CITTA' FANTASMA

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  1. gheagabry
     
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    Le città fantasma..

    ...TOIANO



    La Toscana è famosa nel mondo per il bassorilievo di morbide colline che ne ricamano per intero il paesaggio. Alla sommità di quasi ognuna di esse, abbarbicati come aquile sul nido, una miriade di borghi più o meno grandi, castelli, monasteri, talvolta vere e proprie città. Tutti ormai ben curati, elegantemente conservati, invitanti ed accoglienti. Tutti, o meglio: quasi tutti.
    Uno di questi borghi, vera e propria Cenerentola della conservazione urbanistica moderna, non ha trattorie, non ha alberghi né negozi, banche, uffici, lampioni, acqua potabile.
    Non ha neppure abitanti, Toiano delle Brota, antichissimo castello al centro della Valdera (lo si raggiunge da Palaia - in provincia di Pisa - e oltre non si prosegue: la strada termina alla fine del paese) ha un’unica via, via del Castello appunto, lunga circa 50mt. e fiancheggiata ai lati da due file di case. Ha una chiesa sconsacrata (ma dove l’acustica è tuttora ottima) e un piccolo cimitero, quello ancora curato dai parenti di coloro che da Toiano non hanno voluto allontanarsi.
    Toiano è forse l’unico borgo in Toscana a non avere niente e nessuno pronti ad accogliere i propri visitatori. Eccetto le sue antiche mura, le sue case, il panorama magnifico che si gode dalla terrazza esposta a Sud, in direzione di Volterra. Bisogna venirci al tramonto: la strada che porta a Toiano è larga, per oltre 5 km, non più di tre metri, tanto che due auto raramente possono incrociarsi. A destra e a sinistra della strada, come guglie di un’antica cattedrale gotica, si ergono speroni di tufo alti anche 40-50 metri. Sono i famosi “Calanchi”: terra grigio-ocra, nuda e secca, erosa da secoli di piogge e vento, impossibile da coltivare e quindi lasciata lì, a modellare un paesaggio che, specialmente in inverno, assume i contorni di una cornice da Purgatorio dantesco. Eppure, una volta parcheggiata l’auto, si ha la sensazione di trovarsi in un piccolo paradiso: silenzioso, sereno, rigoglioso di vegetazione spontanea e punteggiato da antichi alberi da frutto piantati chissà quando e chissà da chi. Ma è soprattutto il panorama ad incantare il visitatore: Toiano è accovacciato su un colle alto e stretto, con uno sguardo si abbracciano interi campi coltivati a olivo e frumento, casolari, vigneti. Di fronte, lontano, un altro imponente sperone tufaceo fa emergere, galleggiante fra le onde di un mare di basse colline, le mura e le torri di Volterra. Toiano ha raggiunto il suo massimo splendore nell’800, quando oltre 500 persone vi abitavano stabilmente. Poi un lento declino, fino al boom economico degli anni ’60, durante il quale le poche decine di famiglie di contadini rimaste se ne sono andate a valle, in cerca di lavoro nelle fiorenti industrie della Valdera. Fra queste industrie c’era – e c’è – anche la Piaggio: la Vespa, icona della Dolce Vita e prodotta ancora oggi in milioni di esemplari, è stata costruita per decenni anche dagli (ex-) abitanti di Toiano. L'antico borgo di Toiano delle Brota, lontano com’è dalle maggiori vie di comunicazione, isolato dal mondo, fatto di case in parte ancora sane e in parte semidistrutte dal tempo e dall’incuria, tappezzate alle pareti da calendari degli anni ’50 e odoranti – ancora oggi – di una forte e fiera atmosfera contadina, resterà nel cuore. Chissà che qualcuno, poi, non pensi di tornare ad abitarlo.
    (damiano.andreina)


    Praticamente disabitato. Alla fine dell’800 era descritto come un villaggio con castello e chiesa dedicata a San Giovanni Battista. Con sede su alcuni poggi di tufo e la sua parrocchia contava 521 anime. Le sue origini risalgono all’alto medioevo, e la struttura del paese resta quella di un castello a cui si accede tramite un ponte (con ogni probabilità un ponte levatoio originariamente). Il paese è segnalato al FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano) nel censimento dei luoghi del cuore da salvare.
    Del borgo si parlò molto tempo fa grazie ad Oliviero Toscani che, dedicando a Toiano un concorso fotografico, rese plausibile la prospettiva di far tornare la vita nelle antiche case aggrappate al tufo.Nel piccolo cimitero di Toiano l’ultima croce è del 1999. Porta il nome di Nella Veracini, classe 1913. Ha voluto essere sepolta dove era nata. Da una decina d’anni a Toiano, non muore più nessuno perché non ci abita più nessuno. Toiano è un borgo dove ad ogni angolo aleggiano fantasmi di vite passate. Qui tutto è molto vissuto e rimanda a storie e facce di contadini, come quelle che si possono vedere nelle lapidi del cimitero, piccolo album fotografico di com’era volti scavati dalla fatica ma anche gioiosi, sereni, superbi.
    Ma c’è anche qualcosa di altro nell’anima del borgo. Il mistero, ad esempio. Come quello della morte di Elvira, una bella giovane del borgo che il 5 giugno 1947, giorno del Corpus Domini, venne uccisa in un boschetto. Fu incolpato il fidanzato. Ingiustamente, però: dopo 24 mesi di galera venne assolto. E il mistero è rimasto irrisolto. Si avverte, un po’ dovunque nel borgo, un senso di bellezza violata non solo dal tempo e dall’incuria ma anche dai predoni che dalla chiesa, ad esempio, si sono portati via affreschi, acquasantiera, confessionali. La gente viene quassù e si porta via tutto ciò che trova di antico, di bello.
    (dal web)
     
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22 replies since 23/10/2011, 09:52   3078 views
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