RICETTE nella Letteratura e al Cinema

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  1. gheagabry
     
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    RICETTE DA FAVOLA

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    di Elissa Piccinini e Camillo Bacchini
    ILLUSTRAZIONI DI FRANCESCA ROSSETTI

    Un viaggio alla scoperta del significato che alcuni alimenti hanno avuto nella storia della fiaba. Un ricettario in cui l’arte culinaria si lega alla tradizione letteraria più arcaica: dal pane di Pollicino alla trippa in Pinocchio, dall’insalata di Raperonzolo al pan di Spagna di Hänsel e Gretel. Dalla Russia di Afanasjev alla Francia di Perrault, passando per la nostra Italia, ogni ricetta porta con sé qualcosa di perduto e di prezioso. Perché il cibo, fondamento della vita umana, travalica la semplice necessità alimentare per farsi vero e proprio rito e simbolo di uno stato e condizione esistenziale. Il cibo è strumento rituale, magico passaggio per l’invisibile o prodigioso mezzo per cambiare la realtà. Un modo incantato per conoscere e riscoprire i piatti tipici di ogni favola che si rispetti…

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    Nelle fiabe non si parla solo di magia o di personaggi e mondi fantastici. C’è anche un altro elemento sempre presente, nonostante appaia spesso in secondo piano: il cibo. Da questo spunto nasce un libro molto interessante, uscito da pochissimo per Elliot Edizioni, dall’eloquente titolo di Ricette da fiaba, firmato da Elissa Piccinini e Camillo Bacchini, con illustrazioni di Francesca Rossetti.
    Si tratta di un simpatico volume in cui sono raccolte numerose ricette che prendono ispirazione dalle più note fiabe popolari. Si trovano così, per esempio, il pane di Pollicino, il pasticcio di maccheroni de Il re nel paniere di Calvino o l’anguilla fritta de Il compare dei fratelli Grimm.
    Una carrellata di spunti gastronomici nati da un serio lavoro filologico, che ha tenuto ben conto sia dell’epoca di scrittura delle diverse storie, sia la loro provenienza geografica, andando quindi a recuperare, anche in ricettari antichi, i piatti più vicini a quelli presenti nelle trame, spesso appena accennati.




    Ma c’è di più: questo libro è arricchito da diverse parti divulgative, dei brevi saggi in apertura delle varie sezioni (primi, secondi, zuppe, salse, ecc…) che spiegano con notevole chiarezza e sguardo originale la valenza che le varie pietanze e l’atto del mangiare assumono nelle diverse fiabe.
    Proprio come un piatto ben fatto, dagli ingredienti sapientemente equilibrati fra loro, Ricette da fiaba unisce con efficacia la parte più ludica e leggera – data dalle ricette vere e proprie, da eseguire, provare, variare – con una dose di seria e stimolante riflessione sulla storia letteraria del genere fiabesco e, perché no, sull’eredità culturale che ha saputo generare.


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    La cucina da favola strega il palato
    Da Basile a Perault ai Grimm, il cibo delle fiabe accende la fantasia (e i fornelli)


    di Lara Crinò



    Pentolini magici, tavole imbandite, piante di fagiolo che arrivano al cielo, case dalle finestre di zucchero. Nella fiaba tutto è magico e il cibo non fa eccezione. Anzi, essendo «ricettacolo delle paure e dei desideri del popolo» che per secoli ha sofferto la fame, il cibo vi diviene simbolo per eccellenza di fortuna o sfortuna, malvagità o buone intenzioni. Lo racconta il delizioso Ricette da fiaba (Elliot, pp. 128, euro 16), scritto da due studiosi di letteratura innamorati del genere, Camillo Bacchini e Elissa Piccinini.

    Un ricettario con le carte in regola che è anche un viaggio nei racconti più amati e nelle tradizioni dei Paesi europei. L’ispirazione primaria è la favolistica nostrana, dalle Fiabe Italiane in cui Calvino raccolse le più amate storie popolari dalle Langhe alla Sicilia, allo straripante Cunto de li cunti di Giambattista Basile, di recente trasposto al cinema da Matteo Garrone ne Il Racconto dei Racconti. Ci sono però citazioni dalle fiabe russe di Afanasiev, dai fratelli Grimm e da Perrault. Così, mentre torniamo con la mente a ciò che nell’infanzia ci catturava di orchi e principesse, con le Ricette da fiaba ne riscopriamo il potere evocativo.



    Si parte dal pane, emblema della salvezza dai pericoli e dell’amore familiare.Così le briciole mangiate dagli uccellini ispirano la ricetta del Pane di Pollicino; la casa della strega di Hänsel e Gretel, nella versione originale fatta di tre soli ingredienti (Brot, Kuchen, hellem Zucker), è pretesto per impastare una gustosa schiacciata dolce; il paniere di Cappuccetto Rosso un’alta e morbida focaccia. Poi ci sono zuppe e pappe, cibo che sobbolle nei pentoloni sui focolari delle dimore umili, e qui si va dalla russa minestra di cavoli di Vassilissa al trapanese brodo di fave.

    Tra le carni compaiono la selvaggina dei nobili e le frattaglie della povera gente che «hanno spesso poteri sovrannaturali o magici, retaggio della lettura oracolare o dei vaticini», tra i pesci spiccano le triglie al pomodoro dell’osteria del Gambero Rosso di Pinocchio. Per ogni preparazione gli autori indicano la fiaba di riferimento e il ricettario da cui prendono spunto: tra le fonti l’Artusi, il Cucchiaio d’Argento e la cinquecentesca Opera del cuoco vaticano Bartolomeo Scappi. Che decidiate o meno di mettervi in cucina, la sola lettura riempie la mente: di palazzi di sale e pepe, case che camminano su zampe di gallina e cuoche che, come scrive Basile ne I tre cedri, «trituravano polpette, farcivano capponi e preparavano mille altri bocconi». In un’immaginaria, eterna Cuccagna.



    www.repubblica.it

    Edited by gheagabry1 - 16/10/2023, 20:58
     
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