LA CUCINA GRECA

come e cosa si mangia

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    CUCINA GRECA


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    Isola di Santorini


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    La cucina greca è plurisecolare e primeggia nell’arte culinaria sia in tradizione che in qualità. Ha più di venticinque secoli di esistenza. Quando in Europa si ignoravano i rudimenti della cucina, tranne la carne arrostita, in Grecia si sapevano già mescolare diversi ingredienti e spezie, così da rendere le vivande saporose e grate al palato. Il fatto è stato riconosciuto dagli archeologi e dagli storici greci e stranieri.
    E’ in Grecia che sono apparsi i primi cuochi di mestiere generosamente retribuiti dai ricchi presso cui prestavano i loro servizi. Col passare del tempo il mestiere guadagnava in reputazione e veniva considerato con la massima stima. Numerosi professionisti in materia si fecero in quei tempi una brillante fama e gli antichi greci li stimavano quanto i saggi.




    Pita gyros


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    Tirokafteri - Crema di feta


    Taramosalata (salsa a base di uova di pesce)




    Uno di essi è proprio la sua tradizione gastronomica, che ha influenzato le culture vicine e ne è stata influenzata sia nell'antichità sia in tempi più recenti.
    Le fonti storiche e archeologiche suggeriscono che la cucina in Grecia fosse più articolata in quanto a tecniche e abbinamenti delle sue vicine già prima di Alessandro Magno.
    Successivamente quest'arte prese ad assumere maggiore rilievo sociale e, mano mano che la civiltà ellenica aumentava la sua influenza sui paesi vicini, le ricche famiglie rivaleggiarono in lusso e raffinatezza. Avere un cuoco all'altezza del proprio prestigio familiare divenne una necessità. Questo modello venne successivamente esportato presso i latini e si fuse con la loro cultura divenendo la base di alcune ricette che si ritrovano ancora oggi in tutto i bacino del Mediterraneo. I greci inoltre mangiavano soprattutto carne rossa e alimenti provenienti dalla pesca accompagnati da diverse varietà di vino, birra e idromele.Tra i Greci ed i Romani v’era un contrasto palese. Quando questi ultimi presero contatto con i Greci il loro modo di vivere cambiò totalmente non appena poterono apprezzare i costumi ellenici. Inviarono in Italia dei cuochi greci e così i patrizi romani introdussero nelle loro case la cucina originale greca. I ricchi patrizi facevano a gara soprattutto per riuscire ad ottenere i servizi dei cuochi delle città greche della Sicilia e delle colonie greche.




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    Marghiritsa - Zuppa di Pasqua


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    Pitta batsaria




    La maggior parte delle ricerche mediche e dietologiche su scala mondiale rivelano che la cucina cretese costituisce qualitativamente il maggior esempio di alimentazione mediterranea. Il cappello che oggi caratterizza gli chef di tutto il mondo nasce proprio in Grecia, infatti, nel medioevo i cuochi che lavoravano nelle cucine dei monasteri greci erano soliti indossare alti cappelli bianchi per distinguersi dai monaci che indossavano cappelli alti ma neri.
    Gli abitanti di Creta, è stato verificato, hanno il più basso tasso di mortalità su scala mondiale per patologie cardiologiche e cancerogene: il segreto è che si alimentano con i prodotti genuini della loro terra (verdure, legumi, frutta, erbe e piante delle loro montagne come il timo e il basilico, vino dai propri vigneti ecc.).




    Avgolemono+Soup

    Avgolemono - Minestra di riso


    aktapodi

    Aktapodi - Polipi al forno


    Moussaka




    Come è comprensibile, alla formazione della cucina locale hanno un ruolo fondamentale le abitudini locali, come pure la ricchezza naturale di ogni zona, il clima ma anche le incidenze assimilate da altri popoli e tradizioni. La cucina ellenica è stata influenzata direttamente da quella turca, e ciò è evidente nei piatti di antipasti come lo ‘tzatziki’, il ‘souvlaki’ e il ‘mussaka’, ma anche da quella veneziana, in particolare nelle isole dello Ionio. L’olio ellenico ha un alto valore nutrizionale e costituisce la base della cucina ellenica, infatti tutti i derivati dell’ulivo vengono usati per intero come le rinomate olive.
    A differenza di quanto in uso in Italia, la Grecia non usa il primo piatto. Il pasto si apre dunque con una serie di antipasti detti mezédes o orektiká. Segue un piatto principale che può essere a base di carne o pesce, spesso cucinati alla griglia o alla piastra, oppure un'insalata e formaggi. Seguono i dolci che possono essere al forno o al cucchiaio. Onnipresente è l'olio d'oliva, solitamente di alta qualità, che viene impiegato senza risparmio.
    Nella tavola ellenica, è caratteristica la varietà di piatti, dove nessuno di essi monopolizza il sapore ma tutti costituiscono un appetitoso insieme di gusti.




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    Spetsofai - Stufato di salsiccia, peperoni verdi e pomodoro


    Stifado


    Tiropyta


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    Kokoretsi




    Prodotti e piatti tipici

    Poichè in Grecia non si usa il primo piatto - come in Italia la pastasciutta - sono rinomati i cosidetti “mezedes”, antipasti a base di olive nere, sottaceti, acciughe, salami, involtini di riso o di carne tritata (“dolmades”), “taramosalata” (salsa preparata a base di uova di pesce), “melitzanosalata” (salsa a base di melanzane lavorate), “tzatziki” (yogurt lavorato con cetriolo, aglio e olio), le “sfogliate” (pizzette ripiene con veri ingredienti come: formaggio, carne tritata, spinaci o verdure varie, pollo, ecc.).
    Particolarmente noti sono i Dolmádes (involtini di riso o carne tritata) e i Pitákia (sfogliatine ripiene di pollo, formaggio, carne tritata, verdura, ecc.).
    Vanno, inoltre, citate alcune tra le numerose salse che spesso accompagnano verdure fresche: la Taramosaláta (salsa a base di uova di pesce), la Melitzanosaláta (salsa a base di melanzane) e lo Tzatzíki, (yogurt lavorato con cetriolo, aglio e olio) famoso e reperibile ormai in molti paesi del mondo. I mezédes sono spesso accompagnati da bicchierini di Oúzo, (liquore a base d'anice, servito allungato con acqua o ghiaccio) oppure di Tsikoudiá cretese o di Tsípouro.




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    Pastitsio


    Insalata greca


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    Spanakopita - Torta di spinaci





    Si trovano frequentemente piatti a base di carne come l'agnello o il porcellino da latte allo spiedo o alla piastra, non diversamente da quanto comune nel sud Italia. Note preparazioni di questo tipo sono i Souvlákia (spiedini cotti ai ferri e infilzati successivamente) e lo Giouvétsi (agnello arrosto con pasta cotta). Di chiara influenza turco-araba è il Gyros o Gyro, una sorta di Kebab di vitello venduto, molto spesso, agli angoli delle strade da chioschetti: il Gýros viene servito come Píta Gýros, cioè carne condita con Tzatzíki, pomodoro e cipolla, arrotolata all'interno di una Píta, cioè una piadina rotonda. Molto comuni le polpette come le Soutzoukákia (polpettine di carne al sugo di pomodoro), i Keftédes (polpettine fritte di carne o di legumi) e i Dolma o "dolmades" (polpettine di carne tritata o di riso avvolte nelle foglie di verza o di vite e poi condite con salsa di uova e limone).
    Altrettanto frequenti sono i piatti al forno, di cui il più famoso è senz'altro la Moussaka, uno sformato di melanzane, patate, ragù e besciamella, simile alle melanzane alla parmigiana in uso in Italia. Particolare è anche l'offerta di sformati a base di verdure, come Spanakopita. Nell'isola di Folegandros, appartenente all'arcipelago delle Cicladi, si può trovare una specialità locale la "Matsada", una sorta di spaghetti di farina bianca serviti con polpette di carne e sugo di pomodoro.




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    Olive nere di Kalamata


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    Kakavia - Zuppa di pesce e verdure dell'isola di Creta


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    Octopodi tis latholemono - Polpo grigliato in salsa di limone


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    Polpi appesi ad essiccare




    Nelle zone costiere e nelle isole il pesce prende il sopravvento sulla carne e viene servito in numerosi modi e praticamente ad ogni angolo della strada dalle Tavérnes (trattorie), dai ristoranti e dai banchetti. Un tipico piatto è la taramosalata.
    Esistono tutti i tipi di pesce che di solito sono cucinati in vari modi: fritti, ai ferri, al forno, ma anche conditi con le varie salse. La frittura di pesce molto piccolo “marida” accompagnata da vino resinato costituisce il piatto tipico delle TAVERNE (trattorie), come i calamaretti (“kalamarakia”), i polipi (“chtapòdi”) ed i gamberetti (“garides”) cucinati in vari modi: con salsa di pomodoro e formaggio “feta”, al cartoccio o con il riso.
    Per quanto riguarda il pesce grosso menzioniamo il dentice (“sinagrida”) arrostito a fette o alla “spetsota” (in umido ma cucinata al forno), il pesce spada (“xifias”) arrostito allo spiedo.
    Altrettanto importante nella dieta del paese e nella sua gastronomia è lo “yaourti” (yogurt), che è incluso nei menù di tutti i ristoranti greci, liscio oppure con il miele e noci (venduto confezionato negli alimentari, o sciolto in busta o in appositi contenitori di terracotta molto caratteristici). Il miele prodotto nella regione dell’Attica o a Cefalonia è famoso per il suo aroma speciale.




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    Carne gyros


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    Dolamdes


    Salsa Tzatziki



    Kofta con salsa allo yogurt




    I latticini sono ingredienti molto importanti, in quanto la nazione è dedita alla pastorizia. I formaggi infatti costituiscono quasi un capitolo a sé stante dell'offerta gastronomica greca, dal momento che ve ne sono molti e che le tradizioni di stagionatura locali aumentano questa varietà. Il più noto è la Feta, formaggio di capra bianco, a pasta granulosa e di gusto leggermente asprigno. Meno famosi all'estero, ma diffusi in patria sono il Kaséri, il Manoúri di Creta, il Ladotýri nelle Isole Cicladi e Lesbo, i formaggi bianchi o gialli della Tessaglia, il Metsovóne della cittadina tradizionale di Metsovo (Epiro). Al pari dei piatti di carne o pesce troviamo una offerta tradizionale di insalate ricche delle numerose verdure solitamente prodotte in loco. La più famosa è senza dubbio la Khoriátiki Salàta, l'insalata alla Greca, con fette di cetriolo, pomodoro e condita con olio extravergine, origano, olive, peperoni, cipolle fresche a fette, e pezzetti di formaggio Feta.



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    Arnilemonato - Agnello al limone e all'origano


    Chortopita - Torta salata


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    Piperiès ghemistès - Peperoni ripieni




    ...Piatti tipici della cucina greca...



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    Salata therini (insalata greca): una insalata a base di pomodoro, cetriolo, peperone e cipolla condita con origano, olio di oliva, olive nere, feta, sale e pepe.
    Tzatziki (salsa al cetriolo): cetriolo tritato finemente, condito con aglio e erbe aromatiche (prezzemolo, menta, aneto), olio extravergine, aceto e yogurt intero denso. Accompagna il pesce alla griglia o le verdure fritte.
    Dolmadakia me rizi (involtini di riso in foglie di vite): involtini agrodolci di riso con pinoli, uvetta e menta, avvolti in una foglia di vite e serviti freddi con lo yogurt.
    Kotosoupa avgholemono (minestra di brodo di pollo): riso cotto in brodo di pollo e addensato con una salsa preparata con uova e succo di limone.
    Kalamarakia krasata (calamaretti al vino): stufato di calamari servito con spicchi di limone.
    Moussaka: una specie di melanzana alla parmigiana, con un ragù di carne al posto della salsa di pomodoro e con una besciamella fatta con il formaggio kefaloriri al posto della mozzarella.
    Gyros: carne, in genere di pecora, cotta nello spiedo verticale. Man mano che cuoce, viene tagliata esternamente con un coltello e servita con la pita, un pane morbido e piatto.
    Arni souvlakia (spiedini di agnello): spiedini di agnello marinati con olio e limone e cotti ala griglia.
    Keftedes: polpette di carne fritte.
    Piperies yemistes (peperoni ripieni): peperoni ripieni con riso al pomodoro.
    Baklavas (dolce alle noci): pasta fillo ripiena di un impasto di noci, pangrattato, zucchero e cannella, cotta in forno e bagnata con uno sciroppo di acqua, zucchero, limone e acqua di rose.





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    Mykonos




    ...Locali ed abitudini...



    Nei ristoranti e nelle taverne greche il cibo è buono e abbondante. L’ambiente cordiale mette il turista a proprio agio e invita a trascorrere piacevoli ore a tavola, in particolare se si ama andare alla scoperta di taverne meno turistiche e più tipiche. In Grecia oltre che nelle taverne e nei ristoranti (estiatorio) si possono trovare le psistarie (grill) o le pitsarie (pizzerie). Nelle psarotaverna si serve il pesce dell’Egeo, specialmente “dopio” (di produzione locale e non surgelato), nelle ouzeria, o mezedopolia o ouzadika, si preparano i mezè e i pikiliés, dei veri e propri pasti completi che accompagnano l’ouzo. Dulcis in fundo, nelle zaharoplastia si gustano i dolci caratteristici. La prima cosa che salta all'occhio quando ci si siede da qualsiasi parte è che viene portata una caraffa d'acqua con i bicchieri, indipendentemente se si consuma o no; un'ottima abitudine, in tutti i locali si può inoltre ancora fumare.
    Per mangiare qualcosa di veloce si può andare in una Psistaria, uno dei diffusissimi posti che fanno tutta la giornata souvlaki o giros ed altra carne alla griglia, di solito si mangia in piedi o su uno dei pochi tavolini ed i prezzi sono più che abbordabili. Si può anche andare in un panettiere dove vendono torte salate.
    Ci sono invece varie categorie di locali dove poter mangiare un pasto più sostanzioso.
    Da non perdere assolutamente le taberne: sono l'equivalente dell'osteria o della trattoria, di solito a gestione familiare e molto rustiche. Spesso non c'è un vero o proprio menù, bisogna chiedere all'oste o lo si trova scritto su una lavagnetta. La disponibilità dei piatti è molto varia, tutti comunque tipicamente greci, si beve di solito vino, portato in caraffe di rame.
    Se vi recate in taverna per cenare prima delle 10 di sera troverete i gestori del locale e qualche turista tedesco o italiano. I tempi della Grecia ricordano molto quelli della Spagna e del nostro meridione. L'orario più gettonato è dalle 10 e mezza in poi, ed il vantaggio è trovare i locali aperti anche in tarda serata. Anche a pranzo gli orari si prolungano.




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    Tipiche taverne greche




    La psarotaverna invece è di solito e per ovvie ragioni vicina al mare, con menù a base di pesce, quello servito nella migliore tradizione è quello fresco, pescato durante la notte precedente.
    Equivalenti ai nostri ristoranti sono invece gli estiatorio, con servizio molto più curato, camerieri eleganti, che magari servono il vino in bottiglia per poi riporlo nel secchiello con il ghiaccio. Di solito hanno piatti tradizionali greci più numerosi rispetto alla classica taverna. Si stanno ormai affermando le cucine di altri paesi, quella italiana, quella francese, quella orientale, in particolare cinese, etc.
    Non c'è niente di meglio di una taverna greca con mangiare buono, genuino e che costa poco, con i tavoli che scossano, le sedie impagliate, i bicchieri da cucina ed il vino portato nei bidoncini di rame ed infine il servizio di apparecchiatura "fai da té".
    Un locale che non ha equivalenti in Italia, simile a qualche vecchia osteria bolognese o a un locale spagnolo dove si gustano le tapas è l'Ouzeri, dove si beve ouzo e si mangiano i mezè.
    Un locale prettamente maschile, diffuso sopratutto nei paesi, è il cafenion dove viene servito il caffè greco, e qualsiasi altro tipo di bevanda e spesso anche qualcosa da mangiare. E' simile ai nostri bar sport di paese; è un luogo dove si socializza, dove si gioca a Tavlin (backgammon), gioco nazionale greco, oppure a carte, dama o scacchi. Spesso nei paesini è l'unico punto di ritrovo.




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    Ai locali tradizionali si stanno affiancando, in particolare nelle città e nelle zone turistiche, oltre alle onnipresenti catene di fast food multinazionali, una serie di locali legati alle mode e ai gusti di giovani e turisti: moderni bar con musica sparata a tutto volume che nulla hanno a che vedere con i "cafenion", e pub con ricchezza di alcoolici e aperitivi. Si stanno anche diffondendo bar che offrono colazioni continentali, come quella inglese con le omelette o fast food con toast e hot dog e pizzerie. Tuttavia il vero greco è restio ad abbandonare le tradizioni, e si scopre che la colazione ancora preferita è quella greca, caffè greco e sigaretta e che tanti giovani vanno nei moderni bar e continuano a giocare a "tavlin" e bere "ouzo".
    Da ricordare, anche se non c'entra niente con il cibo, il mitico periptero, un chioschetto, molto diffuso, dove si può trovare di tutto e sempre aperto: dalle sigarette, alle birre, ai giornali, caramelle, pile, articoli per la casa.
    Ai greci piace molto mangiare bene e stare a lungo a tavola in compagnia e sono dei grandi bevitori. Spesso stanno la notte in giro fino a tardi, ma non sono dormiglioni: alla mattina si svegliano per lavorare o fare le loro commissioni per poi magari concedersi un riposino dopo pranzo. I negozi rimangono aperti fino a tardi.



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    Spanakopites arrotolato (pasta fillo farcita con feta e spinaci)


    Kolokithokeftedes - Polpette di zucchine


    Prasopitta (pasta sfoglia con carne macinata e porri)




    Il pane

    Oltre sessanta diversi tipi di pane, di frumento o d’orzo, con semi di sesamo o di cumino, a forma di fiore o di sfilatino, profumati di olio, miele o erbe, dedicati agli dei o pensati per essere assaporati con un vino dolce: nell’antichità, in Grecia, il pane non mancava di certo. Ogni città aveva le sue varietà, le specialità, le tradizioni a cui si legava la produzione e il consumo di pane, e su ogni tavola trionfava quello che era a tutti gli effetti un alimento irrinunciabile. Migliaia di anni dopo non si venera più Demetra, la dea delle messi, ma i pasti greci continuano ad essere impreziositi dai pani locali. Il più noto è certamente la Pita, anche perché, essendo una focaccia di facile preparazione e ottima per essere farcita, accompagna tante specialità: si è già parlato del Pita Gyros, piatto tipico di bocconcini di vitello serviti con salsa Tzatziki, pomodori e cipolle, e contenuti appunto in una Pita. La focaccia può anche contenere il Souvlaki, ed è di facilissima realizzazione: gli ingredienti contemplano semplicemente acqua, farina, lievito, olio d’oliva, zucchero e sale. L’impasto va lasciato riposare e successivamente se ne ricavano delle palline da schiacciare e infornare, per ottenere la tipica focaccia tonda greca.
    Altrettanto comune è lo Psomi horiatiko, con erbe e semi di sesamo, che veniva spesso realizzato in casa; caratteristico e molto antico è il pane biscottato a forma di pagnotta, il Paksimadya, che può essere conservato per lungo tempo. Una preparazione particolare è il “Christopsomo”, il pane di Cristo, che viene impastato e infornato la vigilia di Natale e presenta una croce incisa sulla superficie. Il pane viene inoltre utilizzato in tantissime ricette, tra cui quella delle caratteristiche polpette di pane.




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    Pane Dactyla


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    Tipico pane greco a pasta acida


    Pane allo yogurt




    I formaggi

    I latticini sono ingredienti molto importanti, in quanto la nazione è dedita alla pastorizia. I formaggi infatti costituiscono quasi un capitolo a sé stante dell'offerta gastronomica greca dal momento che ve ne sono molti e che le tradizioni di stagionatura locali aumentano questa varietà. Come primo menzioniamo la “feta” (è il formaggio nazionale, bianco, molto saporito), e una grande varietà di formaggi che si gustano meglio localmente, i formaggi bianchi o gialli della Tessaglia, il “metsovone” della cittadina tradizionale di Metsovo (Epiro).



    ...Formaggi tipici...



    Feta: è forse il più conosciuto formaggio greco, perché è anche quello più antico. È tenero e si fa con il latte di pecora in forme tonde o quadrate. È un formaggio bianco e lo depongono in barili di legno o di latte. Esiste con sapore piccante e acido, ed è tenero o leggermente duro.
    Telemes: è una variazione della feta ed usualmente si fa con il latte di mucca. Ha una forma rettangolare ed il suo colore è generalmente meno bianco della feta. È comunque un formaggio molto saporito.
    Manuri: è un formaggio tenero fatto con il latte di pecora che contiente tutto il suo burro. I formaggiai lo ritengono di qualità superiore. È bianco e saporito e deve essere consumato in fretta perché non si conserva a lungo.
    Anthoniro: l'anthoniro è un tipo di ricotta tenera con il suo burro.
    Kopanisti: è un formaggio pepato tenero che si spalma facilmente, tanto piccante che viene servito come antipasto, quindi si accompagna con ouzo o vino bianco secco. Si fa con il latte di pecora tutto grasso che durante la sua coagulazione viene salato bene e impastato con pepe rosso tritato fine.
    Casseri: viene fatto con latte di pecora, ha un colore bianco-giallo e un sapore leggermente piccante. È un formaggio semiduro che esiste in commercio in forme grandi di 7 kg ma anche più piccole.
    Kefalotiri: questo formaggio duro viene fatto con latte di pecora e capra insieme. È giallastro con piccoli buchi non egolari, salato bene, con un forte aroma e un sapore piccante.
    Tulumotiri: è un formaggio tenero fatto con latte di pecora o di capra oppure con una miscela dei due. Si conserva in sacche di pecora o capra e assomiglia alla feta, ma non viene prodotto in grandi quantità.



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    Ladotiri


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    Manouri di Creta


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    Metsovone dell'Epiro


    Feta




    Frutta e verdura

    La frutta e la verdura sono di ottima qualità per via del clima mediterraneo. Indispensabili nella cucina greca sono i pomodori domates, le melanzane melidzanes, le cipolle kremidia e l'aglio skordo. Le verdure selvatiche sono molto diffuse e sono di tipo e sapore diverso a seconda della zona dove ci si trova. Vensono usate spesso le foglie di vite klimatofilo per avvolgere involtini di riso aromatico.
    Molti abitanti delle zone rurali basano la loro alimentazione sui legumi, sopratutto fagioli, consumati anche come spuntini; facili da trovare nei mercati sono i piselli arrostiti, ceci e fave, generalmente mangiati assieme all'ouzo.
    Ottimi, serviti di solito con una salsa di pomodoro, sono i yigandes, che assomigliano a grossi fagioli bianchi di Lima.
    La frutta ha una parte importante nell'alimentazione greca, molto consumati gli agrumi, e fin dall'antichità, i fichi secchi.




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    I vini

    I Greci usano accompagnare gli antipasti con degli aperitivi locali: l’”Ouzo” (dal gusto di anice, allungato solitamente con acqua fredda o con del ghiaccio), il “rakì” (di Creta) e il tsipouro.
    La Grecia, oltre ad aver dato i natali a Dioniso, dio del vino, e' la terra di origine dei primi VQPRD vini della storia. Erano i vini delle isole di Chios e Thasos, rinomati in tutto il mondo antico. Per diverse ragioni storiche e sociali, come anche a causa di diversi disastri naturali, l'arte di fare il vino fu abbandonata dalla meta' del diciannovesimo secolo fino agli inizi degli anni sessanta. Fu allora che l'antica tradizione di fare il vino fu riscoperta e oggi e' possibile trovare in commercio tanti eccellenti vini greci prodotti in tutto il paese. Gustando un vino greco bisogna tenere a mente che e' il prodotto di un ambiente diverso e di un'uva di una qualita' differente, sconosciuta agli amanti dei vini d'occidente. I vini della Grecia sono divisi in 4 diverse categorie: Denominazione di origine controllata; Denominazione di origine di qualita' superiore; Vini locali; Vini da tavola.
    Il vino più amato è probabilmente la Retzina, un bianco secco resinato; per chi preferisce sapori meno resinati, il Kokkineli è un altro vino molto diffuso, rosato. I vini in bottiglia si presentano in diverse varietà, adatti ad accompagnare carne, pesce, formaggi e dolci; alcuni provengono da luoghi caratteristici, come l’Olimpo o il Monte Athos, o l’isola Santorini, che produce un vino omonimo; tra i vini dolci, caratteristico il Samos; il Mavrodafni, un rosso scurissimo usato a fine pasto, può richiamare il Porto.




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    Retsina


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    Le bevande

    Nonostante che il territorio spesso appaia brullo, in realtà, sopratutto all'interno, presenta moltissime sorgenti, spesso sotterranee, di acqua (nerò) minerale. Ogni regione ha la sua acqua minerale imbottigliata, dalle proprietà diverse, spesso molto buona.
    Molto tradizionale è il “caffè ellenico” (‘ellinikòs kafès’) che, a differenza del caffè espresso, non si beve alla fine dei pasti ma solitamente durante tutta la giornata, mattina e pomeriggio. Di origine arabica ha un sapore forte e aroma ricco, è squisito quando è fresco-tostato e bollito al bricco, più pesante ma anche gustoso con il ‘kaimàki’ (uno strato di crema che si forma quando inzia a gonfiare il caffè). Si serve in tazzina piccola e non si beve fino in fondo, un sedimento resta sempre nel fondo tazzina. I locali che offrono questa bevanda sono i ‘kafenìa’ dove i greci di tutte le età (ma prevalentemente gli anziani), sorseggiandolo poco a poco, amano incontrarsi e discutere per ore. Sketos è il caffè amaro; metrios è quello che contiene un cucchiaino di zucchero; glykys è quello decisamente dolce.
    Più famoso, durante il periodo estivo, è il “cafè frappè’ istantaneo battuto in shaker per creare schiuma con l’aggiunta di zucchero, latte e ghiaccio a richiesta.




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    Frappè greco


    Caffè greco ridotto


    Ellinikos (caffè greco)




    n Grecia si può trovare, ormai, ogni tipo di birra, sopratutto in bottiglia e di importazione. Una bionda greca famosa è la Mytos, il suo consumo è molto diffuso, non tanto quella alla spina. La birra Mythos la si può trovare in ogni parte della Grecia, dai sempre affollati localini della Plaka (l’antico centro storico di Atene, caro ai turisti), ai bar della campagna del Peloponneso o ancora nelle celeberrime isole di Creta, Rodi e Santorini. Perché questa birra (vincitrice del premio Interbeer 2001) è così amata dai greci, che la ritengono persino il loro orgoglio nazionale, nonché dai turisti di tutto il mondo?
    Innanzi tutto la birra Mythos è una birra “accessibile” anche ai bevitori saltuari e ai più astemi, per la sua leggerezza che la distingue dalle altre birre dei menù greci. Questa birra, che brilla su tutti i tavoli dei ristoranti per la sua luminosità color oro, concede, infatti, un momentaneo sollievo alla speziata cucina greca che mette a dura prova i palati italiani.
    La piccante feta (il formaggio fresco) ricoperta di origano, i peperoni crudi dell’insalata che navigano in un mare di olio e aceto, il gyros (simile al kebab arabo) sulla pita (la focaccia) e i souvlaki (gli spiedini di carne di maiale), vengono mitigati dal sapore leggero e rinfrescante di questa birra che ha un’alta bevibilità, contiene circa il 5% di alcool e appartiene alla categoria delle lager.



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    Birra Mythos


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    Birra Marathon




    I liquori

    I Greci usano accompagnare gli antipasti con degli aperitivi locali: l’”Ouzo” (dal gusto di anice, allungato solitamente con acqua fredda o con del ghiaccio), il “rakì” (di Creta). L'ouzo è la bevanda nazionale, prodotto dalla distillazione dell'uva, ed aromatizzato principalmente con anice, ma anche al sapore di menta, finocchio e persino nocciola. La gradazione è attorno ai 40°; viene bevuto come aperitivo o durante il pasto; spesso allungato con acqua (se è di qualità diventa bianco) ed abbondante ghiaccio. Nella zona della Macedonia si beve la sua variante Tsipouro che assomiglia un po’ all’Ouzo, anche se ha un sapore d’anice più marcato, è più simile alle nostre grappe.
    Tra i superalcoolici gode di una certa fama il brandy o cognac, oltre il Metaxa, tra altri rinomati: Cambas, Achaia Clauss e tanti altri di produzione locale.
    Il raki è un'acquavite molto bevuta, è una grappa bianca sui 50° dall'inconfondibile sapore, più dolce rispetto alle grappe italiane. Viene anche questo bevuto durante i pasti ed è la base per la preparazione del rakomelo, bevuta sia come aperitivo che dopo il pasto. Viene preparata con una parte di raki, una parte di acqua, una parte di miele, un cucchiaino di zucchero, chiodi di garofano, cannella e una fetta di limone; il tutto viene poi scaldato, mischiando, fino all'ebollizione.



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    Metaxa


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    Ouzo


    Iris - Amaro d'erbe del Peloponneso


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    Rakomelo - Grappa al miele di Creta


    tentoura_kerasma

    Tendoura - Liquore a base di cannella e garofano




    I dolci

    La pasticceria greca offre una grandissima varietà di dolci, dai vari pasticcini con la crema, alla panna o le buonissime crostate alla marmellata, ai caratteristici dolci come il “galaktomboùreko” (fatto con sfoglia a base di crema), il “kataifi” (sfoglia particolare filettata ripiena con delle mandorle tritate e bagnata con sciroppo), il “baklavas” (strati di sfoglia alternati con mandorle tritate e miele). Per Natale i “kourambiedes” (dolci allo zucchero e ripieni di mandorle) ed i “melomakarona” (dolci alla cannella e miele ricoperti con pistacchi). La Grecia produce molta frutta e quindi si consiglia di assaggiare le varietà di marmellate. Servita con il cucchiaio immersa in un bicchiere d’acqua fredda (produzione tipica di Chios e molto usata nei caffè di Salonicco dove viene chiamato sommergibile “ipovrìchio”) è la “mastìcha”, molto profumata, al gusto di vaniglia e/o pistacchio. Ancora a base di semola il “chalvàs” (tipico della Macedonia alle mandorle, cannella e noce di garofano), il “ravanì” e il “sàmali” (dolci sciroppati con zuchero, latte, scorza tritata di arancio e limone).



    Koraubiedes


    Baklava


    Kalitsounia

    Kalitsounia di Sitia




    Il Baklavàs è forse il più conosciuto tra i dolci greci, e non è di difficilissima realizzazione; per chi vuole provare a cimentarsi, gli ingredienti contemplano pasta fillo (tirata sottilissima), mandorle, noci e pistacchi tritati, cannella in polvere, chiodi di garofano, burro e inoltre uno sciroppo da realizzare con miele, zucchero, acqua e limone. Su ogni strato di sfoglia (almeno dieci, se non dodici) va spennellato del burro fuso; a metà del dolce va inserito l’impasto tritato, e poi vanno adagiati i restanti strati di pasta, sempre divisi dal burro fuso. La particolarità di questo dolce è la tipica forma a rombo, che si ottiene con un coltello affilato bagnato in acqua caldissima; successivamente il composto va infornato, e servito con lo sciroppo di miele realizzato a parte.



    vasilopita

    Vassilopita di Capodanno


    riso_latte

    Rizogalo - Riso al latte


    tsoureki

    Tsoureki - Pan dolce




    I dolci, sono letteralmente “dolcissimi”: anche quando (molto raramente) tra gli ingredienti manca il miele, il sapore è comunque estremamente zuccheroso; questi prodotti sono molto influenzati dalle usanze della regione più orientale del Mediterraneo, e abbondano in ingredienti tipici come miele, frutta secca o andorle, mentre la base più amata è la pasta fillo (o sfoglia). Sono di sfoglia il Galaktomboúreko, con la crema; il Kataífi, con mandorle e sciroppo; il Baklavás, con mandorle e miele, mentre frutta secca, cannella, pistacchi e miele sono alla base dei Melomakárona. Esistono poi marmellate, crostate, biscotti, e i dolci tipici di determinati periodi dell’anno. I Kourabiédes sono i caratteristici biscotti natalizi, a base di mandorle; a fine anno si prepara il Vassilopitta, in cui viene inserita una moneta che porterà fortuna a colui al quale toccherà la fetta giusta; a Pasqua, il dolce tipico è lo Tsoureki, una ciambella con un uovo dipinto di rosso. Con il riso, il latte e la cannella viene preparato il Rizogalo.



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    Dolci greci di Natale


    Kourabiedes di Creta




    dolce-melomakarona

    Melomakarona



    Dolci tipici della Grecia del periodo di Natale. Solitamente vengono regalati a ragazzini che armati di bastone e borsetta, passano di casa in casa cantando le “calandas” (canti natalizi della tradizione greca), facendo gli auguri alle diverse famiglie e ricevendo in dono questi deliziosi biscotti.
    La ricetta per prepararli è abbastanza semplice ma deve essere seguita attentamente. Come tutti i piatti della tradizione culinaria di un posto, ogni massaia, ogni pasticciere o ogni famiglia aggiunge dei piccoli ingredienti che insaporiscono il piatto il modo diverso lasciando però inalterata la ricetta base.




    Christopsomo



    In Grecia, Paese di religione ortodossa, in Natale è una festività molto importante.

    Molti sono i rituali che accompagnano i giorni di festa ed alcuni sono da far risalire a tempi antichi.
    La Vigilia è caratterizzata dai Calanda, i cori che i bambini intonano andando di porta in porta ricevendo in dono frutta e dolci. Questi canti hanno certo una valenza religiosa ma sono anche un elogio vero e proprio del padrone di casa, dimostrandogli il proprio rispetto e il miglior augurio di fortuna e prosperità.
    Il piatto che più rappresenta il Natale è il Christopsomo, il pane di Cristo, e la sua preparazione è uno dei riti più suggestivi che si compiono il giorno della Vigilia.
    L’impasto, la lievitazione, la cottura in forno seguono un cerimoniale ben preciso, immutato nei millenni, segnato da benedizioni e formule scaramantiche, un misto tra sacro e profano.
    Per panificare si usa la alousìa, miscela di acqua e cenere, dalle proprietà purificatorie e vivificanti. Acqua e cenere sono due elementi primordiali, che incarnano l’energia vitale del cosmo. Durante la preparazione la padrona di casa pronuncia la formula: “Cristo è nato, la luce si accende, cresca il lievito del pane”. Prima di essere riposto a lievitare nella madia, le massaie incidono un segno di croce sull’impasto di acqua e farina.
    Una volta lievitato l’impasto, se ne prende metà e si forma una ciambella, con il resto si forma una croce al cui centro si pone una noce col guscio, simbolo di vita e di rinascita. Sul resto della superficie si disegnano con il coltello elementi decorativi quali foglie e fiori. Una volta cotto nel forno a legna, viene spazzolato con un ramo di ulivo, pianta legata ad Athena, divinità fondatrice della “grecità”.
    Il pane così accuratamente preparato si pone sulla tavola imbandita per la cena della vigilia, insieme ad un piatto con il miele e frutta secca. A cena il padrone di casa rompe il “pane di Cristo“ sulla sua testa e se il pezzo di sinistra è il più grande, questo è il segno che il nuovo anno sarà buono. Il taglio e il consumo del pane è invece riservato al giorno di Natale, durante il pranzo. Soltanto al capofamiglia è riservato il diritto di tagliare il Christopsomo. Nel giorno di Natale, mentre tutta la famiglia è in piedi intorno alla tavola, il capofamiglia, incide il pane, formulando gli auguri di pace e di prosperità: il primo pezzo è per la casa, il secondo per il Cristo, il terzo per la Madonna, i successivi per i membri della famiglia.
    Ogni membro, prima di mangiare la sua porzione, si fa un segno di croce, pronunciando “kronia pollà”, la tradizionale formula augurale greca che vuol dire “lunga vita”.


    Fonte:Wikipedia,www.semplifica.com,www.odysseia.it,www.cookaround.com,www.cucina.
    corriere.it,www.guidagrecia.ne,it.dreamstime.com,www.madeinkitchen.tv,2.bp.blogspot.com,www.xerocamboscreta.
    com,www.kelari.it,www.melissotopos-beeplace.gr,www.visitgreece.gr,www.epodismo.com,4.bp.blogspot.
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    com,www.kerasma.gr,www.igourmet.com,tepperella.blogspot.com,www.asmandamados.com,ricette.
    pourfemme.it,www.stpauls.it,www.agrodolce.it,dergeschmackvonkreta.blogspot.com,www.menuturistico.
    com,www.gustoblog.it,www.goodfood.com.au,www.monambelles.de,it.paperblog.com,www.goodfood.
    com.au,www.foodconfidential.it,mangoseele.wordpress.com,mangiaregreco.blogspot.com,www.
    quickiwiki.com,www.omniares.net,©www.mycookingcreations.com,©the kitchengardenchronicleblogspot.
    com,esperides.xoom.it,www.dianekochilas.com,www.viaggiscoop.it,cucina.ilbloggatore.com,www.odealvino.
    com,www.dianekochilas.com,www.mangiarebene.com,www.viaggiscoop.it,www.flickr.com,www.panoramio.com,web


    Edited by giuliascardone - 3/10/2014, 22:25
     
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    grazie Giulia...bellissimo!
     
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    I sapori e le usanze delle feste in Grecia


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    ...Natale...


    Anche per la Grecia il Natale rappresenta la più grande festa religiosa dell’anno da trascorrere in famiglia con i propri cari. L’albero di Natale con accanto il presepe, preparati con una settimana di anticipo, sono gli addobbi più tipici che adornano ogni casa creando la tipica atmosfera natalizia.
    Nell’antichita’ gli Ateniesi, devoti a Dioniso, erano soliti appendere agli alberi, al posto dei classici addobbi di Natale, coppe e fiaschi per dissetare i viandanti. Il giorno della vigilia i ragazzi, di solito in gruppo, si recano di casa in casa per cantare le tipiche canzoni di Natale, dette “CALANDA” (la parola deriva dal latino “Calandae” = i primi giorni di gennaio), accompagnati dal suono del trigono.

    A parte il loro contenuto religioso sulla nascita di Cristo, i canti esprimono anche auguri ed elogi al padrone della casa e a tutti i componenti della famiglia. Ai ragazzi vengono offerti dolci, frutta e qualche soldo per comprarsi un piccolo dono.
    La sera della vigilia e’ tradizione cuocere il “CHRISTOPSOMO”, che vuol dire letteralmente “pane di Cristo”. Infatti, si tratta di una pagnotta di pane dolce di varie forme con decorazioni sulla crosta rappresentanti per lo piu’ aspetti della vita familiare.


    Diples

    Diples


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    Kourambiedes


    Questo pane verra’ mangiato il giorno di Natale e per usanza viene spezzato dal capofamiglia. Mentre per la cena della vigilia le pietanze variano da regione a regione, il piatto fondamentale del pranzo di
    Natale e’ il maiale, anche se in molti villaggi e citta’ e’ consuetudine mangiare il tacchino ripieno.
    Gli altri dolci tipici sono i “KOURAMBIEDES” (a base di burro, mandorle e ricoperti di zucchero a velo), i “MELOMAKARONA” (originari dell’Epiro, al miele e pistacchio) e le “DIPLES” (a base di miele. Molto simili alle frappe, sono dolci tipicamente isolani originari di Creta ove durante l’occupazione turca venivano preparati per celebrare la nascita di ogni figlio maschio, futuro combattente).
    Il giorno di Natale nelle chiese le funzioni religiose per festeggiare la nascita di Cristo iniziano molto presto. Una credenza popolare, legata al Natale ed ancora particolarmente viva in Grecia, e’ quella dei “KALLIKANTZAROI”.


    kallikantzari2

    Kallikantzaroi


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    Melomakarona


    Durante il periodo di 12 giorni, che va dalla vigilia di Natale all’Epifania (24 Dicembre - 6 Gennaio), quando si crede che le “acque siano sconsacrate” i Kallikantzaroi fanno la loro comparsa sulla terra. Ma chi sono i Kallikantzaroi? Una specie di spiriti che appaiono soltanto una volta all’anno, durante il periodo di Natale.
    Si crede che emergano dalle viscere della terra. Per tutto l’anno, armati di accette, cercano di estirpare l’albero che sorregge la terra; ma quando sembra che ci siano quasi riusciti, Cristo nasce, l’albero cresce nuovamente e gli spiriti spariscono.
    Gli abitanti dei piccoli paesi del Peloponneso addobbano le loro tavole natalizie con dolci di ogni tipo con la speranza di dissuadere questi spiriti dall’entrare nelle loro case. Chiaramente l’immaginazione popolare ha attribuito a questi spiriti le forme piu’ svariate. Molto caratteristiche sono in questi giorni le principali vie commerciali di Atene.

    Nella via Eolou (la via del “Dio dei venti”) ha luogo un grande bazaar ove possono essere acquistati giocattoli ed articoli di vario genere; stupenda la decorazione natalizia degli alberi di tutta la zona sino all’altra celebre via Ermou. La via Voukourestiou con gli innumerevoli negozi di gioielli con vetrine piene di ornamenti rappresenta un polo d’attrazione per molti turisti.
    A Kastoria la donna di casa imprime il calco della propria mano sul pane che, secondo un’antica tradizione, simboleggia la nascita di Cristo; nell’isola di Lefkada si celebra un matrimonio tra due ceppi, uno forte che rappresenta il maschio e l’altro piu’ snello rappresentante la femmina, a seguire gli abitanti appiccano il fuoco e quando le fiamme si ingrandiscono leggono alcuni auspici e pregano in onore di Dio.


    christopsomo

    Christopsomo


    ...Capodanno...


    Il 1° Gennaio e’ il giorno di San Basilio (corrisponde a Babbo Natale). Come per la vigilia di Natale anche per il 31 Dicembre i ragazzi in gruppo si recano di casa in casa per cantare le cosiddette “CALANDA” di buon augurio per il Nuovo Anno e tenendo in mano un melograno.

    La sera della vigilia si puo’ scegliere di festeggiare l’arrivo del nuovo anno in casa o fuori in un locale, ma in entrambi i casi, dopo il classico cenone, allo scoccare della mezzanotte e’ consuetudine spegnere e riaccendere subito le luci per cacciare il vecchio anno e salutare quello nuovo. Dopo il rituale scambio di saluti e doni, c’e’ il taglio della “VASSILOPITTA” (in greco “torta di San Basilio”), il tradizionale ciambellone di Capodanno a base di latte, uova, burro e zucchero, nel cui interno e’ stata inserita una moneta.

    In famiglia spetta al capofamiglia tagliare la vassilopitta; infatti, il taglio viene fatto con grande solennita’ e chi trova la moneta viene considerato il fortunato dell’anno. La prima fetta viene destinata a Cristo, la seconda alla Madonna, la terza a San Basilio, poi alla casa, al capofamiglia e via via a tutti gli altri membri della famiglia seguendo una rigida gerarchia.

    Anche ad Atene e nelle grandi citta’ la tradizione della vassilopitta e’ osservata ancora oggi; pero’, normalmente non viene piu’ preparata in casa ma comprata direttamente in pasticceria. La sera del 31 Dicembre si tenta anche la fortuna giocando a carte: il gioco di gruppo piu’ usato e’ il “31”.

    Un’altra usanza caratteristica (specialmente nell’isola di Amorgos) del 1° dell’anno e’ la scelta della persona che per prima quel giorno deve entrare in casa (in greco “PODARIO’”). Pertanto, la persona prescelta entra nella casa seguendo un rituale ben preciso: fa due passi in avanti (il primo con il piede destro) e due passi indietro per far entrare la fortuna e scacciare la sfortuna. Ripete il movimento tre volte e poi la terza volta entra nella casa e scaglia con forza un melograno per terra affinche’ si rompa in segno di prosperita’ e fortuna. Nella Grecia del Nord tra il giorno di Capodanno e l’Epifania, e’ usanza mascherarsi solitamente da novella sposa, da gentiluomo o da vecchia nonnina.


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    Vassilopitta


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    Fuochi di Capodanno


    ...Epifania...


    L’Epifania e’ considerata in Grecia una grande festa religiosa, perche’ ricorda il giorno in cui Cristo venne battezzato da San Giovanni Battista sulle rive del fiume Giordano. Proprio in questo giorno l’acqua viene benedetta, purificata ed in base ad una credenza popolare si ritiene che gli spiriti maligni si allontanano dalla terra mentre l’acqua del mare diventa dolce e potabile.

    Alla vigilia, dopo la messa in chiesa, nei villaggi e nei quartieri il sacerdote visita tutte le case per la benedizione con un ramoscello di basilico immerso in un bicchiere di acqua benedetta con la quale cosparge le varie stanze.

    La mattina dell’Epifania il sacerdote getta una croce nell’acqua, cosicche’ venga benedetta. Lo stesso rituale viene ripetuto nei porti e nei fiumi, mentre gruppi di giovani si tuffano in acqua per recuperare la croce.

    Nel momento in cui la croce viene gettata nell’acqua tutte le navi ancorate nel porto suonano con insistenza le sirene e le chiese celebrano l’evento con continui rintocchi di campane. Nelle grandi citta’ questa cerimonia assume un carattere piu’ ufficiale per la presenza delle Autorita’ e la partecipazione di bande musicali. Si dice che se una persona esprime un desiderio il giorno dell’Epifania questo si avverera’ perche’ in questo giorno il cielo e’ aperto.



    epifania


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    Rituale bagno dell'Epifania dei greci ortodossi


    ...Pasqua...


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    La Pasqua Ortodossa in Grecia è la ricorrenza più sentita. La si festeggia in famiglia, cuocendo l’agnello sullo spiedo, con parenti e amici.
    Tutta la Settimana Santa viene celebrata con solennità e devozione e prima di arrivare alla Pasqua si trascorrono giorni di digiuno e si celebrano riti e tradizioni antiche. Durante i 40 giorni di Quaresima si possono mangiare soltanto alimenti naturali, ma niente carni, latticini, pesci, o pollame.
    La Pasqua ortodossa cade circa una settimana dopo quella cattolica (viene utilizzato un calcolo diverso per stabilire il giorno di Pasqua)
    Le celebrazioni iniziano già il lunedì della Settimana Santa, con gli aquiloni che si fanno volare sui prati e proseguono poi, con modalità diverse.
    Il Venerdì Santo è giorno di lutto e digiuno. In Chiesa le celebrazioni cominciano con il Vespro, a seguire la processione funebre dell’Epitaffio , una bara con il simulacro di Cristo, ricoperta di fiori, che sfila per le strade.





    Pasqua-2011


    pasqua%20ortodossa

    Uova decorate


    Le celebrazioni culminano il Sabato Santo a mezzanotte quando il sacerdote, il “pope”, circondato dalle candele dei fedeli, bussa per tre volte alla porta maggiore della chiesa, annuncia che Cristo è risorto e, spalancando le porte, intona l’inno della resurrezione lanciando foglie di alloro.
    I fedeli ritornano poi alle loro case, ma prima di entrare per consumare la cena a base di uova rosse, zuppa maghiritsa (interiora di agnello tagliate finissime e lessate con cipolla, aneto, riso accompagnate da una salsa a base di uovo e di limone) e kokoretsi (interiora allo spiedo), è usanza fare una croce con il fumo della candela sulla parte superiore della porta d’ingresso e accendere lumini di fronte alle immagini sacre o dei propri cari.
    La Domenica di Pasqua inizia al suono delle uova dipinte di rosso, che si battono l’una contro l’altra, pronunciando la frase di rito: “Christos anesti” (Cristo è risorto), a cui si risponde: “Alithos Anesti” (è veramente risorto), facendo attenzione a non rompere le uova.
    Le famiglie, gli amici, i vicini di casa si ritrovano poi fuori per pranzare con l’agnello cotto allo spiedo. Lo spiedo è di solito manuale e lo si gira a turno per ore, passando sulla carne una foglia bagnata nel tradizionale ladorigani, un mix di olio ed origano. Tutto intorno si parla, si canta e si balla. Chiunque può avvicinarsi e prendere la sua porzione, accompagnata da un bicchierino di retzina, scambiando con i presenti l’augurio: “Chronia polla!”. Si mangia il pane dolce, tsoureki, e uova sode colorate di rosso, simbolo per il sangue di Gesù, e letterali scorpacciate di souvla, carne di agnello allo spiedo.


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    Kokoretsi - Interiora allo spiedo


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    Zuppa Maghiritsa


    Tsoureki


    greek-dance

    Danzatori di Sirtaki



    Fonte:dal web,www.greecetravelling.com,www.telegraph.co.uk,www.smoothfm.com.au,greciadilettere.
    blogspot.com,blog.edreams.it,www.poenta.net,www.minervahorio.gr,magazine.voiaganto.
    it,www.tresorhotels.com,www.tlife.gr,listverse.com,www.cookingwithmarialoi.com,www.
    mondogreco.net,www.okigeo.com,antexoume.wordpress.com,cuisine.arte.tv,www.
    explorecrete.com,greece.clubefl.gr
     
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    ... tra i liquori ...


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    L'Ouzo
    ...il liquore nazionale greco ...


    L'ouzo è la bevanda nazionale greca ed è tipicamente locale, è a base d'uva che viene poi mescolata con erbe e spezie, in particolare l'anice. In genere è servito come aperitivo con i tipici antipasti (mezedes) come il polpo, il formaggio fritto, o una varietà di polpette, tra molti altri piatti.


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    ... tipiche bottigliette di ouzo ...





    ... Caratteristiche ...


    L'ouzo (in greco: ούζο) è un distillato secco ad alta gradazione alcolica (40-50 gradi) prodotto a partire da una base costituita da mosto d'uva, sia fresca che passita e anice. Viene prodotto e consumato prevalentemente in Grecia e bevuto allungato con acqua, come dissetante e aperitivo. Il nome è di origine incerta. Plomari e Agiasos, sull'isola di Lesbo, vengono da molti considerate le capitali dell'ouzo: a Plomari hanno sede gli stabilimenti Varvagiannis (Βαρβαγιάννης), il principale produttore del liquore, all'interno dei quali è presente anche un museo dell'ouzo.


    ... La storia ...


    La storia dell'ouzo non è molto chiara, ma c'è chi sostiene che il liquore derivi dal raki, un'altra bevanda alcolica distillata, il cui uso risale ai tempi dell'Impero Ottomano. La preparazione moderna della bevanda alcolica cominciò a diffondersi dopo l'indipendenza della Grecia nel XIX secolo. Dal 1932 si sviluppò un processo di distillazione che si serviva di distillatori di rame, questa tecnica è diventata quella standard nella produzione di ouzo.

    Incerta è l'origine del nome. Secondo alcuni il termine ouzo deriva dalla parola turca "uzum" che in turco significa "raspo d'uva". Secondo altri la bevanda veniva esportata a Marsiglia in contenitori in cui veniva apposta la dicitura "uso Massalia" a indicarne la destinazione. Col tempo la dicitura divenne sinonimo di buona qualità della bevanda e, scomparso il termine Massalia, rimase il solo termine "uso" che, traslitterato, si trasformò in "ouzo".



    ... Ingredienti e distillazione ...


    La preparazione dell'ouzo comincia con la pigiatura di uva fresca e uva passa, durante la fermentazione vengono aggiunte al composto di base altre bacche ed erbe aromatiche. Il forte aroma che distingue l'ouzo proviene dalla presenza di anice stellato, ma altri ingredienti comuni sono la liquirizia, il coriandolo, il chiodo di garofano, la radice di angelica, la menta, il finocchio selvatico, le nocciole, la cannella e i fiori di cedro, il mastice di lentisco.



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    Un ouzeri sull'isola greca di Kos

    ouzeri



    L'alcol e i vari componenti vengono posti in distillatori di rame riscaldati; i tipi di ouzo di qualità superiore vengono fatti distillare più volte. La bevanda alcolica risultante viene quindi raffreddata e lasciata riposare per diversi mesi. Infine, viene diluita con l'acqua per arrivare a una gradazione alcolica intorno ai 40 gradi.

    Il 25 ottobre del 2006, la Grecia ha vinto il diritto di etichettare l'ouzo come un prodotto esclusivamente greco. L'Unione europea riconosce l'ouzo, così come le bevande greche Tsipouro e Tsikoudia, come prodotti con la Denominazione di Origine Protetta, che vieta l'utilizzo del nome in prodotti europei diversi dalla Grecia e Cipro.


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    ... Il consumo ...


    In Grecia sono molto diffusi gli ouzeri (ουζέρι), locali simili a caffè dove l'ouzo, solitamente allungato con acqua e ghiaccio, viene servito con mezedes (μεζέδες; stuzzichini) come polpo, insalate, sardine, zucchine fritte, calamari e altri molluschi. La consumazione di questo aperitivo avviene in compagnia nella prima serata. Quando il liquore viene mischiato con l'acqua, perde il suo aspetto limpido e acquista un colore bianco latte, dovuto agli olii essenziali contenuti nella bevanda, sono solubili nell'alcol ma non nell'acqua. L'abbassamento della gradazione alcolica al di sotto dei 40 gradi causa la separazione degli olii in parti acquose e parti organiche che portano a fenomeni di diffusione della luce.



    Liquori simili


    Tsipouro - grappa greca
    Arak - Medio oriente
    Sambuca - Italia
    Pernod - Francia
    Pastisi - Francia
    Tutone - Sicilia
    Raki - Turchia


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    ouzo2


    ... Antichi rimedi casalinghi ...


    I rimedi fatti in casa che impiegano l'ouzo sfruttando
    al meglio sia la percentuale di alcool (che non è molto alto) che le proprietà delle erbe usate per aromatizzare la bevanda, come la cannella, anice, rosmarino, coriandolo, lentisco e altre erbe, per lo più a seconda l'area in cui sono prodotti.

    Il mal di testa e l'influenza possono essere trattati con una bevanda a base di ouzo caldo prima di andare a letto. La maggior parte dei greci conosce già l'utilizzo dell'ouzo in giovane età, quando hanno sofferto di mal di denti: è allora che la nonna poneva un panno imbevuto di ouzo sul dente dolorante per alleviare il dolore o istruire il bambino a lavare la bocca con il liquore agrodolce.

    Secondo la saggezza popolare, si possono strofinare i muscoli contratti e le articolazioni con ouzo, o mescolandolo con il miele prima dell'inizio del periodo mestruale. Nella regione della Macedonia, in tempi più antichi, la gente prendeva un panno di lana, lo immergeva nell'ouzo, lo riscaldava per un minuto con il fuoco, o con il ferro da stiro, per poi appoggiarlo sullo stomaco del paziente. Se i piedi sono gonfi o semplicemente doloranti dopo una giornata pesante, si possono strofinare con il liquore tiepido. Anche nei casi di asma, i greci usano immergere un panno di lana nell'ouzo e peperoncino e poi metterlo sul petto.


    ouzo jpg



    Fonte:
    © www.sheknows.com/food-and-recipes/a.../ouzo-cocktails,
    © http://it.wikipedia.org/wiki/Ouzo,
    © http://en.wikipedia.org/wiki/Ouzo,
    © http://greece.greekreporter.com/2013/08/18...ealth-benefits/,
    web,creditifoto:www.sheknows.com,www.whiskyminibottles.eu,www.
    discounto.de,en.wikipedia.org,www.greekislands.us,www.yolenis.com,www.
    mylittlegreekfoodbook.com,www.groupon.de,www.ultimate-guide-to-greek-food.
    com,paradizo.com,greekinter.net,www.greek-islands.us
     
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    Midia yemistà



    Ingredienti

    1 1/2kg di cozze,
    1 1/2 tazza di riso,
    1 tazza d'olio,
    2 cipolle medie tritate,
    2 cucchiaiate di pinoli,
    sale, pepe

    Preparazione

    Lavate bene le cozze e grattate il guscio con una spugnetta metallica per eliminare le erbe attaccate e altri diversi corpi estranei.
    Mettetele nella casseruola con poca acqua e appena si saranno aperte toglietele dal fuoco e fatele raffreddare.
    Preparate il ripieno. Mettete le cipolle con la metà dell'olio a rosolare in una casseruola. Aggiungete il riso, i pinoli, il sale e il pepe. Mescolate parecchie volte. Appena sarà un po' tostato toglietelo dal fuoco. Aspettate che il ripieno si raffreddi, dopo di che riempite le cozze che erano già state aperte.
    In seguito chiudete i gusci pieni di riso e del loro contenuto, disponeteli in una casseruola poco profonda, versate l'olio
    rimanente e l'acqua della casseruola in cui si erano aperte le cozze.
    Fate bollire lentamente.
    Servitele fredde.

     
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    TARAMOSALADA


    La taramosalata è un piatto greco e turco a base di uova di pesce conservate. Il nome di questo piatto deriva dal tarama turco, che significa “uova di pesce” e salata, italiano per “insalata”.
    Le uova di merluzzo affumicato sono una delle scelte più comuni per la taramosalata nel Mediterraneo, sebbene possano essere facilmente utilizzate anche altre forme di uova di pesce come le uova di carpa, ma anche uova di lompo rosa.

    Questo piatto viene solitamente servito freddo e può essere guarnito con spicchi di cetriolo, pomodori, aneto o varie verdure in salamoia. Come gli altri meze, viene servito in un grande piatto al centro del tavolo, in modo che tutti i commensali possano aiutarsi a fare tutto ciò che vogliono.

    Ingredienti, per 8 persone:

    200g uova di merluzzo (o bottarga)
    1 Cipolla bianca
    1 kg pane bianco
    1 ml olio extravergine di oliva
    Succo da 2 limoni.


    Preparazione:
    Taglia il pane, immergilo nell’acqua e lascialo scolare, in un mixer fai passare le uova di merluzzo insieme al succo di limone, aggiungendo dopo qualche minuto il pane e la cipolla tritata.
    Guarnisci con olio extravergine di oliva, e servilo in tavola a temperatura ambiente.
    Semplice e mediterraneo.
     
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    RAKI GRECO

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    Il raki cretese, originariamente chiamato tsikoudia, è un distillato alcolico con gradazione piuttosto elevata, di colore trasparente e sapore molto intenso. Per chi non ne apprezza il forte sentore alcolico esiste anche una variante aromatizzata al miele, che si chiama rakomelo e ha un gusto più dolce e delicato.

    Appare in molte isole greche e nella Grecia continentale. A seconda della regione e del metodo di produzione, può apparire con i seguenti nomi: Tsipouro, Suma (Rodi, Chios), Tsikoudia (Creta), Zivania (Cipro).
    Il raki è la bevanda servita a Creta in quasi tutte le occasioni, simbolo di amicizia e nobiltà e un segno di comunicazione sociale.

    L’etimologia della parola rimanda alla radice araba rak che identifica in generale i distillati e le bevande alcoliche (con varianti quali araka, araki, ariki), ma c’è anche un legame con il greco antico ραξ o ρωξ, che significava acino d’uva.
    Ci sono altre interpretazioni: secondo una teoria il raki sarebbe originario dell’Iraq e quindi avrebbe preso il nome dal Paese stesso, mentre altri sostengono che la parola derivi dalle uve di tipo razaki, che sono spesso alla base del distillato. Poi, la tesi che collega il nome della bevanda alla parola araba arak, ovvero sudore, in riferimento sia agli effetti di un consumo eccessivo di rak sia al metodo di distillazione, che prevede un processo goccia a goccia.

    Viene prodotto nell'autunno successivo alla vendemmia, si ottiene per distillazione dal residuo di pressatura delle uve fresche in vinificazione. La vinaccia, che è stata fermentata in botti per più di un mese, bolle in un bollitore speciale, il Kazani.
    Kazani deriva dalla parola turca kazan che significa appunto caldaia e, da kazani, deriva il termine cretese καζανέματα (kazanèmata), con cui si intende il rituale della distillazione per ottenere raki. All’inizio dell’autunno si cominciano ad organizzare gli appuntamenti per questa sorta di rito le cui origini sono antiche. Le distillerie, spesso organizzate artigianalmente e con alambicchi assemblati in modo ”pittoresco”, sono sempre circondate da ampi spazi adatti a fare festa.

    Creta-rakokazana


    Le radici della tradizione che unisce Creta con raki sono presenti nella Grecia antica, e l’arte di produrre il distillato è stata tramandata da allora di generazione in generazione, anche infrangendo la legge quando ne vennero emanate quelle che ne proibivano la produzione. Nel 1920, l’allora primo ministro greco Eleftherios Venizelos approvò una legge che dichiarava la distillazione del raki legale.

    Kreta_Raki_PL

     
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