LA STORIA DELLA MODA

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. gheagabry
     
    .

    User deleted


    Un foulard come un pensiero
    un foulard e il vento tra i capelli di mattina
    la musica addosso, lo sguardo alle nuvole
    cantavamo di certo quando il cielo ci ha visti
    e di doni ha riempito i paesaggi
    di tinte e fragili suoni.
    Un foulard
    se annodarsi non è proibito
    il sorriso, il sorriso!
    ha tenuto la virgola quest’oggi.
    (© ventodimusica - Mar, 02/03/2010)


    LA STORIA DEL FOULARD



    Ancora una volta si tratta di un capo indossato inizialmente in ambito militare e successivamente contadino, sempre sfruttandone le sue doti pratiche, per proteggere la gola dal vento o la testa dal sole. Ma è nel 1900 che nasce il foulard come lo intendiamo noi, come accessorio pratico ma di classe, perché lo si indossava non solo per nacondere una scollatura non adatta alle funzioni religiose o per coprire i capelli ma anche per rendere un look più elegante e raffinato.
    E’ il 1937. Il geniale e rivoluzionario Emile Maurice Hermès, traendo ispirazione dal fazzoletto da collo portato dai soldati napoleonici, realizza il suo primo esemplare in seta di foulard da donna con dimensioni 90x90. Lo chiama “carré”. il vero segno di svolta si ha con l’incontro tra il patron della maison e Marcel Gandit, tessitore di Lione, che mette a punto un sistema di stampe con cui è possibile riprodurre su seta stampe elaborate anche nei minimi dettagli. Messo a punto, il sistema è talmente perfetto che non viene mai cambiato fino ai giorni nostri.
    Conferisce a questo “quadrato di seta” una connotazione innovativa, concependolo come fosse una tela di pittore sulla quale esprimere creatività e immaginazione. Il semplice accessorio è così tramutato in prezioso e insolito gioiello tessile.
    Dopo il 1948, anno in cui il carré entra definitivamente nel mondo Hermès, altre prestigiose case di moda introdurranno il foulard nelle loro collezioni. In Italia: Gucci, Pucci, Ferragamo, Roberta di Camerino. In Francia: Chanel, Dior, Saint-Laurent, Givenchy, Vuitton.
    Gli anni sessanta lo vedranno diventare un vero e proprio oggetto di culto. Saranno Audrey Hepburn, Brigitte Bardot, Sofia Loren, Jacqueline Kennedy Onassis, Grace Kelly, icone di stile e raffinatezza, a renderlo famoso e desiderato. Lo slancio del mondo dell’arte nei confronti di questo pregevole emblema della moda si è fatto sempre più evidente. Nel tempo, strumento di interessanti sperimentazioni artistiche, si è rivelato uno straordinario veicolo espressivo. Grandi artisti del passato hanno dipinto foulard che rappresentano autentici capolavori. Sono: Matisse, Dalì, Buffet. In tempi più recenti, dal 1960 al 1981, Vittorio Accornero de Testa, straordinario illustratore italiano del Novecento, ne ha disegnati circa ottanta, esclusivamente per Gucci. Una delle sue più note creazioni, il modello “Flora”, ispirato alla Primavera del Botticelli, è stato creato per Grace Kelly nel 1966.

    Il foulard è realizzato in vari materiali, seta, cotone o lana. L'attenzione ai particolari è necessaria. Per disegnare un foulard i laboratori ci si mette molte ore, lo stesso per la scelta di colori e per la preparazione della stampa. Gli artigiani foto incisori ne impiegano altrettanti per realizzare un disegno. Per foulard di grande pregio sono necessari molte ore di lavoro, nella fase creativa, nello studio dei temi e dei oggetti, nelle varianti dei colori e nella stampa. Le misure di un foulard possono essere diverse: si va dallo scialle 140 x 140 cm al carrè classico Hermès 90 x 90 cm ai tagli più diffusi 100 x 100 cm e 70 x 70 cm, fino alla taglia gavroche 45 x 45 cm. In Italia sono realizzati per la maggior parte a Como da laboratori che producono anche in proprio su stilismo interno, esemplari ammirati per le loro stampe ricchissime ottenute con lungo procedimento in stadi successivi, tanti quanti sono i colori prescelti.

    ..nella storia antica..


    Accessorio antichissimo, appare in Oriente, già nelle sculture cinesi della dinastia Chu mille anni prima di Cristo mentre sono le statue di terracotta dell'esercito dell'imperatore Qin Shihuang a ricordarci come già nel III secolo a.C. la loro divisa comprendesse una specie di sciarpa morbida e spessa, di cui talvolta si indovinavano i vivaci colori. A Occidente è la Colonna Traiana del II secolo d.C. a raccontarci di come i soldati romani si proteggessero la gola dalle intemperie mediante il "focale" una striscia di tessuto fermata da passanti; indumento che però, soldati a parte, era considerato femminile. I romani portavano anche il sudarium infilato alla cintura per detergersi il viso e il collo e l'orarium legato al polso sinistro per manifestare tripudio al Circo Massimo, per applaudire i campioni o per sottolineare i passaggi migliori dellÕarte oratoria. I più bei foulards che oggi diremmo di lusso, venivano importati dalla Spagna, secondo quanto ci tramanda Catullo. Forse da questo momento le strade di quelli che diventeranno uno foulard e l'altro cravatta si dividono, e da semplice protezione passeranno ad essere indicatori di un determinato status sociale e addirittura elementi indispensabili nelle funzioni religiose. Già nel Quattrocento le donne sposate erano solite ricoprirsi il capo con un semplice telo quadrato, soprattutto nei riti religiosi. Il velo ha sempre avuto grande importanza, fino a pochi anni fa era impensabile che le donne partecipassero ad una messa senza velo, e anche se oggi nel mondo occidentale non esiste pi quest' obbligo, è ancora diffuso l'uso. Il velo più significativo è quello da sposa. Nel rinascimento, i fazzoletti erano molto in voga. Alle donne piacquero molto i fazzoletti da testa: alle popolane dell'Europa meridionale, della Russia della Cina, dell'India. Li sfoggiavano nei campi per raccogliere la capigliatura, per vezzo (il foulard trionfa nei costumi tradizionali) e certo, per ripararsi. Ben presto se ne produssero di raffinati decorati con filo d'oro e la bellezza delle donne che lo indossavano veniva esaltata anzichè occultata. Con lo stesso scopo il fazzoletto da testa si mise anche al collo, si chiamò "fisci" e servì alle signore per velare una scollatura troppo sfacciata. Furono i mercenari croati nel 1660, con i loro servigi a Luigi XIV a portare in Francia il loro segno di distinzione intorno al collo, una striscia di stoffa pi o meno preziosa a seconda del grado nell'esercito, cravatta sarà il suo nome definitivo. Secondo alcuni studiosi del costume, il foulard per eccellenza trae d ispirazione dal foulard indossato dai soldati di Napoleone.

    Il poeta con il foulard
    attraversa i ponti
    si sposta nella gauche
    si ferma sul marciapiede.
    Il poeta con il foulard
    comincia a leggere
    le sue poesie d’amore
    i suoi versi appassionati.
    Il poeta con il foulard
    rincorre l’amore di un giorno
    cerca l’amore eterno
    nella città dell’amore.
    (Giuseppe Monteleone)

     
    Top
    .
38 replies since 29/1/2012, 09:53   37759 views
  Share  
.