PERSONAGGI, INVESTIGATORI NELLA LETTURATURA e NEL CINEMA

S.HOLMES, POIROT ...e 007

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  1. gheagabry
     
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    "Adesso la domanda è questa – disse. – Può sbagliarsi Hercule Poirot?
    Nessuno può avere sempre ragione
    – rispose la signora Lorrimer in tono gelido.
    Io, invece, sì – disse Poirot – ho sempre ragione.
    Succede tanto invariabilmente che me ne stupisco io stesso."


    HERCULE POIROT

    "..era un tipo che a vederlo era difficile non ridergli in faccia.
    Pareva una macchietta da teatro o da cinematografo.
    Alto poco più di un metro e mezzo, grassoccio,
    piuttosto anziano,
    con un enorme paio di baffi e una testa simile a un uovo..."


    Hercule Poirot è alto poco più di un metro e sessanta, grassoccio, piuttosto vecchio, ma non gli è mai stata attribuita un'età precisa. Le sue qualità positive sono molte ma le più evidenti sono: calma, riflessione, precisione e perspicacia.
    La sua testa è a forma ovale, simile ad un uovo, e la tiene sempre leggermente inclinata verso destra. Ha le labbra incorniciate da baffi alla militare arricciati sulla punta, dei quali ha molta cura, tanto da portare in tasca uno specchietto per poterseli ritoccare. I pochi capelli rimasti sono neri e per ravvivarne il colore non usa una tintura, bensì un tonico. Un giorno, per via del suo aspetto curatissimo, qualcuno ha addirittura pensato che fosse un parrucchiere piuttosto che un poliziotto in pensione (ne "l'assassinio di Roger Ackroyd"). Il suo abbigliamento è sempre rigorosamente preciso e perfetto: una macchia, un granello di polvere gli darebbero fastidio più di una ferita.

    "I miei migliori amici sostengono che sono pieno di me"
    "Ebbene, conosco la mia abilità...
    Ho sistemi tutti miei: ordine, metodo, celluline grige..."


    Come dichiara lui stesso in più di un'occasione, prova una profonda repulsione verso le armi in quanto secondo lui l'uso della violenza sminuisce la grandezza umana che può essere espressa al meglio con il ragionamento e la deduzione proprie di un vero detective. Come investigatore ha un fiuto straordinario e riesce a risolvere i casi più intricati. Ha un sistema di indagine che rispecchia la sua personalità: ordine, metodo e "celluline grigie". Non è un sentimentale,anche se sembra essersi infatuato della contessa Vera Rossakoff, ma un logico, odia l'inspiegabile e finisce sempre per spiegarlo. Una delle sue frasi più famose, tratta dal romanzo Non c'è più scampo, è "L'omicidio è un'abitudine".

    ...biografia...


    Hercule Poirot si trasferisce come profugo di guerra nel 1914 in Inghilterra dal nativo Belgio dove era ispettore di polizia. Poco o nulla si sa della sua famiglia d'origine, ma nel romanzo Due mesi dopo si viene a sapere che sua nonna paterna aveva il nome di Marie e in Poirot e i Quattro viene citata sua madre Madame Poirot, dove si scopre che è morta. Nel romanzo Poirot e i Quattro si viene a sapere che trascorse la sua infanzia presso la città di Spa dove si trovava la casa della sua famiglia che, come descrive la stessa Christie in Tragedia in tre atti, era numerosa ma non ricca.

    « Gustave […] non è un poliziotto.
    Io ho avuto a che fare con i poliziotti tutta la mia vita e io conosco il vero poliziotto.
    Si può passare per detective ma non per poliziotto. »
    (Hercule Poirot ne "Il cinghiale d'Erimanto" (1940)


    Poirot aderì da adulto alle forze di polizia belga ricordando più tardi ne "Il leone Nemeo" (1939) di un caso risolto in Belgio nel quale "un ricco produttore di sapone […] avvelenò la moglie per sposare la sua segretaria".È l'ispettore Japp a fornirci alcuni indizi sulla carriera di Poirot nella polizia belga presentandolo ad un collega:

    « Mi ha mai sentito parlare di Poirot?
    Fu nel 1904 che lavorammo per la prima volta insieme
    per il caso Abercrombie mentre mi trovavo a Bruxelles.
    Ah, quelli erano bei tempi Moosier.
    E poi ti ricordi il "barone" Altara? Là era presente il signor Poirot. »
    (Poirot a Styles Court, capitolo 7)


    In Doppia colpa Poirot menziona il fatto che egli era capo della polizia di Bruxelles sino alla Grande Guerra. Poirot si ritirò dalla polizia belga all'epoca del suo incontro con Hastings nel 1916 quando, con Poirot a Styles Court diede inizio alla sua carriera come investigatore privato in Inghilterra.

    "L'investigatore non è necessariamente un uomo che si appiccica ad una barba falsa e si nasconde negli angoli bui... Questa roba è vieux jeu, buona per gli infimi rappresentanti della mia classe... Non ci si può occupare del crimine senza tener conto della psicologia... Non è tanto il delitto in se stesso che mi interessa, quanto ciò che si nasconde dietro... si può arrivare alla soluzione stando seduti in poltrona con gli occhi chiusi, perché così si vede con gli occhi della mente... È rarissimo che qualcuno compia un'azione che non sia nel suo carattere, e questo diventa monotono, alla fine... La natura umana si ripete più di quanto si crede abitualmente... Chiudete le valvole di sicurezza del vostro contegno naturale e presto o tardi la caldaia scoppierà, provocando un disastro... Il lupo si traveste da agnello ma la tartaruga può battere la lepre e a me interessa arrivare alla verità, non importa quando... Se qui c'è un sentimentale, quello non sono io, io mi accontento di essere logico, non mi piace L'inspiegabile e finisco sempre per spiegarlo..."


    Durante la prima guerra mondiale, Poirot lasciò il Belgio per dirigersi verso l'Inghilterra come rifugiato, divenne un libero professionista e iniziò anche ad occuparsi di casi propostigli direttamente dai suoi clienti. Prese casa al 56B Whitehaven Mansions, Charterhouse Square, Smithfield, London W1. Il 16 luglio 1916 riprenderà i contatti con quello che rimarrà il suo più fido amico, il capitano Arthur Hastings, e con lui risolverà il suo primo caso inglese noto col nome de "Il Misterioso Affare di Styles". Dopo questo caso Poirot diventerà noto anche in Inghilterra e risolverà anche alcuni casi per conto del governo britannico, tra i quali un tentativo di rapire il Primo Ministro.
    Tra le due guerre, Poirot coglie l'occasione per viaggiare in Europa e nel Medioriente per investigare su crimini e omicidi. Gran parte dei suoi casi ha luogo in questo arco di tempo che sarà l'apice della sua carriera. Nel Medioriente risolve i casi di Assassinio sul Nilo, Non c'è più scampo e La domatrice. Per attraversare l'Europa nel viaggio di ritorno si serve del treno ove ha luogo Assassinio sull'Orient Express che sarà il suo ultimo viaggio all'estero. Non viaggia mai né in America né in Australia, probabilmente a causa del mal di mare di cui soffre.
    « È questo maledetto mare che mi crea dei problemi! Il mal de mer – che orribile sofferenza! »
    (Poirot, ne "Il rapimento del Primo Ministro" - 1923)

    Tra i molti casi, la pietà umana di Poirot permette ad alcuni criminali di farla franca come la contessa Vera Rossakoff, ma mai protegge gli omicidi ad eccezione del dramma di Assassinio sull'Orient Express ove la particolare natura degli omicidio pone Poirot per la prima e unica volta in condizioni di dover insabbiare la causa.

    C'è molta confusione circa l'evento del ritiro a vita privata di Poirot. Gran parte dei casi risolti da Poirot coprono un arco temporale precedente al suo ritiro dalle scene con L'assassinio di Roger Ackroyd. Ad ogni modo anche all'interno del racconto, ove lo stesso Poirot commenta che si è ritirato in campagna per coltivare zucche, lascia intendere che il suo ritiro fosse già avvenuto all'epoca. Poirot risulta essersi già ritirato all'epoca di Tragedia in tre atti ma ripetutamente viene coinvolto nella risoluzione di nuovi casi. Agatha Christie non ha voluto una cronologia dettagliata per aprire sempre nuovi casi nella vita di Poirot e per dare l'impressione che le sue capacità ad ogni modo non si siano esaurite con un banale pensionamento. Ciò che è certo è che dopo il suo ritiro dalle scene, la fama di Poirot inizia a declinare al punto che il suo nome inizia a non essere più riconosciuto dai personaggi nei racconti, in particolare tra i più giovani:
    « - Dovrei, però, Madame, le dirò qualcosa in più su di me. Io sono Hercule Poirot.
    - Questa rivelazione lasciò Mrs Summerhayes senza reazione. - "Che nome grazioso," disse quella gentilmente. "Greco, non è vero?" » (Fermate il boia, capitolo 4)

    Poirot sul finire della sua carriera trascorre la maggior parte del suo tempo libero a riflettere su famosi casi irrisolti dalla polizia e a leggere racconti polizieschi. Coglie anche l'occasione per scrivere un libro nel quale cita altri scrittori come Edgar Allan Poe e Wilkie Collins.
    Poirot muore a seguito di complicazioni cardiovascolari alla fine del racconto Sipario che ha appunto per sottotitolo L'ultimo caso di Poirot. Questa morte improvvisa è dovuta al fatto che Poirot commette un omicidio, ovvero uccide un potenziale serial killer ma, non è il suo primo e unico "omicidio" in quanto alla fine del libro Sipario nelle memorie che Poirot lascia a Hastings si scopre che quando costui era poliziotto in Belgio uccise accidentalmente un ladro colto in flagranza di reato. L'azione crea a Poirot ormai anziano e malato, un senso di colpa che lo conduce alla morte. Sempre in Sipario si rivela che Poirot soffre di artrite. Le sue ultime parole sono "Cher ami!" rivolte al capitano Hastings. Poirot viene sepolto a Styles Court dove tutto aveva avuto inizio e lo stesso suo funerale viene organizzato dal fedele amico Hastings.
     
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7 replies since 18/12/2011, 09:33   2327 views
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