LA STORIA DELLA MODA

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  1. gheagabry
     
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    100 anni di reggiseno, da corsetto a push up



    Dal corsetto al push up, il reggiseno, indumento intimo femminile per eccellenza, compie 100 anni. Una data che ufficialmente ricorre nel 2012, ma in realtà ha origini molto più lontane. .... Ma la storia del reggiseno, la cui evoluzione ha portato al 'push up', può arrivare molto più indietro di un secolo. Perfino il poeta Marziale citava lo 'strophium', antenato dell'attuale reggiseno usato dalle cortigiane dell'antica Roma, come "trappola a cui nessun uomo può sfuggire, esca che riaccende di continuo l'amorosa fiamma". Simbolo di femminilità e seduzione, a livello di costruzione il reggiseno è complesso come un'opera d' ingegneria. Può arrivare ad essere composto anche da 50 pezzi assemblati. Nell'ambito del suo centenario La Perla interviene a circa metà percorso, visto che il primo laboratorio della griffe venne fondato nel 1954 da Ada Masotti, abile bustaia allevata nel miglior atelier di Bologna, in un momento in cui la vestibilità del capi non poteva affidarsi alle fibre elastiche ma solo alla modellazione.(Patrizia Vacalebri, ansa)



    Per trovare precise origini del reggiseno bisogna partire dalla alla Belle Epoque quando le signore della "buona societa'", secondo la moda francese, non mancano di adottare lunghe vesti aderenti, a collo alto, che valorizzano il petto prominente.
    A questa rivoluzionaria liberazione del busto, seppure votata all'insuccesso, segue nel 1912 l'invenzione del reggiseno. La ditta Diana-Slip fa ricorso ai vecchi maestri bustai: la guaina, tessuta a telaio senza filo di gomma, contiene il reggipetto in cotone ripreso ad uncinetto. La Francia, col modello "Pregermain" mette invece sul mercato reggiseni elasticizzati senza spalline. I colori in voga sono il salmone, il corallo chiaro e il rosa pastello. Il nero, che fino alla guerra veniva tranquillamente portato dalle "signore perbene", diviene ora il colore del vizio. Comunque, il reggiseno, cosi' come lo conosciamo oggi, cioe' con le spalline e le coppe, fu l'ereditiera americana Mary Phelps Jacob, nipote di Robert Fulton, a inventarlo, proprio per rispondere a una semplice e banale esigenza: poter indossare un abito molto scollato e trasparente senza mostrare il corsetto sottostante.



    La giovane dichiarò: "non posso dire che il reggiseno cambierà il mondo come il battello a vapore del mio antenato, ma quasi". Questa curiosa affermazione, rilasciata nel 1912, ha in sè un po' di verità: in fin dei conti la prima forma "ergonomica", che modellava il corpo femminile senza costringerlo, fu proprio quella ideata dalla ragazza americana.Proprio mentre le donne stavano per ottenere il voto e lottavano per i diritti come persone. Forse quella ragazza di New York, senza neanche accorgersene, aiuto' le donne ad emanciparsi e il suo reggiseno ha conquistato il mondo.

    Con l'arrivo delle fibre sintetiche, cominciano a scatenarsi anche gli stilisti. Christian Dior, Balmain e Paquin, tentano di rilanciare la guaina senza risultato. Esplode invece il carioca: tre semplici listarelle di nylon o pizzo, che provvedono a valorizzare e rendere i seni simili a vere e proprie coppe.
    De Sica del resto, in quegli anni, nel divertente film "Altri tempi" di Blasetti, scopre le "bocce maestose" della Lollo. Bocce, probabilmente valorizzate da sapienti reggiseni-bustino o da impunturati pagliaccetti, che suggeriscono ai francesi l'idea di chiamare "Lollo" ogni mammella. Termine tuttora esistente nel vocabolario e nel costume. Alle soglie degli anni Sessanta, Brigitte Bardot, che incarna l'erotismo tra l'ingenuo e il sofisticato, osa farsi fotografare con sensualissimi reggipetti a balconcino, fortemente imitata dalle giovanissime con grande scandalo delle madri.




    Ha compiuto cent’anni. Negli anni ’70 le femministe lo hanno bruciato in piazza. Negli anni ’80, epoca delle donne rampanti, sembrava aver perso il suo ruolo nella seduzione. Finchè l’ingegneria aeronautica ha fatto nascere il reggiseno push-up ha fatto esplodere una vera ma pacifica guerra. A colpi di reggiseno, tra modelli che esaltano il seno e quelli che lo appiattiscono.

    .. nel corso del tempo il reggiseno ha assunto significati sempre diversi..

    Eppure, una ventina d'anni fa, nel periodo della grande esplosione femminista, donne di ogni ceto ed eta', persino Jane Fonda, facevano dei pubblici falo' coi reggiseni quasi a parodiare i famigerati roghi subiti dalle streghe.
    Se Rita Hayworth viene ricordata come "il seno" o Lana Turner come "il pullover", probabilmente Carmen Russo, Francesca Dellera, Serena Grandi o Sabrina Salerno verranno ricordate come "il reggiseno".




    Cosi', anche il reggipetto di qualche diva nostrana finira' accanto a quello di Madonna nel Museo Frederick's of Hollywood a Los Angeles, sorto lo scorso anno nella citta' dei sogni di celluloide, per mano del titolare dell'omonima azienda che da oltre quarant'anni confeziona e vende reggipetti di ogni tipo e qualita'.

    Oltretutto sembra che il reggiseno sia un articolo molto richieste acquistato dlle donne come antidoto alla depressione. "Quando c'e' stato il crollo di Wall Street", afferma orgogliosa Russ Frolov, la direttrice del noto magazzino, "la nostra compagnia ha notevolmente incrementato il fatturato.

    Ma il reggiseno fu per le donne anche un indumento di potere... Nel 1946, a Silvana Pampanini, allora ventunenne, anche se non divenne Miss Italia, la giuria fu costretta a consegnare un curioso attestato: "Non ha vinto ma e' bella quanto la vincitrice" (Rossana Martini). A colpire soprattuno il pubblico e la giuria furono i suoi prosperosi seni inguainati dalle neonate fibre artificiali. Era iniziata l'era delle maggiorate. Si usciva del resto da una guerra tremenda, e il seno abbondante era indice di prosperita'. E i reggiseni, per il perfezionamento dei materiali che li compongono, lo valorizzavano ancora di piu'. Al punto di arrivare a veri e propri eccessi come nel caso di Silvana Di Stefano, gia' Miss Claviers 1949 che, per ottenere il titolo di Miss Italia, mise della bambagia nel reggipetto. Scoperto il trucco, venne eliminata all'istante. "Non volevo vincere per ambizione", si giustifico' la mancata miss, "ma soltanto per essere presentata al mio idolo Ernest Hemingway che soggiorna in vacanza proprio qui, a Cortina D'Ampezzo, dove si tiene la finale".
    (rossoscarlatto)






    Se andiamo in ordine cronologico, il corsetto è il suo ultimo predecessore: era una sorta di busto con stecche di balena che aiutava a modellare la reale silhouette femminile a seconda delle mode dell'epoca.
    La più celebre silhouette "modificata" fu quella proposta dal primo stilista della storia della moda, Charles Worth, che nell'Inghilterra dell'800 propose con i suoi modelli una donna dalla vita da "vespa", stretta (o costretta) all'interno del busto.

     
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38 replies since 29/1/2012, 09:53   37759 views
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