LA STORIA DELLA MODA

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  1. gheagabry
     
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    La storia del

    COSTUME DA BAGNO



    Ora come ora le spiagge sono affollate di costumi, interi, bikini, e anche topless, di mille colori e forme, che mettono in mostra il corpo di una donna, rendendolo più bello e permettendole di prendere il sole e di fare il bagno in tutta libertà. Ma fino a due secoli fa non era così. La sua storia inizia nell’agosto del 1812, in Normandia, quando la regina d’Olanda, Ortensia del Beauharnais sfida le onde, vestita da testa ai piedi con un abito lungo e pesante, tunica e pantaloni sotto, e ovviamente il corsetto che non facilita certo la respirazione. Per nessuna ragione al mondo in spiaggia o magari da bordo di una barca di pescatori, alcuno avrebbe dovuto vedere centimetri di pelle bianchissima della dama. Finalmente nel 1824, Carolina di Berry, figlia di Francesco I, moglie di Carlo Ferdinando di Borbone è la prima ad indossare un abito per entrare in acqua: cappello, ombrello, guanti, abito di panno pesante, calze di lana e scarpe di vernice.
    La pelle abbronzata non era ben vista tra le dame, che continuavano ad avere pelle bianchissima. L’abbronzatura era, infatti, tipica di chi non poteva ripararsi dal sole, quindi la povera gente. Pian piano l’abbigliamento da mare si accorcia, e arriva fino al ginocchio. Nel 1904 il celebre sarto parigino Poiret decreta la fine del corsetto e del busto. Ed ecco nelle spiagge abiti che si adagiano direttamente sulla pelle, perfetti per la spiaggia. Nel 1906 la nuotatrice australiana Annette Kellerman, durante una gara negli Stati Uniti, presenta sì un costume intero, ma che lasciava addirittura scoperte le cosce, perfetto per nuotare libera. E nel 1920 Coco Chanel fa nascere la moda della “tintarella”. La pelle doveva essere abbronzata.
    La donna di Chanel porta pantaloncini corti e ha le braccia nude. E si lancia l’allarme: su una rivista compare “I costumi da bagno tendono a zero. Trionfo della nudità. Cosa sarà nel 1933?”. La vera rivoluzione avviene nel 1946, quando, a Parigi, l’ingegnere Loius Reard inventa (è proprio il caso di dirlo) il bikini.
    Costume a due pezzi che permette di lasciare la pancia scoperta. La prima donna ad indossarlo fu Micheline Bernardini, una ragazza che ora chiameremmo “lap dancer”. Furono due le dive che portarono il bikini in giro per il mondo: Brigitte Bardot, a metà degli anni Cinquanta, dalle spiagge di Saint-Tropez, e Marilyn Monroe, nel film Niagara del 1953. Fu solo però grazie a Margaret d’Inghilterra, figlia della regina Elisabetta che il bikini divenne davvero il costume occidentale, quando si fece immortalare dai fotografi in due pezzi mentre sbarcava dallo yacht dell’Aga Khan a Porto Cervo. Da lì in poi il bikini è indossato praticamente da ogni donna.



    ....tutto cominciò con una bomba.....


    All'inizio fu una bomba. Anzi, due bombe: quelle all'idrogeno sganciate nel luglio del 1946 dagli americani su un atollo della Micronesia. Bikini, per l'appunto. Pochi giorni dopo, un geniale quanto sconosciuto sarto francese, Louis Réard, sgancia dai bordi della piscina Molitor di Parigi una nuova moda per l'estate: invece del costume intero, faticosa conquista di decenni di «lotte femminili», un due pezzi destinato ad avere l'effetto di una bomba sulle usanze dell'epoca. E che dunque decise di chiamare «bikini»....La storia del due pezzi comincia nel Dopoguerra. Ed è indissolubilmente legata ad alcuni dei nomi più seduttivi della storia italiana e internazionale: le dive del cinema. Fu Lucia Bosè (foto sotto a sinistra), nel 1947, a far conoscere agli italiani il brivido da bikini, dalla passerella di Miss Italia che la premiò con il titolo. Ma si trattava di un costume che oggi (certo non allora!) potremmo definire «da educanda»: lo slip, per esempio, copriva con attenzione l'ombelico. Mai tabù sono fatti per essere sfidati. Era stata «La scandalosa Gilda», ovvero Rita Hayworth, l'anno precedente, a far cadere per prima il tabù ombelicale.
    Una nuova usanza che ben si sarebbe sposata con il nascente due pezzi. E forse non è un caso che su una delle bombe sganciate sull'atollo, qualche soldato sedotto da Rita Hayworth attaccò proprio una foto di Gilda danzante. Scoppiò così la moda del bikini tra le donne dello spettacolo, «perfido» strumento di seduzione che però stentava a decollare tra le donne «normali»: tramontata l'epoca delle monarchie, la spiaggia era ormai un luogo aperto a tutti. Ma l'atteggiamento verso la nudità, cioè il comune senso del pudore, per quanto in evoluzione, viveva continui arretramenti. Presi di petto, è il caso di dirlo, dalle ragazze più libere che non temevano la riprovazione popolare (o delle autorità) indossando il bikini. Ma non tutte erano così......Anche qualche diva stentava a osare. Come l'ex campionessa di nuoto Esther Williams che, negli anni '50, si rifiutava di indossarlo nei suoi film. Almeno, fin quando non furono i produttori hollywoodiani a imporglielo per contratto. In Italia, il seducente costume fu sdoganato da Sofia Loren , che con un due pezzi di raso sbaragliò la concorrenza vincendo il titolo di Miss Eleganza nel 1950... Furono quindi altre due vere bombe di fascino a portare il bikini in giro per il mondo: Brigitte Bardot (foto a destra), a metà degli anni Cinquanta, dalle spiagge mai così calde di Saint-Tropez, e Marilyn Monroe, che nel film «Niagara» (1953) riuscì nell'ardua impresa di togliere il fiato al mondo.
    (dal web)


     
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38 replies since 29/1/2012, 09:53   37759 views
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