Ben Johnson

ex velocista

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  1. arca1959
     
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    Ben Johnson



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    Benjamin Sinclair "Ben" Johnson Jr. (Falmouth, 30 dicembre 1961) è un ex atleta canadese di origine giamaicana, campione mondiale indoor dei 60 metri piani nel 1985.
    Ai Giochi olimpici di Seul del 1988 vinse la finale dei 100 metri piani stabilendo il nuovo record del mondo con il tempo di 9"79, ma tre giorni dopo i risultati dei test antidoping lo rivelarono positivo, fu quindi squalificato con il conseguente annullamento della vittoria e del record.
    Biografia
    Nato in Giamaica in una famiglia povera, Johnson emigrò in Canada nel 1976. Debuttò in un grande evento internazionale ai Giochi del Commonwealth del 1982 a Brisbane, dove vinse due argenti nei 100 metri piani e nella staffetta 4×100 metri. L'anno successivo ai Campionati mondiali del 1983 venne eliminato nelle semifinali dei 100 metri.
    Nel 1984, Ben Johnson raggiunse la finale dei 100 metri ai Giochi olimpici di Los Angeles, terminando terzo dietro Carl Lewis e Sam Grady. Con la staffetta canadese 4×100 vinse un'ulteriore medaglia di bronzo.



    Ben Johnson viene anche ricordato per la sua particolare posizione di partenza che fu detta "a rana", consistente nel posizionarsi, ai blocchi di partenza, con entrambi i piedi sulla medesima linea, anziché nella tradizionale posizione con il piede di spinta più avanti dell'altro. Tale postura consentiva di darsi la spinta iniziale con entrambe le gambe contemporaneamente, raddoppiando la potenza sviluppata in partenza. La suddetta peculiare posizione di partenza di Johnson si univa ad un tempo medio di reazione allo sparo straordinariamente basso.

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    Queste caratteristiche facevano sì che, nelle sue stagioni migliori, Johnson ai 30 metri avesse già acquisito un notevole vantaggio sugli avversari, vantaggio che il più delle volte manteneva fino al traguardo.

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    Ai Campionati mondiali del 1987 a Roma, Johnson divenne subito una celebrità battendo il suo grande rivale Lewis nei 100 metri e ottenendo il nuovo record mondiale con il tempo di 9"83. Johnson e Lewis erano i favoriti anche per il titolo olimpico ai Giochi olimpici di Seul. In finale, Johnson sconfisse Lewis con il nuovo record del mondo di 9"79 e per di più alzando il braccio negli ultimi metri. Alcuni giorni dopo, tuttavia, nei campioni di urina di Johnson venne rilevata la presenza di steroidi e venne quindi squalificato per uso di doping.
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    Egli in seguito ammise di aver utilizzato sostanze dopanti quando ottenne il record mondiale nel 1987, per cui la IAAF cancellò dai suoi annali anche quella prestazione. Ma Johnson e centinaia di altri atleti si sono a lungo lamentati di aver dovuto assumere sostanze dopanti per raggiungere le prestazioni degli altri atleti più forti con i quali dovevano gareggiare e che facevano anch'essi uso di queste sostanze.

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    Queste affermazioni hanno assunto una luce veritiera in seguito agli sviluppi e alle rivelazioni dal 1988 in poi. Quattro dei cinque migliori atleti sui 100 metri, Johnson incluso, sono stati prima o poi trovati positivi a sostanze dopanti in un momento della loro carriera. Essi sono: Carl Lewis, a cui venne assegnata la medaglia d'oro; Linford Christie che ottenne la medaglia d'argento, e Calvin Smith che ottenne il bronzo. Di questi, solamente Johnson fu costretto a rinunciare ai suoi record e alle sue medaglie, sebbene sia stato anche l'unico trovato positivo o che abbia ammesso la positività durante un evento che metteva in palio una medaglia. In seguito Christie fu squalificato per uso di steroidi. Secondo dei documenti pubblicati nel 2003 da un ex ufficiale anziano dell'antidoping USA, il dottor Wade Exum, Carl Lewis e due suoi compagni di allenamento assunsero gli stessi tre tipi di stimolanti proibiti (trovati tra le medicine vendute sottobanco) e furono scoperti ai trials USA del 1988, cioè nella gara utilizzata per selezionare gli atleti che parteciperanno alle Olimpiadi o a un grande evento.
    Nel 1991, al termine della squalifica, Johnson tentò il ritorno senza grande successo. Nel 1993 venne però trovato positivo in una gara a Montréal e venne quindi squalificato a vita dalla IAAF.

    Nel dicembre 2006 Ben Johnson ha dichiarato di voler far riaprire il suo caso legato al doping ai Giochi olimpici del 1988 in quanto si dichiara vittima di una cospirazione ai suoi danni da parte degli statunitensi, in particolare di personaggi molto vicini a Carl Lewis.

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    Attualmente vive vicino al lago di Lucrino (Pozzuoli), in provincia di Napoli.

    Nel maggio 2008 Johnson dichiara di essere in possesso di alcune prove che dimostrerebbero la sua innocenza, tra cui spicca una registrazione di un discorso fatto in un incontro tra lui, il suo legale ed un uomo che dichiara di essere colui che ha messo in una sua bibita una quantità di sostanza illegale sotto il profilo sportivo che lo avrebbe fatto risultare positivo al test dopo la vittoria a Seul.

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    Palmarès

    1982
    Giochi del Commonwealth
    Brisbane
    100 metri
    10"05
    4×100 metri
    39"30
    1984
    Giochi olimpici
    Los Angeles
    100 metri
    10"22
    4×100 metri
    38"70
    1985
    Mondiali indoor
    Parigi
    60 metri
    6"62
    1986



    Giochi del Commonwealth
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    Edimburgo
    100 metri
    10"07
    200 metri
    20"64
    4×100 metri
    39"15
    1992
    Giochi olimpici
    Barcellona
    100 metri semifinale 10"70
    4×100 metri semifinale NF
    Manifestazioni internazionali
    1985
    • in Coppa del mondo (Canberra), 100 metri - 10"00
    Riconoscimenti
    • Sportivo mondiale dell'anno de La Gazzetta dello Sport (1987)

    da....wikipedia....foto dal Web
     
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  2. gheagabry
     
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    Da semidio a baro, i 50 anni di Ben Johnson.
    ''Quando avrò 50 anni vorrei essere diventato una leggenda". Riletta a fine 2011 la frase detta da Ben Johnson durante Roma 1987 (la seconda edizione dei Mondiali) assume un sapore amaro ma anche un po' comico. In effetti Benjamin Sinclair Johnson, il ragazzo giamaicano trapiantato a Toronto, timido per via della balbuzie, viene ancora ricordato da tutti, ma come simbolo dell'atleta che bara, non certo per le sue vittorie ed i suoi sprint. Adesso, il 30 dicembre, 'Big Ben' compie davvero 50 anni, ma i suoi successi sono stati tutti cancellati dal doping, quello stanozolol che lo aveva gonfiato a dismisura ma che per il 'finto' olimpionico scappato notte tempo da Seul gli era stato sciolto in un bicchiere "per via di un complotto degli americani. "Con il fatto che battevo sempre Carl Lewis - disse il canadese - erano diventati paranoici nei miei confronti, e avrebbero potuto uccidermi". Per sua fortuna Johnson è ancora vivo e vegeto, ed ora taglia il filo di lana del mezzo secolo.
    Quella brutta storia non gli va ancora giù, dopo il 1988 ci ricadde anche nel 1993 ed allora fu la fine. Però ha scoperto che non è stata tutta colpa sua o degli americani: Charlie Francis e il dottor Jamie Astaphan, ovvero il coach canadese e il medico che lo portarono in laboratorio, furono i veri responsabili. Erano loro che lo facevano allenare come un matto per 40 ore alla settimana, "e nessun atleta sarebbe potuto sopravvivere senza un aiuto, perché ad un certo punto è il tuo corpo che ti dice di smettere - spiegò un giorno un 'Big Ben' particolarmente sincero - . E' vero che gli steroidi ti consentono di recuperare più in fretta, così puoi allenarti di più, ma è sbagliato pensare che siano di per sé cattivi: la cocaina e l'eroina lo sono, perché uccidono la gente. Gli steroidi no, se vengono presi sotto controllo". Ancora adesso si chiede perché altri presunti campioni dello sprint, come Linford Christie e Calvin Smith, non siano stati anche loro privati delle medaglie quando è venuto fuori che si erano aiutati. La parte del baro, e del cattivo di turno, è toccata soltanto a lui, "che dovevo farlo per tenere il passo di chi si aiutava come me". E pensare che nel pezzo scritto subito dopo la finale dei 100 dei Giochi di Seul vinta con lo strabiliante tempo di 9"79 il grande Gianni Brera lo definì "l'ultima incarnazione di Ercole semidio" ed anche "un superuomo che forse non appartiene alla nostra specie". Quest'ultima definizione è tornata di moda venti anni dopo, ed é tuttora attuale, per un altro giamaicano, stavolta non emigrato in Nordamerica, quell'Usain Bolt che fisicamente è quanto di più diverso ci possa essere dal palestrato e 'compresso' Ben Johnson. Lui sì che è un vero Lampo, almeno fino a prova contraria. Quanto a Ben Johnson ne ha passate di tutti i colori, è finito a fare il 'personal coach' di Diego Maradona prima e di Saadi Al-Gheddafi poi, e ad un certo punto ha creduto di poter diventare preparatore atletico della Libia, intesa come nazionale di calcio. Ha vissuto a Pozzuoli e poi è tornato a Toronto, per stare con la figlia Makela ed una nipotina, Jeneil, che adesso ha tre anni e mezzo. Nonno le racconta le favole, ma non la sua, quella di 'Big Ben', perché gli riuscirebbe difficile inventare un lieto fine.[/color]

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1 replies since 19/11/2011, 17:34   1084 views
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