La NUTELLA e la sua storia

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. gheagabry
     
    .

    User deleted


    .

    La storia della NUTELLA


    La Nutella vera e propria, come la conosciamo tutti noi oggi, nasce ufficialmente nel 1964, ma le sue origini risalgono al periodo postbellico, siamo esattamente nel 1945, nel retrobottega della pasticceria Ferrero, ad Alba in Piemonte. In quel periodo giravano pochi soldi e soprattutto la gente non poteva permettersi di spendere per comprare i dolci. Già da tempo Mastro Pietro Ferrero stava tentando di creare un nuovo prodotto, a base di cioccolato, che fosse però poco costoso ma comunque buono. Fu in una sera come tante che Mastro Ferrero ebbe l’idea illuminata di amalgamare l’impasto già noto del cioccolato gianduia con il burro di cocco, ciò che ne venne fuori fu una specie di marmellata semisolida. Una volta raffreddato in uno stampo rettangolre, l’impasto si trasformò in una sorta di grosso panetto solido da tagliare a fette. Era nata la Nutella! Il suo primo nome tuttavia fu “Giandujot”, ispirato ad un classico della pasticceria piemontese. Il nuovo prodotto riscosse immediatamente un successo inaspettato e Pietro Ferrero ebbe un’altra geniale intuizione: distribuire il suo prodotto non solo in panetti da tagliare, ma anche in porzioni più ridotte da vendere singolarmente, nacque il cremino.
    Alcuni sostengono che nella torrida estate del 1949 i panetti di “Giandujot” si scioglievano come neve al sole così i negozianti decisero di mettere la crema in barattoli e di rivenderla come crema da spalmare. Altri invece sostengono che il cioccolato si sciolse nei magazzini di Alba e il prodotto fu immediatamente travasato in dei barattoli. il nuovo prodotto veniva venduto in bicchieri e barattoli di vetro con il nome di Supercrema, si trattava di uno dei prodotti a base di cioccolato più economici reperibili sul mercato.
    La svolta definitiva arriva però nel 1964 con il figlio di Pietro Ferrero, Michele il quale decide di perfezionare la formula rendendola ancora più morbida e attribuendole un nuovo nome: Nutella. La scelta di questo nome non fu casuale .... Nutella deriva da “danut” , che in inglese significa nocciola, accompagnato dal vezzeggiativo ...”ella” proprio a suggerirne l’uso quasi ludico. Anche la grafica si dimostra vincente: una grande “N” in nera e tutto il resto della scritta in rosso. Da quel momento in poi il successo della Nutella non ha mai conosciuto momenti di difficoltà. Da più di quarant’anni piace ai bambini ma anche agli adulti di tutte le età! Sui di Lei sono stati scritti libri e Le sono state dedicate scene di film importanti. Si tratta di un vero e proprio mito dal fascino, dal gusto, ma soprattutto dal successo intramontabile.
    (eurochocolate)


    "Nell’alimentazione targata made in Italy, la Nutella costituisce un vero e proprio fenomeno di massa che ha toccato molteplici aspetti: dallo storico al sociale, dallo psicologico al pubblicitario. La morbida crema al cioccolato, ideata dalla Ferrero e messa sul mercato nel 1963, rappresenta un caso unico ed esemplare nel corredo gastronomico del nostro Paese: ogni anno se ne consumano in Italia 200 mila quintali, pari a 60 milioni di barattoli. Circa mille quintali al giorno da spalmare sul pane e far venire l’acquolina in bocca. Peccato di gola o non, confessiamolo pure che fin dalla nostra tenera età siamo stati dei “Nutellari”. Magari si correva di nascosto nella dispensa di cucina, lontano da occhi indiscreti, si scovava il barattolone di Nutella e poi cominciava il rito sacrale. Si spalmava, si spalmava, si spalmava e si restava in dolce compagnia finché le nostre mamme ci coglievano in flagrante. Alla fine, per evitare la punizione, ne offrivamo un po’ anche a loro e tutto finiva in baci e abbracci.
    E così Nutella è destinata a diventare un fenomeno planetario. All’interno del mitico Carosello, nel 1967 arriva il primo spot pubblicitario e l’Italia della tivù in bianco e nero si innamora della Nutella. Nell’arco di un paio di minuti viene proposta una lettura sceneggiata dei racconti dell’opera del libro “Cuore” di De Amicis, appassionanti e commoventi che lasciano un po’ di amaro in bocca ai piccoli telespettatori. Poi arriva un cucchiaio di Nutella e tutto passa. Per non parlare degli spot a cartoni animati che tiravano in ballo Jo Condor, un uccellaccio dispettoso che faceva di tutto per rovinare la vita al Gigante Amico, depositario della bontà della Nutella. Negli anni settanta, i bambini di tutte le nazioni sono protagonisti della prospera campagna pubblicitaria “La crema da spalmare che ha più radici nel mondo” e nei primi anni ottanta, il regista Nanni Moretti la cita addirittura in una celebre scena del suo film “Bianca” (1984), come antidoto alla depressione e alla solitudine. Oggi che la celebrità del prodotto è indiscussa, la pubblicità punta direttamente sulla sua “necessità”. Di fatto, il nuovo slogan è diventato “Che mondo sarebbe senza Nutella”, tirando in gioco la trasversalità del prodotto (destinato a persone di ogni età e stato sociale). Ha ragione chi dice che la Nutella è “una specie di Madeleine proustiana”, “una passione divorante, incontrollabile” o addirittura “uno stato di percezione superiore”. Un irriverente versione dell’ Inno di Mameli, composta dal comico Riccardo Cassini, fa pensare che forse con pane e Nutella, avremmo accelerato i tempi per fare gli italiani e Massimo D’Azeglio ce ne avrebbe dato atto: “Nutella d’Italia / l’Italia s’è desta / sul pane al principio / spalmata ci resta”.
    (pipolo.it)


    In molte nazioni europee, la crema cioccolato non è solamente un alimento o una golosità, bensì un consolidato fenomeno di costume. Nel corso degli anni e al mutare dei tempi e delle mode, ricetta, confezione e l'apprezzamento del pubblico della nutella sono rimasti invariati.
    La crema è comparsa anche in pellicole cinematografiche, famosa è la scena del film Bianca di Nanni Moretti, in cui il protagonista Michele Apicella, alter ego del regista-attore, affoga l'ansia in un enorme barattolo di Nutella, alto circa 1 metro, che fu predisposto proprio in funzione del set.
    Appartiene al linguaggio quotidiano, è presa quale termine di paragone (es. Gnutella) e ha costituito oggetto di studi sociologici. Su di essa sono addirittura stati scritti saggi riferiti al costume italiano (l'ultimo in ordine di tempo è "Nutella un mito italiano" del giornalista Gigi Padovani, edito da Rizzoli nel 2004), libri di ricette e svariate relazioni accademiche che indagano sulle motivazioni dell'apprezzamento di un prodotto trasversale a più generazioni.
    Giorgio Gaber usò il nome della crema nella sua canzone "Destra-Sinistra". « Se la cioccolata svizzera è di destra, la Nutella è ancora di sinistra. »...I Negrita usarono nell'album XXX il nome della crema nella canzone "Sex". « provare le ricette, collaudare la cucina, usare la Nutella, usare la farina »...Il cantautore Ivan Graziani le dedicò un'intera canzone, a metà strada tra l'elogio incondizionato, con alcuni consigli su come gustarla meglio, e una serie di metafore a sfondo sessuale che derivano dal diffuso binomio cibo-sesso. La canzone si intitola Lanutella [sic] di tua sorella ed è stata cantata insieme a Renato Zero, inserita nell'album Fragili fiori del 1996....
    Alberto Tomba in un'intervista al periodico Panorama il 20 gennaio 1995 « Quando dovevo dimagrire prendevo il Weetabix, ma di nascosto lo spalmavo di Nutella. » .....Nutella Nutellæ è il titolo di un libro umoristico di Riccardo Cassini del 1995, dove vengono riviste parti di celebri opere in chiave Nutella.

    .....la filosofia della NUTELLA.....


    Il tutto ebbe inizio alcuni anni fa. Non svelerò in codesta sede la mia fonte d'ispirazione. Erano bei tempi quelli. Con elegante superbia l'afferrai... il mio primo barattolo di Nutella, peccaminoso attraente, mistico. Nonostante la tenera età, fui consapevole dei molteplici rischi che andavo correndo. Padrona del mondo... schiava di me. Una bambina viziata... con ideali da donna. Ambizioni esaltate... fuori dalle vedute dei miei coetanei...
    Attimi furono quelli che trascorsero dall'impulso di possederlo alla consapevolezza di viverlo. Con impulso estraneo alle mie conoscenze di allora, affondai l'indice nel fluttuoso vortice di nocciola.
    L'impatto suscitò in me sensazioni nuove, ingestibili oserei dire... l'apice del piacere. La felicità, la soddisfazione... l'amore... Tutto questo non può che durare attimi. Né ore. Né giorni. Tanto meno anni. Colma di emozioni inebrianti aumentai il livello di foga nell'invano tentativo di impadronirmi di tutto. Così accadde... in apparenza ovviamente.
    A tutti è capitato di possedere almeno una volta un barattolo di Nutella nella dispensa di casa.
    Qual è la parte più ambita? Il fondo. Sa di follia ma è la realtà... [la realtà che è folle... o la follia che è reale?] Il fondo... stuzzicante piacere di affondare il cucchiaino sino ad intravedere la trasparenza del ... ...contenitore. Ma ahimè... la Nutella in questo breve racconto è solo una dolce metafora. Nella vita folle e reale (tanto per essere tutti d'accordo) il sublime vasetto ti viene strappato poco prima di toccare il fondo. Subentra un implacabile senso d'insoddisfazione... seguito da dipendenza. Molteplici domande contribuirono alla già critica situazione. Chi sono? Come sarò ora? Sono ancora padrona del mondo? Lo sono mai stata? [con il tempo si capirà che il dilemma sta nel raggiungimento della padronanza di se] Dettagli. Panico. Senso di vuoto, di non appartenenza. Ti volti. Osservi... pensi: "quant'è grande il mondo".
    Dove si nascondeva tutto questo...? Si nascondeva... o rifiutavo di vedere?
    Seguono momenti di rabbia, di vendetta... tormentata dalla voglia di avere tutto di nuovo.
    Tutto ciò che ti meriti, che ti è dovuto. Mi è dovuto? Quesiti su quesiti da far invidia allo stesso Socrate. Ma... c'è un limite anche a questo, quando il cervello comincia ad incanalare vie esageratamente tortuose... decidi di reagire. Vediamo cos'ha da offrirmi questo mondo chiacchierato. Sai di non essere pronta per un nuovo barattolo di Nutella... in fin dei conti avevi puntato a quello di sempre. Quello di sempre non lo puoi avere. Entri nel primo discount... con aria fiera e vissuta analizzi le varie proposte sul mercato. Sbigottita ti accorgi delle innumerevoli variazioni esistenti. Decidi di acquistare. Da subito riesci a captare le differenti sensazioni... placate sensuali... ma non passionali come quelle di una volta. Cerchi disperatamente di evitare paragoni laceranti. Attribuisci il tutto alla saggezza sviluppata negl'anni.
    Finalmente, un bel giorno, la tua misera coscienza si risveglia. Cominci a pensare che forse quella marca non fa per te. La tua forte e vistosa corazza non ne risente minimamente, consapevole per lo più delle migliaia di "etichette" tutte da scoprire. La storia potrebbe continuare all'infinito. Acquista, assapora, prendi, lascia, rifiuta, prova. Sarebbe triste alludere ad una sola marca di Nutella che valga davvero la pena vivere... [sarebbe folle, più che reale]. Il mio sguardo venne catturato da quel contenitore che a mala pena riuscivo ad intravedere, tanta fu la curiosità che ebbi voglia di provare ancora... sul palato di nuovo quel gusto completo di Nutella vera... con una particolarità. L'altra metà del barattolo era "Nutella bianca".
    Chi lo avrebbe mai detto?... Un mix vincente? E tutti vissero felici e contenti. Ahah, per quanto banale, non è una favola. La Nutella bianca, come è noto, dopo un po' "stucca"... e nel frattempo la vera Nutella sta finendo.
    Ok, si torna al punto di partenza. E tutti vissero felici e contenti. Troppo facile!... la Nutella bianca dopo un po "stucca"... ma se non c è... manca! In conclusione...
    L'esperienze non fanno che aumentare le dipendenze. E come disse, scrisse, il vecchio Leopardi: "L'essere umano è alla continua ricerca dell'infinito"!
    (Manuela Costa)






     
    Top
    .
12 replies since 29/3/2012, 23:34   3003 views
  Share  
.