i bimbi ed il natale..e' festa!!!!

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  1. gheagabry
     
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    Caro Gesù, questo Natale non ti chiederò la pace nel mondo, tanto ci sarà sempre un popolo che ne opprimerà un altro. Non ti chiederò di sfamare l’umanità, comunque qualcuno approfitterà sempre del più debole. Non ti chiederò che tutti si possano accettare e non ci siano più differenze tra gli uomini.
    No, non ti chiederò niente di tutto questo!
    Vorrei solo che mi rendessi capace di guardare il mondo con gli occhi di un bambino, di avere sempre un sorriso per chi mi passerà accanto, di saper consolare un amico che ha pianto, di non vedere più il bianco ed il nero, l’alto e il basso, l’orientale e l’occidentale, ma un unico grande popolo che cammina, tenendosi la mano, verso un futuro fatto di pace e felicità.
    (Roberto, dal web)


    Il Natale visto dai bambini.


    C' è un giorno durante l' anno in cui le baby sitter non esistono. Perché almeno a Natale arriva il momento di prenderli per mano, i bambini, e far loro compagnia nelle cose che più amano. I burattini, i cartoni animati non in dvd ma su grande schermo, gli animali non in televisione ma in carne ed ossa, Babbo Natale non appiccicato all' albero ma dal vivo, tutto da toccare, stropicciare, coccolare.

    Un bimbo era in giro con sua madre a visitare i presepi della sua città. Rimase affascinato da un presepio fatto a regola d’arte, con paesaggi surreali, fatto di montagne di carta pesta, di case, di ponti e di luci colorate. Si mise a fissare ad uno ad uno i tanti pupazzi diretti alla grotta, mentre sua madre gli faceva notare che ciascuno recava un dono per il Bambinello Gesù come dimostrazione di amore. Allora il bimbo si accorse di essere a mani vuote. “Tutti hanno portato qualcosa – pensò - solo io sono senza doni” e mentre faceva questo pensiero si fece più accosto alla grotta e davanti al Bambino della mangiatoia: “Domani ti porto una cosa bellissima – fece - ti porto il mio nuovo game boy e due giochi che non ha ancora nessuno”.
    Il Bambino del presepio scuotendo la testa, gli sorrise dicendo: “Non voglio il game boy, portami invece il tuo ultimo tema in classe”. “Veramente… - balbettò il bambino - … il maestro me l’ha dato da rifare!”. “Non importa – disse Gesù – proprio per questo me lo devi portare, io sono venuto apposta per aggiustare le cose, per rifarle di nuovo e poi….. vorrei ancora un’altra cosa da te, portami la tua tazza del latte”. “La mia tazza del latte?? Ma è rotta!”- fece meravigliato il bambino. “ Appunto! Non ti ho appena detto che io aggiusto le cose? Tu puoi portarmi tutto quello che si rompe nella tua vita ed io te l’aggiusterò… A proposito, vorrei sapere ancora una cosa, come s’è rotta la tazza del latte? “. Questa volta il bimbo fece molta fatica a parlare e scoppiando in lacrime confessò: “ Ho detto una bugia alla mamma, non s’è rotta da sola, ma in realtà l’ho gettata io per terra; perché ero arrabbiato” . “Bravo, volevo proprio questa tua risposta in modo da poterti perdonare. Sono venuto al mondo appunto per insegnarti la via del perdono quando sei cattivo, dispettoso e bugiardo e lo faccio perché io ti voglio bene”. Gesù sorrise a quel bimbo che ora era rincuorato e poteva raggiungere la mamma che, confusa tra la folla dei visitatori, ora lo stava cercando.
    (maestrocastello)


    E poi…
    Mannaggia, e siamo arrivati anche al giorno di Natale e poi è Santo Stefano… che poi, non ho capito bene, ma bisogna dire anche Buon Santo Stefano?
    E poi… mi viene in mente con "e poi… " quello dei bambini, quando racconti loro una storiella… ieri ero con la mia nipotina di tre anni e mezzo appena, e seduta accanto a me, tenendo il mio pollicione nella sua manina, mi raccontava della festa che avevano fatto all’asilo nido, dove le femminucce facevano la parte delle caprette e i maschietti quella del lupo ed io le chiedevo: "ma come, il lupo non mangia le caprette?" e lei sbarrando gli occhi: "Ma no, che dici mai… pensare che il lupo sia cattivo significa essere prevenuti, e siccome noi non lo siamo, le caprette non hanno paura del lupo e il lupo non ha voglia di mangiare le caprette..."
    Che tenera… magari fosse così nella vita reale… e allora le ho raccontato del Piccolo Principe, di quando aveva chiesto di disegnare una pecora… e mentre parlavo, lei mi guardava con i suoi occhioni e appena mi fermavo, subito pronta "e poi…?"
    E poi… come quando c’era ancora "lei", ed io la guardavo per come era bella e le dicevo che l’amavo… lei, chinando la testa da un lato, con un sorriso birichino subito pronta rispondeva: "E poi?"… soltanto voglia di sentirselo dire ancora… soltanto voglia di sentirselo dire ancora, e poi …
    Chissà come mai oggi riesce difficile dirlo quel "e poi", ma anche sentirlo, a dire il vero, tanta poca è la voglia di dire due parole, di raccontarsela un po’ come si faceva un tempo, senza problemi, così semplicemente… incontri un vicino, con un sorriso lo saluti e poi… finisce tutto lì.
    Forse mi sento anch’io un po’ bambino, comunicare, sognare sulle cose un po’… ma, secondo voi, i grandi se lo ricordano di essere stati anche loro dei bambini?
    (nonno Archimede..Arthur)




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28 replies since 24/12/2011, 11:02   6284 views
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