Marco Pantani

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    Marco Pantani



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    « Marco, perché vai così forte in salita?» «Per abbreviare la mia agonia. »



    Marco Pantani (Cesena, 13 gennaio 1970 – Rimini, 14 febbraio 2004) è stato un ciclista su strada italiano, con caratteristiche di scalatore puro. Professionista dal 1992 al 2003, vinse un Giro d'Italia e un Tour de France; fu anche medaglia di bronzo ai mondiali in linea del 1995.

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    Soprannominato "il pirata", ottenne i suoi migliori risultati nelle corse a tappe: è a tutt'oggi l'ultimo italiano ad avere vinto il Tour de France, nel 1998 (33 anni dopo Felice Gimondi) e l'ultimo ciclista in assoluto dopo Fausto Coppi, Jacques Anquetil, Eddy Merckx, Bernard Hinault, Stephen Roche e Miguel Indurain ad aver vinto il Giro e il Tour nello stesso anno.

    Escluso dal Giro del 1999 a seguito di un valore ematocrito al di sopra del consentito, Pantani risentì del clamore mediatico suscitato dalla vicenda e, pur tornato alle gare non molto tempo dopo, raggiunse solo sporadicamente i livelli cui era abituato. Caduto in depressione, morì il 14 febbraio 2004 a Rimini, per arresto cardiaco dovuto ad eccesso di sostanze stupefacenti. In carriera ottenne 46 vittorie.
    a Gino Bartali, Charly Gaul e Federico Bahamontes, uno dei più grandi scalatori di ogni epoca. Dopo la sua morte Lance Armstrong, sette volte vincitore del Tour de France, affermò che Pantani era stato il più grande scalatore di sempre; lo stesso Charly Gaul dichiarò che probabilmente Pantani era stato più forte anche di lui.

    Carriera
    Gli esordi e i primi anni nel professionismo

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    Dopo essersi cimentato da giovanissimo nel mondo del calcio, ricevette in regalo una bicicletta dal nonno Sotero. Decise di tesserarsi nel G.C. Fausto Coppi di Cesenatico e mostrò subito indubbie doti di grande scalatore, vincendo molte gare. Nel 1990 fu terzo al Giro d'Italia dilettanti, nel 1991 secondo e nel 1992 vinse davanti a Vincenzo Galati e Andrea Noè. Nel 1993 partecipò al primo Giro d'Italia per professionisti, ritirandosi dopo poche tappe per una tendinite.

    Nel 1994 passò alla Carrera del ds Davide Boifava. La sua esplosione come ciclista professionista avvenne al Giro d'Italia di quell'anno, con le vittorie di tappa a Merano, all'Aprica e con il secondo posto nella classifica generale finale, alle spalle di Evgenij Berzin. Nella frazione dell'Aprica scattò sul Mortirolo, lasciando dietro il russo Evgenij Berzin e lo spagnolo Miguel Indurain: dopo aver preso fiato ed essersi fatto riprendere da Indurain, sul valico di Santa Cristina riattaccò andando a vincere la tappa. Al suo debutto al Tour de France chiuse terzo in classifica generale, dietro a Miguel Indurain e al lettone Pëtr Ugrumov, aggiudicandosi pure la maglia bianca di miglior giovane. Nella tappa di Val Thorens, malgrado una brutta caduta, riuscì a staccare tutti i più forti e a giungere terzo al traguardo.

    1995: il primo grave incidente

    Mentre era in piena preparazione al Giro d'Italia 1995, un incidente con un'automobile lo costrinse a puntare sul Tour de France. Nella corsa francese si ritrovò presto, anche a causa delle condizioni del ginocchio, ad avere un grosso ritardo dalla vetta della corsa. Il 12 luglio, sull'Alpe d'Huez, andò comunque all'attacco a 13 km dal traguardo, staccò i principali avversari, raggiunse e superò il gruppetto di testa riuscendo ad ottenere la vittoria di tappa. Alcuni giorni dopo, nella tappa pirenaica di Guzet Neige, trovò il secondo successo, questa volta dopo una lunga fuga di 42 km. Concluderà la Grande Boucle in tredicesima posizione della generale, vincendo nuovamente la maglia bianca.

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    Nel Campionato mondiale disputatosi in Colombia quell'anno, si classificò terzo dietro Abraham Olano e Miguel Indurain. Proprio quando sembrava agli inizi di una grande carriera, il 18 ottobre, sulla discesa di Pino Torinese, fu investito da un fuoristrada che viaggiava in senso contrario sulla sede di gara durante la Milano-Torino. Venne ricoverato al CTO di Torino dove gli venne riscontrata una frattura di tibia e perone e il rischio di una prematura interruzione dell'attività agonistica. Tuttavia dopo 5 mesi e 5 giorni dall'incidente ritornò in bici.

    1996-1997: il ritorno e il terzo posto al Tour



    Fra luglio e settembre del 1996 Pantani corse in una decina di competizioni ufficiali in preparazione alla stagione successiva. Per il 1997 si trasferì alla nuova Mercatone Uno, squadra patrocinata da Romano Cenni e costruita intorno al romagnolo per puntare ai grandi giri. Ma la sfortuna era ancora dietro l'angolo: al Giro d'Italia Pantani subì un nuovo incidente, in una tappa interlocutoria della corsa, nella discesa del valico di Chiunzi, al km 182, a causa di un gatto che aveva attraversato la strada al passaggio del gruppo. Riuscì a concludere la tappa grazie ai compagni di squadra ma all'ospedale scoprì di aver subito la lacerazione di un centimetro nelle fibre muscolari della coscia sinistra. Abbandonò la corsa.

    « Avrei voluto essere battuto dagli avversari, invece ancora una volta mi ha sconfitto la sfortuna »

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    Questa volta recuperò velocemente e ritornò in sella al Tour dello stesso anno, dove lottò a lungo per la maglia gialla, riportando altre due vittorie di tappa, ancora all'Alpe d'Huez, staccando Ullrich e Virenque, e a Morzine. In particolare all'Alpe d'Huez percorse l'ascesa in 37 minuti e 35 secondi, un record storico. Pur prevalendo sulle salite delle Alpi e dei Pirenei, venne superato in classifica da Ullrich, che riuscì a recuperare il tempo perso grazie alle tappe a cronometro, nelle quali era più forte, portando la maglia gialla fino a Parigi; Pantani si piazzò al terzo posto della classifica finale dietro anche a Richard Virenque.

    1998: la doppietta Giro-Tour

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    Nel 1998 partecipò e, per la prima volta, si impose al Giro d'Italia. Rivaleggiando con gli specialisti della cronometro come Alex Zülle, attaccò ripetutamente sulle salite e fu in tal modo, nonostante il percorso non lo facilitasse per le poche montagne, in grado di guadagnarsi un margine tale da poter compensare la propria debolezza nelle prove contro il tempo. Pantani prese la maglia rosa – gliela cedette Zülle – il 2 giugno, al termine della frazione di Selva di Val Gardena, e l'indomani controllò il più diretto rivale, Pavel Tonkov, nella tappa dell'Alpe di Pampeago. Decisiva fu la frazione di Plan di Montecampione, il 4 giugno: nell'occasione Pantani, con Zülle ormai alla deriva (quel giorno perse più di mezz'ora), attaccò ripetutamente Tonkov. Il russo, dopo un duello accanito, dovette cedere subendo un passivo di circa un minuto negli ultimi due chilometri, mentre il romagnolo andò a vincere la tappa e ad ipotecare il successo finale. Quell'anno al Giro Pantani fece sua anche la classifica scalatori battendo José Jaime González.

    Dopo aver affrontato un'adeguata preparazione, si presentò al Tour de France dello stesso anno con ambizioni di vittoria. La gara francese se l'aggiudicò proprio lui, batté finalmente Jan Ullrich e divenne il primo italiano a trionfare al Tour dai tempi di Felice Gimondi, vincitore nel 1965. Dopo le prime dieci tappe Pantani aveva quasi 5 minuti da recuperare al tedesco (aveva perso 4'21" nella cronometro di Corrèze): andò dunque all'attacco durante la quindicesima frazione, sul colle del Galibier a quasi 50 chilometri dal traguardo, e giunse a Les Deux Alpes in solitaria con quasi nove minuti di vantaggio sul rivale. Quel giorno prese anche la maglia gialla, definitivamente: il distacco nella generale, dopo quella storica impresa, non venne più colmato, e a Pantani andò l'edizione numero 85 della Grande Boucle. Era dai tempi di Lucien Van Impe che uno scalatore "puro" non vinceva la classifica finale della corsa francese.

    1999: l'episodio di Madonna di Campiglio

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    Per la stagione 1999 Pantani puntò al Giro. Dimostrò subito di essere in una buona condizione ottenendo la frazione sul Gran Sasso, primo arrivo in salita. Sulla salita di Oropa, dopo un salto di catena a pochi km dal traguardo, riprese gli avversari, li superò e conquistò la tappa. Dopo le frazioni dell'Alpe di Pampeago e di Madonna di Campiglio sembrava che nessuno ormai potesse togliergli la vittoria finale (era già primo in classifica con più di cinque minuti sul secondo), dato che anche la tappa successiva (la penultima) aveva caratteristiche altimetriche a lui favorevoli: arrivo all'Aprica, dopo la scalata del Mortirolo e oltre 50 km di salita.

    Ma le cose cambiarono per Pantani nella mattina del 5 giugno a Madonna di Campiglio quando vennero resi pubblici i risultati dei controlli della tappa del giorno precedente, dai quali risultava nel sangue di Pantani un livello di globuli rossi superiore al consentito. Il valore di ematocrito riscontrato a Pantani fu infatti del 52%, oltre il margine di tolleranza dell'1% rispetto al valore massimo consentito dai regolamenti ( il 50%); il Pirata viene di conseguenza sospeso per 15 giorni, il che comportava l'esclusione dalla corsa rosa. La tappa con partenza da Madonna di Campiglio fu poi vinta dall'iberico Roberto Heras; Paolo Savoldelli, nonostante fosse subentrato al primo posto in classifica del Giro, rifiutò di mettere la maglia rosa, simbolo del primato, rischiando una squalifica. La squadra del Pirata, la Mercatone Uno-Bianchi, si ritirò dal Giro.

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    In pratica la carriera di Pantani si conclude

    con questo episodio. Dopo aver spaccato per l'ira un vetro nell'albergo, accerchiato dai giornalisti e accompagnato dai carabinieri mentre stava per lasciare la corsa, disse:

    « Sono ripartito dopo dei grossi incidenti ma moralmente questa volta credo che abbiamo toccato il fondo. Rialzarsi sarà per me molto difficile. »



    Pantani rinunciò a partecipare al successivo Tour de France, pur se la sospensione di 15 giorni comminatagli glielo avrebbe consentito.

    Pantani non risultò mai positivo a un controllo antidoping sebbene sia stato legittimamente escluso dalla corsa in base ai regolamenti sportivi.Le uniche associazioni del Pirata con le pratiche di doping sono relative alle dichiarazioni di Jesus Manzano, reo confesso, che cita Pantani in un contesto in cui si accusano vari ciclisti di alto livello degli anni novanta, organizzatori, tecnici e sponsor, e a quelle di Christina Jonsson, fidanzata di Pantani per 7 anni, che in un'intervista al periodico svizzero L'Hebdò riferisce che il Pirata ne facesse uso regolare.

    Vengono alimentati in seguito dei dubbi su un eventuale "complotto" ai danni di Pantani. Celebre la lettera di Renato Vallanzasca alla madre del ciclista, Tonina, dell'8 novembre 2007. In breve Vallanzasca sostiene che un suo amico, habitué delle scommesse clandestine, lo abbia avvicinato cinque giorni prima del "fatto" di Madonna di Campiglio consigliandogli di scommettere sulla sconfitta di Pantani per la classifica finale, e assicurandogli che «il giro non lo vincerà sicuramente lui».

    Pantani non partecipò di sua volontà al Tour del '99 per la faccenda di Madonna di Campiglio.

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    In quel periodo la bicicletta non fece più parte della sua vita. Braccato dai media ed in preda ad una forte depressione, Marco restò chiuso in casa. Si allontanò dal ciclismo e, le poche volte che tornò in sella, fu vittima degli insulti dei passanti che lo etichettavano come un dopato. L'inverno, momento più duro per un ciclista, fu per Pantani un periodo difficile. Già allora emersero gli effetti della cocaina.

    2000: il secondo ritorno


    Pantani torna a correre nel 2000 ma nonostante la condizione di forma, la difficoltà maggiore era psicologica.

    Marco faticò a ingranare e la preparazione per il Giro si fece sempre più frammentata fino a diventare inesistente. Il problema della cocaina in seguito fu superato ma, in vista del Giro, la preparazione fisica non era adatta ad una corsa così dura. Ormai nella Mercatone Uno si pensò ad un Giro senza Marco, con Garzelli capitano; però, a sorpresa, Marco partecipò al Giro, mettendosi a disposizione per Garzelli, giovane promettente. Infatti i 9 posti della Mercatone Uno per la corsa rosa erano per Garzelli, De Paoli, Velo, Zaina, Brignoli, Borgheresi, Forconi, Fontanelli e Podenzana il quale è sacrificato per far posto a Pantani. La sua prova fu incolore per la sua forma non ottimale. Era spento e nelle salite non brillava più come ai suoi tempi d'oro. Risorse invece sull'Izoard dove fece da gregario al capitano Garzelli, poi vincitore della classifica generale, e andò ad agguantare un secondo posto in una tappa che fece ben sperare per una sua rinascita.

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    Punta tutto al Tour, dove incontra Lance Armstrong, futuro vincitore incontrastato delle seguenti edizioni. Già dalle prime frazioni e sui Pirenei il Pirata accumula un ritardo notevole. Si riscatta sulle Alpi: il 13 luglio nella tappa del Mont Ventoux batte in volata l'americano ottenendo la vittoria di tappa. Successivamente, Armstrong, durante un'intervista dichiarò apertamente d'aver lasciato la vittoria al Pirata e questo scatenerà la rabbia di Pantani. Il 17 luglio nella tappa di Courchevel Pantani scatta: rispondono Richard Virenque e Armstrong. Dopo alcuni km si stacca Virenque e rimangono solo Pantani ed Armstrong. Dopo che Roberto Heras e Javier Otxoa raggiungono i due, Pantani attacca lasciando sul posto gli avversari a 5 km dal traguardo. Raggiunge e stacca José María Jiménez e andò a vincere in solitaria, staccando lo stesso Armstrong di ben 51 secondi, ma la sua esultanza, così contenuta, pare nascondere una triste verità: quella sarà la sua ultima vittoria da professionista. Il giorno dopo, nella tappa di Morzine con il duro Col de Joux-Plane poco prima del traguardo, Pantani attaccò alla prima salita, tentando di recuperare il distacco in classifica. La scarsa collaborazione con i compagni di fuga, il caldo e problemi intestinali (dissenteria) lo costrinsero però al ritiro dalla "Grand Boucle". «Ho provato a far saltare il Tour, sono saltato io» disse dopo essere arrivato al traguardo con 13'44" di ritardo dal vincitore di tappa Richard Virenque. Nel 2001 e nel 2002 partecipò al Giro d'Italia ottenendo però scarsi risultati.

    Pantani decide di ritirarsi provocando le maledicenze dei media, che credono che Pantani abbia trovato un modo per saltare il controllo anti-doping del giorno successivo.

    Ottiene altre due vittorie nei critérium, fra cui l'Acht van Chaam.

    2001-2003: la depressione

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    Ormai sempre più prostrato nel morale, anche a causa del processo in corso per frode sportiva, intentato nei suoi confronti per fatti risalenti al 1995,partecipa al Giro d'Italia 2001 ma si ritira prima della 19ª tappa. Al Tour de France invece la sua squadra non viene invitata. Comincia intanto ad essere lontano dall'immagine del corridore professionista e tra sospetti e processi della giustizia sportiva, dove lo condannano e poi lo assolvono, Pantani non riesce più a trovare la serenità necessaria per tornare a correre.

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    Nel 2003 torna a prepararsi sia per il Giro che per il Tour. Al Giro d'Italia lottò testa a testa con i migliori giungendo quattordicesimo nella classifica generale (tredicesimo dopo la squalifica di Raimondas Rumsas, 6º). Durante la tappa del Monte Zoncolan reagì allo scatto di Gilberto Simoni, che aveva staccato tutti; si mise all'inseguimento e l'unico a reggere il suo ritmo fu Stefano Garzelli, ma per le energie spese calò nel finale e arrivò quinto. Nella tappa di Cascata del Toce fece il suo ultimo scatto a 3 km dall'arrivo venendo ripreso da Simoni e finendo ottavo. In un'ultima intervista a fine Giro d'Italia rivela la possibilità di una sua possibile partecipazione al Tour de France con un'altra formazione, visto che la Mercatone Uno era stata esclusa. Ma quando l'accordo con il Team Bianchi di Jan Ullrich sembra cosa fatta, sembra essere lo stesso Pantani a non voler più prendere parte al Tour. In seguito rinuncerà al proseguio della stagione, non prendendo parte alla Vuelta di Spagna.

    Il 21 giugno 2003 Pantani entrò nella clinica "Parco dei Tigli" di Teolo in Veneto, specializzata nella cura della depressione e della dipendenza da alcol, uscendone ai primi di luglio per continuare le cure con i medici personali.

    Morte


    Il 14 febbraio 2004, Marco Pantani fu trovato morto nella stanza D5 del residence "Le Rose" di Rimini. L'autopsia rivelò che la morte era stata causata da un edema polmonare e cerebrale, conseguente a un'overdose di cocaina.

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    L'autopsia sul corpo del campione dopo la tragica morte e in particolare l'analisi del midollo osseo ha escluso che Pantani avesse fatto uso frequente e in quantità elevata di Epo durante la sua carriera.

    La morte di Pantani lasciò sgomenti tutti gli appassionati delle due ruote, per la perdita di un grande corridore; uno degli sportivi italiani più popolari del dopo guerra, protagonista nel bene e nel male di tante imprese.

    Le spoglie di Marco Pantani sono sepolte nel cimitero di Cesenatico.

    Per ricordare le sue doti di scalatore, dal 2004 il Giro d'Italia assegna ogni anno ad una salita (la più "rappresentativa") il titolo "Montagna Pantani", onore concesso fino allora solo al Campionissimo Fausto Coppi, con la "Cima Coppi" (il passo più alto percorso dal Giro). Nel 2004 la salita è stata il Mortirolo, nel 2005 il Passo delle Erbe, nel 2006 di nuovo il Mortirolo, nel 2007 la salita che giunge al Santuario di Oropa, dove Pantani vinse al Giro del 1999. Nel 2008 ancora una volta il Mortirolo, nella tappa del 31 maggio, e il Col d'Izoard nel 2009.

    Nel mese di novembre del 2010 viene esposta al Museo del Ghisallo la maglia gialla di Pantani ottenuta al Tour del 1998; in seguito la maglia viene rubata e non viene più ritrovata. Sembra che i ladri siano i due custodi del Salone del Ciclo della Fiera di Rho, che hanno poi rivenduto la maglia del pirata, il 7 novembre.

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    Nel giugno del 2011 viene inaugurata una stele sul Col du Galibier in memoria dello scatto che gli valse la vittoria di tappa nel 1998

    Palmarès

    1989

    2ª tappa Sei Giorni del Sole

    1991

    Piccolo Giro dell'Emilia
    Cronoscalata della Futa - Memorial Gastone Nencini
    10ª tappa Giro d'Italia dilettanti

    1992 (Carrera-Vagabond-Tassoni, una vittoria)

    9ª tappa Giro d'Italia dilettanti
    10ª tappa Giro d'Italia dilettanti
    Classifica generale Giro d'Italia dilettanti

    1994 (Carrera-Tassoni, due vittorie)

    14ª tappa Giro d'Italia (Lienz > Merano)
    15ª tappa Giro d'Italia (Merano > Aprica)

    1995 (Carrera-Tassoni, tre vittorie)

    9ª tappa Tour de Suisse (La Punt > Flumserberg)
    10ª tappa Tour de France (Aime/La Plagne > L'Alpe d'Huez)
    14ª tappa Tour de France (Saint-Orens-de-Gameville > Guzet-Neige)

    1997 (Mercatone Uno-Wega, tre vittorie)

    13ª tappa Tour de France (Saint-Étienne > L'Alpe d'Huez)
    15ª tappa Tour de France (Courchevel > Morzine)
    Rominger Classic



    1998 (Mercatone Uno-Bianchi, undici vittorie)

    4ª tappa, 1ª semitappa Vuelta a Murcia (Murcia > Morron de Totana)
    14ª tappa Giro d'Italia (Schio > Piancavallo)
    19ª tappa Giro d'Italia (Cavalese > Monte Campione)
    Jersey pink.svg Classifica generale Giro d'Italia
    11ª tappa Tour de France (Luchon > Plateau de Beille)
    15ª tappa Tour de France (Grenoble > Les Deux Alpes)
    Classifica generale Tour de France
    1ª prova Attraverso Losanna
    2ª prova Attraverso Losanna
    Classifica finale Attraverso Losanna
    Rominger Classic

    1999 (Mercatone Uno-Bianchi, sette vittorie)

    4ª tappa Vuelta a Murcia (Murcia > Aledo)
    Classifica generale Vuelta a Murcia
    2ª tappa Setmana Catalana de Ciclisme (Lloret de Mar > Castelló d'Empúries)
    8ª tappa Giro d'Italia (Pescara > Gran Sasso d'Italia)
    15ª tappa Giro d'Italia (Racconigi > Oropa)
    19ª tappa Giro d'Italia (Castelfranco Veneto > Alpe di Pampeago)
    20ª tappa Giro d'Italia (Predazzo > Madonna di Campiglio)

    2000 (Mercatone Uno-albacom, due vittorie)

    12ª tappa Tour de France (Carpentras > Mont Ventoux)
    15ª tappa Tour de France (Briançon > Courchevel)

    Altri successi

    1994

    Jersey white.svg Classifica giovani Tour de France

    1995

    Jersey white.svg Classifica giovani Tour de France

    1997

    Profonde van Pijnacker



    1998

    Criterium di Chateaulin
    Criterium di Charlottenlund
    G.P. de la Ville de Luxembourg - Gala Tour de France
    Classifica dei Gran Premi della Montagna Giro d'Italia
    Criterium di København
    Profronde van Surhuisterveen
    Classifica finale Criterium Comunidad de Valencia

    2000

    Criterium di Stiphout
    Acht van Chaam

    Piazzamenti
    Grandi giri

    Giro d'Italia

    1993: ritirato (18ª tappa)
    1994: 2º
    1997: non partito (9ª tappa)
    1998: vincitore
    1999: non partito (21ª tappa)
    2000: 28º
    2001: non partito (19ª tappa)
    2002: ritirato (16ª tappa)
    2003: 13º



    Tour de France

    1994: 3º
    1995: 13º
    1997: 3º
    1998: vincitore
    2000: non partito (17ª tappa)



    Vuelta a España

    1995: non partito (17ª tappa)
    2001: ritirato (11ª tappa)


    da Wikipedia.....foto da web...
     
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  2. tomiva57
     
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    era proprio un grande..peccato!!!!
     
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  3. cristina vimis2
     
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    era tutta un'altra cosa quando c'eri tu......eri un grande!!!!!
     
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  4. lella06
     
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    un grande campione......grazie Arca
     
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    grazie arca...senza doping pantani sarebbe una legenda...cosi e solo un uomo fallito!
     
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  6. arca1959
     
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    "Pantani non morì per droga"
    Mamma Tonina: "Riaprite il caso, voglio sapere perché Marco è morto".




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    Intervistata lunedì nel programma "Password" su RTL 102.5 con Nicoletta e Gabriele Parpiglia, la madre di Marco Pantani ha parlato della circostanze della sua morte in occasione dello spettacolo teatrale in scena dal 16 novembre sulla vita del ciclista.

    Arriva a teatro un progetto sulla vita di Marco Pantani, Lei ha dato il suo assenso, è contenta?

    "Sì, spero che si possa riaprire il caso, sono 8 anni che lotto per questo. E quando mi hanno proposto questo progetto teatrale sulla vita di Marco io ho accettato subito. La morte di Marco non è quello che hanno fatto credere. Hanno detto che mio figlio è morto di droga, ne aveva in corpo tanta da far morire 6 persone, questo non lo accetto. Ci sono tanti dubbi, non ho avuto chiarezza: anche il cuore che è stato analizzato nell’autopsia, io non so niente, ci sono cose in sospeso che a me non vanno bene".

    L’opera teatrale è un un’opera di denuncia?

    "E’ un capro espiatorio, è la vita di Marco dal ’99 a Madonna di Campiglio fino alla fine".

    Perché Lei non crede che suo figlio abbia potuto ingerire una tale quantità di cocaina come le hanno detto dopo l’autopsia?

    "Sarebbe morto subito non sarebbe neanche riuscito a digerirne così tanta. Io come mamma ho il diritto di sapere come è morto mio figlio. Hanno chiuso il caso dopo 50 giorni".

    Marco però non stava bene o no?

    "Chi lo dice? Nel 2003 Marco ha fatto un giro d’Italia ed era in perfetta forma e se uno non sta bene non lo fa il giro d’Italia".


    http://sport.libero.it
     
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  7. arca1959
     
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    La morte di Pantani, 10 anni fa
    Il 14 febbraio 2004 morì in un residence di Rimini uno dei più famosi ciclisti italiani di sempre
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    Un’immagine di Marco Pantani durante la quinta tappa del Giro d’Italia, da Modena a Fano, 10 maggio 2012.
    (AP Photo/Fabio Ferrari)


    Marco Pantani morì a Rimini sabato 14 febbraio 2004, a 34 anni. Era stato il più famoso ciclista italiano, noto con il suo soprannome “il Pirata”, e aveva vinto nello stesso anno (il 1998) un Tour de France – l’ultimo italiano a farlo – e un Giro d’Italia. Negli anni da professionista, dal 1992 al 2003, ottenne 46 vittorie, un numero inferiore a quello di molti altri grandi campioni, ma guadagnò ugualmente un grandissimo seguito di tifosi e di appassionati.

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    12 luglio 1995: Marco Pantani sulla via di vincere la decima tappa del Tour de France, da Aime-La Plagne a l’Alpe di Huez.
    (Mike Powell/ALLSPORT)


    A fianco delle sue vittorie e degli episodi più famosi – come la fuga in solitaria sul passo del Mortirolo nel Giro del 1994, con cui diventò veramente famoso, o quella del Col du Galibier al Tour del 1998 – la sua carriera e la sua biografia ebbero una svolta il 5 giugno 1999, durante un Giro d’Italia che stava dominando: nelle prime ore di quel giorno si presentarono alla sua camera d’albergo gli ispettori dell’UCI (Unione Ciclistica Internazionale) e poche ore dopo, quella stessa mattina, venne annunciato che Pantani aveva un ematocrito – cioè il livello di globuli rossi nel sangue – troppo alto.
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    Marco Pantani alza le braccia al cielo dopo la vittoria della 15esima tappa del Tour de France, da Courchevel a Morzine nelle Alpi Francesi, 21 luglio 1997.
    (AP Photo/Laurent Rebours)



    Nonostante Pantani abbia sempre negato di aver fatto uso di sostanze proibite, il colpo alla sua immagine fu durissimo: più tardi avrebbe accusato i giornali e le televisioni di averlo rovinato, mentre cominciò una lunga serie di processi e ricorsi della giustizia sportiva e di quella ordinaria. La sua carriera ciclistica, ad ogni modo, non finì nel 1999, anche se da allora i suoi successi sportivi si limitarono ad alcuni episodi, come la lotta con Armstrong al Tour del 2000 e il Giro d’Italia del 2003.

    Negli ultimi anni della sua vita Pantani soffrì di depressione. Il 4 marzo 2004 il Foglio pubblicò un lunghissimo reportage, intitolato Il romanzo di Pantani, in cui Alessandro Giuli raccontò i luoghi della morte di Pantani e tutto quanto ci stava intorno.

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    Marco Pantani, Thierry Bourguignon e Leon durante una protesta dei ciclisti contro i casi di doping nella 17esima tappa del Tour de France tra Albertville e Aix-les-Bains, 29 luglio 1998.
    (AP Photo/Laurent Rebours)


    Un pieghevole cartonato lucido di dodici pagine con foto a colori e testo. “Sul famoso Lungomare di Rimini, a viale Regina Elena 46, il Residence Hotel Le Rose vi offre un nuovo stile di vacanza, ideale per voi e per i vostri bambini, il migliore servizio senza obblighi di orari e in massima libertà. Potrete ricevere i vostri amici e trascorrere insieme a loro piacevoli momenti di relax, in giardino, nella nostra piscina riscaldata o al bar sempre a vostra disposizione. Al Residence troverete appartamenti su misura con comfort ad alto livello. Inoltre, se arrivate in auto, il parcheggio è assicurato”.

    Marco Pantani arriva qui alle 12 di lunedì 9 febbraio, privo di bagaglio, sulle spalle uno zainetto scuro. Niente cellulare. Lascia la carta d’identità alla reception e sale in uno dei sei monolocali soppalcati “Mimosa” da tre/quattro posti, il D5: 55 euro a notte per 28 metri quadrati con salottino, angolo cottura su piano di marmo; pensili, mobiletto all’ingresso e tavolo centrale tondo con sedie in legno laccato verde. Tv color e telefono diretto. E’ l’appartamentino più economico al quinto piano di un residence dai muri versi che ai clienti ne offre in tutto 40. [...] Due ore dopo Pantani usa il telefono in camera per quattro brevissime chiamate ad altrettanti cellulari. Chiude le tre finestre che affacciano sul palazzo accanto al residence, accende il condizionatore al massimo. La notte, se dorme, lo fa sul divano. Di giorno scende solo per la colazione. Quando è chiuso in camera lascia malvolentieri che la quarantenne cameriera ucraina Lorissa metta ordine. Lui intanto ha spostato il televisore davanti al divanetto, l’étagère dell’ingresso di fronte alla macchina del gas.

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    Il vincitore del Tour de France Marco Pantani con i compagni di squadra della Mercatone in posa a Place de la Concorde, a Parigi, dopo la 21esima e ultima tappa della gara. 2 agosto 1998.
    (AP Photo/Laurent Rebours)


    Fra poche ore, alle nove e mezza della sera di sabato 14 febbraio, san Valentino, Marco Pantani sarà trovato qui, senza vita. Indosso solo un paio di jeans, la faccia a terra tra il divano e i quindici gradini di una scala a chiocciola che conduce al letto matrimoniale. Morto dalle cinque del pomeriggio, dopo aver rotto due sedie e rovesciato del caffè. Sul tavolo, poco distante dal cadavere, tre bottigliette di farmaci e della polvere bianca. I farmaci si chiamano Control, Flunox e Surmontil. Il primo è un tranquillante a base di benzodiazepine indicato per stati d’ansia disabilitanti, “quando il soggetto è in grave disagio”. Se preso in dosaggio eccessivo può provocare riduzione della vigilanza, affaticamento, confusione, vertigini, visioni doppie. Se l’assunzione è continua, bisogna diminuirla progressivamente. Mai di botto. La seconda boccetta contiene un liquido che ha le stesse caratteristiche ma in più, essendo un ipnotico, contrasta l’insonnia. La terza medicina è un antidepressivo con un pronunciato effetto sedativo per agitazione, nevrosi, angoscia fobica, isterica, ossessiva. Sconsigliabile interromperne bruscamente il trattamento.

    La polvere bianca è invece cocaina, Pantani la fuma e sniffa da almeno tre anni. Da quando ha smesso di essere il più grande ciclista scalatore del mondo.

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    Marco Pantani circondato dai Carabinieri mentre lascia il suo hotel a Madonna di Campiglio durante il Giro d’Italia, 5 giugno 1999.
    (AP Photo/Armando Trovati)
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    Marco Pantani, a destra, verso il traguardo davanti al texano Lance Armstrong, secondo al centro con la maglia gialla, durante la 12esima tappa del Tour de France tra Carpentras e Mont Ventoux, nella Francia meridionale, 13 luglio 2000.
    (AP Photo/Pool/Patrick Boutroux)
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    26 marzo 2001: Marco Pantani al giro di Catalogna, Spagna.
    (Pascal Rondeau /Allsport)
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    Migliaia di persone partecipano al funerale di Marco Pantani alla chiesa di San Giacomo a Cesenatico, 18 febbraio 2004.
    (AP Photo/Luca Bruno)



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    Morte di Pantani: la Procura di Rimini riapre il caso


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    L'ipotesi inquietante: omicidio. Gli appelli della famiglia del Pirata. Il lavoro del legale De Renzis. Tutti i particolari

    DAVIDE DEZAN 2 Agosto 2014

    Torna il caso-Pantani con una svolta clamorosa. La Procura di Rimini riapre l'inchiesta con una ipotesi inquietante: omicidio. Molti degli atti sono stati secretati, a testimonianza della delicatezza della vicenda, dieci anni dopo. La famiglia Pantani da tempo chiedeva la verità, implorava di far luce sui tanti punti oscuri della vicenda. Il legale della famiglia, l'avvocato De Renzis, attraverso un prezioso e minuzioso lavoro, ha messo al loro posto tante tessere di un puzzle che ridisegna lo scenario della morte del Pirata. Fatti già emersi, ignorati dalle indagini e scoperte eclatanti.
    Quello che emerge è sconcertante. Nello stomaco di Pantani è stata trovata una quantità di cocaina mostruosa e incompatibile con l'ultimo acquisto da lui fatto. Cocaina ingerita e non sniffata, come se qualcuno, e questa è l'ipotesi che emerge dalla famiglia Pantani, avesse costretto il Pirata a ingerire con la forza quella sostanza disciolta in una bottiglia d'acqua. Bottiglia presente nella stanza del residence e che nessuno ha mai analizzato.

    A rafforzare questa ricostruzione, gli ematomi sul volto e sulla nuca, ritenuti probabili segni di una colluttazione. Le indagini iniziali avevano escluso l'ingresso o la presenza di altre persone in quella stanza, ma anche in questo caso le prove inconfutabili vanno in un'altra direzione.
    Poi altre cose. Il disordine nella stanza sembra costruito ad arte; uno specchio lanciato sul pavimento, ma rimasto intatto; un cavo tivu annodato come per simulare intenti di suicidio; il cadavere di Pantani spostato, si sospetta, prima dell'arrivo della Polizia; tre giubbotti pesanti, che Pantani non avrebbe potuto portare con sé, non aveva bagagli. E poi: perché in una stanza con cadavere in una pozza di sangue nessuno ha preso un'impronta digitale? Morte per overdose, recitava il verdetto del processo. Dieci anni dopo quella storia è probabilmente da riscrivere e l'ipotesi molto più pesante: quella di omicidio.


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    Fonte:
    http://www.sportmediaset.mediaset.it/altri...e-il-caso.shtml
     
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    Pantani, la mamma: "16 anni fa il Tour, ora caso riaperto"


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    La madre del ciclista annuncia su Facebook la notizia delle nuove indagini disposte dalla Procura di Rimini

    2 Agosto 2014

    "Sedici anni fa, 2 agosto, Marco vinceva il Tour e quest'anno, a 10 anni della sua morte, mentre Cesenatico festeggiava la sua notte gialla non più dedicata a lui, vi dò una notizia. A tutti i tifosi e a quelli che hanno creduto e voluto bene al mio Marco, il caso è aperto per omicidio". E' il messaggio postato su Facebook dalla madre di Marco Pantani, Tonina, dopo la riapertura delle indagini sulla morte del Pirata.

    Il messaggio è stato scritto poco dopo mezzanotte e nel giro di poche ore ha già accumulato quasi mille 'Mi piace' e più di cento condivisioni e commenti, nella maggior parte di speranza per la soluzione del caso e di incoraggiamento alla famiglia.


    Fonte:
    http://www.sportmediaset.mediaset.it/altri...riaperto-.shtml
     
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  10. arca1959
     
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    La volta che vinse Pantani
    Le foto di un'edizione indimenticabile del Tour de France, vista da qui


    Il Tour de France del 1998 fu un’edizione memorabile per il ciclismo italiano: lo vinse uno dei ciclisti italiani più amati di sempre, Marco Pantani, e fu accompagnato da una partecipazione di pubblico notevole, probabilmente rimasta ineguagliata negli anni che seguirono.
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    Marco Pantani vince la 15esima tappa, a Les Deux Alpes, il 27 luglio 1998. (PATRICK KOVARIK/AFP/Getty Images)


    La corsa si svolse in condizioni difficilmente ripetibili, da un punto di vista sportivo: cominciò l’11 luglio, un giorno prima della fine del campionato mondiale di calcio, giocato in Francia e vinto dalla Francia (che aveva peraltro eliminato l’Italia, ai quarti di finale). In Italia l’interesse per il ciclismo era già a livelli piuttosto alti: a giugno Pantani aveva vinto il Giro d’Italia e le sue straordinarie doti di scalatore – unite alla sua immagine carismatica e riconoscibile – gli avevano consentito di farsi conoscere e apprezzare da un pubblico molto più vasto rispetto a quello che segue abitualmente il ciclismo.

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    Marco Pantani durante la ventesima tappa, una prova a cronometro da Montceau a Le Creusot, il 1° agosto 1998. (Alex Livesey /Allsport)


    Il successo di Pantani fu talmente grande da coinvolgere anche tutti quelli di cui altrimenti in pochi in Italia ricorderebbero persino la faccia. Né prima né dopo quel Tour, il ciclista tedesco Jan Ullrich – che pure aveva vinto l’edizione del 1997 – guadagnò una tale riconoscibilità e popolarità riflessa: per gli italiani ancora oggi rimane il principale rivale di Pantani al Tour del 1998.

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    Marco Pantani durante l'11esima tappa del Tour de France tra Luchon e Plateau de Beille, il 22 luglio 1998. (Alex Livesey /Allsport)
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    Marco Pantani durante la 15esima tappa, da Grenoble a Les Deux-Alpes, il 27 luglio 1998. (Alex Livesey /Allsport)
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    Jan Ullrich e Marco Pantani nella volata finale della 16esima tappa del Tour de France, il 28 luglio 1998. (AP Photo/Peter Dejong)
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    Marco Pantani, prima della quarta tappa, da Plouay a Cholet, il 15 luglio 1998. (Allsport)
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    Marco Pantani e Jan Ullrich, durante la 16esima tappa del Tour de France, da Vizille ad Albertville, sulle Alpi, il 29 luglio 1998. (AP Photo/Peter Dejong)
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    Il tedesco Jan Ullrich, maglia gialla, davanti a Marco Pantani e Bobby Julich durante la 15esima tappa del Tour de France, tra Grenoble e Les Deux Alpes, il 27 luglio 1998. (PASCAL PAVANI/AFP/Getty Images)
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    Il direttore del Tour, Jean-Marie Leblanc, parla con i ciclisti durante le proteste prima della 17esima tappa, ad Albertville, il 20 luglio 1998. La notte prima c'erano stati dei controlli antidoping per un'inchiesta sulla squadra TVM. (PATRICK KOVARIK/AFP/Getty Images)
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    Marco Pantani durante la salita di Plateau de Beille, durante l'11esima tappa, il 22 luglio 1998. (PASCAL PAVANI/AFP/Getty Images)
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    Marco Pantani stringe la mano al tedesco Erik Zabel, prima della 17esima tappa, da Albertville a Aix-les-Bains, il 29 luglio 1998. (AP Photo/Laurent Rebours)
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    l tedesco Jan Ullrich e Marco Pantani, al termine della 20esima tappa, da Montceau-les-Mines a Le Creusot, il 1° agosto 1998. (AP Photo/Laurent Rebours)
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    Marco Pantani, con la maglia gialla dopo aver vinto il Tour de France, firma autografi prima di una gara a Losanna, in Svizzera, il 4 agosto 1998. (AP Photo/Patrick Aviolat)
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    Marco Pantani in posa con i compagni della sua squadra, la Mercatone Uno, alla fine della ventunesima e ultima tappa del Tour de France, in Piazza della Concordia, il 2 agosto 1998. (AP Photo/Laurent Rebours)
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    Marco Pantani durante la 15esima tappa, da Grenoble a Les Deux Alpes, il 17 luglio 1998. (AP Photo/Laurent Rebours)







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    :1219153202.gif: la droga uccide....
     
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