NUOVI TALENTI della MUSICA

I Moderni



I Moderni sono un gruppo hip hop proveniente da Torino. Formatasi nel 2007, la formazione comprende Marco Musarella, Fabio Perretta e i fratelli Celeste e Placido Gugliandolo. I Modernini Iniziano ad esibirsi nei luoghi d'origine e nel 2011 partecipano ai provini per la quinta edizione di X Factor con il nome Free Chords, che viene cambiato dopo le selezioni in quello attuale, su suggerimento del loro mentore Elio.
Arrivano alla puntata finale dove hanno modo di esibirsi con il loro inedito, “Non ci penso mai”, scritto dal duo TwoFingerz. La canzone dà anche il titolo al primo EP del gruppo, pubblicato all'indomani della finale.

Di questi tempi è impossibile non parlare de I Moderni, quartetto hip hop che sta acquisendo enorme visibilità grazie alla fortunata campagna di X Factor.
Già alle prime battute dello show quel volpone di Elio ha intuito le potenzialità del complesso e ha preso i ragazzi sotto la sua ala, convincendoli fra l'altro ad assumere l'attuale nome sostituendolo a quello di Free Chords.

Dalla scena locale torinese I Moderni sono stati quindi catapultati sulla ribalta nazionale, per di più su un trampolino altissimo come quello di un programma così seguito e fucina (piaccia o meno) in questi anni di una lunga serie di nomi approdati saldamente alle classifiche di vendita più prestigiose.
I quattro non hanno accusato alcuna vertigine, anzi si sono mostrati in grado di imporre una presenza scenica sbarazzina e spumeggiante, nella quale non può non ritrovarsi anche un certo zampino del loro illustre mentore.

L'inedito che I Moderni hanno tenuto in serbo per la finale – risultato questo già di per sé trionfale – è “Non ci penso mai”, brano scritto per loro da Alberto Tafuri e dai Two Fingerz, esperto duo hip hop milanese già artefice di successi personali e collaborazioni importanti (e pure di una trasmissione sulla tv tematica hip hop di Sky, tanto per chiudere il cerchio).

Marco Musarella, Celeste Gugliandolo, Fabio Perretta e Placido Gugliandolo si lanciano con ottima disinvoltura in un rappeggiare melodico sull'onda di una canzone che offre la sensazione di una riflessione in divenire, uno specchio di certezze ed incertezze condito da tanto entusiasmo.
La chiave del gruppo sta sia nella freschezza del prodotto musicale che nell'attitudine al divertire (e divertirsi) sul palco, tutte armi che ne fanno una discreta promessa per il lungo periodo, a prescindere – se si può - dalla botta di notorietà legata al talent show.
La versatilità del quartetto, apprezzata attraverso cover che spesso e volentieri erano di brani distanti quanto a genere, la concordia vocale e l'esuberanza richiamano di certo l'attenzione su questo gruppo, almeno quanto lo fanno gli abiti stravaganti e le trovate istrioniche.
Chiusa l'esperienza televisiva con un ottimo secondo posto, piazza che in passato ha portato bene a tanti, il prossimo gradino sarà rappresentato dall'EP che porterà il titolo dell'inedito di cui sopra e che ci darà modo di avere una visuale più ampia sulla resa de I Moderni su disco.

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Conor Maynard - Can't say no

Prototipo dell'esordiente 2.0, Conor Maynard è un imberbe giovanotto che ha cominciato qualche tempo fa a diffondere su Youtube le sue cover di brani di successo: pian piano è riuscito a far suo un pezzetto di quello stesso successo, facendosi notare da decine di migliaia di utenti.
Ora le visualizzazioni delle sue performance superano i 50 milioni (sì, 50.000.000) ed oltre centomila sono i followers su Twitter.

Accanto a questi riconoscimenti popolari sono arrivate le strizzatine d'occhio da parte delle celebrità vere (pare che addirittura Ne-Yo volesse produrre l'esordio del ragazzo), ma a battere la concorrenza è stata la Parlophone che si è aggiudicata i diritti sulle prossime avventure discografiche del giovane fenomeno.
Il bello (molto soggettivamente inteso) è che Conor Maynard è arrivato a tali vette senza proporre un solo brano originale, limitandosi come detto strettamente alle cover.

La prova del nove arriva proprio in questi giorni con l'attesissimo rilascio di “Can't say no”, singolo-anteprima del primo disco vero del ragazzo.
Chiaramente parliamo ormai di un esordio plasmato, oltre che dall'artista, anche dalla casa discografica che ha fatto accorrere per l'occasione un trio di produttori di sicura garanzia: il team chiamato The Invisible Man, già alle spalle dei successi di nomi come Pixie Lott e Jessie J.

“Can't say no” esce così come prodotto già perfettamente limato e cesellato sulle esigenze del pubblico (di quello più mainstream, va detto); ci troviamo davanti alla classica traccia leggera costruita sull'elettropop di grido, con l'elettronica che va a patinare e sincopare i bollori del giovane Maynard.
Chiaramente la piazza d'elezione di questa proposta sarà la nativa Gran Bretagna, e sappiamo che non sempre qui da noi c'è lo stesso entusiasmo per questo genere di proposte, ma la fama trasversale raggiunta dal ragazzo via web può aprire qualsiasi strada.

In attesa che veda la luce l'intero disco, per il quale si parla di produttori ed autori ovviamente giganteschi, aspettiamoci una certa diffusione del primo singolo di questo che potrebbe essere il nuovo Justin (vedete voi se Timberlake o Bieber).
Sergio Cadeddu

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