CITTA' FANTASMA

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  1. gheagabry
     
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    Il campanile di Morino Vecchia sembra il pastore di cui ci racconta Ignazio Silone nel suo romanzo Fontamara, un pastore alla guardia di un gregge di pecore fuggito in una fredda mattina di gennaio del 1915. Morino Vecchia è un luogo della memoria, racconta le persone che lo hanno abitato e trasformato, appartiene alla storia di quella comunità che si è dovuta spostare più a valle per continuare a vivere. Case, chiese, strade e piazze distrutte in pochi secondi. Quello che resta, con le sue mura diroccate e i mucchi di macerie, è un luogo-simbolo: del trascorrere rapido del tempo, della forza della Natura, della instabilità di quello che l’uomo costruisce.

    MORINO




    Morino in realtà, prima del 1915, sorgeva su un colle, ove anche oggi si osservano i ruderi delle case, distrutte dal terremoto di quell'anno. Morino compare nella donazione che nel 1089 Ratterio di Antena fece al monastero di Montecassino. Il documento parla della chiesa di S. Pietro, posta in territorio di Morino, chiesa che ritorna più volte nei documenti dei secoli XII e XIII. Nel Catalogo dei Baroni del 1173 Morino era feudo di Ruggero, conte d'Albe, e contava in quell'epoca circa 375 abitanti. Nel suo territorio, a tre miglia dal paese, in alto, sui monti, era gia nota attorno al 1185 la chiesetta della Madonna del Pertuso, quella che oggi chiamano la Madonna del Cauto. A poca distanza da Morino, gia in tempi remoti, sorgeva un gruppo di case, proprio dove poi si e sviluppata la frazione Grancia. Era chiamata Villa di Morino e i vecchi abitanti di Morino la chiamavano cosi fino a pochi anni fa. La località e documentata con questo nome in varie pergamene conservate nell'Archivio della Certosa di Trisulti (Collepardo) .



    Grancia comincio a chiamarsi più tardi, perche divenne dal secolo XIV al secolo XVIII il granaio dei certosini di Trisulti, che avevano moltissimi possedimenti in particolar modo nel territorio di Morino, ma ne avevano anche a Castronovo, a Rendinara, a Meta, a Civita d'Antino, a Civitella Roveto e altrove. Centro di raccolta dei prodotti delle loro terre era diventata per i monaci di Trisulti proprio Villa di Morino, che a poco a poco prese il nome di Grancia. Un'altra località del territorio di Morino e nota attraverso le pergamene di Trisulti: erano le Taverne di Morino. Probabilmente si trovavano non lontano dal luogo dove ora sorge l'attuale Morino. Io son convinto che Morino fu un pagus (villaggio) all'epoca dell'antica Antino. Il suo territorio ha una posizione felice e la valle dello Schioppo e incantevole in alcuni mesi dell'anno. Morino dovette sentire l'influenza della vicina Antino.
    Infatti, nel territorio di Morino furono ritrovate delle lapidi romane, che confermano la presenza di ville e di case nelle sue adiacenze in tempi lontani. L'antico Morino sorgeva in alto, sicuramente per le solite ragioni di sicurezza e di difesa. Nel 1316 figura sempre nella Contea d'Albe.

    Come tutti i paesi di Valle Roveto, posti alla destra del Liri, anche Morino fu sotto gli Orsini prima e sotto i Colonna dopo. II Catasto di Morino porta la data del 1 luglio 1743. Lo stemma del Comune, come per tutti i paesi di Valle Roveto che rimasero per circa tre secoli sotto la dominazione dei Colonnesi, e sempre la colonna. La colonna, che in realtà e molto tozza, si presenta con decorazioni all'intorno. Nella fascia che circonda l'ovale, dove e disegnata la colonna, si legge questa scritta: Universitas Terre Morini, cioè Università della Terra di Morino. Lo stemma descritto si trova nel Catasto Onciario, n. 3049, dell'anno 1743, nell'Archivio di Stato di Napoli, Sezione Amministrativa. Ancora si può vedere, proprio all'ingresso del paese, nella parete esterna di una casa (forse nei suoi pressi erano le Taverne di Morino), lo stemma dei Colonna. Prima del 1806 venivano eletti, come amministratori del Comune, tre massacri "a cartelle estratte a sorte".
    Dopo l'avvento al Regno di Napoli di Giuseppe Napoleone e di Murat il Comune di Morino fu unito al Comune centrale di Civita d'Antino con S. Vincenzo Valleroveto, Castronovo e Morrea fino al 1816.



    Morino contava 395 abitanti ai tempi di Carlo V, 410 nel 1595, 800 nel 1617, soltanto 350 nel 1648, 400 nel 1663, 360 nel 1669, 442 nel 1703, 491 nel 1706, ben 1078 nel 1779, 672 nel 1806, 1166 nel 1838. Nel 1831 e nel 1839 Morino e Rendinara insieme ebbero rispettivamente 1939 e 2192 abitanti. Ecco i dati della popolazione del Comune di Morino nei censimenti che si avvicendarono dal 1861 al 1961: 2032 abitanti nel 1861, 192~ nel 1871, 1731 nel 1881, 1947 nel 1901, 2226 nel 1911, 2430 nel 1921, 2148 nel 1931, 2055 nel 1936, 2051 nel 1951, 1817 nel 1961. Fu molto alta la percentuale dei morti di Morino al terremoto del 1915. Il paese fu raso al suolo e le vittime dell'immane disastro furono 110.
    (morino.terremarsicane.it)

     
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22 replies since 23/10/2011, 09:52   3078 views
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