IRAN

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. gheagabry
     
    .

    User deleted



    CHIESA ARMENA, Iran



    scatto di Peter Kerber

     
    Top
    .
  2. gheagabry
     
    .

    User deleted



    YAZD



    Yazd è una tranquilla cittadina situata a 1200 metri di quota, al margine di due immensi deserti: uno salato e uno sabbioso (meglio conosciuto come quello della Polvere).
    Le origini della città si perdono nella notte dei tempi. Gli abitanti vantano dire che la loro è la città più antica del mondo, il luogo mostra testimonianze abitative risalenti a 7000 anni fa!
    Tutto ha il colore dell’argilla, un colore mattone che spicca in caratteristiche costruzioni, diffuse in tutto il paese, ma che conservano un fascino storico e architettonico del tutto particolare, come le celebri Torri del Vento (i Badgìr), costruzioni antichissime, progettate con grande perizia per sfruttare al massimo ogni piccolo soffio di vento, che è ingegnosamente incanalato verso il basso, raffreddandosi sopra una vasca d’acqua fredda, mentre l’aria calda interna viene fatta salire e uscire tramite altre aperture. Il tutto crea un’aerazione naturale perfetta e davvero magistrale. La città vanta poi una delle più imponenti moschee dell'Iran, la Moschea del Venerdì (Masjed-e Jamè) che risale al XV secolo, e fu costruita sulla struttura di un edificio anteriore, probabilmente del XII secolo (a sua volta ricavato da un antico tempio del fuoco zoroastriano). Il maestoso portale d’ingresso, interamente rivestito di sfavillanti piastrelle azzurre, è fiancheggiato da due splendidi minareti (i più alti di tutto l’Iran), e reca un’iscrizione del XV sec.


    ....ZOROASTRO....

    Yazd è la capitale della religione zoroastriana, fondata, quasi 3000 anni fa, dal profeta-filosofo Zoroastro (meglio conosciuto in occidente come Zaratustra, reso celebre da un poema sinfonico di Strauss), uno dei più grandi innovatori che abbia avuto l'impero persiano, la cui vita è avvolta dalla leggenda.
    Nacque, sembra, nell'attuale Iran occidentale, fra il 1000 e il 500 a.C. Abbandonò la casa natale a vent'anni, per dedicarsi a contemplazioni religiose sui monti e nel deserto, fino ad avere, fra i 30 e i 40, la rivelazione da parte del supremo dio Ormazt.
    Quindi dedicò il resto della sua vita a diffondere in tutto il paese il suo messaggio profetico, che è seguito fedelmente, solo in Iran, da oltre 20.000 seguaci. Si tratta di una delle prime religioni monoteiste della storia, che ha influenzato quella della Persia per oltre 2000 anni, fino alla conquista araba e all’avvento dell’islamismo. Si ritiene che addirittura i mitici re magi, venuti dall’Oriente per rendere omaggio a Gesù, fossero sacerdoti zoroastriani. La dottrina predica l’esistenza di un Dio onnipotente e invisibile, Ahura Mazda, che nei secoli sarebbe diventato il simbolo stesso del potere imperiale persiano. E sempre Ahura Mazda avrebbe chiesto ai seguaci di pregarlo in direzione della luce, luce che gli antichi identificarono con il fuoco, cui sono dedicate tutte le cerimonie rituali. La comunità zoroastriana è pacifica ed ospitale, e accoglie con calore i rari turisti nelle loro semplici case, una cui stanza è sempre dedicata a funzioni di piccolo tempio, dove svolgere le preghiere e i semplici riti. A Yazd esiste il più importante tempio di questa religioneella comunità zoroastriana, in cui è conservato il fuoco sacro che arde da quasi 2500 anni (più precisamente la leggenda vuole che sia stato acceso nel 470 a.C.). E sempre intorno al fuoco si svolge qualsiasi rito zoroastriano, fatto di semplici gesti rituali in un clima di straordinaria socialità e pace. Alla periferia della stessa Yazd, poi, è molto interessante visitare l'antica città zoroastriana, costruita all'ombra delle mitiche Torri del Silenzio, luoghi funerari intimamente legati al credo di Zaratustra. La dottrina, infatti, vieta ai zoroastriani di gettare alcunché di vivo in terra per non inquinarla. Lo stesso vale per l'aria, quindi, per i morti, l'usanza era quella di deporli in cima a queste torri lasciando che il tempo e gli uccelli provvedessero alla loro sepoltura. Un'usanza conservata fino a 50 anni fa.

    ....la sposa del deserto....



    "Tra i ricordi c’è un racconto leggendario. Una città, i suoi colori e le sue arsure. Dei bambini seduti in cerchio su un prato in primavera… e una voce persasi prematuramente nel vento ormai qualche luna fa. Lo sguardo è tremolante come l’aria incandescente, cammelli sonnolenti avanzano blandamente per la strada, senza fretta, c’è tempo. Si aprono le dune e s’avvicina un’oasi. Case rosse di terra, magnifiche torri del vento si stagliano nel cielo, azzurro…
    Ci troviamo in Iran, nella città di Yazd.
    Chiamata dai locali “la sposa del deserto” (arus-e kavir) poiché situata in un’oasi fra i deserti del Dasht-e Kavir (salato) e del Dasht-e Lut (sabbioso), sorge a 1.216 metri s.l.m., è la più arida tra le città iraniane e se d’estate si possono registrare temperature superiori ai 40°C, d’inverno invece, nonostante dei picchi in ribasso sotto gli 0°C, il clima è generalmente mite.
    Importante centro dello Zoroastrismo (l’antica religione dell’Iran preislamico) già in epoca sassanide, deriverebbe il nome attuale proprio da un re di questa dinastia: Yazdgar I (399-420/421 d.C.).... in questa città le case hanno sul tetto le cosiddette “torri del vento” (badgirs), delle specie di comignoli (over size e arabeggianti) che anziché cacciar fuori il fumo della legna che arde, tirano dentro l’aria esterna così da rinfrescare l’ambiente, meglio (sotto tutti gli aspetti) dei condizionatori moderni, nelle calde giornate estive.
    La città, dopo 3000 anni di storia, si è saputa ben adattare all’ambiente desertico che la circonda. Non a caso i costruttori di qanat (labirinti sotterranei che trovano l’acqua nel sottosuolo e riescono a renderla fruibile dalla popolazione) di Yazd sono considerati i più abili in tutto l’Iran. Ed esistono persino degli esempi di yakhchal (‘fossa del ghiaccio’), di cui alcuni ancora usati per la conservazione del ghiaccio proveniente dalle montagne vicine (la più alta è quella dello Shir Kuh, che supera i 4000 metri). Attività eccellenti e famose di Yazd sono quella tessile (soprattutto nel trattamento della seta), informatica e… dolciaria. Pare che i suoi pasticceri siano gelosissimi delle ricette delle leccornie tradizionali (baghlava, ghotab e pashmak i più richiesti) e alcuni laboratori rimangono a conduzione famigliare ormai da molti anni. Al mio ricordo quei sapori mai assaggiati non dispiacevano…

    Stavamo tutti lì, attenti, gli sguardi sospesi nelle sue pause, mani in grembo e gambe incrociate, con il cuore ormai lontano, insieme al suo. Ci siamo persi tra le vie della città vecchia, i cui edifici sono tutti costruiti con adobe (un impasto di argilla, sabbia e paglia) che dà al paesaggio quel tipico colore rossastro. Abbiamo curiosato nella parte nuova della città, con larghi viali, abitazioni in mattoncini beige, rondò e giardini curati. Abbiamo guardato dal basso verso l’alto la Torre del Silenzio. Qui, fino agli anni Settanta, gli abitanti portavano i loro defunti che venivano dilaniati dagli avvoltoi. Tale cerimonia, presieduta da un sacerdote, è l’unica possibile poiché il fuoco e la terra sono due elementi sacri per la religione zoroastriana (una delle prime monoteiste e ancora oggi professata da una minoranza dei locali), e vengono quindi a mancare la cremazione e la tumulazione.
    Vola il ricordo sui bellissimi tappeti di Yazd, sui minareti, sulla Tomba dei dodici imam, su Ateshkadè (il Tempio del Fuoco) dove è conservata (e protetta da una bacheca di vetro) la fiamma sacra che arde (dicono) ininterrottamente dall’anno 470 a.C. e che qui fu posta nel 1940. Vola il ricordo e si posa sulla splendida Moschea del Venerdì (Masjed-e Jame', XIV secolo), dall’imponente portale d’ingresso interamente rivestito da piastrelle di maiolica e dalle forme slanciate e grandiose. È dall’alto di questo edificio che si può godere di un suggestivo panorama della città.

    In nessun altro luogo dell’Iran, come a Yazd, fuoco, acqua, terra e aria si fondono così armoniosamente tanto da essere parte integrante della sua architettura, come dimostrato da quanto già scritto. A dirla tutta nessun’altra città, forse, è così visceralmente iraniana…

    Vedo, come se fosse davanti a me ora, le sue mani che crepitano, ondeggiano come ali, scorrono come fiumi, molleggiano come cammelli sotto il caldo del deserto. Il racconto si riavvolge, siamo di nuovo a casa, è ancora primavera. Sorride la sua voce. Noi, bambini, abbiamo visto Yazd con i suoi occhi. Gli occhi di un viaggiatore ormai impegnato su altre vie, ben oltre il cielo della sposa del deserto.
    (di Giulia Gabriele)
     
    Top
    .
  3. gheagabry
     
    .

    User deleted



    171952326-8289ff4e-9c42-4542-bed3-336354bdfcc1
    Fotografia di Arash Ashkar

    La foto è stata scattata nella Moschea Vakil a Shiraz, Iran, una delle strutture architettoniche più sorprendenti dell'epoca di Zandid.




    national geographic
     
    Top
    .
2 replies since 15/1/2012, 18:43   540 views
  Share  
.