RICETTE nella Letteratura e al Cinema

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  1. gheagabry
     
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    RICETTE

    nella LETTERATURA e al CINEMA




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    "Pomodori verdi fritti al Caffé di Whistle Stop"



    Ci sono tanti libri che non vanno semplicemente letti, ma assaporati: uno di questi è "Pomodori verdi fritti al Caffé di Whistle Stop". E' un libro che non mi stancherò mai di riprendere in mano e rileggere fino alla nausea, che paradossalmente non arriva mai...



    Un piatto di Pomodori Verdi Fritti. La fonte di questa ricetta assicura di essersi rivolta proprio al ristorante che ha ispirato il romanzo di Fannie Flagg.

    Ecco la traduzione:





    2 pomodori verdi medi
    1 cucchiaio di senape di dijon
    1 cucchiaio di zucchero
    ½ cucchiaino di sale
    ¼ di cucchiaino di paprika
    1/8 di cucchiaino di pepe rosso
    1cucchiaino e ½ di salsa worcestershire
    ½ tazza di farina di granturco
    ¼ di tazza di lardo per friggere (se volete potete sostituirlo con olio evo in fondo siamo italiani)

    Tagliare i pomodori in fette alte 1 cm
    mischiare senape – zucchero – sale – paprika – pepe – salsa worchestershire e spalmare il composto su entrambi i lati del pomodoro.
    Passare i pomodori nella farina di granturco.
    Scaldate il lardo / olio nella padella e friggete a fuoco medio 3 minuti per parte fintanto che non raggiungete la doratura.

    Asciugate.. et voilà!





    Edited by gheagabry1 - 16/10/2023, 17:35
     
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  2. gheagabry
     
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    “Eravamo sedute sul terrazzo e ci preparavamo a prendere il tè. Il giardino era già tutto verdeggiante e dappertutto, a Pokrovski, gli usignoli avevano stabiliti i loro nidi in mezzo a gruppi d’alberi in piena vegetazione. Ciuffi di lillà facevano dondolare qua e là i loro fiori smaltati di tinte bianche e violacee, che erano lì lì per svanire nel verde. Nei viali piantati di betulle, le foglie sembravano trasparenti ai raggi del tramonto. Sul terrazzo si allargava un’ombra rinfrescante, mentre l’abbondante rugiada della sera bagnava le aiuole. Dal cortile dietro il giardino salivano gli ultimi rumori del giorno e i belati del gregge che ritornava alla stalla. Il povero scemo Nikone passava pel recinto, ai pie’ del terrazzo con una botticina, e subito dei torrenti di acqua fredda, che sfuggivano da un innaffiatoio tracciavano dei cerchi nerastri sulla terra smossa di recente, intorno alle piante di dalie. Innanzi a noi, sul terrazzo, sopra un tovagliolo bianchissimo, brillava e bolliva un bricco dai riflessi scintillanti, circondato da un vaso di crema, di frittelle e di pasticceria. Maria, da buona massaia, lavava le tazze con le sue mani grassocce. In quanto a me, che avevo acquistato appetito per un bagno, che allora avevo fatto, senza aspettare il tè, mangiai un panino bagnato in una crema fresca e molto densa.”

    tratto da "Caterina" di Leone Tolstoї



    Edited by gheagabry1 - 16/10/2023, 17:38
     
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  3. gheagabry
     
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    MAIGRET

    Cosciotto di agnello in gelatina



    «Le era bastato un solo sguardo per capire chi era Maigret e cos’era venuto a cercare. Non si era neppure alzata. Si era messa a tagliare delle grosse fette da un cosciotto d’agnello che il commissario fissò per un attimo incuriosito, poiché raramente ne aveva visti di così grassi e succulenti … Maigret si era seduto su uno sgabello, con i gomiti sulle ginocchia e il mento fra le mani. La donna intanto stava preparando un’insalata all’aglio che aveva l’aria di un autentico capolavoro … Maigret cominciava ad avere fame. E quel cosciotto succulento era proprio sotto il suo naso … nel piatto ne erano rimasti due pezzi: ne prese uno con le dita e lo mangiò, continuando a parlare, come se fosse anche lui uno di casa».
    (Liberty Bar, pp. 37, 38 e 45)



    Per 6 persone: 1 cosciotto d’agnello preparato da 2 kg, 1 testa d’aglio fresca, olio d’oliva, burro salato, 1 bustina di gelatina in polvere.

    Battere con l’aiuto di un matterello il cosciotto d’agnello. Questa operazione ha lo scopo di ammorbidire le carni, attraverso la rottura dei nervi, e di rendere la carne più elastica. Fare un leggero strato di aglio novello tritato finemente in un recipiente adatto al forno. Ungere il cosciotto con olio d’oliva e con un leggero strato di burro salato. Metterlo nel recipiente e cuocerlo al forno per un’ora. A cottura ultimata, togliere il cosciotto e metterlo in una terrina profonda. Ricoprire di gelatina e lasciar raffreddare. Sformare dopo 12 ore e servire con un’insalata di lattuga.

    Con il cosciotto d’agnello in gelatina, Maigret beve del Fleurie dell’annata.

    (Questa ricetta, è tratta da Robert J. Courtine, A cena con Simenon e il commissario Maigret, Guido Tommasi, Milano, 2000)



    Edited by gheagabry1 - 16/10/2023, 17:42
     
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  4. gheagabry
     
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    Chocolat a la Reine:
    un rimedio unico e "regale" per un inverno davvero glaciale

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    Giunto in Francia agli inizi del '600 grazie ad Anna d'Austria, unica trasgressione a cui era solita cedere la pia moglie del Re Sole Maria Teresa, antidepressivo prediletto dal malinconico Luigi XV è però solo nel XVIII secolo che il cioccolato diviene in Francia una gustosa e diffusa abitudine. Il cioccolato era considerato non solo una bevanda prelibata ma anche un vero e proprio medicinale dalle molteplici qualità curative. L'idea di Thomas Jefferson secondo cui il cioccolato aveva delle proprietà ristorative e calmanti era in realtà condivisa da moltissimi suoi contemporanei come Benjamin Franklin, il marchese de Sade, Madame du Barry e George Washington.

    All'epoca il cioccolato era però un prodotto molto costoso, tanto che il suo consumo era divenuto uno status symbol diffuso tra le classi più abbienti.
    Tra i più grandi estimatori e consumatori abituali di questa deliziosa bevanda va sicuramente inclusa anche Maria Antonietta. Dalle memorie dell'epoca sappiamo per certo che la regina era solita fare colazione a letto con una tazza di cioccolato caldo preparata secondo una particolarissima ricetta creata appositamente per lei dal suo Maître Chocolatier. La giovane delfina all'epoca della sua partenza da Vienna alla volta della corte francese aveva voluto portare con se il suo maestro cioccolataio personale e una volta giunta a Versailles affidò a questo dotatissimo chef il titolo di " Maître Chocolatier de la Reine".

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    Dal suo genio culinario nacquero moltissime varianti della famosa "Cioccolata della Regina" che veniva spesso arricchita con fiori d'arancio o mandorle dolci. Ma la ricetta di gran lunga più gustosa e particolare giunta fino a noi è stata ricreata di recente da un famoso chef versagliese.

    L'insolita lista degli ingredienti include nientepopodimenoche un tocco di ambra grigia. Si avete capito bene! Un ingrediente particolare, costosissimo e oggi quasi impossibile da trovare, se non in qualche lussuoso e sofisticato restaurant parisien, che però pare donare al cioccolato quel sapore speciale, profondo e senza tempo tanto amato dalla nostra Maria Antonietta.






    la ricetta del vero Chocolat de la Reine:



    Fate sciogliere a bagno maria 100gr di cioccolato amaro al 70 % . In un pentolino versate il cioccolato fuso, latte di mandorle e zucchero fino ad ottenere la consistenza desiderata. Aggiungete poi i semi di un baccello di vaniglia ed infine (se avete la fortuna di trovarla) una piccola spolverata di ambra grigia.
    I più golosi possono arricchire il tutto con un una spruzzata di panna montata fresca e voilà!




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  5. gheagabry
     
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    ...tra musiche, spettacoli e compositori ecco che spuntano fuori anche ricette...le famose ricette di Gioacchino Rossini...

    " Risòto a la Russini
    Int'un tigamèlo squaia 50 gr de buro e fàce
    còce 250 gr de porcini e cuncentrato de pumidoro
    slongato int'un tantì d'acqua. Prepara 'l riso.
    In te'na cazzaròla fà inzapurì un pò de midolo de
    manzo ( 70 gr ) in antri 50 gr de buro. Bùtece 'l riso
    e, quanto ch'ha imbevuto 'l grasso, còce cume se
    fa 'l zolito risòto e slònghelo, pogo a pogo, cun
    brodo de carne.
    Pogo prima ch'l riso va in cutura, giàntece la salza
    cu' i funghi, mischia bè e per finì, métece drento
    2 rosci d'ovo sbatuti e 4 cucchiari de parmigià."


    RISOTTO ALLA ROSSINI
    In un tegamino, sciogliete 50 gr di burro e fatevi
    cuocere 250 gr di cappelle di funghi porcini tagliati
    a pezzi e 25 gr di concentrato di pomodoro diluito
    in poca acqua. Preparate il riso. Nel tegame, fate
    insaporire in altri 50 gr di burro del midollo di
    manzo (70 gr). Versate il riso e, quando avrà
    assorbito il grasso cuocetelo come un normale
    risotto, diluendo poco per volta con brodo di carne.
    Poco prima che il riso sia cotto, unite la salsa con
    i funghi, amalgamate bene e terminate,
    incorporandovi 2 tuorli d'uovo battuti e 4 cucchiai
    di parmigiano.

    tratto dal libro Le marche in tavola



    Edited by gheagabry1 - 16/10/2023, 17:46
     
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  6. gheagabry
     
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    DAL FILM SOUL KITCHEN

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    PAPILLON DI GASPACHO ANDALUSO ALLA MANIERA DI SHAYN


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    Soul- ingredienti:

    4 fette di pane bianco
    600gr di pomodori maturi
    2 peperoni
    1 cetriolo
    3-4 spicchi d’aglio
    150ml di olio d’oliva
    Sale
    Pepe macinato fresco
    2-3 cucchiai da minestra di aceto di Sherry
    2 uova sode
    2 scalogni

    Tagliate via la crosta dalle due fette di pane e sbriciolatele grossolanamente, imbevetele d’acqua e lasciate inumidire.
    Nel frattempo pelate i pomodori. Privateli dei semi e tagliateli in piccoli pezzi uniformi. Fate lo stesso con i peperoni ed il cetriolo. Sbucciate l’aglio e tagliatelo grossolanamente. Conservate in due piccole ciotole una parte dei pomodori e dei peperoni. Vi serviranno più tardi come guarnizione.
    Prendete il cetriolo, i pomodori e i peperoni restanti e passateli assieme all’aglio nel mixer. Aggiungete il pane e 125ml d’olio, mischiate ulteriormente e passate dunque al setaccio. Versatevi ora abbastanza acqua (o brodo) fino ad ottenere la consistenza desiderata. Aggiustate di sale e pepe e fate freddare per due ore in frigorifero.

    Con il pane restante tagliate dei dadini e fateli abbrustolire nell’olio. Sminuzzate lo scalogno e le uova sode e conservate il pane abbrustolito, lo scalogno e le uova in tre ciotoline separate.
    Servite la zuppa molto fredda. Come accompagnamento porterete in tavola le ciotoline con le verdure e il pane bruscato, così come quelle con le uova e lo scalogno. Ogni commensale ne aggiungerà a suo piacimento alla zuppa.








    FESTOSA SCHIUMA DI VENERE SU DI UN LETTO DI “SOUL” UVA PASSA

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    Soul-ingredienti :

    150 gr di glassa bianca
    3 uova
    1 stecca di vaniglia
    2 fogli di gelatina
    250 gr di panna non troppo montata
    0,5cl di Rum
    0,5cl di Grand Marnier
    uva passa
    una ciotola di fragole
    menta fresca

    Ammorbidite la gelatina in acqua fredda e sciogliete la glassa a bagnomaria. Separate poi il bianco di una delle tre uova. Montatelo a neve con un pizzico di sale assicurandovi che sia sufficientemente compatto da non fuoriuscire dalla ciotola capovolta. In una seconda ciotola montate la panna lasciandola un po’ lenta. Fate freddare entrambe in frigorifero.

    Fate sciogliere lentamente la glassa tagliata in piccole parti fino a renderla liquida. Estraete poi l’essenza dalla stecca di vaniglia recisa in due parti per lungo. Sbattete quindi le due uova ed il giallo restante assieme alla vaniglia e aiutandovi con del vapore rendetele spumose.

    Scaldate il Rum e il Grand Marnier in un pentolino e scioglietevi la gelatina ben strizzata.

    Procedete ad amalgamare la glassa e la gelatina sciolta con la spuma d’uova ancora calda. Rigirate e fate freddare. Aggiungete con molta cautela prima la panna e poi il bianco d’uovo montato al composto d’uovo liquoroso. Nel fare ciò abbiate cura di non alterare il volume e la spumosità. Versate tutto in un recipiente che lascerete freddare in frigorifero fino ad ottenere una densa spuma di Venere.

    Sciacquate e asciugate le fragole. Conservate 4-6 fragole che userete dopo come decorazione, mentre passate quelle restanti nel mixer e poi al setaccio. Arricchite la salsa di fragole con dello zucchero a velo e qualche goccia di Grand Marnier. Lavate ora l’uva e liberatela dai raspi , asciugate.

    Passiamo ora alla presentazione: prendete dei bicchieri da cocktail (Martini) o delle piccole ciotole di vetro. Adagiatevi uno o più chicchi d’uva (regolatevi in base alla grandezza del vetro). Aiutandovi con un sac à poche con il beccuccio a stella riempite i bicchieri coprendo delicatamente i chicchi d’uva con la spuma di Venere. Versate poi in superficie un po’ di salsa di fragole, decorate con le restanti fragole e della menta fresca.[/color]



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    Edited by gheagabry1 - 16/10/2023, 17:52
     
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  7. gheagabry
     
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    dal film "IL PRANZO DI BABETTE"

    "In Norvegia c’è un fiordo – un braccio di mare lungo e stretto chiuso tra alte montagne – che si chiama Berlevaag Fjord. AI piedi di quelle montagne il paese di Berlevaag sembra un paese in miniatura, composto da casine di legno tinte di grigio, di giallo, di rosa e di tanti altri colori. Sessantacinque anni fa, in una delle casine gialle, vivevano due anziane signore. A quell’epoca altre signore portavano il busto, e le due sorelle avrebbero potuto portarlo con altrettanta grazia, perché erano alte e flessuose. Ma non avevano mai posseduto un oggetto di moda, e per tutta la vita si erano vestite dimessamente, di grigio o di nero. Erano state battezzate col nome di Martina e di Filippa, in onore di Lutero e del suo amico Filippo Melantone. Il loro padre era stato decano e profeta, fondatore di una setta o di un pio partito ecclesiastico noto e riverito in tutta la nazione norvegese. I suoi accoliti rinunciavano ai piaceri del mondo, perché la terra e tutto quanto essa offriva era per loro soltanto una specie di illusione, e la vera realtà era la Nuova Gerusalemme verso la quale essi aspiravano. Non facevano voti, ma comunicavano tra loro con un sì sì o un no no, e si chiamavano Fratello e Sorella."
    Brano tratto da Capricci del destino - Il Pranzo di Babette (Feltrinelli, 1984)




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    Zuppa Di Birra Norvegese


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    Ingredienti

    4 Fette Pane Integrale Raffermo
    50 Cl Birra Chiara
    1 Cucchiaio Zucchero
    1 Limone (scorza)
    2 Tuorli D'uovo
    1 Tazzina Panna
    Sale
    Pepe


    Far sobbollire per 5 minuti in 50 cl d'acqua 4 fette di pane integrale raffermo. Passare il tutto al setaccio e rimettere al fuoco con 50 cl di birra chiara, 1 cucchiaio di zucchero e la buccia di un limone. Portare a ebollizione e togliere dal fuoco. Condire con 2 tuorli di uovo sbattuti con 1 tazzina di panna, sale e pepe. Servire subito.



    Edited by gheagabry1 - 16/10/2023, 18:09
     
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  8. gheagabry
     
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    da "IL PRANZO DI BABETTE"




    Dopo un pezzo le guardò fissamente e disse: "Una volta ero cuoca al Café Anglais."Martina ripetè: "L'hanno pensato tutti che era un ottimo pranzo." E siccome Babette non rispondeva una parola, soggiunse: "Ricorderemo tutti questa serata quando voi sarete tornata a Parigi, Babette."
    Babette disse: "Non torno a Parigi."
    "Non tornate a Parigi?" Sono andati tutti, li ho persi tutti, mesdames."(..)
    (..) Alla fine di un altro lungo silenzio Babette fece all'improvviso un sorrisetto, e disse:
    " E come potrei tornare a Parigi, mesdames? Io non ho danaro."
    " Non avete danaro?" gridarono le sorelle, come con una bocca sola. "No," disse Babette.
    " Ma i diecimila franchi?" chiesero le sorelle, ansimando inorridite.
    " I diecimila franchi sono stati spesi, mesdames, " disse Babette.
    Le sorelle si misero a sedere. Per un intero minuto non riuscirono a parlare.
    " Ma diecimila franchi?" sussurrò lentamente Martina.
    " Che volete, mesdames," disse Babette, con grande dignità.
    « Un pranzo» per dodici al Café Anglais costerebbe diecimila franchi.....
    "Cara Babette," disse con dolcezza, " non dovevate dar via tutto quanto avevate per noi".
    Babette avvolse le sue padrone in uno sguardo profondo,
    uno strano sguardo: non v'era, in fondo ad esso, pietà e forse scherno?
    "Per voi?" replicò. "No. Per me."
    Si alzò dal ceppo e si fermò davanti alle sorelle, ritta. "Io sono una grande artista," disse. Aspettò un momento, poi ripetè: "Sono una grande artista, mesdames."
    Poi, per un pezzo, vi fu in cucina un profondo silenzio.
    Allora Martina disse:"E adesso sarete povera per tutta la vita, Babette?"
    "Povera?" disse Babette. Sorrise come a se stessa. "No.
    Non sarò mai povera. Ho detto che sono una grande artista.
    Un grande artista, mesdames, non è mai povero. Abbiamo qualcosa, mesdames, di cui gli altri non sanno nulla."



    "La biancheria da tavola e l'argenteria erano state magistralmente stirate e lucidate, e caraffe e bicchieri erano arrivati solo Babette sapeva da dove..."



    Menù

    Brodo di tartaruga
    Blinis Dermidoff (grano saraceno con caviale e panna acida)
    Quaglie in crosta con salsa Périgourdine (foie gras e salsa al tartufo)
    Insalata mista
    Formaggi francesi
    Savarin al rum
    Frutta mista
    Caffè
    Friandises (piccola pasticceria): pinolate, frollini, amaretti

    Vini
    Amontillado
    Clos de Vougeot 1845
    Champagne Veuve Clicquot 1860





    Soupe à la tortue
    Brodo di tartaruga


    "...Dopo un attimo, per mettere alla prova le reazioni del suo gusto, prese una mezza cucchiaiata di minestra, poi una cucchiaiata piena, e posò il cucchiaio. "E' veramente strano!" disse a se stesso, "perchè sto certamente bevendo brodo di tartaruga... e che brodo di tartaruga!" Fu preso da uno strano panico e si vuotò il bicchiere."



    Blinis Dermidoff

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    "Il generale Loewenhielm, che doveva dominare la conversazione alla mensa, riferì che la raccolta dei sermoni del decano era il libro prediletto della regina. Ma quando fu servita una nuova pietanza rimase in silenzio. "Inaudito!" disse a se stesso, "qyuesto è Blinis Demidoff!". Si guardò attorno, osservò i suoi compagni di tavola. Mangiavano tutti calmi calmi il loro Blinis Demidoff, senza dar mai segno di stupore o di approvazione, come se lo avessero mangiato ogni giorno per trent'anni di fila."

    500 gr. di latte,
    150 gr. di farina 00,
    25 gr. di lievito di birra.

    Fare lievitare 30 minuti.
    Aggiungere: 200 gr. di farina di grano saraceno, 120 gr. di burro, 2 tuorli, 3 albumi a neve, sale.
    Sciogliere il burro, unirlo ai tuorli, sale incorporarli nell'impasto lievitato, addensare con la farina di grano saraceno. Fare lievitare 30minuti. Incorporare 3 albumi a neve deve risultare un composto fluido come quello delle crepes. Ungere una padella piccola anti aderente con burro e preparare delle crepes spesse.
    Accompagnare i blinis con: Salsa Smetana, erba cipollina o aneto o cetriolo, caviale, salmone affumicato, bottarga, arringa affumicata.



    Salsa Smetana



    500 gr. di panna da montare,
    60 gr. di Yogurt naturale,
    3 gocce di limone.

    Mescolare gli ingredienti e lasciare maturare coperto per 2 giorni a temperatura ambiente. Filtrare, montare con le fruste, condire con sale, pepe, limone. E' pronta quando il cucchiaio resta in piedi.




    Cailles en sarcophage
    Quaglie in crosta


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    "Il generale Loewenhielm smise di mangiare e si fece immobile, Era nuovamente riportato indietro nel tempo, al pranzo di Parigi che gli era ritornato alla memoria sulla slitta. un piatto incredibilmente ricercato e gustoso era stato servito quella sera, egli ne aveva chiesto il nome al suo vicino, il colonnello Galliffet, e il colonnello gli aveva detto, sorridendo, che si chiamava Cailles en sarcophage. Gli aveva, poi, spiegato che quel piatto era stato inventato dal cuoco dello stesso café in cui stavano pranzando, persona nota in tutta Parigi come il più grande genio culinario dell'epoca, e - tanto più sorprendente - quel cuocoo era una donna! "Infatti," diceva il colonnello Galliffet, " questa donna sta ora trasformando un pranzo al Café Anglais in una specie di avventura amorosa - una di quelle avventure amorose nobili e romantiche in cui si distingue più tra la fame, o la sazietà, del corpo e quella dello spirito!"

    4 Quaglie disossate,
    tartufo nero,
    2 cucchiai di Madera,
    brodo,
    4 vol au vent

    Per il paté

    75 gr. Fegatini di pollo,
    50 gr. di champignons tritati,
    12 scalogno tritato,
    60 gr. di lardo a cubetti,
    4 fettine di lardo,
    50 gr. di burro,
    sale, pepe, timo, vino bianco.

    Rosolate il lardo nel burro, toglierlo e nel fondo rosolare i fegatini, riaggiungere il lardo gli champignons lo scalogno timo sale pepe e saltare tutto per 2 minuti. Togliere i fegatini e sfumare col vino bianco poi passare tutto al mixer aggiungendo burro. Mettere in frigorifero. Riempire le quaglie col patè mettervi sopra una lamella di tartufo e avvolgere con la fetta di pancetta. Cuocere in pirofila con burro a 200°C per 1518 minuti. Togliere le quaglie e diluire il fondo con madera e brodo. Mettere le quaglie nei vol au vent, nappare col fondo e infornare per 5 minuti.




    Savarin au rhum avec des fruits glacé
    Savarin al rum con frutta glassata


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    Farina d'Ungheria o finissima, grammi 180.
    Burro, grammi 60.
    Zucchero, grammi 40.
    Mandorle dolci, grammi 40,
    Latte, decilitri 2.
    Uova, due rossi e una chiara.
    Una presa di sale.
    Lievito di birra, quanto un piccolo uovo.

    Ungete lo stampo con burro diaccio, spolverizzatelo di farina comune mista con zucchero a velo e spargete in fondo al medesimo le dette mandorle sbucciate e tagliate a filetti corti. Se le tostate, farete meglio.
    Stemperate ed impastate il lievito con un gocciolo del detto latte tiepido e con un buon pizzico della farina d'Ungheria per fare un piccolo pane che porrete a lievitare come quello del Babà n. 565. Ponete il resto della farina e gli altri ingredienti meno il latte che va aggiunto a poco per volta in una catinella, e cominciate a lavorarli col mestolo; poi uniteci il lievito e quando il composto sarà lavorato in modo che si distacchi bene dalla catinella, versatelo nello stampo sopra le mandorle. Ora mettetelo a lievitare in luogo appena tiepido e ben riparato dall'aria, prevenendovi che per questa seconda lievitatura occorreranno quattro o cinque ore. Cuocetelo al forno comune o al forno da campagna e frattanto preparate il seguente composto: fate bollire grammi 30 di zucchero in due dita, di bicchiere, d'acqua e quando l'avrete ridotto a sciroppo denso, ritiratelo dal fuoco e, diaccio che sia, aggiungete un cucchiaino di zucchero vanigliato e due cucchiaiate di rhum oppure di kirsch; poi sformate il savarin e così caldo, con un pennello, spalmatelo tutto di questo sciroppo, finché ne avrete. Servite il dolce caldo o diaccio a piacere.
    Questa dose, benché piccola, può bastare per cinque o sei persone. Se vedete che l'impasto diventasse troppo liquido con l'intera dose del latte, lasciatene indietro un poco. Si può fare anche senza le mandorle.
    (ricetta Artusi)




    "Il generale Loewenhielm non si stupì più di nulla. Quando pochi minuti dopo, si vide davanti uva, pesche e fichi freschi, rise guardando il commensale che gli stava di fronte e osservò: "Che splendida uva !" Il vicino rispose: "E scesero fino al ruscello di Escol e spaccarono un ramo con un grappolo d'uva. E lo portarono in due infilato su un palo". Allora il generale sentì che era giunto il momento di pronunciare un discorso."

    Amontillado bianco ambra

    Semi-dry Sherry: Vino liquoroso spagnolo.



    "Il generale Loewenhielm, che sospettava un poco di quel vino, ne bevve un sorsetto, sussultò, sollevò il bicchiere prima all'altezza del naso e poi degli occhi, e lo posò poi, sbalordito. "Che strano!" Pensò. "Amontillado! e del miglior Amontillado che mai abbia assaggiato."

    Champagne Veuve Clicquot



    "Il ragazzo colmò di nuovo i bicchieri. Questa volta i Fratelli e le Sorelle capirono che quanto era loro dato da bere non era vino, perchè spumeggiava. Doveva essere una specie di limonata. La limonata conveniva al loro stato d'animo esaltato e sembrava sollevarli da terra fino a una sfera più alta e più pura.
    Il generale Loewenhielm posò di nuovo il bicchiere, si rivolse al suo vicino di destra e gli disse: " Ma questo è certamente Veuve Clicquot 1860!". Il vicino lo guardò cortesemente, gli sorrise e fece un'osservazione sul tempo"




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    Edited by gheagabry1 - 16/10/2023, 18:41
     
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    Omelette



    "Estate, tempo di meloni, gradito frutto dell'orto dalle innumerevoli proprietà prediletto anche da Alexandre Dumas, grande estimatore dei meloni francesi provenienti da Cavaiilon.
    Cuoco sopraffino scrisse nel suo libro di cucina "per rendere il melone digeribile, bisogna mangiarlo con pepe e sale, e berci sopra un mezzo bicchiere di Madera, o meglio di Marsala".
    Il celebre scrittore stipulò un contratto che prevedeva una rendita vitalizia di 12 meloni all'anno in cambio di circa 400 volumi richiesti per arricchire la collezione della biblioteca pubblica della cittadina francese.Fu in suo onore che venne istituita la confraternita dei Cavalieri dei meloni di Cavaillon."


    Dal libro: Lettere sulla cucina, di Alexandre Dumas.



    Omelette al tonno di Brillat-Savarin


    "Prendete, per sei persone, due porzioni di latte di carpa ben lavate che farete schiarire immergendole per cinque minuti in acqua bollente leggermente salata./ prendete del tonno fresco in misura di un uovo di gallina, al quale aggiungerete uno scalogno finemente tritato./ Tritate insieme il latte e il tonno, in modo che si amalgamino e mettere il tutto in una casseruola con una sufficiente quantità di ottimo burro, facendovi saltare il composto finché il burro non sia completamente fuso./ In quest'operazione è tutta la specialità della omelette./ Prendete ancora del burro a discrezione, lavoratelo con prezzemolo e erba cipollina, mettetelo in un piatto oblungo destinato a ospitare l'omelette, bagnatelo con succo di limone e mettetelo in caldo./ Battete poi dodici uova (più fresche sono, meglio è); unite il composto di tonno e latte mescolando in modo uniforme./ Preparate poi l'omelette nel modo consueto e fate in modo che risulti allungata, spessa e soffice. Adagiatela abilmente sul piatto appositamente preparato e servite perché sia mangiata subito.
    Questo piatto è riservato a colazioni raffinate, per riunioni di conoscitori dove si sappia quel che si fa e dove si mangi pacatamente; innaffiare il tutto con un buon vino invecchiato e saranno meraviglie".



    Edited by gheagabry1 - 16/10/2023, 18:58
     
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    da LEZIONI DI CIOCCOLATO




    La piramide di Kamal


    Piramide-chocolate




    Ingredienti per ottenere circa 35 cioccolatini:

    Panna liquida fresca gr. 65
    Cioccolato bianco gr. 120
    Polpa di datteri canditi gr.100
    Granella di nocciola gr. 50
    Nocciole tostate intere n.35
    Cioccolato fondente gr. 500

    Procedimento

    Per la preparazione della ganache sminuzzare con un coltello 100 grammi di datteri denocciolati.
    Mettere a bollire la panna con la polpa di datteri; appena arrivata ad ebollizione, togliere dal fuoco ed aggiungere il cioccolato bianco sminuzzato, mescolando continuamente, fino ad ottenere una crema omogenea.
    Aggiungere quindi la granella di nocciole e lasciare raffreddare a temperatura ambiente.
    A parte, sciogliere a bagnomaria il cioccolato da fondere e, una volta temperato a 31 gradi, versarlo in uno stampo per cioccolatini che abbia le forme di piramidi. Capovolgere lo stampo e lasciare solidificare: avremmo così ottenuto i gusci dei cioccolatini.
    Poggiare all' interno dei gusci una nocciola intera e riempire quindi con la ganache precedentemente preparata fino a 3 mm dal bordo esterno.
    Richiudere i cioccolatini con il cioccolato fondente temperato e lasciare solidificare il tutto a temperatura ambiente, o più velocemente in frigorifero.
    Togliere i cioccolatini dallo stampo



    Edited by gheagabry1 - 16/10/2023, 19:02
     
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    Sublime salsa allo zafferano

    di “Sapori e Dissapori”.

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    L’ingrediente segreto è la foglia di Kaffir lime o jeruk purut. Ci sono diversi tipi di lime, e questo è quello più aromatico. Il kaffir lime teoricamente non ha succo ma la sua foglia doppia viene spesso usata intera o sminuzzata molto finemente, mentre la scorza grattugiata viene occasionalmente utilizzata in cucina


    Ingredienti

    1 cipolla piccola oppure 2 scalogni, 150 ml di vino bianco secco, 150 ml di panna fresca per cucinare, 1 pizzico di zafferano in polvere, foglia di Kaffir, lime di kaffir



    Tritate finemente la cipolla (o gli scalogni) e mettetela a macerare nel vino. Ponete sul fuoco e portate a ebollizione, quindi abbassate la fiamma e cuocete a fuoco lento finché il liquido non si sarà ridotto ad appena un cucchiaio. Aggiungete la panna, la foglia di kaffir e la buccia di lime grattuggiata finemente e lo zafferano. Quando tutto risultera' bene amalgamato Togliete la foglia di kaffir e mescolate delicatamente. Servitela d’accompagnamento alla carne.



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    Edited by gheagabry1 - 16/10/2023, 20:10
     
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    LA PICCOLA BIBLIOTECA CAFÉ

    di KATE YOUNG



    Ogni venerdì Kate Young pubblica sul suo blog, The Little Library Café (http://thelittlelibrarycafe.com/), una nuova ricetta ispirata ai libri: quelli che leggeva da bambina, come la saga di Harry Potter di JK Rowling o Piccole donne di Louisa May Alcott; grandi classici come l’Ulisse di James Joyce e Il Grande Gatsby di Frances Scott Fitzgerald; e romanzi più recenti, da L’amica geniale di Elena Ferrante alla trilogia Millennium di Stieg Larsson.
    A volte gli scrittori sono particolarmente precisi nel descrivere i piatti, come fa Melville con una zuppa di pesce in Moby Dick, altri accennano in modo più vago a tramezzini o dolcetti, che Young ha dovuto ricostruire a partire dal luogo e dal tempo in cui è ambientato il racconto. Altre volte ancora è una descrizione defilata o un dettaglio appena accennato a far immaginare a Young il piatto che i protagonisti avrebbero assaggiato o preparato, come la descrizione di un gelso in Ragione e Sentimento di Jane Austen, da cui Marianne Dashwood avrebbe preparato una golosa marmellata.





    Ragione e Sentimento – Jane Austen

    Dolcetti di gelsi e mele


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    Nel libro, spiega Kate Young, non ci sono molti riferimenti al cibo e ai piatti preparati: Jane Austen non ne aveva bisogno, il mondo dei suoi lettori era quello descritto nei suoi romanzi e tutti si immaginavano perfettamente cosa veniva servito a tavola. Young si è divertita quindi a immaginare cosa preparavano le protagoniste, in questo caso Marianne, cogliendo qualche dettaglio sparso nelle descrizioni, come questo giardino con un magnifico gelso da cui ricavare la marmellata.
    «”Delaford è un bel posto, posso garantirvelo; esattamente quello che io chiamo un posto bello e all’antica, pieno di comodità e di vantaggi; con un giardino completamente chiuso da un grande muro di cinta nascosto dai migliori alberi da frutta del circondario; e con un gelso che è una bellezza in un angolo!”»


    Il Grande Gatsby – F.S. Fitzgerald

    Pasticcini al limone

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    Nick Carraway ha accettato di far incontrare Gatsby e Daisy a casa sua, per la prima volta dopo tanti anni: l'ora è quella del tè e per l'evento la sua domestica (la finlandese) ha acquistato in pasticceria dodici pasticcini al limone. In un libro che racconta gli eccessi, le stravaganze e la bella vita dell'epoca, questi dolcetti buoni ma senza pretese rispecchiano il carattere da uomo comune di Carraway.
    «Lo portai in dispensa, dove lanciò uno sguardo di lieve rimprovero alla finlandese. Insieme esaminammo i dodici pasticcini al limone presi in pasticceria.
    “Vanno bene?”, chiesi.
    “Certo, certo! Perfetto!”, e aggiunse con voce assente, “vecchio mio”».



    Lo Hobbit – J.R.R. Tolkien

    Seed Cake


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    Un tipo di torta con semi di cumino, comune all'epoca vittoriana.
    «Un po' di birra sarebbe meglio se per voi è lo stesso, mio caro signore» disse Balin dalla barba bianca «ma non mi dispiacerebbe un po’ di torta, quella coi semi di cumino, se ne avete un po’». «Parecchia!» rispose Bilbo con sua stessa sorpresa. E si ritrovò a correre in cantina per riempire un boccale di birra e in dispensa a cercare due belle e tonde torte al cumino che aveva cucinato nel pomeriggio per uno spuntino dopo cena».
    (dal Primo capitolo)


    Il buio oltre la siepe – Harper Lee


    Il padre di Tom Robinson, l’uomo nero accusato di aver violentato una bianca, invia un pollo e molte altre golosità ad Atticus Finch, l’avvocato bianco che ha deciso di difenderlo. La domestica Calpurnia lo prepara fritto per colazione, alla maniera del Sud degli Stati Uniti .
    «”Digli che sono orgoglioso di accettarlo: scommetto che nemmeno alla Casa Bianca mangiano pollo a colazione! E questi… cosa sono?”
    “Panini dolci”, disse Calpurnia. “Li ha mandati Estella dall’albergo”. Atticus la guardò, stupito,
    e lei disse: “Venga a dare un’occhiata in cucina, signor Finch”.
    La seguimmo. Il tavolo in cucina era carico di una tale quantità di cibo da sfamare un reggimento:
    grossi pezzi di maiale salato, pomodori, fagioli e persino uva moscata”».



    Alice nel paese delle meraviglie – Lewis Carroll

    Torta alla frutta


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    Il viaggio di Alice nel mondo alla rovescia del Paese delle Meraviglie è costellata di riferimenti al cibo e bevande - Tea Party del Cappellaio Matto, etichette che istruiscono gli ospiti a 'Eat Me' e 'Drink Me', i poveri deliziose ostriche, anche la Falsa-Tartaruga.
    Carroll non specifica il gusto delle torte preparate dalla Regina di cuori, ma Kate Young le ha immaginate decorate con i ribes, di un bel rosso acceso.
    «Herald, lesse l'accusa!" disse il Re.
    Allora il Coniglio bianco diede tre squilli di tromba, e poi srotolò la pergamena, e lesse quanto segue: - ”La regina di cuori ha fatto torte squisite, ma il fante di cuori le ha rubate! Che vengano avanti i testimoni!”, sentenziò il coniglio ad alta voce».



    Harry Potter e la camera dei segreti – J.K. Rowling

    Pasticcini al cioccolato


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    Sono quelli preparati da Hermione per Tiger e Goyle, con dentro la Pozione Soporifera.
    «Ho pensato a tutto» proseguì senza riprender fiato, ignorando le facce sbigottite di Harry e Ron. Mostrò loro due soffici pasticcini al cioccolato. «Li ho riempiti di una semplice Pozione Soporifera.
    Basta fare in modo che Tiger e Goyle li trovino.
    Lo sapete quanto sono golosi; non resisteranno e li mangeranno di certo.
    Una volta che si saranno addormentati strappategli alcuni capelli e nascondeteli».
    (Capitolo 12 – La Pozione Polisucco)



    Il Cardellino – Donna Tartt

    Cinnamon Buns (o Rolls)


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    È un dolcetto diffusissimo negli Stati Uniti e consumato soprattutto a colazione, fatto di farina, zucchero, burro e cannella. È originario dalla Svezia, dov'è chiamato kanelbulle e solitamente servito insieme al caffè del pomeriggio.

    «Quanto a me: non mi ero neppure accorto di avere fame fino all’attimo prima di affacciarmi nel corridoio, ma adesso, con lo stomaco in subbuglio e in bocca un cattivo sapore e la prospettiva di quello che sarebbe stato il mio ultimo pasto da uomo libero, mi parve di non aver mai sentito un profumo più delizioso di quel tepore zuccherino: caffè e brioche al burro e cannella della colazione continentale».

    Millennium – Stieg Larsson



    Nel corso dell’intera trilogia Millenium di Stieg Larsson, accade innumerevoli volte che il protagonista,
    il giornalista Mikael Blomkvist, pranzi a caffè e "open sandwich".
    Kate Young ne ha immaginato uno in particolare, molto comune nei paesi nordici,
    con pane di segale e salmone marinato nel gravlax, a base di sale, zucchero e aneto.
    «Mikael si era preparato caffè e tramezzini nella cucina di Lisbeth».
    (La ragazza che giocava con il fuoco)


    Il cacciatore di aquiloni – Khaled Hosseini

    Kofta, sottaceti e naan


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    Il kofta è un piatto tipico dei Balcani e di molti paesi mediorientali: polpette, spesso di vitello, con sottaceti e riso speziato. Il naam invece è un pano leggermente lievitato, che si mangia in Medio Oriente, India e molti paesi dell'Asia centrale.
    «Sedemmo a un tavolo da picnic sulla riva del lago,
    noi due soli, e ci mettemmo a mangiare uova sode e kofta,
    polpette di carne con sottaceti, avvolte nel naan».



    Dalla parte di Swann – Marcel Proust

    Madeleine


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    L’episodio più famoso di Alla Ricerca del tempo perduto è questo delle madeleine, in cui il narratore assaggia un dolcetto e ricorda immediatamente quelle che gli preparava la zia Léonie di domenica mattina. Le madeleine sono piccoli dolcetti francesi simili a plumcake, ma con un gusto più delicato e una maggior quantità di burro e limone.
    «E subito, meccanicamente, oppresso dalla giornata tetra e dalla prospettiva di un domani triste, portai alle labbra un cucchiaino di tè dove avevo lasciato ammorbidire un pezzetto di madeleine. Ma nell’istante stesso in cui il sorso di tè, frammisto a briciole di dolce, toccò il mio palato, trasalii, attento a qualcosa di straordinario che mi stava accadendo. Un piacere delizioso mi aveva invaso, isolato, senza che ne sapessi la ragione. Mi aveva reso immediatamente indifferenti le vicissitudini della vita, inoffensivi i suoi guasti, illusoria la sua brevità, allo stesso modo in cui agisce l’amore, riempiendomi di un’essenza preziosa: o piuttosto quell’essenza non era in me, era me stesso. Avevo smesso di sentirmi mediocre, contingente, mortale».

    Piccole Donne – Louisa May Alcott

    Bonbon francesi


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    È la vigilia di Natale: le sorelle March hanno cucinare il banchetto e messo in scena un’opera teatrale quando ricevono un regalo di delizie gastronomiche dal signor Laurence: ci sono anche questi bonbon francesi, che a fine Ottocento indicavano solitamente cioccolatini ripieni di frutta secca.
    «C’era del gelato, per l’esattezza due gusti diversi, rosa e bianco, c’era una torta, della frutta e degli incredibili bonbon francesi, e in mezzo alla tavola quattro bouquet di fiori di serra! Rimasero quasi senza fiato nel vedere tutte quelle belle cose e guardarono ripetutamente prima il tavolo poi la madre, la quale sembrava gioie immensamente».
    (Capitolo II – Un felice Natale)



    L'amica geniale – Elena Ferrante

    Sciù (bignè) al pistacchio


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    La ricette dei pasticcini napoletani nominati nei libri di Elena Ferrante
    «Poiché il marito era il pasticciere della pasticceria Solara, furono fatte le cose molto in grande: abbondavano le sciu, i rafiuoli a cassata, le sfogliatelle, le paste di mandorla, i liquori, le bibite per i bambini e i dischi con i balli, dai più consueti a quelli all’ultima moda».


    Kitchen – Banana Yoshimoto

    Okayu e insalata di cetrioli


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    La protagonista Mikage Sakurai ha appena preparato questa colazione per la madre di Yuicho; poco dopo la donna le offre ospitalità ma anziché l’affitto chiede ridendo che le prepari il piatto ogni tanto. L'okayu è una densa zuppa di riso, diffusa in Cina, Giappone e nei vicini paesi asiatici; come il porridge inglese viene spesso mangiata a colazione.
    «Erika mangiava con espressione felice la minestra di riso con le uova e l’insalata di cetrioli che avevo preparato»

    Moby Dick – Herman Melville

    Zuppa di pesce


    Melville è piuttosto preciso nell'indicare gli ingredienti della zuppa di pesce che dà il titolo al XV capitolo del libro; il procedimento invece si può seguire qui.
    «Era una zuppa di piccole cozze succose, appena più grosse delle coccole, mescolate con gallette peste e porco salato affettato a scaglie sottili, il tutto arricchito di burro e abbondantemente condito con pepe e sale».
    (Capitolo XV - Zuppa di pesce)


    Indice del libro

    Fiction 19 Secolo
    A Christmas Carol, Charles Dickens
    Le avventure di Sherlock Holmes, Arthur Conan Doyle
    Emma, ​​Jane Austen
    Jane Eyre, Charlotte Brontë
    Moby Dick, Herman Melville
    Ragione e sentimento, Jane Austen

    Fiction 20th Century
    L'età dell'innocenza, Edith Wharton
    The Art of Joy, Goliarda Sapienza
    The Bell Jar, Sylvia Plath
    mandolino del capitano Corelli, Louis de Bernieres
    Chocolat, Joanne Harris
    sidro con Rosie, Laurie Lee
    Cold Comfort Farm, di Stella Gibbons
    Una banda di idioti , John Kennedy O'Toole
    Pomodori verdi fritti alla Whistle Stop Cafe, Fannie Flagg
    Il grande Gatsby, F. Scott Fitzgerald
    bruciore di stomaco, Nora Ephron
    Lo Hobbit, JRR Tolkien
    Cucina, Banana Yoshimoto
    Moglie The Kitchen di Dio, Amy Tan
    Terza generazione, Melina Marchetta
    Middlesex, Jeffrey Eugenides
    Assassinio sull'Orient Express, Agatha Christie
    signora Dalloway, Virginia Woolf
    Cent'anni di solitudine, di Gabriel Garcia Márquez
    The Joy Luck Club, Amy Tan
    La storia fantastica, William Goldsmith
    Rebecca, Daphne du Maurier
    Quel che resta del giorno , Kazuo Ishiguro
    di Swann Way, Marcel Proust
    To Kill a Mockingbird, Harper Lee
    Ulisse, James Joyce

    21st Century Fiction
    Espiazione, Ian McEwan
    La ragazza con il tatuaggio del drago, Steig Larsson
    Il Cardellino, Donna Tartt
    Il cacciatore di aquiloni, Khaled Hosseini
    My Friend brillante, Elena Ferrante
    L'ombra del vento, Carlos Ruiz Zafón

    Libri per bambini
    Un Orso chiamato Paddington, Michael Bond
    Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie, Lewis Carroll
    The Amber Spyglass, Philip Pullman
    The Butterfly Leone, Michael Morpurgo
    Charlie e la fabbrica di cioccolato, Roald Dahl
    La tela di Carlotta, EB White
    Danny, il campione del mondo, Roald Dahl
    Il Bosco Incantato, Enid Blyton
    Fantastic Mr. Fox, Roald Dahl
    Cinque andare fuori in un Caravan, Enid Blyton
    Cinque su un isola del tesoro, Enid Blyton
    Hansel e Gretel, I fratelli Grimm
    di Harry Potter e la camera dei segreti, JK Rowling
    Harry Potter e la pietra filosofale, JK Rowling
    I cento e una Dalmations, Dodie Smith
    profumo delle campanule, Dodie Smith
    James e la pesca gigante, Roald Dahl
    Il leone, la strega e l'armadio, CS Lewis
    A Little Princess, Frances Hodgson Burnett
    Piccole donne, Louise May Alcott
    Matilda, Roald Dahl
    Autunno di Milly-Molly-Mandy, Joyce Lankester Brisley
    Northern Lights, Philip Pullman
    Peter Pan e Wendy, JM Barrie
    Pippi Calzelunghe, Astrid Lindgren
    The Railway Children, E. Nesbit
    T lui Secret Garden, Frances Hodgson Burnett
    A serie di sfortunati eventi, Lemony Snicket
    rondini e Amazzoni, Arthur Ransome
    Winnie the Pooh, AA Milne

    Libri illustrati
    The Eleventh Hour, Graeme Base
    Green Eggs and Ham, Dr. Seuss
    frittelle per Findus, Sven Nordqvist
    Possum Magia, Mem Fox
    The Tale of Peter Rabbit, Beatrix Potter
    The Very Hungry Caterpillar, Eric Carle


    La casa che Will Not In piedi, Marcus Gardley
    L'importanza di chiamarsi Ernesto, Oscar Wilde
    La tempesta, di William Shakespeare

    My Life in France, Julia Child e Alex Prud'homme



    (The Little Library Café, http://thelittlelibrarycafe.com/)
    www.ilpost.it

    Edited by gheagabry1 - 16/10/2023, 20:26
     
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    "The Artists’ and Writers’ Cookbook:
    A Collection of Stories with Recipes"


    di Natalie Eve Garrett

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    Nel 1961 l’artista Beryl Barr -Sharrar pubblicò in America un eccentrico volume di arte e cucina dal titolo "The Artists and Writers Cookbook", il ricettario di artisti e scrittori. Illustrato con opere grafiche appositamente realizzate dagli amici Marcel Duchamp, Robert Osborn e Alexandre Istrati, il libro ospitava 220 ricette di 55 pittori, 61 romanzieri, 15 scultori e 19 poeti.

    Da John Keats a Georges Simenon e Harper Lee, una piccola e illustre schiera di scrittori e artisti sfilava in buona compagnia di piatti serissimi o divertimenti poetici e scarsamente realizzabili, che facevano del libro non una pratica guida di cucina ma un prezioso oggetto d’arte, oggi da collezione.

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    A ripetere adesso l’operazione è l’artista e scrittrice americana Natalie Eve Garrett col bel libro quasi omonimo ma contemporaneo "The Artists’ and Writers’ Cookbook: A Collection of Stories with Recipes" (powerHouse Books, pp. 180, 22,50 dollari). Garrett ha raccolto ricette di 66 personalità dell’arte e della letteratura accompagnandole ai disegni dell’illustratrice Amy Jean Porter. Tra i nomi che appaiono nel libro ci sono quelli di Joyce Carol Oates, Leanne Shapton, Ed Ruscha, Neil Gaiman, Aimee Bender, Gregory Crewdson, James Franco, Francesca Lia Block, Rick Moody, T.C. Boyle, Roz Chast e Marina Abramovic.

    Le ricette vanno da sane zuppe di verdure e facili omelette a improbabili piatti accompagnati da istruzioni e ingredienti totalmente astratti e molto sentimentali, e tutte stabiliscono con il lettore un’intimità diversa dai ricettari ordinari, malgrado la celebrità di chi le ha scritte. Ed Ruscha racconta di un mercato messicano, di un barattolo di cactus in salamoia e di un’omelette facilmente trasformabile in una faccia che sorride. Joyce Carol Oates parla della possibilità, poetica da scrivere ma troppo dolorosa per essere realizzata nella vita reale, di sfidare il lutto attraverso la ricetta preferita dall’amato scomparso.


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    Marina Abramovic propone visionarie e impraticabili ricette afrodisiache a base di pezzi di meteoriti da tenere sotto la lingua o passeggiate in cima ai vulcani. Roz Chast disegna a fumetti la possibilità poco creativa ma salvifica di usare il telefono e ordinare una pizza o una cena cinese a domicilio.
    James Franco, infine, nobilita i panini al burro di arachidi e marmellata consumati durante infanzia, adolescenza ed età adulta e preparati da una mamma romanziera che preferiva la scrittura alla cucina, indicando così ai figli una gerarchia di valori poco convenzionale ma utile per un futuro da artisti.





    www.repubblica.it

    Edited by gheagabry1 - 16/10/2023, 20:36
     
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    LA PICCOLA BIBLIOTECA CAFÉ

    di KATE YOUNG



    Pepparkakor. Pippi Calzelunghe.
    29 dicembre 2016




    Quella mattina Pippi era impegnato a fare pepparkakor - una specie di biscotto svedese. Aveva fatto una quantità enorme di pasta e rotolato fuori sul pavimento della cucina.
    'Perché', ha detto Pippi alla sua scimmietta, 'a che serve terrena è una scheda di cottura quando si prevede di effettuare almeno cinquecento i cookie?'
    E lì giaceva sul pavimento, tagliando fuori il cuore dei cookie per il caro vita.

    Pippi Calzelunghe , Astrid Lindgren





    Pavlova Natale. Ballet Shoes.
    15 dicembre 2016

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    Attualmente, Cook e Clara andarono a vestirsi per la propria festa di Natale al piano di sotto; e poi ha preso Nana Posy a letto. Dopo di che, anche se avevano la cena di tacchino freddo e meringhe, la giornata è stata terribilmente finito ...

    Ballet Shoes , Noel Streatfield





    Blini Demidoff. Il pranzo di Babette.
    17 Novembre 2016

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    Ma, come un nuovo piatto è stato servito è stato messo a tacere. "Incredibile!" si disse. "E 'Blinis Demidoff!" Si guardò intorno a suoi compagni di commensali. Erano tutti in silenzio mangiando il loro Blinis Demidoff, senza alcun segno di una sorpresa o approvazione, come se fossero state facendo così ogni giorno per trenta anni.

    Il pranzo di Babette, Isak Dinesen






    Di Apple gnocchi. Il budino magico.
    3 novembre 2016

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    Il tè e zucchero e tre tazze di latta e mezzo chilo di biscotti misti sono stati portati fuori dalla borsa da Sam, mentre Bill tagliare delle fette di bistecca-e-rene dal 'Puddin. Dopo aver bollito rotolo marmellata e gnocco di mele, come la fantasia li ha, perché se si vuole un cambio di cibo dalla 'Puddin, tutto quello che doveva fare era a fischiare due volte e girare il giro del bacino.

    Il budino magico:
    Essendo le avventure di Bunyip Bluegum e dei suoi amici Bill Barnacle e Sam Sawnoff ,
    Norman Lindsay




    http://thelittlelibrarycafe.com/

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    RICETTE DA FAVOLA

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    di Elissa Piccinini e Camillo Bacchini
    ILLUSTRAZIONI DI FRANCESCA ROSSETTI

    Un viaggio alla scoperta del significato che alcuni alimenti hanno avuto nella storia della fiaba. Un ricettario in cui l’arte culinaria si lega alla tradizione letteraria più arcaica: dal pane di Pollicino alla trippa in Pinocchio, dall’insalata di Raperonzolo al pan di Spagna di Hänsel e Gretel. Dalla Russia di Afanasjev alla Francia di Perrault, passando per la nostra Italia, ogni ricetta porta con sé qualcosa di perduto e di prezioso. Perché il cibo, fondamento della vita umana, travalica la semplice necessità alimentare per farsi vero e proprio rito e simbolo di uno stato e condizione esistenziale. Il cibo è strumento rituale, magico passaggio per l’invisibile o prodigioso mezzo per cambiare la realtà. Un modo incantato per conoscere e riscoprire i piatti tipici di ogni favola che si rispetti…

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    Nelle fiabe non si parla solo di magia o di personaggi e mondi fantastici. C’è anche un altro elemento sempre presente, nonostante appaia spesso in secondo piano: il cibo. Da questo spunto nasce un libro molto interessante, uscito da pochissimo per Elliot Edizioni, dall’eloquente titolo di Ricette da fiaba, firmato da Elissa Piccinini e Camillo Bacchini, con illustrazioni di Francesca Rossetti.
    Si tratta di un simpatico volume in cui sono raccolte numerose ricette che prendono ispirazione dalle più note fiabe popolari. Si trovano così, per esempio, il pane di Pollicino, il pasticcio di maccheroni de Il re nel paniere di Calvino o l’anguilla fritta de Il compare dei fratelli Grimm.
    Una carrellata di spunti gastronomici nati da un serio lavoro filologico, che ha tenuto ben conto sia dell’epoca di scrittura delle diverse storie, sia la loro provenienza geografica, andando quindi a recuperare, anche in ricettari antichi, i piatti più vicini a quelli presenti nelle trame, spesso appena accennati.




    Ma c’è di più: questo libro è arricchito da diverse parti divulgative, dei brevi saggi in apertura delle varie sezioni (primi, secondi, zuppe, salse, ecc…) che spiegano con notevole chiarezza e sguardo originale la valenza che le varie pietanze e l’atto del mangiare assumono nelle diverse fiabe.
    Proprio come un piatto ben fatto, dagli ingredienti sapientemente equilibrati fra loro, Ricette da fiaba unisce con efficacia la parte più ludica e leggera – data dalle ricette vere e proprie, da eseguire, provare, variare – con una dose di seria e stimolante riflessione sulla storia letteraria del genere fiabesco e, perché no, sull’eredità culturale che ha saputo generare.


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    La cucina da favola strega il palato
    Da Basile a Perault ai Grimm, il cibo delle fiabe accende la fantasia (e i fornelli)


    di Lara Crinò



    Pentolini magici, tavole imbandite, piante di fagiolo che arrivano al cielo, case dalle finestre di zucchero. Nella fiaba tutto è magico e il cibo non fa eccezione. Anzi, essendo «ricettacolo delle paure e dei desideri del popolo» che per secoli ha sofferto la fame, il cibo vi diviene simbolo per eccellenza di fortuna o sfortuna, malvagità o buone intenzioni. Lo racconta il delizioso Ricette da fiaba (Elliot, pp. 128, euro 16), scritto da due studiosi di letteratura innamorati del genere, Camillo Bacchini e Elissa Piccinini.

    Un ricettario con le carte in regola che è anche un viaggio nei racconti più amati e nelle tradizioni dei Paesi europei. L’ispirazione primaria è la favolistica nostrana, dalle Fiabe Italiane in cui Calvino raccolse le più amate storie popolari dalle Langhe alla Sicilia, allo straripante Cunto de li cunti di Giambattista Basile, di recente trasposto al cinema da Matteo Garrone ne Il Racconto dei Racconti. Ci sono però citazioni dalle fiabe russe di Afanasiev, dai fratelli Grimm e da Perrault. Così, mentre torniamo con la mente a ciò che nell’infanzia ci catturava di orchi e principesse, con le Ricette da fiaba ne riscopriamo il potere evocativo.



    Si parte dal pane, emblema della salvezza dai pericoli e dell’amore familiare.Così le briciole mangiate dagli uccellini ispirano la ricetta del Pane di Pollicino; la casa della strega di Hänsel e Gretel, nella versione originale fatta di tre soli ingredienti (Brot, Kuchen, hellem Zucker), è pretesto per impastare una gustosa schiacciata dolce; il paniere di Cappuccetto Rosso un’alta e morbida focaccia. Poi ci sono zuppe e pappe, cibo che sobbolle nei pentoloni sui focolari delle dimore umili, e qui si va dalla russa minestra di cavoli di Vassilissa al trapanese brodo di fave.

    Tra le carni compaiono la selvaggina dei nobili e le frattaglie della povera gente che «hanno spesso poteri sovrannaturali o magici, retaggio della lettura oracolare o dei vaticini», tra i pesci spiccano le triglie al pomodoro dell’osteria del Gambero Rosso di Pinocchio. Per ogni preparazione gli autori indicano la fiaba di riferimento e il ricettario da cui prendono spunto: tra le fonti l’Artusi, il Cucchiaio d’Argento e la cinquecentesca Opera del cuoco vaticano Bartolomeo Scappi. Che decidiate o meno di mettervi in cucina, la sola lettura riempie la mente: di palazzi di sale e pepe, case che camminano su zampe di gallina e cuoche che, come scrive Basile ne I tre cedri, «trituravano polpette, farcivano capponi e preparavano mille altri bocconi». In un’immaginaria, eterna Cuccagna.



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    Edited by gheagabry1 - 16/10/2023, 20:58
     
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