IL PRESEPE

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  1. gheagabry
     
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    da lussy

    Il presepe di Natale.



    La storia e la tradizione di fare il presepe.

    La parola presepe deriva dal latino e significa mangiatoia, cioè il luogo dove Gesù fu deposto appena nato»
    II primo presepe fu realizzato da San Francesco a Greccio, un paesino vicino ad Assisi, Egli volle rappresentare la scena della natività affinchè tutti, anche i più umili, capissero il significato profondo di quel? e vento,
    La notte di Natale del 1223 Francesco allestì un presepe vivente dentro una grotta: Gesù, Giuseppe e Maria erano interpretati da persone vere, co/lì come erano veri il bue e Pasinello.
    La gente arrivò alla grotta in processione e rimase senza parole: sembrava proprio di essere a Betlemme davanti alla Sacra Famiglia.
    Il presepe allestito da Francesco piacque talmente tanto che in breve tempo l'usanza si diffuse in tutto il mondo cattolico, Nel corso dei secoli statuine di legno, di terracotta e di cera sostituirono le persone in carne e ossa e la semplice scena della natività si arricchì di elementi paesaggistici e di tanti altri personaggi.

    Costruire il Presepe, gli elementi del presepio.

    Una grotta, un tappeto di muschio, un bue e un asinelio, pastori adoranti, genti in cammino e scene di vita quotidiana. Il presepio (dal latino praesepium) racconta la storia della nascita di Gesù bambino e si propone come rappresentazione di un vero e proprio percorso di fede e di vita. Sul simbolismo degli elementi del presepio molti si sono soffermati...


    Presepe: la grotta

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    La grotta: archetipo del grembo materno, quasi onnipresente nei miti di origine, e il luogo della nascita, della rigenerazione, dell'iniziazione, È il simbolo del cosmo e il passaggio che porta al cielo. È il luogo che permette al seme di germogliare, la fucina del nutrimento dell'umanità.

    Presepe: il bue e l'asino
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    Il bue e l'asino: il primo, forte, paziente, instancabile e buono, è la cavalcatura dei saggi; il secondo, testardo e ignorante, rappresenta l'istinto materiale che occorre soggiogare.
    I pastori nel presepio

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    I pastori: vegliano, vigilano e, dal momento che sono nomadi, seguono il loro compito senza attaccarsi a cose e luoghi.

    La notte di Natale

    Mezzanotte: è un'ora magica, finisce un giorno, ne inizia un altro. È un momento simbolico che segna il passaggio da un ciclo a un altro.
    A mezzanotte nasce il Bambino e noi lo deponiamo al centro del presepio.





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    da ivana

    PRESEPIO VIVENTE DI S. BIAGIO MN

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    E siamo inaspettatamente arrivati alla 18° edizione!

    La nostra frazione di 2000 abitanti circa vive con molta intensità e trepidazione questo momento. Ogni mestiere vede un nucleo famigliare impegnato, ogni capanna racchiude una famiglia; la famiglia è la vera protagonista della nostra manifestazione!
    Globalmente si alternano nelle varie serate non meno di 300 figuranti, ad ogni rappresentazione sono comunque presenti almeno 150 figure.
    Una vera famiglia rappresenta ogni anno "quella di Betlemme";
    in passato anche famiglie cinesi, rumene, albanesi hanno ricoperto questo importante ruolo.

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    I lavori per la costruzione di Betlemme sono iniziati lo scorso settembre; un gruppo di volontari quasi quotidianamente si adopera per arrivare puntuale all'appuntamento natalizio.

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    La nostra manifestazione è patrocinata dall’Assessorato alla cultura del Comune di Bagnolo San Vito, dall’Amministrazione Provinciale di Mantova e quest’anno anche dalla Regione Lombardia . Stretta è la collaborazione con l’Acli di San Biagio.

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    Il Presepe vivente






    LA STORIA

    Il Primo Presepe Vivente



    San Francesco D'Assisi, nato in Umbria nel 1182 da Pietro Di Bernardone, fondò nel 1223 l' Ordine dei frati minori ed iniziò la sua missione apostolica sposando Madonna povertà.

    Nello stesso anno, il 24 dicembre, Francesco decise di partire per la selva di Greccio nei pressi di Rieti e di rappresentare la sacra natività con dei personaggi viventi dando vita alla tradizione cristiana del Presepio.

    E a Greccio nel reatino, tra i boscosi monti sabini alle pendici del monte Lacerone, si tiene la rievocazione storica di questo primo presepe vivente del mondo.

    Il presepe, secondo la tradizione, dovrebbe essere fatto il giorno di San Nicola o Santa Lucia lasciando però la mangiatoia vuota che accoglierà il bambinello nella notte di Natale.

    Il presepe si completa il 6 di gennaio con l'arrivo dei Magi che portano oro, incenso e mirra.

    Il nome PRESEPE viene dal Vangelo di San Luca e di San Matteo in cui si racconta che la Madonna avvolse nelle fasce Gesù e lo mise in una mangiatoia. (PRAESEPE)

    La Tradizione

    L'esemplare di presepe più antico a noi pervenuto è il presepe di Arnolfo Di Cambio (1280 circa).

    Il presepe si diffuse specialmente a partire dalla seconda metà del xv secolo nel napoletano.

    Nel XVIII secolo nella zona di Genova compaiono esemplari costituiti da immaginette di legno finemente intagliate.

    La tradizione del presepe è molto diffusa anche nei paesi nordici e centro europei e in maniera capillare in Germania ed Argentina.

    Calendario Presepi Viventi

    Di seguito troverete l'elenco dei Presepi Viventi che vengono allestiti in Italia, suddivisi per regione. La lista è in continuo aggiornamento e tiene conto anche delle vostre segnalazioni.

    Abruzzo

    Presepe Vivente di Pianola
    Presepe Vivente di Rivisondoli (AQ)
    Presepe Vivente di Roio (AQ)
    Presepe Vivente di Tempera (AQ)
    Presepe Vivente di S.Marco di Preturo (AQ)
    Presepe Vivente di Cagnano Amiterno (AQ)
    Presepe Vivente di Fara S. Martino (CH)
    Presepe Vivente di Cerqueto di Fano Adriano (TE)
    Presepe Vivente di Vasto (CH)
    Presepe Vivente di Città S. Angelo (PE)
    Presepe Vivente di Vigliano di Scoppito (AQ)
    Presepe Vivente di Camarda, frazione di L'Aquila
    Presepe vivente Giulianova (TE)

    Calabria

    Presepe Vivente di Bagaladi
    Presepe Vivente di Isola Capo Rizzuto (KR)

    Campania

    Presepe Vivente di Forino (AV)
    Presepe Vivente di Pietralcina (BN)
    Presepe Vivente di Salaparuta (BN)
    Presepe Vivente di Torca (NA)
    Presepe Vivente di Piedimonte Matese (CE)
    Presepe Vivente di Cinquevie di Nola (NA)
    Presepe Vivente di Morcone (BN)
    Presepe Vivente di Foglianise (BN)
    Presepe Vivente di Torre Annunziata
    Presepe Vivente di Mercatello (SA)
    Presepe Vivente di Castel Morrone, Fraz. Largisi (CE)
    Presepe Vivente di Visciano (NA)
    Presepe Vivente di Perrillo, frazione di Sant'Angelo a Cupolo (BN)
    Presepe Vivente di Casali di Faicchio (BN) - a percorso
    Presepe Vivente di Quarto (NA)
    Presepe Vivente della frazione S.Anna di Cava de Tirreni (SA)
    Presepe Vivente di Cimitile (NA)
    Presepe Vivente di Pompei - Località Tre Ponti (NA)
    'Presepe Artistico Vivente Sammaritano di Santa Maria La Carità (NA)

    Emilia Romagna

    Presepe Vivente di Bebbio di Carpineti (RE)
    Presepe Vivente di Bebbio di S. Fele
    Presepe Vivente di S. Apollinare in classe (RA)
    Presepe Vivente a Basilicagoiano (Montechiarugolo - PR)

    Lazio

    Presepe Vivente di Greccio (RI)
    Presepe Vivente di Corchiano (VT)
    Presepe Vivente di Vetralla (VT)
    Presepe Vivente di Lido dei Pini (Roma)
    Presepe vivente di Maranola di Formia (LT)
    Presepe Vivente di Castro Dei Volsci (FR)
    Presepe vivente di Castellone di Formia (LT)
    Presepe Vivente di Orte (VT)
    Presepe Vivente di Monte San Biagio (LT)
    Presepe Vivente di Grotte di Castro (VT)

    Liguria

    Presepe Vivente di Casano di Ortonovo (SP)

    Lombardia

    Presepe Vivente di Castelleone (CR)
    Presepe Vivente di Busto Arsizio
    Presepe Vivente di S. Biagio (MN)
    Presepe Vivente di Villongo (BG)
    Presepe Vivente di Albano Sant'Alessandro (BG)
    Presepe Vivente di Péiubega (MN)
    Presepe Vivente di Montù Beccaria (PV)

    Marche

    Presepe Vivente di Piobbico (PU)
    Presepe Vivente di Gabicce Mare (PU)
    Presepe Vivente di Genga (AN)
    Presepe Vivente di Cingoli (AP)
    Presepe Vivente di Barbara (AN)
    Presepe Vivente di Torrette e Metaurilia (Fano - PU)

    Molise

    Presepe Vivente di Guardialfiera (CB)
    Presepe Vivente di Montenero di Bisaccia (CB)

    Piemonte

    Presepe Vivente di Capriata d’Orba (AL)
    Presepe Vivente di Dogliani (CN)
    Presepe Vivente di Prea di Roccaforte (CN)
    Presepe Vivente di Peveragno (CN)
    Presepe Vivente di Ceriolo di Sant'Albano Stura (CN)
    Presepe Vivente di Valgrana (CN)
    Presepe Vivente di Montaldo Roero (CN)
    Presepe Vivente di Celle Macra (CN)
    Presepe Vivente di Siolze

    Puglia

    Presepe Vivente di Oria (BR)
    Presepe Vivente di Sammichele di Bari (BA)
    Presepe Vivente di Squinzano (LE)
    Presepe Vivente di Carbonara (BA)
    Presepe Vivente di Biscelie(BA)
    Presepe Vivente di Canosa di Puglia (BA)
    Presepe Vivente di Alberobello
    Presepe Vivente di Sanarica (LE)
    Presepe Vivente di Crispiano (TA)
    Presepe Vivente di Bitonto (BA)
    Presepe Vivente di Torremaggiore (FG)

    Sardegna

    Presepe Vivente di Sassari
    Presepe Vivente di Gergei

    Sicilia

    Presepe Vivente di Custonaci (TP)
    Presepe Vivente di Agira (EN)
    Presepe Vivente di Sutera (CL)
    Presepe Vivente di Monforte S.Giorgio (ME)
    Presepe Vivente di Montalbano Elicona (ME)
    Presepe Vivente degli antichi mestieri di Sicilia a Aci S. Antonio (CT)
    Presepe Vivente di Castanea (Messina)
    Presepe Vivente di Protonotaro nel Comune di Castroreale (ME)
    Presepe Vivente di Bafia nel Comune di Castroreale (ME)
    Presepe Vivente di Caltabellotta (AG)
    Presepe Vivente di Militello Rosmarino (ME)
    Presepe Vivente di Prizzi (PA)
    Presepe Vivente Monterosso Almo (RG)
    Presepe Vivente di Montaperto (AG)

    Toscana

    Presepe Vivente di Casole d'Elsa (SI)
    Presepe Vivente di Equi Terme (MS)

    Umbria

    Presepe Vivente di Petrignano d'Assisi (PG)
    Presepe Vivente di Monteleone d'Orvieto ()
    Presepe Vivente di Volterrano di Città di Castello(PG)
    Presepe Vivente San Giustino Celalba - Città di Castello(PG)
    Presepe Vivente Lugnano in Teverina (TR)
    Presepe Vivente Attigliano (TR)
    Presepe Vivente della Parrocchia di San Valentino di Terni

    Veneto

    Presepe Vivente di Fonti del Piave (VE)
    Presepe Vivente di Santa Cristina (TV)
    Presepe Vivente di Codiverno di Vigonza (PD)
    Presepe Vivente di Annone Veneto(VE)
    Presepe Vivente di Pedemonte(VR)
    Presepe Vivente di Spercenigo(TV)

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    da lussy

    ...questo è un'altro presepe...particolare...

    NATALE 1944 IL PRESEPE DI WIETZENDORF eseguito da soldati italiani deportati


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    PER SAPERNE DI PIÙ:
    «Natale 1944: secondo desolato inverno di prigionia nello squallido lager tedesco di Wietzendorf, dove è quasi sempre inverno. Moltitudine di uomini, vecchi e giovani, ormai addossati, quasi ininterrottamente giorno e notte, in baracche sporche, fredde, buie, fumose, umidissime; inermi di fronte alla crudeltà inutile ma sadicamente quotidiana dei nazisti. Umiliati, minacciati dalla morte, all'oscuro degli avvenimenti. Malattie, mucchi di stracci umidi e freddi, fango dappertutto dentro e fuori le baracche, fame, inedia». Così testimoniava a 84 anni l'ex sottotenente Tullio Battaglia, autore del presepe che nel 1944 illuminò la notte di Natale di un campo di concentramento dove il respiro quotidiano ha il sapore della morte e della tortura. Battaglia sorrideva, nella sua poltrona a cui gli anni e i malanni l'avevano costretto, quando ricordava l'ordine del colonnello Pietro Testa: «Un presepe in ogni stube». Gli altri sfruttano la creta, il sottotenente Tullio, per la sua grande baracca, pensa a qualcosa di originale, che coinvolga tutti con un piccolo dono. Ogni ufficiale aveva, nella sua cassetta di ordinanza, qualche ricordo della famiglia, dell'amata. Gesù è vestito con un fazzoletto di seta del tenente Bianchi, i pantaloni di un magio sono la calza della Befana che i figli avevano inviato al capitano Gamberini, il pizzo del manto della Madonna ornava il fazzoletto del tenente Zimaglia, il rosario di san Francesco è di Tullio, il manto rosso di un magio è il pezzo di una bandiera italiana, tagliata dai prigionieri per sottrarla alle perquisizioni dei nazisti. Tutto viene offerto per rendere preziosa un'opera che va dal 3 novembre al 24 dicembre 1944. Per realizzarla un coltellino scout, un paio di forbici, alcuni aghi, il cardine di una porta trasformato in martello. Le assicelle dei letti a castello diventano le "anime" dei personaggi. Tullio può lavorare solo di sera, ma alle 15.30 è già buio e allora ecco il miracolo. Ciascuno rinuncia a un po' della minuscola razione quotidiana di 15 grammi di margarina per realizzare candele che illumineranno il lavoro di Tullio. «Per ore e ore, chiusi nel buio, la baracca è stata raccolta in contemplazione della nascita del presepio: assorte figure scarne, pallide, raggomitolate, silenziose. Alla Vigilia era finito, vivo, splendente di biancore nel nerume tutto intorno. Simbolo potente di fede indistruttibile, di speranza, ha portato in mezzo a quella moltitudine un'ondata vivificatrice di gioia.
    Nessuno può dimenticare la messa della notte di Natale, celebrata ai piedi del presepe. Una grande bandiera tricolore, gelosamente custodita da un eroico cappellano, don Costa, faceva da tovaglia all'altare».
    Oggi quel presepe è custodito nel tesoro della Basilica di Sant'Ambrogio a Milano, forse il bene più prezioso, plasmato non con l'oro ma con la vita e la speranza.






    un cenno di storia del presepe Napoletano...


    Il presepe napoletano, nato circa mille anni fa, rappresenta una delle tradizioni più suggestive di Napoli.

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    Il periodo d’oro del presepe fu il Settecento durante il regno di Carlo III di Borbone. I pastori confezionati erano delle vere e proprie opere d’arte e il presepe entrò in tulle le case dei nobili e dei ricchi.

    A Napoli si conservano numerosi e splendidi presepi rimasti intatti, tra cui vanno menzionati il presepe “Cuciniello” (fine Ottocento) che si trova nel Museo della Certosa di San Martino e quello del Banco di Napoli che viene esposto in determinate occasione a Palazzo Reale. I personaggi tipici del presepe napoletano sono, oltre ai re magi, il vinaio e Cicci Bacco, il pescatore, Benino e i due compari.
    Il luogo simbolo della produzione artigianale del presepe, famoso in tutto il mondo, è Via San Gregorio Armeno, nel centro storico di Napoli.

    Su questa strada, affollatissima durante il periodo natalizio, si affacciano numerose piccole botteghe e bancarelle che espongono e vendono pastori di ogni dimensione, casette in sughero o di cartone, mulini a vento e una grande varietà di altri oggetti che servono per confezionare a casa un presepe.
    E’ di moda da qualche tempo confezionare pastori sui generis che raffigurano famosi personaggi moderni come Totò, Pulcinella, Berlusconi, Di Pietro , Maradona.



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    da gabry

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    Il Presepe.



    Il primo vero presepe della storia fu creato nella chiesa di Santa Maria Maggiore, a Roma. Questa usanza divenne così popolare che presto tante altre chiese vi aderirono.
    Ognuna creava un presepio particolare ed unico. Le scene della natività erano spesso ornate con oro, argento, gioielli e piete preziose.
    Anche se molto popolare tra le classi più ricche, questa opulenza era quanto di più distante dal signigificato della nascita di Gesù.
    Dobbiamo il "nostro" presepe attuale a San Francesco d'Assisi, che nel 1224 decise di creare la prima Natività come era veramente descritta nella Bibbia. Il presepe che San Francesco creò nel paese di Greccio, era fatto di figure intagliate, paglia e animali veri.
    Il messaggio era diretto, e poteva essere capito e recepito da tutti, ricchi e poveri.
    La popolarità del presepe di San Francesco crebbe fino ad espandersi in tutto il mondo.
    In Francia si chiama Crèche, in Germania Krippe, in Spagna e America Latina si chiama Nacimiento, nella Repubblica Ceca si dice Jeslicky, in Brasile si dice Pesebre, e in Costa Rica si dice Portal.

    dal web
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  2. gheagabry
     
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    INCENSO e MIRRA



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    L’Incenso è una resina essiccata ottenuta incidendo il fusto delle piante di Boswellia, che hanno forma di arbusto e sono originarie dell’Africa orientale e della Penisola Arabica. L’incenso era già usato nei riti pagani prima ancora di entrare nella liturgia cristiana e i popoli arabi custodirono per moltissimo tempo il segreto sulle modalità di raccolta di questa resina.
    Plinio racconta che la resina veniva raccolta nei mesi estivi e lasciata essiccare su foglie di palma. Questa preziosa sostanza cominciava il suo viaggio a dorso dei cammelli lungo le coste del Mar Rosso. Il suo viaggio, lungo 2000 miglia, prevedeva moltissime tappe ed il pagamento di pesanti pedaggi.
    L’incenso in passato ha avuto diversi impieghi farmacologici: per inalazione contro le infiammazioni della gola e dei bronchi e nel trattamento delle infezioni della pelle.
    Attualmente l’incenso, oltre l’uso rituale, è adoperato nella preparazione dei cosmetici ad azione detergente e purificante.


    La mirra invece è una resina profumata ricavata dalle piante di Cammiphora che crescono nei territori aridi dell’Africa orientale. Questa si presenta in grani tondeggianti di colore rosso.
    I Greci e gli Egizi erano dei forti consumatori di mirra; questi ultimi la usavano sia per imbalsamare i cadaveri sia durante la celebrazione dei riti religiosi.
    La mirra è stata impiegata nella cura delle infiammazioni della bocca e della pelle nonché come balsamico nelle malattie delle vie respiratorie.
    Attualmente è usata nella preparazione di profumi.


    ...storia, miti e leggende...

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    Narra la leggenda che la ninfa Mirra, giovane figlia del re Ciniria, sprezzasse a tal punto la dea dell’amore Afrodite da rifiutare senza riserve il suo stesso matrimonio. La vendetta di Afrodite non tardò ad arrivare e ben presto una incontrollabile passione incestuosa si impadronì di Mirra che riuscì nottetempo a introdursi nella camera del padre e a giacere con lui più volte concependo un figlio. Quando il re scoprì l’inganno cercò di uccidere la propria figlia, ma Mirra, fuggendo, implorò gli dei che la trasformassero in un albero. Dopo nove mesi la corteccia dell’albero si spaccò e ne uscì un bambino bellissimo a cui fu dato il nome di Adone.

    Quanto all’aspetto medicamentoso, la mirra ha da secoli un vasto campo di applicazione; citata in tutte le opere di materia medica, costituì uno dei rimedi di elezione nella cura delle affezioni della pelle e dell’apparato respiratorio. Era inoltre usatissima nell’igiene della bocca o contro ogni tipo di infiammazioni della cute e delle mucose.
    L’incenso, dal latino incensum, che significa “ciò che è bruciato”, condivide con la mirra una storia religiosa comune. Il termine designa una pianta arbustiva resinosa aromatica orientale, che i Greci chiamavano libanos, sinomimo appunto di incenso, che significa “offerta o profumo”. L’incenso è anche noto per la sua proprietà medicamentosa e per il suo significato medico-religioso. La gomma o la corteccia di questo albero viene infatti bruciato durante le cerimonie di circoncisione allo scopo di ottenere fumi odorosi propiziatori, mentre la corteccia bollita in acqua o latte viene somministrata contro i disordini dello stomaco e per curare la bronchite o la polmonite.
    Queste droghe erano tenute in grande considerazione presso gli antiche popoli. Già gli Egizi ne erano dei forti consumatori, sia per le imbalsamazioni che per le fumigazioni che venivano offerti nei templi al dio sole. Gli Egizi, i Sumeri, gli Assiro-Babilonesi, i Siriani, poi i Greci e i Romani importavano incenso e mirra dall’Arabia. La richiesta era tale che dall’Egitto si organizzavano vere e proprie spedizioni militari nelle terre produttrice per impadronirsi delle preziose resine.
    Tra i doni portati dai Re Magi, quando si recarono a rendere omaggio a Gesù bambino, la mirra e l’incenso sono i più famosi. Nel vangelo di Matteo, come negli apocrifi e nelle leggende orientali sui Magi, si narre che i re portarono al Cristo tre doni: oro, incenso e mirra.

    ...simbologia...

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    Gli autori cristiani, da Oriente a Occidente, concordano nel vedere nell’oro il simbolo dell’essenza divina del Cristo come re dell’universo e nell’incenso quello di Dio o anche, più sottilmente, del Cristo-Sacerdote che con il suo sacrificio si pone come tramite fra il Padre e gli uomini.
    Sulla mirra invece gli autori occidentali divergono dagli orientali. Ispirandosi a un passo del vangelo di Giovanni, dove si narra che Gesù fu sepolto con mirrà e aloè, i primi sostengono che la mirra prefigura la passione e la morte di Cristo. “La polvere della mirra preannuncia il sepolcro” scriveva Prudenzio. E Leone Magno: “Offrono l’incenso a Dio, la mirra all’uomo, l’oro al re, venerando consapevolmente l’unione della natura divina e dell’umana perché Cristo, pur essendo nelle proprietà delle due nature, non era diverso nella potenza”.
    Nel racconto sui Magi, Marco Polo dice a questo proposito: “Raccontano quelli del luogo che tanto tempo fa, tre re della loro religione andarono a visitare un profeta nato da poco; e portarono con loro tre offerte: oro, incenso e mirra, per poter riconoscere se quel profeta era Dio o re o sapiente. Pensavano: se prende oro è un re, se prende incenso è un dio, se prende mirra è un sapiente… Lo adorarono e gli offrirono oro, incenso e mirra, e il bambino prese tutte e tre le offerte.
    Queste preziose piante sostituirono, grazie a Dio, gli animali che gli antichi popoli utilizzavano per i sacrifici.
    (Manuela Mariani)


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    Edited by gheagabry1 - 6/11/2019, 19:37
     
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    Il Presepe napoletano e San Gregorio Armeno



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    ....Natività in rudere di casolare....



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    Passeggiando per le vie della bella Napoli si riesce a notare quanto l'aria di festa scorra nelle vene di questo popolo da secoli e secoli. Ma il simbolo per eccellenza che rappresenta in se' l'amore per la religione e allo stesso tempo quello per la tradizione e' il presepe. Volgendo uno sguardo curioso nelle piu' intrinseche e sottili stradine napoletane, ce n'e' una che piu' di tutte riesce quasi a riportarci, con le sue perfette rappresentazioni di tipici presepi, in un'epoca che sembra la stessa di quella della nascita del bambinello.



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    .....Giovane donna borghese.....oste.....vecchi rustici....



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    Via San Gregorio Armeno, situata nel cuore storico della citta' e' una strada di fama mondiale per la presenza di innumerevoli bottegucce e negozietti che padroneggiano, ormai dai tempi settecenteschi, l'arte presepiale. Il presepe infatti e' una delle tradizioni piu' consolidate ed inalterate della tradizione partenopea.



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    ......scorcio di puosto.....sporta di uva con vassoio di fichi....



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    Qui si puo' trovare tutto, davvero tutto il materiale che occorre per la propria rappresentazione personale di un presepio, partendo dalle casette in sughero o cartone, agli oggetti "meccanici" quali mulini a vento, cascate e fontanelle, che alla meglio riescono a dare vita animando il tutto, e lasciandoci immedesimare nel perfetto contesto, ai pastori di terracotta dipinti a mano a quelli alti 30 cm. con abiti in tessuto cuciti su misura che svolgono i piu' umili mestieri come lavandaia, macellaio ecc. Ma accanto a vere e proprie opere d’arte, frutto del lavoro di famiglie artigiane che si tramandano il mestiere da intere generazioni, si trovano aggetti che denotano la fantasia e l’ironia del popolo dei napoletani: la statuetta o caricatura del politico o del VIP del momento è oramai divenuta uno dei classici sulle bancaralle di via San Gregorio Armeno.
    Pur raggiungendo il picco della sua rappresentazione e di visite nel periodo natalizio, San Gregorio Armeno risulta comunque per tutto l'anno un luogo gettonato che ci riporta, in qualsiasi periodo lo si visiti, alla magia del Natale stesso.



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    .....Natività in stile '700.....vecchio canestraro.....



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    Fonte:http://karmenfiore.blogspot.com,landolfopresepi.it
     
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    Storia del presepe



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    Sono gli evangelisti Luca e Matteo i primi a descrivere la Natività. Nei loro brani c'è già tutta la sacra rappresentazione che a partire dal medioevo prenderà il nome latino di praesepium ovvero recinto chiuso, mangiatoia. Si narra infatti della umile nascita di Gesù come riporta Luca "in una mangiatoia perché non c'era per essi posto nell'albergo" (Ev., 2,7) dell'annunzio dato ai pastori, dei magi venuti da oriente seguendo la stella per adorare il Bambino che i prodigi del cielo annunciano già re. Questo avvenimento così famigliare e umano se da un lato colpisce la fantasia dei paleocristiani rendendo loro meno oscuro il mistero di un Dio che si fa uomo, dall'altro li sollecita a rimarcare gli aspetti trascendenti quali la divinità dell'infante e la verginità di Maria. Così si spiegano le effigi parietali del III secolo nel cimitero di S. Agnese e nelle catacombe di Pietro e Marcellino e di Domitilla in Roma che ci mostrano una Natività e l'adorazione dei Magi, ai quali il vangelo apocrifo armeno assegna i nomi di Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, ma soprattutto si caricano di significati allegorici i personaggi dei quali si va arricchendo l'originale iconografia: il bue e l'asino, aggiunti da Origene, interprete delle profezie di Abacuc e Isaia, divengono simboli del popolo ebreo e dei pagani;

    i Magi il cui numero di tre, fissato da S. Leone Magno, ne permette una duplice interpretazione, quali rappresentanti delle tre età dell'uomo: gioventù, maturità e vecchiaia e delle tre razze in cui si divide l'umanità, la semita, la giapetica e la camita secondo il racconto biblico; gli angeli, esempi di creature superiori; i pastori come l'umanità da redimere e infine Maria e Giuseppe rappresentati a partire dal XIII secolo, in atteggiamento di adorazione proprio per sottolineare la regalità del nascituro. Anche i doni dei Magi sono interpretati con riferimento alla duplice natura di Gesù e alla sua regalità: l'incenso, per la sua Divinità, la mirra, per il suo essere uomo, l'oro perché dono riservato ai re.


    A partire dal IV secolo la Natività diviene uno dei temi dominanti dell'arte religiosa e in questa produzione spiccano per valore artistico: la natività e l'adorazione dei magi del dittico a cinque parti in avorio e pietre preziose del V secolo che si ammira nel Duomo di Milano e i mosaici della Cappella Palatina a Palermo, del Battistero di S. Maria a Venezia e delle Basiliche di S. Maria Maggiore e S. Maria in Trastevere a Roma. In queste opere dove si fa evidente l'influsso orientale, l'ambiente descritto è la grotta, che in quei tempi si utilizzava per il ricovero degli animali, con gli angeli annuncianti mentre Maria e Giuseppe sono raffigurati in atteggiamento ieratico simili a divinità o, in antitesi, come soggetti secondari quasi estranei all'evento rappresentato. Dal secolo XIV la Natività è affidata all'estro figurativo degli artisti più famosi che si cimentano in affreschi, pitture, sculture, ceramiche, argenti, avori e vetrate che impreziosiscono le chiese e le dimore della nobiltà o di facoltosi committenti dell'intera Europa, valgano per tutti i nomi di Giotto, Filippo Lippi, Piero della Francesca, il Perugino, Dürer, Rembrandt, Poussin, Zurbaran, Murillo, Correggio, Rubens e tanti altri.
    Il presepio come lo vediamo rappresentare ancor oggi nasce secondo la tradizione dal desiderio di San Francesco di far rivivere in uno scenario naturale la nascita di Betlemme coinvolgendo il popolo nella rievocazione che ebbe luogo a Greccio la notte di Natale del 1223, episodio rappresentato poi magistralmente da Giotto nell'affresco della Basilica Superiore di Assisi.

    Primo esempio di presepe inanimato è invece quello che Arnolfo di Carnbio scolpirà nel legno nel 1280 e del quale oggi si conservano le statue residue nella cripta della Cappella Sistina di S. Maria Maggiore in Roma. Da allora e fino alla metà del 1400 gli artisti producono statue di legno o terracotta che sistemano davanti a una pittura riproducente un paesaggio come sfondo alla scena della Natività, il tutto collocato all'interno delle chiese. Culla di tale attività artistica fu la Toscana ma ben presto il presepe si diffuse nel regno di Napoli ad opera di Carlo III di Borbone e nel resto degli Stati italiani.
    Nel '600 e '700 gli artisti napoletani danno alla sacra rappresentazione un'impronta naturalistica inserendo la Natività nel paesaggio campano ricostruito in scorci di vita che vedono personaggi della nobillà, della borghesia e del popolo còlti nelle loro occupazioni giornaliere o nei momenti di svago, nelle taverne a banchettare o impegnati in balli e serenate. Ulteriore novità è la trasformazione delle statue in manichini di legno con arti in fil di ferro, per dare movimento, abbigliati con vesti di stoffe più o meno ricche, adornati con monili e muniti degli strumenti di lavoro tipici dei mestieri dell'epoca e tutti riprodotti con esattezza anche nei minimi particolari. A tali fastose composizioni davano il loro contributo artigiani vari e lavoranti delle stesse corti regie o la nobiltà, come attestano gli splendidi abiti ricamati che indossano i Re Magi o altri personaggi di spicco, spesso tessuti negli opifici reali di S. Lencio. In questo periodo si distinguono anche gli artisti di Genova e quelli siciliani che, fatta eccezione per i siracusani che usano la cera, si ispirano sia per i materiali che per il realismo scenico, alla tradizione napoletana. Sempre nel '700 si diffonde il presepio meccanico o di movimento che ha un illustre predecessore in quello costruito da Hans Schlottheim nel 1588 per Cristiano I di Sassonia.
    La diffusione a livello popolare si realizza pienamente nel secolo scorso quando ogni famiglia in occasione del Natale costruisce un presepe riproducendo la Natività secondo i canoni tradizionali con materiali - statuine in gesso o terracotta, carta pesta e altro - forniti da un fiorente artigianato. A Roma le famiglie importanti per censo e ricchezza gareggiavano tra loro nel costruire i presepi più imponenti, ambientati nella stessa città o nella campagna romana, che permettevano di visitare ai concittadini e ai turisti. Famosi quello della famiglia Forti posti sulla sommità della Torre degli Anguillara, o della famiglia Buttarelli in via De' Genovesi riproducente Greccio e la caverna usata da S. Francesco o quello di Padre Bonelli nel Portico della Chiesa dei Santi XII Apostoli, parzialmente meccanico con la ricostruzione del lago di Tiberiade solcato dalle barche e delle città di Gerusalemme e Betlemme.


    Oggi dopo l'affievolirsi della tradizione causata anche dall'introduzione dell'albero di Natale, il presepe è tornato a fiorire grazie all'impegno di religiosi e privati che con associazioni come quella degli amici del presepe, Musei tipo il Brembo di Dalmine vicino Bergamo, Mostre, tipica quella dei 100 Presepi nelle Sale del Bramante di Roma, una tra le prime in Italia, rappresentazioni dal vivo come quelle di Rivisondoli in Abruzzo o Revine nel Veneto e soprattutto gli artigiani napoletani e siciliani in special modo, eredi delle scuole presepiali del passato, hanno ricondotto nelle case e nelle piazze d'Italia la Natività e tutti i personaggi della simbologia cristiana.


    Edited by gheagabry1 - 6/11/2019, 19:41
     
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    Presepe Napoletano – O’ Presebbio



    Per tanti napoletani si rinnova, anno dopo anno, l'appuntamento col Presepe.
    La passeggiata tra le bancarelle di S. Gregorio Armeno e la riscoperta del presepe d'arte a S. Martino, innanzitutto, dove nell'imponente struttura del Cuciniello rivive il tono festoso e spettacolare delle scene di vita quotidiana popolaresca e l'Oriente di favola, così che il nome della collezione diventa fuori di Napoli l'emblema stesso del genere, ed ancora nella Reggia di Caserta, con i pastori di provenienza borbonica, a Capodimonte, dove è esposta una raffinata Adorazione degli Angeli, nel Correale di Sorrento; non è molto tuttavia il materiale che oggi si ammira negli allestimenti dei nostri musei - tra l'altro recenti per le diverse e non sempre fortunate vicissitudini delle raccolte antiche - comparato con la straordinaria esplosione del fenomeno presepiale nella sua stagione più felice, che dura fino al primo quarto dell'Ottocento.

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    1) Ignoto napoletano sec. XVIII, Pastorello, Napoli, collezione privata



    La generale predilezione verso questa particolarissima forma d'arte, con qualche rara e snobistica eccezione, è di antica data.
    Costituisce infatti un punto sul quale concordano le annotazioni di viaggio degli scettici, curiosi, o divertiti protagonisti stranieri che scelsero Napoli come meta privilegiata del Grand Tour.

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    2) AA.VV., Presepe Cuciniello, Napoli, Museo di San Martino



    Forse la spiegazione sta nel fatto che nella connotazione tradizionale il Presepe riflette in modo immediato e tangibile lo spirito di una epoca, quella della Napoli sette e primo ottocentesca, con i suoi splendori esibiti ed i suoi sogni, con la resa minuziosa ed attenta dei caratteri e dei mestieri della plebe del contado e delle province dell'antico Regno in un atmosfera idillica e spensierata, dove la realtà è colta con occhio sorridente e bonario.

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    3) Salvatore Franco (attr.), Pastore dormiente, Napoli, collezione privata



    E non vi è dubbio che ancora oggi la tradizione artistica del Presepe sia tra le più care ai napoletani, ricca com'è di implicazioni culturali e di costume, ma anche sentimentali che attingono alla storia personale di ognuno, al di là dell'occasione celebrativa annuale, così che appare davvero che ci sia una familiarità tra la gente ed il presepe dovuta anche, in parte, al lessico presepiale che è parte della nostra lingua, ormai, e che è stato ampiamente reso noto da altre forme di espressione artistica, più o meno popolari, e in primo luogo dal teatro.

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    4) Giuseppe Sanmartino (attr.), Re moro, Napoli, collezione privata



    La letteratura artistica sul presepe è piuttosto ampia, e negli ultimi decenni si è arricchita di contributi che hanno gettato le basi per uno studio condotto con metodo scientifico e rigore filologico sottraendo il mondo presepiale a quel limbo tra artigianato e folclore in cui lo avevano confinato tante pagine di letteratura aneddotica e di costume, per individuarne i nessi con le arti maggiori, con il teatro in primo luogo, e con il gusto e la sensibilità culturale di chi allestiva in proprio o si faceva montare un presepe da un regista specializzato.

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    5) Ignoto napoletano sec. XVIII, Georgiana, Napoli, collezione privata



    Ma certo queste pubblicazioni, più o meno recenti, parlano del gruppo ristretto degli studiosi e degli specialisti del settore: l'approccio con testi più divulgativi, ma di seria impostazione è penalizzato dalla diffusione non adeguata di questi ultimi, per cui, alla fine, la maggior circolazione di notizie sul presepe è affidata ancora alle posizioni critiche superate ed alla dipendenza totale dalle fonti da parte degli estimatori e dei dilettanti appassionati di oggi, con un bagaglio di conoscenze più legato, semmai, alla storia delle tradizioni locali.

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    6) AA.VV., Presepe Cuciniello, Napoli, Museo di San Martino



    Orientarsi nel microcosmo presepiale dunque non è impresa facile, si rischia di fraintenderne completamente l'evoluzione storica e la valenza estetica, anche se accostarsi a questo settore arricchisce continuamente di nuovi stimoli.

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    7) AA.VV., Gruppo di pastori con pecore e capre, Napoli, collezione privata



    Queste sono le considerazioni che ci hanno fatto mettere al lavoro. I testi sono da leggere come strumenti di supporto ad una comprensione più generale del fenomeno, in cui verranno affrontati i momenti salienti di un genere artistico fortunato, verso il quale, come abbiamo visto, l'interesse dei cultori e dei semplici appassionati non si è mai sopito, vista anche l'attenzione rivoltagli dai mezzi di' informazione, perlomeno durante il periodo natalizio. Tratteremo quindi dell'evoluzione delle forme di rappresentazione plastica della Nascita, del mutamento dei significati simbolici del presepe nell'arco del tempo, della tecnica costruttiva, delle scenografie, del valore dei costumi come testimonianza etnografica, delle minuterie, degli autori, delle raccolte nelle nostre collezioni pubbliche.

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    8) Salvatore Franco (attr.), Georgiano,
    Napoli, collezione privata



    A questi testi si affiancano le schede: una collezione di belle immagini tratte da esemplari museali o di collezioni private, che saranno corredate da un breve testo in cui si illustreranno i personaggi e le scene fondamentali del racconto evangelico, con le varie amplificazioni narrative dell'età barocca che in una prospettiva di continuità della tradizione costituiscono ancor oggi una fonte d'ispirazione per gli artigiani di S. Gregorio Armeno. Schede storico artistiche, da consultare o da leggere tutte insieme come una storia, visto che si tratta effettivamente di ripercorrere le tappe di un pezzo di storia partenopea, che al di là di facili apprezzamenti o di giudizi riduttivi a priori fa parte della nostra specificità culturale.

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    9) Ignoto napoletano sec. XVIII, Giovane zingara,
    Napoli, Museo di San Martino







    Il Presepe Antico



    Il momento storico in cui si inizia a definire il presepe come articolata rappresentazione plastica della Natività si colloca nel secondo Quattrocento.
    Risale al 1478 il presepe dei fratelli Pietro e Giovanni Alemanno (o Alamanno) per la chiesa di San Giovanni a Carbonara.

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    10) Pietro e Giovanni Alamanno, Sibille, fine sec. XVI,
    Napoli, Museo di San Martino



    Di questo presepe restano diciannove figure lignee grandi quasi al naturale, policrome.
    Sono immagini solenni, nella ricchezza della laminatura d'oro degli abiti, che invitano ad una religiosità raccolta; figure essenziali, prive di elementi accessori che possano distrarre dalla concentrazione sull'evento sacro che si sta svolgendo.
    Queste le sensazioni comunicate anche dagli altri presepi coevi per le chiese di S. Eligio e dell'Annunziata, e da quelli di poco successivi, in particolare da quello di Giovanni Merliano da Nola (Giovanni da Nola) per il presepe del Sannazaro nella chiesa di S. Maria del Parto.

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    11) Giovanni Merliano (da Nola): San Giuseppe, Madonna e due pastori, sec. XVI,
    Napoli, Museo di San Martino




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    12) Giovanni Merliano (da Nola): San Giuseppe, Madonna e due pastori, sec. XVI,
    Napoli, Museo di San Martino



    Nel corso del Cinquecento compaiono dei mutamenti; qualche timido accenno al paesaggio, e i cani, le pecore, le capre, oltre all'asino e al bue da sempre affiancati alla sacra famiglia.
    Del 1532 è la notizia di un presepe con figure i terracotta di minori dimensioni, dipinte ad olio, tranne la Vergine e S. Giuseppe a cui erano riservate le dorature.
    Il committente, un nobile sorrentino, Matteo Mastrogiudice, si affida allo scultore Domenico Impicciati, artista noto a quei tempi ma di cui non è sopravvissuta alcuna opera, e vuole essere ritratto tra i pastori, col medesimo intento religioso dei donatori che si facevano ritrarre nelle tavole dipinte di soggetto sacro, o nei ratabli marmorei coevi.

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    13) Giovanni Merliano (da Nola): San Giuseppe, Madonna e due pastori, sec. XVI,
    Napoli, Museo di San Martino



    Questo presepe segue la struttura compositiva che si ritrova in tutta l'area meridionale: in basso la grotta con angeli e pastori, e in un piano superiore il sacro monte con i pastori, le greggi e qualche angelo in volo, e di lontano il corteo dei Magi.

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    14) Giovanni Merliano (da Nola): San Giuseppe, Madonna e due pastori, sec. XVI,
    Napoli, Museo di San Martino



    Per tutto il XII secolo convivranno figure lignee policrome a grandezza naturale e statuine in terracotta, ma di dimensioni più contenute rispetto a quelle quattrocentesche, poco più di tre palmi.
    Nel secolo successivo si comincia a delineare la specializzazione dell'artefice di pastori, come testimonia l'attività dei Perrone: Michele, nato nel 1633 e attivo per una sessantina d'anni, uno scultore in legno menzionato anche dal de Dominici, il biografo settecentesco degli artisti napoletani che scrive di lui "... fece bensì buoni pastori da presepio, alli quali era da un particolare genio inclinato"; Aniello, "scultore anche migliore" (IV, p. 121) e Donato, di cui le fonti non parlano ma che fu, con Michele, l'autore del presepe del Viceré conte di Castrillo, il quale commissionò ai due fratelli il suo presepe nel 1658, il più ricco finora tramandatoci, di 112 elementi, portato probabilmente l'anno successivo in Spagna, dove gli artisti acquistarono in breve fama e commissioni, sia di sculture che di presepi. Se i personaggi del presepe del Viceré sono "d'escultura, di ridotte dimensioni" dunque ancora in legno, nella seconda parte del secolo si faranno strada altre innovazioni: pastori in cartapesta, di misura terzina, rivestiti, ma soprattutto manichini lignei con arti snodabili e vestiti di stoffa (e tale sarà la tendenza seguita dagli scultori in legno come i Perrone, autori di un presepe a S. Brigida di cui resta qualche esemplare, il Patalano, i Di Nardo), che costituiscono il vero punto di congiunzione con la figurina settecentesca.

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    15) Antonio Rossellino (1475 ca.), Presepe - Napoli, Chiesa di Monteoliveto



    Le teste sono ancora in legno, dunque, ma appaiono articolabili in base al tipo di innesto sul manichino e le figure femminili sono calve per poter indossare parrucche differenti secondo il ruolo recitato. Si va incontro all'impostazione teatrale tipica del barocco, che esploderà come caratteristica preminente nel Settecento, anche se tutte queste tendenze convivranno le une accanto alle altre, o il secolo.
    Un importante presepe con per tutti i manichini in legno rivestiti e teste in tela plastica è quello di S. Maria in Portico, del quale sono superstiti alcune figure, poi rinnovate secondo criteri settecenteschi dallo scultore Giacomo Colombo.

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    16) Giacomo Colombo, Foritanella e Giovin Signore, fine sec. XVII,
    Napoli, Chiesa di Santa Maria in Portico



    Specialista in questo genere di lavori fu lo scultore Pietro Ceraso a cui fu affidato l'unico presepe tardo seicentesco documentato: quello delle monache di S. Chiara, del 1684, con figure di diversa grandezza, in modo da essere collocate su piani sfalsati e dare così il senso della profondità spaziale, specialmente nel cammino dei pastori verso la grotta. E' un tentativo di illusionismo prospettico, perfezionatosi poi in seguito con la creazione di appositi pastori "per lontano". Tale presepe, del quale abbiamo una foritana superstite, venne rimodernato alcuni decenni più tardi, quando già le figure di primo piano alte poco più di 90 cm. (due palmi e mezzo) dovevano apparire troppo statiche e antiquate. Vennero così realizzate in un ampio fondale scenico più di cento figure, di dimensioni decisamente ridotte, ad animare un affresco sui mestieri e gli svaghi del popolo partenopeo. I presepi di chiesa erano generalmente disposti in tre sequenze corrispondenti ad altrettante cappelle:
    nell'anfratto roccioso il Mistero della Natività;
    sulla destra i pastori che hanno ricevuto l'Annuncio dall'angelo e si incamminano verso la grotta,
    e a sinistra il Diversorium di memoria evangelica: la taverna.







    Il Settecento - La Costruzione del Pastore



    Emblematica della nuova concezione del presepe nella sua stagione più felice sarà la mutata struttura del pastore, diventato a tutti gli effetti un personaggio da plasmare secondo le direttive del "regista", in base al ruolo in cui dovrà figurare.

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    26) Ignoto napoletano, seconda metà sec. XVIII,
    Un pastore, Napoli, Museo di San Martino



    quest'esigenza di carattere teatrale si presta il nuovo manichino, di dimensioni ridotte rispetto agli esemplari che avevano animato i presepi precedenti.
    Viene scelta la "misura terzina" (35-40 cm) adatta a sfruttare tutte le possibilità di movimento della figurina che ora si può articolare libera e sciolta nello spazio circostante, sottolineando con gli atteggiamenti più naturali la marcata espressività dei volti e le caratteristiche dell'abbigliamento.
    Il corpo del pastore è infatti in stoppa (cascami di canapa) ed un'anima interna di fil di ferro ne assicura l'articolazione; gli arti restano in legno.

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    27) Radiografia di un pastore settecentesco,
    Napoli, collezione privata



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    29) Ignoto Napoletano seconda metà sec. XVIII,
    Giovane Rustico, Napoli. Collezione Privata



    Per il modellato della testina si usa la terracotta policromata; per gli occhi si perfeziona la tecnica del vetrino dipinto, già visibile nella produzione pre-settecentesca. La testa e la relativa "pettiglia" (la parte iniziale del busto) vengono fissate al manichino di stoppa attraverso semplici giri di spago (vedi fig. 29).

    Il modellato e la coloritura della testina sono i procedimenti più delicati, quelli che imprimono una determinata fisionomia, e sono le parti di interesse scultoreo vero e proprio.
    Appaiono dunque le uniche nella "confezione" del pastore di pertinenza di uno scultore, almeno per quanto riguarda gli esemplari che per il loro livello qualitativo si configurano come prototipi.

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    30) Francesco Viva, Testa maschile, f. e d. 1757,
    Napoli, collezione privata



    La descrizione delle varie fasi di lavorazione ci permette di seguire da vicino, in una bella pagina del Morazzoni, i passaggi che portano alla nascita di una testina di pastore con tutte le tecniche e gli accorgimenti che ne fanno un prodotto perfettamente compiuto, impreziosito da quella celebre patina oggi così difficile da imitare:
    "Nell'argilla dunque rapidamente colla stecca vien plasmata la testa ed il busto, che, sottoposti alla prova del fuoco, sono tolti dalla fornace con una bella tinta arrossata caratteristica alle terrecotte.
    I piccoli difetti di cottura facilmente riparano pochi colpi di finissima carta vetrata, di modo che la superficie da dipingere sia piana e perfettamente liscia.

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    31) Genzano, sigi. DPC, Testa femminile
    Napoli, collezione privata



    La testa viene allora immersa in leggerissima soluzione di acqua gommata e in seguito l'uniforme tinta della terracotta si fa scomparire sotto una duplice mano di colore ad olio il colore naturalmente varia di tonalità a secondo del sesso e del carattere che la figura deve rappresentare...
    Per la Vergine, gli Angeli, le georgiane predomina il rosa pallidissimo con belle velature celesti, mentre assai più calda è la carnagione del Bambino; l'ocra, il rosso, la terra gialla bruciata serviranno per l'epidermide abbronzata dal sole dei pastori e dei contadini, e attraverso a numerose gradazioni, si arriverà al nero dei Mori.

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    32) Francesco Viva, Contadino caprese con pettiglia



    Sottilissimo pennello tinto di bistro segnerà le ciglia; le labbra e le guance saran ravvivate dal cinabro sapientemente sfumato sulle gote Per la densità del colore, il pennello ha lasciato tracce visibili, che scompaiono per la paziente e delicata cura dell'artista; il quale prima che il colore sia completamente asciutto passa e ripassa un pennello bagnato d'acqua sulla superficie dipinta, sino a che questa non appaia perfettamente liscia; attende che si asciughi e finalmente strofina leggermente con pannolino, e ne ottiene il lucido..."
    Un altro artefice fissava la testina al busto, e vi applicava gli arti (a loro volta opera di specialisti). Soltanto a questo punto si passava a rivestire il pastore.

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    28) Giovan Battista Polidoro (attr ), Orientale,
    Napoli, Museo di San Martino



    Nella produzione corrente, invece, spesso la "maschera" fisionomica era riprodotta, attraverso calchi di gesso dai prototipi di successo; ancora nell'Ottocento avanzato, infatti, si ritrovano i "tipi" che ebbero fortuna nell'età precedente.

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    34) Giuseppe Sarireartino (atir.), Giovane donna in seta,
    Napoli, collezione privata



    In tali casi la fattura del pastore era demandata ad una struttura artigianale organizzata su base familiare, con le donne che cucivano i vestitini, per cui la figurina usciva dalla bottega del pastoraro per essere acquistata completa di tutti i suoi accessori.

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    33) Ignoto napoletano sec. XVIII, Paggi orientali. Napoli, collezione privata









    La Scena



    La letteratura artistica sul presepe accenna ripetutamente ad un pubblico vasto ed eterogeneo, incantato dalla grandiosità degli allestimenti, divertito dalla presenza di tipi grotteschi, deformi, abnormi, abbagliato dalla profusione degli ori delle Georgiane e dalle suppellettili in filigrana o in argento sbalzato del Tesoro dei mori.

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    35) AA.VV., Presepe Cuciniello, Napoli, Museo di San Martino



    Sono tutte sensazioni che ancora possono essere trasmesse dai nuclei presepiali di grandi dimensioni giunti fino a noi, nei quali la forza dell'impatto visivo è affidata in gran parte alla coralità della rappresentazione; anche se ci sfugge l'elemento a cui era dovuta gran parte del fascino del presepe settecentesco: la scenografia.

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    36) AA.VV., Scena della Natività con Orientali, Caserta, Reggia



    Certo, diverse raccolte sia pubbliche che private hanno riproposto soluzioni sceniche ammirevoli, elaborate su basi filologicamente corrette; a volte sono stati inseriti fondali antichi dipinti, sempre sono stati impiegati materiali tradizionali come legno, sughero, cartapesta, colori a tempera, per dar vita alla costruzione del masso presepiale, lo scoglio, con i pastori collocati lungo le pendici dei monti, negli anfratti rocciosi, nei casolari diruti.

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    38) AA.VV., Annuncio, Caserta, Reggia



    Ma le notizie sulle antiche scenografie presepiali sono affidate più che altro alle tracce documentarie, al ricordo tramandatoci dalle fonti, data la deperibilità e la possibilità di reimpiego di tali soluzioni plastico architettoniche. Si trattava di invenzioni ingegnose, in cui le tecniche usate erano desunte dalle "macchine" festive per le celebrazioni ecclesiastiche.
    Simili raffinate costruzioni vennero usate in tempi ancora molto precoci: già nel Natale del 1707 il primo viceré austriaco in città si recò ad ammirare il presepe montato nella propria casa dall'architetto Giovan Battista Nauclerio in cui la tecnica di illuminazione simulava lo scorrere delle ore del giorno.

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    39) AA.VV., Macelleria, Napoli, collezione privata



    Erano tanti i presepi che suscitavano "meraviglia", come nel caso dei "mercanti di seta fratelli Ruggiero (che) facevano ogni anno costruire nella loro casa a Seggio di Porto un presepe che incantava colla visione prospettica e lontananza colla copia ed eccellenza delle figure scolpite e modellate da' più celebri professori, con la ricchezza dé vestimenti, cò pezzi di antica architettura che talora v'inserivano, o con campagne sparse di rari edifici rurali e di rapi, e con minutezze naturali ed artificiali di ogni specie per accreditare per tutte le vie l'imitazione. Finché questo splendido presepe proseguì annualmente ad edificarsi fu regolato dal pittore Nicola Fazio"

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    40) AA.VV., Osteria di campagna, Caserta, Reggia



    Nella Gazzetta di Napoli del 1734 viene ricordato l'architetto Desiderio de Bonis come il responsabile del presepe, e fu lui che condusse insieme ai proprietari la viceregina in visita al celebre presepe del principe di Ischitella.
    Nel palazzo di Pontecorvo l'architetto aveva sistemato i vari gruppi in un successione continua, a formare un racconto che si articolava lungo le stanze, le cui finestre convergevano nel cortile.
    Quest'ultimo elemento viene riproposto nell'arco del secolo: la scenografia che continua e va ad inserirsi nel panorama reale, attraverso quinte architettoniche o naturali effettuando una illusione di spazialità infinita che sarebbe stato impossibile ricreare in epoche successive, e questa fusione di natura "costruita" e natura "vera" è un artificio di chiara matrice barocca, che verrà usato dai grandi architetti del '700 (si pensi, ad esempio, a Domenico Antonio Vaccaro nel chiostro maiolicato di S. Chiara, tra il '39 e il '42).

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    40) AA.VV., Osteria di campagna, particolare: Caserta, Reggia



    Altri grandi artisti si dedicheranno alla scenografia presepiali, tra costoro Ferdinando Sanfelice, Nicolò Tagliacozzi Canale, e il maggiore scenografo teatrale dell'epoca ferdinandea, Vincenzo Re, fino ai pittori paesaggisti e rovinisti, creatori di grandi fondali dipinti, che ebbero il merito di trasferire i quadri plastici presepiali in una dimensione spaziale irreale, sospesa, contribuendo a rafforzarne il potere di suggestione.

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    41) A.C. Leunenschloss, Schizzi per un presepe napoletano
    inizi sec. XVIII


    Possiamo avere una impressione di tutto ciò attraverso i due schizzi del pittore tedesco A.C. Leunenschloss (ripubblicate da G. BORRELLi ne "Il Presepe Napoletano", Roma 1970, tav. 36),

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    42) A.C. Leunenschloss, Schizzi per un presepe napoletano
    inizi sec. XVIII


    o nell'incisione di D.V. Denon, del 1785, nel Museo di San Martino raffigurante un Gruppo di villici ed animali in un agreste paesaggio tratta dall'allestimento del presepe Terres, opera di Francesco Viva, che fu anche un raffinato esecutore di testine e rilievi in terracotta di ispirazione classicheggiante.

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    37) D V. Denon, Un particolare dei Presepe allestito da Francesco Viva,
    nel 1785, per i librai Fratelli T, Napoli, Museo di San Martino







    Gli Animali



    Nel contesto rinnovato del presepe settecentesco anche la raffigurazione dell'animale vive una nuova stagione, che si inserisce da un lato nel filone di studi illuminista-classificatorio e scientifico, e dall'altro nella poetica dell'Arcadia che colloca gli animali del mondo pastorale in una dimensione irreale e di serenità senza tempo, la stessa dei pittori animalisti dell'epoca, da Rosa da Tivoli a Domenico Brandi, fino agli affreschi brillanti e aggiornati in senso rococò che Francesco Celebrano, autore e allestitore di presepi, dipinse in due sale di Palazzo Sangro, tra il 1766 e il 1768.

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    51) Fratelli Vassallo (attr.), Bufala e bufalotto, Roma, collezione privata



    Un accenno all'interpretazione dell'animalismo presepiale tra naturalismo e sottigliezze arcadiche non può non tener conto della personale e fantasiosa propensione degli artefici napoletani per tutto ciò che riguardava l'Oriente, alimentata anche dall'interesse specifico del sovrano verso gli animali esotici.

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    52) Fratelli Vassallo (attr.), Mastino napoletano,
    Napoli, collezione privata



    Sul Serraglio di Carlo di Borbone che aveva trovato posto nel Bosco della Reggia di Portici si scrive " ... ch'è riuscito il più magnifico di simili cose, che siano al mondo, così per la sua grandezza, come per li belli ornati avendoci fatto trentasei camerette con cortili scoverti per le Fiere, tre cameroni grandi per l'Elefante, due altri cameroni per li Cameli, due altre stanze con giardino per li Sturzi"
    (B. DE DOMINICI, Vite de'Pittori, Scultori ed Architetti Napoletani, III, Napoli 1742, p. 658)
    Le suggestioni di un mondo così lontano avevano popolato l'immaginario degli scultori di presepe soprattutto nell'episodio che più di ogni altro consentiva esotiche stravaganze: il Corteo dei Magi, dove danno vita ad un repertorio animale che suscita la meraviglia di tanti colti viaggiatori ai quali nei loro fugaci contatti con l'universo presepiale resta impresso

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    53) AA.VV., Gruppo del Re moro. Napoli, collezione privata



    "il pomposo corteo dei tre re santi, ricco di doni orientali; sono accompagnati dalla servitù su bei cavalli riccamente bardati e cammelli, dromedari, asini carichi di oggetti preziosi Pappagalli e scimmie mostrano le loro arti!" (E BRUN, Presepio's von Neapel, 1818). Tra gli specialisti dei primi tempi la posizione dominante spetta a Francesco Di Nardo, a capo di una feconda bottega. i suoi esemplari sono riconoscibili per uno schietto naturalismo di resa immediata, lontano dalle raffinatezze stilistiche in uso nel secondo Settecento.

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    54) Nicola Ingaldi (attr), Gruppo di agnelli e capretti.
    Napoli, collezione privata



    A partire dalla metà del secolo i più importanti animali saranno forniti dai Vassallo, scultori in legno.
    Caduta ormai in base ai risultati degli studi recenti la tradizionale divisione di compiti tra i fratelli Nicola e Saverio sulla modellatura del legno o della terracotta, si può affermare che i Vassallo furono essenzialmente scultori in legno, che talvolta si dedicarono a plasmare ovini e caprini in terracotta.

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    57) Fratelli Vassallo (attr.), Cavallo nobile, Caserta, Reggia



    Caposcuola indiscussi nella tecnica e abilissimi nel rendere la verosimiglianza, al punto che la dicitura "pelame alla Vassallo" era un preciso termine di riferimento, ebbero l'opportunità di ritrarre alcuni esemplari dal vero.

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    59) Fratelli Vassallo (attr.): Asina, Caserta, Reggia



    I cani danesi e i levrieri di Ferdinando IV, ad esempio, andarono a popolare il presepe dei fratelli Ruggiero, fornitori di seta per la famiglia reale, e quando il sovrano si recava a visitare il celebre allestimento il proprietario glieli indicava, contribuendo a quel rituale giocoso di cui la ricerca e il compiacimento per la scoperta di un tipo riconosciuto, una caricatura o un ritratto dal vero, costituiva una parte essenziale.

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    58) Giovn Battista Polidoro (attr.) Cammelliere con dromedario. Napoli, Museo di San Martino



    Animalista in legno fu Carlo Amatucci, che predilesse i cavalli di razza nobile, ritratti con nitore e politezza di stampo neoclassico, con un approccio ben diverso da quello dei modellatori della Real Fabbrica che si dedicarono agli animali da presepe.
    Tra costoro il più noto è Francesco Gallo, autore di eccezionali esemplari, in cui la resa naturale non sovrasta mai la dolcezza dell'espressione e degli atteggiamenti, e il tono da idillio agreste.
    Diversi suoi animali sono firmati con la stecca nell'argilla, come anche qualche natura morta in terracotta, altri sono documentati.

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    55) Francesco Gallo (attr.), Gruppo di pecore,
    Napoli, collezione privata



    I rapporti di reciproco scambio tra porcellana, presepe e pittura appaiono basati sull'utilizzo di fonti a stampa comuni, oltre che sull'intervento dei singoli artisti che operavano indifferentemente per manufatti in porcellana sculturine da presepe.

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    56) A-A. VV., Gruppo del leone Napoli, collezione privata



    Una conferma in questo senso ci viene fornita proprio dalle insuperate qualità del Gallo nella "precisione" e nella "pelatura": l'artista eseguirà occasionalmente animali in porcellana come soprammobili e, in particolare, nel 1802, un gruppo di due caprette, uno "zimmaro" e una capra in terracotta da far utilizzare come modelli ai pittori animalisti della Real Fabbrica.

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    56a) A-A. VV., Gruppo del leone. Particolare. Napoli, collezione privata



    (Da www.o-presebbio.com/)
     
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  7. gheagabry
     
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    I presepi di Cracovia..

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    Si tratta di presepi inusuali, detti "architettonici", che inseriscono la natività tra elementi tipici della città. Il corpo principale di opere "cittadine" è affiancato da diversi altri lavori realizzati nelle zone montuose della regione, per un totale di quarantacinque opere.
    L'origine di questi lavori è antichissima e risale addirittura ai misteria ecclesiastici diffusi dai frati Francescani, ma, per restare più vicini al nostro tempo, si può dire nel XVIII secolo si diffuse in Polonia un presepio "vivente", rappresentato da studenti, apprendisti e gente comune, la cui evoluzione fu un presepio di marionette con un palcoscenico teatrale, sul quale venivano rappresentati motivi biblici insieme ad altri di attualità.
    Lentamente si modificò la forma della costruzione e, da semplice cassetta portatile, divenne una stalla turrita, quindi una ricca facciata di chiesa. Nacque così un tipo di presepio in cui l'architettura giocava un ruolo importante.
    In particolare i presepi prodotti a Cracovia, che riproducevano gli edifici più famosi della città, erano quelli più interessanti dal punto di vista artistico. Gli autori erano i muratori delle periferie, che nella stagione invernale, senza lavoro e costretti a cercare altri guadagni, costruivano queste opere, che venivano portate di casa in casa dai "cantori". Quegli artisti improvvisati cercavano ispirazione nell'architettura storica di una città considerata il santuario nazionale della storia e il tesoro della cultura polacca. La sua eterogeneità architettonica e la moltitudine di stili hanno influenzato la varietà di forme dei presepi.
    Dopo la pausa della Prima Guerra Mondiale, si tentò di restituire popolarità a questa tradizione nel 1937, quando per iniziativa di Jerzy Dobrzycki, direttore del Museo Storico della Città di Cracovia, fu organizzato un concorso di presepi che ebbe luogo in Piazza del Mercato, ai piedi del monumento di Adam Mickiewicz. Il clamoroso successo spinse gli ideatori a riproporlo annualmente. Da più di settanta anni (con un intervallo durante la Seconda Guerra Mondiale) il primo giovedì di dicembre si possono ammirare le opere sui gradini del monumento.

    Parada_szopek_na_krakowskim_rynku

    Uno dei misteri natalizi più originali venne realizzato a Cracovia nella seconda metà dell’Ottocento ad opera dei muratori di Krowodrza e dei tramvieri di Zwierzyniec. Furono loro a costruire al piccolo Gesù un bellissimo palazzo, mettendo insieme la torre della Basilica di Maria, le mura di Barbacan, il municipio, l’attico di Sukiennice ed i portici di Wawel. In questa eccezionale scenografia fecero sfilare dei personaggi tipici per la tradizione cristiana e per la regione di Malopolska. Fu così che nacque un’originale forma di teatro popolare, ispirata alla ricchezza del folclore locale. Sulla scena davanti al presepe, comparvero poi dei burattini colorati raffiguranti un cracoviano, un montanaro delle zone dei Monti Tatra, un vetturino, un gendarme, uno zingaro, il re Erode, il diavolo, il nobile Twardowski (un personaggio leggendario che, secondo la tradizione, ha venduto l’anima al diavolo per avere la conoscenza delle scienze e della magia. Il diavolo poteva prendersi la sua anima soltanto a Roma, dove Twardowski, ovviamente, non aveva intenzione di andare. Dopo tanti anni, in un’osteria vicino Cracovia, che si chiamava proprio Roma, il diavolo prese finalmente Twardowski, che però grazie alle preghiere alla Madonna sfuggì al diavolo e cadde sulla luna, dove vive fino ad oggi), una strega, un ebreo, un diavolo, un angelo e tanti altri. Tutti ballavano e cantavano. La tradizione dei presepi a Cracovia fu inaugurata 150 anni fa e si è mantenuta viva fino ai nostri giorni. Ogni primo giovedì di dicembre, ai piedi del monumento di Adam Mickiewicz sulla Piazza del Mercato, si possono ammirare decine di costruzioni colorate. Al concorso annuale per il più bel presepio partecipano sempre nuovi artisti. I pezzi più belli vengono poi esposti nel Museo Storico della Città di Cracovia.

    (dal web)


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    Edited by gheagabry1 - 6/11/2019, 19:50
     
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    Come fare un presepe

    come-fare-presepe

    Natale si avvicina e quest’anno un’idea simpatica per le nostre decorazioni potrebbe essere quella di fare un presepe con le proprie mani.

    Certo ci vuole tempo, pazienza e soprattutto una guida base ecco perché vi suggeriamo come fare un presepe in modo abbastanza facile.
    Prima di comprare l’occorrente e di iniziare la nostra creazione dobbiamo almeno avere un’idea di come deve essere la nostra opera e quindi la grandezza, di quanti pastori abbiamo bisogno e come vogliamo dividere gli spazi per collocare la grotta della natività e il resto delle “Scene”.
    Il consiglio è quello di fare una bozza su un pezzo di carta in modo da tenere a mente la nostra idea e prendere ispirazione durante la realizzazione. Solitamente il presepe viene costruito a più piani mettendo nel primo (che di solito è il più largo) la natività e le costruzioni e statue più grandi, nel secondo statuine e elementi più piccoli e infine nel terzo solo elementi della natura tipo le montagne. Ovviamente ognuno può variare questo schema e fare il presepe che preferisce.

    Occorrente per fare un presepe

    I consigli su come fare un presepe sono abbastanza relativi in quanto come suddetto ognuno può realizzarlo come meglio crede andando anche al di fuori degli schemi classici, ma per chi è alle prime armi ecco l’occorrente base:

    Una base in cartone o in sughero
    Del Cartone o del sughero per le pareti e le case
    Carta montagna e carta roccia
    Sassolini, Rametti, Muschio, Sabbia
    Pittura
    Forbici e colla
    Lucine
    Pastori


    Procedimento per fare il presepe

    Per fare un presepe prima di tutto dobbiamo disporre la nostra base su un tavolo e incollarci sopra della sabbia e aggiungere dei sassolini e un po’ di muschio a piacimento. Sulla base poi dobbiamo disporre le “pareti” del nostro presepe e le montagne che possiamo realizzare modellando la carta montagna oppure del cartone o sughero dipinto. Dopodichè dobbiamo realizzare e posizionare gli elementi principali ovvero la grotta (che possiamo realizzare deformando un cartone e ricoprendolo di carta roccia) e la cascata (quella va acquistata) e incollare il tutto possibilmente con la colla a caldo. Se vogliamo adoperare delle casette possiamo realizzarle con del cartone o del sughero e dipingerle con dei semplici colori ad acqua. Un elemento fondamentale per fare un presepe come si deve, è quello di preventivare dove verranno disposte le luci i cui fili devono preferibilmente essere nascosti con del muschio. I piani del presepe possono essere costruiti sempre utilizzando delle basi in cartone o sughero oppure realizzando dei veri e propri piani adoperando elementi come il gesso o il das. I sassolini e la sabbia possono essere utilizzati per realizzare delle stradine, mentre se desideriamo aggiungere la neve possiamo usare della semplice ovatta.
    E difficile stabilire delle regole precise per realizzare la struttura del nostro presepe in quanto dipende tutto dalla bozza che abbiamo disegnato.
    Comunque una volta creata la base, fatta essenzialmente di uno, due o tre piani, adornati con montagne, stradine, edifici e con la grotta già posizionata, possiamo passare alla collocazione dei pastori. Un elemento chiave da ricordare mentre costruiamo il nostro presepe è che se si tratta di una struttura a più piani deve essere fatta in prospettiva e dunque non solo la base deve essere più larga dei piani superiori, ma in linea di massima anche le case e i pastori devono essere più piccoli se collocati al secondo o terzo piano.
    Per il resto possiamo curare i dettagli come meglio preferiamo aggiungendo man mano degli elementi come la stella cometa, altri pastori, rametti e piante e così via.
    Forse il risultato non sarà professionale come quello delle botteghe artigianali ma senza dubbio sapere come fare un presepe può essere un ottimo passatempo anche per trascorrere dei piacevoli momenti in famiglia.


    Statuine presepe fai da te

    statuine-presepe-fai-da-te

    Utilizzando il das o il pongo, si possono realizzare delle statuine per presepe fai da te anche senza una formina, ma semplicemente plasmandole con le mani. Entrambi si asciugano molto velocemente e permettono di ottenere le statuine in modo veloce, vediamo come ottenere splendide creazioni per il nostro presepe fai da te.

    presepe-fai-da-te

    La realizzazione di un presepe fai da te non è certo cosa semplice. Un lavoro che sia verosimile, si basa su calcoli prospettici e studi approfonditi degni di un architetto! Vediamo allora in questo primo articolo dedicato all’argomento come realizzare la struttura per un presepe artistico tecnicamente perfetto.

    Progetto:
    La prima cosa da fare è uno schizzo di progetto su quello che si vuole realizzare, per avere un’idea del progetto.
    Piante:
    Dopo si procede di segnando su un foglio le piante dei vari livelli
    Nel primo piano si dispone la grotta della natività, gli edifici, la vegetazione, e le statue più grandi, facendo attenzione perchè qui i particolari devono essere ben marcati.Nel secondo piano, meno grande del primo, si collocano i paesaggi, le piante e le statue più piccole, con dettagli meno marcati.Nel terzo piano si dispongono solamente le montagne senza le statue. Qui i particolari sono impercettibili.I vari piani posso essere rappresentati da tavolini di diverse dimensioni, nel caso di grandi presepi (come nell’immagine) ma anche da piccoli livelli ravvicinati, nel caso di presepi di piccole dimensioni come ad esempio quelli Napoletani. I diversi piani sono connessi con rocce, siepi, muretti realizzati in legno, ponti, siepi ecc, per dare l’idea di continuità.

    presepe

    Prospettiva:- Linea dell’orizzonte
    L’altezza dell’orizzonte del presepe deve coincidere con l’altezza degli occhi dell’osservatore. Di solito viene posizionata a circa 160 cm dal pavimento, mentre l’altezza dell’impalcatura da costruire si determina sottraendo dall’altezza della visuale dell’osservatore quella delle statue in primo piano.Ad esempio se si hanno statue alte 15 cm, l’altezza del piano del presepe sarà di circa 145 cm (160-15=145).-Punto di Fuga
    È il punto in cui convergono tutti gli elementi che costituiscono il presepe.
    Deve essere posto oltre il fondale del presepe, indicativamente ad una distanza dal punto di osservazione pari al doppio della profondità del presepe e ad un’altezza uguale al punto in cui si trovano gli occhi dell’osservatore.
    Fissando in questo punto uno spago e tendendolo fino alle costruzioni si otterranno tutte le inclinazioni esatte dei tetti, delle finestre e delle porte.
    Per accentuare l’effetto prospettico della profondità bisogna circoscrivere il presepe in modo da permettere di guardarlo da un solo punto di vista.

    sfondo-presepe

    Proporzioni:
    Per avere l’esatta dimensione degli elementi bisogna moltiplicare l’altezza in cm delle statuineche si utilizzano per le dimensioni reali dell’oggetto che si vuole realizzare, quindi dividere per 170, numero fisso e rappresenta nella realtà l’altezza media di una persona.Ad esempio: pastori di cm 15 – tavolo cm 100
    (15×100)/170 = 1500/170 = 8.82 cm – h del tavolo che sarà collocato nel presepe.

    Prospettiva-presepe

     
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    fai da te....
    Casette per il presepe


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    Le casette per il presepe, possono essere realizzate fai da te con semplici e pochi passi. In questa guida vi mostriamo quali sono i materiali utilizzati per realizzare le casette e sopratutto vi mostreremo passo passo come realizzarle.

    Anzitutto bisogna comprare dei fogli di Polistirolo, che risulta facile da tagliare e lavorare.
    Una colla qualsiasi, meglio se utilizzate la colla a caldo, è piu facile da usare ed incolla molto meglio.
    Un taglierino e delle forbici.
    Colori acrilici per dipingere le nostre casette.
    Inoltre se potete, esistono dei materiali per presepe che sono preconfezionati, e ci permettono di realizzare alcuni dettagli, come gli attrezzi, le tegole, ed altri elementi per abbellire il nostro presepe. Ma partiamo subito con il tutorial video:



    Consigli utili

    Utilizzare anche le parti di polistirolo non completamente lisce, proprio perché l’effetto increspato rende più antiche e più belle le casette per il presepe.









     
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    Come realizzare un presepe con il fimo

    La difficoltà del progetto sta tutta nel considerare quali siano le proprie aspettative e i materiali a disposizione! Si possiedono già i personaggi del Presepe, o sono da realizzare anche questi ultimi? Si possiede una base? In ogni caso basta poco per munirsi dell'occorrente; anche perchè serve soprattutto immaginazione e creatività!

    Come realizzare un presepe in miniatura
    di Marco Maria Cometti difficoltà: media letto: 818 volte



    come-realizzare-un-presepe-in-miniatura_100cc6d150069f20a1f9402ceeebc176La difficoltà del progetto sta tutta nel considerare quali siano le proprie aspettative e i materiali a disposizione! Si possiedono già i personaggi del Presepe, o sono da realizzare anche questi ultimi? Si possiede una base? In ogni caso basta poco per munirsi dell'occorrente; anche perchè serve soprattutto immaginazione e creatività!


    Scopri come fare:

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    come-realizzare-un-presepe-in-miniatura_9f7c6b08a3a97f2378715126c02bcfd4Se non si possiede il materiale necessario per gli scenari, lo si può comprare in qualsiasi negozio di modellismo, per quanto riguarda i personaggi serve solo una buona dose di inventiva.
    Ci si deve procurare:
    - cartapesta colorata (blu chiaro o scuro per il cielo, marrone per le rocce).
    - carta da regalo (per il cielo)
    - una base (può variare da una semplice tavola di legno, al pavimento della propria abitazione, o anche ad un tavolo/tavolino...altrimenti la si può comprare).
    - erba, terriccio, ciottoli da modellismo.
    - polistirolo (per realizzare eventuali abitazioni).
    - ramoscelli, legnetti di varie dimensioni.
    - paglia (per la stalla, o la culla del bambin Gesù).
    - fil di ferro
    - taglierino.
    - colla (vinavil, o ancora meglio, colla a caldo).
    - scotch.
    - carta stagnola (per simulare un corso d'acqua e una possibile sorgente) .
    - cartone(come sostegno per le abitazioni di polistirolo, o come tetto per quest'ultime).
    - giornale.

    2

    come-realizzare-un-presepe-in-miniatura_9f24a8b4137b2660390bdd58666a0d84A questo punto si può passare all'assemblaggio: scelta la base (preferibilmente una tavola di qualsiasi materiale) ci si può cospargere del vinavil diluito con acqua tramite un pennello per poi passarci sopra l'erba o il terriccio da modellismo.
    Terminata la base si può pensare ad estendere il proprio scenario anche verticalmente: utilizzando la carta pesta marrone si possono costruire delle rocce/montagne, magari appoggiandosi ad una parete, oppure distribuendo la carta sopra del giornale appallottolato. Nel primo caso si può anche allestire un cielo stellato lungo la parete con la carta pesta, o una carta da regalo blu!
    Per allestire il proprio Presepe occorre ora creare qualche abitazione (per il macellaio, il pastore, la lavandaia e il resto dei personaggi). Si può utilizzare il polistirolo, da modellare con il taglierino e sostenere con il fil di ferro, per le pareti; e il cartone per il tetto (eventualmente si può anche dipingere a piacere il tutto, per renderlo più verosimile).
    A questo punto manca solo la stalla/grotta: nel primo caso si possono utilizzare nuovamente cartone e polistirolo; nel secondo invece si può modellare la cartapesta con i ramoscelli, per creare un incavo nella parete rocciosa. Infine entrambi i luoghi si possono completare con la paglia, il terriccio, i legnetti; a piacimento!!

    3

    come-realizzare-un-presepe-in-miniatura_8261a73a1ef806df14c986407d54c22dManca quindi da risolvere la questione dei personaggi. Come per il resto del "progetto" la scelta da compiere è soggettiva: per un Presepe più realistico è bene comprare il materiale ed i personaggi, per un "Presepe fai da te" invece ci si può sbizzarrire!
    Gli omini del Presepe si possono realizzare con i "pupazzetti del lego" o con i "pupazzi playmobil", si possono modellare con la cera, con la gomma pane, con il fil di ferro, o anche con fiammiferi e stuzzicadenti.

     
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    Il Presepe Di Pasta Di Sale, Un Presepe Originale

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    IL PRESEPE DI PASTA DI SALE, UN PRESEPE ORIGINALE
    Per Natale tra i vari materiali con cui si puo’ modellare un originale presepe, pochi forse avrebbero pensato di utilizzare sale e farina.
    Un ottimo risultato con una modica spesa per realizzare un simpatico presepe che rimane nel tempo e che anno dopo anno puo’ essere arricchito di nuovi elementi e nuovi personaggi: il presepe di pasta di sale. Basta avere un po’ di fantasia e avere un certa manualita’ per questo lavoro di bricolage.


    La materia prima e’ ovviamente rappresentata dalla pasta di sale che e’ un composto che si ottiene mischiando farina e sale grosso tritato il piu’ fine possibile con l’aggiunta di acqua e qualche cucchiaino di colla da parati o di Vinavil fino ad ottenere un impasto facilmente lavorabile. Oltre alla pasta di sale sara’ necessario procurarsi anche alcuni materiali che potranno rivelarsi utili per costruire le statuine e i vari oggetti del presepe, come bastoncini, paglia, fil di ferro, etc.
    Gli utensili necessari per poter lavorare la pasta di sale sono gli stessi usati per lavorare il Das o la creta e anche per preparare la pasta fatta in casa: spatole, mattarello, pinze, raschietti, cucchiai, coltellino, forbici, la rotella per i ravioli, lo spremiaglio.
    Come si procede:
    per plasmare le figurine del presepe in genere si comincia col formare una specie di cono o di pera per il corpo e una pallina per la testa. Per i capelli si potra’ usare lo spremiaglio che produrra’ dei vermicellini di pasta adatti a questo scopo. Poi prendiamo un po’ di pasta ben stesa col mattarello e formiamo una sorta di telo sul quale con un coltellino taglieremo come in un atelier un mantello, una sciarpa, un colletto, le maniche, una cinturetta e ancora, scarpe, cappellini, etc.
    Successivamente si assembleranno le parti per formare le figure dei vari personaggi. In modo analogo impasteremo uno strato un po’ piu’ spesso per costruire la capanna e le casette, tagliando rettangoli per pareti e tetti che poi uniremo con la sola pressione delle dita aiutati magari da due gocce di colla.


    il-presepe-di-pasta-di-sale

    Naturalmente e’ possibile lasciare il colore naturale, che ha un fascino tutto suo, mettendo le statuine a cuocere nel forno dopo che le avremo spennellate con un po’ di rosso d’uovo per conferire loro il tipico colore ambrato.
    L’alternativa e’ quella di colorarle. In questo caso di puo’ fare in due modi, o colorando piccole quantita’ di pasta di sale con i vari colori a seconda di cosa si vuole costruire, oppure colorando le statuine e gli altri oggetti (case, palmele) una volta che sono stati plasmati utilizzando un pennello.
    Ecco che a fianco dell’albero di Natale avremo il nostro personalissimo presepe.





    Natale fai da te: il presepe in pasta di sale

    presepe1

    La pasta di sale è uno dei maggiori divertimenti per i più piccoli, ma anche per i grandi. Non richiede una particolare manualità, si lavora bene, non è tossica, e soprattutto può essere colorata a piacimento. Per Natale, allora, possiamo realizzare in pasta di sale le decorazioni per l’albero o anche, con un po’ di fantasia, il nostro presepe.


    Questo è quello che ho realizzato qualche anno fa in occasione del “presepe diffuso” che si svolgeva nel centro storico, per decorare la vetrina della nostra sede ancora in ristrutturazione.

    Per realizzare la pasta di sale ho seguito la ricetta classica:

    1 tazza di farina
    1 tazza di sale fino (polverizzato)
    acqua q.b.

    Dopo aver modellato i personaggi, li ho asciugati in forno (o sul termosifone) a bassa temperatura, e poi li ho colorati coi colori a tempera. Per finire, un velo di flatting gel per proteggerli dall’umidità, e il presepe-fai-da-te è pronto!

    presepe2

    Purtroppo, i locali della sede erano ancora molto umidi a quel tempo, e per la Befana i pupazzetti erano irrimediabilmente rovinati. Ma, se ben conservati, questi possono essere riposti (in scatole di cartone in cui possano respirare) e riutilizzati ancora per diversi anni.

     
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    Presepi, i più belli d'Italia

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    Per chi non sta più nella pelle e non vede l'ora che arrivi il Natale, ci sono tanti modi per attenderlo approfittando di tutte le iniziative organizzate nell'intero stivale, pronte a far scoprire le tradizioni più belle della Santa festività. Non c'è niente di più suggestivo che programmare giornate per conoscere il lato più artistico di questo particolare momento dell'anno: ebbene si, oltre a luminarie e alberi di Natale, a far da protagonista è il presepe e, da Nord a Sud, dalle città ai più piccoli paesi, non mancano le occasioni per ammirare i presepi più antichi, quelli più moderni ed insoliti. Ecco una selezione di alcuni dei presepi più belli d'Italia. Courtesy of©Comune di Jesolo

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    Cervia - Emilia Romagna
    Famosa per essere una gettonatissima località balneare, Cervia anche durante il periodo più freddo dell'anno rimane sulla cresta dell'onda. Ad attendere cittadini e turisti un suggestivo percorso che si snoda tra i diversi presepi: da quelli allestiti nelle chiese fino al più famoso Presepe di sale, le cui bellisime statuine realizzate a mano, sono conservato in una teca di vetro presso il Museo del Sale e ancora il Presepe dei Salinari e l'emozionante spettacolo del Presepe vivente. Courtesy of©Turismo.comunecervia.it

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    Meccanico Cervia - Emilia Romagna
    A Cervia, oltre al presepe di sale fino al 6 gennaio 2011 è possibile ammirare il Presepe meccanico, allestito all¹interno della Chiesa della Madonna della Neve. Ogni anno il presepe si rinnova e varia a seconda del tema spirituale che si vuole sottolineare: il 2010 sarà realizzato in omaggio all'aggregazione dei popoli pronto a regalare ai suoi visitatori la suggestione della Natività in tutto il suo splendore.

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    Napoli - Campania
    Quando si parla di presepe come non pensare subito a Napoli e la sua celebre Via San Gregorio Armeno? L'atmosfera qui è davvero suggestiva, passo dopo passo è possibile curiosare nelle botteghe dei veri maestri dell'arte presepiale: un luogo magico dove, oltre ai capolavori tradizionali, è possibile sorridere alla vista di personaggi famosi del passato e del presente legati al mondo dello spettacolo, della politica e dello sport, rappresentati in chiave ironica. Courtesy of©Presepe Napoletano

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    Rimini - Emilia Romagna
    Nato nel 2004, il presepe di sabbia di Rimini, anno dopo anno torna stupire con i suoi capolavori, uno dei più spettacolari e suggestivi presepi a grandezza naturale. Allestito presso la spiaggia libera, piazzale Boscovich, propone in una cornice spettacolare, il tema della Natività.

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    Jesolo - Veneto
    Giunta alla IX edizione, Sand Nativity è il bellissimo presepe di sabbia di Jesolo, qui statue a grandezza naturale ispirate, oltre alle tradizionali scene della Natività, è possibile ammirare sculture che rappresentano agli antichi mestieri veneziani del XIII secolo ma anche alcuni volti noti in qualità di 'portatori di pace', come il presidente Sudafricano Nelson Mandela.

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    Miola di Piné - Trentino Alto Adige
    Per chi ama passare il Natale sulla neve, Miola, un paesino dell'Altopiano di Piné, fino al 6 gennaio 2010 si animerà con i colori e i sapori dell'atmosfera natalizia. A rallegrare la magica atmosfera 100 presepi realizzati interamente con materiali naturali dalle famiglie sotto casa, negli antichi portici, nelle finestrelle delle stalle, all'interno degli avvolti e nelle fontane.

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    Manarola - Liguria
    Considerato il presepe più grande del mondo, quello di Menarola è davvero uno spettacolo da non perdere. Ben oltre 300 personaggi tra angeli, Re Magi, pastori, contadini, pescatori domineranno il panorama di uno dei gioielli delle Cinque Terre. Niente sperperi però, i tutto è realizzato con materiali poveri e di recupero e 15000 lampadine, che illumineranno 4000 metri quadrati di terrazzamenti a picco sul mare. Courtesy of©Parconazionale5terre.it

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    Roma - Lazio
    Roma, la brillante capitale, non è da meno delle altre città del Belpaese e, con l'avvicinarsi del Natale, ha riservato piacevoli sorprese. Come ogni anno non può mancare il tradizionale appuntamento con i 100 presepi, un evento che ogni anno presenta creazioni nuove, realizzate e create con tecniche e materiali sempre diversi, veri e propri capolavori artigianali i provenienti da dodici regioni italiane e da venticinque paesi di cultura e tradizione cristiana. Courtesy of©Comune.tivoli.rm.it

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    Verona - Veneto
    Nel romantico contesto di Verona l'appuntamento è nella celebre Arena con la Rassegna Internazionale del Presepio nell'Arte e nella Tradizione: qui infatti saranno esposti numerosi presepi che arrivano da ogni parte del mondo, tanto da musei internazionali che da collezioni private. Courtesy of©Verona.net

     
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    Costruire un presepe di polistirolo: un fai da te facile

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    Bellissimo e facile da creare, il presepe di polistirolo è un fai-da-te divertente da realizzare in casa anche con i bambini. Ecco tutte le istruzioni per la sua creazione.
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    Il polistirolo è il nome commerciale del polimero termoplastico polistirene. Quello utilizzato per il bricolage e per la costruzione di bellissimi presepi è la forma di schiuma di polistirene anche detto polistirolo espanso. Costruito in tantissime forme e utilizzato come efficacissimo isolante termico, il polistirolo è superleggero e iperlavorabile, grazie alla sua friabilità. Se viene bruciato diventa plastico e si tramuta infine in una plastica dura.
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    Se si vuole realizzare un presepe di polistirolo è consigliabile decidere precedentemente il modello da creare e fare un vero e proprio progetto della struttura. Il polistirolo, infatti, è altamente lavorabile ma deve essere trattato con delicatezza data la sua friabilità. Esso, inoltre, essendo formato da microsfere, tende a sporcare l'ambiente di lavorazione raggiungendo i posti più impensati: è dunque necessario, lavorare il polistirolo in un laboratorio adatto. Ecco cosa vi occorre per realizzare il presepe in polistirolo.

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    Occorrente:
    Se avete in casa delle confezioni e involucri di polistirolo da riciclare è preferibile che utilizziate anche quelli. In alternativa bisognerà acquistare dei pannelli, venduti in varie dimensioni, e di uno spessore di almeno 5 cm. In commercio esistono pannelli da 100 cm x 50 cm x 5 cm
    Colla adatta al polistirene o colla a caldo con relativa pistola

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    Colla vinavil per l'esterno
    Scalpello con punta sottile
    Cutter/taglierina
    Cartavetro
    Tempere
    Pennelli

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    Il modo migliore per costruire un presepe con la sua forma di borgo è quello di sovrapporre più strati di polistirolo per creare una sorta di roccia e delle scalinate. Le case vanno costruite semplicemente scolpendo dei pezzi unici di polistirolo o assemblando tra loro dei pannelli più sottili.

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    La particolarità del presepe in polistirolo è che si possono creare le tipiche case dell'ambientazione araba dei cosiddetti presepi palestinesi con le cupole: basterà acquistare delle palline di polistirolo tagliate a metà e incollarle sui tetti dandogli la classica forma di cupola.
    1Costruite una casa più grande che funga da grotta santa
    2Intorno, create casupole di diverse dimensioni avendo cura di tagliare con il taglierino le porte e le finestre
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    3Creato il primo modello di base potete passare e scolpire il polistirolo con lo scalpellino che dovrete riscaldare per scalfire meglio il materiale plastico come vedete in figura.
    4Per il rivestimento si può fare un impasto di vinavil e gesso o sabbia dopo aver scartavetrato le superfici per renderle grezze e ruvide
    5Se desiderate dare il classico presepe palestinese, fatelo o bianco candido o giallo sabbia aggiungendo della tempera giallo senape o ocra.
    6Spennellate le case con l'impasto ottenuto e attendete che asciughi oppure dipingete ogni particolare con tempere colorate
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    7Cospargete di muschio le zone adiacenti alle case dopo aver messo la colla per lasciarlo aderire
    8Attendete un giorno e posizionate i vostri pupi e personaggi
    Per tutto il resto, usate la fantasia e guardate la nostra gallery!
    Articolo scritto da Donatella M.

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    Impara a costruire un presepe: LeonPresepi

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    LeonPresepi, un vero e proprio "cult" in materia.
    All'interno di LeonPresepi trovate dettagliatissimi tutorial per il presepe fai da te, con un ampio corredo fotografico. Conoscerete le tecniche per realizzare un portale per il presepe, il presepe in terracotta, la vegetazione del presepe, avrete le informazioni necessarie sulla prospettiva e sulle giuste proporzioni dei vari elementi e tanto altro ancora.
    Potrete inoltre visionare delle Video Lezioni sul tema: costruire una cascata per il presepe, come impostare la struttura, come aggiungere i dettagli, come realizzare un forno, come dipingere il presepe, ecc.

    E' anche presente un Concorso dedicato ai migliori presepi, in cui la giuria è composta dagli stessi visitatori del sito.

    La Leonpresepi nasce nel 1992, da un gruppo di amici (Gaetano, Gianni, Maurizio) con una passione in comune, quella di costruire un presepe lavorando solo con la fantasia e pochi materiali grezzi.
    Ben presto Gianni, iscritto all' Associazione Italiana Amici del Presepe, invita i ragazzi a seguirlo al primo congresso nazionale che si svolge a Nicotera: un'esperienza che i tre non potranno mai dimenticare, un congresso che accende ancora di più la loro passione per i presepi; durante tutto il viaggio di ritorno non si fa altro che pensare a come realizzare il prossimo presepe, a quale materiale utilizzare (gesso o sughero?), quali le dimensioni dei pastori ecc.
    Gli anni universitari e la successiva laurea in informatica non spengono la passione dei due giovani per l’arte presepiale che anzi, continuano a coltivare durante una pausa dallo studio o al ritorno dopo una giornata di lavoro, realizzando presepi napoletani con la stessa passione. Dall’informatica piuttosto nasce l’idea di dare alle LeonPresepi un posto nel mondo di internet, un connubio perfetto per unire tradizione e tecnologia dove ogni presepista o semplice appassionato può attingere a lezioni virtuali su come costruire un presepe e tenersi in contatto con chi nutre lo stesso amore per i presepi tramite il forum. La passione e le conoscenze della Leonpresepi sono così messe a disposizione di tutti affinchè possano appassionarsi alla magia che solo un presepe può regalare.


    Presepe in terracotta

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    Come fare un presepe piatto
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    Un presepe piatto? Non è mica il solito piatto di terracotta decorato, niente affatto! E' una tipologia di presepe che possono realizzare sia i grandi che i più piccini. Inoltre è di una versatilità unica: il presepe piatto, infatti, si definisce tale perché viene realizzato su una superficie piana. Tale superficie può essere di cartone, in tessuto, legno, vetro e chi più ne ha, più ne metta.


    Occorrono:
    cartone, tessuto, minuterie
    forbici, matita, colla vinilica
    Scopri come fare:
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    1 Scegliete la vostra base ideale: per questo esempio utilizzeremo un foglio di cartone ondulato, anche recuperato da un vecchio scatolone. Tagliate un rettangolo di cartone e, nella parte alta, sagomatelo a forma di montagne o dune del deserto a seconda dell'ambientazione che preferite. Su quello stesso cartone, disegnate un bozzetto, linee di massima, su cui andrete a posizionare le case, gli alberi e gli abitanti. Utilizzate una matita così da poter correggere alcuni errori ma non preoccupatevi poiché le linee, una volta terminato il lavoro, risulteranno invisibili. Potete utilizzare le tempere per le parti ampie mentre i pennarelli e i pastelli, anche quelli a cera, possono essere utilizzati per le zone più piccole.

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    Su un altro pezzo di cartone, vanno bene anche i residui della scatola stessa, disegnate le sagome dei personaggi come mostra la figura, quindi ritagliatele con le forbici o con un taglierino da carta.
    I personaggi possono essere semplici sagome da personalizzare, a seconda del vostro gusto e della vostra capacità artistica. Poste di profilo, da davanti o di spalle. Personalmente resto sul semplice, così da poter chiedere aiuto anche ai bambini, a cui dedicheremo molti complimenti anche se disegneranno dei volti alla Pablo Picasso. Gli abiti: procuratevi delle pezze da vecchi stracci o vestiti e rivestite le sagome con gonne, casacche, o mantelli. Incollateli sopra utilizzando della colla vinilica. Capelli: per i capelli tagliate dei fili di lana della giusta lunghezza, o del cotone spesso, incollateli sulla testa sempre con l'aiuto della colla. Oppure realizzate dei copricapi in tessuto.
    Per gli accessori spazio alla fantasia con bottoni, pietre, perline, pasta di grano duro, porporina, fili di rame.

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    Utilizzate delle spugne, o degli stracci stropicciati o attorcigliati, per le pietre, gli alberi o per rendere le vostre montagne più tridimensionali.
    Anche se il nostro, è un presepe piatto, non significa che debba essere anonimo. Il risultato somiglierà, a dirla tutta, a un bassorilievo fantasioso a meno che non realizziate un vero e proprio patchwork all'inglese.
    Approfondimento
    Come realizzare un presepe in miniatura (clicca qui)
    Il presepe piatto può essere esposto in mille modi differenti: come tenda alle finestre visibile dall'esterno, come quadro appeso alla parete, posto dietro ad un acquario che lo mostra in trasparenza, come coperta per il letto. Tutto dipende dal tipo di materiale con cui è stato realizzato..

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    Non dimenticate la capanna con la sacra famiglia e via via tutti gli altri personaggi: pastori, re magi, fornai, pescatori, etc . Gli animali li lasciamo ai più esperti oppure optiamo per la tecnica del collage e ritagliandoli da qualche rivista.
    Interattivo! Nel caso del presepe realizzato in cartoncino potete attaccare i personaggi con delle puntine e spostarli a vostro piacere: ideali per i Magi. Tecnica che, se volete far presto, potete riciclare anche per tutto il resto del vostro presepe piatto. Mi è venuta un'altra idea di utilizzo, nel caso del presepe piatto fatto con collage di carta leggera, potete creare dei segnalibri, decorazioni per l'albero o dei segnaposti per la cena di Natale.
    Consigli:
    Fate partecipare i bambini al vostro progetto
    Realizzate dei segnaposti col presepe piatto
    Utilizzate delle puntine per applicare e spostare i personaggi

     
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42 replies since 6/11/2011, 14:00   61072 views
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