Javier Zanetti

difensore - centrocampista dell'inter e della nazionale Argentina

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    Javier Zanetti

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    Dati biografici
    Nome Javier Adelmar Zanetti
    Paese Argentina

    Passaporto Italia

    Altezza 178 cm

    Peso 75 kg

    Calcio

    Dati agonistici
    Ruolo Difensore, Centrocampista

    Squadra Inter

    Carriera
    Giovanili
    1991-1992 Talleres (RE)

    Squadre di club1
    1992-1993 Talleres (RE)
    33 (1)
    1993-1995 Banfield
    66 (4)
    1995- Inter
    561 (12)
    Nazionale
    1995-1996
    1994-2011 Argentina U-23
    Argentina
    12 (0)
    145 (5)
    Palmarès
    Giochi Panamericani

    Oro Mar del Plata 1995

    Olimpiadi

    Argento Atlanta 1996

    Copa América

    Argento Perù 2004

    Argento Venezuela 2007

    Confederations Cup

    Argento Arabia Saudita 1995

    Argento Germania 2005

    Statistiche aggiornate al 17 febbraio 2012


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    Javier Adelmar Zanetti (Buenos Aires, 10 agosto 1973) è un calciatore argentino, difensore e centrocampista, capitano dell'Inter e bandiera della Nazionale argentina, della quale è stato a lungo capitano.
    È il giocatore in attività e lo straniero con più presenze in Serie A (561) e anche quello con più presenze nella storia dell'Inter (787). È inoltre il recordman di presenze consecutive con la maglia dell'Inter (137), squadra di cui è il giocatore più vincente della storia con sedici trofei.
    Con la Nazionale argentina ha disputato 145 partite, cifra che lo rende il giocatore con il maggior numero di presenze nella storia della Selección Albiceleste.
    Nel marzo del 2004 a Londra, nell'ambito delle celebrazioni del centenario della FIFA, viene inserito da Pelé nella FIFA 100 mentre nel maggio 2011 entra a far parte della Top 10 dei giocatori millenari.

    Biografia

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    Soprannominato El tractor, in lingua italiana il trattore, è di origini friulane, essendo il bisnonno originario di Sacile in provincia di Pordenone.
    Javier Zanetti, insieme alla moglie Paula, ha creato la Fundación P.U.P.I., organizzazione non-profit che si occupa di fornire il necessario sostegno economico ai bambini disagiati, e alle loro famiglie, nella zona di Buenos Aires. Proprio per l'impegno profuso nella sua Fundación, nel 2005 l'ufficio di presidenza del consiglio comunale di Milano gli ha conferito l'Ambrogino d'oro. L'argentino inoltre, dal 2006 è ambasciatore di SOS Villaggi dei Bambini, associazione ONLUS per i diritti dell'infanzia.
    Nel 2007 Zanetti ha duettato insieme a Mina nel brano Parole parole, contenuto nell'album Todavia dell'artista italiana. Tra l'altro, non è questa la prima partecipazione canora dell'argentino che era già stato, insieme ad altri giocatori nerazzurri, uno degli interpreti della canzone Pazza Inter, registrata il 22 agosto 2003, e divenuta talmente nota da sostituire l'inno ufficiale della squadra milanese nelle occasioni pubbliche.
    Nel 2009, esce l'autobiografia Capitano e gentiluomo, edita da Rizzoli.
    Nel 2011, Zanetti ha inciso con i Rezophonic la famosa canzone di Sergio Endrigo "Ci vuole un fiore", rivisitata in chiave moderna, per raccogliere denaro per la Fondazione Pupi e per la costruzione di pozzi d'acqua in Africa. A novembre esce 757 Record di fedeltà - I giorni di Zanetti, libro edito da Rizzoli che ripercorre tutta la sua carriera in nerazzurro dall'arrivo nel 1995 al record delle 757 presenze.

    Caratteristiche tecniche


    Nato come esterno destro di centrocampo oppure difensore esterno, nella sua lunga carriera Zanetti è un vero e proprio "jolly", giocando in quasi tutti i ruoli del reparto mediano e arretrato. Consolidatosi centrocampista centrale prima con Mancini e poi con Mourinho, risulta puntuale nel recupero di palloni e nell'impostazione del gioco. È infine dotato di eccellenti doti fisiche, tra cui resistenza, ottimo possesso di palla, velocità, e di un buon bagaglio tecnico. Per poco tempo ha giocato anche come difensore centrale nel 3-4-3 di Gasperini nel 2011 per poi tornare a centrocampo con Ranieri.

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    Carriera

    Club

    Gli esordi in Argentina
    Esordì nel mondo del calcio nel 1991, anno in cui il Talleres, la squadra in cui militava, lo schierò titolare nel campionato giovanile. L'anno successivo passò in prima squadra, sommando 33 presenze e siglando una rete. Nel 1993 approdò nella massima serie, al Banfield, con cui giocò 37 partite segnando una rete. Dopo un'altra stagione con gli argentini (29 presenze e tre gol), fu acquistato dall'Inter, voluto dal presidente Massimo Moratti su segnalazione di Antonio Valentin Angelillo.


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    Inter


    « L’Inter è sempre sola nel senso di solitaria, staccata da tutto il resto, al confine; è sola nel senso di unica, nel modo di pensare, di agire e di rapportarsi con il mondo. Non mi stancherò mai di ripeterlo, a costo di sembrare banale: l’Inter è una creatura diversa rispetto a tutte le altre squadre. »
    (Javier Zanetti, nell'autobiografia Capitano e Gentiluomo, pubblicata nel Maggio 2009)

    Arrivò all'Inter nell'estate del 1995 dal Banfield, accompagnato dal più quotato Sebastián Rambert, che proveniva invece dall'Independiente.
    Esordì in Serie A il 28 agosto 1995, a 22 anni, in occasione di una partita contro il Vicenza, vinta dalla sua nuova squadra per 1-0. Dopo il ritiro di Giuseppe Bergomi nel 1999, l'argentino divenne capitano del club.
    Al termine del campionato 2009-2010 con 502 presenze in Serie A risultava anche primo fra i giocatori non nati in Italia (decimo in assoluto e primo in attività) e primo fra quelli che non hanno militato nella Nazionale italiana; contava inoltre 132 presenze nelle Coppe europee, 59 in Coppa Italia, 5 in Supercoppa italiana e 3 negli spareggi UEFA contro Bologna e Parma al termine delle stagioni 1998-1999 e 1999-2000.

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    Nella sfida contro il Livorno, giocata il 24 marzo 2010 e vinta dalla sua squadra per 3-0, ha giocato la 137ª gara consecutiva in Serie A, per un totale di 12.707 minuti (92,75 a partita). La striscia di presenze consecutive è cominciata il 28 ottobre 2006 durante il derby di andata con il Milan, vinto per 3-4 dall'Inter; ha poi messo a referto 30 partite nel 2006-2007, 38 nel 2007-2008, 38 nel 2008-2009 e 37 nel 2009-2010. Il 16 aprile 2010 (giorno di Inter-Juventus 2-0) ha disputato la 500ª partita in Serie A, mentre il 15 gennaio 2011, nella partita contro il Bologna vinta 4-1, ha eguagliato il record di presenze di Beppe Bergomi in Serie A, 519 gare. Quattro giorni dopo, in occasione della sfida contro il Cesena, supera l'ex capitano nerazzurro mettendo a referto la 520ª presenza. L'11 maggio 2011 in occasione di Inter-Roma di Coppa Italia ha giocato la sua partita numero 1000 in carriera tra campionati (633), coppe nazionali (63), coppe continentali (143), altre coppe (9), Under-23 (12) e Nazionale argentina (145). Entra così anche a far parte della Top 10 dei giocatori millenari.
    Il 17 settembre 2011 in Inter-Roma raggiunge Beppe Bergomi a quota 756 presenze con la maglia dell'Inter e supera Silvio Piola per numero di presenze in Serie A con 538 partite giocate. Insieme a Bergomi ha disputato 134 partite e ha vinto la Coppa UEFA 1997-1998. Zanetti è stato titolare in 722 gare rispetto alle 741 di Bergomi, ha giocato la metà in Coppa Italia (64 contro 119) ma quasi sette volte di più in Coppa Campioni (98 contro 15) e ha segnato di meno (21 gol contro 28). L'allenatore con cui Zanetti ha giocato più gare è Roberto Mancini (189 contro le 102 con Mourinho), Alessandro Nesta (35) e Francesco Totti (34) sono i giocatori che lo hanno affrontato di più e Carlo Ancelotti (29) e Carlo Mazzone (24) sono invece gli allenatori che lo hanno affrontato di più. Il 20 settembre in Novara-Inter 3-1 supera di conseguenza il record di Bergomi con 757 presenze.
    Il 24 settembre in Bologna-Inter 1-3 supera con 1014 presenze totali Andoni Zubizarreta e Noel Bailie nella Top 10 dei giocatori millenari stabilendosi al nono posto alle spalle di Paolo Maldini (1041). 3 giorni dopo in CSKA Mosca-Inter 2-3 di Champions League stabilisce il record di 78 presenze nella competizione con la fascia di capitano, superando Paolo Maldini (77 presenze).

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    Il 28 settembre Zanetti festeggia il suo record di presenze con l'Inter con una festa alla Terrazza Martini di Milano dove fu presentato nel 1995. Presenti alla serata la moglie Paula e i figli Sol e Ignacio, il presidente Massimo Moratti e la sorella Bedy, l'AD Ernesto Paolillo, il vice DG Stefano Filucchi e il DS Piero Ausilio, l'allenatore Claudio Ranieri, lo staff tecnico e i compagni di squadra, gli amici Marco Materazzi e Francesco Toldo, il suo scopritore Antonio Angelillo, i campioni della Grande Inter Sandro Mazzola, Luis Suarez, Mario Corso, Gianfranco Bedin, l'ex vice-presidente Giammaria Visconti di Modrone, Gianfelice Facchetti (figlio di Giacinto) e proprio il "battuto" Beppe Bergomi. Inoltre il presidente Moratti ha conferito a Zanetti un incorniciato d'argento del primo documento ufficiale che sancisce l'autorizzazione della FIGC al suo tesseramento: era il 18 luglio 1995.
    Il 10 ottobre, durante la cerimonia di consegna del Golden Foot 2011 nel Principato di Monaco, vinto da Ryan Giggs, gli viene assegnato il premio alla carriera come leggenda del calcio mondiale, con l'onore di lasciare l'impronta dei propri piedi e il suo autografo sulla Champions Promenade.
    Il 15 ottobre in Catania-Inter 2-1 con 542 presenze supera per numero di presenze in Serie A Roberto Mancini (541). 3 giorni più tardi raggiunge la sua presenza numero 100 in Champions League in occasione di Lille-Inter 0-1. Nella stessa partita con 144 presenze nelle competizioni UEFA si piazza al 6º posto della classifica superando di una lunghezza Edwin van der Sar, Luís Figo, Oliver Kahn e Andrij Ševčenko. Il 22 novembre con altre due presenze supera con 146 presenze Ryan Giggs e Roberto Carlos piazzandosi al 4º posto dietro a Raúl fermo a 155.
    Il 3 dicembre in Inter-Udinese 0-1 gli viene comminata la sua prima espulsione in Serie A da parte dell'arbitro Andrea Gervasoni per somma di ammonizioni. L'ultima e unica espulsione di Zanetti con la maglia dell'Inter risaliva al 17 febbraio 1999 quando, nella sconfitta interna per 0-2 contro il Parma in semifinale di Coppa Italia, l'arbitro Braschi, lo espulse al minuto 78.
    Il 6 gennaio 2012, si aggiudica il premio "I piedi buoni del calcio - Lo sportivo esemplare", assegnato tramite sondaggio sui siti di Gazzetta dello Sport e Lega di Serie A al giocatore che nel corso dell'ultimo anno si è distinto maggiormente in attività sociali e di beneficenza con un comportamento ammirevole, sia dentro, sia fuori dal rettangolo di gioco.
    Il 26 febbraio 2012 nella partita contro il Napoli scavalca Paolo Maldini per numero di presenze da calciatore professionista, e diventa cosi il 7° giocatore per numero di presenze nella Top 10 dei giocatori con almeno 1000 presenze.
    Javier Zanetti è il giocatore e il capitano più vincente nella storia dell'Inter, con 16 trofei conquistati: 1 Champions League, 5 Campionati italiani, 4 Coppe Italia, 4 Supercoppe italiane, 1 Coppa Uefa e 1 Coppa del mondo per club.

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    Nazionale

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    Zanetti con la maglia albiceleste nel 2011



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    Fa il suo esordio con la Nazionale maggiore il 16 novembre 1994, a 21 anni, in una partita amichevole contro il Cile.
    Nel 1995 viene convocato sia per la Confederations Cup sia per la Coppa America. Il 22 giugno 1995 segna il suo primo gol con la maglia dell'Argentina, in occasione dell'amichevole contro la Slovacchia. Nello stesso periodo, oltre che per la Nazionale maggiore, Zanetti gioca anche per la selezione Under-23, vincendo la medaglia d'oro nella XII edizione dei Giochi panamericani e la medaglia d'argento ai Giochi Olimpici di Atlanta 1996, dove la formazione argentina viene sconfitta in finale dalla Nigeria per 3-2.
    Ha preso parte al Mondiale 1998, giocando tutte le partite disputate dall'Argentina (eliminata ai quarti di finale dall'Olanda) e mettendo a segno una rete contro l'Inghilterra negli ottavi finale. È presente anche al Mondiale 2002, in cui l'albiceleste viene eliminata nella fase a gironi.

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    Era in campo nella sconfitta contro il Brasile durante la finale della Copa América 2004, quando l'Argentina si portò in vantaggio per 2-1 e i verdeoro pareggiarono all'ultimo secondo grazie ad una rete del suo compagno di squadra dell'Inter Adriano e ai calci di rigore si imposero per 4-2. Un'altra sconfitta è stata quella nella finale della Confederations Cup 2005, ancora ad opera dei brasiliani, vittoriosi per 4-1.
    È stato escluso dall'elenco dei 23 convocati dal ct José Pekerman per il Campionato mondiale 2006 in Germania.
    Torna a vestire la maglia della Nazionale nel 2007, richiamato dal nuovo ct Alfio Basile, raggiungendo e superando il record di partite giocate per la Selección appartenuto fino ad allora a Roberto Ayala, dal quale eredita, in seguito al ritiro, anche il ruolo di capitano. Ha conservato la fascia di capitano fino al 19 novembre 2008, in occasione della partita Scozia-Argentina (0-1), esordio come CT da parte di Diego Armando Maradona, quando l'ha ceduta al compagno Javier Mascherano.
    A distanza di quattro anni, viene ancora escluso dall'elenco dei 23 convocati dal ct Maradona per il Campionato mondiale 2010 in Sudafrica, nonostante poco prima di ufficializzare la lista Maradona avesse detto che sia lui che Esteban Cambiasso (anch'egli escluso) avevano ancora speranza di essere inclusi.

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    Torna in Nazionale il 7 settembre 2010 nell'amichevole vinta 4-1 contro la Spagna, richiamato dal nuovo CT Sergio Batista. Il 1º giugno 2011 viene inserito da Batista nella lista dei 26 preconvocati in vista della Coppa America di luglio, venendo successivamente confermato nella lista dei 23 giocatori che parteciperanno poi alla successiva Copa America giocando il torneo da titolare.
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    Palmarès
    Club

    Competizioni nazionali


    •Coppa Italia: 4
    Inter: 2004-2005, 2005-2006, 2009-2010, 2010-2011
    •Supercoppa italiana: 4
    Inter: 2005, 2006, 2008, 2010
    •Campionato italiano: 5
    Inter: 2005-2006, 2006-2007, 2007-2008, 2008-2009, 2009-2010
    Competizioni internazionali
    •Coppa UEFA: 1
    Inter: 1997-1998
    •Champions League: 1
    Inter: 2009-2010
    •Coppa del mondo per club: 1
    Inter: 2010

    Nazionale

    •Giochi panamericani: 1
    Mar del Plata 1995
    •Argento olimpico: 1
    Atlanta 1996

    Individuale


    •Inserito nel FIFA 100
    •Premio Nazionale Carriera Esemplare Gaetano Scirea (2010)
    •Inserito nelle "Leggende del calcio" del Golden Foot (2011)
    •Premio "I piedi buoni del calcio - Lo sportivo esemplare" (2012)

    Bibliografia
    •Javier Zanetti, Capitano e gentiluomo, Rizzoli, Saggi Italiani, 2007.



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    L’esito degli esami strumentali svolti in serata al Policlinico San Matteo di Pavia è durissima: rottura del tendine d’Achille per il capitano dell’Inter, Javier Zanetti. Purtroppo, ciò che si temeva alla luce dei primi soccorsi prestati al giocatore, s’è rivelato reale: l’argentino affronterà adesso il calvario dell’operazione e di un lungo stop. Il calciatore era dovuto uscire per un problema alla caviglia, dopo uno scontro di gioco con Aronica, accompagnato addirittura in barella. La sequenza delle immagini è stata un pugno nello stomaco: quando s’è accasciato a terra in preda al dolore, lo sconforto è stato grande. Stagione drammatica e maledetta per i colori nerazzurri.

    La reazione del capitano. Javier Zanetti non vuole mollare. Il campione argentino prima ha spiegato la sua versione della dinamica dell’infortunio e poi ha tranquillizzato tutti dopo la visita a Pavia.

    Non so se sono stato toccato, ad un certo punto ho sentito tirare, un dolore fortissimo. Supererò anche questa. Mi spiace per come sia andata la stagione. L’infortunio può capitare, fa parte del mestiere ma la cosa più importante è la squadra. Decideremo quando operarmi. La mia carriera non è finita – spiega -. Dopo tanto tempo dovevo cambiare le gomme. Ma voglio tornare più forte di prima. Mi dispiace non dare una mano ai miei compagni, ma sono fiducioso, ce la possono fare a raggiungere l’Europa League. Stramaccioni resta? Decide la società, che vuole fare un’Inter sempre più forte nella quale giocherò anch’io. Ringrazio il presidente, la Società e tutti i colleghi che mi hanno scritto. I cori del Milan? Sono cose che capitano…




    Cosa rischia. L’ex medico dell’Inter, Piero Volpi, ai microfoni di Novastadio ha spiegato così la patologia.

    La diagnosi di una rottura del tendine d’Achille è praticamente immediata con esami strumentali. Se così fosse, per Zanetti la rottura del tendine d’Achille farebbe pensare a una ripresa agonistica difficile, a 40 anni. Per un atleta di lunga esperienza la rottura del tendine d’Achille non è infrequente, peraltro.



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    Il messaggio del club. L’Inter si stringe attorno al capitano Xavier Zanetti. ”In bocca al lupo, capitano. Siamo tutti con te. Siamo tutti con lui, il presidente Massimo Moratti, la dirigenza, lo staff tecnico e medico, i compagni di squadra – si legge in una nota online – chi gli prepara un caffè al centro ‘A. Moratti’ e chi non ha mai avuto la fortuna di stringergli la mano, e sono milioni nel mondo, i nostri tifosi. Tutti con lui esattamente come lui è sempre stato con noi. Xavier Zanetti, gli stessi anni all’Inter del presidente Massimo Moratti, arrivato in nerazzurro che era un ragazzo, magari senza neanche saperlo, un predestinato a essere il capitano, record su record di presenze, un simbolo, un’icona. Un uomo adesso temprato da tutto, dalle coppe che ha alzato al cielo e anche dai giorni bui in cui non si è mai tirato indietro”.

    Testimonianze d’affetto. Giuseppe Rossi, l’attaccante della Fiorentina, reduce da un lungo infortunio al ginocchio, ha dichiarato: “Un in bocca al lupo al grande Javier Zanetti”. Ranocchia ai microfoni di Inter Channel ha detto: “Siamo dispiaciutissimi per Pupi, lui è il faro di questa Inter. Mancano quattro partite, ora dobbiamo dare tutto anche per lui”. Anche Jonathan ha voluto spendere belle parole per il suo compagno di squadra: “Pensavo che tornasse in campo, non so se abbiamo accusato il colpo o meno. Quando ho visto che non rientrava ho pensato potesse essere una cosa un po’ più grave. Lui è importante per noi, speriamo non sia una cosa grave”. Un abbraccio forte arriva anche da Gianluigi Buffon, portiere della Juventus e della Nazionale: “Forza Javier, grande capitano. Ti aspetto in campo per la prossima battaglia!”.

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    Tutto il mondo del calcio fa il tifo per Javier Zanetti
    Mentre è arrivata la conferma più triste - rottura del tendine - non si ferma l'ondata d'affetto verso il capitano dell'Inter, campione assoluto. Il popolo del calcio sul web non arresta la propria solidarietà, così come gli avversari di sempre, da Conte a Buffon, da Pepito Rossi a Burdisso ed Allegri.



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    Non si può dire molto, perchè è già stato detto tutto di Javier Zanetti, cuore e anima, bandiera e capitano dell’Inter. In una carriera incredibile, vissuta sempre in prima linea e nel bene e nel male, l’argentino dalla faccia pulita, ha dovuto alzare bandiera bianca proprio nel momento in cui la sua Beneamata aveva più bisogno di lui, del suo carisma, della sua dedizione e sacrificio. Del suo esempio. Rottura del tendine d’Achille: a 40 anni, stagione finita, carriera – forse – anche.

    Destino crudele - Non è giusto. Ma la vita spesso non lo è e così anche il calcio non si tira indietro a questa legge. Vedere Javier Zanetti a bordo campo con le mani sul volto, in lacrime, stordito dal dolore è una scena che tutti avrebbero voluto evitare di assistere. Perchè quando il capitano nell’ultimo tackle ha gridato di dolore tutti hanno compreso subito la gravità della situazione perchè Javier in oltre 18 anni di Inter mai ha osato simulare, mai ne ha avuto bisogno. Lui, esempio di serietà e disciplina, professionista impegnato anche nel sociale da sempre con la sua Fondazione Pupi, ha cavalcato i campi della serie A e di mezza Europa vivendo stagioni dure e altre felici con i colori di chi l’ha portato in Italia quando era ancora sconosciuto alle platee mondiali e non l’ha più lasciato andare via, in un matrimonio calcistico tra i più felici e straordinari di sempre. Lui, il Capitano, recordman in nerazzurro ma anche lo straniero con maggior presenze nel nostro campionato, primo acquisto di Massimo Moratti, oggi sembra aver messo la parola fine ad un’era che è durata quasi 20 anni. Commuovendo tutto il mondo del calcio e i tifosi d’Italia.

    Il campione di tutti - Javier Zanetti, come lo è stato Roberto Baggio, Alessandro Del Piero, Paolo Maldini e lo è oggi Francesco Totti, non è solo un patrimonio della società con cui gioca. Così, davanti a quelle immagini del suo infortunio non c’è stata curva, tifo, avversario che non abbia speso una parola di conforto per un giocatore encomiabile sotto ogni punto di vista. E anche la stampa si è unita al sostegno morale prima all’uomo e poi al giocatore. Il massimo quotidiano sportivo, ‘La Gazzetta dello Sport’ ha aperto un canale diretto con tutti i tifosi d’Italia per mandare un messaggio di sostegno a Zanetti, il mondo del web non ha lesinato appelli, cordate, gruppi, post e commenti verso uno dei giocatori che – nel momento del dolore – ha avuto conferma unica di una stima incondizionata e totale da parte di chi ama e segue il calcio. Capace, davanti ai cori insultanti della Curva Sud rossonera, di commentare semplicemente: “Sono cose che capitano…“. Immenso.

    Gli auguri - Non a caso, si è assistito ad una bellissima scena all’uscita dallo stadio per Javier Zanetti. Il capitano, quando ha lasciato il ‘Barbera’, ha raccolto gli applausi di tutti i tifosi del Palermo che lo hanno ‘scortato’ con un’ovazione.
    Poi, le parole di conforto sono arrivate da Antonio Conte che alla notizia del gravissimo infortunio ha messo da parte per venti secondi lagioia per essere vicinissimo al secondo scudetto consecutivo:

    Zanetti fa parte di quella categoria di giocatori, così come Milito, che hanno fatto grandi cose nel passato, che hanno vinto triplete. Da parte mia c’é la massima considerazione verso l’uomo e verso il il giocatore. Auguro a Javier e anche a Milito di rivederli presto in campo.



    Poi, tante dichiarazioni d’affetto da parte degli avversari di sempre.
    Claudio Marchisio, attraverso la propria pagina su Facebook, il centrocampista della Juventus manda il suo augurio di pronta guarigione al capitano dell’Inter, “persona e giocatore che stimo moltissimo”.
    Nicolas Burdisso, ha voluto dedicare anche un pensiero al suo ex capitano, Javier Zanetti, nonché grande amico: “Mi spiace tantissimo per un amico, ma per Javier sarà l’ennesima prova per dimostrare che è un giocatore unico”
    Radja Nainggolan, calciatore del Cagliari, attraverso il suo profilo Twitter lancia un messaggio a Javier Zanetti: “Che infortunio x zanetti… Grande giocatore… Spero si riprenda presto…“.
    Giuseppe Rossi, per tutti Pepito, aspettando di giocare con la sua Fiorentina ha tweettato un messaggio a Javier Zanetti: “Un mio personale in bocca al lupo al grande Javier Zanetti“, ci ha tenuto a scrivere Pepito.
    Gigi Buffon sul proprio profilo Facebook, una volta venuto a conoscenza del brutto guaio che ha interessato il numero quattro nerazzurro, ha postato una frase dedicata all’argentino:

    Forza Javier, forza grande capitano, ti aspetto in campo per la prossima battaglia!



    Infine, anche Allegri, reduce dalla vittoria con il Milan, non dimentica il capitano nerazzurro e l’infortunio che lo terrà lontano dai campi di gioco almeno 8 mesi:

    Doveroso fargli un grosso in bocca al lupo. Sono molto dispiaciuto perchè è sempre stato un giocatore che ha avuto sempre rispetto per gli avversari. Credo che avrà la forza di ritornare in campo e tornare a giocare





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    Javier Zanetti vince il Premio Gentleman (VIDEO)
    Tra i premiati anche El Shaarawy, Milito, De Sciglio, Kovacic, Montolivo, Galliani e Moratti.



    Javier Zanetti ha vinto il Premio Gentleman, il premio dedicato alla lealtà sportiva, al fair play e allo stile dentro e fuori dal campo. La manifestazione, giunta ormai alla diciottesima edizione, ha avuto anche tanti altri vincitori. Perché Adriano Galliani ha vinto il premio
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    speciale ‘Una vita per il calcio’, mentre Massimo Moratti ha ottenuto il premio ‘Una famiglia per il calcio’. Zanetti ha vinto anche il ‘Premio Gentleman Inter’, mentre Montolivo ha vinto il premio dedicato ai milanisti. Una menzione speciale l’ha ottenuta anche Kevin Prince Boateng, divenuto simbolo della lotta al razzismo dopo il suo gesto nell’amichevole di gennaio giocata tra Milan e Pro Patria. Il premio dedicato ai giovani è andato a De Sciglio per il Milan e Kovacic per l’Inter. Mentre El Shaarawy e Milito sono stati premiati perché autori dei gol più belli di Milan e Inter. Il presidente della Sampdoria Edoardo Garrone ha ritirato un premio in memoria del padre Riccardo, scomparso pochi mesi fa. Mentre due targhe alla memoria sono andate al giornalista di Milan Channel Claudio Lippi, mancato meno di due mesi fa, e all’ex calciatore del Napoli Carmelo Imbriani, scomparso lo scorso febbraio.


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    Javier Zanetti: "Non so quando tornerò, ma l'Inter deve tornare protagonista"


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    L'argentino a 360° a dieci giorni dal 40° compleanno

    Javier Zanetti fissa gli obiettivi dei nerazzurri, in attesa di recuperare dall'infortunio e tornare a dare il suo contributo sul campo. "Non so quando tornerò, ma so che sto lavorando per farlo. Poi, quando sarò tornato, a fine stagione valuterò se smettere o se avrò la forza e la voglia per giocare ancora - spiega l'argentino -. Finita l'esperienza da giocatore, mi auguro di essere utile da dirigente come lo sono stato in campo." In attesa di rimettere gli scarpini ai piedi Zanetti si è detto contento dell'arrivo in panchina di Walter Mazzarri: "È un allenatore preparato, con le idee chiare: per una grande squadra serve un tecnico con una grande personalità e lui ce l'ha." Proprio l'ex allenatore potrebbe essere poi l'ingrediente giusto per il rilancio dell'Inter dopo una stagione decisamente al di sotto delle aspettative: "L'obbligo è tornare ad essere protagonisti: questa dev'essere la stagione del riscatto e per riuscirci serve un gruppo solido. Il nostro è fatto di giocatori più esperti e giocatori giovani, sui quali puntiamo molto: il giusto mix ci aiuterà a tornare ancora più forti di prima. Noi siamo qui per aiutare i giovani - ha spiegato il capitano nerazzurro - che sono il nostro futuro e per questo puntiamo molto su di loro." Infine una riflessione sul prossimo 10 agosto, giorno in cui festeggerà il quarantesimo compleanno: "L'augurio che mi faccio è continuare a essere felice come sono stato finora e come sono adesso".


    scritto da Marco Eremita
    da: ildomanidellosport.it


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    Javier Zanetti ci apre le porte di casa: “Ora gioco in famiglia”.

    Intervista esclusiva
    La moglie, i figli, la carriera in bilico. Il campione dell'Inter ci apre le porte di casa sua e ci rivela tutto, ma proprio tutto, sulla sua famiglia. E per quando riguarda i suoi compagni di squadra ci rivela che...



    Javier Zanetti, campione dell’Inter e della nazionale argentina, ha (forse) appeso le scarpette al chiodo. Colpa di un grave infortunio al tendine d’Achille, che lo costringe a stare lontano dai campi di calcio per mesi. E a 40 anni, per un calciatore, potrebbe voler dire la fine della carriera. Solo che Zanetti, imperturbabile, ci svela che ha riscoperto la bellezza di stare in famiglia, con la moglie Paula e i loro tre figli. Ecco cosa ci ha raccontato, in questa intervista esclusiva.

    NEL SALOTTO DI CASA - L’uomo che non si spettina mai, nemmeno se lo infili a testa in giù nella galleria del vento, se ne sta sul divano con il gambone sollevato. È un’immagine che fatichi a mettere a fuoco: l’occhio vede, il cuore duole, la mente rifiuta. Perché fino al 28 aprile scorso, l’uomo che non si spettina mai era anche l’uomo che non si infortunava mai, ma la profezia dei Maya ha avuto una sua riuscita in miniatura, “ristretta” all’Inter, e così eccoci qua. Nel salotto di casa sua, Javier Zanetti allarga le braccia e stringe ancor di più il sorriso da falso timido. A metà chiacchierata, quasi lo ammette: non tutti i tendini (d’Achille) si rompono per nuocere. Perché quel 28 aprile Javier è andato a dormire bandiera (dell’Inter) e si è svegliato simbolo (di tutti). Gli juventini, gli “arcinemici” Buffon e Totti, persino il Papa: tutti hanno avuto un messaggio per lui. La cronaca, però, impone di partire da una panchina.

    Javier, Mazzarri è il nuovo allenatore dell’Inter. Visto da fuori, uno dei tecnici più antipatici dell’emisfero boreale.

    «E però tu devi vederli da dentro, per giudicare. Lui è uno che ci tiene, è “tifoso” del proprio lavoro e quindi della squadra che allena. E poi è il mister che ha fatto meglio di tutti negli ultimi anni».

    È la prima volta che ti fermi tanto a lungo. Come passi il tempo?

    «In famiglia. Le prime tre settimane, col gesso, non potevo muovermi: i miei tre bimbi si sono trasformati in infermieri».

    Ah sì?


    «Sol (la primogenita, otto anni, ndr) mi faceva il tè e mi portava l’iPad. Tomas (l’ultimo arrivato, un anno, ndr) mi accarezzava il gesso e Nacho (5 anni, ndr) cercava di romperlo: forse vuole che il suo papà resti bloccato per mesi, ma io ho altri progetti. Paula si limita a sopportarmi».
    Paula sorride e nega: «Le mogli degli altri giocatori mi dicevano: vedrai che barba, averlo sempre per casa! Io, per ora, sono felice anche perché Javi si è fermato al momento giusto: stanno finendo le scuole, ora iniziano le vacanze, mi sembra un’estate come tutte le altre. A settembre comincerò a dare in escandescenze, anche se lui sta già andando ad Appiano, ad allenarsi».

    Dì la verità, Javier: quando ti sei rotto, il primo pensiero è andato alla pensione.

    «Non scherziamo. Avevo capito che era saltato il tendine d’Achille: un dolore così poteva essere solo quello. Ma il primo pensiero è stato un calcolo: “Se mi opero stasera forse per fine anno sono di nuovo in campo”. Ora spero di far prima: a metà ottobre sarò pronto».

    È vero che anche il Papa ti ha mandato un messaggio?


    «Sì, attraverso monsignor Guglielmo, un suo assistente: mi ha scritto che gli dispiaceva, che avrebbe trovato il tempo di una preghiera speciale per me. È un grande».


    Tu hai incontrato sia lui che Benedetto XVI: che differenza c’è, tra i due Pontefici?

    «Francesco lo sento molto più vicino alle persone, alla gente. Benedetto XVI era più cerimonioso, ma non è un giudizio di valore: ognuno ha la propria personalità».

    Ti aspettavi tutte queste dimostrazioni d’affetto?


    «No e, nel dramma, è stato un piacere immenso. Gli interisti li conoscevo già: sono sopra a tutti. I milanisti, gli juventini, i tifosi dell’Udinese mi hanno commosso. E mi è piaciuto il gesto di Tuttosport (quotidiano sportivo molto vicino alla Juve, ndr): ha “aperto” una pagina per permettere a tutti di mandarmi un pensiero».

    L’sms che ti ha stupito più di tutti?

    «Me l’ha spedito David Beckham. Ci ho giocato contro più volte, ma non è un mio amico. “Stai tranquillo, ho avuto il tuo stesso infortunio, ritornerai più forte di prima”, mi ha scritto. E poi, come sempre, quello di José Mourinho: uno dei primissimi a farsi sentire».

    Il fatto che Mou continui a “messaggiarvi” non allunga ombre sulla squadra? Non è ora di elaborare il distacco?

    «Con José non ci potrà mai essere un distacco, lui è ancora parte di noi e lo sarà sempre. Io credo che tornerà, un giorno: dubito, però, che sarò in campo».

    Quanto pensi di andare avanti? Un anno?

    «Anche due, anche tre, se il fisico regge. Ho letto che Stanley Matthews ha vinto il Pallone d’oro a 41 anni: se non ci fosse Messi, potrei farci un pensierino anch’io (ride, ndr)».

    A proposito: meglio Messi o Maradona?

    «Per quello che sta facendo, e soprattutto da quanto lo sta facendo, Messi ha superato Diego: Leo è il più grande di ogni tempo».

    L’avversario più difficile da marcare?

    «Te ne dico due. Ryan Giggs e il Kakà del Milan: devastante».

    Il più rompiscatole?

    «Salvatore Aronica (ora al Palermo, pupillo proprio di Mazzarri, ndr), sempre esagitato: ma è la sua maniera di vivere il match, poi si calma».

    Il compagno più simpatico?

    «Non c’è gara: Taribo West».

    Kovacic è il giovane più forte che hai visto all’Inter?

    «Tolto Ronaldo, che però è arrivato più “vecchio” (a 21 anni, ndr), sì. Promette tanto, è esploso in un anno difficilissimo, ha qualità enormi: ora deve confermarsi, crescere. Ma non ne ho visti troppi, di giovani. Prima prendevamo giocatori già fatti, ora si punta sui ragazzi: mi piace, come filosofia».

    L’allenatore con cui ti sei trovato peggio?

    «Diciamo che non ho legato con Tardelli».

    I buu a Balotelli: è razzismo o Mario paga l’arroganza?

    «Mario ha un carattere particolare e capisco che ai tifosi avversari non piaccia. Fischiarlo va bene, ma i buu sono razzismo puro e vanno puniti».


    Un milanista che avresti voluto per compagno?


    «Paolo Maldini, ma era una bandiera: non ci ho neanche provato, a convincerlo».

    Se segui il calciomercato, sai che l’Inter cerca giocatori nel tuo ruolo. Pronto a un anno in panchina?

    «Per l’Inter faccio anche la tribuna. L’importante è tornare a giocare».

    È vero che in sede è già pronta la tua stanza da dirigente?


    «È una cazzata. Come quella del patto dell’asado, secondo cui noi argentini comandiamo nello spogliatoio e in società. Io posso dare un parere a Moratti, ma chi pensa che io influenzi le sue scelte sopravvaluta me e sottovaluta il presidente».

    Che ruolo ti piacerebbe avere, una volta smesso di giocare?


    «Quello di raccordo tra la squadra e il presidente, quello che voi giornalisti amate chiamare “l’uomo forte”».

    Insomma, il Galliani dell’Inter.

    «No, no, certi paragoni non si fanno neanche per scherzo (ride, ndr)».

    Di’ la verità: ti hanno scelto come testimonial del gioco on line oFootball perché ormai ti considerano un giocatore virtuale?

    «Spero che non sia questo il vero motivo (ride, ndr). Comunque il gioco è fantastico, così aderente al vero che non ti accorgi che è solo una simulazione».

    Qual è il segreto della tua longevità? È vero che dormi più di 12 ore al giorno?

    «Una volta. Ora con i bimbi è impossibile: li porto a scuola, li vado a prendere: addio siesta…».
    Irrompe Paula: «Te lo dico io, il suo segreto: la dedizione. La mattina in cui ci siamo sposati, in piena estate argentina, lui è andato a correre».
    Javier: «Quando c’è una pausa nel campionato, ci portiamo sempre dietro un programma di allenamento. Quel giorno mi toccavano dieci chilometri e io li ho fatti».

    Non è che volevi scappare il più lontano possibile dall’altare?

    «No, Paula la risposerei domani. E vorrei anche un quarto figlio, un’altra femminuccia, ma lei vuole aspettare un po’».

    Tu e Paula per cosa litigate?

    J.: «Per i suoi ritardi. Io sono molto puntuale, lei è una ritardataria cronica».
    P: «Per i miei ritardi. Io sono rilassata, lui è troppo preciso. Anche in vacanza: se abbiamo un volo, lui va in aeroporto tre ore prima. E poi in casa è un “desastre”. Una volta ho avuto la febbre e gli ho chiesto di farmi un tè. Dopo dieci minuti, lo sento che borbotta in cucina. Allora gli grido: “Cosa cerchi?”. E lui: “I fiammiferi”. Cioè: abitavamo da sette anni in quella casa, e lui non sapeva che i fornelli erano elettrici. Non li aveva mai accesi!».

    Poi c’è questa ossessione per i capelli che è un po’ fastidiosa…

    J: «Altra cazzata. Uso solo acqua e pettine. È che loro, a differenza di mia moglie, sono molto disciplinati: sanno dove andare».
    P: «Ci tiene molto: si pettina tante volte al giorno. Anche in ospedale, più che del gesso, si preoccupava della riga».

    Dove vi siete conosciuti?

    J: «Nel club del quartiere di Paula (Remedios de Escalada, a sud di Buenos Aires, ndr), il Talleres: io giocavo a calcio, lei a basket».

    A basket? Con tutto il rispetto, Paula non è un gigante.

    J: «Faceva la playmaker, che altro poteva fare?».
    P.: «Come sei carino».

    Eri timido, Javier?

    J: «Per niente»
    P: «Puoi crederci che mi ha baciato subito, al primo appuntamento? Ci sono rimasta malissimo, praticamente non avevamo neanche parlato».
    J: «E cosa dovevo aspettare, scusa?».

    Paula aveva 14 anni: sarà stato il suo primo bacio.

    P: «Ma quale primo! Ne avevo già dati tanti, ero un po’ precoce».
    J: «Possiamo cambiare discorso?».

    Ve lo ricordate, il primo appuntamento?

    J: «Sì, perché è saltato: lei è arrivata in ritardo, io me ne sono andato».
    P: «Colpa sua. Ha scelto un luogo poco romantico, la stazione degli autobus, e un orario assurdo: le tre meno un quarto. Io ho capito le tre e un quarto e sono arrivata alla tre e mezza. Era il 1992, i cellulari non c’erano».

    Nacho, il vostro secondogenito, è un tale tornado che viene il sospetto che ci sia stato uno scambio di culle: sarà mica figlio di Cassano?

    Paula: «Guarda che è identico a Javi. Mio marito è molto bravo a propagandare questa sua immagine seria, ma in realtà è tremendo, un casinista nato. Cassano me l’ha detto: “La sorpresa più bella, in questo anno di Inter, è stato scoprire che Javier è più pazzo di me”».

    Javier, sei famoso per rigar dritto anche fuori dal campo. Ma se dovessi fare una pazzia per una donna, chi sceglieresti?

    J: «Una? Ce ne sono tante! Per limitarmi, visto che ho il tutore, ti dico Araceli Gonzales (un’attrice argentina, ndr) e Juliette Binoche».
    P: «E io mi “vendicherei” con Brad Pitt: devo dire al nostro vicino George (Clooney, ndr) di portarlo più spesso a Laglio».

    Hai anche fama di cantare benissimo: chi sono i tuoi modelli italiani?

    «Eros, Ligabue e “Scisci”».

    Scisci?
    «Sì, Scisci D’Alessio. E Jovanotti».

    Nel 2000 l’Argentina dichiarò bancarotta. Hai paura che succeda anche da noi?
    «Guarda, la situazione italiana assomiglia tantissimo a quella dell’Argentina di allora, ma io penso che vi salverete: qui c’è l’Europa, noi là eravamo da soli. E poi i nostri politici avevano fatto una tale quantità di schifezze che in confronto i vostri sono degli angioletti».



    Alessandro Penna
    da: oggi.it
     
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    Serie A - Zanetti ne fa 40, "unico ed esagerato"
    L'omaggio dell'Inter al capitano nel giorno del suo compleanno: "Amiamo Javier perché ormai è merce rara"

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    "Che dire di un campione che ha vinto tutto e di cui si è detto tutto? Oggi compie quarant'anni Javier Zanetti, uno che ha sbaragliato ogni record, che è stato grandioso perfino nell'unico stop di rilievo della sua carriera, l'infortunio da cui si sta riprendendo. Umile ed esagerato nella sua costanza, in quel senso religioso della vita che lo ha portato a essere generoso e leale, ormai abbiamo quasi dimenticato quel giorno d'estate in cui è arrivato a Milano da ragazzo, con la valigia in mano, diciotto anni fa, finendo convinti che lui sia per antonomasia il Capitano. Che sia già nato così, con la fascia al braccio, e destinato (per il momento), a collezionare 845 presenze in nerazzurro, realizzando 21 gol".
    E' l'omaggio dell'Inter a Javier Zanetti, 40 anni oggi essendo nato il 10 agosto 1973 a Buenos Aires, "sotto il segno del Leone. Per chi ci crede, è il segno zodiacale connotato della forza, della generosità e della fierezza".
    "Tutto torna - prosegue il club guidato da Massimo Moratti -, amiamo Javier perché ormai è merce rara. E' un punto di riferimento preciso e ci siamo sentiti tutti un po' orfani quando ne abbiamo dovuto fare a meno nelle ultime partite della scorsa stagione. E' tornato ad allenarsi due settimane fa, sui campi americani, ma in realtà non si è mai fermato, con una tabella puntigliosa da seguire nel suo programma di recupero".

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    "Sua moglie Paula - ricorda l'Inter -, un'estate di tanti anni fa, in cui i loro tre figli non erano neanche in arrivo, ci raccontò di averlo coinvolto in un viaggio 'zaino in spalla' nel deserto, e come risultato, lui correva sulle dune torride proprio con lo zaino sulle spalle per mantenersi in forma. Buon compleanno Capitano. Ti aspettiamo in campo. Come regalo, hai un angolo del nostro cuore tutto per te".

    http://it.eurosport.yahoo.com
     
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    Mina & Javier Zanetti - Parole parole




    quale altro giocatore ha avuto l'onore di cantare con Mina?

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    Inter, sorpresa tra i convocati per l'Udinese: torna Javier Zanetti

    Il capitano dei nerazzurri ha bruciato le tappe ed è nella lista dei giocatori che partiranno per Udine



    Piacevole sorpresa nella lista dei convocati dell'Inter per la trasferta contro l'Udinese. A poco più di sei mesi dal grave infortunio, Javier Zanetti ha letteralmente bruciato le tappe e torna a disposizione di Mazzarri per il match al Fiuli.


    Calvario finito, dunque, per Zanetti. Da aprile, dopo l'operazione al tendine d'Achille, El Tractor ha lavorato duro per tornare in campo e Mazzarri ha deciso di portarlo con la squadra a Udine. Recupero lampo per l'argentino, che subito dopo l'infortunio di aprile aveva promesso che avrebbe fatto di tutto per indossare nuovamente la maglia dell'Inter. Detto, fatto. Da uomo di parole e grande professionista, Zanetti è infatti tornato a disposizione del mister

    fonte: tgcom24.it
     
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    L’ultima partita di Javier Zanetti
    A San Siro, stasera contro la Lazio: il centrocampista e capitano argentino dell'Inter, uno di quelli che mette d'accordo tutti, si ritirerà alla fine di questa stagione
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    Javier Zanetti poco prima di una partita di campionato contro il Genoa, giocata allo stadio Luigi Ferraris di Genova, il 19 gennaio 2014. (Valerio Pennicino/Getty Images)



    Sabato 10 maggio il calciatore argentino Javier Zanetti, centrocampista e capitano dell’Inter, giocherà la sua ultima partita da professionista allo stadio San Siro a Milano (Inter-Lazio, alle 20:45, partita della penultima giornata di Serie A). La società ha annunciato ufficialmente che Zanetti si ritirerà a fine stagione, e ha invitato i tifosi a partecipare a una serie di iniziative sui social network in occasione della sua ultima partita. Javier Zanetti ha 40 anni e ha giocato con l’Inter quasi tutta la sua carriera. Arrivò a Milano nella stagione 1995-96, dopo che fu comprato dall’Atlético Banfield, squadra che giocava nella prima divisione del campionato argentino: esordì in Serie A il 27 agosto 1995, a 22 anni, in una partita contro il Vicenza. Con l’Inter ha vinto complessivamente 5 scudetti, 4 Coppe Italia, 4 Supercoppe italiane, una Champions League, una Coppa del mondo per club e una Coppa Uefa.

    Dal punto di vista tecnico, c’è una cosa che è sempre riuscita molto bene a Zanetti in campo: correre con la palla al piede, saltando uno o più giocatori avversari. È un movimento che nel corso degli anni è diventato fondamentale ed è peraltro rimasto una caratteristica più o meno costante nei diversi moduli utilizzati dai tanti allenatori dell’Inter: quando anche non produceva azioni da gol, permetteva alla squadra di alzare la linea dei difensori e di uscire da situazioni in cui l’Inter stava subendo il gioco avversario.

    Dentro ogni fotografia, una per ogni anno giocato all’Inter, c’è un pezzo della storia calcistica di Zanetti
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    1995
    Zanetti, durante la sua prima partita in Serie A, viene contrastato dal difensore del Vicenza Gilberto D'Ignazio. Era il 27 agosto 1995, allo stadio San Siro a Milano. L'Inter vinse 1-0: segnò Roberto Carlos, che era anche lui alla prima partita in Serie A. (AP PhotoLuca Bruno)
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    1996
    Javier Zanetti e Francesco Totti, che all'epoca avevano 22 e 19 anni, durante la partita di campionato tra Inter e Roma giocata a San Siro il 14 gennaio 1996. L'Inter vinse 2-0. (AP Photo/Carlo Fumagalli)
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    1997
    Javier Zanetti viene contrastato da Michael Bueskens dello Schalke 04, durante la partita di ritorno della finale di Coppa Uefa giocata a Milano, il 21 maggio 1997. L'Inter perse la Coppa Uefa ai calci di rigore, dopo aver perso la partita di andata 1-0 in Germania e aver vinto quella di ritorno 1-0 a Milano: Zanetti venne sostituito durante il secondo tempo supplementare dall'allora allenatore dell'Inter Roy Hodgson, e se la prese molto, cosa che in seguito sarebbe capitata molto raramente. (AP Photo/Luca Bruno)
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    1998
    Javier Zanetti nell'Inter della stagione 1997-1998, prima della finale di Coppa Uefa contro la Lazio, il 6 maggio 1998 a Parigi, in Francia. L'Inter vinse 3-0 e Zanetti segnò il secondo gol. (© Lapresse)
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    1999
    Javier Zanetti e Ryan Giggs del Manchester United durante la partita di andata dei quarti di finale di Champions League che il Manchester vinse 2-0 all'Old Trafford, a Manchester, il 3 marzo 1999. (Clive Brunskill /Allsport)
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    2000
    Javier Zanetti viene contrastato da un altro giocatore leggendario del Manchester United e della nazionale inglese, Paul Scholes, durante una partita amichevole tra Argentina e Inghilterra giocata allo stadio Wembley, a Londra, il 23 febbraio 2000. (Shaun Botterill /Allsport)
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    2001
    Javier Zanetti viene contrastato dal difensore del Milan, Paolo Maldini, durante una partita di Serie A giocata a San Siro, venerdì 11 maggio 2001. (AP Photo/Antonio Calanni)
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    La nazionale argentina posa per una foto prima della partita contro la Nigeria, il 2 giugno 2002, valida per i Mondiali di calcio del 2002 in Corea. Da sinistra, in alto: Claudio Lopez, Juan Pablo Sorin, Pablo Cavallero, Mauricio Pochettino, Diego Placente, Walter Samuel. Da sinistra, in basso: Javier Zanetti, Diego Simeone, Gabriel Batistuta, Ariel Ortega, Juan Sebastien Veron. In campionato l'Inter di Zanetti perse lo scudetto all'ultima giornata, il 5 maggio. (TOSHIFUMI KITAMURA/AFP/Getty Images)
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    2003
    Javier Zanetti in lacrime a San Siro, il 13 maggio 2003, dopo l'eliminazione dalla Champions League da parte del Milan nei quarti di finale: l'Inter pareggiò 0-0 la partita di andata e 1-1 quella di ritorno ma fu eliminata in virtù della regola dei gol fuori casa (entrambe le partite furono giocate a San Siro, ma formalmente l'Inter giocò in casa quella di ritorno). (AP Photo/Luca Bruno)
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    Javier Zanetti e Kaka del Milan, durante una partita di Serie A del 2004 giocata a San Siro il 24 ottobre 2004. (VINCENZO PINTO/AFP/Getty Images)
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    Javier Zanetti e Zlatan Ibrahimovic, che allora giocava per la Juventus (e che poi sarebbe passato all'Inter), durante una partita di campionato del 20 aprile 2005. (Jonathan Moscrop - LaPresse)
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    Javier Zanetti solleva la Coppa Italia vinta in finale contro la Roma l'11 maggio 2006 (1-1 all'andata a Roma, 3-1 al ritorno a Milano). In campionato l'Inter arrivò al terzo posto, a 11 punti di distanza dalla Juventus, ma in seguito, il 26 luglio 2006, vinse quello scudetto dopo le sanzioni contro Juventus e Milan relative alla vicenda Calciopoli. (AP Photo/Luca Bruno)
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    2007
    Javier Zanetti celebra con i compagni di squadra la vittoria dello scudetto del 2007, in Piazza Duomo, a Milano, nelle prime ore del mattino di lunedì 23 aprile 2007 (l'Inter aveva battuto 2-1 il Siena, domenica). L'Inter raggiunse 97 punti, il massimo punteggio mai ottenuto da una squadra in Serie A. (AP Photo/Luca Bruno)
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    Javier Zanetti bacia la maglia dell'Inter, esultando per un gol segnato contro la Roma a San Siro, mercoledì 27 febbraio 2008. L'Inter vinse lo scudetto per il terzo anno consecutivo, e la Roma fu l'avversario più forte in quella stagione. (AP Photo/Massimo Pinca)
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    2009
    José Mourinho e Javier Zanetti prima di una conferenza stampa, ad Appiano Gentile, Milano, lunedì 23 febbraio 2009. La stagione 2008-2009 fu la prima con Mourinho allenatore dell'Inter. L'Inter vinse ancora una volta lo scudetto, ma in Champions League fu eliminata dal Manchester United agli ottavi di finale. (AP Photo/Luca Bruno)
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    Javier Zanetti solleva da capitano la Champions League vinta dall'Inter il 22 maggio 2010 battendo il Bayern Monaco in finale per 2-0, allo stadio Santiago Bernabeu a Madrid. (AP Photo/Antonio Calanni)
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    Javier Zanetti viene espulso dall'arbitro Andrea Gervasoni per somma di ammonizioni durante una partita di Serie A contro l'Udinese, a San Siro, Milano, il 3 dicembre 2011. Fu la prima e unica espulsione in Serie A di Javier Zanetti. (OLIVIER MORIN/AFP/Getty Images)
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    2012
    Javier Zanetti durante una partita di Seria A contro il Lecce, giocata a Lecce, il 29 gennaio 2012. L'inter fu sconfitta 1-0, interrompendo una striscia di sette vittorie consecutive. (AP Photo/Donato Fasano)
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    2013
    Javier Zanetti viene contrastato dal centrocampista della Roma Daniele De Rossi, durante una partita di Coppa Italia giocata a Milano, mercoledì 17 aprile 2013. Undici giorni più tardi Zanetti si infortunò gravemente (rottura del tendine di Achille) durante una partita di campionato contro il Palermo, persa 1-0, e rimase fuori dai campi di gioco per diversi mesi. (AP Photo/Antonio Calanni)








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