Sanremo, Ritratto dei big, tra outsider e inevitabili

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  1. gheagabry
     
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    Sanremo, Ritratto dei big, tra outsider e inevitabili




    Mentre i bookmaker hanno gia' scelto Emma Marrone e Francesco Renga come favoriti della vigilia, scelta per altro prevedibilissima, si puo' tentare di fare un ritratto anticipato della musica del girone BIG del prossimo festival di Sanremo.

    I PROTAGONISTI - In questa categoria rientrano, ovviamente, i due nomi gia' citati. Renga, che ha alle spalle una vittoria e che, per sicurezza e carisma, e' votato alle performance di grande impatto e' ormai uno specialista di arie pop che conciliano le sue doti vocali con la cantabilita' e gli echi del suo passato di rocker: La tua bellezza e' un pezzo che rispetta le aspettative con grande slancio e un coretto finale molto accattivante. Non e' l'inferno e' stato scritto per Emma Marrone da Kekko dei Moda'. E' uno di quei testi che a Sanremo rientrano nella categoria ''denuncia'', la storia di un uomo che ha ''messo la vita e il sangue al servizio del mio Paese e mi ritrovo a non arrivare a fine mese''. Il tutto con quel pathos melodrammatico che non conosce le mezze misure che e' una delle caratteristiche di Emma e che piace tanto anche al pubblico dei Moda'. Al di la' dei risultati che otterranno in gara, tra i protagonisti di questo festival ci saranno Nina Zilli e Noemi, che presentano due brani che per qualita' si candidano a segnare questa edizione. Per sempre e' una canzone che rivelera' al grande pubblico un aspetto nuovo della personalita' di Nina Zilli, finora giustamente conosciuta per la sua vocazione black. E' una canzone che sembra uscita dal repertorio della Mina anni '60 primi '70, una canzone perfetta per la situazione orchestrale e che ha tutti i connotati, compreso un gusto vintage molto chic, per diventare una hit. Sono solo parole l'ha scritta Fabrizio Moro ed e' un abito musicale realizzato su misura per Noemi, sotto la regia di Corrado Rustici, uno dei pochissimi produttori italiani di livello internazionale capaci di ''firmare'' un brano. Inevitabilmente in questa categoria rientra la strana coppia Gigi D'Alessio-Loredana Berte'. Respirare e' una canzone sorprendente per chi conosce il repertorio di D'Alessio: il riff di chitarra ricorda addirittura quello di Long Train Running dei Doobie Brothers ma, si sa, le regole non scritte del festival impongono che l'attenzione della cronaca sara' monopolizzata dal comportamento di Loredana.

    GLI INEVITABILI - Il posto d'onore di questa categoria spetta ai Matia Bazar (entrati nel cast all'ultimo momento) che hanno una lunga storia alle spalle ma da qualche anno fanno parlare solo per i loro ritorni all'Ariston. Il loro brano si chiama Sei tu. Anche Irene Fornaciari sta diventando una presenza fissa del festival: Il mio grande mistero l'ha scritta Davide Van De Sfross ed e' in bilico tra la vocazione black di Irene e un certo kitch rock.

    I CANTAUTORI - Un tempo la presenza piu' o meno nutrita dei cantautori qualificava il cast di Sanremo. Ora le cose sono un po' cambiate ma la vittoria di Vecchioni l'anno scorso non poteva non stimolare tentativi di replica: Samuele Bersani e' un talento schivo che con Un pallone sceglie un'atmosfera vagamente swing per denunciare ''il contesto vigliacco che non si muove piu''', Eugenio Finardi, un tempo rocker trasgressivo, si addentra in riflessioni religioso-metafisiche. Lucio Dalla fa da padrino a Pierdavide Carone, giovane uscito dai talent: Nani' e' la storia di una prostituta di strada e di un uomo che la ama. Ormai e' diventato un genere sanremese. 4/3/1943 e' davvero un ricordo lontano.

    GLI OUTSIDER - In senso classico outsider e' Arisa che, dopo il rilancio come giudice di X Factor, con La notte puo' essere una delle sorprese del festival. Outsider per vocazione sono Chiara Civello e i Marlene Kuntz. La Civello e' uno dei migliori talenti femminili degli ultimi anni, un'artista che si e' guadagnata una meritata reputazione internazionale in ambito jazz. Al posto del mondo piu' che una canzone all'altezza del suo talento sembra un tentativo di omologarla. I Marlene Kuntz sono da anni un nome di spicco del nostro rock indie: Canzone per un figlio non pare in grado di cambiare la loro storia.

    A VOLTE RITORNANO - Dolcenera, che ha vinto un Sanremo Giovani nel 2003, ha una certa consuetudine con l'Ariston dove e' piu' facile sembrare trasgressiva. Forse per questo come lancio della sua Ci vediamo a casa ha scelto di fare il servizio su Playboy. (ANSA)
     
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  2. tomiva57
     
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    Sanremo 2012 la prima serata: Celentano, sventure e canzoni



    La prima serata della 62esima edizione del Festival di Sanremo è andata…male! Ancora sventure per quella che doveva essere la kermesse della straordinarietà, dalla presenza di una sola donna sul palco, alla performance di ben un’ora di Celentano, ma qualche intoppo ha rovinato la prima.


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    Hanno aperto lo show Luca e Paolo, protagonisti indiscussi della scorsa edizione del Festival che, dopo il successo delle loro canzonette politiche rifatte, hanno bissato raccogliendo ancora consensi. Questa volta è “Uomini soli” dei Pooh a fare da cornice alle immagini di Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi sul monitor alle loro spalle.

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    A rompere il ghiaccio, ad abbassare la tensione della prima è Rocco Papaleo che si presenta sul palco in tenuta seria, “tecnica”, un paltò nero che toglierà con grande teatralità nel corso della serata. Il motto di questa edizione del Festival è “Stiamo tecnici”, evolvendosi e ricordando quella passata dello “Stiamo uniti”.

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    Parte la gara che comincia con una Dolcenera puramente in stile…“dolcenera”, con il suo brano “Ci vediamo a casa” che altro non è che un remake delle sue canzone con parole diverse.

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    Tutti pensavano che la sfortuna e gli intoppi fossero stati lasciati fuori la porta dell’Ariston, invece eccoli lì arrivare con l’esibizione di Samuele Bersani. Presentatosi in tight e scarpe da calcetto, canta la sua “Un pallone”, ma l’effetto interpretativo non è dei migliori, l’audio degli strumenti, completamente in disarmonia tra di loro, soffocano la voce di Bersani.

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    Come se non bastasse la votazione dei giurati va male e Gianni Morandi annuncia che c’è un problema con la votazione ed ecco “signora maledizione” rifare la sua comparsa tra fischi e urla dei giurati presenti in teatro, il buon Papaleo sdrammatizza con un “Siamo tecnici, lavoriamo a mano!”


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    Ma si continua. Sale Noemi super acclamata e si esibisce con la sua voce graffiante e senza sbavature con una canzone “Sono solo parole” in pieno stile Fabrizio Moro – autore del brano – e con qualche strascico “vascorossiano”.

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    Le esibizioni pienamente in stile sanremese con canzoni classiche, sia nell’argomento trattato e sia nella musica, sono state quelle di Francesco Renga, di Eugenio Finardi e di Arisa che non hanno toppato, ma si sono esibiti riportano pedissequamente il proprio stile.

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    A stravolgere il rigore del Festival è Irene Fornaciari che si è presentata carichissima sul palco, l’unica donna con un paio di anfibi che non ha temuto la scala e che verso la fine della sua interpretazione ha anche incitato i presenti con un “Vai Sanremo”, forse dimenticandosi di essere sul palco dell’Ariston e pensando di calcare quello di un suo live. La canzone è scritta da Davide Van De Sfroos, “Il mio grande mistero”, è stata interpretata magnificamente dalla voce della Fornaciari a volte rock, a volte classica e pulita.


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    Loredana Bertè ha fatto la diva della situazione e la sicurezza della sua interpretazione ha soffocato Gigi d’Alessio che pareva farle la corte e cercava un feeling dell’esibizione, quello che non c’è stato e non si è visto nemmeno tra lo stile musicale dei due. Bravi i ragazzi dei talent come Emma Marrone, sempre rockettara e passionale nell’interpretazione e Pierdavide Carone, che sotto l’ala protettiva di Lucio Dalla ha interpretato con pathos la canzone “Nanì”. Sempre performante Silvia Mezzanotte con i suoi Matia Bazaar che purtroppo si sono esibiti in enorme ritardo. Novità sono i Marlene Kuntz che danno un tocco d'atmosfera ovattata e allo stesso tempo rock con la loro "Canzone per un figlio". Non del tutto performante come si era detto, ma professionale Chiara Civello, la cantante jazz che nessuno conosceva.


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    Il cuore della serata è stato Adriano Celentano che ha esordito, come già anticipato, con fuochi, fiamme, bombardamenti e vittime sul palco. Si è elevato dalla massa esordendo con una frase biblica. Nel suo sermone attacca frati e preti perché parlano solo di morte “come a dare l'impressione che siamo nati solo per morire, noi siamo nati per vivere e voi preti siete obbligati a parlare di questo”, sottolinea Celentano. E continua con una critica sui “giornali inutili” come l’Avvenire e Famiglia Cristiana che “andrebbero chiusi definitivamente” perché parlano di politica, di economia, ma non parlano di Dio.


    Tra un bicchiere di acqua, qualche sorriso, qualche applauso e standing ovation del pubblico, il Molleggiato ha continuato la sua esibizione aiutato da alcune comparse di circostanza come Elisabetta Canalis che ha interpretato l’Italia, Rocco Papaleo che ha fatto da spalla leggendo, da vocabolario, il significato delle parole “Governo Tecnico” e “Sovrano”.

    Ancora la politica è il suo topic preferito. Riporta i fatti sui referendum abrogativi: “Di Pietro, Parisi, Segni hanno raccolto un milione duecentomila firme che la Consulta ha buttato nel cestino. C'é qualcosa che non va: o è la Consulta che sbaglia o bisogna cambiare vocabolario”

    Coadiuvato in questi interventi da Gianni Morandi che lo appoggia, lo difende e si difende dagli attacchi di un “Pupo” che sbuca improvvisamente dalla platea confutando le tesi dei due. È sempre Papaleo a sdrammatizzare il tutto e a dare quel tocco di non serietà ad un sermone quasi politico nei fatti, ma politico nell’apparenze che ha creato pioggia di critiche all’indomani dell’esibizione di Celentano.

    Critiche alla Rai e al suo direttore, Lorenza Lei, in un colloquio con Morandi: "Ho capito perché si chiama Lei, perché vuole mantenere le distanze: anche con Michele Santoro... l'ha distanziato mica male" e Morandi commenta: "Anche lì non è stata una cosa molto bella" e Celentano: Non dirai mica che la Rai censura?”

    Anche se non molleggia più, Celentano ha dato grande spettacolo quando ha impugnato il microfono e si è lanciato nell’interpretazione di canzoni come “Il forestiero”ed ha dimostrato quanto sia professionale, talentuoso nel suo lavoro, quello di cantante ed artista.

    Ma il festival ha altre novità. La presenza femminile di Elisabetta Canalis e Belen Rodriguez non è una sorpresa, ma è un rimpasto, o meglio un rimpiazzo, per coprire l’assenza della bella Ivana Mrazova ancora in ospedale per accertamenti sulla cervicalgia che l’ha colpita.


    Sono spigliate, conoscono il palco, ma questo non basta a fare di loro delle brave conduttrici: si accavallano nelle presentazioni, tra loro non c’è intesa e vogliono ognuna la scena per sè. A darle importanza è solo un Rocco Papaleo attore che deve fare la parte dell’”uomo corteggiatore”, come da copione. Ci saranno anche questa sera.

    Tra critiche, audio pessimo, toppe messe dalle vallette e problemi tecnici si conclude la prima serata con l’annuncio fischiato di Gianni Morandi sul rinvio dell’eliminazione dei due cantanti in gara al girono dopo per via dei problemi avuti con le votazioni. Questa sera i 14 big di esibiranno di nuovo e la votazione riprenderà dall’inizio.

    Un’altra preghierina e questa volta un cero per la seconda serata, non fà mai male.

    fonte:musica.excite.it
    foto web
     
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1 replies since 15/2/2012, 11:01   599 views
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