IL DIVO

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    Il Divo (gruppo musicale)

    Da Wikipedia





    Il Divo è il nome di un gruppo musicale vocale multinazionale composto da quattro elementi creato nel Regno Unito da Simon Cowell, già giudice del talent show American Idol.

    Membri del gruppo sono due tenori, lo svizzero Urs Buhler e lo statunitense David Miller, il baritono spagnolo Carlos Marin e il cantante pop francese Sebastien Izambard.

    L'idea venne a Simon Cowell dopo aver sentito Andrea Bocelli cantare Con te partirò nella serie-tv I Soprano e per questo scelse di dare al gruppo anche un nome in lingua italiana. Vista la multinazionalità dei componenti, Il Divo cantano in diverse lingue fra le quali inglese, spagnolo, italiano, francese ed anche latino.

    Il gruppo è conosciuto anche per aver duettato con la cantante canadese Celine Dion, portando al successo il singolo "I Believe in You".

    Nel 2006 Il Divo ha compiuto una tournée di 6 mesi in America, Australia ed Europa e successivamente ben 20 concerti come ospiti del tour di Barbra Streisand in Nord America. Nello stesso anno hanno eseguito la canzone The Time of Our Lives con la cantante Toni Braxton durante l'intervallo del match di apertura dei Mondiali di Calcio 2006 fra Germania e Costa Rica ed esattamente un mese dopo, nella cerimonia di chiusura, che coincise con la finale dei Mondiali stessi.


    Discografia

    Il Divo (2004)
    Regresa A Mi CD single (2004)
    Ancora (2005)
    The Christmas Collection (2005 in USA, 2006 in Europa)
    Encore DVD (2005)
    I Believe in You (Je crois en toi) con Celine Dion CD single (2006)
    Time Of Our Lives con Toni Braxton, inno dei Mondiali di calcio 2006 (2006)
    Siempre (2006)
    Live At The Greek DVD (2006)
    The Promise (2008)
    At The Coliseum DVD (2008)
    An evening with Il Divo (2009)
    Wicked Game (2011)




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    Edited by tomiva57 - 16/3/2012, 23:11
     
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    Il Divo proclamati "Artista del Decennio" ai Classic Brit Awards 2011






    La British Phonographic Industry, l'associazione dell'industria discografica britannica, ha annunciato oggi che Il Divo sarà il primo artista a ricevere il nuovissimo premio "Artista del Decennio" ai Classic BRIT Awards 2011. La consegna dei riconoscimenti avrà luogo alla Royal Albert Hall il 12 maggio: Il Divo hanno confermato che si esibiranno dal vivo all'evento, presentando in anteprima mondiale un brano dal loro nuovo album, che verrà pubblicato a novembre. Questa performance segnerà il ritorno sulle scene de Il Divo, la cui ultima
    apparizione live risale al 2009.

    I Classic BRIT Awards, giunti alla loro 15esima edizione, hanno svolto un ruolo fondamentale nel sostegno e nella crescita di nuovi talenti sua nel mondo della musica classica che in quello del crossover tra classica e pop: l'introduzione del premio "Artista del Decennio" riconosce il potente impatto che Il Divo hanno avuto a livello mondiale sul volto pubblico in costante mutamento della musica classica.

    La spettacolare ascesa continua dei Il Divo è stata incredibile: questa formazione ha portato un suono completamente nuovo nei mondi della musica pop e di quella classica.
    Il Divo sono la rivelazione musicale internazionale di maggior successo di questo millennio, con i loro oltre 25 milioni di album venduti. Il gruppo ha ricevuto oltre 150 dischi d'oro e di platino in 33 paesi ed i loro primi quattro album, ‘Il Divo’, ‘Ancora’, ‘Siempre’ e ‘The Promise’ hanno raggiunto la #1 nelle classifiche di vendita degli album a livello internazionale. Tra queste, segnaliamo il debutto alla #1 negli USA di ‘Ancora’ - l'unico album di crossover classico ad aver debuttato alla #1 della Billboard Top 200. All'epoca, il loro primo album è stato anche il disco di un artista sotto contratto nel Regno Unito con il più alto debutto in chart in America.
    Il Divo si sono anche affermati velocemente sotto il profilo live, vendendo oltre 2 milioni di biglietti per i loro concerti. Il loro secondo tour mondiale ‘An Evening With Il Divo’ si è esteso per la maggior parte del 2009 ed ha portato in tutti e sei i continenti uno spettacolo da stadio, con oltre 130 date. Questo tour e valso ai Il Divo il ‘Billboard Breakthrough Award’ come uno dei tour che hanno realizzato gli incassi più elevati di quell'anno.

    "Quando ci siamo uniti ai Il Divo nessuno di noi aveva fatto niente di simile prima. Eravamo eccitati all'idea di rompere con le nostre radici legate alla tradizione e creare qualcosa di nuovo. Il responso immediato e positivo in maniera schiacciante che è arivato da pubblico ci ha dato uno stimolo ancor maggiore a proseguire il nostro percorso. Esibirci dal vivo e registrare dischi è ciò che amiamo fare, ma ricevere questo premio è un grande onore." - David Miller, Il Divo


    fonte: ildivo.com
     
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    David Miller
    ,tenore nato a San Diego, California, 14 Aprile del 1973.
    Del suo passato dice: “Alle medie mi sono ritrovato a prendere parte ai musicals perché avevano sempre bisogno di ragazzi. Ho interpretato Rooster in Annie, e Noah in Two by Two. Il mio insegnante si raccomandò perché studiassi con Richard Miller (nessuna parentela) all’Oberlin. Quel che mi ha ispirato a cantare l’opera è stata La Bohème. Il mio compagno di stanza mise una registrazione di Luciano Pavarotti e Mirella Freni, “Wow!” pensai, “Voglio cantare quel do di petto e mantenerlo per il doppio del tempo”. Nonostante ci sia molta pressione intorno al mondo dell’opera, decisi che mi ci sarei dedicato, specialmente visto che mio padre mi ha sempre ripetuto: “Meglio mirare alle stelle e mancarle, che mirare ad un gruppo di mucche e centrare il bersaglio””.

    Il tenore dagli occhi grigio-blu si diploma all’Oberlin, un conservatorio che molti artisti preferiscono alla più famosa Scuola di musica Julliard. David ottiene il suo titolo di studio in Vocal Performance, titolo che comprende anche teoria, allenamento all’ascolto, storia della musica e pianoforte, oltre che lezioni di dizione e di lingua italiana, tedesca e francese. Il professor Richard Miller dice di David: “Era un piacere insegnare. La sua crescita durante gli anni all’Oberlin mi ha regalato una profonda soddisfazione personale. Possiede tutto ciò che è necessario per essere un professionista: una voce eccellente, una tecnica raffinata, abilità interpretative e di scena e una profonda conoscenza musicale".

    Prima de Il Divo, David si stabilisce a New York per un decennio; la sua carriera aveva già attraversato 45 diversi ruoli di opera e teatro musicale. Fin dal suo straordinario debutto nel 1997 con la parte di Alfredo ne La Traviata con la Washington Opera, David si dimostra uno dei migliori giovani tenori americani sulla scena operistica. Le sue esibizioni lo portano attraverso America, Australia ed Europa, compresa una splendida interpretazione di Toni in West Side Story al teatro “La Scala” di Milano.

    E’ un uomo eclettico: ama il cinema ed il suo film preferito è ‘Guerre Stellari’; qualcuno lo definisce un amante del rischio a causa dei suoi hobbies che includono motociclismo e snowboarding. Per quel che riguarda la musica adora la tecno. Dice di sé: “L’opera è ciò che faccio, non ciò che sono. Non la ascolto quando sono a casa, mi piace l’hard rock, le bands alternative e la tecno: Korn, Third Eye Blind, System of a Down. Un altro mio hobby consiste nel fare il deejay… mi capita persino di essere più nervoso facendo questo che quando devo cantare”.

    L’impegno che oggi dedica a Il Divo e ai tour non lascia molto spazio per il tempo libero, cosa che ha ribadito in diverse interviste, ricordando come avesse molto più tempo a disposizione quando si dedicava all’opera.

    I primi anni della sua carriera sono straordinari. Uno dei picchi più alti è sicuramente il successo del suo ruolo ne La Bohème prodotta da Baz Luhrmann, che si apre a Broadway nel dicembre del 2003. Luhrmann, più famoso come regista di film di successo come Romeo & Juliet, Strictly Ballroom e Moulin Rouge!, è conosciuto per avere occhio e orecchio per il drammatico; la scelta di David Miller per il fondamentale ruolo di Rodolfo è in linea con le caratteristiche di qualità e professionalità che contraddistinguono il lavoro di Luhrmann, ma rappresenta anche un’occasione unica di visibilità per il talento e l’incredibile voce di David.

    Entrare a far parte de Il Divo ha rappresentato per David, come per gli altri componenti, un’avventura. Certo, sapeva che centinaia di cantanti avevano tentato l’audizione per quel ruolo, ma lui dice di non aver saputo che dietro a questo progetto ci fosse Simon Cowell fino a che non arrivò il suo turno. “Mi hanno detto: ‘Simon ti vuole vedere’, ‘Simon chi?’, ‘Simon Cowell’; allora ho detto ‘oh cavolo! Questo sarà molto più difficile di quello che pensavo’”. Gli era stato detto che le fans de Il Divo sarebbero state di un certo tipo e si sorprese a scoprire che invece appartenevano alle categorie più diverse, oltre le aspettative di chiunque. “Inizialmente avevano pensato che le fans avrebbero potuto essere più che altro delle casalinghe” dice David, “Ma in realtà sul sito si muovono donne da 13 a 85 anni e ci sono anche molti uomini”.

    Nella nascita del gruppo, la musica doveva essere studiata nei minimi dettagli, come una buona sceneggiatura è alla base del successo di un film. “Non vogliamo attingere al repertorio classico, in modo da non alterare cose che potrebbero attirare le critiche dei puristi”. Ma quando venne loro proposto il successo “Unbreak My Heart”, scritto da Diane Warren per Toni Braxton, il gruppo non ne fu entusiasta. “’E’ una canzone da 'ragazza’ abbiamo risposto, ma loro erano convinti che noi avremmo potuto farla, come se fosse un uomo a cantarla. Così ci abbiamo provato in inglese ma non ha funzionato. Usavamo uno stile che richiamava troppo quello di Toni, con il risultato di un suono decisamente femminile. Nel momento in cui abbiamo tentato con lo spagnolo l’atmosfera si è fatta più calda e c’è stato come un ‘click’”, queste le parole di David. In ogni caso realizzare quel primo album ha richiesto molta professionalità e una buona pianificazione. Non c’è stato tempo per conoscersi e diventare amici, o per abituarsi agli stili di ognuno. I ragazzi avevano un lavoro da fare. “Siamo entrati, una stretta di mano e ci siamo detti: ‘ok, ci rispettiamo a vicenda come artisti, quindi andiamo a fare il nostro lavoro’”. David dice che lo stile musicale de Il Divo spazia dal pop all’opera, un mix di tecniche e atmosfere che molti non si aspettano. Cantare in diverse lingue e provare a scegliere in quale lingua cantare a seconda della canzone ha rappresentato un’altra sfida. “Abbiamo provato a cantare in inglese, spagnolo e italiano e di alcune canzoni esiste l’intera versione in ognuna di queste lingue, col risultato che abbiamo registrato circa 45 canzoni, delle quali 12 sono finite nell’album”.

    Il Divo non ha un leader, a meno che non si conti Simon Cowell. “Il Divo è una democrazia” ha detto David. Senza un cantante leader (si danno turni di volta in volta) hanno imparato a lavorare insieme in armonia. “Rappresentiamo abbastanza bene gli stereotipi dei nostri paesi. Se Carlos non avesse fatto il cantante sarebbe stato un torero. Sébastien è sensibile e ama il buon cibo e il buon vino. Urs è come un orologio svizzero: ci tiene ad essere sempre puntuale. E io sono americano, quindi parlo molto. Ma ci divertiamo insieme e siamo quasi fratelli”.

    David ama sottolineare che i componenti del gruppo non sono dei supermen o dei semplici indossatori che vestono Armani. “Siamo persone normali che spesso vestono Jeans e T-shirt. A Urs piace la musica heavy metal, Sébastien preferisce il pop e io amo la tecno. Siamo semplicemente quattro ragazzi con voci allenate che fanno ciò che sanno fare meglio! Da quando abbiamo iniziato questa avventura il sound de Il Divo si è evoluto e quello che abbiamo creato è qualcosa di completamente nuovo ed estremamente stimolante”.

    Insieme ai suoi compagni David sa che il suo duro lavoro e il suo talento non sono sprecati. La musica che fanno, le persone che riescono a raggiungere e la fama che conquistano sono ciò che caratterizza la musica stessa: emozioni, sentimenti, essere trasportati in un altro posto dal semplice suono della voce umana. David dice che il loro pubblico sta ancora cercando una parola per definire il genere de Il Divo: “Qualcuno la chiama pop, qualcuno opera. Qualcuno la chiama popera e qualcuno ancora inverte i due termini, ma quello che facciamo è cantare musica pop con tecniche che appartengono all’opera classica, in realtà non cantiamo nessuna opera”. E lui lo sa perché lo ha fatto.





    Urs Buhler, , il tenore svizzero de Il Divo, nasce a Willisau, vicino a Lucerna, il 19 luglio 1971. Famoso per aver dimostrato in un talk show della TV britannica che, di tutti i membri de Il Divo, può “tenere” una nota per il maggior tempo (43 secondi); una prova non da poco se si considerano le luci, le telecamere e gli occhi attenti di una nazione e dei tuoi compagni.
    La voce da tenore di Urs copre la gamma di suoni medi all’interno della miscela multi-armonica de Il Divo e, all’occorrenza, è in grado di unificare e “ammorbidire” la melodia.

    Per Urs la musica non è stata una scelta: si è trattato di destino. Ha preso la musica seriamente fin dall’inizio esibendosi da adolescente in un gruppo rock (un genere difficile per una voce così giovane); “Ho cantato in un coro di ragazzi e quando avevo diciassette anni sono entrato a far parte di una rock band”. La band si chiamava “Conspiracy”, aveva sede a Lucerna e lui ne era l’uomo di punta.

    Era chiara l’importanza per Urs di esibirsi in pubblico, anche se si tratta solo di una parte della sua esperienza musicale.

    Il suo amore per la musica è aiutato anche dal fatto che Lucerna ospita un festival di musica classica molto conosciuto. Il festival è a sua volta all’origine della fondazione della scuola di musica della città, in cui Urs studia. La Scuola di Musica di Lucerna è specializzata in musica classica e jazz, il che offre ad Urs una preparazione che a molti cantanti manca. Un’altra caratteristica della scuola consiste nell’attenzione dedicata a preparare i propri allievi per la carriera nell’industria della musica. Nonostante l’impostazione classica della scuola sia molto lontana dalla eccitante e rumorosa musica che Urs canta tutte le sere, la sua educazione gli fornisce una solida base per ciò che lo attende. In un periodo in cui quasi ogni adolescente in città sogna di diventare una stella del rock, Urs intraprende la difficile strada della musica classica, anche se all’inizio non ne è troppo entusiasta. La sua ragione? L’ispirazione. Dopo aver ascoltato una musica utilizzata con successo per la colonna sonora del film Excalibur Urs compie la sua scelta: “Ho deciso di studiare musica classica dopo aver ascoltato “Carmina Burana” di Carl Orff.

    Al termine dei suoi studi in accademia si trasferisce in Olanda, dove continua ad esercitare la sua eccezionale voce al Conservatorio di Amsterdam sotto l’occhio attento di Udo Reinemann, un insegnante le cui lezioni comprendono Schubert a Strauss, Mahler, Mendelssohn, Schumann, Liszt e Brahms. Questa approfondita fase di studio è seguita da un percorso ancora più personalizzato, grazie alle lezioni individuali con il famoso tenore svedese Gösta Winberg. Urs studia anche con il cantante d’opera francese Christian Papis, conosciuto per la sua perfetta interpretazione nella Carmen di Bizet. Ad eccezione di una stagione al Festival di Salisburgo, durante il quale il suo coro viene diretto dal leggendario maestro Claudio Abbado, l’esperienza musicale di Urs si sviluppa in Olanda dove, dopo sette anni di esibizioni in giro per il paese, si conquista un nome.

    Urs prende persino in considerazione l’idea di abbandonare la carriera che con tanta fatica si è costruito prima dell’audizione per Il Divo. Dopo una profonda riflessione decide di accettare l’opportunità di un provino di fronte a Simon Cowell; e a questo punto si rende conto che è la scelta giusta. I vantaggi sono molti ma Urs dice in un’intervista: “Quello che facciamo è più pop che opera ma rappresenta l’opportunità di fare qualcosa di nuovo. Infatti non abbiamo scelto semplici canzoni pop: noi interpretiamo dei testi e questo è quello che tocca profondamente le persone. Questo fa la differenza”. La sua opinione acquista maggior vigore se si pensa che secondo le previsioni il loro pubblico avrebbe dovuto essere composto perlopiù da mamme; i fatti provano che queste previsioni erano sbagliate. “Speri sempre che tutto vada nel miglior modo possibile, ovviamente, ma non puoi darlo per scontato. Quindi sono stato davvero sorpreso dal nostro successo, in particolare dalle reazioni alla nostra musica, così positive in un mercato che in questo momento è in difficoltà. I fatti hanno superato le mie più ottimistiche aspettative”.

    Urs ammette di aver cancellato tutti i suoi precedenti impegni solo dopo aver incontrato Simon. Per ciò che riguarda il suo rapporto con gli altri componenti del gruppo ha solo parole di elogio, una cosa rara in un mondo competitivo come quello della musica. “I ragazzi sono fantastici!” dice, ricordando il periodo in cui registravano il primo album e vivevano a Chelsea, una parte di Londra che ricorda con affetto. Per seguire un principio di equità occupavano quattro identici appartamenti, ad indicare l’equità delle loro voci all’interno del gruppo. In realtà Urs considera Il Divo molto di più che la semplice somma delle sue parti: si tratta di una equilibrata e ben oliata macchina in cui ogni voce ha la sua unica forza e peculiarità.

    Affrontare la critica non spaventa il tenore svizzero, anche quando si concentra sul marketing dedicato al gruppo. Per esempio quando si puntualizza che le loro performances tendono ad essere di un livello piuttosto alto: questa non è una band che partecipa all’inaugurazione dei supermercati. Possono aver all’attivo come prima apparizione alla TV americana il popolarissimo Oprah Winfrey Show, ma Urs non l’ha mai considerata una scelta sbagliata. “All’inizio la gente non sapeva come definirci e l’epressione ‘boy band’ appariva piuttosto spesso, ma appena il pubblico ci vedeva si rendeva conto che non era adatta. Abbiamo tutti superato i trent’anni, non siamo più dei ragazzini…in realtà siamo musicisti e cantanti. Dobbiamo trovare un nuovo termine per miscelare la tecnica di una voce classica e il pop, se volete chiamarla popera va bene. E’ qualcosa di nuovo, che non esisteva prima. C’è una cosa che non si può produrre artificialmente ed è la nostra voce. Ed è vera!”.

    Dopo tutti gli anni di studio e duro esercizio e con tutto il tempo e gli sforzi dedicati a Il Divo, Urs è ancora instancabile nella sua missione di rendere la musica classica accessibile e conosciuta al mondo intero, magari nello stesso modo in cui già era prima che il pop, il jazz, blues e rock facessero il loro avvento. Per Urs la musica classica (e questa include l’opera, il canto classico e tutte le forme di musica lirica) è una sorgente inesauribile di tesori. Dovrebbe essere apprezzata e conosciuta da tutti. Cantare come egli canta non è solo un dono. Questo dono ha bisogno di essere raffinato con anni di passione e dedizione. Il risultato che ne scaturisce è un suono inimitabile che viaggia dritto fino all’anima.

    Lasciare che una musica così sia apprezzata solo da pochi rappresenta un’opportunità mancata. Per come la vede Urs: “Trovo che sia un peccato che il mondo dell’opera sia così snob. C’è qualcosa per tutti, ma loro si comportano come se il mondo classico appartenesse strettamente ad un’elite”.



    SEBASTIEN IZAMBARD


    "La gente è stufa dell'industria
    della musica 'fast-food',
    vuole qualcosa di vero.
    Si sente la mancanza di un vero romanticismo
    e belle voci, artisti che cantino con cuore e
    passione, e noi rimpiamo questo vuoto"




    Sèbastien Izambard,nasce il 7 marzo 1973 a Parigi. Un’inclinazione da tenore, la voce di Sébastien è la ‘vox populi’ (voce pop) del gruppo. E’ l’unico membro del gruppo che non ha ricevuto un’educazione musicale formale, e nonostante questo Sébastien copre molte necessità del gruppo. Ha imparato da ragazzo, da autodidatta a suonare il piano e la chitarra acustica anche se ad un certo punto della sua vita ha preso in considerazione l’idea di diventare pilota di aerei.

    In gioventù si è ritrovato ad esibirsi sulle barges intorno a Parigi ed è attraverso quell’esperienza che si è reso conto che la musica rappresenta il grande amore della sua vita; per questo ha lavorato duro, affidandosi a se stesso e ai suoi gusti, con lo scopo di trovare il suo spazio nel competitivo e cinico mondo della musica pop. Ha fatto tutto ciò che i musicisti alle prime armi devono fare: registrare demo e effettuare innumerevoli visite alla case discografiche. Il suo primo contratto è con la EMI, un evento fortunato, che ancor oggi Sébastien trova notevole. "Ho avuto una fortuna incredibile. Essere in grado di dedicare tutto me stesso alla cosa che amo più di ogni altra è davvero un lusso. Rendersene conto richiede parecchio tempo e devi lavorare molto alla ricerca di te stesso, musicalmente".

    I suoi gusti sono molto diversificati: Radiohead, Jeff Buckley, Jacques Brel, Jhonny Hallyday, Queen, Razorlight, Maroon 5, Keane, Scissor Sisters and Coldplay. La sua lingua madre è il francese ma parla anche inglese, un pochino di italiano e sta imparando lo spagnolo. Tra i suoi hobbies, quando ha tempo, ci sono il volo, nuoto, tennis e adora le Jelly Babies (caramelle gommose) e il buon vino rosso.

    Sébastien ha lavorato per trasformarsi in un impegnato autore e produttore per artisti francesi a Parigi. Il suo LP intitolato Libre, il primo singolo di Sébastien, viene pubblicato nel 2001 e lo porta ad essere considerato ‘il nuovo prodigio del pop francese’. L’ispirazione per la realizzazione dell’album gli viene dal sud est della Francia, ed egli viene descritto come una ‘voce calda … luminosa come le dune sabbiose della costa Atlantica’. Parlando dell’album e della sua realizzazione, Sébastien dice: "Tra Les Charentes, Les Landes e La Gironde, i legami con la mia famiglia sono molto forti. Sono i luoghi in cui ho sempre passato le mie vacanze. Amo il cibo, le dune, i pini, l’oceano, il surf e il nuoto. Hossegor, Capbreton, Le Pyla, Le Ferret, ma anche Angouleme e il mare che circonda l’area". Come un album biografico e rappresentando il ritratto di un artista e giovane uomo, Sébastien mette l’influenza del mare e della natura nella sua musica. "Di fronte a questi orizzonti si sentono meno artifici, meno condizionamenti".

    Nella composizione di undici canzoni per il suo debutto Sébastien è affiancato da Lionel Florence, che ha fornito testi anche a Johnny Hallyday, la star del pop rock francese Florent Pagny, la cantante disco di platino Patricia Kaas e l’idolo Pascal Obispo, un innovativo (e tatuato) rappresentante del pop francese il cui singolo di debutto ‘Plus Que Tout Au Monde’ ha raggiunto il mezzo milione di copie nella sola Francia. Dopo la realizzazione di Libre Sébastien è considerato il ‘nuovo Obispo’.

    A questo punto Sébastien è lusingato, felice di essere un artista paragonato a chiunque lo abbia preceduto. "Ciò che importa non fingere mai con la mia voce e la mia musica. Tutto ciò che conta è dare il meglio di sé alle persone, toccarle, raccontare loro una storia. Accettare di essere in questi panni e soffrire per la sola cosa che ha importanza: l’amore’. Le canzoni di Sébastien hanno caratteristiche che spaziano dai ritmi pop alle tenere ballate romantiche, sia metaforiche che reali.

    La carriera solista di Sébastien registra un altro picco: nell’agosto del 2001 è il supporto di Johnny Hallyday al concerto Parisian Olympia. Hallyday gli ha mostrato un po’ di ciò che fama e leggenda sono in realtà visti dall’interno. Sébastien dice di quel periodo: “Trovo che abbia una voce e una presenza inimitabili. Ho molto rispetto per la sua professionalità. Quando sale sul palco, credetemi, nessuno ha le mani in tasca". Il concerto di Hallyday sono un’esperienza edificante dell’esperto cantante e musicista: “L’Olympia era magico, un pubblico di duemila persone ogni sera. All’inizio ho avuto il panico da palcoscenico, ma una volta iniziato sono stato benissimo e ho dato tutto”.

    Durante l’anno successivo Sébastien riceve l’offerta di interpretare Le Businessman nel musical di Le Petit Prince di Riccardo Cocciante.
    E’ durante la lavorazione del suo secondo LP che entra a far parte de Il Divo.

    Durante un’intervista rilasciata il 31 marzo 2005 alla Perth ABC, al microfono del cronista radiofonico Erin Cameron, già fan del gruppo, Sébastien fa un bilancio dell’esperienza con Il Divo fino a quel momento, iniziata con l’idea di Simon Cowell. Nonostante fosse un musicista e cantante esperto, l’audizione risultò comunque intimidatoria, ancora di più quando Sébastien si rese conto dei personaggi con cui era in competizione e qual’era il fine ultimo per cui si trovavano lì. “Io non avevo mai cantato l’opera” ha ammesso in un’intervista, “All’audizione me ne sono quasi andato quando ho sentito le altre esibizioni, ma David mi disse di essere me stesso, fare del mio meglio e così ha funzionato”; aggiunge anche che le diverse culture da cui provengono hanno causato alcune incomprensioni all’inizio, ma ora, a più di un anno insieme, questi problemi sono completamente superati. “Al punto in cui ci troviamo ora, ci basta guardarci negli occhi per capirci completamente”.
    “Le nostre vite sono completamente cambiate con l’uscita del nostro primo album. Non ci saremmo mai aspettati di riscuotere un tale successo. Quando ci siamo esibiti all’Oprah Show il pubblico è impazzito".

    Per Sébastien e gli altri componenti del gruppo, tutto il fenomeno Il Divo ha rappresentato un cambiamento radicale e la realizzazione di un sogno. Ma il prezzo da pagare è la lontananza dalla famiglia, dagli amici e dalla propria vita personale. Nonostante questo, ciò che dà entusiasmo a Sébastien è la forza della musica e il fatto che il gruppo sta creando un genere di musica nuovo e splendido, che incontra i gusti di molte più persone di quanto loro stessi avrebbero mai potuto immaginare. “Quello che si prova ascoltando questa musica, l’emozione che ne scaturisce è ciò che ci ispira: è pura, è classica ed è profonda”.







    Carlos Marin, che spesso chiama se stesso “Carlito” nel forum del sito de Il Divo, è l’unico baritono del gruppo.

    Possiede una voce che non è quella classica e profonda associata ai ruoli malvagi dell’opera, è considerato invece ciò che in gergo viene definito un baritono Verdi: il che significa che può raggiungere facilmente toni più alti di quelli che normalmente apparterrebbero a questa categoria e al tempo stesso può scegliere di scendere ad una gamma più bassa.

    Un baritono Verdi possiede molta più flessibilità vocale di quella degli altri baritoni e questo rende il ruolo di Carlos nel gruppo ancora più essenziale. Rappresenta il fondamento acustico su cui poggia il gruppo, la voce più distintiva delle quattro.

    Carlos è spesso additato scherzosamente (a volte è lui stesso a farlo) come il latin lover del gruppo; ma a parte il suo aspetto mediterraneo Carlos non è un peso leggero nel mondo della musica, uno che ci è entrato per caso.

    Nato a Russelsheim in Germania il 13 ottobre 1969, da genitori spagnoli, ha passato qui diversi anni prima di trasferirsi ad Amsterdam e successivamente in Spagna, dove ha preso lezioni da maestri del calibro di Alfredo Kraus, Montserrat Caballé e Jaime Aragall.

    Carlos è stato un interprete di rilievo in molte produzioni d’opera. Le sue esibizioni nella produzione spagnola de Les Miserables furono ben accolte dalla critica e dal pubblico, così come i suoi ruoli in opere famose come La Traviata, Le Nozze di Figaro, Il Barbiere di Siviglia, La Bohème e Madame Butterfly. Tutti questi capolavori sono in grado di mettere alla prova non solo le capacità canore di un artista, ma anche la sua recitazione e la sua abilità di cogliere spunti e battute, nonchè la sua interazione con gli altri personaggi in maniera convincente nel momento in cui si indossa un costume e del trucco pesante. E’ ovvio, l’opera non è facile; ma per Carlos, a cui veniva offerto un numero di ruoli che superava di gran lunga il tempo materialmente a disposizione, lo spettacolo è la chiave.
    Non c’è da stupirsi infatti che tra i suoi cantanti preferiti egli includa Tom Jones, Elvis Presley e Freddy Mercury. Ognuno di questi artisti è conosciuto come un musicista e cantante rivoluzionario, in grado di regalare esibizioni spettacolari. Lo stesso si estende a Carlos all’interno de Il Divo: adora esibirsi, fatto che salta agli occhi al momento di salire sul palco o davanti ad una telecamera.

    Mentre alcuni professionisti preferiscono non sprecare energie preziose in cose futili come l’umorismo, Carlos sembra essere l’opposto. La sua irrefrenabile energia si estende ad un giocoso senso del divertimento che si evidenzia in ogni intervista. Più di ogni altra cosa, Carlos ama giocare con l’immagine sexy dell’uomo che tutte le donne vorrebbero.

    La sua carriera è iniziata prima di quella degli altri membri del gruppo, essendo stato un bambino prodigio scoperto all’età di otto anni e incidendo il suo primo disco due anni dopo. In questo modo Carlos è cresciuto nell’industria della musica; è la sua vita, sia che il suo coinvolgimento sia nel ruolo del protagonista in Les Miserables, L’Uomo della Mancia o La Traviata, che in musicals spagnoli come La Bella e la Bestia e Peter Pan. Carlos mette la sua esperienza, la sua calda voce baritonale e la sua reputazione nella miscela de Il Divo in parte a causa del suo amore per la sperimentazione, in parte per la sua consapevolezza di aver provato praticamente tutte le esperienze che l’industria della musica poteva offrirgli. Se ha a che fare con la musica, ci sono buone probabilità che Carlos la apprezzi appieno.

    Riguardo la sua entrata a far parte del gruppo ricorda che si stava esibendo a Dublino quando ha saputo delle audizioni di Simon Cowell. “Il mio manager mi ha consigliato di spedire un video all’etichetta Sony BMG, visto che c’era la possibilità che stessero cercando cantanti solisti. Non avevo idea che avrei sostenuto un provino per entrare a far parte di un gruppo”. Superata l’audizione gli viene proposto di entrare a far parte di un quartetto: a questo punto un solista professionista del suo calibro non può che rispondere con un secco no. Passano diversi giorni e Simon Cowell in persona contatta Carlos e richiede un incontro personale. Come gli altri componenti del gruppo non sapeva chi fosse Simon Cowell. Carlos ammette che non fu colpito immediatamente dal suo progetto: “Non mi ha convinto subito. In quel momento cantavo l’opera e prima di quello mi ero dedicato al teatro musicale. E’ molto difficile spostarsi da questo tipo di impegni al pop. I miei direttori d’opera continuavano a ripetermi che ero matto anche solo a pensarci, che stavo per rovinare la carriera che mi ero conquistato in questo ambiente. Ma mi sono buttato in questo progetto, nonostante i consigli. La mia risposta era che volevo crescere come cantante e come artista e quello che facciamo non fa male all’opera”. Ovviamente dopo l’uscita del primo album del gruppo, Carlos torna in Spagna e sottopone la loro musica a chi tanto caldamente gli aveva consigliato di lasciar perdere: un altro successo.

    Sia che il gruppo canti di un amore materno, di un amore romantico, di amore vero o di amore eterno, le voci e gli arrangiamenti riflettono l’intima natura di questi sentimenti universali, dimostrando che le più grandi canzoni pop e le più famose arie d’opera spesso sono costruite sulle stesse fondamenta. Carlos ha la sua personale teoria riguardo il successo de Il Divo: “Io credo che il pubblico abbia cominciato ad interessarsi a noi perché era stanco di ascoltare sempre lo stesso tipo di musica. Il nostro successo non è legato solo al nostro aspetto o il marketing. Mettiamo sul tavolo qualcosa di diverso, credo che il nostro sia un sound nuovo, qualcosa che è difficile trovare altrove”.

    La musica pop in genere si canta in inglese, questo avrebbe potuto essere un problema per il repertorio del gruppo. Ma Il Divo non puntava solo al mercato pop o al settore americano. Un elemento del sorprendente e internazionale successo del gruppo è il multilinguismo dei suoi componenti e questo è evidente nelle canzoni. Carlos ricorda la preoccupazione al termine delle registrazioni del primo album: e se Il Divo non avesse avuto successo? Se avessero tutti rinunciato alle loro rispettive carriere per un genere che nessuno avrebbe capito o apprezzato? Il baritono spagnolo ammette che all’inizio avrebbero considerato un successo riuscire a toccare quota 100.000 copie vendute. Ma il cd raggiunse la vetta della classifica inglese durante la prima settimana dalla sua pubblicazione, rimpiazzando sul gradino più alto proprio Robbie Williams, uno dei cantanti più amati e affermati del pop inglese. Persino con tutta la sua esperienza e il suo sangue freddo Carlos si ritrovò in uno stato di shock.

    Carlos ama viaggiare, ama tutto ciò che la vita di un cantante comporta: i viaggi in aereo, taxi, limousine… Ama il palco, esibirsi e si trova a suo agio in tour. Non a caso Carlos ha il titolo di ‘Primo Baritono’.


    fonte: ildivo.it

    Edited by gheagabry - 24/1/2012, 00:43
     
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    Il divo ( album) 2004



    ail-divo-album




    TRACK LIST di IL DIVO

    01. Unbreak My Heart (Regresa a mí) - 4:42
    02. Mama - 3:18
    03. Nella Fantasia - 4:26
    04. Passerà - 4:40
    05. Everytime I Look At You - 3:48
    06. Ti amerò - 4:01
    07. Dentro un altro si - 4:34
    08. The Man You Love - 3:56
    09. Feelings - 3:39
    10. Hoy que ya no estás aquí - 4:19
    11. Sei parte ormai di me - 4:28
    12. My Way (A mi manera) - 4:28






    RECENSIONE:


    Ecco a voi il Divo, la prima boy band di musica classica della storia che, forte di oltre un milione di copie vendute, si è conquistata velocemente la ribalta della scena musicale internazionale.

    Un passo indietro.

    Il progetto si delinea attorno al 2001, forte dell'intenzione di creare un quartetto di ragazzi, tutti diplomati in canto lirico, che potessero eseguire delle canzoni popolari, vecchie e nuove.
    Dopo una ricerca lunga due anni, utilizzato come mezzo privilegiato il web, nel 2004 a Londra vengono reclutati un americano, un francese, uno spagnolo e uno svizzero.

    Uniti dalla stessa viscerale passione per la musica classica, David, Sébastien, Carlos e Urs formano così Il Divo, appunto la prima boy band classica della storia.
    Ed è subito successo.
    Il loro primo cd omonimo, uscito in Inghilterra a novembre del 2004, vende nel giro di qualche mese più di 1.300.000 copie, dando origine così ad un vero e proprio fenomeno musicale.

    Per noi italiani, in particolare, suonano familiari molte delle canzoni proposte; come, ad esempio, "Nella Fantasia", brano che riprende Gabriel's Oboe, tema scritto da Ennio Morricone.

    Familiare anche la splendida versione spagnola di "Unbreak My Heart", un vecchio successo internazionale dell’americana Toni Braxton, e ancora "Passerà", un pezzo che Aleandro Baldi presentò sul palco di Sanremo.
    Impossibile non segnalare anche l'intramontabile "My Way", cavallo di battaglia di Frank Sinatra.

    L’album riflette il carattere multilingue del gruppo: non tutte le canzoni infatti sono cantate in inglese, piuttosto i quattro giovani artisti si dilettano tra lo spagnolo, l’italiano e l’inglese.
    Gli arrangiamenti sono prevalentemente orchestrali e scanditi da cori nei quali è possibile ritrovare la tonale delicatezza propria del Divo.


    Fonte: www.divertimento.it/musica/star/musica-il-divo

    Edited by tomiva57 - 24/1/2012, 18:59
     
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    Il_Divo_592740881


    Il-Divo-band-01



    Il-Divo-band-04



    immagine_44






    Edited by tomiva57 - 24/1/2012, 18:49
     
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    Encore - Il Divo




    Da quando è uscito il loro primo album nel 2004, Il Divo sono diventati delle star internazionali, hanno venduto 5 milioni di album nel mondo e hanno raggiunto la prima posizione nelle classifiche di tredici paesi.

    Encore contiene una speciale performance al bellissimo teatro romano di Merida in Spagna. Sono compresi i brani, tratti da Ancora, Si Tu Me Amas, Isabel, O Holy Night, Heroe e All By Myself (Solo Otra Vez), in uno spettacolo che mostra Il Divo al top della loro forma.

    Nel documentario di 60 minuti, un' esclusiva di questo DVD, Carlos, David, Sebastian e Urs rivelano per la prima volta i loro sentimenti dopo la loro trasformazione in superstar globali, parlano della registrazione di Ancora, dei loro progetti futuri e del loro tour mondiale.
    Sono contenuti, inoltre, i video di Rengresa A Mi (Unbreack My Heart) e Mama, questa è la collezione definitiva per ogni fans di Il Divo.


    fonte. musicafilm.it




    TrackList


    Si Tu Me Amas
    Isabel
    O Holy Night
    Heroe
    All By Myself (Solo Otra Vez)






    il-divo-encore-music-dvd-syco-2005-555-p

    dvd

    1.Heroe.
    2.Isabel.
    3.I Believe in You (Je crois en toi) con Céline Dion.
    4.Unchained Melody.
    5.Si tú me amas.
    6.Ave Maria.
    7.Hasta mi final.
    8.All by Myself (Sola otra vez).
    9.En Aranjuez con tu amor.
    10.Esisti dentro me, bonus track para el Reino Unido.
    11.Pour que tu m'aimes encore.
    12.O Holy Night.

     
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    Video

    Unbreak My Heart (Regresa a mí)



    Video

    Mama



    Video

    Nella Fantasia

     
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