarsi’?
    La parola "gotico" fu coniata nel Rinascimento, in senso spregiativo perché – agli occhi degli artisti Rinascimentali che si ispiravano alla classicità - le figure strane, bizzarre a volte mostruose, presenti nelle cattedrali gotiche ricordavano l’arte dei popoli del Medioevo, che venivano definiti ‘barbari’ o goti. Lo stile Romanico, che precede il gotico, fu coniato nel corso del 1800, per ricordare come questo stile si avvicinava di più al periodo dell’arte Romana, quindi alla civltà classica.. Fulcanelli, autore de "il Mistero delle cattedrali" afferma invece che il termine ‘art gotique’ risalga ad "argotique",da cui argot significa ‘gergo’ ovvero ‘lingua criptica che viene recepita solo dagli iniziati"....Se solo qualcuno ha osservato attentamente una cattedrale gotica non potrà ravvisarvi nulla di ‘barbaro’ ma, al contrario, essa rappresenta la più alta espressione artistica che l’Europa abbia mai conosciuto.
    Lo stile gotico nasce in Francia, che ne ebbe il monopolio assoluto, seguita poi dall’Inghilterra, mentre in Italia e in altri paesi d’Europa rimase lo stile Romanico ancora per circa un secolo.....dal 1050 al 1350, la Francia ha estratto più tonnellate di pietra dell’Antico Egitto...400 grandi Chiese e 30.000 Chiese Parrochiali. In quel periodo, in Francia sorse una chiesa ogni 200 abitanti. Questa frenesia nella costruzione di edifici sacri sarà stata dovuta in parte alla Fede ma sicuramente anche alla gioia di aver superato il fatidico ‘anno Mille’ in modo indenne,visto che una credenza popolare additava l’arrivo del nuovo millennio come la caduta del mondo intero, la fine di tutto il mondo conosciuto. La Cattedrale diviene quinidi un polo di ringraziamento oltre che di rinnovata speranza.



    La cattedrale, come edifico totalizzante, comunitario, che esprime allo stesso tempo la concezione di Dio, della natura, dell’arte, dell’uomo, del suo ruolo e del suo operare nel mondo, è una realizzazione Romanica, che il Gotico farà propria, amplierà e porterà all’apoteosi.... ad un certo punto vengono introdotte rivoluzionarie tecniche di costruzione, l’assottigliamento dei muri sostituti da meravigliose vetrate istoriate, dai colori enigmatici.....l’introduzione dell’arco a tutto sesto viene sostituito da archi acuti o ogivali, che permette un maggiore sviluppo in altezza del gotico. Viene perfezionata e definitivamente adottata come sistema di copertura la volta a crociera con costoloni di pietra, su cui sono posti archi rampanti, che pure permettono alle cattedrali gotiche di elevarsi in altezza. Si arricchiscono di guglie, cuspidi e pinnacoli svettanti fino al cielo. I costruttori dovevano necessariamente possedere conoscenze in campo matematico, nel calcolo delle resitenze dei materiali, della stabilità, della fisica, della statica, meccanica, riuscire a stabilire la resitenza agli agenti atmosferici.




    Soleva dire Soffici:
    "la storia dell'architettura è solo il diverso posizionamento di rette e di curve."



    ....i costruttori....



    Relativamente ai COSTRUTTORI DI CATTEDRALI, si conosce poco al riguardo. Progetti architettonici non ne sono stati mai ritrovati e le corporazioni dei 'LIBERI MURATORI' erano protette probabilmente da vincoli di segretezza. Dai documenti si apprende che esisteva un 'Magister operis' che forse era il Direttore dei lavori ma potrebbe anche essere stato il committente o colui che pagava i salari.La cattedrale va intesa come Opera Collettiva dove la differenza salariale tra architetto e operaio qualificato non era significativa; si sa che le ore di lavoro erano 12 d'estate e nove d'inverno e che il sabato pomeriggio e la domenica si riposava. E'assai probabile che gente volontaria si volesse unire come manovalanza per la costruzione della 'propria' cattedrale. Sembra certo che le ASSOCIAZIONI MURATORIE godessero di una certa fama e in base a ciò chiamate nei cantieri più importanti ma sembra ipotizzabile anche la tesi che vede istituirsi corporazioni con conoscenze specifiche ...
    "In un piccolo villaggio borgognone una basilica testimonia il lavoro dei "costruttori di cattedrali"...
    Vézelay è un piccolo villaggio borgognone dalle stradine in salita che con severità e tenerezza conducono alla basilica di Sainte Marie-Madeleine, la cui mole domina il punto più alto, nell'attesa immobile e serena della "venuta dei cieli". ...Ordine, misura e bellezza, sono le regole compositive da imitazione dell'opera di Dio, il costruttore medievale, affascinato dalla bellezza universale vuole edificare "l'anticamera del cielo", come Salomone costruisce secondo totale sottomissione alle norme fissate dal cosmo il quale "...narra la gloria di Dio e l'opera delle sue mani annunzia il firmamento" (Salmo 18,2).
    E' qui, nel deambulatorio, che lo scalpellino ha impresso il suo marchio compagnonico, una misteriosa pentalfa, stella dal segreto del numero d'oro, marchi personali e soprattutto foglie lobate scolpite in pieno fusto colonnare, antico simbolo corporativo il cui segreto è addirittura radicato nei più profondi arcani d'origine celtica: la Confédération Eduenne dei Centonaris. Tutti segni comunque a definire il senso profondo dell'esser costruttori di cattedrali...



    “Un artista deve trovare un accesso al mondo, tramite emozioni, pensieri e osservazioni critiche. Io scelgo l’accesso attraverso la cattedrale che da secoli ci trasmette un messaggio centrale: dove e come gli esseri umani vivono e amano, quando e perché gli esseri umani cercano l’ultraterreno, per quale motivo agiamo e reagiamo e chi siamo.”
    B.Antonello





    .....la pietra.....


    Tra l’uomo e la pietra esiste da sempre un "legame"indissolubile,speciale,avendo egli compreso che essa gli sopravviveva e ad essa poteva pertanto affidare il proprio messaggio corrispondente -di epoca in epoca- alla civiltà in cui si trovò a vivere: nei tempi più remoti,spesso la pietra assume il significato di un simbolo fallico per rappresentare l’energia attiva ed eterna del cosmo,o di un simbolo materno:le meteoriti,ad esempio,erano collegate con l’origine della vita. Inoltre osservando il ciclo immutabile del sorgere e tramontare del Sole,delle fasi lunari e del cambiamento delle stagioni,si delineò nell’uomo una forma di ‘spiritualità’, la consapevolezza di ‘qualcosa’ o ‘qualcuno’ che ‘agiva’ dietro le ‘quinte’ dell’Universo, per regolarne i moti e quindi la vita stessa,in una ‘fusione’ tra macrocosmo e microcosmo..nella preistoria e fino al Medioevo,oltre che nell’ermetismo alchemico, la terra non è considerata solo sul piano fisico e materiale, ma spirituale.



    .....La Geometria Sacra...



    Una domanda che si impone è la origine della architettura gotica, che rompe tutti gli schemi della architettura classica. Ci sono varie teorie, ma la più affascinante e forse la più veritiera fissa la sua apparizione con le Crociate e poi la sua decadenza con la fine delle Crociate. Si ritiene che dall'Oriente gli architetti francesi (o forse i Templari?) abbiano portato in Europa i cosiddetti "numeri d'oro" cioè nuovi rapporti matematici tra retta e curva....In esse troviamo nuovi rapporti matematici tra retta e curva,con l’inserimento del "numero d’oro", una proporzione perfetta tra pesi e spinte.Il numero ‘doro è chiamato anche "sezione aurea" che possiamo dire stia alla base dei rapporti che regolano le strutture del mondo intero, l’uomo stesso ad esempio (se noi misurassimo la distanza tra l’ombelico e il piede la moltiplicassimo per 1.618, che è il numero d’oro, otterremo la nostra altezza,se siamo proporzionati!). Questo numero rientrebbe tra l’altro in costruzioni molto antiche, tipo i Templi Egizi che avrebbero utilizzato nella prassi ciò che matematici come Pitagora ed Euclide misero in teoria molti secoli dopo.





    Victor Hugo nel suo libro Notre-Dame de Paris paragonò le cattedrali gotiche a dei libri di pietra, custodi di conoscenze talmente straordinarie che solo poche persone iniziate a simboli e a codici particolari, avrebbero potuto decifrare.




    ..... miti e leggende....



    Una delle tante leggende che si raccontano sulle Cattedrali Gotiche afferma che basterebbe trovare la pietra giusta, rimuoverla, e l’intera cattedrale si affloscerà come un castello di carte. C'è chi afferma che i loro costruttori fossero gli eredi spirituali di Hiram, il mitico architetto dell'antico Tempio di Gerusalemme: sarebbero stati i Cavalieri Templari a indagare sugli antichi segreti ebraici nascosti nel sottosuolo di quel paese, a scoprire, in qualche nascondiglio sopravvissuto alla distruzione del Tempio, le "Leggi Divine dei Numeri, dei Pesi e delle Misure" che governano questo tipo di costruzioni.
    Resta il fatto che le leggende sulle cattedrali iniziarono a fiorire fin dalla loro origine e che questa stessa origine è ancora oggi avvolta nel mistero; questi edifici sono uno dei tanti esempi di costruzioni, civiltà, scuole di pensiero sorte all’improvviso e senza alle spalle alcun entroterra culturale o architettonico che ne permetta la collocazione nel tempo.
    Intorno all’anno 1128, proprio in coincidenza con il ritorno dei templari in terra di Francia, iniziano a sorgere le prime Cattedrali; esse non hanno nulla in comune con il precedente stile romanico e gli uomini che vi lavorano appartengono a corporazioni dalle forti componenti esoteriche quali i Compagnons ed i Maçons; la maggior parte degli edifici viene costruita su luoghi che in precedenza avevano ospitato aree sacre, soprattutto in riferimento al culto della Grande Madre, oppure su quelle linee che in seguito verranno chiamate “Punti di forza” e che oggi conosciamo meglio con il nome di Ley Lines...Sia il decoro interno che quello esterno risente in maniera quasi ossessiva della presenza di simboli magici ed alchemici...Tra i tanti simboli, la rosa è quello più ricorrente, simbolo che si accosta al Graal ed al Sigillo di Salomone, cioè al sigillo alchemico che indica l’esatto tempo da impiegare per la preparazione della Pietra Filosofale.
    Altre teoria che vede come protagoniste proprio le Cattedrali Gotiche è quella che le accomuna a dei veri e propri “ricevitori”; esse, in base alla loro disposizione, riceverebbero la potenza solare dal cielo e quella lunare dalla terra, cioè dalle loro stesse viscere; d’altra parte il ricorrere alle simmetrie nella loro costruzione è riscontrabile in molti modi, basti pensare che i pozzi dei sotterranei hanno una profondità che corrisponde all’altezza della guglia più alta, cioè la esteriorizzazione della simmetria tra cielo e terra.



    Fu il primo della lunga serie di misteri che ancora oggi circondano le Cattedrali Gotiche: siamo nel 1118, Bernardo di Chiaravalle fa il suo ingresso a Chartres seguito da altri otto cavalieri; in quello stesso periodo già in dieci città della Francia si innalzano Cattedrali, Chartres sarà l’undicesima e su una collina già un tempo teatro di riti pagani e druidici si iniziano i lavori sotto la spinta dello stesso Bernardo...11 Cattedrali, l’undicesima dedicata a Notre Dame, tutte nella stessa zona e tutte volute da Bernardo di Chiaravalle.
    Ma il mistero non si ferma qui... quello che inizialmente può apparire come il gesto estremo di un infervorato credente, nasconde in realtà un segreto molto più grande ed impenetrabile... se proviamo infatti ad unire con una matita su una carta geografica, le varie città volute da Bernardo, constateremo che esse sono disposte esattamente come la costellazione della Vergine!






    Le VETRATE medioevali




    Chi non è rimasto incantato davanti alle splendide vetrate delle cattedrali medievali come quelle di Chartres o della famosissima Sainte Chapelle? Grandi scrittori del passato ne rimasero affascinati. Già agli inizi del V secolo il poeta Prudenzio definiva il meraviglioso effetto delle vetrate di San Paolo fuori le mura, a Roma, simile a quello dei prati fioriti a primavera (“sic prata vernis floribus renident”), ma la lista di versi e pensieri che scrittori e filosofi dedicarono ai mirabili effetti della luce filtrata dal vetro colorato è lunghissima; celebre, tra tutte, la splendida descrizione fatta da Proust delle vetrate della cattedrale di Combray. Ancora oggi il vetro, frutto del fuoco, continua ad affascinare esercitando una sorta di “attrazione fatale”, la stessa che ha guidato l’autrice di questo lavoro nel corso degli anni. La tecnica legata alla produzione delle vetrate fu in età medievale così importante da diventare tra il XII e il XIII secolo una sorta di “tecnica-guida”, con la quale venivano sperimentate nuove forme di comunicazione, modello per la stessa pittura su tavola, per la miniatura e per gli smalti che ornavano vasellame liturgico. Per lungo tempo gli studiosi si sono interrogati sull’origine delle vetrate, che era stata collocata , pur con molti dubbi, in età carolingia. La situazione appariva, tuttavia, piuttosto complicata: il ciclo dei “Profeti” della cattedrale di Augusta in Baviera si presentava come il più antico e completo ciclo di vetrate figurate. Ma esattamente alla stessa epoca risale un famoso trattato sulle arti e sulle tecniche, il “De Diversis artibus”, scritto da un monaco tedesco, noto con lo pseudonimo di Teofilo, che dedicava un intero capitolo all’arte delle vetrate raccogliendo insegnamenti doviziosi che lasciano intravedere alle spalle una lunga tradizione. Questa riflessione condusse gli studiosi dell’Ottocento a ripercorrere le fonti scritte del primo Medioevo al fine di rintracciare notizie sulle vetrate che fossero anteriori alle cattedrali romaniche e gotiche. E in effetti nei testi altomedievali non mancano citazioni di vetrate e maestri vetrai, che vengono così a provare l’antichità della tecnica. Ciò che mancava a questo punto per avere “una nuova immagine della vetrata” (come l’autrice intitola il capitolo conclusivo del libro) erano le testimonianze materiali da confrontare con quelle scritte. Soltanto da qualche decina d’anni, grazie al metodo stratigrafico e alle nuove tecniche archeologiche, si è cominciato a considerare i piccoli frammenti di vetro che provenivano dagli scavi - un tempo considerati privi di interesse - come importanti testimonianze di un passato da riscoprire; e proprio lo studio di questi frammenti ha permesso di riportare molto più indietro nel tempo la storia della vetrata.



    Così gli scavi delle chiese dei monasteri di Jarrow e di Northurberland in Inghilterra, di San Vincenzo al Volturno e di Farfa in Italia, di Saint-Denis e Rouen in Francia, di Paderborn in Germania o Müstair in Svizzera - solo per citarne alcuni - hanno permesso di ricomporre un interessante puzzle e, cosa un tempo impensabile, il confronto tra le fonti e l’archeologia ha svelato che la storia della vetrata in Occidente comincia nei primi secoli dell’Impero romano. Indubbiamente le vetrate hanno quale principale funzione quella di proteggere dalle intemperie e di lasciar al contempo penetrare la luce solare; possono esaltare lo spazio filtrando la luce attraverso i vetri colorati; infine, per quanto riguarda i contesti sacri, hanno anche un importante valore simbolico. Nello sviluppo artistico della vetrata vi è una differenza fondamentale tra gli esempi anteriori al 1000, che erano di vetro colorato ma raramente dipinto, quasi dei mosaici di pannelli geometrici - quindi con un ruolo legato esclusivamente all’architettura dell’edificio - e quelli che a partire dal XII secolo circa rivestiranno nell’Europa occidentale un ruolo tale da dettare orientamenti stilistici nella pittura, nella miniatura, negli smalti, con il comparire di immagini sacre, narrate con abile raffinatezza da capaci maestri sulla duttile superficie fatta di vetro e di piombo. Un ruolo essenziale nella produzione delle vetrate, sia nel Basso Medioevo sia nei secoli precedenti, è ricoperto dalla figura del committente, che investe somme considerevoli di denaro in questo prezioso manufatto, per la cui esecuzione spesso cerca personalmente abili esecutori. La produzione delle vetrate, del resto, come la promozione dell’attività edilizia e delle opere d’arte in generale, è stata da sempre una forma di dimostrazione del prestigio di chi se ne faceva carico. Le vetrate, così come i marmi policromi e i mosaici, decoravano sin dall’antichità contesti prestigiosi e raffinati. La scelta di schermare le finestre con il vetro, oltre che per la nota insuperabile capacità di penetrazione della luce, fu soprattutto estetica, in quanto esistevano anche griglie di metallo e stucco, pergamena, panni cerati e legno, per separare le architetture dagli agenti esterni. Un momento fondamentale nella storia della produzione vetraria è il I secolo d.C., quando sulle coste siro-palestinesi venne messa a punto la tecnica della soffiatura. Essa rivoluzionò infatti l’industria vetraria: mentre prima la tecnica più diffusa per la manifattura delle lastre da finestra era quella della colatura del vetro fuso in stampi, che creava un vetro spesso e trasparente, ora la soffiatura permetteva tempi più rapidi di esecuzione e quindi risultava più economica e pratica. Essa consisteva nel soffiare una certa quantità di vetro con una canna di metallo forata, con il risultato di produrre un materiale più sottile. La soffiatura giunse in Occidente attraverso artigiani mediorientali. Le lastre di vetro a chiusura delle finestre vennero presto adottate sia in edifici pubblici sia privati dell’Impero, come dimostrato dai reperti di Ercolano e Pompei e da autori latini, come Marziale o Plinio il Giovane, che ne parlano nelle loro opere. All’epoca di Costantino le vetrate erano ormai diffuse per arredare terme e basiliche: poste in amplissime finestre su telai di legno a griglia, costituite da pannelli di forma geometrica, colorate di verde, azzurro, marroncino e giallino. Per gli edifici più ricercati erano invece utilizzate vetrate da colori più intensi (la cosa esigeva una lavorazione più complessa, con l’aggiunta di vari metalli nel composto vetroso). Nonostante la crisi legata alla caduta dell’Impero romano, tra IV e VI secolo d.C., vetro colorato sembra essere stato impiegato per proteggere ed abbellire le finestre delle principali basiliche occidentali anche nei centri minori, ad esempio nell’arco alpino. Si trattava probabilmente di vetrate ancora simili a quelle tardoantiche di gusto geometrico e prive di pittura, concentrate nelle finestre absidali, in concomitanza con il fulcro della celebrazione eucaristica. Il fatto che talvolta siano stati ritrovati dagli archeologi frammenti di vetro dai colori smaglianti ha fatto supporre che in questo periodo in alcuni casi venisse utilizzato vetro importato dal Medioriente.



    La vetrata dipinta, assemblata attraverso canaletti di piombo, fece invece la sua apparizione in Occidente all’epoca di Carlo Magno, quando le vetrate si animarono di personaggi sacri accompagnati da iscrizioni che ne spiegavano il nome, come è stato possibile dedurre dai frammenti dipinti rinvenuti nei territori di quello che fu l’Impero franco. Fonti archeologiche e letterarie attestano la presenza di vetrate anche in edifici italiani e bizantini del pieno Medioevo, ma soltanto tra il tardo XI e la prima metà del XII secolo nelle chiese romaniche compaiono i primi grandi cicli. Tra questi, importantissimo, il già citato ciclo dei “Profeti” della cattedrale di Augusta, con le figure dai colori vivaci, rappresentate in grandezza quasi naturale. A partire dal XII secolo, nelle vetrate vengono rappresentati soggetti tratti dal Vecchio e Nuovo Testamento; talvolta vi appaiono anche i committenti ed eccezionalmente gli artisti, come il famoso maestro Gerlachus, che si rappresenta nella vetrata dell’abbazia di Arnstein an Lahn (ora presso il Westfälisches Landesmuseum di Münster) attorno al 1150 ca. Le vetrate a contenuto narrativo, che il fedele doveva osservare attentamente per comprenderne il significato, venivano appositamente allogate nei livelli più bassi, mentre i singoli personaggi sacri trovavano posto nei livelli più alti. Nel XIII secolo, ormai affermatasi la realtà comunale, con l’emergere di nuovi ceti sociali artigiani e mercantili, compaiono nelle vetrate anche soggetti profani, spesso chiaro veicolo di messaggi politici. Sono di questi anni le celeberrime vetrate di Chartres, dove tra i soggetti rappresentati appaiono le attività artigianali, simbolo dell’evoluzione avvenuta nella società medievale, in cui gli artigiani affermano attraverso il finanziamento della vetrata la propria dignità di uomini liberi e l’acquistato prestigio sociale. Ma con le vetrate romaniche e gotiche finisce il “passato segreto” delle vetrate per periodi più conosciuti ed indagati. La storia della vetrata narrata da Francesca Dell’Acqua presenta una quantità di fonti archeologiche e scritte (ampiamente commentate) che va ben oltre la descrizione dei singoli rinvenimenti di vetro da finestra tardoantico e altomedievale, comprendendo anche un’analisi storica, economica e sociale che arriva a descrivere il mondo dei vetrai, artefici di tali capolavori. Il confronto tra una così grande quantità di testi, così diversi, per un periodo così lungo (quasi sette secoli) non poteva non portare nuovi interessanti stimoli e risultati......
    “la storia della vetrata nell’Occidente mediterraneo, a riscatto di quel destino silenzioso
    alla quale era stata relegata dalla letteratura specialistica moderna, in realtà sia tutta ancora da scrivere”

    Francesca Dell’Acqua



    Edited by gheagabry - 6/10/2012, 01:50
     
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    La cattedrale di CHARTRES



    La cattedrale di Chartres è stata edificata nell’omonima città che si trova nel nordovest della Francia, 95 km a sud ovest di Parigi ed è considerata una delle cattedrali gotiche di maggior prestigio e valore. Nel corso dei secoli diverse costruzioni religiose si susseguono nell’area della odierna cattedrale a cominciare da un santuario pagano. L’attuale cattedrale fu eretta per volontà del vescovo Fulberto nel’XI secolo dopo un rovinoso incendio che distrusse l’edificio religioso in costruzione.
    Si crede che la cattedrale di Chartres fu realizzata con la volontà e il potere dei templari che impiegarono studi e tecniche esoteriche. Il fascino della costruzione ampia e ricca di particolari è pervasa da ricorrenze matematiche e geometriche che rimandano a culture lontane, alchemiche ed iniziatiche. La cattedrale venne realizzata con il contributo di molti: re, vescovi, artigiani, operai sotto la guida esperta di architetti che usarono tecniche costruttive sapienti e tuttora segrete. L’architettura è estremamente interessante e complessa, in lunghezza misura 130 metri, larghezza 32 metri mentre la navata è lunga 74 metri, alta 37 metri e larga 16,40 metri; le statue del recinto del coro sono 200, le vetrate sono 176. Lo spazio interno della cattedrale è articolato su tre ordini, con le arcate, il triforio e la parete finestrata. Il piano inferiore, o arcata, è costituito da una serie di archi a sesto acuto nella navata, nel transetto e nel coro. Essi sorreggono il triforio, uno stretto loggiato orizzontale con una fila di eleganti colonnine che sostituiscono i pesanti matronei delle cattedrali più antiche. La parete finestrata prende luce da una serie di ogive, sormontate da un piccolo rosone. Le nervature a croce, con tonde pietre scolpite nell'incavo, dividono il soffitto in volte rettangolari quadripartite.
    Nel punto in cui le nervature e gli archi trasversali si appoggiano sulla fiancata della cattedrale, gli archi rampanti esterni ne neutralizzano la spinta. Questa realizzazione permise non solo di costruire un edificio più alto, ma anche di aprire le pareti come prima mai nessuno avrebbe osato fare e di riempirle con le vetrate per farle sembrare come le mura della Gerusalemme celeste "ornate di ogni sorta di pietre preziose" ( Apocalisse XXI, 19-20). L'odierna cattedrale risulta dalla sovrapposizione di sette edifici di epoche differenti, collocati su di un antico luogo di culto druidico. Le parti non utilizzate come fondazioni per le costruzioni successive hanno formato due cripte concentriche. Vi si ammira anche una statua della "Vergine con Bambino" nera, replica di una statua medievale distrutta da un incendio.
    La cripta interna risale alla chiesa carolingia edificata da Gisleberto nel IX secolo, porta il nome di caveau Saint-Lubin e si trova sotto il coro della cattedrale attuale. La seconda cripta, chiamata crypte Saint-Fulbert, circonda la precedente, parte da un campanile e compie il giro dell'edificio. Datata all'XI secolo, con i suoi 230 metri di lunghezza e i 5-6 metri di larghezza, è la più grande cripta di Francia. Partendo dall'estremità della galleria nord, si arriva alla cappella di Notre-Dame Sous-Terre, probabilmente il più antico santuario mariano del mondo, dove si può contemplare una riproduzione recente della statua di un'antica Madonna, il cui originale, bruciato dai rivoluzionari nel 1793, era probabilmente la raffigurazione di una divinità femminile risalente ai tempi dei druidi. La galleria diventa semicircolare sotto l'abside e si apre su tre profonde cappelle romaniche, inquadrata da quattro più piccole cappelle gotiche del XIII secolo. Vi si trova il pozzo detto des Saints-Forts (33m di profondità), costruito su una base quadrata gallo-romana, la cui acqua nel Medioevo era famosa per possedere virtù miracolose.
    La cattedrale di Chartres possiede ad oggi le vetrate più importanti risalenti al XIII secolo, che presentano un colore blu inimitabile. Comprese le rosette, le 176 vetrate coprono una superficie di 2600 m² e raffigurano principalmente santi e personaggi biblici: Noè, Giuseppe, il buon samaritano, il figliol prodigo, ma anche episodi della leggenda aurea di Jacopo da Varazze. Il vetro delle vetrate era fatto di sabbia e di cenere di faggio fusi e mescolati ad alta temperatura con ossidi metallici e polveri colorate per colorare il vetro. I visi ed i dettagli erano dipinti e la pittura era cotta al forno. Poi i pezzi di vetro erano tagliati e fissati con piombo per fare un cartello. I cartelli erano riuniti dalle barre di ferro ed incastrati nella pietra delle finestre.

    Portale reale (facciata occidentale) La facciata occidentale della cattedrale di Chartres costituisce l'entrata principale dell'edificio religioso. Incorniciata da due torri, presenta un gruppo scultoreo di 19 grandi statue e più di 300 figure. La decorazione dietro le statue presenta ancora influenze dello stile romanico con intrecci, colonnine e foglie d'acanto che testimoniano gli influssi dell'arte meridionale. Il portale principale di Chartres contiene un pregiato rilievo di Gesù Cristo glorificato; quella del transetto meridionale si organizza attorno a delle immagini del Nuovo Testamento riguardanti il Giudizio Universale, mentre il portale opposto, situato al lato nord, è dedicato all'Antico Testamento e alla venuta di Cristo ed è famoso per il gruppo scultoreo dedicato alla Creazione.
    Il portale nord, chiamato anche "portale dell'Alleanza", con le sue statue rappresenta scene dell'Antico Testamento e della vita della vergine Maria. Le decorazioni sugli archi del portale centrale rappresentano episodi della Genesi. La porta a sinistra è sormontata da decorazioni che riprendono il tema del lavoro e dei giorni, e il tema delle arti liberali.
    Il recinto del coro Jehan de Beauce scolpisce agli inzi del VI secoloben 200 statue in gruppi di 40 che rappresentano l’iconografia rinascimentale e rievocano la vita di Gesù e della Vergine Maria.

    ....Il velo della Vergine.....


    E’ una reliquia molto importante che fu offerta nell'876 alla cattedrale da Carlo il Calvo, imperatore del Sacro Romano Impero. Secondo la tradizione, il Velo della Vergine è la camicia che portava Maria al momento dell'Annunciazione, quando concepì il Verbo. Durante l'incendio della vecchia chiesa, nel 1194, si credette che il Velo della Vergine fosse andato perduto ma venne ritrovata intatto: questo fu interpretato come il fatto che la Vergine Maria desiderava una chiesa più grande per la sua reliquia e così si spiegano l'entusiasmo e la rapidità con cui la nuova cattedrale fu costruita.

    ...Il labirinto...


    Il significato del labirinto rappresenta l’ascesa dei christi fideles nel cammino personale di ciascuno. La presenza del labirinto è immagine della religiosità popolare fatta di gesti ed atti che esprimono la volontà dell’uomo di giungere al centro e arrivare a Dio. Il labirinto di Chartres è stato costruito nel XIII secolo nel pavimento della navata, ha una circonferenza di 12,85 metri ed il percorso è di 261,5 metri. Una riproduzione del labirinto di Chartres è incisa su uno dei pilastri prossimi all'entrata presso la cattedrale di Lucca. Il multiplo riprodotto ha misure decisamente inferiori ed è databile intorno al XII secolo, accompagnato dalla iscrizione: «Hic quem Creticus edit Daedalus est laberinthus de quo nullus vadere quivit qui fuit intus ni Theseus gratis Ariane stamine jutus». Il labirinto è simbolo del pellegrinaggio terreno verso la Città Santa, nelle mappe medievali Gerusalemme era disposta al centro del mondo. La Gerusalemme simbolizzata nel labirinto non è quella terrestre ma la Celeste. La cattedrale è simbolo della Città Santa, come affermato dal Libro della Rivelazione. Un altro simbolo del labirinto è la lotta che ha avuto inizio con il peccato originale di Adamo ed Eva. Nella Cattedrale di Chartres, proprio al di sopra del labirinto, è raffigurata nella vetrata dell'abside meridionale la vicenda genesiaca.
    Il Giudizio Universale che campeggia sulla porta ovest del rosone occidentale misura la medesima distanza che dal centro del labirinto di Chartres misura dalla porta ovest, la cui ipotenusa è la distanza che divide il centro del rosone dal centro del labirinto, che viene così a formare una sorta di triangolo.

    ....La scuola di Chartres....


    Nel XII secolo all’ombra della cattedrale di Chartres nasce un movimento filosofico. Tra le basi fondanti esso sostiene che la filosofia deriva dalla paziente collaborazione delle generazioni che vi si dedicano nella loro successione temporale. La scuola si impegna nella ricerca filosofica, difesa della cultura letteraria e studio degli autori classici. Le discipline insegnate sono: diritto, grammatica, retorica, fisica e politica. La biblioteca raccoglie libri di discipline insolite, che provengono in copia e in traduzione da terre lontane; testi di medicina da Salerno e Montecassino, di astrologia e medicina dall’Islam. Tra questi ricordiamo: il commento di Calcidio al "Somnium Scipionis", il frammento del "Timeo platonico", il "De natura deorum" di Cicerone e "L’auctoritas" di Boezio.(dalweb)

    ...segreti di Chartres...


    "All'interno della cattedrale di Chartres, nella navata laterale ovest del transetto sud, c'è una pietra rettangolare, incastrata di sbieco nelle altre lastre, la cui bianchezza risalta nettamente sulla generale tinta grigia del lastricato. Questa pietra è contrassegnata da un risalto di metallo brillante, leggermente dorato. Ogni anno, il 21 giugno, quando il sole splende, cosa che generalmente avviene in quell'epoca, un raggio, proprio a mezzogiorno, viene a colpire questa pietra bianca; un raggio che penetra da uno spazio praticato nella vetrata detta di Saint-Apollinaire, la prima del muro ovest di questo transetto. Questa particolarità è segnalata da tutte le guide ed accettata come una bizzarrìa, un divertimento del lastricatore, del vetraio o del costruttore… Qualcuno una volta si era preso la pena di lasciare uno spazio vuoto, un piccolissimo spazio vuoto, nella vetrata… Qualcun altro, contemporaneamente, si era preso la pena di scegliere una lastra speciale, una lastra diversa da quelle che costituiscono il pavimento di Chartres, più bianca, affinché fosse notata. Si era preso la pena di tagliare di sbieco, nella pavimentazione, un posto pari alla sua dimensione, dove poterla inserire; si era preso la pena di forarla per fissarvi quel risalto di metallo di tinta leggermente dorata: un risalto che non indicava né il centro della lastra né uno dei suoi assi. Era qualcosa di più di un divertimento di lastricatore: un lastricatore non fa un buco in una vetrata per illuminare, qualche giorno all'anno, una pietra… Nemmeno un vetraio trasforma un lastricato per mettere in evidenza la dimenticanza di una particella di vetro nella vetrata che ha appena posto… Una volontà concertata aveva ordinato questo insieme. Lastricatore e vetraio avevano obbedito ad un ordine. E quest'ordine era stato dato in funzione di un tempo determinato: il solo periodo dell'anno in cui il raggio del sole può colpire la lastra è il solstizio d'estate, quando il sole raggiunge l'apice della sua corsa verso il Nord. L'ordine era stato dato, perciò, da un astronomo. E quest'ordine era stato dato in funzione di un luogo specifico: la pietra è situata nel prolungamento del muro sud della navata in mezzo alla navata laterale del transetto - ma non esattamente in centro - e l'inclinazione della pietra, evidentemente, era stata voluta; il luogo era stato scelto da un geometra... E niente, in tutto questo, che sia oltre le possibilità umane, niente che non sia in grado di fare l'uomo… persino la penombra era incantata da luci splendenti. Ogni cosa portava in sé il suo contrario: l'immensità era ospitale; l'altezza invece di schiacciare, ingrandiva. Sebbene il sole volgesse verso il mezzogiorno, era la rosa del Nord che risplendeva di mille luci...Chartres e i suoi misteri, quello delle sue pietre e quello delle sue gemme splendenti… Solo Chartres era riuscita ad attrarmi. Le porte non si aprono senza chiave, né senza sesamo. Bisognava cercare le chiavi...."
    (Luois Charpentier - Traduzione di Adriana Raspino, Arcana Editrice, Torino, 1972)
     
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  3. gheagabry
     
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    Hassam



    Notre-Dame de Paris del resto non è affatto quel che si può definire un monumento completo, definito, classificato. Non è più una chiesa romanica, non è ancora una chiesa gotica. Questo edificio non è una costruzione tipica. Notre-Dame de Paris non ha affatto, come l'abbazia di Tournus, la quadratura solenne e massiccia, la volta larga e arrotondata, la nudità glaciale, la maestosa semplicità degli edifìci che hanno quale principio generatore l'arco a tutto sesto. Non è, come la cattedrale di Bourges, il prodotto magnifico, leggero, multiforme, folto, eretto, efflorescente dell'ogiva. Impossibile collocarla in quell'antica famiglia di chiese cupe, misteriose, basse e come schiacciate dall'arco a tutto sesto, quasi egizie, a eccezione del soffitto, tutte geroglifici, tutte sacerdotali, tutte simboliche, più cariche, nei loro ornati, di losanghe e zigzag che di fiori, più di fiori che d'animali, più d'animali che di uomini; opera più dell'architetto che del vescovo, prima trasformazione dell'arte, tutta improntata a una disciplina teocratica e militare che ha radici nel basso-impero e termina con Guglielmo il Conquistatore. Impossibile includere la nostra cattedrale in quell'altra famiglia di chiese alte, aeree, ricche di vetrate e di sculture, dalla forma acuta, dallo slancio ardito, comunali e borghesi come simboli politici liberi, e, come opere d'arte, capricciose, sfrenate; seconda trasformazione dell'architettura, non più geroglifico, immutabile e sacerdotale, ma opera d'artista, progressiva e popolare, che comincia al ritorno dalle crociate e finisce con Luigi XI. Notre-Dame de Paris non è di pura razza romanica come le prime, né di pura razza araba come le seconde.



    È un edificio di transizione. L'architetto sassone aveva appena finito d'innalzare i primi pilastri della navata, allorché l'ogiva, introdotta dalla crociata, è venuta a posarsi da conquistatrice su quei larghi capitelli romanici destinati a sostenere solo archi a tutto sesto. L'ogiva, da allora padrona, ha costruito il resto della chiesa. Tuttavia, all'inizio timida e inesperta, svasa, s'allarga, si trattiene e non osa ancora slanciarsi in guglie e punte come farà più tardi in tante meravigliose cattedrali. Si direbbe che risenta della vicinanza dei pesanti pilastri romanici.
    D'altronde, questi edifici di transizione tra il romanico e il gotico non sono meno preziosi da studiarsi che quelli di tipo puro. Essi esprimono una sfumatura dell'arte che altrimenti sarebbe persa. È l'innesto dell'ogiva sull'arco a tutto sesto.
    Notre-Dame de Paris è in particolare un curioso esempio di questa varietà. Ogni lato, ogni pietra del venerabile monumento è una pagina non soltanto della storia del paese, ma anche della storia della scienza e dell'arte.




    [...]
    I grandi edifici, come le grandi montagne, sono opera dei secoli. Spesso l'arte si trasforma, mentre questi sono ancora incompleti: pendent opera interrupta ("Rimangono sospesi i lavori interrotti" (Virgilio, Eneide, IV, v. 88); la loro costruzione continua placidamente seguendo le trasformazioni dell'arte. La nuova arte prende il monumento dove lo trova, vi s'incrosta, se lo assimila, lo sviluppa a suo piacimento e lo termina, se riesce. La cosa si compie senza scompiglio, senza sforzo, senza reazione, secondo una legge naturale e tranquilla. È un innesto che sopraggiunge, una linfa che circola, la crescita di nuove foglie. Di certo ci sarebbe materia per scrivere ponderosi volumi e spesso per una storia universale dell'umanità in quelle suture successive di più arti a più altezze ai vari livelli dello stesso monumento. L'uomo, l'artista, l'individuo si cancellano in quelle grandi masse anonime; l'intelligenza umana vi si riassume e totalizza. Il tempo è l'architetto, il popolo il muratore.

    Victor Hugo, Notre-Dame de Paris
     
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  4. gheagabry
     
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    La Cattedrale di GLOUCESTER


    La cattedrale di Gloucester, come si presenta oggi, è il frutto di molti cambiamenti architettonici e stilistici che si sono susseguiti nel corso della sua storia, strettamente collegata all’evoluzione del regno inglese e della cristianità. La cattedrale di Gloucester è lunga 420 piedi e larga 144 piedi. Essa ha una torre centrale iniziata nel 1450 e completata attorno il 1460. La torre di Gloucester è provvista di contrafforti e altri ne sono stati costruiti nei muri interni. Attorno all'asse centrale fu creato un deambulatorio semi circolare dove furono aggiunte due cappelle. Tra queste cappelle è situata la cappella della Vergine. Fu costruita attorno il 1470 e ha una pianta cruciforme che è molto insolita per una cappella dedicata alla Vergine, mentre è abbastanza normale che questa cappella sia separata dalla costruzione principale della chiesa. I chiostri sono altri segmenti che furono aggiunti all'edificio principale della chiesa. Essi furono costruiti sotto Abbot Horton tra il 1351 - 1377 e un muro di 20 cappelle chiamato scriptorium sopravvive tuttora: quest'altare sarebbe servito da tavolo per i monaci amanuensi. Le vetrate, così luminose e belle dall'interno, risultano piuttosto scure dall'esterno, dando un indizio del lavoro "dello specchio a senso unico". I contrafforti oppongono la spinta del tetto della navata. In questi contrafforti ci sono piccole guglie che potrebbero essere presenti per decorazione o per peso extra per dirigere la spinta più precipitosamente. Il muro sud del transetto è spinto da contrafforti e ci sono parecchie altre strutture di sostegno attorno alla cattedrale perché la cattedrale si trova sotto il livello del mare ed è vicina al fiume Severn quindi in futuro potrebbero presentarsi problemi.
    Il grado di sperimenta-zione architetto- nica nella chiesa abbaziale è uno dei fattori che lo rendono un edificio notevole. L'arte e l'architettura inglese stava diventando sempre più insulare dalla metà del XIII secolo a seguito della guerra con la Francia, incoraggiando così nuovi stili e sperimentazioni nel design della chiesa e della decorazione. La scuola di muratori Severn Valley, dei primi XIV secolo, è visibile nei dettagli del coro e transetti. A Gloucester, hanno sperimentato uno stile di decorazione di superficie. Il transetto sud è considerato il primo esempio dello stile perpendicolare, che risale al 1337. Il traforo perpendicolare richiama gli occhi verso il cielo e il volteggio è intricato. I muratori a Gloucester furono pionieri due tipi di volteggio presso l'Abbazia: Lierne e "ventilatore". L'esempio più antico di volteggio Lierne viene dal transetto sud e dalla volta del coro, datata 1337 e lo stile "ventilatore" si nota nel cammino a sud del chiostro, datate 1351. Gran parte della volta della navata (XIII sec.) fu probabilmente costruita dai monaci stessi in quanto non è allo stesso livello delle altre opere più contemporanee agli inizi del XIV secolo. Il capomastro incaricato di Gloucester ha impiegato continui archi in tutti i lucernari, le aperture per le cappelle e le finestre ambulatoriali. Questa caratteristica è estremamente rara per l'architettura anglo-normanna. L 'architetto Ugo Braun descrive la galleria in Gloucester "lo strano esperimento". Egli descrive anche i capitelli dei pilastri come "un esperimento straordinariamente ingenuo" che ha provocato un "triste confusione". L'avversione di Braun per l'abbazia può essere giustificata basandosi sul valore simmetrico e l'unità complessivo dello stile. E' sua opinione che Gloucester sia stato costruita su un modello bizantino, rendendo così "ridicolo" e l' "esempio coronamento de 'la follia' ..".

    Nel 1327 l'abate Thokey, predecessore di Wigmore, accettò il corpo assassinato di Edoardo II. Gli abati di Bristol, Kingswood, e Malmesbury avevano tutti rifiutato sepoltura il re. Thokey inviò un carro al Castello di Berkeley... Edoardo II fu sepolto nella navata nord. La gabbia che circonda la sua effigie ha generato uno stile in architettura del coro, la chiesa e in ultima analisi del Paese. L'ascesa in perpendicolare del traforo è stato associato al gusto di Edoardo III , egli fu istruito da un orientalista che dovrebbe aver influenzato i suoi gusti in arte. L'effetto suggerito che il nuovo stile non è solo esteticamente piacevole, ma è impressionante per la filosofia dell'utilizzo dello spazio e della luce come un santuari. Si tratta di un tipo di traforo che enfatizza le linee verticali nel pannello. I montanti rimangono perpendicolari quando si incontrano l'arco. Il traforo è portato sulle finestre e sulle pareti, creando un effetto drammatico di risalto nella verticale. Il braccio destro del transetto e il coro sono i primi esempi dello stile perpendicolare, databili 1337-1350. La zona è ben illuminata dal lucernario e la grande finestra orientale occupa l'intero lato est dell'edificio. La finestra è così grande che è stato costruito in modo chino per dare una maggiore resistenza al vento. Lo scenario comprende una commemorazione araldica degli uomini che hanno combattuto nella battaglia di Crecy, ed è considerato il primo monumento ai caduti in Inghilterra. La finestra orientale è stata la più grande finestra in Europa nel 1350. Si tratta di 72 metri di altezza e 38 metri. La finestra è coronata da una estremamente complessa volta Lierne, in rilievo con figure angeliche che suonano strumenti musicali. Contrapposto alle figure angeliche della volta ci sono gli intagli del coro. Le bancarelle sono riccamente scolpite e rappresentano opere d'arte. Le sculture sono racconti popolari ..giostre, Hawking e figure mitologiche come le sirene. La torre centrale è stata costruita nel 1450 circa, le torri centrali sono state aggiunte per impressionare: esse non hanno valore liturgico o ecclesiastico.
    Storici dell'architettura hanno commentato che nonostante la vicinanza tra Gloucester e Bristol, non ci sono somiglianze stilistiche del traforo o modanature. Queste differenze fondamentali mostrano l'indipendenza di Gloucester e la creatività dei suoi muratori.

    ..la storia..


    Inizialmente l’edificio era parte del complesso dell’abbazia di San Pietro fondata dai primi monaci cattolici nel 681, nell’angolo nord-occidentale dell’antico insediamento romano di “Glevum”. Nel 1100 la chiesa fu consacrata, nonostante fosse stata completata solo la parte esterna; infatti è solo nel 1160 che la struttura venne ultimata. Anche se le opere in stile architettonico Normanno furono gravemente danneggiate dall’incendio, ne rimasero tracce in quantità, tali da ispirare i mastri artigiani nei lavori di ricostruzione. La sezione ex novo della chiesa invece subì influenze anglosassone: infatti alcuni storici sostengono che la cattedrale di Gloucester in tipico stile romanico, fu usata come modello di partenza per i lavori. Durante il XIII secolo però, l’amministrazione dell’abbazia andò incontro a guai finanziari, che costrinsero i monaci a vendere oro e argento per pagare gli operai e le riparazioni. A questa situazione già difficile si aggiunse il crollo di una delle due torri, quella sud-occidentale, che collassò nel 1170. Nonostante ciò i religiosi continuarono le opere di ristrutturazione in proprio o con i pochi fondi disponibili, anche quando il re Giovanni II espropriò un terzo delle terre in possesso dell’abbazia. Il complesso religioso di Gloucester fu da sempre molto potente e, alcuni re, come William I, aiutarono ad accrescere il prestigio del monastero, ma altri, al contrario, sfruttarono le ricchezze accumulate dall’ente religioso per i propri scopi (come Edoardo II e lo stesso Giovanni II). Infine nel 1541, un decreto regio stabilì la chiusura forzata di tutte le abbazie inglesi e l’espropio dei terreni di loro proprietà; a partire da questa data la chiesa del monastero di San Pietro, divenne finalmente la Cattedrale di Gloucester.
    Il 1 ago 1534 abate Gugliel- mo Malvern Parker ha ricono- sciuto la supre- mazia reale della Chiesa in Inghilterra. Entro due anni il Parlamento sarebbe passato un atto di sciogliere tutti i monasteri con redditi sotto £ 200 per anno; dal 1539 i restanti monasteri sono stati aboliti e terreni sequestrati dalla corona. Abbazia di San Pietro a Gloucester è stato ufficialmente chiusa il 2 gennaio 1540. Per molte Chiese Abbazia e le case monastiche, la legge del 1539 è stata la fine. Alcune chiese sono state vendute a parrocchie locali e hanno continuato a funzionare come centri spirituali, ma durante la Henrician Riforma almeno diciassette cattedrali cattoliche sono state distrutte. Enrico VIII le destinatò per creare nuove Diocesi e stabilire nuovi vescovati in Inghilterra. Gloucester era stata uno delle sei effettivamente preservata. Perché Abbazia di San Pietro risparmiata l'ira di iconoclasti e Enrico VIII ? Anche se Gloucester era una città importante, e l'edificio è architettonicamente significativo, la sua salvezza è probabilmente il risultato della sua connessione con la monarchia, o la connessione della monarchia ad esso. Elevando la chiesa abbaziale di una cattedrale, Enrico VIII osservò che "considerando il sito del tardo monastero fu eretto da un nostro celebre antenato il re d'Inghilterra Edoardo II, è un luogo di onorabilità e .. . ".

    La città di Gloucester e l'Abbazia beneficiato della monarchia non solo dalla corte di Guglielmo I e del Consiglio Ecclesiastico, agevolazioni fiscali documentate nel Domesday Book, libertà economica concessa da Giovanni, e l'incoronazione di Enrico III. Alcuni re, come Guglielmo I, hanno contribuito a promuovere il prestigio della Badia mentre erano in vita, ma altri, come Edoardo II, erano più vantaggioso per le casse Abbey dopo la loro morte. Come prevedibile, la chiesa abbaziale di Gloucester ha molte persone importanti sepolte. Oltre ad abati e altri funzionari ecclesiastici, il figlio maggiore William il Conquistatore, Robert Courteheuse, duca di Normandia, fu sepolto presso l'Abbazia di S. Pietro.
    Agli inizi del XIV secolo, le chiese e le case monastiche erano sull'orlo del fallimento. Il santuario di Edoardo II a Gloucester fu una significativa fonte di reddito. I soldi portati dai pellegrini finanziarono la costruzione della Cappella di Sant'Andrea ", dalla fondazione fino alla fine". Molte donazioni incluso un pezzo reliquia della "vera croce", un set in oro da Edoardo il Principe Nero... la Regina Philippa diede reliquie in oro e la regina Giovanna, un grande rubino. Edoardo III fece generose donazioni all'abbazia pur di garantire che suo padre fosse adeguatamente commemorato. Questi doni insieme con i doni di visitatori della tomba del defunto re diedero all' Abate Wigmore i mezzi finanziari necessari per avere allla corte il capomastro, William Ramsey, per creare la gabbia decorativa che racchiude l'effige di Edoardo II. La sua effigie è nel nord arcata dell'altare maggiore. Si tratta di una delle prime sculture di alabastro in Inghilterra. La sepoltura di Edoardo II e il patrocinio di suo figlio e successore Edoardo III rese l'abbazia più prestigiosa e degna di ulteriori donazioni.

    Gloucester è rimasta una città importante dal periodo romano a causa delle sue relazioni commerciali, la posizione del fiume e delle sue risorse naturali come lana, legname e minerale di ferro. La città di Gloucester era una delle quattro città conosciuta con lo status di colonia. Rovine romane sono visibili presso il sito dell'Abbazia, vicino all'edificio principale si trova sopra all'angolo nord-ovest del muro romano. Da quando furono sviluppati canali, Gloucester fu il porto più nell'entroterra. La posizione della città era tale che le navi d'alto mare potevano raggiungere a causa della profondità del fiume Severn, la città. Questa posizione rese più facile il trasporto del minerale di ferro che veniva estratto nella vicina foresta di Dean. Gloucester fu anche un importante centro di commercio della lana. Nel XIV secolo, il commercio della lana fu così forte che la città potette permettersi i miglioramenti della chiesa. La città è anche sede di Kingsholm, una residenza reale nei pressi dell'Abbazia e un castello normanno. Gloucester rimase una città importante per tutto il periodo sassone e normanno. La sua importanza è diminuita solo dopo che la famiglia reale diventò più sedentaria, ma non diminuì nel suo prestigio, e rimase un importante centro di mercato perchè si trova su una via commerciale.


    L'Abbazia di Gloucester ha visto molto da quando è stata fondata nel 681 dC. Fin dai suoi inizi attraverso il Sassoni, Danesi, Normanni. Ha visto una riforma religiosa, distruzione iconoclasta, guerra civile, rivoluzione politica e di una secolarizzazione della società, ma è ancora visitata da pellegrini moderni. Non vengono per pregare, ma per ammirare la bellezza di questo edificio di pregio. Molte chiese famose esemplificano le qualità che hanno avuto molti anni per svilupparsi. Molte di queste innovazioni architettoniche si ispirano all'Abbazia di Gloucester. Si tratta di un magnifico edificio a sé stante, ma è ancora più impressionante quando ci si rende conto che la maggior parte delle grandi cattedrali inglesi può rintracciare qualche parte del loro disegno di innovazioni architettoniche e stilistiche che sono state sviluppate a Gloucester. Le origini della volta ventola mozzafiato al King College Chapel di Cambridge si possono far risalire ai chiostri di Gloucester. Il complesso volteggio Lierne nei chiostri di Canterbury affonda le sue radici nel transetto sud, a Gloucester. La tecnica perpendicolare dei chiostri a Westminster Abbey sono nati nel transetto sud a Abbazia di San Pietro, Gloucester. Viene da pensare che ci sia un piccolo pezzo di Cattedrale di Gloucester in tutte le grandi chiese inglesi.

    Il chiostro della Cattedrale di Gloucester è stato scelto come set per i corridoi della scuola di magia di Hogwarts nella serie di Harry Potter
     
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  5. gheagabry
     
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    « Il mondo non può diventare tutto un'officina…
    come si andrà imparando l'arte della vita,
    si troverà alla fine che tutte le cose belle sono anche necessarie »
    (John Ruskin)


    LA CATTEDRALE DI AMIENS


    La cattedrale Notre-Dame di Amiens è una delle più grandi chiese gotiche classiche francesi del XIII secolo. Quasi due volte più grande di Notre-Dame di Parigi, la cattedrale di Amiens è uno degli edifici più vasti della cristianità.
    Questo imponente edificio religioso ubicato nel cuore della città, sovrasta tutto il resto. E' l'edificio gotico più grande della Francia, ma il suo fascino è nel suo stile che si differenzia da quello delle altre grandi cattedrali per la sua uniformità. Altra caratteristica fu la brevità con la quale venne costruita rispetto ai tempi lunghissimi che richiesero le altre cattedrali gotiche. Essa fu infatti iniziata nel 1220 dall'architetto Robert de Luzarches e terminata nel 1269.


    La splendida cittadina di Amiens, capoluogo della regione francese di Piccardia, ha sempre avuto nella storia una posizione di rilevo, grazie alla sua collocazione geografica strategica: importante porto fluviale sulla Somme era conosciuta ai Romani come "Samarobriva", che significa, appunto, "Ponte sulla Somme". Divenne ricca e prospera durante il periodo medievale grazie al fiorente commercio tessile, era famosa soprattutto per una pregiata varietà di lana, che veniva tinta di azzurro grazie agli estratti di una pianta che cresce abbondantemente in questa zona. Fu proprio alle ricche gilde di lanaioli e tessitori che il vescovo di Fouilloy si rivolse, nel XII sec., per la raccolta dei fondi destinata alla costruzione di una grandiosa Cattedrale, dedicata a Nostra Signora (Nôtre-Dame d’Amiens), che doveva rendere la sua sede più prestigiosa di qualunque altra. La lapide sepolcrale del vescovo Evrard de Fouilloy, nella cattedrale, non lascia dubbi sull'identità di colui che volle la costruzione della chiesa, in quanto porta scritto:

    "Fondamenta hujus basilica locavit. Anno 1220".


    Infatti, fu proprio lui a porre la prima pietra di questo tempio nel quale sarebbe stato poi seppellito sotto una magnifica tomba in bronzo, in cui è effigiato.
    La cattedrale è stata descritta come il Partenone dell'architettura gotica, non a caso fa parte dal 1981 dai Patrimoni dell'Umanità tutelati dall'Unesco.


    ...il labirinto...



    Seguendo l’esempio delle Cattedrali di Chartres, a cui questa era nettamente ispirata, e di Reims, i cui lavori di costruzione erano cominciati circa dieci anni prima, anche Nôtre-Dame di Amiens si dotò di un immenso labirinto pavimentale, che fu posto nella navata centrale, di fronte all’ingresso principale. Il labirinto, di forma ottagonale, venne realizzato nel 1288, come attesta l’iscrizione che venne apposta lungo il perimetro della placca centrale, che riportava anche i nomi degli architetti:

    Nell’anno di grazia 1220, questo lavoro è stato iniziato.
    Il vescovo benedetto di questa diocesi è stato allora Evrard
    e il re di Francia Luigi figlio di Filippo il Saggio.
    Colui che è stato maestro d’opera
    si chiamava "Maestro Robert"
    ed era nominato "di Luzarches".
    Dopo di lui venne il Maestro Thomas de Cormont e dopo di lui
    suo figlio il Maestro Renaut che fece mettere, in questo posto,
    questa iscrizione nell’anno della Incarnazione 1288.



    Inizialmente, al centro dello schema, era stata incastonata una sbarra d’oro, insieme ad un semicerchio dello stesso metallo, che dovevano simboleggiare la levata del sole sull’orizzonte. Successivamente il sole d’oro venne sostituito da un sole di rame, poi anche questo venne tolto. Oggi la placca centrale riporta una croce fatta con scettri, orientata secondo i punti cardinali, e tutto intorno sono le figure del vescovo Evrard e degli architetti della cattedrale. Pesantemente danneggiato durante la Rivoluzione Francese, il labirinto venne rimosso. Quella che vediamo oggi è una riproduzione fedele che è stata realizzata nel XIX secolo.

    ...la Bibbia di pietra...


    L’immenso apparato statuario presente all’interno della Cattedrale è riuscito a salvarsi sia dalla furia iconoclasta dei rivoluzionari, nel XVIII sec., sia dai bombardamenti delle due guerre mondiali, nel XX sec., giungendo fino a noi. Per la ricchezza dei motivi rappresentati, che coprono tutti gli episodi più importanti del Vecchio e del Nuovo Testamento, queste sculture sono note complessivamente come la "Bibbia di Pietra" di Amiens. Le sue statue narrano, per immagini, a chi non sapeva leggere, la storia sacra e illustrano ai fedeli i miracoli dei santi e dei martiri.
    Tra tutte le statue presenti all’interno, la più popolare è sicuramente quella denominata "La Vierge Dorée", la "Vergine Dorata", risalente alla fine del XIII sec. e collocata nel portale che si apre all’inizio del transetto sud della chiesa. La rappresentazione mariana si distacca notevolmente da quelle presenti sul portale d’ingresso, molto più statiche e ieratiche, mentre questa presenta una vivacità che rappresenta pienamente la nuova tendenza del gotico ad umanizzare maggiormente la figura di Maria, accentuandone l’aspetto materno.
    L’apparato iconografico della Cattedrale rivela, però, anche altri aspetti, che sono un po’ più estranei al contesto cristiano e vanno invece a "pescare" in tematiche un po’ più pagane. Ne è testimonianza, ad esempio, il ciclo di affreschi dedicato alla Sibille (realizzato nel 1506), le profetesse delle religioni più antiche che vaticinavano ispirate dagli dei. Le loro rappresentazioni, molto vivaci e colorate, si trovano nel sito dell’antica Cappella di Saint-Éloi (1243), dedicata al Vescovo di Noyon del XIII sec.

    ...San Giovanni Battista...


    La Cattedrale di Amiens è famosa per ospitare al suo interno un’importante reliquia, il cranio di San Giovanni Battista. Si tratta, a dire il vero, di uno dei crani del Battista, perché ad esempio molti sostengono che il vero cranio sia quello conservato nella chiesa di San Silvestro in Capite, a Roma, arrivato nella Capitale italiana durante il pontificato di Innocenzo II (1130-1143). Il cranio francese, invece, si dice sia stato portato dal canonico Walon de Sarton, di ritorno da Costantinopoli al termine della IV Crociata, ed offerto al vescovo Richard de Gerberoy. Esso è stato posto nel Tesoro della Cattedrale nel 17 Dicembre 1206 e da allora è stato venerato da re, principi e schiere di pellegrini che hanno visitato la Cattedrale. Il re Carlo VI nel 1385 offrì un reliquario d’oro per la sua conservazione, di cui l’attuale è una copia realizzata nel 1876. (angolohermes.com)

    ...i colori del Medioevo...


    Dei tre portali, quello centrale raffigura il Giudizio universale, quello a destra la vita di Maria e quello a sinistra le vicende della vita di san Firmino, patrono di Amiens. Una selva di sculture, una miriade di racconti. Ma la narrazione pareva svolgersi, allora, a monocromo, nell'unico colore della pietra. E invece.... nel 1999, in occasione del restauro della facciata, durante le operazioni finali di pulitura, si sono scoperte tracce evidenti della policromia che, in origine, rivestiva le sculture. Le statue non erano grigie e uniformi, ma dipinte di tinte squillanti. Era come passare da un film in bianco e nero a uno a colori. Come se l'antica cattedrale gotica perdesse di colpo la sua aria austera e si rivelasse allegra e gioiosa. Per gli studiosi non c'era da stupirsi: era una prova ulteriore che quel Medioevo che, per anni, è stato descritto oscuro e buio era, in realtà pieno di colori e che le cattedrali erano "bianche” solo nella famosa definizione di Le Corbusier. E si trattava, come ad Amiens, di colori vivissimi. Per ottenerli si usavano, su un fondo bianco brillante, tutte le sfumature dei pigmenti di origine minerale che erano allora disponibili, dal cinabro, all'azzurrite, alla malachite e soprattutto, all'oro che rifiniva le vesti, i capelli o i dettagli delle decorazioni dello sfondo. La vivacità della cromia era resa ancora più suggestiva dalla luce tremolante delle lampade a olio sospese ai grandi anelli, riscoperti, nel corso del restauro, sotto gli archi. Di notte, nel buio che avvolgeva la città, i portali della cattedrale, illuminati e sgargianti dovevano sembrare un'apparizione, che parlava al cuore e all'immaginazione. Le tracce ritrovate, però, non erano tali da giustificare una ridipintura. Per restituire l’aspetto originario, si è trovato la soluzione di ricrearli con la luce. In determinati periodi dell’anno, i colori, dimenticati per secoli, rinascono intatti, grazie alla proiezione, attraverso uno schermo traslucido, delle immagini delle sculture, dipinte com'erano all'origine. Secondo un concetto dell'epoca, la luce e i colori non sono che un riflesso del divino. I portali di Amiens, con la luminosità della loro cromia vivace, rappresentavano un filtro, un passaggio tra il buio dell’esterno e lo splendore dell’interno, tra la miseria e la sofferenza del mondo reale e il desiderio di un paradiso futuro. Nessun timore e nessun ammonimento, solo la gioia della contemplazione. (grazia, senzadedica.blogspot.it)

    «Scrivendo il suo libro,
    Ruskin non si è preoccupato di lavorare per voi,
    egli non ha fatto altro che
    pubblicare il suo ricordo e aprirvi il suo cuore».
    (Marcel Proust)


    "La Bible d'Amiens"


    Nel 1904 è pubblicata La Bible d'Amiens, opera scritta da John Ruskin nel 1885 sulla cattedrale di Amiens, nella traduzione di Marcel Proust (in italiano vi è una traduzione di Salvatore Quasimodo). Proust aveva ancora una conoscenza scolastica dell'inglese, ma questo non costituì un ostacolo per lui, ritenendo Ruskin un suo grande maestro. Inoltre, venne aiutato dalla madre e da qualche amico. Oltre alla traduzione del testo di Ruskin, Proust ne scrisse la prefazione (60 pagine per un testo di circa 120). Questo libro ha due dediche: una di Proust, che dedica la traduzione a suo padre morto nel 1903, e l'altra è un pensiero di Ruskin.

    ...miti e leggende....


    Al di là delle Alpi, in Francia, si trova la cattedrale di Chartres, anch’essa sorta al posto di tre antiche chiese, a Rouen la costruzione della cattedrale ebbe inizio nel 1144 sopra le rovine di tre chiese. Anche ad Amiens la cattedrale fu innalzata sopra tre chiese. Torino, Chartres, Rouen e Amiens, quattro città nel cuore dell’Europa caratterizzate dalle loro cattedrali trine. Sulla copertina di un vecchio lunario scoperto per caso, un’incisione di fine Seicento, mostra un angelo, che volando sull’Europa, sfiora con l’ala Amiens, Rouen, Parigi e Chartres, la mano sinistra indica Torino, la destra Santiago di Compostela. Una sorta di mappa stellare, intrisa di religiosità, cammino per il pellegrinaggio dei devoti attirati dalle cattedrali che terminano il loro cammino spirituale a Santiago di Compostela. (dal web)

    “Quando da Torino
    l’angelo chiamerà Le Penseur,
    a Notre-Dame le chimere urleranno
    e si sveglierà l’angelo di Chartres,
    che spezzerà l’orologio
    a significare che il tempo è finito.
    L’asino farà suonare la ghironda.
    Ad Amiens risplenderà la testa
    del Battista e l’angelo non piangerà più.
    A Rouen tornerà a battere
    il cuore di Riccardo
    e un’armonia di campane
    annuncerà il Salvatore.”

     
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  6. gheagabry
     
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    WESTMINSTER ABBEY


    Il nome “Westminster” deriva dalla prima chiesa sorta qui, e dedicata a San Pietro: fu fondata da Re Edoardo, ultimo dei re anglosassoni, che fece ampliare un monastero benedettino. Re Edoardo chiamò la chiesa “West Minster”, abbazia occidentale, per distinguerla dalla“East Minster”, la Cattedrale di St.Paul. Oggi, tracce del monastero normanno si trovano negli archi rotondi e nelle massicce colonne che sostengono la volta sotterranea.
    Nel 1065, Edoardo il Confessore commissionò la costruzione di una chiesa dedicata a San Pietro sul sito di un monastero benedettino del VII secolo; la chiesa fu consacrata otto giorni prima che il re morisse. Guglielmo il Conquistatore, l'anno successivo si fece incoronare re il giorno di Natale del 1066 e da allora (con solo due eccezioni) ogni incoronazione inglese ha avuto luogo nell'abbazia.


    L'architettura di Westminster fonde felicemente l’esperienza francese con la tradizione locale, e diventa un modello che avrà molta influenza nello sviluppo dell’architettura inglese. Gli elementi importati dalla Francia sono: il coro (Reims), le navate laterali nel transetto, l’elevazione, le finestre composte da due luci ed un rosone (Reims), i muri superiori più sottili, i supporti verticali lungo i muri che scandiscono le campate.
    L’abbazia presenta una facciata decorata in stile gotico scandita in tre portali, che si prolungano verso l’alto culminando in quattro sottili torri. Una volta entrati all’interno della chiesa, ci si trova di fronte alla navata gotica più lunga d’Inghilterra, ai lati della quale si prolungano altre due più strette.
    L'interno dell'Abbazia di Westminster è una miscela di stili architettonici che vanno dal gotico francese della navata alla complessa struttura della cappella di Enrico VII fino agli esempi più elaborati dell'architettura sette - ottocentesca. L'Abbazia di Londra non è solo una chiesa ma anche un museo che racconta attraverso monumenti celebrativi, tombe, oggetti d'arte, la storia britannica.
    A destra dell’ingresso vi è la St Georges’s Chapel (cappella di San Giorgio), un tempo battistero e ora dedicata ai caduti della prima guerra mondiale. Sulla sinistra, un quadro del XIV secolo che ritrae Riccardo II è considerato il più antico ritratto di re inglese giunto fino a noi. Nella navata meridionale, posta sul pavimento, vi è la lapide di Robert Baden Powel, fondatore dello scoutismo.
    Sulla destra vi è la Abbot’ Pew, piccola galleria in legno di quercia del XV secolo.
    La vetrata che sovrasta l'Altare Maggiore, realizzato da Sir Gilbert Scott, raffigura l'Ultima Cena, mentre il pavimento, con i suoi disegni circolari, esagonali ed ottagonali realizzati utilizzando pietre di diverse forme e colori, rappresenta uno dei capolavori della famiglia italiana Cosmati. Al di là del coro c'è il Sanctuary, il luogo dove da quasi un millennio sono incoronati i sovrani. Cuore dell'abbazia, la Cappella di Enrico VII è una vera e propria chiesa nella chiesa, con uno straordinario soffitto di volte a ventaglio. Da notare inoltre gli stalli in quercia e, dietro l'altare, la tomba di Enrico VII e della moglie Elisabetta di York di Pietro Torregiani. Qui si trova anche uno degli oggetti di maggior valore storico, ovvero il Trono dell'Incoronazione (Coronation Chair) in legno di quercia, tutt'ora utilizzato. La Chapter House, bellissima sala capitolare di forma ottagonale della metà del ‘200 con pavimento a mosaico e affreschi trecenteschi, la Pyx Chamber, così chiamata perché conteneva la pisside con i campioni d'oro e d'argento delle monete, l'Undercroft Museum (Museo della Cripta) che ripercorre la storia dell'Abbazia.
    Di Westminster Abbey sono famose anche le campane, suonate in occasione di grandi eventi, capace di riprodurre più di cinquemila melodie diverse senza interruzione. Pregiate, suonano in tonalità di Re3.


    Tutti i re (e le regine) inglesi sono incoronati nell’Abbazia sin dal 1066, tranne Edoardo V ed Edoardo VII; nella chiesa sono inoltre sepolti 17 sovrani e molti altri importanti personaggi storici. Lo scrittore Geoffrey Chaucer, la cui tomba si trova all’interno dell’Abbazia, è stato il primo ospite illustre di quello che è stato poi denominato Angolo dei Poeti: accanto a Chaucer sono infatti sepolti o commemorati scrittori e poeti di spicco. Tra i giganti della letteratura presenti nell’Angolo dei Poeti, ricordiamo Charles Dickens, T.S. Eliot, William Wordsworth, John Milton, Alexander Pope e William Shakespeare.

    Il museo dell’abbazia di Westminster è sistemato nella “Norman Undercroft”, la cripta normanna, risalente all’epoca di Edoardo il Confessore. Vi sono raccolti sigilli, documenti, scrigni del XIV-XV secolo, reperti archeologici. Vi è il trono dell’incoronazione di Maria II. Vi è pure una serie di statue in cera di defunti, a grandezza naturale, che venivano esposte durante le loro rispettive cerimonie funebri. La statua in legno di Edoardo III è la più antica di un monarca europeo realizzata in questo materiale.

    ...storia...



    Secondo la tradizione, nell'anno 616 fu fondato un santuario nel luogo conosciuto come "Thorney Island". Dicono che fu miracolosamente consacrato dopo che un pescatore del Tamigi, ebbe una visione di San Pietro. Attorno al 970, san Dunstano vi costruì un convento di monaci benedettini cui fu affidata la cura del santuario. Da allora ogni anno, il 29 giugno i pescatori del Tamigi portano in dono a san Pietro un salmone, che viene ricevuto dall'abate di Westminster. L'abbazia di Westminster fu costruita tra il 1045 e il 1050 da Edoardo il Confessore. Egli aggiunse una grande donazione di terreni attorno e iniziò la costruzione della grandiosa chiesa in stile romanico per mantenere fede a un voto che aveva fatto mentre si trovava ancora in esilio in Normandia: se Dio avesse aiutato la sua famiglia a riavere il trono d'Inghilterra, egli avrebbe compiuto un pellegrinaggio a Roma. Nel 1045 re Edoardo, quando diventò re, gli fu impossibile lasciare il paese, mandò allora un messaggero al pontefice chiedendo di essere dispensato dal voto, il papa sostituì il voto nell'impegno a costruire un monastero dedicato a san Pietro. Edoardo individuò il sito dove prima esisteva il culto a san Pietro, a Thorney Island sul Tamigi. Iniziò la costruzione della grandiosa chiesa in stile romanico che fu consacrata il 28 dicembre del 1065. L'Abbazia venne fondata quando i cristiani dell’Europa occidentale erano ancora tutti appartenenti alla Chiesa cattolica romana.
    Verso la fine del 1200 un incendio provocò gravi danni alla chiesa. Bisognerà aspettare due secoli prima di veder terminata la navata centrale. Nel 1376 la navata fu completamente rifatta dall'architetto Henri Yevele, che curò anche la costruzione della Torre di Londra e del Palazzo di Westminster. Nel 1493 il maestro vetraio J. Thirk eseguì la grande vetrata occidentale di St. Margret. Agli inizi del XVI sec., Enrico VII fece aggiungere una cappella all'estremità orientale, in onore della dinastia Tudor, meraviglioso esempio dello stile Perpendicular (gotico inglese) allora in uso. Solo nei primi anni del XVIII sec. furono terminate le due imponenti torri della facciata principale, opera di un allievo di Wren. Maestoso il portone d'entrata in stile vittoriano decorato con angeli, santi, sovrani, prelati.
    Fra il 1503 e il 1519, durante i regni di Enrico VII e di Enrico VIII, venne costruita la Lady Chapel, chiamata oggi cappella Enrico VII, in lingua inglese è un santuario mariano che è dedicato alla Vergine Maria ed è la sede dell'Ordine del Bagno. Il Rinascimento influenzò la costruzione di questa parte dell'abbazia, vi lavorarono artisti italiani, come lo scultore Pietro Torrigiano. Nel 1540 i monaci benedettini dovettero lasciare il monastero a causa della riforma anglicana. Anche se l'abbazia fu assediata da Enrico VIII durante la dissoluzione dei monasteri nel 1534 e chiuso nel 1540 fino al 1550 la cattedrale fu salvata dalla distruzione grazie alle sue connessioni reali.... Famosa è l'espressione inglese "rubare a Pietro per pagare Paolo" infatti è da questo periodo che i soldi per l'abbazia, dedicata a San Pietro, fu devoluto al Tesoro della Cattedrale di St. Paul...L'abbazia tornò ai Benedettini sotto il regno della regina Maria, che morì nel 1558 durante il regno di Elisabetta I e in seguito sepolta nella stessa abbazia. Nel 1640 subì diversi danni per essere attaccato dai puritani, ma fu ancora una volta protetto dai suoi stretti legami con lo Stato. Oliver Cromwell ha ricevuto un funerale sontuoso nell'abbazia nel 1658 per essere portato alla luce nel gennaio 1661 per ordine di Carlo II. La sua salma fu riesumata e sottoposta al rituale dell'esecuzione postuma.





    Monarchi sepolte a Westminster
    Re d'Inghilterra

    Edoardo il Confessore e la moglie Edita del Wessex.
    Enrico III d'Inghilterra
    Edoardo I d'Inghilterra e sua moglie Eleonora di Castiglia.
    Edoardo III d'Inghilterra e sua moglie Filippa di Hainaut.
    Riccardo II d'Inghilterra e sua moglie Anna di Boemia.
    Enrico V d'Inghilterra e sua moglie Caterina di Valois.
    Edoardo V d'Inghilterra
    Enrico VII e sua moglie Elisabetta di York.
    Re di Inghilterra e Irlanda

    Edoardo VI d'Inghilterra
    Maria I d'Inghilterra
    Elisabetta I d'Inghilterra
    Re di Inghilterra, Irlanda e Scozia

    Giacomo I e di sua moglie Anna di Danimarca.
    Carlos II
    Mary II
    Guglielmo III
    Ana I e suo marito il principe Giorgio di Danimarca.
    Giorgio II e di sua moglie Carolina di Ansbach.
    Altre persone reali
    Anne Neville, moglie di Riccardo III d'Inghilterra.
    Anna di Cleves, moglie di Enrico VIII.
    Maria Stuarda, regina di Scozia
    Elisabetta di Boemia
    In aggiunta, ci sono molte tombe di principi e membri della famiglia reale. Gli aristocratici sono sepolti nelle cappelle laterali e monaci e le persone associate con l'Abbazia in altri settori.

    Personaggi Illustri
    In Westminster Abbey sono anche sepolti alcuni dei grandi personaggi del Regno Unito. In angolo cosiddetta del Poeta sono sepolti alcuni dei maggiori scrittori britannici, inoltre, sono anche stati sepolti scienziati, esploratori, uomini politici, soldati, artisti, musicisti e attori, anche di fama internazionale. Tra i personaggi che non appartengono alla regalità e sono sepolti nella Cattedrale di Westminster includono:

    William Wilberforce
    Edward Vernon
    Geoffrey Chaucer
    Ben Jonson
    Samuel Johnson
    David Livingstone
    Isaac Newton
    John Milton
    Handel George Friderich
    Joseph John Thomson
    Charles Dickens
    Rudyard Kipling
    Laurence Olivier
    Henry Purcell
    Alexander Pope
    Thomas Parr
    Thomas Cochrane
    Ernest Rutherford
    Lord Kelvin
    William Pitt "il Giovane"
    William Turner
    Johann Peter Salomon
    Charles Darwin
    Edward Elgar
    William Shakespeare ha una targa nell'abbazia.
    Lord Robert Baden Powell ha una targa nell'abbazia. Il tuo corpo è a Nyeri, in Kenya.
    Michael Faraday ha una targa nell'abbazia. Ma il suo corpo è sepolto nel cimitero di Highgate a Londra.
    Oscar Wilde ha una targa nell'abbazia. Ma il suo corpo è sepolto nel cimitero di Père-Lachaise a Parigi.

     
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  7. gheagabry
     
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    "Guardare quelle volte dal basso ci avvicina alla divinità, all'infinito, al creato."


    LA CATTEDRALE DI BEAUVAIS



    La cattedrale di Saint Pierre è la più alta, la più luminosa, la più pura espressione del gotico religioso. Non esistono altri esempi nel mondo. E le cattedrali, specie in Francia, rappre-
    sentano il trionfo di Dio e dell' Uomo nella storia. La cattedrale di San Pietro è la chiesa principale della città e diocesi di Beauvais, in Francia. Gioiello del gotico francese, venne costruita con l'intento di erigere la più alta chiesa cristiana in assoluto. Effettivamente, pur rimasta incompiuta, è celebre per essere la chiesa più alta del mondo, con le volte che toccano i 48,5 m d'altezza. E' una delle pochissime cattedrali dedicate non alla Nostra Signora, ma a San Pietro.
    Le sue facciate gotico-fiammeggiante, particolarmente quella sud, mostrano tutta la ricchezza della scultura gotica e rinascimentale, con trafori, rosoni, gigli di francia ed emblemi di Francesco I, la salamandra e la "F" sormontata da una corona reale. Quella meridionale è dedicata a San Pietro, quella nord a San Paolo, con l'Albero di Jesse nel timpano del portale. I battenti delle porte sono magistrali opere del locale Jean Le Pot, che nel 1527 compì quelli nord con i quattro Evangelisti e i quattro Dottori della Chiesa; e nel 1535 quelli sud con le Storie dei Santi Pietro e Paolo.

    "Non è che un frammento incompiuto e in parte crollato, ma porta il segno dell'eroismo e della divina follia dei suoi costruttori. Fu iniziata nel 1235 e doveva essere la chiesa più grande e alta del mondo intero. Le volte del coro, a quasi 50 metri, rappresentano il limite mai raggiunto da una cattedrale gotica...Luigi XIV pregò inutilmente il Papa di intervenire perché fosse possibile riprendere i lavori di costruzione. Inutilmente, purtroppo. Ma l'epoca delle grandi imprese gotiche era finita."
    (Harry S., tripadvisor.it)


    ...storia...



    La cattedrale venne costruita su un edificio sacro carolingio del X secolo. L'incendio del coro del 1225, l'ennesimo di una lunga serie, con la sua conseguente distruzione, fecero optare il vescovo-conte di Beauvais, Milon de Nanteuil, a erigere una nuova arditissima cattedrale, più che restaurare l'edificio danneggiato. Nacquero progetti sempre più dettagliati ed ambiziosi. L'impresa ebbe inizio nello stesso anno 1225 e doveva essere la chiesa più alta di tutta la cristianità. Nell'avventura di costruire la più alta cattedrale del XIII secolo, i costruttori spinsero le loro conoscenze tecnologiche ai limiti, cercarono di creare strutture snelle ed alte che potessero portare grande luce all'interno.
    I lavori iniziarono con la costruzione del coro e delle sue sette absidi. Per consentire l’ingresso libero della luce attraverso le altissime vetrate (le finestre sono alte circa 18 metri), si tentò di assottigliare al massimo possibile lo spessore dei contrafforti esterni e degli archi rampanti che dovevano sostenere i carichi. Ne risultò una struttura straordinariamente leggera e ardita, ma altrettanto fragileIl 3 ottobre 1272 vennero cantati i vespri per l'inaugurazione del nuovo coro, questo fu grande motivo di orgoglio per la città fino al momento della catastrofe: nel 1284 la costruzione, troppo ardita, non resse, e la volta cedette. Non si hanno notizie di eventi naturali. Le proporzioni della struttura dovevano essere regolari, se aveva resistito 12 anni. Cedimenti del terreno sono da escludere. Viollet-le-Duc che analizzava i dettagli costruttivi ed il diverso comportamento nel tempo dei materiali, ipotizzò che le esili colonne in pietra con il passare del tempo dovessero essersi caricate per le progressive deformazioni della muratura. Oggi invece si presume che le vibrazioni causate dalla pressione del vento sui finestroni abbiano causato danni all'edificio.
    La ripresa dei lavori fu particolarmente elaborata, prevedeva alcune misure cautelative per garantire la dovuta stabilità. Le arcate di sostegno divennero più fitte e si costruirono molti più pilastri rispetto al progetto originale. Ciò garantiva un miglior sostegno, ma appesantiva l'insieme. I restauri terminarono nel 1347, il progetto del coro riuscì, ma la costruzione non progredì ulteriormente. Infatti, la Guerra dei cento anni comportò una lunga pausa nella costruzione della cattedrale.
    Solo nel 1500, 150 anni dopo, sotto l'impulso del vescovo-conte Louis de Villiers de L'Isle-Adam si riprese la costruzione dal transetto, affidata al grande architetto Martin Chambiges. Quest'ultimo non vedrà il completamento dell'opera a causa della sua morte avvenuta il 29 agosto 1532. Nel 1548 il transetto fu terminato.
    Subito dopo la costruzione del transetto, si decide l'erezione di una enorme torre lanterna proprio sulla crociera, in posizione staticamente delicata. Nel 1569 anche questa parte della cattedrale era compiuta: si trattava di una slanciatissima torre campanaria a tre piani coronata da una enorme guglia che raggiungeva l'allora fantastica quota di 153 metri. Ma già dall'inizio si manifestarono problemi di staticità, si cominciò così presto a dibattere sulla costruzione di ulteriori supporti architettonici all'opera. Solamente anni dopo, il 17 aprile 1573, furono cominciati i lavori. Pochi giorni più tardi, il 30 aprile, giorno dell'Ascensione, all'uscita dei fedeli dalle celebrazioni, la torre crollò.
    La ricostruzione delle volte del transetto e dei danni al coro, privò la cattedrale dei fondi necessari per la costruzione delle navate, ferme alla prima campata. Del resto, si trattava di un progetto ormai anacronistico per l'epoca, dato che durante i lunghi periodi di interruzione del progetto si era ampiamente imposta l'architettura rinascimentale. Se da una parte era chiaro che la costruzione aveva portato le tecniche di costruzione gotiche al limite, d'altra va detto che il progetto di questa cattedrale si discostava per certi versi dalle consuetudini dell'arte gotica stessa. Sia riguardo alle proporzioni tra le parti (la massa dell'enorme guglia era inusitata in confronto al pur maestoso edificio), sia per il largo uso di pilastri del coro, che finiva per arrecare danno alla trasparenza delle pareti ed alla leggerezza dell'insieme che caratterizzava il progetto originale. Nel 1605 si decise di interrompere i lavori, e la cattedrale rimarrà incompiuta.
    La Rivoluzione francese lascerà lo stesso il suo marchio. Nell'ottobre 1793 i Sanculotti decapitano le statue e presero la cattedrale trasformandola in Tempio della Ragione.
    Nel 1840, la cattedrale di Beauvais venne classificata monumento storico di Francia. Ancora oggi le condizioni statiche dell'edificio sono precarie, e le impalcature sono onnipresenti, atte a continui lavori di manutenzione e stabilità della struttura dell'edificio. Negli anni sessanta vennero avviati interventi di restauro, si decise inizialmente di eliminare i tiranti metallici, inseriti dopo il crollo della torre alla fine del Cinquecento, perché considerati non necessari, sottovalutando la loro efficacia nel contrastare le azioni del vento. Contrariamente a una tenace leggenda, l'edificio è solidamente ancorato su un suolo stabile, come hanno confermato i test effettuati nel decennio 2000, ma la sua vertiginosa altezza e il fatto che non sia appoggiato a ovest dalle navate, crea una certa fragilità strutturale bisognosa di continui controlli, tanto che verso la metà degli anni '90 si è presa la decisione di chiudere provvisoriamente al pubblico la Cattedrale, quando le oscillazioni create dal vento si amplificarono andando a creare una lesione tra il coro ed il transetto. Nel 2006 una caduta di frammenti di pietra dall'edificio ha imposto dei lavori urgenti che videro il ripristino dei tiranti intorno al coro per riconferire stabilità ai contrafforti, soggetti alle sollecitazioni del vento. Nel 2010 si intraprese il restauro delle 120 tonnellate di placche di piombo del tetto, previsto per un tempo di circa nove anni, operata tramite l'installazione di impalcature autonome, senza appigliarsi all'edificio, in ragione della sua fragilità.
    Sulle vicende della cattedrale, c' è chi parla di "maleficio" e, addirittura, della maledizione di Carlo il Temerario che, guerreggiando contro Luigi XI, assediò la città .

    .....NOTRE-DAMES-DE-LA-BASSE-OEUVRE.....



    L’interruzione definitiva del cantiere alla fine del XVI secolo ha concesso la rara opportunità di poter ancora osservare, davanti alla chiesa gotica, un moncone della cattedrale preromanica, destinato a scomparire progressivamente con la costruzione del corpo delle tre navate, mai cominciato. I resti di questo antico edificio sono di notevole interesse datata generalmente al X secolo e rimaneggiata nell’XI e nel XII, la chiesa primitiva, nota localmente come Notre-Dame-de-la-Basse-Oeuvre, mostra forme architettoniche che la avvicinano ai pochissimi esempi superstiti di architettura carolingia. L'eredità carolingia fu talmente considerevole che ancora nel sec. XI e agli inizi del successivo le chiese venivano realizzate con il corpo longitudinale coperto a capriate, con muri sottili, ben illuminato, come si può ancora vedere a Notre Dame-de-la-Basse-Oeuvre; una costruzione senza volta, con zone di laterizio, senza decorazione. Le sue navate, la parte più antica (987-998), hanno grossi pilastri quadrati. È documentato che l’antica chiesa fu gravemente danneggiata da un incendio nel 1225.
     
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  8. gheagabry
     
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    “Il fuoco non si estingue se non quando l’Opera è compiuta
    e quando tutta la massa tintoria impregna il vetro il quale,
    di decantazione in decantazione, resta assolutamente saturo
    e diviene luminoso come il Sole…”.
    (Jean Jiulien Champagne)


    La SAINTE-CHAPELLE


    La Sainte-Chapelle é stata costruita nella seconda metà del XIII secolo dal Luigi IX, per custodire le reliquie della Passione di Cristo: la corona di spine e un pezzo della Croce. Ornata da uno stupendo insieme di quindici vetrate e da un grande rosone che formano dei veri e propri muri di luce, la Sainte-Chapelle rappresenta un gioiello dell'arte gotica.
    I finestroni lavorati sono alti ben 15 metri e si elevano fino al tetto, separati gli uni dagli altri da sottili montanti che terminano in eleganti pinnacoli.
    Oltre alle sue sontuose vetrate, la Sainte-Chapelle é decorata da meravigliose pitture murali, e da sculture dalla rara eleganza e varietà. Il fasto della sua architettura e della decorazione e l'alone di sacralità legato alle reliquie, hanno influenzato tutta la creazione artistica e liturgica fino al XVI secolo. Oltre alla corona di spine e una parte della croce originale, la Sainte-Chapelle contiene diverse opere che rappresentano l' Antico Testamento e i Nuovo Testamento.Ogni venerdì santo, le sacre reliquie, vengono mostrate ai fedeli.


    La Cappella è ad una sola navata e ha con abside poligonale, con un'altezza di 20.50 metri, una larghezza di 10.50 m e una lunghezza di 17 m.
    La cappella inferiore fu dedicata alla Vergine, la sua statua si innalza sul pilastro del portico. L'interno appare curiosamente piccolo ma armoniosamente progettato con abside poligonale. I muri sono decorati da fughe d'archi trilobati e da 12 medaglioni che raffigurano gli Apostoli. La volta "stellata" ribassata sostiene le colonne esili con i capitelli a uncino.collegati da dei «étresillons». Le mura sono decorate da archi ciechi trilobati e da dodici medaglioni che rappresentano gli apostoli. Sulle colonne si alternano i gigli di Francia su uno sfondo azzurro e le torri di Castiglia per rendere omaggio alla madre di San Luigi, Bianca di Castiglia. Il pavimento presenta lastre tombali di tesorieri e canonici della Sainte Chapelle. Questa cappella era riservata ai ranghi più bassi della corte reale.

    Attraverso una scala a chiocciola si sale alla cappella superiore, preceduta da una loggia e da un portale rivestito di rilievi che rappresentano il Giudizio Finale e Storie del Vecchio Testamento. La cappella alta, dove erano conservate le reliquie, é stata concepita come un grande scrigno monumentale. Qui l'architettura gotica sfoggia la piena sublimità: luci, colori, esprimendo l'equilibrio tra arte e fede. L'interno della cappella superiore é stato ben curato dall'architetto, dagli scultori, dai pittori, poiché questa parte dell'edificio serviva come scrigno alle gloriose reliquie.
    La volta sembra fluttuare sopra le vetrate. Il volume dei contrafforti sembra svanire, il tutto con l'artificio di nove colonne, distribuite in una maniera tale che il volume di ogni pilastro sia visibile appena. Le statue dei dodici apostoli, posti sulle colonne, che accentuano le campate, formano la decorazione scultorea più importante della cappella superiore... appartengono a due stili differenti: il primo sprigiona armonia con morbidi drappeggi, pieghe dritte e i volti con lineamenti delicati, i capelli riccioluti curati appiattiti. Al contrario il secondo stile riflette sull'evoluzione statuaria medievale: pieghe lisce e interrotte, e volti curati in maniera netta.
    La scultura dei capitelli e dei pennacchi sono di un infinita varietà. L' interno della cappella é ornata da un dipinto che si allinea con le finestre. Le vetrate sono un elemento caratteristico della Sainte-Chapelle: 600 mq, di cui i due terzi appartengono all'originale, rappresentano la serie di vetrate più completa del XV° secolo. Predominano i colori rosso e blu che fanno da contrasto con i colori del rosone occidentale del XV secolo. Si contano 15 grandiose vetrate, per un totale di 1134 scene. L'aria elegante della struttura dell'edificio da spazio allo splendore delle vetrate che raccontano tutta la storia dell'umanità, dalla creazione alla redenzione di Cristo attraverso la Bibbia, per terminare con il Grande rosone dell'Apocalisse. Sono quindi raffigurate la Genesi, l'Esodo, i Numeri, il Deuteronomio, i Giudici, il libro d' Isaia, l'Albero di Jesse, San Giovanni Battista, la storia di Daniele, Ezechiele, Geremia, Tobia, Giuditta e Giobbe, Ester, il libro dei re e la storia delle reliquie. Le vetrate, divise da lancette, vengono lette da sinistra verso destra e dall'alto verso il basso.

    Oggi la Corona e le altre reliquie fanno parte del Tesoro di Notre Dame. La corona ha la forma di una anello formato da giunchi intrecciati a cui sono state attaccate delle spine. E' visibile, insieme e al chiodo della Croce,e tutti il primo venerdì del mese alle 15 o ogni venerdì di Quaresima e il venerdì Santo dalle 10 alle 17. Normalmente sono visibili solo i reliquari, senza reliquie.

    ...storia...



    Nel 1239, dopo due anni di negozia-
    zione, Luigi IX acquista, per una somma conside-
    revole, la corona di spine del Cristo, da Baldovino II, imperatore di Costanti-
    nopoli, nonchè re di Geru-
    salemme. Baldovino fu un templare francese, e la vendita pare sia stata fatta per pagare un debito che aveva in sospeso con dei mercanti Veneziani. Fu pagata la cifra di ben 135.000 libbre d'oro dell'epoca, a fronte di un costo totale della cappella di 40.000 libbre. Le reliquie, nel Medioevo, erano ricercatissime, così come i resti o gli oggetti che la tradizione voleva essere stati a contatto con santi, ed erano considerate sacre. Le più preziose erano naturalmente quelle del Cristo. Nel 1241, comprò delle nuove reliquie provenienti da Bisanzio e decise di costruire, tra le mura del Palazzo della Cité, nel cortile del suo palazzo, un monumento degno di questo tesoro.
    Fu iniziata nel 1243 da Pierre Montreuil, architetto di Notre-Dame e dell'abbazia di Saint-Denis (non vi sono documenti certi che la attribuiscano a lui, si fa anche il nome di un maestro legato alla cerchia di Robert de Luzarches, architetto della cattedrale di Amiens).
    Il 26 aprile 1248 la Sainte Chapelle venne consacrata e quivi deposte le varie reliquie preziosissime alle quali si erano aggiunte a quelle della Passione: gocce del sangue di Cristo, frammenti del legno della Croce,ecc.. Le sacre reliquie acquistate da San Luigi, furono conservate in un ampio santuario, ornato riccamente, deposto alla sommità della galleria traforata, in fondo all'abside. Contemporaneamente Notre Dame veniva completata e il Palazzo di Giustizia, allora Palazzo reale, conobbe il massimo splendore. Con Filippo il Bello (1285-1314) venne ricostruita la grande sala, l'appartamento reale, le fortificazioni, i giardini sulla punta dell'isola. La leggenda narra, che da una di queste finestre, il re osservò il martirio dell'ultimo Gran Maestro Templare Jacques de Molay, da lui stesso ordinato...Alcuni decenni dopo,Giovanni il Buono fece costruire le cucine e la torre dell'orologio. Nel 1358 vennero assassinati i suoi consiglieri, per mano del prevosto dei mercanti di Parigi Etienne Marcel, sotto lo sguardo del figlio Carlo V,che divenuto re decise di trasferire la sede reale all'Hotel Saint-Pol oggi Louvre. Il palazzo reale diverrà solo sede dell'amministrazione reale con funzioni giudiziarie, essendo state costruite anche delle celle di carcerazione. In fondo al cortile del Palazzo di Giustizia si apriva la porta della Conciergerie per la quale passarono le carrette delle 2600 vittime del Terrore destinate alla ghigliottina.
    Nel 1791, all'indomani della Rivoluzione, la Sainte Chapelle fu profanata e resa praticamente irriconoscibile, le reliquie vennero in parte disperse, alcune scomparvero del tutto, altre sono tutt'oggi conservate presso il tesoro di Notre-Dame e nella Biblioteca Nazionale. Nel 1803 venne sconsacrata da Napoleone: le vetrate vennero rimosse fino a due metri di altezza per consentire l'uso dell'edificio come deposito di archivi.
    Gravemente danneggiata durante la Rivoluzione, é stata oggetto, nel XIX secolo, d'una notevole restaurazione ad opera di Jacques-Félix Duban e Jean-Baptiste Lassus. La maggior parte delle statue furono salvate da Alexandre Lenoir.

    "IL TRIONFO DELL'IMMATERIALE"



    La Sainte-Chapelle, assegnata a Pierre de Montreuil, é un capolavoro della trasparenza. Le mura scompaiono grazie alle vetrate limitate da un fascio di colonne che salgono fino agli archi della volta. La Cappella Palatina appartiene allo stile delle cappelle private, innalzate su due livelli. Il re e i familiari potevano accedere direttamente alla Cappella Superiore attraverso una gallleria che era collegata al palazzo. La Cappella Inferiore era riservata alla servitù del palazzo.
    Nel XII secolo, l'arte gotica raggiunse la perfezione. Lo stile architettonico della Sainte-Chapelle è un edificio a navata unica, rifinito da un abside a sette lati. All'esterno, l'architettura diventa essenziale: la semplicità e la potenza dei contrafforti si oppone alla leggerezza della parte superiore. A dominare il tetto in ardesia, s'innalza la guglia in legno di cedro alta 33 metri, un capolavoro di delicatezza, realizzata nel XIX° secolo, ma che riprende esattamente la guglia del XV° secolo. L'interno della cappella inferiore da un' impressione misteriosa con il suo volume ridotto (6,60 m) con quattro campate e il coro radioso. Le sue pareti scandito da archi e colonne sottili che sostengono il tetto e la decorazione preziosa e delicata. Il livello superiore, al contrario, colpisce per la semplicità dello spazio definito, invaso da una luce colorata. Supporti e nervature svaniscono, la volta accentua la verticalità molto alta, scandita dalle statue degli apostoli. L'edificio sembra piccolo e molto alto, infatti la sua altezza (20,50 m) è due volte la sua larghezza (10,50 m). Tutto è calcolato minuziosamente dall'architetto, che accentua la prospettiva con giochi di spessore delle nervature e l'altezza delle vetrate, creando un concatenamento di ferro orizzontale che attraversa croci e montanti e coincide con il barlotières delle vetrate....Fulcanelli asserisce che "sembra quasi impossibile trovare da qualche altra parte una collezione migliore che si riferisca all'esoterismo alchemico,come quella della S.Chapelle "ma aggiunge che "iniziare foglia dopo foglia la descrizione di tale foresta di vetro sarebbe un lavoro immane capace di fornire materiale per parecchi volumi"

    [size2]Fonti(www.italianiaparigi.com/) www.duepassinelmistero.com/, web[/size]
     
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  9. gheagabry
     
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    "Fra tutte, la più bella".
    (Victor Hugo)


    LA CATTEDRALE DI REIMS



    La cattedrale metro-
    politana di Nostra Signora di Reims è la cattedrale di Reims, uno dei più alti esempi di arte gotica in Europa. Si svolsero le incoro-
    nazioni di tutti i re di Francia, a partire dal 987, quando vi fu incoronato re di Francia, il conte di Parigi Ugo Capeto, iniziatore della dinastia dei Capetingi, fino al 1825, quando vi si celebrò l'incoronazione di Carlo X. La cattedrale di Notre-Dame di Reims, l'abbazia di Saint-Remi e il palazzo di Tau sono inclusi nella lista dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO dal 1991.


    "Maestosa e imponente come tutte le cattedrali gotiche, a colpire l'occhio, su tutto, è l'enorme rosone duecentesco del diametro di 12 metri, in cui la Vergine si mostra circondata da angeli musicanti in un tripudio di colori accesi, di fortissimo impatto. Notevoli le due torri ai lati della facciata principale che raggiungono un'altezza di 82 metri. La 'Galleria dei Re', sulla facciata principale lungo una fascia alla base delle torri campanarie, è decorata con oltre 2300 statue, tra cui figurano 56 re francesi. All'interno, oltre la navata centrale, svettano alltissime colonne i cui capitelli, in stile gotico francese, sono decorati con edera e fiori."

    La pianta a croce latina è quella di un vasto edificio, dalle dimensioni ambiziose. La navata raggiunge i 38 metri. Il peso della volta è contro-
    bilanciato da archi rampanti, magnifi-
    camente decorati. Scrigno di luce, la cattedrale esalta l'arte della vetrata, particolarmente presente in Champagne-Ardenne. Osservando l'impianto della cattedrale di Chartres, di poco anteriore per fondazione, si può notare un'impostazione strutturale pressoché analoga, modello degli architetti che più tardi innalzeranno la Notre-Dame di Amiens, esempio di architettura gotica che porta ormai all'apice tutte le potenzialità dello stile. La cattedrale assunse l'aspetto attuale alla fine del XIII secolo, rimanendo incompiuta: delle sette torri inizialmente progettate (due per ognuna delle tre facciate più una a coronamento del punto d'intersezione tra navata centrale e transetto), tutte sormontate da alte guglie secondo l'idea originaria, furono erette solamente quelle del lato ovest, lasciate tuttavia prive della copertura a cuspide: in origine dovevano innalzarsi fino a 120 metri, ora non superarono la soglia degli 81. La torre meridionale contiene due grandi campane; una di queste, chiamata Charlotte dal cardinale di Lorena Luigi di Guisa, nel 1570, pesa più di 10 tonnellate. La navata fu allungata, rispetto alle dimensioni inizialmente adottate, per fare spazio alle folle che partecipavano alle incoronazioni.
    I tre portali sono ricoperti di statue di grandi e piccole proporzioni. Il portale centrale, dedicato alla Vergine Maria, è sormontato da un rosone. Questa scelta fu adottata anche per i portali minori, per garantire maggiore illuminazione alle navate poste in corrispondenza degli ingressi. La "Galleria dei Re", che si snoda tra il rosone centrale e le torri campanarie, raccordando queste ultime al resto della facciata, mostra al centro la statua di Clodoveo, colto nel momento del battesimo, mentre ai lati si collocano i ritratti dei suoi successori.
    Le facciate dei transetti sono decorate con sculture: quella a nord con statue dei principali vescovi di Reims, una rappresentazione del Giudizio universale e una figura di Gesù (le Beau Dieu) mentre sul lato sud è presente un bel rosone con i profeti e gli apostoli. Il fuoco distrusse il tetto e le spire nel 1481: delle quattro torri che fiancheggiavano i transetti, non rimane più niente sopra l'altezza del tetto. Sopra il coro si innalza un elegante campanile di legno e piombo, alto 18 metri, che fu ricostruito nel XV secolo.
    L'interno della cattedrale comprende una navata centrale con navate laterali, transetti con navate, un coro con doppie navate e un'abside con ambulatorio e cappelle disposte a raggiera. Contiene statue in profusione, simili a quelle presenti all'esterno, e vetrate colorate del XIII secolo. La cattedrale possiede raffinati arazzi, come quelli di Robert de Lenoncourt, arcivescovo durante il regno di Francesco I, che rappresenta la vita della Vergine. Il transetto settentrionale contiene un organo in stile gotico. L'orologio del coro è ornato con curiose figure meccaniche. Diversi dipinti di Tintoretto, Nicolas Poussin e altri. L'opera del famoso pittore russo Marc Chagall può essere ammirata nella cattedrale grazie alle vetrate successivamente installate sul retro e sul fianco della cattedrale.
    Il tesoro della cattedrale contiene la Santa Ampolla (Sainte Ampoule), erede dell'antica ampolla che conteneva l'olio crismale con cui venivano unti i re di Francia, che fu rotta durante la Rivoluzione francese, e di cui un frammento è contenuto nell'ampolla odierna. Una parte del tesoro si trova al Palais du Tau, ove è esposto anche un pendente ritenuto il talismano di Carlo Magno (sec. IX). La cattedrale di Reims rimane ineguagliata per la ricchezza della sua statuaria. Prima del 1918, contava più di 2300 statue. Mai prima di allora gli artisti erano riusciti a dar vita alle sculture: il celebre Angelo del sorriso, il San Giuseppe, o la Serva ecc.

    La cattedrale di Reims presentava, all’ingresso, un enorme labirinto pavimentale di pregevole fattura, in maniera analoga alle cattedrali di Chartres ed Amiens. Il labirinto, andò perso durante le numerose vicissitudini subite dalla cattedrale e non è mai stato rimpiazzato. Esso aveva la forma ottagonale, con quattro appendici ai lati ancora in forma di ottagono, nelle quali comparivano le figure di alcuni monaci e costituivano, di fatto, quattro "tappe intermedie" nel complesso percorso del labirinto. La zona centrale presentava anch’essa la figura di un monaco. La posizione esatta del suo centro è ancora oggi silenziosamente marcata con una pietra pavimentale di colore leggermente diverso dalle altre, recante al centro una sbarretta orizzontale di metallo. Il labirinto di Reims venne realizzato nel 1240 ed era composto da piastrelle di pietra o di marmo di colore blu. È noto che venne smantellato nel 1779 per volere di un certo canonico Jacquemart infastidito dalla continua confusione che facevano i ragazzi quando giocavano "irrispettosamente" a percorrere il labirinto durante la messa.

    ...storia...



    La chiesa fu costruita dove sorgevano precedenti cattedrali. La prima fu fatta costruire dal vescovo Nicasio, nel IV secolo d.C., sui resti di una chiesa proto-
    cristiana che sorgeva sulle terme gallo- romane dell'antica Durocortorum, e fu consacrata nel 401, dallo stesso san Nicasio, che nel 407 sarà poi martirizzato dai Vandali sul suo sagrato. Nel 496 Clodoveo fu battezzato da san Remigio, vescovo di Reims che gli rivolse queste parole: "Piega il capo, fiero Sicandro: adora ciò che hai bruciato e brucia ciò che hai adorato", divenendo così il primo re cattolico dei Franchi. Nell'852 fu ampiamente restaurata e ristrutturata e nuovamente consacrata dal vescovo Hincmar. Nel 1210 fu completamente distrutta da un incendio che si sviluppò nel centro della città. Il 6 maggio 1211, fu posta la prima pietra di Notre-Dame de Reims, per volere dell'arcivescovo Aubry de Humbert, nel luogo 'sacro' che diverrà simbolo del potere politico di Francia ancor più della celebre cattedrale-sorella, a Parigi. La costruzione fu condotta da quattro architetti che si succedettero (Jean d'Orbais, Jean Le Loup, Gaucher di Reims e Bernard di Soissons) e gran parte della costruzione fu completata nel 1275. Le torri furono poi portate a termine nel 1475. Le incoronazioni dei re francesi che sono da ricordare: 1226 incoronazione di san Luigi IX, il pio...1429 incoronazione di Carlo VII, avvenuta in presenza e dietro le pressioni di Giovanna d'Arco...1825 incoronazione di Carlo X, ultimo re di Francia.
    Durante la Rivoluzione francese fu trasformata in tempio della Dea Ragione e gran parte degli antichi arredi furono dispersi o distrutti. Nel 1875 l'Assemblea Nazionale Francese votò un finanziamento per la riparazione della facciata e delle balaustre. La facciata è la parte più bella dell'edificio, e uno dei grandi capolavori del Medioevo. Nel 1914, durante la Prima guerra mondiale, il fuoco d'artiglieria tedesco distrusse parti importanti della cattedrale: crollarono il tetto, la gran parte del soffitto a volte, numerosi elementi decorativi (tra cui i cicli scultorei del portale maggiore), mentre le vetrate (già sostituite in gran numero, dai canonici, con vetri neutri nel corso del XVIII secolo secondo la moda dell'epoca) andarono in frantumi. Al disastro arrecato dalla guerra seguì una notevole opera di restauro e ricostruzione, possibile anche grazie alle sovvenzioni della famiglia Rockefeller.
    L'8 luglio 1962 il presidente francese Charles de Gaulle e il cancelliere tedesco Konrad Adenauer tennero nella cattedrale una cerimonia che suggellò la riconciliazione tra i loro due paesi 17 anni dopo la fine della seconda guerra mondiale.

    ...miti e leggende...


    Narra la leggenda che, al momento di battezzare il futuro re Clodoveo, il vescovo Remigio si trovò sprovvisto di olio crismale, alzò allora gli occhi al Cielo e pregò. Una colomba entrò nella Cattedrale con la Santa Ampolla stretta nel becco e la consegnò all'uomo di chiesa. Da allora la 'fiala divina', in virtù di questa antica vicenda tramandata nei secoli, ha giocato un ruolo importante nella storia medievale francese, ed è grazie a lei che per secoli tanti futuri re sono stati incoronati nella Cattedrale di Reims, dopo essere stati unti con l'olio del Signore. Che si creda o meno alla leggenda dell'olio divino, la fiala fu conservata nell'Abbazia di Saint-Remi fin quando, nel periodo rivoluzionario (7 ottobre 1793) fu infranta a Reims con gesto plateale dal deputato del basso reno Philippe Rühl (il quale morirà suicida due anni dopo). C'è chi dice che un po' di olio santo fu recuperato e diluito con olio ordinario dato che, dopo la rottura dell'antica ampolla, fu utilizzata una nuova fiala per le successive cerimonie. Un frammento di vetro dell'antica ampolla è conservato tuttora nel tesoro della cattedrale di Reims. L'antico reliquiario contenente la santa Ampolla usciva dall'abbazia solo in occasione dell'incoronazione di un re, ma si narra che Luigi XI volle l'ampolla accanto a sé sul letto di morte, e quella fu l'unica volta in cui la fiala lasciò l'abbazia per un fine diverso. Custodita e accudita per secoli, per onorarla e sorvegliarla si formò persino un Ordine di Cavalieri (e in seguito di Baroni) della Santa Ampolla. Non solo, dato che gli antichi abitanti della cittadina di Chêne-Populeux, l'attuale Le Chesne, erano stati vassalli di san Remigio e nel 1429 si erano reimpossessati della fiala trafugata dagli inglesi (durante la guerra tra Carlo VII ed Enrico VI) da allora i suoi discendenti hanno avuto l'onore di 'scortare' la fiala divina alle cerimonie di incoronazione.
     
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  10. gheagabry
     
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    "Nullius in verba magistri adstrictus jurare"


    LA CATTEDRALE DI DOL DE BRETAGNE


    St-Samson Cattedrale di Dol de Bretagne è considerata una delle chiese più belle della Bretagna ed è stata classificata come monumento storico nel 1840. La città di Dol fu una delle tappe del pellegrinaggio medievale detto Tro Breizh.
    Vascello gotico approdato nella Bretagna Romantica, la cattedrale St-Samson, a Dol-de-Bretagne, si slancia graziosamente verso il cielo. E' monumento importante dell’arte gotica: possiede una delle vetrate più antiche della Bretagna. Era la sede della arcivescovo di Dol , uno dei nove antichi vescovadi di Bretagna. L'arcivescovado fu soppressa durante la Rivoluzione francese e abolito dal Concordato del 1801, quando è stata fusa nella diocesi di Rennes e St. Brieuc. Questo vasto edificio in stile gotico, che porta il nome del primo vescovo di Dol-de-Bretagne, fu costruito tra il XII e il XIII sec. e completato nel XVI sec. Dol de Bretagne si trova a sette chilometri nell'entroterra dalla splendida Baie du Mont Saint-Michel ea metà strada tra Cancale e Mont Saint-Michel .

    L'edificio si distingue per il suo eclettico mix di stili e idiosincrasie, come la torre nord incompleta. La facciata ovest ha due torri con frontoni timpano. Si notano ancora alcuni elementi della cattedrale romanica precedente. La torre di sinistra della costruzione, iniziata nel 1520, non fu mai completato a causa della mancanza di fondi sufficienti. Un mito locale vuole che la parte superiore sia stato demolita dal diavolo, che ha lanciato il vicino Dol menhir sull'edificio. Sul lato nord, si affaccia l'aspetto fortificato, rivelando l'importanza difensiva del santuario in un momento in cui la città è ancora priva di mura. In contrasto con questa sobrietà funzionale, il lato sud è ridisegnato perché di fronte alla città.
    La facciata sud ha un piccolo portico del XIII secolo, noto come portico del Vescovo, completato da un portico molto più grande nel XV secolo. Quest'ultimo è stato decorato con rilievi biblici dello scultore Jean Boucher, alla fine del XIX secolo. All'esterno, il lato sud presenta un grande portico (XIV sec.) e un piccolo portico (XIII sec.). Sopra il coro, la vetrata con medaglioni del XIII sec., gli 80 stalli (XIV sec.) e il trono episcopale (XVI sec.) in legno scolpito. Nel transetto sinistro si trova la tomba del vescovo Thomas James, governatore di Castel Sant'Angelo a Roma , realizzata da dei scultori fiorentini nel XVI sec.

    ...storia...


    La Cattedrale di Saint Samson fu costruita così imponente perché doveva servire come maestoso punto di riferimento per i fedeli e meta di pellegri-
    naggio. Nel medioevo la zona, il "Marais de Dol", era un bassofondo paludoso e la cattedrale, sorta su un monastero, appariva in tutta la sua imponenza. La maestosa navata lunga 110 metri e i due portici del 1300 erano adatti al ricovero dei pellegrini in caso di maltempo.
    La Cattedrale di Dol fu il centro di una diocesi importante sciolta alla fine del XVIII secolo, era uno dei sette vescovadi di Bretagna. La Bretagna è stata evangelizzata nel corso del V secolo d.C. dai Celti di Cornovaglia che sbarcarono sulle coste frastagliate della penisola francese. I nuovi arrivati cambiarono il nome del Armatura, paese in riva al mare , dove precedenti celtiche tribù si erano stabiliti intorno 600 aC, in Lesser Bretagna che poi si è evoluto in Britannia.

    Già convertita al cristianesimo e ufficialmente riconosciuta dalla Chiesa di Roma, St-Samson, St-Malo, St-Brieuc, St-Tugdal, St-Paul, St-Corentin e St-Patern fondarono le sette vescovadi originali della Bretagna.Hanno portato con loro le antiche tradizioni celtiche che si ancorarono nella profondità delle credenze cristiane creando una cultura unica che è ancora profondamente radicata nel modo di pensare bretone.
    Le molte divinità pagane che erano impossibili da detronizzare sono state cristianizzate e trasformate in una schiera di santi locali che proteggono, guariscono e vegliano su tutti gli aspetti della vita quotidiana bretone; sono ancora regolarmente invocati contro le malattie e le condizioni atmosferiche.
    Sansone era un monaco gallese che andò in Irlanda per imparare la dottrina di St-Patrick e viaggiò in Bretagna intorno 555 a.C. per evangelizzare le popolazioni locali. Fondò il monastero di Dol de Bretagne su una collina e accanto a un pozzo.
    Il pozzo si trova al di fuori della cattedrale e nei pressi della facciata sud ed ha alimentato il quartiere che si è sviluppato in prossimità dell'antico monastero e fu in uso fino al XIX secolo.Il monastero fu ampliato e ricostruito più volte fino ai secoli XII e XIII sec, quando i lavori di costruzione della imponente cattedrale iniziò. La costruzione è stato completata tre secoli dopo. L'edificio è stato fortunatamente risparmiato durante la Rivoluzione francese perchè trasformato in un fienile.
    Una leggenda locale menzionava l'esistenza di due pozzi, questo ha portato, nel 1996, alla riapertura del pozzo e sono stati effettuati degli scavi che hanno messo in evidenza l'esistenza di un sotterraneo molto antico e una galleria che collega il pozzo ad un secondo che si trova al di sotto della Chapelle du Crocifisso, la ex Chapelle du Puits.
    Alcuni credono che il secondo pozzo potrebbe essere il pozzo originale intorno al quale Sansone costruì il suo monastero.

    ...appunti storici...


    Il 6 marzo 1862, i lavoratori trovarono, alla profondità di un metro, una medaglia di ottone perfetta-
    mente conser-
    vata e di squisita fattura. Un lato raffigura un arcivescovo con la mitra, un pallio e un giogo. La croce è inclinata sul suo braccio sinistro per far notare che stava predicando, la sua mano destra mostra l'indice. Ai suoi piedi vi è una chiesa con due torri pesanti con tetti a punta, uno a sud, l'altra a nord della facciata occidentale. Vicino alla chies, un enorme drago alato e molti altri piccoli rettili. Sono incise le parole «ptebs Quiescat".
    Dall'altro lato della medaglia vi è il re Davide, in vesti regali, la corona sul capo, l'arpa in mano. Gli occhi del monarca, guardano una corona nel cielo. Intorno alla testa di David vi sono incise le lettere "Lugeat rex".
    Gli scrittori e storici sacri che si occupano della Bretagna dicono che San Sansone trovò la Chiesa di Dol rovinata dai danesi, e costruì, con il permesso del re d'Inghilterra, una cattedrale. (Sir Bertrand D'Argentré, Storia della Gran Bretagna, Libro I, capitolo 19, pagina 511). Alberto Magno, di Morlaix, disse che San Sansone edificò la sua Chiesa su indicazione "Un angelo apparve a Samson in sogno e lo avvertì che il giorno dopo avrebbe trovato un vecchio pozzo. L'angelo ordinò di costruire una chiesa e impostare la sua casa. Samson costruì il suo monastero, nel luogo in cui oggi la città di Dol. " (Lobineau, Vita di Saint Samson). Mentre il santo arcivescovo di York ricoprì la carica di Dol, ebbe in visita i suoi amici e connazionali, santi Teliau, Paterne e Davy, che tornava da un viaggio a Gerusalemme. Nel 547, quando la "peste gialla" ha cominciato a sterminare il Galles, St Teilo con molti della sua congregazione attraversarono l'Armorica e furono accolti in modo molto ospitale dall' amico St. Sampson, Abate e Vescovo di Dol.
    Contrariamente a molti altri santi bretoni dell'alto medioevo, san Sansone è un personaggio storicamente accertato: egli ha sottoscritto gli atti del III concilio di Parigi (562) e re Childeberto I gli aveva donato il luogo ov'egli fondò l'abbazia di Pental (nel territorio dell'attuale comune di Saint-Samson-de-la-Roque, nel dipartimento dell'Eure), località sottoposta a scavi archeologici dal 1922, che hanno portato alla luce le vestigia dell'epoca.

    A tre chilometri dalla città, si erge il Mont-Dol. Una roccia granitica di 65 metri che è stata fonte di ispirazione per molte leggende. Si racconta che San Michele e il diavolo si sarebbero affrontati qui. Gli artigli ma anche l'impronta di Saint-Michel, visibili sulla roccia, testimonierebbero questo combattimento leggendario.
     
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  12. gheagabry
     
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    St. Patrick Cathedral, Dublino



    La cattedrale di San Patrizio è la più grande dell'Irlanda ed è uno dei simboli della città di Dublino, le sue origini risalgono a circa il V secolo, era una costruzione in legno e tale rimase fino al 1191, quando l’arcivescovo John Comyn la fece erigere in pietra. Spicca nel cielo della città con la sua torre, costruita nel 1370, che si eleva fino a 69 metri di altezza ed ospita alcune delle più grandi campane d'Irlanda. Il suo nome in gaelico irlandese è Árd Eaglais Naomh Pádraig.

    Un grande incendio, distrusse l’edificio e successivamente fu ricostruito in stile inglese. La chiesa è dedicata a San Patrizio, perché pare che il Santo battezzasse i pagani convertiti.
    Costruita in severo stile gotico inglese la cattedrale conserva il fascino degli edifici nordici e racconta la lunga storia della città, dei signori e delle lotte che hanno caratterizzato Dublino e l’Irlanda intera.
    Nell’antichità la cattedrale si trovare all’esterno della città, ma con l’espandersi del territorio urbano oggi è sita all’interno del perimetro di Dublino. L'interno della Cattedrale presenta numerosi elementi storico-artistici di grande interesse. Il battistero che conserva un pavimento con mattonelle originali del XII sec. e una fonte battesimale medioevale in pietra. Tanti i busti, i monumenti sepolcrali, le placche e le targhe, posti per commemorare benefattori della chiesa, arcivescovi e personaggi famosi della storia irlandese come Robert Boyle, illustre scienziato, il duca di Schomberg, O' Carolan, il più grande compositore di musica popolare irlandese, il politico John Curran Philpot, lo scrittore e satirico Jonathan Swift e il primo presidente della Repubblica d'Irlanda Douglas Hyde.
    Le statue del marchese di Buckingham, primo grande maestro dell'Ordine di San Patrizio, quella di Benjamin Guinness posta all'ingresso ed il busto di Swift nella navata, con relativo epitaffio da lui stesso dettato. All'inizio della navata centrale, una croce su una lastra di pietra segna la posizione in cui si trovava il pozzo di san Patrizio. Si racconta che alla fine del XV secolo si rifugiò nella cattedrale di San Patrizio, il conte di Ormond per sfuggire dal Conte di Kildare, suo nemico. Anxhe se quest’ultimo gli promise la tregua, non volle uscire dalla chiesa, fino a che il Conte di Kildare, bucò il portone inserendo il suo braccio in segno di fiducia. Dalla stretta di mano di questi nemici, avvenuta separata dal portone della chiesa di San Patrizio, nasce il detto “metterci un braccio”, e cioè di rischiare qualcosa per raggiungere uno scopo positivo.
    La cattedrale contiene diversi cimeli della storia d’Irlanda, inclusa la pietra della fonte battesimale utilizzata da San Patrizio nel V secolo e la sedia dove sedette Guglielmo d’Orange nel 1690 dopo la battaglia del Boyne.
    Fino al 1871 avveniva la cerimonia dell'investitura dei cavalieri dell'Ordine di San Patrizio, le cui bandiere sono appese proprio sopra gli stalli contrassegnati dai loro blasoni.

    ..storia, miti e leggende..


    La cattedrale fu edificata, nel V sec. in uno dei siti cristiani più antichi di Dublino una piccola chiesa di legno per ricordare il passaggio di San Patrizio. La leggenda vuole che il Santo si fosse fermato a Dublino, nel 450 d.c., per battezzare i cristiani convertiti, operazione tanto importante quanto meticolosa. Questo battesimo veniva eseguito all’interno di un pozzo senza fondo, collegato alle porte del purgatorio, San Patrizio usava le piantine di trifoglio per spiegare ai fedeli il concetto di Trinità. In seguito, il trifoglio divenne il simbolo dell’Irlanda.
    Nel XII sec. ebbe inizio la costruzione dell'edificio religioso in stile gotico primitivo inglese, elevato a cattedrale nel 1224, funzione che oggi esercita in tutto il Paese, nel quadro della Churh of Ireland, la Chiesa anglicana nella Repubblica d'Irlanda. Nel 1191, sotto John Comyn, il primo arcivescovo anglo-normanno di Dublino, Saint Patrick’s divenne cattedrale e tra il 1200 e il 1270 fu eretto l’attuale edificio, il più grande del paese. Dal 1320, qui si installò la prima università del paese; vi resterà per circa due secoli. Nel 1432 fu fondata la scuola corale, e ad oggi è l’unica Chiesa dove si può sentire il coro due volte al giorno durante le messe. St. Patrick's Cathedral è legata anche alla vicenda dello scrittore Jonathan Swift, autore de "I Viaggi di Gulliver", che dal 1713 al 1745 vi svolse l'incarico di diacono e che fu qui sepolto insieme all'amata Esther, meglio nota con il nome di Stella.
    Poco è rimasto però della chiesa originaria; l'aspetto che oggi la caratterizza è il risultato di una serie di restauri, modifiche, aggiunte che gli incendi, i danneggiamenti e gli abbandoni subiti nel corso del tempo hanno reso necessario per evitarne il disfacimento. Nel 1649, durante la guerra civile, venne utilizzata come stalla dalla cavalleria di Cromwell. L’ultima opera di restauro fu finanziata da Benjamin Guinness nel 1864


    San Patrizio


    La storia di San Patrizio inizia in Scozia nel IV secolo. Figlio di Calphurnius e Conchessa, appartenenti ad una famiglia nobile romana, l’uomo poi diventato Santo, durante una scorreria irlandese nelle città romane della Britannia, fu rapito a 16 anni e portato in Irlanda come schiavo e successivamente venduto al re del North Dal Riada, nell’odierna Irlanda del Nord. Qui il futuro patrono d’Irlanda apprese la lingua gaelica e la religione celtica. L’uomo lavorò come pastore per circa 6 anni, fino a quando scappò e ritornò in Inghilterra. In Gallia, a Saint Germain d’Auxerre, fu consacrato vescovo e gli fu affidata da papa Celestino I, l’evangelizzazione delle isole britanniche e in particolar modo dell’Irlanda.
    Nel 431-432, il missionario irlandese iniziò il suo apostolato in terre irlandesi. All’epoca, in un periodo quasi interamente pagano, a lui si deve la fioritura del cristianesimo nell’Isola, seppur in forma sincretica con il paganesimo celtico. Il Santo morì nel 493.

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    CATTEDRALE DI SAN VITO, Praga



    La cattedrale di San Vito è diventata un simbolo di Praga e della Repubblica Ceca intera, sia a causa della sua storia che come memoriale artistico. La cattedrale ospita un'importante reliquia della cristianità, la testa di san Luca evangelista. La volta della cappella di San Venceslao è stata affrescata dal Maestro dell'Altare di Litoměřice. Per chi arriva da Malà Strana e sale al Castello, la maestosità gotica della cattedrale di San Vito (Katedrala Sv. Vita) contrasta fortemente con il barocco della Parte Piccola. E' una delle cattedrali gotiche più grandi d'Europa e domina la città occupando la Terza Corte del Castello di Praga. Quando nel 1344 Praga divenne sede arcivescovile, Re Giovanni di Lussemburgo decise di costruire una chiesa la cui grandezza e bellezza fosse degna della città: ci vollero 600 anni per completarla. era la Porta D'Oro (Zlatà Brana) che si trova sul lato destro della cattedrale (rispetto all'ingresso principale). La cattedrale è lunga 164 metri, alta 33 e larga 60. Entrando dall'ingresso principale; la sensazione che si prova è di armonia e unità di stile, molto soprendente se si pensa che i lavori si sono succeduti per circa 600 anni. Il transetto è la parte più recente della cattedrale, costruito tra il 1871 e il 1929. La cattedrale è composta da due parti: la parte orientale (il coro con le cappelle e la grande torre campanaria), che venne edificata nel periodo gotico (XIV–XV secolo), e la parte occidentale (la navata trasversale, le tre navate e la facciata con le torri), che fu costruita solo nella seconda metà del XIX secolo e, all’inizio del XX secolo.
    Sui pilastri della facciata con le due torri slanciate si trovano 14 statue dei santi, le statue di Carlo IV e dell’arci-
    vescovo Arnošt di Pardubice. La navata principale ha tre portali con i timpani, decorati con i rilievi realizzati secondo i modelli di Karel Dvořák. Il rosone sopra il portale, dal diametro di 10 metri, è stato realizzato nel 1921 secondo i disegni di František Kysela raffiguranti il tema “La creazione del mondo”. Nella facciata meridionale della cattedrale, raggiungibile dal III cortile, c’è l’ingresso principale, la cosiddetta Porta d’oro, ingresso originario della Cattedrale. La Porta raffigura Carlo IV ed Elisabetta di Pomerania inginocchiati in adorazione del Cristo in Gloria su un mosaico composto da circa un milione di tessere colorate; ai lati c'è un Giudizio Finale opera di maestri veneziani. La grande torre campanaria, che nel 1419 era rimasta incompiuta, fu conclusa tra il 1560 ed il 1562 da Bonifác Wohlmut e Hans Tirol. Qui, oltre alle campane chiamate Venceslao, Giovanni Battista e Giuseppe, si trova la più grande campana praghese, chiamata Sigismondo, che pesa 18 tonnellate, con un diametro di circa 256 cm, e un’altezza 203 cm; fu realizzata nel 1549 da Tomáš Jaroš, la campana è rimasta sempre nella torre.
    La parte più interessante è il Coro, quella di più antica costruzione. Al centro del coro, proprio davanti all'altare maggiore vi è la Tomba imperiale, capolavoro dello scultore fiammingo Alexandr Collin. Le statue sono quelle di Massimiliano II d'Asburgo, del padre Ferdinando I e della madre Anna Jagellone. Da qui una scala scende alla cripta dove ci sono altre tombe reali, tra cui quella di Carlo IV. Tutto intorno al Coro ci sono le cappelle dedicate ai santi; la più importante è la Cappella di San Venceslao, costruita da Peter Parler tra il 1362 e il 1367, attorno alla tomba del Santo Protettore di Praga. Gli affreschi del 1509 sono della scuola del Maestro dell'Altare di Litomerice. Gli affreschi superiori sono dedicati alla vita del santo; nella parte inferiore ornata con circa 1300 pietre dure di Boemia, sono raffigurate scene dalla vita di Gesù. Sulla porta adiacente l'ambulacro c'è un batacchio; la leggenda vuole che sia quello della Cattedrale a cui rimase attaccato il Santo quando fu ucciso per una lotta di potere con il fratello Boleslao.
    La Cappella di San Venceslao dà accesso al Tesoro Reale, protetta da una porta con 7 serrature, le cui chiavi sono possedute da sette istituzioni diverse. Queste stanze custodiscono i gioielli della Corona ceca dal 1791. Fanno parte del Tesoro lo corona e lo scettro di Otakar II e le insegne (globo, scettro e corona) di Carlo IV, in oro massiccio con pietre preziose. Questi originali non sono visibili, ma delle copie si trovano presso Palazzo Lobkowitz. La leggenda vuole che chi indossa la corona senza averne diritto muore di morte crudele, come accadde al reggente nazista ucciso nel 1942 dalla Resistenza Ceca.
    La cattedrale compare in un francobollo da 0,85 € emesso dalle Poste Vaticane il 15 novembre 2010 per celebrare il viaggio del papa Benedetto XVI nella Repubblica Ceca il 26-28 settembre 2009.


    …storia….


    La cattedrale di Praga fu costruita nel luogo in cui sorgeva il vescovato, poi divenuto arcive-
    scovato. Il 23.4.1997, il cardinale Miroslav Vlk ha emanato un decreto che ha restituito all’edificio il nome originario di cattedrale di San Vito, San Venceslao e San Adalberto. È consacrata a tre santi: il principe Venceslao, successivamente proclamato santo e patrono dei Boemi, che attorno al 925 fondò la terza chiesa del Castello: la rotonda di San Vito. San Venceslao ebbe in dono una preziosa reliquia dall’imperatore Enrico I di Sassonia: un osso del braccio di San Vito, che poi depose nella rotonda da lui fondata. Dopo la sua uccisione di San Venceslao, la rotonda divenne anche la sua tomba, mentre lui fu proclamato santo. Il terzo santo al quale è stata consacrata la cattedrale è San Adalberto, secondo vescovo della Boemia, ucciso durante un suo viaggio missionario in Prussia. I suoi resti sono stati riconsegnati nel 1039 e, sepolti nell’edificio adiacente alla rotonda. Spytihněv II fece demolire la rotonda di Venceslao, poiché non soddisfaceva più le esigenze degli abitanti del Castello; così, nel 1060 fece costruire la basilica di San Vito, San Venceslao e San Adalberto.

    Al suo posto, nel 1344, Carlo IV e suo padre, Giovanni di Lussemburgo, fecero edificare una cattedrale grandiosa che doveva servire anche come chiesa per le incoronazioni, cimitero dei re e luogo dove custodire i tesori più preziosi. Matthias di Arras, incaricato da Carlo IV, iniziò la costruzione di una cattedrale gotica. Il lavoro di Matthias di Arras venne proseguito, dopo la sua morte, dall'architetto tedesco Peter Parler e dai figli Wenzel e Johann. Essi elevarono il coro - realizzando la prima volta reticolata d'Europa - e la corona di cappelle attorno ad esso; la cappella di San Venceslao, la Porta d'Oro e iniziarono la costruzione della torre sud.
    Allo scoppio delle guerre Hussite (1419) i lavori si interruppero e la cattedrale rimase essenzialmente limitata al coro; tra l'altro, al momento dell'abbandono dei lavori, mancava la parte superiore la torre principale, ricoperta con tetto e guglia rinascimentali. Il lavori di costruzione della cattedrale durarono quasi 600 anni e vi presero parte costruttori del calibro di Benedikt Ried, Bonifác Wohlmut, Hans Tirol, Oldřich Aostalis, ecc. Nel 1859 venne istituita l’Unità per la conclusione dei lavori della cattedrale di San Vito. Negli anni sessanta, l’arch. Josef Kranner riprese i lavori di costruzione e, nel 1873, venne posta la base del nuovo edificio, progettato dall’arch. Josef Mocker. I lavori vennero poi portati avanti dall’arch. Kamil Hilbert, che li concluse nel 1929.
    Circa trenta incoronazioni di principi e re di Boemia e delle loro mogli hanno avuto luogo nella cattedrale e per molti di loro la cattedrale è diventata anche il luogo di riposo - circa quindici monarchi sono seppelliti nella cattedrale di San Vito.

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  14. gheagabry
     
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    La CATTEDRALE di BURGOS


    La cattedrale di Burgos è una cattedrale gotica situata a Burgos, in Spagna. È dedicata alla Vergine Maria ed è famosa per la sua architettura unica e per le dimensioni. Il 31 ottobre 1984, l'UNESCO la inserì tra i Patrimoni dell'umanità, unica cattedrale spagnola ad averne l'onore.

    Nello stile, anche se predomina il gotico, la cattedrale fonde mirabilmente anche altri stili artistici, visto che la sua costruzione si prolungò dal 1221 fino al 1765. Nella facciata principale si apre la Porta del Perdón, impreziosita da un rosone a stella e da un gruppo di statue che rappresentano i re di Castiglia. Su entrambi i lati si elevano le torri, alte 84 metri, sormontate da guglie frastagliate del XV secolo. La facciata è su tre piani. Al piano superiore si trovano le finestre ogivali a doppio arco e le statue su piedistalli, coronate da una balaustra con le lettere scolpite nella pietra "PULCHRA ES ET DECORA", al centro della quale si trova una statua della Vergine Maria. Sulle torri si trovano molte balaustre e terrazze, con altre scritte incise.
    La parte occidentale in stile gotico francese, risalente al XV secolo, è costeggiata da torri a sezione quadrata sovrastate da guglie ottagonali coperte da opere in pietra. Il portone setten-
    trionale del transetto, noto come "portada de la Coronería", presenta le statue dei dodici apostoli. Sopra le statue alcune finestre ogivali e due guglie contornano il portone. il complesso scultoreo più bello è quello della Porta del Sarmental, con l’immagine di un Cristo Pantocratore circondato dagli apostoli e dagli evangelisti . La cattedrale ha una pianta cruciforme, con tre navate, un transetto e un deambulatorio. Misura 84 metri di lunghezza, 59 di larghezza e la navata centrale, che è più grande di quelle laterali, raggiunge gli 11 metri di altezza. La navata centrale e il transetto sono percorsi dal triforio, al di sopra del quale si trovano delle grandi finestre con vetrate e con un rosone superiore. Nella Capilla Mayor è collocata una pala d'altare rinascimentale, iniziata da Rodrigo de la Hague nel 1562 e alla sua morte terminata dal fratello Martin. Il coro ligneo, situato in mezzo alla navata centrale, presenta degli stalli di particolare valore, realizzati in noce nel 1505 da Philip Bigarny. Ha 103 stalli e si trova al centro della navata principale, è chiuso da una massiccia cancellata seicentesca e contiene la tomba del fondatore della chiesa, il vescovo Mauricio (1240), realizzata in legno ricoperto da rame sbalzato. Gli intagli degli stalli rappresentano scene dell’Antico e del Nuovo Testamento ed altre scene cristiane.
    La grande cappella ottagonale del connestabile è costruita in stile gotico flamboyant, piena di cavalieri, angeli ed araldica. Era destinata ad ospitare le spoglie di Pietro Fernando III di Velasco, del connestabile di Castiglia e della sua famiglia. All’interno di notevole bellezza il tamburo della navata centrale, sormontato da una splendida volta mudéjar, sotto la quale giacciono i resti di Rodrigo Díaz de Vivar, El Cid Campeado, e di sua moglie Donna Jimena. Molto vicino si trova la Scala Dorata opera di Diego de Siloé, realizzata nel XVI secolo e ispirata al rinascimento italiano.
    L’altare maggiore è un capolavoro e vari artisti vi contribuirono, a dirigere i lavori furono i fratelli Rodrigo e Martín de la Haya. Lo stile è rinascimentale con tre corpi orizzontali, un quarto di coronamento, sette zone verticali decorate da statue di Santi ed Apostoli, il tutto inquadrato da colonne decoratissime, timpani spezzati e bassorilievi dettagliatissimi: la dedica è ovviamente a santa Maria Maggiore, la cui immagine centrale fu realizzata in argento da Cristóbal de Valladolid (1464).
    Altre particolarità presenti sono: l’orologio del Cinquecento che si incontra entrando sulla sinistra, con la figura popolare del Papamoscas che apre la bocca al battere di ogni ora; il ligneo Santo Cristo di Burgos di fine Seicento situato nella capilla del Santissimo Cristo; la capilla de la Visitación dove vi è la tomba di don Gonzalo di Lerma, opera cinquecentesca di Vigarny, e la pala della Sacra Famiglia opera di Sebastiano del Piombo.

    …storia, miti e leggende…



    Nel 1075 Burgos divenne, grazie al re Alfonso VI, sede episcopale.
    La costruzione della cattedrale fu ordinata da Ferdinando III di Castiglia e da Maurizio di Burgos, vescovo di Burgos, inglese per nascita. L'intenzione del re era quella di ampliare il tempio in cui si sarebbero celebrate le sue nozze con Beatrice di Svevia. Il re contava sulle sue buone relazioni con il vescovo che, con un viaggio in Francia, era andato a prendere ed accompagnare dal suo re la futura regina Beatrice. Il 20 luglio 1221, i lavori iniziarono sopra una precedente cattedrale romanica, partendo dall'abside che venne completata in nove anni. Alla morte del vescovo Maurice nel 1238, il suo corpo venne sepolto nel presbiterio. La cattedrale venne consacrata nel 1260. Nel 1277 morì Maestro Enrique e il suo posto fu preso dall'architetto Johan Pérez. Tra la fine del XIII e gli inizi del XIV secolo vennero portate a termine le cappelle delle navate e venne costruito il chiostro. Da questo momento ci fu un vuoto di almeno due secoli prima che la costruzione riprendesse. La cattedrale venne completata nel 1567 con la costruzione della guglia posta all'incrocio ("crucero") del transetto e della navata principale. I principali architetti furono un francese del XIII secolo ed un tedesco del XV. Nel 1417 il vescovo di Burgos presenziò al concilio di Costanza tornando con il capo mastro Giovanni di Colonia (Juan de Colonia), il quale terminò le torri con guglie di pietra.
    Nel 1919 la cattedrale divenne il luogo di sepoltura di Rodrigo Díaz conte di Bivar ("El Cid"), e della moglie Doña Jimena. I loro corpi però sono stati traslati nel 1921 nel Monasterio de San Pedro de Cardeña

    All'interno della Cappella del Santissimo Cristo di Burgos vi è il crocifisso considerato miracoloso e molto venerato, costituito da un corpo in legno rivestito da pelle di vacca, con barba e capelli umani.


    “EL CID”



    Rodrigo Díaz conte di Bivar, o Vivar (1043 – 1099) fu signore di Valencia e condottiero spagnolo, figura leggendaria della Reconquista spagnola: fu soprannominato Campeador, vincitore, quando per risolvere una disputa sull’attribuzione di alcuni castelli di frontiera, vinse in duello, per conto di Sancho II di Castiglia, conJimeno Garcés che parteggiava invece per Ramiro I. Esiliato dal re di Castiglia Alfonso VI, dopo varie vicissitudini divenne appunto signore di Valencia nel 1093 e morì nel 1099, adorato da tutti gli amici, rispettato da tutti i nemici, chiamato el Cid per i primi, el-Sidi per i secondi: solo allora poté rientrare in patria.
    La moglie Jimena resistette per tre anni agli attacchi portati alla città di Valencia dal figlio dell’emiro Yūsuf ibn Tāshfīn, alla fine chiese aiuto ad Alfonso VI e nel 1102 abbandonarono la città, dopo averla data alle fiamme. Rodrigo fu quindi tumulato a Burgos, nella chiesa di San Pietro di Cardeña: dopo la Guerra d’Indipendenza Spagnola i resti furono traslati nella cappella della Casa Concistoriale della stessa Burgos.
     
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